Città di Castello Cinta ancora per buoni tratti dalle mura cinquecentesche Città di Castello si distende lungo la valle del Tevere, là dove i Romani avevano stabilito il municipio di Tifernum Tiberinum. Dopo essere stata saccheggiata e distrutta per opera di Totila durante le invasioni barbariche, Città di Castello viene ricostruita dal Vescovo Florido assumendo prima il nome di Castrum Felicitatis e poi, a partire dal X secolo, quello definitivo di Castrum Castelli. Comune durante il tardo Medioevo, fu soggetta di volta in volta a Perugia, alla Chiesa o a Firenze; solo nel '500, con Cesare Borgia, passò in modo definitivo nelle mani del Papato. L' antica storia di Città di Castello è testimoniata dagli edifici che furono sede delle antiche strutture amministrative come il Palazzo del Podestà, con facciata barocca del 1686, e il Palazzo Comunale, eretto in forme gotiche con un elegante portale e bifore. Tracce di arte gotica si possono trovare anche sul fianco sinistro del Duomo, che, costruito sull' area di un tempio romano a partire dal XI secolo, vide il suo impianto radicalmente cambiato già alla metà del XIV secolo. La chiesa di S. Domenico del 1424, con facciata incompiuta e portale ogivale nel fianco sinistro, quella di S. Maria Maggiore, di epoca gotica ma con facciata rinascimentale, e quella di S. Francesco, con absidi poligonali del 1273 ma rimaneggiata nei primi anni del 1700 , completano il panorama degli edifici di culto della cittadina. Nella Pinacoteca comunale, infine, sono conservate opere di Raffaello, Signorelli e di Domenico Ghirlandaio, oltre a quelle di artisti di scuola umbra toscana e marchigiana. Palazzo dei Priori Il palazzo (Piazza Gabriotti 'di sotto') venne costruito tra il 1322 e il 1338, forse, da Angelo da Orvieto, il cui nome é riportato in un'iscrizione consunta corrente lungo l'architrave dell'ingresso assieme a quello dei soprastanti Baldo di Marco e Meo di Gano. L'edificio non é mai stato terminato, come é possibile vedere ad esso manca infatti la torre campanaria. Attualmente é sede del Municipio. Campanile cilindrico Il Campanile cilindrico è una rara testimonianza romanica della Cattedrale di Città di Castello. La sua forma circolare ricorda quella dei campanili ravennati del V-VI secolo, diffusa in Italia centrale nel secolo XI dall'architetto aretino Maginardo. Un campanile simile ad esso doveva essere quello della Chiesa di San Michele Arcangelo. Cattedrale Il Duomo superiore, costruito in pieno Rinascimento, tra il 1494 ed il 1529 presenta una facciata incompiuta.La Chiesa ha forma di croce latina ad un'unica navata con cappelle laterali. Alla destra del battistero si incontra la cappella di San Paolo che ospita "La caduta del Santo sulla via di Damasco" affrescata nel tardo '500 da Niccolò Circignani detto il Pomarancio. L'affresco centrale del presbiterio (1747-49) raffigura San Florido che benedice il progetto di ricostruzione della città dopo l'incursione di Goti. 1 Sulla crociera vicino alla porta della sacrestia, una piccola scalinata conduce alla Cripta o Duomo Inferiore, dove riposano i resti mortali di San Florido e di Sant'Amanzio. L'altare nella sua forma attuale, fu costruito nel 1793, dopo il rovinoso terremoto del 1789. Sul fianco della Basilica, verso Piazza Gabriotti "di sotto", si può ammirare il portale gotico datato 1339-59. Torre Civica Detta anche Torre del Vescovo per la posizione che occupa (a destra del Palazzo Vescovile), la Torre civica si data tra il XIII e il XIV secolo. Per un incasso esterno della torre Luca Signorelli nel 1474 dipinse un affresco raffigurante una "Madonna con bambino tra San Paolo e San Girolamo", alcuni frammenti del quale sono conservati nella Pinacoteca Comunale della città. L'affresco sostituiva quello raffigurante i "Ribelli della Patria" (1385), opera di Bartolemeo di Bindo e Brunone di Giuntino. Nel 1397 vi fu posto il primo orologio pubblico. Palazzo del Podestà Il Palazzo del Podestà si affaccia lungo il lato occidentale di Piazza Matteotti ('di sopra'). Attribuito anch'esso ad Angelo da Orvieto, si suppone sia stato costruito dai Tarlati di Pietramala che tennero la signoria di Città di Castello tra il 1324 e il 1335. Il fianco dell'edificio rivolto verso settentrione realizzato in blocchi di pietra arenaria conserva le forme trecentesche. La facciata e le logge rivolte verso Piazza Fanti ('delle scarpe') sono invece state realizzate nel secolo XVII da Nicola Barbioni. Chiesa di S.Francesco La chiesa, costruita gli inizi del XIV° secolo in stile gotico, in pietra arenaria, a croce latina è ad una sola navata e termina con un abside a tre cappelle poligone. L'esterno mostra le modificazioni subite ai primi del 1700, pur conservando tutti gli elementi essenziali del suo aspetto originario. L'interno venne completamente trasformato in forma barocca tra il 1707, il 1718 ed il 1727, l'attuale ingresso risale al 1731 quando l'antico portale gotico venne chiuso per costruire all'interno un altare. Sull'altare dedicato a San Giuseppe, nella cornice dove è oggi una copia de "Lo Sposalizio della Vergine", era posto l'originale di Raffaello dipinto nel 1504 conservato dal 1805 a Milano nella Pinacoteca di Brera. Nella chiesa era anche conservata "L'adorazione dei pastori", dipinta da Luca Signorelli nel 1496, oggi alla National Gallery di Londra. In fondo alla chiesa, un grande arco di pietra chiuso da un cancello in ferro battuto del 1567, introduce alla severa e spaziosa Cappella Vitelli. Fu costruita su disegno di Giorgio Vasari intorno al 1563. Nello stesso anno Vasari esegue "L'incoronazione della Vergine" collocato due anni dopo nell'altare magiore della cappella. Intorno alle pareti si trova un coro con intarsi e disegni realizzati su disegni di Raffaello. Chiesa di San Domenico L'imponente chiesa, adiacente alla piccola piazza di San Giovanni in Campo, venne costruita per volere dell'ordine domenicano, nel luogo dove già sorgeva una chiesa di modeste dimensioni, tra il 1399 ed il 1424. Nella chiesa si trovavano in passato due importanti tavole, il "Martirio di S. Sebastiano" di Luca Signorelli, oggi collocato nella locale Pinacoteca Comunale, e la "Crocefissione" di Raffaello ora conservata al National Gallery di Londra. 2 L'altare maggiore conserva l'urna con il corpo della Beata Margherita (1287-1320) beatificata il 18 novembre 1609, la reliquia vi fu collocata il 30 aprile 1678 e in quella occasione venne rinnovato l'altare da Nicola Barbioni. Santuario di Santa Maria delle Grazie Il Santuario della Madonna delle Grazie situato in Via XI Settembre è nato come chiesa conventuale dei Frati Serviti (o servi di Maria) e soltanto nel 1960 è diventato Parrocchia del Rione San Giacomo. La sua costruzione è stata iniziata nel 1363 ed è proseguita per qualche decennio fino alla consacrazione celebrata nel 1381. A testimonianza della struttura trecentesca rimangono soltanto il campanile e il fianco meridionale dell'edificio rivolto verso l'esterno, nel quale si apre un bel portale gotico sovrastato da un arco ogivale in pietra. La chiesa infatti ha subito nel tampo vari interventi di ristrutturazione, i più importanti dei quali nel 1587, nel 1643 e nel 1789, quest'ultimo dopo un devastante terremoto che causò ingenti danni alla città. Tra le opere interessanti che il santuario conserva, si segnala in particolare la tavola raffigurante la "Madonna in trono con il Bambino tra San Florido e San Filippo Benizi", unica opera certa di Giovanni da piamonte che l'ha firmata e datata 1456. Oggetto di particolare devozione, l'opera in questione è custodita all'interno della cappella laterale sinistra ed è esposta al pubblico soltanto due volte l'anno: il 2 febbraio e il 26 agosto. Importante da vedere è anche il frammento di affresco rappresentante la "Dormitio Mariae" (1436 ca.) attribuito alla mano di Ottaviano Nelli (1375-1444). Palazzo Vitelli alla Cannoniera Fatto erigere da Alessandro Vitelli tra il 1521 ed il 1545 in occasione del suo matrimonio con Angela Rossi di San Secondo parmense, deve il suo nome ad un'antica fonderia o deposito di cannoni nelle immediate vicinanze. La ricca decorazione a graffito della facciata verso il giardino è opera di collaborazione di Vasari e Gherardi (detto il Doceno) al quale spetta anche la decorazione ad affresco di alcune stanze. Ad una stanza in particolare, lo studiolo, è legata una leggenda. Si narra infatti che l'amante di Alessandro Vitelli, donna Laura, usasse affacciarsi alla finestra dalla quale ancora oggi si possono vedere le antiche mura cittadine. Si dice che Laura, al passaggio di un bel giovane, lasciasse da qui cadere un fazzoletto, come scusa per farlo entrare nel palazzo. Dopo aver approfittato delle grazie del malcapitato, che subito accorreva al suo invito, lo pregava di uscire dalla porta segreta, posta nello studiolo, decorata come le pareti. Dietro la porta però non c'era via di uscita, ma un trabocchetto mortale. Questo splendido palazzo oggi è sede della Pinacoteca Comunale. Palazzo Vitelli a Sant'Egidio Grandioso palazzo costruito nel 1540 circa, forse su disegno di Giorgio Vasari. Nella bella facciata si aprono eleganti finestre. All'inerno affreschi di Cristofano Gherardi e Prospero Fontana. La facciata retrostante la piazza è rivolta verso un vasto giardino ("Parco Vitelli") in fondo al quale si erge la palazzina Vitelli, recentemente restaurata. Palazzo vescovile Il Palazzo vescovile situato lungo il lato settentrionale di Piazza Gabriotti ('di sotto') ha attualmente l'aspetto di un palazzo settecentesco. Lungo il lato rivolto verso Via Cacciatori del Tevere rimane però la traccia del portale gotico dell'antico "Battistero di San Giovanni" che nel secolo XIV doveva trovarsi da queste parti. 3 Pieve di San Crescentino di Saddi La Pieve di Saddi è sorta nel luogo in cui, secondo la tradizione, avvenne il martirio di San Crescentino (o Crescenziano), soldato romano vissuto tra il III e il IV secolo che per aver abbracciato la religione cristiana venne decapitato sotto Diocleziano (1° giugno 303). Allo stato attuale la chiesa a lui intitolata presenta delle forme romaniche e si data pertanto alla seconda metà del secolo XI. La veduta esterna è stata tuttavia deturpata dall'aggiunta di alcuni edifici posteriori che hanno reso inutilizzabile l'ingresso principale. ad essa infatti si accede mediante una porta situata lungo uno dei lati maggiori. La chiesa presenta una pianta rettangolare divisa in tre navate e chiusa nella parte posteriore da un'abside poligonale. La navata centrale presenta una copertura a capriate. Le pareti della chiesa e dei pilastri sono quasi interamente intonacate anche se qua e là gli intonaci caduti lasciano intravedere le tracce di un'antica decorazione pittorica. A circa metà delle navate laterali si trovano due scalinate che conducono alla cripta. Interessante da vedere sulla parete sinistra un bassorilievo in pietra calcarea raffigurante "San Crescentino che uccide il drago" di incerta datazione. La pieve, di proprietà ecclesiastica, viene aperta soltanto in occasioni particolari. Chiunque sia interessato a visitarla deve rivolgersi pertanto alla curia vescovile di Città di Castello. 4