Rivista quadrimestrale della FENIARCO

Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c - Legge 662/96 - dci “PN” - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a sostenere le tariffe previste
n. 8
2002
Maggio-Agosto
Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali
Rivista quadrimestrale della FENIARCO
Rivista
quadrimestrale
della FENIARCO
e d i t o r i a l e
LA PATRIA DEL CANTO
3
di Sandro Bergamo
d o s s i e r
Federazione Nazionale Italiana
Associazioni Regionali Corali
editoriale
CORO E LITURGIA
4
a cura di Marco Rossi e Gian Nicola Vessia
Presidente: Sante Fornasier
PER SAPERNE DI PIÙ 12
vice presidenti: Aldo Cicconofri
Eugenio Arena
di Giorgio Morandi
LA FENIARCO AL SALONE DEL LIBRO 15
Foto di copertina:
Pier Antonio Chiaradia
“ANGELI MUSICANTI E DIRETTORE”
notizie
dall’associazione
(particolare)
di Alessandra D’Andrea
SCHEDA REGIONE: 16
ASSOCIAZIONE CORI DELLA TOSCANA
a cura di Giancarlo Pagni
RICORDO DEL M° DOMENICO CIERI 18
di Alvaro Vatri
scheda regionE
Direttore responsabile:
Sandro Bergamo
Comitato di redazione:
Aniello Del Gatto
Antonio Delitala
Giorgio Morandi
Giancarlo Pagni
Puccio Pucci
Pierfranco Semeraro
Alvaro Vatri
i n i z i a t i ve
e d i t o r i a l i
MELOS 1 E 2:
GENERAZIONI A CONFRONTO 19
di Mauro Zuccante
RUBRICHE
dalle regioni
NOTIZIE DALLE REGIONI 20
DISCOGRAFIA 24
di Alvaro Vatri
Segretaria di redazione:
Alessandra D’Andrea
Redazione:
via Altan, 39
33078 San Vito al Tagliamento (Pn)
tel. 0434 876724
fax 0434 877554
e-mail: [email protected]
MONDOCORO 25
di Giorgio Morandi
discografia
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Roberto Roveri - Agenzia G.V. - Bologna
Stampa:
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mondocoro
LA PATRIA DEL CANTO
di Sandro Bergamo
P
oco patriottici i calciatori della nazionale, ostinatamente muti mentre volano le note dell’inno di Mameli? E se il quesito fosse un altro? Forse,
chiedendoci se i giovanotti in questione sanno cantare, centreremmo di più l’argomento.
Per lo più sotto i trent’anni, i ragazzotti sono
venuti al mondo quando il canto, come abitudine collettiva quotidiana, già declinava.
Vissuti quando la civiltà contadina, che ne
era il presupposto (non si canta alla catena di
montaggio o in ufficio), era già stata smantellata, non rientra nella loro esperienza di
vita lo spontaneo ritrovarsi a cantare di qualsiasi comitiva di gitanti, fossero parrocchiani
in pellegrinaggio o alpini al rientro dal saccheggio di una cantina. Per i più giovani, sepolti nelle loro cuffie, anche la brigata studentesca riunita intorno ad una chitarra di
malcerta intonazione rischia di essere attivismo sconosciuto.
Così cantare diventa non più abilità comune
a ogni essere umano, come correre, saltare,
ma attività specialistica, che solo pochi,
avendola coltivata, sanno applicare. E lo
constatiamo ogni giorno, nella fatica di trovare nuovi elementi per il nostro coro, elementi cui spesso dobbiamo insegnare tutto,
ma proprio tutto: come se l’allenatore di calcio dovesse iniziare dalla deambulazione. E dalla diffusione della cultura musicale e corale, lo scopo della nostra coralità sta diventando, tout-court, la salvaguardia della voce dall’estinzione.
A fronte di questa situazione, l’impegno delle istituzioni anziché aumentare, diminuisce: questa rivista, nata festeggiando il progetto ministeriale di un coro in
ogni scuola, registra ora l’ipotesi che l’educazione musicale diventi facoltativa e
a pagamento. Giusto: così, tutti egualmente dimentichi, non avremo più nemmeno il rimpianto.
Per intanto, non ci resta che offrire i nostri servigi al presidente Carraro: un bel
corso di primo approccio al canto per tutti i possibili convocati della nazionale.
Tecnici e didatti ne abbiamo in quantità. E stia sicuro, presidente: costeranno meno, molto meno di Trapattoni.
3
dossier
2ª parte
CORO E LITURGIA
a cura di Marco Rossi e Gian Nicola Vessia
I musici in chiesa. La musica per il “di’ di festa” nasce, in genere, dal-
Interventi di:
Pa rt e p r i m a ( n . 7 )
(già pubblicata su Choraliter n.7 - gennaio/aprile)
Felice Rainoldi
Guido Genero
Luciano Migliavacca
Giuseppe Liberto
Giuseppe Radole
Angelo Rosso
Colin Mawby
4
Pa rt e s e c o n d a
Marco Berrini
Marco Rossi
Valentino Donella
Luigi Quintieri
Marianna De Franco
Simone Fuligno
e Flavio Gatti
Shai Misan
Giancarlo Boretti
l’amore di un direttore, di un coro o di un organista. Quando questo sodalizio funziona gli anni trascorrono veloci e ci si ritrova a scrivere, ancor giovani, che sono trascorsi
decenni dalla prima volta di un preludio d’organo, di un mottetto a quattro voci e di un
Santo assembleare.
Le righe che seguono potrebbero essere sostituite da mille altri esempi e da mille altri
direttori di coro che hanno dedicato i loro giorni più belli alla proclamazione della festività. Sono semplicemente, quelli che seguono, modelli di attaccamento al lavoro, di
approfondimento culturale, di capacità di equilibrio tra esigenze di animazione comunitaria e di conservazione dei valori dell’arte di chi è al centro di questo impareggiabile gioco di emozioni.
E’ la celebrazione del “di’ di festa” …
VOCI AL SERVIZIO
DELLA LITURGIA:
UN’ESPERIENZA
DI SERVIZIO
LITURGICO
MUSICALE
Marco Berrini
Direttore Artistico dell’Associazione Polifonica Gruppo Vocale Ars Cantica e Direttore Musicale dell’Ars Cantica Choir
S
crivere di una esperienza che ha
ormai più di venticinque anni di
storia alle spalle non è semplice.
Il rischio è sempre quello di dimenticarsi di
dettagli e particolari che a ben vedere si rivelano per nulla marginali.
Una cosa è comunque certa: dopo un quarto di secolo di vita l’esperienza di servizio
liturgico dell’Associazione Polifonica Ars
Cantica non ha perso la primigenia freschezza di intenti e di ispirazione, anzi, ha
trovato, lungo il passare degli anni, sempre
nuovi stimoli con i quali alimentare l’entusiasmo di coloro che vi hanno partecipato.
Un coro, un piccolo coro di parrocchia, pensato, desiderato e creato da un parroco che
amava la Musica ma che soprattutto credeva nel suo grande messaggio spirituale, nella potenza del “veicolo artistico”, che viaggia su un binario speciale capace di collegare direttamente il cuore dell’uomo agli
Orecchi di Dio: così nasceva, nella Parrocchia di S. Adele di Corsico-Buccinasco,
quella che oggi si chiama Associazione Polifonica Ars Cantica e che raccoglie sotto la
sua denominazione un gruppo di giovani
che, rinnovano il loro impegno nel servizio
musicale in seno alla liturgia.
Un’Associazione all’interno di una realtà
ampia e diversamente sfaccettata, che negli
anni ha sempre trovato nell’ambito parrocchiale un fertilissimo terreno e una costruttiva sensibilità oltre ad una corretta e delicata opera di promozione della Schola Cantorum da parte di tutti i parroci che si sono
succeduti alla guida della comunità, con
un’ideale e fattiva continuità, in nome dell’indiscusso valore che il canto può avere
nel contesto liturgico.
Fin dai primi anni del suo operato in ambito liturgico la Corale S. Adele (questo è il
nome che il gruppo prese dopo alcuni anni)
ha trovato nella Parrocchia spazi e strumenti adeguati a svolgere al meglio il suo servizio e ha potuto sempre contare sul supporto
di una attenta opera educativa da parte dei
sacerdoti che, unitamente all’invito a parteciparvi, ha sempre messo in luce anche il
valore spirituale e culturale propri del servizio.
Da presupposti educativi rispetto all’irrinunciabile realtà del canto sacro e liturgico,
ancora oggi prendono spunto tutte le iniziative che l’Associazione promuove in seno
alla comunità.
La recente riflessione stimolata dal Sinodo
Diocesano ha riportato sul tavolo delle discussioni la seria, e per certi versi troppo
trascurata questione dell’animazione liturgica nelle parrocchie.
Fermamente convinti del fatto che è compito della Chiesa di farsi custode attenta di
tutto quel patrimonio musicale e culturale
che artisticamente le appartiene, evitando di
mandare al macero secoli di storia e tradizione liturgico-musicale in nome del dilagante quanto pretestuoso canzonettismo liturgico, e altrettanto consapevoli del fatto
che non è possibile conciliare la sopravvivenza di un repertorio liturgico che si possa
anche definire “espressione d’arte” con l’esigenza del canto assembleare, l’Associazione Polifonica Ars Cantica si pone nel
contesto liturgico come strumento di con-
dossier
servazione “attiva” del patrimonio liturgicopevole al servizio liturgico: esperienza quemusicale “d’arte”; con il desiderio di rendest’ultima che ha dato ottimi risultati e che
re sempre più esplicita la funzione della
da quest’anno confluisce nella nuova scuoSchola nell’ambito della preghiera comunila diocesana di formazione liturgica; orgataria e nello stesso tempo di chiarire (se annizzando Concerti Spirituali guidati, con i
cora non lo avessero fatto a sufficienza i doquali educare l’assemblea presente ad un
cumenti conciliari!) il concetto di “coinvol“ascolto orante poiché consapevole”; progimento di tutta l’assemblea nel canto liturmuovendo e stimolando il canto assembleagico”.
re di ogni domenica, per favorire il quale
Osservando, al riguardo, Musicam Sacram
non si rende necessaria la presenza dell’in(MS, d’ora in poi) - Istruzione del “Consitera Schola - che diventa il segno distintivo
lium” e della Sacra Congregazione dei Riti,
delle solennità, durante la celebrazione del5-III-1967 - al n° 16 e Sacrosanctum Conle quali il suo intervento dà un taglio ancor
cilium (SC, d’ora in poi) - Costituzione sulpiù solenne alla liturgia (senza togliere, anla Sacra Liturgia del Concilio Ecumenico
che in queste circostanze, all’assemblea ciò
Vaticano II, 4-XII-1963 al n° 30 ci si può
che le compete in materia di canto liturgico)
facilmente rendere conto di come i docu- ma rispetto al quale essa può diventare la
menti conciliari (“vecchi” di ormai 30 an“struttura specializzata” che fornisce voci
ni!) rivelino tutta la loro attualità: il problepreparate, adeguate ed educate a svolgere
ma corre da sempre sui binari della formaquesto ministero domenicale, che dignitosazione: innanzitutto, a monte, dei sacerdoti
mente può svolgersi con un buon accompa(come già sottolineato in Ecclesiasticam fugnamento organistico (vedi in particolare
turorum (EF, d’ora in poi) - istruzione della
MS 63 e SC 120); infine svolgendo una inSacra Congregazione per l’Educazione Cattensa attività concertistica (a livello naziotolica, 3-VI-1979 - al n° 56, in SC 115 e in
nale e internazionale) con il Gruppo Vocale
MS 52, oltreché in SC 113-114-116; ), una
“Ars Cantica” che opera sempre in seno alformazione che “deve offrire la conoscenza,
l’Associazione, che offre ulteriormente
la comprensione, la pratica della musica sal’opportunità di riversare nelle nostre liturcra e del canto sacro” (“Ratio studiorum”
gie i frutti di uno studio ancor più serio e
dei seminari maggiori d’Italia al n° 58 - reapprofondito.
golamento emesso dalla Commissione EpiCrediamo fermamente importante educare,
scopale per l’Educazione Cattolica, 10-VIsoprattutto i giovani, al canto comunitario,
1984); degli operatori e animatori liturgico
alla preghiera cantata, come pure educare la
musicali (come si evince già molto chiaracomunità all’ascolto attivo del canto corale:
mente da MS 18, 24, 67; SC 19, 29, 115; olsi tratta di sfondare quel muro armato di titreché da Il rinnovamento liturgico in Italia
midezza, svogliataggine, pigrizia e un certo
(d’ora in poi RLI) - nota pastorale della
senso di disagio che, tenuto insieme da una
Commissione Episcopale per la Liturgia del
grande superficialità di fondo rispetto al va23-IX-1983 al n°14); dell’assemblea liturlore dell’espressione cantata della preghiegica al canto e all’ascolto di esso
come forma di preghiera e di elevazione dello Spirito (sull’ “ascolto attivo” si veda N. Ghiglione
“Fare una cosa senza tralasciare
l’altra” Rivista Internazionale di
Musica Sacra (RIMS) n° 4, 1990,
pp. 341 e seg.).
Alla luce di queste poche ma efficaci idee l’Associazione Polifonica “Ars Cantica” si è mossa in
questi ultimi anni anche sul fronte della formazione e della educazione dei Musicisti di Chiesa promuovendo corsi di alfabetizzazione musicale di base e di educazione vocale gratuiti per tutti i partecipanti alla Schola; ha proposto in
ambito decanale corsi di formazione e approfondimento musicale per i Musicisti di Chiesa (Direttori di Coro, Organisti e coristi)
che, sotto la guida di figure qualificate e qualificanti hanno potuto
Davide con il salterio: di Benedetto Antelami,
Parma Battistero.
accostarsi in maniera più consa-
ra, induce il popolo ad atteggiarsi a comodo
ascoltatore.
Educare significa per noi anche proporre un
repertorio che si lasci cantare dalla grande
assemblea liturgica, o che, in altre circostanze si lasci adeguatamente ascoltare: non possiamo dimenticare ciò che disse Paolo VI
quando sostenne nei suoi Insegnamenti che
“non si può pertanto affermare che ogni musica diventi sacra per il fatto e nel momento
in cui venga inserita nella Liturgia” (l’affermazione fu poi ripresa anche a Giovanni
Paolo II nel discorso per il centenario dell’A.I.S.C.).
Siamo convinti che non deve esistere una distinzione fra musica “vecchia” o musica
“nuova”, giovane o adulta ma solo una idea
chiara di Musica per il Culto Divino, Musica Sacra, che inneggia e loda la Perfezione e
la Grandezza di Dio ed il suo Amore, e che
per ciò deve mirare alla ricerca della perfezione nel modo in cui si esprime diventando
veicolo privilegiato di lode, rendimento di
grazie e comunicazione orante con l’Altissimo.
Dalla Basilica
al Santuario:
esperienze tra
coro e organo
Marco Rossi
Direttore artistico di “Organo nella Liturgia” e direttore editoriale di “Polyphonia”
I
l rapporto tra coro e liturgia può
essere vissuto in diversi modi da
un organista che si trova al servizio di un gruppo vocale.
Oltre 20 anni trascorsi in una Basilica milanese e altrettanti in collaborazione con il coro di un Santuario friulano possono così
creare una particolare simbiosi nella quale
riversare un ricco bagaglio di esperienza.
L’attività dell’organista a Milano ha permesso l’acquisizione di un certo tipo di conoscenza, connessa all’accompagnamento del
vespro domenicale e della successiva celebrazione liturgica.
Se il vespro, alternato tra un cantore, il sacerdote e l’assemblea è stato motivo per la
corretta applicazione del repertorio ambrosiano, dalla sequenza dei salmi, all’antifona
al Magnificat (propria per ogni festività) all’inno e così via, la messa lasciava invece
ampio spazio all’uso dell’organo, in parte
solista e in parte accompagnatore della stessa assemblea nei momenti chiave della celebrazione: “Alleluia”, “Santo”, “Padre Nostro”, più raramente per i canti all’Ingresso,
Offertorio, Comunione, quasi mai per il can-
5
dossier
6
to finale e per il salmo responsoriale. Fatto dovuto sostanzialmente alla mancanza di un
coro parrocchiale per la
messa festiva serale.
Particolari celebrazioni solenni hanno rispolverato l’uso, tutto ambrosiano, dei “12 Kyrie” e della “Sallenda” in apertura,
con la creazione di una suggestione
unica ed impagabile.
Questa particolare situazione era legata alla
volontà di mantenimento della grande cultura del canto ambrosiano da parte del Parroco dell’epoca, di un cantore e dell’organista
stesso.
Naturalmente, il passare degli anni, la formazione di un coro di giovani, di un secondo coro “polifonico” e l’avvicendamento di
altri organisti hanno introdotto una nuova
programmazione nell’ambito della animazione musicale della celebrazione.
Se questa situazione “statica” si è via via
evoluta verso la scelta di un canto assembleare guidato da un coro giovanile, nel rispetto di un repertorio diocesano, ben altre
esperienze sono state vissute con il coro
friulano di un Santuario mariano.
L’importanza del tempio religioso, la ricchissima, ma eccessivamente variegata,
composizione dell’assemblea, spesso formata da pellegrini provenienti dal triveneto
hanno spesso creato un intenso dibattito in
merito alle scelte esecutive per il servizio liturgico.
In questo ambito particolarmente vivace lo
stretto lavoro di collaborazione tra il direttore del coro e l’organista, oltre a frequenti incontri con i sacerdoti, hanno permesso di ottenere un risultato ottimale, frutto soprattutto della conoscenza e della cultura liturgico
musicale di queste figure. Conoscenza che
ha sempre permesso di programmare con
gusto l’animazione del coro per la liturgia.
In particolare si è distinto il repertorio proprio del coro (quello troppo spesso marchiato come “concertistico”) dal canto con l’assemblea, giungendo a diverse soluzioni in
merito:
- festività particolari: spazio riservato al
coro polifonico ed al suo repertorio;
- servizio domenicale “per annum”: alcuni
cantori che guidano l’assemblea;
- alcuni canti e parti della messa in alternatim tra assemblea e coro;
- costante coinvolgimento dell’assemblea
in alcune parti della celebrazione.
In tutto questo discorso non si deve dimenticare la tradizione ultratrentennale del coro
che, dalla sua fondazione, ha potuto contare
per molti anni sulla direzione artistica di un
frate particolarmente attivo nel mondo della
polifonia e strettamente connesso a quella
realtà veneziana della Fondazione Cini ove
Don Siro Cisilino aveva fatto scuola agli albori della trascrizione della musica antica
dagli originali.
L’attiva cantoria parrocchiale degli anni ’50
sfociata nel coro polifonico ha così permesso di riportare all’ascolto capolavori della
polifonia, non solo rinascimentale e barocca,
ma anche composizioni più vicine ai nostri
tempi. Con il passare degli anni la liturgia è
stata, talora a ragione, alcune volte in modo
forzato, campo sperimentale per l’esecuzione dei repertori più vari che attualmente vengono accantonati.
Da alcuni affreschi corali del “Messiah” di
G.F. Haendel a parti della “Messa per l’Incoronazione” di W.A. Mozart, a “Gloria” e
“Sanctus” palestriniani, con inserimento
della motettistica più ampia nei vari momenti “musicali” della liturgia.
Non sono mancati alcuni “esperimenti”, quali la “Messa Giubilare” di D. Bartolucci, in
alternatim tra coro e assemblea. Certo è che
dopo molti decenni il vero caposaldo resta
tuttora il canto corale (nel vero senso della
parola), con alternanza dei versetti pari e dispari, del “Gloria” della Missa De Angelis,
del “Sanctus” e dell’“Agnus Dei”, con qualche “sconfinamento” nella Missa Cum Jubilo.
Nel corso degli anni si è inoltre accettato un
buon compromesso, intonando spesso canti
tratti dal repertorio nazionale, ai quali far seguire l’elaborazione polifonica di alcune
melodie.
A questo punto tutto viene valorizzato dalla
capacità dell’organista di interludiare, valorizzando la melodia prescelta e conclamata
dall’assemblea e ripensando al più sottile
gioco polifonico del coro che ha ricamato
sulla stessa melodia.
Da qui sono nati come esperienza personale
due volumi che raccolgono oltre 250 versetti e preludi d’organo sui canti eseguiti dalle
assemblee ecclesiali. Decine di organisti si
sono sperimentati su questi temi, mettendosi umilmente al servizio del coro, dell’assemblea rinunciando, attraverso dotte ma
brevi citazioni, al protagonismo del loro
straordinario strumento.
Musica e comunicazione. A nessuno risulterà difficile comprendere che il XX secolo non è stato solo il secolo di drammatici conflitti bellici, di straordinarie e insperate scoperte, ma anche il secolo della tecnologia e soprattutto della comunicazione.
L’editoria musicale ha espresso una vivacità di assolute dimensioni consentendo alla
musica per il teatro, alle composizioni per orchestra, al mondo del pianoforte, al mondo dei “songs” di anticipare il villaggio globale degli ultimi decenni del secolo.
Con tranquillità possiamo dire che anche la musica liturgica ha avuto un’ancella fedele e produttiva nel mondo dell’editoria musicale.
Editori ormai scomparsi, ma di grande coraggio, hanno sostenuto, seguito ed animato
il mondo ecclesiale spesso non flettendo nemmeno quando altri ambiti musicali avevano un enorme sopravvento per dimensione economica e per interesse popolare.
Si pensi come il XX secolo abbia riproposto e rilanciato il gregoriano rispondendo all’appello di Pio X e del “motu proprio”; si pensi come questo secolo abbia lanciato e sostenuto la melodia perosiana, come modello per le cantorie italiane ed europee.
E quando tutto sembrava fosse finito, con l’utilizzo di strumenti che nulla avevano a che
fare con la musica liturgica nel periodo post conciliare, ecco la rifioritura con le riviste
destinate ai cori, sia accompagnati, sia a cappella, ecco rispuntare il gregoriano e la
musica organistica del settecento riproposta e rivalutata mentre giaceva sepolta negli
archivi.
Ecco ricercare le melodie più adatte all’assemblea, ripescando la semplice vena del corale europeo o chiedendo a nuovi compositori di essere propositivi nei confronti del popolo orante.
Ecco ancora le distinzioni tra musica destinata al coro che si esprime concertisticamente, tra pagina organistica destinata ai virtuosi e tra brano per l’organo adatto a preludiare, interludiare e postludiare sulla melodia che caratterizza il giorno di festa.
Valentino Donella con penna precisa e con occhio attento fotografa “lo stato dell’arte”,
guardando alle esperienze editoriali dei nostri giorni.
LE PUBBLICAZIONI
MUSICALI PER CORO
LITURGICO
Valentino Donella
Direttore musicale della Cappella di S. Maria Maggiore a Bergamo
Premessa: l’istruzione Musicam Sacram
(S.Congregazione dei Riti, 1967) prevede
due compiti per il coro liturgico - “curare
l’esecuzione esatta delle parti sue proprie,
secondo i vari generi di canto, e favorire la
partecipazione attiva dei fedeli nel canto”(n. 19).
I
l giudizio sulle bontà o meno di
eventuali pubblicazioni corali non
può prescindere da queste due indicazioni.
Ora a tutti è chiaro il significato della pri-
dossier
ma; semmai si tratterà di approfondire le
maniere concrete di aiutare l’assemblea e di
verificare quanto le musiche in circolazione
rispondano all’esigenza.
Meno chiara la seconda indicazione, della
quale si possono dare almeno tre interpretazioni, non necessariamente contrapposte:
1- il coro esegue, da solo, le parti più difficili del repertorio, monodico o a più voci;
2 - intona qualcosa di polifonico dopo che
l’assemblea ha concluso il suo canto (es.
terminata la comunione), oppure offre spazi
particolari di meditazione da ascoltare tutti
in silenzio (es. dopo una lettura o dopo l’omelia);
3 - oppure, ancora, esegue canti che non costituiscono un rito, ma un semplice accompagnamento del rito (es. il canto di inizio; i
canti-rito, come le acclamazioni, è bene che
li esegua l’assemblea).
Non prendiamo in considerazione la radicale (e anticonciliare) posizione di chi vorrebbe sempre e dappertutto e solamente il canto dell’assemblea, con l’auspicata assenza
di ogni formazione corale. Al contrario faremo notare che ci sono delle situazioni
(cattedrali turistiche, chiese civiche ... ) in
cui il popolo raccogliticcio od occasionale
assolutamente non partecipa; dove ha senso
e dignità soltanto il canto di un coro, con repertori aggiornati liturgicamente e musicalmente adeguati alla situazione; è il caso di
S. Maria Maggiore di Bergamo, del Duomo
di Pisa ... e chiese analoghe.
Detto questo, bisognerà partire dai repertori diocesani, regionali e nazionale, destinati generalmente alle assemblee, in cui però
non pochi canti si presentano realizzati coralmente a 4 voci, o, più raramente, elaborati in maniera più complessa e libera che vede interagire coro e assemblea e strumenti.
Poi ci sono le varie fonti editoriali e le pubblicazioni periodiche od occasionali: sono
attive in Italia le Edizioni Carrara di Bergamo con “Celebriamo” e “Polyphonia”, LDC
di Torino con “Armonia di voci”, le Edizioni Paoline, l’AISC di Roma, le Edizioni
Rinnovamento nello Spirito Santo, del Gen
Verde...
E’ risaputo che l’editoria musicale liturgica
in Italia è un’impresa a rischio: la richiesta
è minima, il consumo delle novità quasi
inesistente; i diritti d’autore e d’editore non
sono protetti e il malvezzo delle fotocopie
devasta economicamente il settore. Si capiscono perciò le difficoltà e il poco entusiasmo degli editori che centellinano le edizioni, seguendo più volentieri le leggi del mercato (“quello che va”) piuttosto che i principi liturgici e le regole dell’arte (“quello che
meriterebbe”). Qualcuna delle Case succitate è particolarmente attenta a seguire il
marketing, non vergognandosi di inondare
il mercato di prodotti indegni.
In ogni caso sono due gli aspetti da considerare nelle composizioni destinate al coro
di chiesa.
1 - L’aspetto liturgico-rituale: E’ il più importante, trattandosi di musiche “funzionali”, di musiche, cioè, che non si giustificano per se stesse, ma per il loro riferimento ad un rito (nate “in funzione” di
un rito); l’aspetto liturgico, o valore rituale, è quell’insieme di caratteristiche
(genere, forma, linguaggio, destinazione... ) per cui il pezzo in questione corrisponde idealmente al tempo corrente dell’anno liturgico (Avvento, Pasqua ... ) e
alle esigenze di quel rito per cui è stato
composto; ed è quindi in grado di celebrarlo adeguatamente e di evidenziarne il
senso nel modo migliore. In una liturgia
corretta non è ammissibile un canto
estraneo o approssimativo, o appiccicato
in qualche modo.
2 - L’aspetto artistico: quel qualcosa di indefinibile che rende una composizione
musicalmente pregevole, ben proporzionata, bella e commovente; in cui la musica si sposa naturalmente con il testo e il
testo viene esaltato dalla musica ispirata;
qualcosa che, lungi all’esaurirsi in un
chiuso ed arido esercizio estetico, si innalza ad esperienze più alte, predisponendo l’animo alla bellezza della Verità
rivelata, celebrata in quel momento.
Si dovrebbe, a questo punto, analizzare il
mercato corale dalle due angolazioni, citando composizioni, autori ed editori, dando
delle pagelle di valutazione. Non è possibile per ovvie ragioni di discrezionalità. Restiamo per forza sulle generali.
Diciamo allora: parte del repertorio corale attualmente reperibile si mostra esemplarmente attento ai valori rituali, avendo
dietro l’assistenza preziosa di un liturgista.
Proprio questo repertorio, però, il più delle
volte disdegna la raffinatezza artistica, s’accontenta di una scrittura musicale un po’
trascurata o appena “passabile”. Termine
eloquente che sta ad indicare la diminuita
attenzione ai valori musicali, tipica dei nostri tempi, che certo non appartiene alla storia e allo spirito della autentica musica sacra, né recente, né antica.
Un’altra considerevole quantità di musica per coro, forse la maggiore, non è altrettanto ritagliata sulle esigenze rituali; magari è scritta bene dal punto di vista dell’artigianato musicale, ma sta a riempire interi
numeri di riviste senza servire a nulla, o a
poco; non è infatti inquadrabile: per quale
tempo è pensata ? per quale momento rituale ? per quale tipo di celebrazione? per quale Sacramento? per quale momento della
Messa? per quali Santi? Vi è palese, in tale
musica, la poca sensibilità e talvolta l’ignoranza dei valori primari che devono con-
traddistinguere e arricchire un canto”liturgico”! Qualche editore insiste nel produrre simile materiale indistinto e inutilizzabile in
una liturgia appropriata. Il loro sforzo diventa patetico quando motivano le scelte in base a presunta e magari reale solidità musicale: “Questa sì che è musica!”.
Raramente si trovano armonizzate le due
esigenze di liturgicità e di arte; ancora meno
in quel tipo di scrittura cripto-leggera (usata
per lo più tra i gruppi giovanili o tra i movimenti ecclesiali), dove alla mancanza di proprietà rituale e di validità artistica si aggiunge il pressappochismo o l’assurdità della
scrittura corale, più vicina ai modi del canzonettismo che ad altro.
L’incontro con un pezzo riuscito è un avvenimento raro di cui gioire e far tesoro. Il musicista di chiesa deve affinare il suo fiuto alla scoperta dei rari “tartufi” (passi la parola)
della musica sacra.
Che dire poi di certi Requiem , Stabat Mater,
Puer natus, Imperatrix Angelorum, Innocentes pro Christo, Ad te levavi animam meam,
Haec est fides catholica... che si vedono presenti e freschi d’inchiostro in pubblicazioni
tra il nostalgico e l’indefinito, magari di autori illustri? In quali liturgie si incontrano
ancora testi del genere? Dove mai si possono cantare composizioni siffatte? E’ chiaro
che si autocondannano ad un utilizzo - sempre improprio, comunque - puramente concertistico.
Un discorso generico, dicevamo, e valutazioni asettiche, per non far torto a nessuno.
Però se c’è un periodico di musica liturgica
che in questi anni si sta distinguendo e che
merita di venire citato è la “nuova” Armonia
di voci. Già erede di una più che dignitosa
tradizione, da qualche anno si è riorganizzata sulla base di regole precise, offrendo del
materiale ottimo sotto tutti i punti di vista.
L’operatore liturgico farà bene tenerne conto.
Una parola conclusiva sul futuro del coro in
chiesa: la sua sopravvivenza dipenderà dall’attuazione fedele, ma anche “generosa”,
dei ruoli previsti dall’Istruzione Musicam
Sacram, al di là dei fanatismi e delle prevaricazioni possibili da entrambe le parti.
- Suoi nemici sono, fin d’ora, l’ignoranza
arrogante di certi responsabili che umiliano il coro con ruoli insignificanti e malsopportati, con evidente o dichiarata predilezione per il solo canto del popolo. Comportamento oltretutto irresponsabile che
provoca la fuga dei maestri e ancora più
dei cantori che non “trovano gusto” a cantare in chiesa. Sì! L’espressione potrà sembrare non bella, ma fotografa la realtà. Se
“in casa” non sono amati, vanno a rispolverare le antiche messe di Mozart, i Requiem di Cherubini... per eseguirli “gioiosamente” nelle rassegne.
7
dossier
- Non meno nemici del coro liturgico sono quei maestri che non si
sono aggiornati, che non
hanno capito e accettato il
progetto liturgico rinnovato
dal Concilio, che non cercano
i repertori più adeguati al
nuovo corso.
Gli uni e gli altri non dovrebbero più
esistere. Per il bene del coro, per il
meglio della liturgia.
IL CORO NELLA
CELEBRAZIONE
LITURGICA
Luigi Quintieri
Compositore e Direttore di Cori, Diocesi di
Crotone - S. Severina
L’
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importanza e il ruolo fondamentale della musica all’interno della
celebrazione liturgica sono parte
integrante dei lavori del Concilio Vaticano II
in quanto il suo fine è “la gloria di Dio e la
santificazione dei fedeli”.
In modo particolare, il canto esalta il senso
teologico della preghiera che penetra nei
cuori dei fedeli promovendo l’unità, la partecipazione e la conversione. Dice a questo
proposito il Salmo 32: “(…) lodate il Signore con la cetra, con l’arpa a dieci corde a
Lui cantate. Cantate al Signore un canto
nuovo (…)”.
Non sono, dunque, i soli strumenti musicali
a ricoprire un ruolo fondamentale nella litur-
gia, ma è soprattutto il canto che riveste una
funzione di lode e di avvicinamento al Signore.
Sant’Agostino commentando il Salmo ricorda: “ognuno chiede in qual modo cantare a
Dio. Canta a lui, ma canta bene. Egli non
vuole che le sue orecchie siano offese”. Ciò
significa che all’interno della celebrazione
liturgica cantare e suonare con dignità sono
requisiti indispensabili per rendere lode a
Dio e per educare l’uomo anche nella spiritualità: in Dio bonum et pulchrum convertuntur.
L’esigenza di rendere il canto dignitoso ha
messo in luce la necessità di formulare delle
norme generali per la formazione di una
schola cantorum come: il rispetto del canto
e di ciascuna parte; la partecipazione attiva
dei fedeli; la scelta dei cantores; la scelta del
genere musicale; la varietà delle forme di celebrazione.
In merito alla partecipazione attiva dei fedeli, il Sacrosantum Concilium sottolinea il rispetto dell’armonia che deve necessariamente esistere tra l’assemblea e i membri
della schola cantorum. Ricorda Sant’Ambrogio: “il canto della moltitudine tutta del
popolo in un solo coro! Diverse sono le corde della cetra, ma una sola la sinfonia.
Spesso errano, in pochissime corde, le dita
dell’artista; ma lo spirito artista nel popolo
non può errare”.
La schola è parte dell’assemblea e ne è la
guida, il sostegno, lo strumento di dialogo,
di elevazione e di mediazione dei testi sacri
proposti. La partecipazione dei fedeli avviene attraverso la pronunzia, l’ascolto, la ge-
stualità, la postura del corpo, le acclamazione, le risposte.
La formazione di un coro o di una schola
cantorum richiede particolare attenzione per
il delicato e prezioso compito che riveste
nella liturgia.
Composto da uomini e donne, il coro deve
sempre essere visibile all’interno della chiesa affinché possa svolgere il compito di mediatore con i fedeli e possa partecipare all’esecuzione del ministero liturgico.
Di notevole importanza anche il repertorio
che il coro deve adottare all’interno della liturgia.
Al primo posto, nonostante la scomparsa
della lingua latina all’interno della celebrazione, deve essere posto il canto gregoriano
seguito da canti più semplici e facilmente
orecchiabili per i fedeli poiché esso costituisce uno dei tesori più ricchi della liturgia romana. Chi ha imparato queste melodie e le
ha cantate non può non aver avuto l’indescrivibile sensazione del sacro, di una bellezza semplicemente raffinata, misteriosamente suggestiva che è anche un invito a lasciarsi pervadere dalle realtà invisibili che
sono all’origine di tutto ciò che è visibile.
Solenni le parole del Concilio Vaticano II:
“la chiesa riconosce il canto gregoriano come proprio della liturgia romana perciò nelle azioni liturgiche, a parità di condizioni,
gli si riservi il posto principale”. Lo stesso
Paolo VI invita i christifideles a cantare e a
pregare in latino.
A tal proposito mi chiedo: “visto che le corali non devono mettere a tacere l’assemblea, ma animarne il canto e la partecipazio-
A PROPOSITO DEL MANUALE DEL CANTORE DI LUIGI QUINTIERI
Dott.ssa Marianna De Franco
Il Manuale del Cantore nasce dall’esperienza diretta dell’autore con cori parrocchiali
amatoriali.
Tenendo presente il bagaglio culturale dei
coristi, il M° Quintieri, introduce e spiega
gli elementi necessari per una formazione di
base. Il linguaggio è, perciò, semplice e
chiaro e, allo stesso tempo, incisivo e fortemente incoraggiante: infatti, i membri di un
coro amatoriale, che non hanno conoscenza
alcuna di musica, necessitano oltre che di
nozioni semplici anche di stimoli continui e
di un sostegno efficace per riuscire in un
canto che è sinonimo di lode al Signore.
Questo, in sintesi, lo scopo del Manuale che
l’autore riassume nella Premessa e nelle Nozioni Introduttive.
Seguono capitoli dedicati:
- a elementi del canto artistico: per esempio
alla respirazione;
- a elementi di Teoria Musicale: per esempio
alle figure;
- alcune indicazioni sul canto liturgico, tratte dalla Costituzione Dogmatica De liturgia;
- alcuni consigli sull’esecuzione del canto
gregoriano;
- un appendice sulla figura odierna della corale.
A proposito del servizio liturgico della corale, l’autore, ricorda che questa, oggi, è chiamata ad un ministero da vivere con l’assemblea e nell’assemblea. In questo senso, egli
sottolinea che l’assemblea non va considerata mera spettatrice, ma è necessario che
venga messa nella condizione di poter partecipare, nei momenti previsti e in modo unanime, al canto.
Inoltre, nel rispetto dei concetti di unanimità, organicità e liturgia, è necessario che
la corale si collochi in una posizione ben visibile nell’assemblea, in modo da poter
svolgere il suo servizio.
Importante è, però, ricordare spesso ai cantori che il canto sacro è in primis un veicolo
con il quale il Signore giunge ai cuori dei fedeli. Infatti, lo Spirito Santo apre i cuori all’ascolto delle parole attraverso la dolcezza
e la bellezza espressiva della musica. Ciò significa, per l’autore, che il canto sacro è un
efficace strumento di conversione. Il M°
Quintieri cita, a tal proposito, il caso di S.
Agostino, il quale si converte ascoltando un
canto sacro: “Quante lacrime versate ascoltando i tuoi inni e cantici che risuonavano
dolcemente nella tua chiesa! Fluivano nelle
mie orecchie e distillavano nel mio cuore la
verità”.
L’autore conclude il Manuale del Cantore
ricordando ai coristi tre principi fondamentali del canto: l’umiltà, la coerenza e il silenzio. Egli aggiunge, inoltre, che la voce è
un dono e “cantare al Signore” servirà a
guidare l’uomo nel suo cammino.
dossier
ne, le nostre assemblee sono in grado di cantare il gregoriano classico?”. A mio avviso
no data la raffinatezza di queste monodie,
frutto di secoli di preghiera e di ricerca di
Dio. Credo che il gregoriano, fatta eccezione per le melodie più semplici che sono le
meno antiche, non sia mai stato il canto di
tutta l’assemblea cristiana, ma appannaggio
di cori e di cantanti solisti.
In conclusione, è bene non perdere mai di
vista le finalità del canto liturgico e sottolineare sempre che il ministero del cantore e
del direttore del coro sono un mero servizio,
e qui vorrei aggiungere alcune parole del
vangelo: “siamo servi inutili perché abbiamo fatto ciò che dovevamo”. Ognuno viva il
suo carisma come dono di Dio da mettere a
servizio dei fratelli, nella gratuità, nel silenzio e nell’umiltà.
Inoltre, se è vero che “la musica ha la capacità di favorire l’incontro con culture diverse” come sostiene Giovanni Paolo II, allora il repertorio del coro deve assumere anche un carattere internazionale. Ciò permette una partecipazione migliore dell’assemblea alle celebrazioni, ai convegni e ai pel-
legrinaggi, nonché un migliore inserimento
di quei fedeli che si spostano in altre città
per motivi di lavoro.
I FEDELI CHE SI RADUNANO NELL’ATTESA
DELLA VENUTA DEL LORO SIGNORE SONO
ESORTATI DALL’APOSTOLO PAOLO A CANTARE INSIEME SALMI, INNI E CANTICI SPIRITUALI, PERCHÈ IL CANTO È SEGNO DELLA GIOIA
DEL CUORE, PERCIÒ DICE MOLTO BENE
SANT’AGOSTINO: “IL CANTARE È PROPRIO DI
CHI AMA”; COSÌ COME NELL’ANTICHITÀ:
“CHI CANTA BENE, PREGA DUE VOLTE”.
E’ giusto nel contributo che segue, sottolineare il prestigio di cui la musica gode all’interno della liturgia protestante.
C’è un amore per quella musica, un legame profondo che permette di riconoscere immediatamente uno stile, una poetica e un modo di pregare.
Più lontano da noi, ma non meno importante è il senso della musica e del sacro nella
tradizione ebraica. E’ così visceralmente legata alla Parola la melodia ebraica che un
famoso passo talmudico afferma “Colui che legge la Torà senza cantare o che studia
senza le modulazioni prescritte il testo, (è come se Dio) gli avesse dato precetti non buoni e leggi che non gli permettono di vivere” (Meghilla, 32a).
Siamo davanti alla musica che sorregge ed esplica pienamente il testo nel suo più
profondo significato. I brevi contributi che seguono siano un guardare a mondi artistici e liturgici solo apparentemente lontani e solo disattesi dalla nostra distrazione quotidiana.
una eredità ancora viva.
“In che modo oggi, al di là del repertorio, il
pensiero musicale di Lutero continua a vivere nelle chiese protestanti?”
Ancora oggi in tutte le chiese fondamentale
è, da una parte la correttezza e pertinenza
teologica del testo e, dall’altra, l’uso di un
linguaggio semplice e contemporaneo, soggetto pertanto a continue revisioni e aggiornamenti. I nuovi brani continuano a essere
composti secondo il modello luterano dell’inno strofico e monodico, arricchito da
un’armonizzazione quasi sempre a quattro
voci. Le differenti origini, storia e tradizioni delle varie confessioni, hanno invece portato a leggere differenze sulle fonti dei vari
repertori.
Purtroppo, però, alla ricchezza del repertorio a disposizione, oggi non corrisponde a
volte un’adeguata preparazione musicale
dei membri di chiesa che sempre più spesso
dimenticano che per poter continuare a
mantenere il canto come momento centrale
della vita comunitaria e della liturgia è necessario doverlo coltivare e studiare.
I valdesi, a motivo della loro particolare
identità storica, hanno attinto fortemente
dalla loro tradizione popolare in lingua
francese molti brani che, insieme ai salmi
ugonotti del XVI-XVII sec., continuano a
costituire il repertorio di riferimento. Sempre a causa della forte coincidenza tra cultura popolare e religiosa, si è mantenuta all’interno delle chiese valdesi la tradizione
delle Corali, che si esprime non soltanto in
ambito liturgico ma anche durante le manifestazioni civili. Diversamente, il repertorio
originario delle chiese battiste e metodiste
in Italia, trova le sue fonti nella tradizione
innologica delle chiese anglosassoni missionarie in Italia a partire dalla seconda
metà dell’Ottocento. Le formazioni corali
nate in queste comunità sono prevalentemente orientate all’evangelizzazione, così
come le fanfare dell’Esercito della salvezza.
Tutti questi repertori confluiscono all’inizio
del novecento nell’Innario Cristiano (1922),
sino ad oggi innario di riferimento per tutte
le confessioni, revisionato solo nel 1969 e
Tradizioni dello spirito.
Il Canto
della Fede
Simone Fuligno
Collaboratore musicale del SIE e organista
della comunità Battista di Jacopino da Tradate, Milano.
Flavio Gatti
Direttore del Coro Valdese di Torino.
Tratto da:
Chiese in controluce. Valdesi e protestantesimo in Italia.
A cura di Gustavo Alàbiso. Torino, Claudiana 2001. Per gentile concessione.
D
i solito, colui che entra per la prima
volta in una chiesa protestante durante un culto, è colpito dall’organizzazione del canto dell’assemblea: accanto al pulpito un tabellone riporta l’elenco degli inni che l’assemblea canterà – spesso a
più voci – nel corso della liturgia e l’innario
utilizzato per il canto riporta sempre oltre alle parole anche la musica. L’impressione che
egli ne ricava, quindi, è che la musica rappresenta, sia all’interno del culto che nella
tradizione culturale delle chiese, qualcosa di
molto importante.
Diversamente da altre confessioni in cui si
privilegiano le raffigurazioni pittoriche, la
gestualità del rito, i profumi ma anche diversamente dall’uso che certa cultura New Age
fa della musica riducendola a sottofondo
piacevole e “misticheggiante”. Infatti, nelle
chiese protestanti il canto comunitario rap-
presenta un momento fondamentale e non
accessorio della liturgia.
Questo prestigio di cui la musica gode all’interno dell’organizzazione della liturgia protestante non è una conquista recente ma è stato
contestuale e funzionale alla Riforma stessa.
Fin dalle sue origini, la musica è stata strumento e arma nelle mani di Lutero, permettendogli di risolvere una delle sue maggiori
preoccupazioni: riportare la comunità al centro della vita religiosa e l’assemblea dei credenti al centro del culto. Cantando, infatti,
l’assemblea può partecipare personalmente
alla liturgia e, come nel caso della lettura,
confrontarsi direttamente con la parola di
Dio. Una musica, quella di Lutero, ancella
della preghiera e veicolo privilegiato per
esprimere direttamente a Dio la propria lode.
L’importanza che la musica assumeva nel
pensiero di Lutero è testimoniato anche dalla cura che egli ha dedicato nella creazione
del primo repertorio, dalla preoccupazione
di offrire alla comunità, con l’uso di melodie
e testi semplici e raffinati, la possibilità di
intervenire attivamente nella liturgia. Tutto
questo lavoro, nato da una necessità teologica, ha finito però anche per influenzare
profondamente tutto il corso della musica
colta occidentale e non solo le abitudini del
canto sacro nel mondo protestante. La partecipazione attiva del popolo attraverso il canto ha infatti significato, come nel caso delle
traduzioni della Bibbia nelle lingue correnti,
una alfabetizzazione di massa che ancora
oggi caratterizza l’intero mondo protestante.
Il pensiero musicale di Lutero è, in effetti,
9
dossier
nel 2000. A questo testo “ufficiale”
si stanno affiancando oggi alcuni innari “I salmi della
riforma”, “Cantiamo al Signore” e numerosi innari appartenenti ad altre realtà del
protestantesimo italiano –
uno su tutti quello in uso presso le
chiese dei fratelli – che hanno anche
lo scopo di proporre nuovi canti alle
comunità le quali in assoluta autonomia spesso adottano raccolte autoprodotte
per la propria liturgia.
L’auspicio è che, anche grazie al contributo
che può venire dai nuovi mezzi di comunicazione – soprattutto Internet – sia possibile
in un prossimo futuro dare un maggiore impulso alla diffusione e quindi creazione di
un nuovo repertorio innodico.
In questo modo, agli inni storici gelosamente
fatti rivivere all’interno delle liturgie, si potrà
affiancare, meno timidamente, un nuovo repertorio anche più vicino culturalmente alla
sensibilità delle nuove generazioni.
MUSICA E CANTO
NELLA CULTURA
EBRAICA
Shai Misan
Cantore del Tempio Maggiore di Trieste
10
“Quando l’ebreo si rivolge al Signore, sente che la semplice parola che usa per comunicare con gli altri uomini è insufficiente;
cerca quindi un modo più adeguato e più
completo per elevare le proprie preghiere e
lo trova nella musica. Elaborato o semplice,
solenne o cantilenato, corale o monodico, il
canto accompagna la quasi totalità della liturgia: ecco perché è stato scelto proprio il
canto come mezzo espressivo, relegando
l’accompagnamento strumentale a cornice
propositiva e rivitalizzante della forma.”
C
on queste parole Marco Podda introduce una pubblicazione dedicata ai canti di rito ebraico-triestino.
Sotto il regno di re David, circa 4000 leviti
su 38.000 erano indicati come musicisti e
cantori. Giuseppe Flavio parla di 500.000
musicisti in Palestina: anche se questi dati
sono sicuramente esagerati, rendono l’idea
della grande considerazione in cui veniva tenuta la musica nell’antico Regno.
Nelle letture e nelle preghiere pubbliche la
cantillazione tipica ha assunto toni di carattere decorativo che l’hanno resa sempre più
gradevole adeguandosi ai gusti delle varie
comunità sparse nel mondo.
La conoscenza e la pratica esecutiva specifica di queste cantillazioni sono diventate compito del cantore che, in più parti del canto,
coinvolgeva il pubblico ed il coro, esaltando
stati d’animo diversi con varie intensità.
La storia biblica esalta l’importanza degli
strumenti musicali (timpani, tube, arpa e salterio) che provocano un effetto aggregante
per le loro peculiarità ritmiche e timbriche.
Particolare attenzione merita invece il canto,
unione musicale e verbale che diventa strumento di sublimazione delle emozioni.
La domanda che si posero alcuni maestri
della tradizione sul ruolo dei leviti, scelti per
essere i cantori del Santuario, viene affrontata dalla Mistica ebraica. Il canto è riconosciuto come strumento per ammorbidire
l’aggressività delle tribù, quindi il senso
ebraico del canto è una delle metafore più significative: la trasposizione del vissuto quotidiano, pieno di difficoltà, in adorazione del
Supremo con rasserenante soddisfazione.
La cantillazione, il salmodiare, la lettura dei
testi sacri rappresentano la proiezione immaginaria del modo di intendere la parola nel
suo pieno significato e nella sua intensità.
Pertanto la musicalità interna del testo biblico
e della vita ebraica ha una validità e un inte-
resse al di là della bellezza storico-culturale.
Alcuni pensatori sostengono che il rapporto
musica-parola, il valore cioè puramente musicale e quello puramente logico verbale,
può essere visto come una eredità che il pensiero ebraico ha lasciato, in modo poco consapevole, alla cultura occidentale.
Nelle sinagoghe la preghiera conosce tre
momenti giornalieri d’incontro: mattino,
mezzogiorno e sera, mentre un maggior rilievo viene riservato alla liturgia dello Shabbath. Sono poi celebrate con solennità altre
feste: il Capodanno, il Kippur, la festa della
Capanne e la Pasqua.
Mi piace ricordare la gelosia che i padri della nostra comunità nutrivano e nutrono nei
confronti dei canti tradizionali nelle nostre
preghiere, come i canti di Kippur, che trasformano il pubblico presente in Tempio in
un unico coro che chiede la pace “Ose shalom bimromav …”, con una grande forza interiore: la forza del canto.
Quella stessa forza sprona la ricerca musicale
delle melodie tradizionali per riproporle a generazioni future ottenendo così la riscoperta.
Uno sguardo al nuovo
… e infine uno sguardo ai nostri giorni. Sono
i giorni dove viene letta, interpretata e studiata la dialettica tra “navata” e “presidenza”.
Ecco emergere una nuova figura già presente nelle nostre assemblee, già attiva nella
dialettica tra coro e navata e già rifinita dal punto di vista dei contenuti tesi a definire
una figura misteriale ritenuta oggi indispensabile.
Il contributo che segue delinea con chiarezza gli ambiti di una funzione chiamata a
compiti di regia celebrativa delicati e storicamente importanti. Perché è da qui che riparte un cammino (se mai si è fermato) alla ricerca di una liturgia insieme seria, semplice e bella alla quale si è data la possibilità di non perdere quell’aura unica nell’essere veicolo del mistero …
L’animatore
Musicale
dell’assemblea:
una Figura
Liturgica
Necessaria?
Don Giancarlo Boretti
Responsabile del Servizio per la Pastorale
Liturgica della Diocesi di Milano.
D
al Concilio Vaticano II sono già
trascorsi 40 anni: la Costituzione
“Sacrosanctun Concilium” fu
promulgata il 4 dicembre 1963, certamente
come un evento epocale, poiché nella storia
dei Concili per la prima volta è stato approvato un testo molto ampio sulla Liturgia,
cui viene assegnato il suo vero posto nella
pastorale.
Sono già trascorsi 40 anni: non molto tempo, in verità. I “frutti dello Spirito” hanno
bisogno di tempi lunghi per giungere a maturazione; e non è detto che quanto lo Spi-
rito “ha seminato”, col passare del tempo,
corrisponda alle aspettative umane e trovi
corrispondenza nell’uomo! Dobbiamo,
però, constatare che dal 1963 a tutt’oggi la
cosiddetta Riforma liturgica di buoni “frutti” ne ha già prodotti e distribuiti: checché
si dica dell’ancora “molto da fare” e di
qualche speranza delusa.
Andiamo a leggere, per esempio, quanto si
è ripromessa la SC al n. 21: “Per assicurare maggiormente al popolo cristiano l’abbondante tesoro di grazie che la sacra Liturgia racchiude, la santa Madre Chiesa
desidera fare un’accurata riforma generale della Liturgia. Questa infatti consta di
un parte immutabile, perché di istituzione
divina, e di parti suscettibili di cambiamento, che nel corso dei tempi possono o anche
devono variare, qualora in esse si fossero
insinuati elementi meno rispondenti alla
intima natura della stessa Liturgia, o si fossero resi meno opportuni. In tale riforma continua la Costituzione Conciliare (le sottolineature sono nostre) - l’ordinamento dei
testi e dei riti deve essere condotto in modo
che le sante realtà, da essi significate, sia-
dossier
no espresse più chiaramente, il popolo cristiano possa capirne più facilmente il senso,
e possa parteciparvi con una celebrazione
piena, attiva e comunitaria”. Davvero molto è stato fatto nella linea di questo dettato
conciliare; a tal punto che, essendo “espresse più chiaramente” le celebrazioni (basti
pensare al passaggio dal latino alla lingua
parlata), la funzione del commentatore liturgico fu e deve essere molto ridimensionata,
se non addirittura eliminata: lasciamo (e
facciamo in modo) che la Liturgia “parli” da
se stessa, con tutti i propri e appropriati “segni”, sgravandola di un didascalismo che
l’appesantisce e la snatura.
Ma possiamo affermare di essere giunti alla
desiderata e raccomandata “celebrazione
piena, attiva e comunitaria” nel canto e con
la musica? C’è, perlomeno, da dubitarne:
non è chi non veda e non senta. Al riguardo
la Istruzione sulla musica nella sacra Liturgia della S. Congregazione dei Riti (5 marzo 1967) è ancora di fresca attualità. Quanto all’argomento che ci riguarda, ecco il n.
21: “Si provveda, specialmente dove non si
abbia la possibilità di istituire neppure una
«schola» modesta, che ci siano almeno uno
o due cantori, convenientemente istruiti,
che propongano almeno dei canti semplici
per la partecipazione del popolo e guidino e
sostengano opportunamente i fedeli nell’esecuzione di quanto loro spetta. E’ bene che
ci sia un tale cantore anche nelle chiese che
hanno una «schola», per quelle celebrazioni alle quali la «schola» non può partecipare…”. Le sottolineature (nostre) intendono
evidenziare l’importanza di una figura ministeriale liturgica raccomandata, con la sua
funzione specifica, varia e necessaria.
La Istruzione chiama questa figura “cantore”, noi possiamo denominarla “animatore”: ANIMATORE DEL CANTO DELL’ASSEMBLEA, o più semplicemente animatore dell’assemblea, cui sono affidati dei
compiti che vanno oltre la funzione propriamente musicale, nell’ambito di una regia
celebrativa compartecipata.
Raccogliamo la sua “ministerialità liturgica” attorno a 4 verbi.
brativa” (v. Sinodo Diocesano milanese 47°,
52), senza la quale si cadrebbe in uno scollamento registico e in un pressapochismo liturgico che compromettono il celebrare “in
spirito e verità”.
= COMUNICARE
In relazione alla scelta di canti “giusti”, la
guida del canto dell’assemblea deve perciò
regolarmente con-agire insieme al Gruppo
liturgico della comunità cristiana. Membro
di questo gruppo, egli deve partecipare alla
fatica del celebrare-bene, a partire da una
preparazione tempestivamente e accuratamente avviata. La sua competenza musicale
(non inferiore alla media) potrà e talvolta
dovrà essere determinante, prima ancora di
“porsi davanti all’assemblea” per svolgere il
suo ministero. Alla fatica del celebrare-bene
si aggiunge e va aggiunta quella del comunicare-bene con i soggetti responsabili dell’animazione.
= AVVIARE
L’animatore musicale dell’assemblea deve
entrare frequentemente in azione prima della celebrazione: è bene preparare i partecipanti alla Liturgia con la prova dei canti, in
maniera breve ed essenziale. Se coadiuvato
dall’organista e magari dal coro, con una
buona intesa la preparazione sarà più efficace, e più sicura sarà l’esecuzione dei canti
durante lo svolgimento dei riti. Questa prova contribuirà a “risvegliare” dal silenzio
l’assemblea, favorendone una partecipazione più sicura e meno timida; ed è anche una
= SCEGLIERE
Non sembri lapalissiano dire che i canti per
la Liturgia si devono “scegliere”: la “scelta”
dei canti è operazione seria, da effettuare alla luce di criteri vari (in relazione alla celebrazione, al momento rituale, al genere musicale, ai ruoli di animazione, alla tipologia
e alle possibilità dell’assemblea). La scelta
non deve venire soltanto dall’organista o dal
direttore del coro o dal parroco o dal celebrante o anche dai lettori: deve essere condivisa da chi avrà la funzione di guida di tutta l’assemblea. Lo esige una “sapienza cele-
Un organista: incisione da Theorica musicae di Franchino Gaffurio
(Milano 1490). Milano, Biblioteca
Braidense.
risposta a chi si domanda: “E’ possibile far
cantare la gente, che non apre bocca?”.
“Provare” per credere.
Intervento previo potrà essere, inoltre, qualche sobria e accurata didascalia, che offra
all’assemblea, con le opportune indicazioni
circa le modalità di esecuzione dei canti, il
loro senso nello svolgimento liturgico.
Compito, questo, che potrebbe essere affidato a un commentatore (voce guida): ma
un animatore del canto sufficientemente
preparato sarebbe anche più indicato per
questo servizio “mistagogico”, con l’avvertenza di evitare un frastornante sovraccarico
di parole d’accompagnamento.
= SOSTENERE
E’ l’ufficio proprio, più importante, che richiede alla guida del canto dell’assemblea
competenza musicale (da un minimo ragionevole in sù!), saggezza celebrativa nel rapportarsi ai riti e alla loro successione, duttilità psicologica nell’adattarsi all’assemblea
(preparata o meno preparata, grande o piccola, …). Egli, normalmente, è bene che si
ponga davanti all’assemblea, ma non all’ambone (riservato alla Parola). Deve saper
iniziare il canto da solo o insieme a tutti, far
intervenire il coro - se presente - e alternarlo o unirlo all’assemblea, svolgere il ruolo
del solista se non c’è nessun altro cantore. E
la sua voce? Non dovrebbe farsi sentire,
mentre canta l’assemblea, tranne per qualche impulso ritenuto opportuno, per esempio all’inizio di una nuova frase musicale,
oppure in caso di insicurezza dell’esecuzione assembleare. Comunque, usi meno la voce e più il cenno della mano (dinamica non
equiparabile al gesto del direttore del coro):
l’una e l’altro con la massima sobrietà, al
punto da “mettersi in disparte”, se l’assemblea ben avviata sa camminare con le proprie gambe! Eviti di “accompagnarsi” semplicemente (e inutilmente) all’assemblea,
invece di “accompagnarla” con parsimoniosa vocalità e gestualità.
Un’altra cosa, indispensabile, è che egli “si
faccia accompagnare” da un buon organista
o strumentista, con il quale stabilire e attuare un dialogo programmato, preciso, duttile
e creativo: l’intesa va curata fin nei minimi
particolari, anche nel chiedere e offrire lunghi o brevi interludi, o espressività ritmicovocali misurate sul genere dei canti e sulle
capacità delle assemblee. E’ l’esperienza
che insegna tutto questo, là dove una chiesa,
una parrocchia, un’assemblea liturgica ha la
fortuna di avere l’animatore e lo strumentista sufficientemente “bravi” anche in questo
dialogo.
Una figura ministeriale di tal fatta, ahimé, è
ancora da “inventare” nel cammino liturgico delle nostre assemblee? Se – qua e là –
11
dossier
già esiste, se ne rallegrino clero e laici, animatori e fedeli! Se invece non esiste, bisogna (ad ogni costo) “inventarlo”! Non crediamo di esagerare nel dire che, senza questa “invenzione”, le nostre celebrazioni saranno o continueranno ad essere povere di
canto, anche se ricche di esecuzioni esemplari delle Scholae cantorum (o di solisti
preoccupati di - o quanto meno condannati
a - “esibirsi” musicalmente più che di “animare” liturgicamente); le nostre liturgie saranno o continueranno ad essere anemiche
nella partecipazione di tutti, anche se accompagnate dalla volonterosità (o dalla elitarietà?) di pochi componenti di un coretto,
che finisce per ritagliarsi un proprio angolo
canoro senza incisività trascinatrice.
Qualcuno… si scoraggia pensando al profilo alto dell’animatore musicale dell’assemblea? Non bisogna rinunciare di pensare alto, e di “sognare”, ponendosi con pazienza a
far nascere o a perfezionare questa figura
indispensabile: indispensabile più del coro
e del suo direttore, più dell’organista e del
suo strumento, più del gruppo corale giovanile e delle sue chitarre!
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In “Comunicare il Vangelo in un mondo che
cambia”- Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il primo decennio del
2000 - leggiamo parole di squisita freschezza: “Serve una Liturgia insieme seria,
semplice e bella, che sia veicolo del mistero, rimanendo al tempo stesso intelligibile, capace di narrare la perenne alleanza
di Dio con gli uomini” (n. 49). Via dunque
(anche dall’ambito musicale) “una certa
stanchezza”, “vecchi formalismi” o un “avventurarsi alla ricerca ingenua dello spettacolare” (ib.). A tanto sono chiamati, con il
loro servizio, tutti gli animatori musicali
nella assemblea: in primis, l’animatore musicale della assemblea.
E per chiudere il pensiero di Giovanni
Paolo II nella lettera agli artisti:
“LA CHIESA HA BISOGNO DEI MUSICISTI. QUANTE COMPOSIZIONI SONO STATE ELABORATE NEL CORSO DEI SECOLI
DA PERSONE PROFONDAMENTE IMBEVUTE DAL SENSO DEL MISTERO!
INNUMEREVOLI
CREDENTI HANNO ALI-
MENTATO LA LORO FEDE ALLE MELODIE
SBOCCIATE DAL CUORE DI ALTRI CREDENTI E DIVENUTE PARTE DELLA
LITUR-
GIA O ALMENO AIUTO VALIDISSIMO AL
SUO DECOROSO SVOLGIMENTO.
NEL
CANTO LA FEDE SI SPERIMENTA COME
ESUBERANZA DI GIOIA, DI AMORE, DI FIDUCIOSA ATTESA DELL’INTERVENTO SALVIFICO DI
DIO”.
Marco Rossi e Gian Nicola Vessia nel 31
marzo 2002, Pasqua del Signore
PER SAPERNE DI PIÙ...
a cura di Giorgio Morandi
A)
CORSI
CONVEGNI
SEMINARI
NOTA: Nell’impossibilità ed inopportunità di dare un elenco completo di tutte le
iniziative, si circoscrivono le indicazioni
all’area geografica Italiana e alle maggiori iniziative, quelle che possono suggerire punti di partenza minimi per una ricerca più dettagliata. E’ sicuramente valido il suggerimento generale che, per una
indagine più mirata e concreta, chiunque
sia interessato può partire dagli Uffici Liturgici e dagli Istituti di Musica Sacra
diocesani.
1
CO.PER.LI.M. Corso di Perfezionamento Liturgico-Musicale, con
sede a Roma. Istituito nel 1994 dall’Ufficio Liturgico Nazionale della
Conferenza Episcopale Italiana è riservato ai musicisti diplomati (in
Conservatorio o scuole Diocesane)
ed è destinato a formare i responsabili diocesani di musica sacra, gli incaricati di musica liturgica delle comunità religiose e delle aggregazioni ecclesiali, i docenti presso le scuole
Diocesane di Musica Sacra.
http://www.chiesacattolica.it/cci/cei/
uffici/uln/ev1/index.html
2
Il “Pontificio Istituto di Musica Sacra” (PIMS) di Roma è un’istituzione accademica e scientifica eretta
dalla Sede Apostolica. L’Istituto insegna le discipline liturgico-musicali
sotto il profilo pratico, teorico e storico nei vari aspetti e nelle diverse
culture e promuove la conoscenza e
la diffusione del patrimonio tradizionale della musica sacra favorendo altresì le espressioni artistiche adeguate alle odierne culture.
Inoltre il PIMS vuole rendere, per incarico della Chiesa madre di Roma,
un servizio alle Chiese locali di tutto
il mondo in vista della formazione
dei musicisti di Chiesa e dei futuri insegnanti e responsabili nel campo
della musica sacra.
3
Corso Superiore Sperimentale di
Specializzazione Triennale “Musica per la Liturgia e per le Attività
Culturali in ambito ecclesiale”
(M.L.A.C.E.) presso il Conservatorio Statale di Musica “E.R. Duni” di
Matera.
4
Seminario per Responsabili delle
Scuole Diocesane di Musica Sacra e
degli Istituti Musicali per la Liturgia, organizzato dall’Ufficio Liturgico Nazionale della CEI.
5
Convegno, “Tre Giorni di formazione liturgico musicale” organizzato da Associazione Italiana S. Cecilia
(A.I.S.C.) di Roma.
6
Corsi Estivi per Animatori musicali della liturgia a Valtournanche
(AO), Maddaloni (CE) e S. Giuliana
di Levico (TN) della Associazione
Italiana S. Cecilia (A.I.S.C.).
http://corogiampilieri.supereva.it
/page10.html
~
B)
CONCORSI
Concorsi di Composizione
Parlando di Musica Sacra Liturgica sono
pochi i casi in cui il titolo stesso del Concorso di Composizione dichiara esplicitamente la qualità e la funzionalità della
musica che ne deve derivare. Praticamente assente la definizione di “musica religiosa”, nella maggior parte dei casi si
parla genericamente di “musica sacra” o
di musica “su testo sacro”. Eccone quattro esempi.
1
“Concorso Nazionale di Composizione Corale Sacra Liturgica” dell’Associazione Corale “Il Labirinto”
di Brescia. Scopo del Concorso è
quello di valorizzare la musica corale sacro-liturgica attraverso la testimonianza di Giulio e Gian Paolo Tonelli nel XV e nel X anniversario della Morte.
http://www.corolabirinto.it
2
“Primo Concorso per la Composizione di Nuovi Canti Liturgici in
Lingua Italiana” indetto dalla Diocesi di Lugano; scadenza: 31.08.2002
Per il bando completo si veda:
http://www.catt.ch/concorsocomposizione/
lente d’ingrandimento
3
“1° Concorso di composizione per
Coro e Fisarmonica, Coro e formazione cameristica” - Quero (BL),
Vas (BL) e Segusiano (TV): abbinato
alla “VIII Rassegna biennale di Canto Monodico e Polifonico” - “Il testo
dovrà essere di genere sacro …Anche
la fisarmonica in presenza di un repertorio adeguato può operare con
pari dignità degli altri strumenti nell’azione liturgica…” (Gilberto Meneghin – Direttore Artistico).
ecclesiali. Presenta in dettaglio il piano programmatico del Co.Per.Li.M
Corso di Perfezionamento Liturgico
Musicale della CEI. Propone il “Repertorio Nazionale di Canti per la
Liturgia”.
2
“Concorso Internazionale di Composizione di Musica Sacra “Gaspare
Spontini” Jesi (AN). Riservato a musicisti di ogni nazionalità, età, fede religiosa. Categorie tipologiche: Messa,
Preghiera – Elevazione. Organico:
Coro o solista di registro vocale libero;
Orchestra d’Archi o complesso strumentale (meno di 20 elementi).
3
~
SITI DI MUSICA
SACRA LITURGICA
4
www.chiesacattolica.it/cci/cei/uffici/uln/
ev1/index.html
Nella sezione “Musica e Liturgia”
propone i canti per le feste liturgiche principali, attingendo al “Repertorio Nazionale dei Canti Liturgici”.
Pubblica i Documenti più importanti
delle varie Diocesi e dei movimenti
5
http://www.musica-sacra.it
Il portale della Musica Sacra per
ascoltare, leggere, stampare ed acquistare spartiti di musica. Ricco di
Links ben catalogati.
6
7
http://www.arsantiqua.org
E’ il sito di “Ars Antiqua”, gruppo di
http://www.amicimusicasacra.com
L’Associazione Internazionale Amici
della Musica Sacra tra le altre sue attività organizza la partecipazione musicale dei cori che con brani del proprio
repertorio accompagnano la Messa del
Capitolo nella Basilica di San Pietro e
all’Udienza Generale del Santo Padre.
Tra i Concorsi e festival corali promossi e organizzati ricordiamo il
“Concorso Corale Internazionale di
Musica Sacra “G. P. Da Palestrina”
che si svolge annualmente a Roma.
8
Un’ultima citazione “collettiva” per
alcuni siti di notevole interesse soprattutto con riferimento al Canto
Gregoriano:
http://www.cantogregoriano.it
della “Schola Gregoriana Mediolanensis” e Giovanni Vianini;
http://web.tiscali.it/meliloto/index2.htm
sito del Gruppo Vocale Gregoriano e
Polifonico “Meliloto” di Giorgio Vianini.
http://www.arsmusica.it
il sito della Grande Musica a cura di
Antonio Cericola con interessanti articoli nel capitolo “Saggistica”.
http://www.choralnet.org
L’Internet Center per la Musica corale di tutto il mondo presenta anche il
capitolo “Church Music (Musica da
Chiesa)” che è molto ricco, interessante, vario. Presenta numerose pagine dedicate alla Musica Liturgica della Chiesa Cattolica e delle varie Chiese Protestanti (Luterana, Anglicana,
Presbiteriana, Metodista…).
Non c’è dubbio che in questo campo le scelte potevano essere diversissime in funzione
della conoscenza ed esperienza e del tempo
disponibile per la ricerca e l’esame degli innumerevoli siti in tema con il nostro dossier.
Valga, l’attuale nostra scelta, per esemplificazione, stimolo e punto di partenza per una
ricerca più personalizzata.
1
http://www.canticanova.com
E’ il sito di Cantica Nova Publications (Edizioni Cantica Nova) ed è in
lingua inglese, ma sono d’accordo
con l’autopresentazione che “per chi
è coinvolto nella musica liturgica
questo sito rappresenta una fonte
di risorse notevole”. Si presenta in
tre capitoli principali: “Musica di
qualità” è il catalogo delle musiche
pubblicate e ordinabili online; “Riflessioni Musicali” offre articoli ad
ampio raggio sui temi della liturgia e
della musica; “Suggerimenti per la
programmazione liturgica” è certamente di notevole utilità per chi si occupa della scelta dei canti per le funzioni liturgiche. Il sito offre anche la
possibilità di proporre musica sacra
liturgica di propria composizione o
di fare ricerche sulle pubblicazioni di
CNP e sui relativi compositori.
E’ inoltre particolarmente ricco, interessante e completo il capitolo dei
Link che porta il titolo “Altre pagine
web di possibile interesse per i musicisti cattolici”. Da non dimenticare
davvero!
Concorsi di esecuzione
La Musica Sacra Liturgica per sua stessa
natura esclude la possibilità di essere presentata in forma di concerto/concorso
senza cadere in contraddizione di termini.
Non ci sembra assolutamente accettabile
la purtroppo facile e diffusa identificazione di “Musica Sacra” con “Musica Sacra
Liturgica”. Sappiamo bene che esistono
Concorsi (o parti di Concorsi) genericamente qualificati “di Musica Sacra” dove
la musica presentata (si ripete: in contesto
non liturgico, di esecuzione colta) comprende talvolta anche musica nata con la
insita e specifica funzionalità liturgica, ma
è altro discorso. Essendo questi concorsi
(come pure Rassegne e Festivals) facilmente reperibili su molte riviste e siti web corali e, più genericamente, musicali, se ne evita in questa sede - anche per questioni di
spazio - un noioso prolisso elenco.
C)
http://members.xoom.Virgilio.it
/_XOOM/cmdcm/page22.html
E’ il sito del Coro della Cattedrale di
Macerata. La pagina “Forse c’è
qualcosa che mi può essere
d’aiuto” è stata creata appositamente
a servizio e supporto di coloro che sono nell’animazione musicale della liturgia e nell’organizzazione di concerti spirituali. Nella stessa pagina vengono presentati Corsi, Concorsi, Seminari, Convegni nonché testi e musiche
liturgiche, compreso il Repertorio Nazionale di Canti per la Liturgia.
e-mail: [email protected]
4
Canto Gregoriano e Musica Medievale il cui repertorio comprende:
Canto Gregoriano (liturgie intere, sia
in forma concertistica sia effettivamente liturgica); concerti antologici e
tematici; Canto Ambrosiano;
Canto Antico Romano e saggi di altri
repertori (Beneventano e Ispanico).
Notevole è l’attività didattica che fa
capo al gruppo e consta di seminari e
corsi sistematici fra cui ricordiamo il
corso estivo “Il Canto Gregoriano.
Testo Musica Rito” Il sito di “Ars Antiqua” (diretto da Guido Milanese)
ospita anche “Risorse su Internet per
la musica corale” dove in capitoli
omogenei sono raccolti numerosi
links. Di estremo interesse nel campo
della Musica Sacra Liturgica sono i
capitoli sul “Canto Gregoriano” e
sul “Canto Bizantino”.
~
D)
RIVISTE
DI MUSICA SACRA
LITURGICA
In questo caso, lungi dal considerarlo un
lavoro completo, abbiamo voluto dare la
possibilità di andare concretamente alla
ricerca di strumenti di immediata utilizzazione sia per lo studio dell’argomento Musica Sacra Liturgica, sia per l’applicazione pratica nella preparazione dei repertori liturgici più appropriati ai servizi da
svolgere.
➞
13
lente d’ingrandimento
della Sacra Liturgia che si ispira a Papa Giovanni Paolo II e in particolare
alla “Lettera Apostolica nel 25° Anniversario della Costituzione sulla Liturgia” del 1989. www.adoremus.org.
Seguito da pag. 13
● “Musica e Assemblea”, Strumento
di lavoro per gli animatori musicali
della Liturgia”
EDB Edizioni Dehoniane Bologna
Frutto dell’impegno di Universa Laus
Italiana, è uno strumento versatile e
stimolante, che aiuta gli animatori
della liturgia a preparare, realizzare e
verificare gli interventi di canto e più
in generale musicali nelle celebrazioni liturgiche. In ogni numero: nuovi
canti con preparazione e accompagnamento, proposte musicali per il tempo
liturgico, recensioni di dischi e cassette, raccolte, repertori, riviste musicali,
temi di studio e un ricco apparato di
consigli tecnici su voce, strumenti, coro e animazioni. Allegato un CD annuale di canti presentati e commentati
sui vari numeri della Rivista.
● “Bollettino Ceciliano – Rivista di
Musica Sacra”
Direttore: don Valentino Donella
Periodico mensile di Musica Sacra,
espressione e portavoce della Associazione Italiana Santa Cecilia
(A.I.S.C.) / Roma.
14
● “Rinascita Gregoriana, Canto Gregoriano e Liturgia”
Edizioni Urban / Saronno (VA)
Foglio trimestrale di Informazione
per gli aderenti al “movimento” di Rinascita Gregoriana; portavoce delle
molteplici attività che si svolgono in
Italia al riguardo del Canto Gregoriano e della Musica Sacra in generale.
● “Celebriamo”
Casa Musicale Editrice Carrara (BG)
Rivista bimestrale di Musica Sacra vocale con testi in italiano e in latino, per
Coro a una e più voci e per le assemblee Liturgiche. Fascicoli tematici: Natale, Pasqua, Eucaristia, Madonna…
● “Polyphonia”
Casa Musicale Editrice Carrara (BG)
Rivista trimestrale di Musica Sacra
corale a 4 voci ineguali, a cappella,
con testi in latino, di autori classici e
contemporanei.
● “Concentus”
Casa Musicale Editrice Carrara (BG)
Collana trimestrale di CD di musica
sacra corale e strumentale.
● “Adoremus Bulletin”
E’ una rivista liturgica americana,
mensile, con articoli, notizie, commentari e opinioni su temi e aspetti
diversi della Liturgia della Chiesa
Cattolica. E’ l’organo informativo di
“Adoremus”, l’Associazione Cattolica Americana per il Rinnovamento
● “La vita in Cristo e nella Chiesa”
Rivista di Liturgia
Pubblicata dalle Edizioni San Paolo,
dedica qualche spazio alla Musica Sacra Liturgica arricchendosi con la proposta di partiture di canti liturgici.
2
UNIVERSA LAUS: Associazione Internazionale di studio sulla liturgia.
“Musica e Assemblea” è la rivista
(EDB Edizioni Dehoniane Bologna)
attraverso la quali si esprime e si propone concretamente agli addetti della
musica sacra liturgica.
3
A.I.S.C. (Associazione Italiana Santa Cecilia): “…tiene desto con passione e chiarezza di idee l’ideale della
musica sacra, così appannato oggigiorno, offrendo un suo pensiero diverso dalle idee correnti e dominanti,
che, poi, è il pensiero della Chiesa e
del Concilio. Ma essere fedeli alla
Chiesa e al concilio… oggi è un fatto
rivoluzionario e profetico… talvolta
una testimonianza veramente dura…”.
Direttore: Don Valentino Donella.
● “Sacred Music”
Rivista dell’Associazione Musica di
Chiesa d’America, Minnesota. n.128/01.
● “Célébrer”
Rivista del Centro Nazionale di Pastorale Liturgica, Editions du Cerf, Parigi
(Francia).
● “Singende Kirche”
Rivista liturgica della “Associazione
Santa Cecilia” per l’Austria, Vienna.
http://digilander.iol.it/aiscroma/index.html
4
CEDAME, Conferenza Europea
Delle Associazioni di Musica da
Chiesa.
Vi aderiscono 16 nazioni. Organismo
voluto e presieduto da Mons. Antonio
Mistrorigo, liturgista di particolare entusiasmo, competenza e dedizione già
prima del Concilio Ecumenico Vaticano II.
5
ADOREMUS – ISTITUZIONE
AMERICANA PER IL RINNOVAMENTO DELLA SACRA LITURGIA DI RITO ROMANO – Si propone di riscoprire e restaurare la bellezza, la santità e la forza della ricca tradizione liturgica della Chiesa Cattolica
restando fedeli ad un organico e vitale
processo di rinnovamento e di crescita.
● “Singen und Muzieren im Gottesdienst”
Rivista di Musica Liturgica. Lucerna
(Svizzera).
● “Musica Sacra”
Rivista Cattolica per la Musica da
Chiesa. Regensburg (Germania).
~
E)
ISTITUZIONI,
ASSOCIAZIONI
e MOVIMENTI
Nemmeno in questo caso si deve intendere
una trattazione esaustiva. Un breve escursus parte dall’Istituzione ufficiale della
Chiesa, passa attraverso scuole di pensiero diverse per arrivare fino ad un Laboratorio di impostazione seria e moderna nel
campo della creazione ed applicazione di
un repertorio liturgico appropriato e fedele alle indicazioni del Concilio e, successivamente, degli Organi preposti dalla Chiesa Cattolica.
1
UFFICIO LITURGICO NAZIONALE (U.L.N.),
Ufficio specifico della C.E.I., voce liturgica ufficiale (sotto ogni aspetto)
della Chiesa Cattolica, voce che arriva
al “popolo di Dio” attraverso il Vescovo della propria Diocesi il quale, a sua
volta, si esprime tramite l’”Ufficio Liturgico Diocesano” e la “Commissione Diocesana di Musica Sacra”. L’
U.L.N. ha una sezione specifica “Musica per la Liturgia”.
Direttore: Don Giuseppe Butani.
http://www.chiesacattolica.it/cci/cei/uffici/
uln/index.html
http://www.adoremus.org
6
LABORATORIO DI MUSICA
CONTEMPORANEA AL SERVIZIO DELLA LITURGIA (LMCSL)
Milano - Direttore: Don Luigi Garbini.
Il Laboratorio considera la Musica come possibile interlocutore per l’attuazione del progetto tanto auspicato dal
Concilio Vaticano e con la sua filosofia ed il uso metodo contribuisce a costruire un progetto che viene incontro
al desiderio dei Padri Conciliari. “Il
laboratorio è nato nel 1999 - spiega
don Garbini - su impulso di Mons. Ravasi e con la sottolineatura del nostro
arcivescovo cardinale Martini, per riprendere i contatti con la musica cosiddetta colta che negli ultimi tempi
sembravano essersi allentati.
Da allora abbiamo coinvolto molti
compositori nella “produzione” di
musica per diverse parti della liturgia,
con varie scelte e soluzioni”.
http://www.amicocharly.it/documenti/
schede.pdf
attività dell’Associazione
LA FENIARCO
AL SALONE DEL LIBRO
di Alessandra D’Andrea
R
ipensare oggi alla movimentata
settimana vissuta a Torino per
la partecipazione al Salone Internazionale del Libro ti fa vedere le cose con maggior lucidità. A mente fredda
pensi alle migliaia di visitatori, agli immensi padiglioni, ai variopinti e multiformi stands che abbellivano gli ex capannoni della grande Fiat di un tempo.
Ti ritorna alla mente una città in miniatura trasformata e allestita nel giro di
una notte. Un mercato che vende cibo
per la mente.
Ma al Salone Internazionale del Libro di
Torino c’è la possibilità di non limitarsi
semplicemente all’acquisto di volumi; le
riunioni, i seminari, le presentazioni editoriali e gli appuntamenti di carattere
culturale, disseminati fra le varie sale e
gli spazi aperti del Lingotto sono moltissimi.
Soprattutto per questo la Fiera del Libro
è considerata uno tra gli appuntamenti
culturali nazionali di maggiori dimensioni; catalizza l’attenzione del grande
pubblico e riesce così a guadagnarsi
qualche spazio pure su stampa e televisione. Tutte le principali case editrici sono presenti a questo appuntamento annuale e per la prima volta anche noi della Feniarco abbiamo potuto schierarci
fra le fila dei grandi dell’editoria italiana. In realtà gli espositori presenti sono
centinaia, piccole e grandi case editrici,
ma anche svariate entità culturali di poliedrica natura. Noi attraverso la Federazione abbiamo voluto promuovere l’attività del canto. Ma cantare non significa
solamente “fare musica”; partecipare ad
una Salone della Musica potrebbe essere più attinente, ma porsi in una dimensione più vasta, di cultura vissuta a 360
gradi riesce maggiormente ad interpretare lo spirito con cui la Federazione sta
lavorando in questi anni.
La presenza al Salone Internazionale del
Libro di Torino rientra fra i grandi progetti di promozione voluti dall’intera assemblea e propone l’immagine della Feniarco in un quadro culturale generale e
non rigorosamente musicale.
In questa ottica lo scorso maggio, dal 16
al 20 per la precisione, lo staff Feniarco
(Sandro Bergamo e la moglie Maura,
Marco Fornasier e la sottoscritta) si è
trasferito a Torino ed ha allestito uno
stand più che dignitoso, ricco di volumi
e riviste arrivati da tutte le Associazioni
Rocca, che in quaRegionali, nonché
lità di rappresendelle produzioni
tante del Ministeeditoriali Feniarco.
ro dell’Istruzione,
Importantissimo
ha portato il suo
ed indispensabile
sentito ed apprezè stato l’aiuto e il
zato contributo.
supporto dell’AsEra molto atteso
sociazione Cori
anche l’intervenPiemontesi, attrato della gentilissiverso la quale abma Maria Ferretti
biamo potuto semRodari, che avrebbe
plificare molti degli
I relatori del Convegno
dovuto essere preaspetti organizzativi;
“Musica e testo nei canti corali
sente al seminario e
il M° Roberto Bertaina,
per bambini”
che per seri motivi non ha
gli amici del coro La Gerla
potuto raggiungerci.
e il Presidente Sandro Coda
Il Presidente Fornasier che ha coordiLuchina in particolare si sono resi dinato l’incontro, ha inoltre promosso i
sponibili, contribuendo non poco alla
due nuovi volumi della Feniarco, Giro
buona riuscita di questa avventura.
giro canto e Melos 2; le ultime due imApprezzatissima è stata pure la collaboportanti “fatiche” editoriali-culturali
razione con i cori scolastici dell’Assodella Federazione che non avrebbero pociazione “Cantascuola” di Torino, coortuto essere presentate in un posto più
dinata dall’amico e M° Giorgio Guiot.
adatto. A conclusione del Convegno “I
Gli interventi corali dei piccoli cantori
Piccoli Cantori di Torino” diretti dal capresso il nostro stand richiamavano l’atpace M° Giorgio Guiot hanno dato la
tenzione di tutti ed erano molto spesso
giusta dimensione alle parole dei relatoottimi momenti musicali. Un grande
ri, coinvolgendo il numeroso pubblico
successo ha riscosso inoltre il Convegno
presente con i loro canti e la loro musiche avevamo organizzato per la giornata
ca.
di sabato e che verteva sul tema “MusiIl bilancio di questa nuovissima iniziatica e testo nei canti corali per bambini”.
va non può che essere positivo; certo
Un’ora intensa durante la quale si sono
molti aspetti si possono ancora migliorasusseguiti gli interventi del M° Sergio
re, ma se ci dovesse essere un seguito a
Pasteris, compositore ed autore di testi
questa prima esperienza, idee e nuovi
musicali per bambini, del M° Nicola
spunti non mancherebbero di certo.
Conci, direttore di coro di voci bianche
L’invito a contribuire con suggerimenti e
che ha eseguito tutti i pezzi pubblicati
proposte va quindi a tutti i cori.
sul volume Giro giro canto registrandoAlla prossima!
li su CD, e della professoressa Gisella
Il nostro stand - da sinistra il Presidente A.C.P. Sandro Coda Luchina, il Presidente
FE.N.I.A.R.CO. Sante Fornasier, il vicepresidente FE.N.I.A.R.CO. Aldo Cicconofri
15
scheda regione
A.C.T. - ASSOCIAZIONE CORI DELLA TOSCANA
RECAPITI
Presidenza:
Segreteria:
Via Primo Maggio, 2 - 53020 SAN ROCCO A PILLI (Si)
Tel. e fax 0577/348412 - cell. 328/7433111 - e-mail: [email protected]
Via delle Collacchie, 85 - 58022 FOLLONICA (Gr)
Tel. 0566/53207 - fax 0566/269269 - cell. 338/8566884
E-mail: [email protected] [email protected] [email protected]
Sito Internet: http://www.coritoscana.it Web-master: [email protected]
NUMERO DEI CORI ISCRITTI
16
Quando nel 1980 fu fatto il primo censimento furono individuati sul territorio
regionale 120 cori. Successivamente da
un censimento fatto con maggior accuratezza e professionalità ne furono individuati ca. 480. Per la verità il maggior
numero di tali cori risultò svolgere attività corale prevalentemente liturgica, al
servizio dei riti.
Poiché lo statuto dell’Associazione stabilisce - tra le prerogative richieste per
l’adesione - che i cori che ne facciano
richiesta devono svolgere continuativamente, attività didattica e concertistica
pubblica, ne consegue che non tutti i
cori operanti sul territorio hanno le caratteristiche necessarie per essere affiliati. Inoltre negli anni si verifica una
certa fluttuazione (10/15) per cori che
si associano e si dissociano l’anno suc-
cessivo non avendo trovato nell’Associazione gli sperati finanziamenti.
Attualmente i cori associati sono 166
(comprensivi anche delle duplicazioni,
es. voci bianche e voci miste) con 5.391
coristi.
RIVISTA ASSOCIATIVA
DIAPASON è il periodico d’informazione edito dall’Associazione. Iscritto
all’USPI è stampato da 16 anni con cadenza quadrimestrale. Formato A4,
normalmente di 32 o più pagine in quadricromia o a due colori ha una tiratura
di 5.200 copie.
E’ ritenuto un determinante strumento
per l’immagine dell’Associazione e
della coralità regionale. I suoi contenuti sono validi dossier sulla coralità in
generale, oltre che il resoconto delle
principali attività promosse e quelle at-
tivate dai singoli cori.
E’ spedito a tutti i coristi dei cori associati, ai cori che operano sul territorio
regionale, alle Associazioni Corali Regionali, ai cori extraregionali che abbiano avuto qualche contatto diretto o
indiretto con l’Associazione.
E’ spedito inoltre ai Conservatori e
Scuole di Musica della Regione, a tutti
i soggetti istituzionali, ai Consiglieri
Regionali, alle Province e a tutti gli Assessori alla Cultura delle città sedi di
cori associati.
Nel campo dell’editoria Diapason ha
pubblicato negli anni una serie di Quaderni di Diapason (ca. 100 pagg. cad.)
dedicati ad alcuni compositori toscani.
Alle pagine web www.coritoscana.it/
diapason è riportato l’intero periodico
in formato pdf che può essere scaricato
per intero o pagina per pagina.
ORGANI STATUTARI
CONSIGLIO DIRETTIVO
PALMIERI ALFREDO
Presidente
BUGGIANI ALESSANDRO Giunta Esecutiva
MALCAPI CLAUDIO
Giunta Esecutiva
BRACCI MASSIMO
Giunta Esecutiva
BRESCI CARLO
Giunta Esecutiva
CATACCHINI FERNANDO Giunta Esecutiva
PAGNI GIANCARLO
Giunta Esecutiva
TATTI PROF. ANTONIO
Giunta Esecutiva
FERRARI LUIGI
PUCCIANTI RAFFAELE
BECAGLI LUCIANO
Delegato Provinciale Firenze
PARLANTI GIULIANO
Delegato Provinciale Grosseto
BETTI ANTONIO
Delegato Provinciale Livorno
ANTICHI ELIO
Delegato Provinciale Lucca
FABILONI FRANCESCO Delegato Provinciale Massa Carrara
BIAGIONI LUIGI
Delegato Provinciale Pistoia
IOZZELLI CLAUDIO
Delegato Provinciale Prato
SALVATORE MICHELE
Delegato Provinciale Siena
Le province di Arezzo e Pisa devono rieleggere il loro delegato.
COLLEGIO SINDACALE
ALGERI RAG. PAOLO
CONSERVA MASSIMO
SANTI RAG. GUGLIELMO
COLLEGIO DEI PROBIVIRI
BRACALONI ROLANDO
MAZZEI CESARE
COMMISSIONE ARTISTICA
BON DR. PAOLO
Presidente
BECHERI PROF. ROBERTO
BUGGIANI ALESSANDRO
CARIGNANI GIANFRANCO
CONTESSI DANIELA
DONATI LORENZO
MALCAPI CLAUDIO
MARZILLI PROF. WALTER
TOLVE PROF. GIANFRANCO
COMITATO DI REDAZIONE DIAPASON
GIANCARLO PAGNI
Direttore responsabile
BUGGIANI ALESSANDRO
CATACCHINI FERNANDO
MALCAPI CLAUDIO
PALMIERI ALFREDO
PESIRI ROCCO
TATTI PROF. ANTONIO
scheda regione
SERVIZI OFFERTI AGLI ASSOCIATI
La Segreteria è aperta tutti i giorni feriali dalle ore 10 alle ore 18 e offre agli
associati un notevole supporto tecnico
di consulenza su temi di interesse generale, fiscale, legislativo ed anche organizzativo.
Mette in atto alcuni interventi mirati ad
esigenze particolari dei cori, quali organizzazione di rassegne, ricerca di cori
stranieri e, per conto di alcuni Enti Pubblici, di festival corali, rassegne corali
generiche e/o a tema.
Mantiene contatti con gruppi corali e
orchestrali stranieri con i quali sono
state realizzate importanti forme di collaborazione.
La biblioteca è fornita di ca. 300 volumi di opere varie e di un archivio partiture di ca. 8.500 titoli in continuo aggiornamento. Questo archivio è consultabile via internet all’indirizzo
www.coritoscana.it/archivio. Allo stato
attuale, stante le leggi sul copyright, sono consultabili per ciascun titolo catalogato solamente il compositore, un
breve curriculum del compositore (con
data di nascita e di morte), l’elaboratore o trascrittore, l’autore del testo, il catalogo dell’autore e il titolo della raccolta, la lingua, l’organico, il genere
(sacro, profano, popolare, repertorio
per voci bianche, didattico), l’anno di
composizione, la casa editrice, il nr. di
catalogo dell’editore e l’anno di edizione e il nr. delle pagine.
Il Web master e i suoi collaboratori si
stanno attivando per trasformare tutte le
musiche di pubblico dominio in file
PDF che potranno essere liberamente
scaricati: per le opere protette ci si limiterà a metterne a disposizione un’incipit.
Sempre sulle pagine web: www.coritoscana.it oltre a informazioni di carattere generale sull’Associazione sono riportati tutti i dati di riferimento dei cori associati. I cori possono inviare notizie circa la loro attività concertistica
che sono inserite nelle pagine: attività
dei cori. Esiste inoltre uno spazio nel
quale sono segnalate tutte le iniziative
promosse di volta in volta dalla Associazione.
ASSOCIAZIONE CORI
DELLA TOSCANA - ACT
Quando nell’ormai lontano 1978 fu deciso lo scioglimento dell’ENAL, Ente
Nazionale Assistenza Lavoratori, le Associazioni corali che aderivano a tale
Ente tramite l’USCI, Unione Società
Corali Italiane, si trovarono improvvisamente prive di riferimenti.
Non che questa struttura avesse dato
molto ai cori associati se non una buona organizzazione di incontri e concorsi a carattere nazionale (Vittorio Veneto, Orvieto, Ravenna, ecc.) e qualche
modesto contributo finanziario, ma in
ogni caso i cori che vi aderivano avevano l’Ente come riferimento, anche in
virtù dei numerosi musicisti e direttori
che vi orbitavano.
Immediatamente dopo lo scioglimento,
i cori di alcune regioni più attive decisero di organizzarsi in associazioni regionali allo scopo di recuperare il patrimonio, le strutture e le esperienze dell’USCI (alcune di esse ne conservarono
persino il nome) e sopratutto lo scopo
di creare strutture che potessero fare riferimento all’Ente Regione, che nel
frattempo era stato introdotto nel nuovo
ordinamento statale.
Ecco allora che il 30 marzo 1980 fu
convocata dal Coro Amici della Musica
di Ponsacco una riunione tendente ad
esaminare la possibilità di una nuova e
diversa forma aggregativa che coinvolgesse tutta la coralità toscana.
Ventidue erano i cori presenti: Amici
della Musica di Ponsacco, Corale Domenico Savio di Livorno, Coro Alpi
Apuane di Pieve Fosciana, Coro La
Montanara di Fivizzano, Coro Pianiza
di Molazzana, Soc. Corale P. Mascagni
di Livorno, Soc. Corale G. Puccini di
Grosseto, Soc. Corale G. Monaco di
Prato, Coro Monte Sagro di Carrara,
Coro Valtaverone di Licciana Nardi,
Coro Lavoratori Nuova Pignone di Firenze, Corale Valle dei Fiori di Pescia,
Corale Monteverdi di Castelfiorentino,
Coro F. Corradini di Arezzo, Cantori
Appennino Toscano di Cutigliano, Corale V. Bellini di Colle Val d’Elsa, Corale G. Del Chiaro di Poggibonsi, Corale F. Gasparini di Camaiore, Coro Versilia di Capezzano Monte, I Madrigalisti di Magliano di Magliano in Toscana, Soc. Corale G. Monaco di Livorno,
Società Corale Pisana di Pisa ai quali si
aggiunsero nella riunione successiva i
cori Genzianella di Pistoia, P. A. Guglielmi di Massa, La Martinella di Firenze, Soc. Corale E. Cappetti di S.
Giovanni Valdarno.
Essi decisero di riunirsi in Associazione Regionale, darsi uno statuto e provvedere ad un prossimo atto costitutivo.
Il 5 ottobre del 1980 fu convocata l’Assemblea Costituente per la redazione
dello statuto. Dopo un lento lavoro preparatorio, l’atto fu raccolto in Firenze
dal Notaio Dr. Paolo Bon, attuale Presidente della Commissione Artistica, il
18 aprile del 1982.
I principali scopi che furono codificati
nello statuto furono quelli di:
a) valorizzazione del canto corale nelle sue varie espressioni; incentivazione e qualificazione sotto il profilo didattico sia per le persone che
per i mezzi;
b) sviluppo dello studio della musica
corale toscana favorendo la ricerca,
la divulgazione dei reperti, lo
scambio delle esperienze;
c) ottenimento e mantenimento dell’attività dei cori nel quadro delle
strutture culturali di base aventi diritto al riconoscimento e al diretto
intervento della Regione e degli
Enti Locali;
d) trasferimento della cultura musicale in genere e di quella corale in
particolare, dai centri qualificati
verso la periferia e comunque promuovere e favorire le iniziative atte
a rendere accessibile tale cultura;
e) coordinamento e indirizzo dell’attività dei gruppi associati nel rispetto tuttavia dell’autonomia e
delle caratteristiche di ognuno di
essi.
Questi scopi, che servirono successivamente da modello anche ad altre organizzazioni similari, sono rimasti alla base delle attività intraprese dalle strutture
che si sono avvicendate in questo ventennio, con risultati apprezzabili.
Nel campo della didattica numerosi sono stati gli interventi.
Si iniziò con il 1º Corso per la formazione di Direttori di Coro, corso triennale - docenti Fosco Corti, Roberto
Gabbiani e Piero Rossi - che laureò 25
giovani direttori attualmente in attività
presso nostri cori. I corsi successivi proseguiranno per iniziativa della Fondazione Guido d’Arezzo.
A questo importante strumento didattico seguirono numerosi seminari con docenti famosi come Andrea Veneracion,
Gary Graden, Roberto Gabbiani, Anna
Eva Gosso (quest’ultimo dedicato agli
insegnanti delle scuole elementari),
Paolo Bon ed altri.
Sempre nel campo della didattica e con
riferimento alla musica corale nelle
scuole dell’obbligo, per avvicinare i
bambini al coro, fu realizzato un Concorso Regionale ad esse riservato. Il
concorso, che nel 2003 giungerà alla
decima edizione, ha carattere biennale,
gode del patrocinio del Ministero della
Pubblica Istruzione e nelle varie edizioni ha visto la partecipazione entusiastica di oltre 400 gruppi, con circa 12.000
bambini e ragazzi. Anche se nel futuro
pochi di loro si inseriranno nei cori,
avremo richiamato la loro attenzione
Segue a pag. 18
17
scheda regione
18
come spettatori verso il canto corale.
Per quanto attiene all’attività di spettacolo numerose sono state nel tempo le
manifestazioni organizzate direttamente: otto edizioni della RASSEGNA REGIONALE PER CORI DI CANTO POPOLARE, quattro edizioni del CONCORSO REGIONALE, tre edizioni della RASSEGNA REGIONALE PER
CORI LIRICI e due edizioni della RASSEGNA REGIONALE PER CORI SPIRITUALS, GOSPELS E JAZZ. Quest’ultima ha avuto molto successo dato
anche l’orientamento dei cori di più recente formazione verso questo genere di
repertorio.
Sul piano dei supporti tecnici ai cori
vanno ricordati i due importanti seminari con i loro amministratori, riguardanti
problemi di natura gestionale e fiscale:
l’ultimo del 25 novembre del 2001 relatori il Rag. Massimo Conserva e il Dr.
Giovanni Burroni, nel corso del quale
furono approfondite tutte le problematiche relative alla gestione dei cori.
Numerosi i Convegni dibattito sul canto
corale che sono stati organizzati ripetutamente anche con la presenza di relatori di livello nazionale ed internazionale.
Citiamo alcuni dei più importanti dei
quali sono stati pubblicati anche gli atti:
sul canto popolare (Monte Amiata, Castel del Piano, 16 e 17 luglio 1988), il
canto di tradizione (Carrara, 9 novembre 1997), il seminario sui problemi direzionali (Firenze, 9/10 marzo 1990),
seminario sulla vocalità per la musica
Il Presidente A.C.T. Alfredo Palmieri
contemporanea (Siena, 20/25 giugno
2000 con i Madrigal Singers quali testimonials).
L’Associazione si è posta inoltre come
promotrice di importanti concerti corali quali, il ciclo di 20 concerti organizzati in occasione del XXII Congresso
Eucaristico Nazionale (marzo/maggio
1993), le cinque edizioni del Festival
Corale organizzato per conto della
Città di Viareggio, il biennale Festival
Corale Internazionale organizzato a
Siena unitamente al Coro Vico Alto di
quella città, la solenne celebrazione del
250º anniversario della morte di Johann
Sebastian Bach con l’esecuzione a Siena e Firenze della Messa in si min.
BWV 232.
Ma il nome della Associazione risulta
spesso essere in evidenza come coordinatrice o collaboratrice degli oltre ottocento tra Concerti corali e Rassegne
che sono organizzati sull’intero territorio regionale dai suoi cori associati.
I rapporti con l’Ente Regione sono, sotto certi aspetti, sufficientemente soddisfacenti: i finanziamenti stentano, ma
questo riteniamo essere un problema di
carattere comune a molte altre associazioni consorelle. Riteniamo che il punto più importante da portare avanti con
gli Enti Pubblici debba essere il loro riconoscimento della nostra funzione aggregante e culturalmente qualificata,
per il rispetto e la salvaguardia di quel
patrimonio e di quella cultura corale
che ha radici profonde nel nostro popolo: i finanziamenti a questo punto non
potranno più mancare.
Concludendo possiamo ben affermare
che questi ventidue anni da quel giorno
di Ponsacco non sono passati a vuoto. I
cori hanno individuato nell’Associazione un importante punto di riferimento,
di stimolo alla loro crescita e qualificazione professionale, un polo di coordinamento e aggregazione: un risultato
che nell’insieme può essere ritenuto
qualificante per questa coralità amatoriale.
iniziativa FE.N.I.A.R.CO.
Riunione Nazionale delle Commissioni Artistiche
delle Associazioni Corali Regionali
sul tema
I CONCORSI CORALI
Competizioni oppure occasioni di incontro,
di crescita e di vetrina per le nuove composizioni?
CISTERNINO (BR) 5-6 ottobre 2002
notizie dalle regioni
29° FESTIVAL NAZIONALE DELLA POLIFONIA E DEL FOLKLORE
Convegno Ligure delle Corali
Associazione
Gruppi Corali
Liguri
Via Cuneo 16
16032 Camogli (Ge)
Presidente:
Mauro Ottobrini
Da 28 anni ininterrottamente il cav. Mauro Ottobrini, presidente A.CO.L. e direttore della Schola Cantorum
mons.G.B. Trofello dà appuntamento a centinaia di persone unite sia dalla comune passione per il canto corale sia
dalla confortante certezza di mantenere vivo un immenso patrimonio artistico più o meno conosciuto ma sicuramente
trascurato dai grandi “media” di comunicazione sociale . Quello che voleva essere dunque un incontro all’insegna
della spontanea ed entusiastica partecipazione si è ingrandito anno dopo anno: dalle nove corali liguri del 1974 radunatesi presso il santuario di N.S. del Boschetto di Camogli in occasione di una messa in preparazione del Giubileo, si è passati all’adesione di una media di 70 cori provenienti da tutta l’Italia e dall’estero. Circa tremila coristi si
alternano ogni anno su questo grande palcoscenico “ideale”, approntato da un collaudato coordinamento logistico,
dove gli interpreti propongono repertori di ogni genere corale polifonico spaziando dal canto di montagna alla polifonia sacra antica, classica e moderna, dal folk tradizionale regionale ed internazionale, al madrigale, dal country
al jazz, dal gospel al canto lirico.
Dal 18 maggio al 6 luglio in Liguria si è rinnovato questo grande appuntamento con il canto corale proposto nelle
sue molteplici forme artistiche.
Con la serata inaugurale del 18 maggio a S.Margherita Ligure è iniziata la 29ª edizione di questa grande “kermesse” italiana di Canto Corale; 24 gli appuntamenti decentrati nella nostra Liguria – e precisamente a Recco (19/5),
San Remo (25/5), Uscio (26/5), Isola del Cantone (1/6), Imperia (2/6), Albenga (8/6), Genova Pegli (9/6), Villanoce di Rezzoaglio (15/6), Magnasco di Rezzoaglio (16/6) Rapallo (22 e 23/6) Genova Nervi (29 e 30/6) e Mallare (6 e 7/7) con la partecipazione, veramente calorosa, di 83 compagini corali liguri, piemontesi, toscane, emiliane, lombarde e marchigiane:
Alessandria
Bettola Pc
Binasco Mi
Bogliasco
Bogliasco
Bruino To
Busalla
Camogli
Caniparola Ms
Carbonate Co
Castelnuovo Magra
Celle Ligure
Collegno To
Cosseria
Deiva Marina
Favale Di Malvaro
Gattatico Pc
Ge Pegli
Genova
Genova
Genova
Genova
Genova
Genova
Genova
Genova
Genova
Genova
Genova
Genova
Genova
Genova
Genova
Genova
Genova
Genova Nervi
Coro Ana Montenero
Coro Ana Val Nure
Coro Cantori Di Cana
Amixi De Boggiasco E Del G.P.
Corale Santa Maria
Coro Rocciavre’
Coro Vallescrivia Unitre
Sch. Cant.G.B.Trofello
Corale L’antoniana
Coro Euphonia
Sch.Cantorum “L.Perosi”
Corale Cellese
Coro Ana Collegno
Coro C.Monteverdi
Corale Deivese
Gruppo “O Castello De Ciavai”
Gruppo Vocinsieme
Coro S.M.Immacolata
Corale S.Martino D’albaro
Coro Dameo
Coro Biblioteca De Amicis
Coro Marcelline
Coro Monte Bianco
Coro Musica Nova
Coro N.S. Del Carmine
Coro Nugae
Coro Shalom
Insieme 90
Gruppo New Stars
Il Cerchio Armonico
Januenses Academici Cantores
Nuova Scuola Armonia
Opera Festival Cycnus
Piccolo Coro Monte Bianco
Spirituals And Folk
La Combriccola
Giaveno To
Imperia
Jesi An
La Loggia To
Larderello Pi
Livorno
Mallare
Murialdo
Pietrabissara
Pietrasanta Lu
Piobesi Torinese To
Pont Canavese To
Quiliano
Rapallo
Recco
Rezzoaglio
Rossiglione
S.Stefano D’aveto
Salviano Livorno
Salviano Livorno
San Remo
San Remo
San Remo
S. Margherita Lig.
Savona
Savona
Savignone
Savignone
Settimo Torinese To
Stazzano Al
Tavagnasco To
Tiglieto
Torino
Uscio
Valenza Al
Coro Valsangone
Corale S.M.Maggiore
Coro Regina Della Pace
Coro Myosotis
Corale Di Valle
Gruppo Nuovo Cacciucco
Amici Del Canto
Corale “Don T.Carazzone”
Coro Ars Musicae
Gruppo Vocalis 2000
Coro Il Grappolo
Coro Gran Paradiso
Coro Laeti Cantores
Orchestra Nova
Coro N.S. Delle Grazie
Coro Monte Aiona
A.N.A. Rocce Nere
Coro La Contrada
Coro S.Martino
Voci Bianche S.Martino
Complesso Voc. San Remo
Coro Palazzo Roverizio
Gruppo Madrig. Fuori Tempo
Coro Voci D’alpe
Corale Alpina Savonese
Coro Femm. La Ginestra
Coro Di Voci Bianche
Coro Giovanile
Coro Femm. “A.Nicola”
A.S.A.M. Chorus
Coro Mimosa
Gruppo Vocale Tiglietese
Coro Le Chardon
Coro S.Ambrogio
Gruppo Joy Singers
Queste le caratteristiche che hanno determinato l’anima della manifestazione, la quale parallelamente ha sviluppato
un particolare discorso legato alla scoperta naturalistica, architettonica e culturale di tutte quelle città e paesi più o
meno conosciuti che l’hanno ospitata. Promossa dall’Ente Regione Liguria, dall’Assessorato Sport e Tempo Libero,
dalla Fondazione Cassa di Risparmio Genova Imperia, dalle Provincie di Genova e Savona, dalla APT Genovese ed
Enti locali, ha coinvolto oltre 15.000 uditori e, durante il concerto di chiusura è stato annunciato che la prossima trentesima edizione del 2003 presenterà – oltre ai cori liguri – compagini corali provenienti da tutte le regioni italiane e
da ogni continente. Durante il corso di tutta la manifestazione è stata fatta una menzione particolare rivolta al M° Domenico Cieri, esimio musicista di chiara fama internazionale, grande cultore del canto corale, Presidente dell’Associazione Regionale Cori del Lazio, recentemente scomparso, verso il quale tutta la coralità italiana prova un grande sentimento di riconoscenza per i consigli e suggerimenti dati sempre con competenza, entusiasmo e semplicità.
19
notizie dalle regioni
L
U.S.C.I.
Unione
Società Corali
Friuli Venezia Giulia
Via Altan 39
33078 SAN VITO
AL TAGL.TO (PN)
Presidente:
Sante Fornasier
20
’Assemblea annuale dell’USCI Friuli Venezia Giulia, che si è svolta il 23 marzo presso la sede di San Vito al
Tagliamento, è stata un momento importante di confronto e di verifica dell’attività 2001 ma soprattutto occasione per illustrare le future iniziative che impegneranno il direttivo regionale per tutto il 2002. Il programma è
ancora una volta fitto di appuntamenti e ricco di progetti sia come ripresa di lavori già impostati negli anni precedenti sia occasioni sempre nuove per valorizzare nuovi settori ed essere sempre di più uno stimolo per i cori. La
situazione generale dell’Associazione può senz’altro essere definita molto positiva, in continua crescita soprattutto dal punto di vista qualitativo che ne fa un organismo riconosciuto e in grado di proporre e organizzare eventi
culturali di chiara valenza.
In questa prima parte dell’anno già si sono concretizzati alcuni appuntamenti come la Rassegna Regionale che, da
quest’anno ha fatto proprio il nome, ma soprattutto il progetto culturale, della rivista dell’Associazione, Choralia.
Così come la rivista non vuole fermarsi alla pura cronaca ma riserva spazi consistenti all’approfondimento, la rassegna, nel corso degli anni, si è trasformata da una semplice “vetrina” delle diverse realtà regionali in un “progetto di progetti” che racconta la coralità regionale e ne mette in luce la vitalità, le energie e le potenzialità. La somma dei lavori che ciascun coro è stato invitato a presentare ha disegnato un macro-progetto che si misura nei termini di una consolidata presa di coscienza della proprie potenzialità e capacità trovando uno stimolo importante
per pianificare il proprio lavoro secondo precisi fili conduttori. Le serate del 24 e 25 maggio, ospitate nella Chiesa di San Francesco a Cividale con il supporto organizzativo dell’Unione dei Circoli Culturali Sloveni (Zveza Slovenkih Kulturny Drus̆tev) hanno offerto al pubblico programmi validi e interessanti presentati in italiano e sloveno. Si sono esibiti, nella serata dedicata alla musica sacra, il gruppo corale “Sot el Agnul” di Galleriano di Lestizza, la Corale di Rauscedo, il Gruppo Corale Ars Musica di Gorizia, e il Coro Hortus Musicus di Trieste. Nella seconda serata, dedicata alla musica profana il gruppo corale “Benes̆ke Korenine” di Stregna, La Società Corale “S. Maria Maggiore” di Trieste, il coro “G. Peresson” di Piano d’Arta, e il coro ospite, in rappresentanza dell’Usci Lombardia il coro maschile “Sette Laghi” di Varese.
L’8 giugno, la sala “Tripcovich” di Trieste ha ospitato la felicissima serata di conclusione del progetto “Primavera di voci” dedicato ai cori di voci bianche alla quale il direttivo regionale ha quest’anno voluto dedicare particolare attenzione anche sulla scia delle iniziative già avviate soprattutto nelle province di Gorizia e Pordenone. La
nostra coralità per rinnovarsi e poter guardare al futuro con fiducia non può prescindere dal porre fortemente l’attenzione sullo sviluppo dei cori infantili e giovanili. Questa passa anche attraverso la proposta di occasioni di coinvolgimento e confronto, per avvicinare i cori non associati e quelli del mondo della scuola dove, nonostante alcuni segnali positivi, la musica ed il canto sono ancora considerati marginali. Il progetto si è concretizzato in quattro concerti organizzati dalle singole province durante i quali un’apposita commissione d’ascolto aveva il compito di individuare due cori per ogni provincia da inviare alla manifestazione conclusiva. E i risultati sono stati davvero notevoli. Tutti i gruppi partecipanti hanno offerto un piacevolissimo spettacolo in un concerto di qualità e ricco di spunti interessanti: Coro della Scuola Elementare “M. Montesori” di Trieste, “Artemia” piccolo coro di Torviscosa, Coro di voci bianche “Contrà Camolli” Contrà Camolli-Casut (PN), Coro di voci bianche “Veseljaki” di
Dobedò del Lago (GO), Otros̆ki pevski zbor “Fran Venturini” di Domio (Trieste), Gruppo Vocale e Strumentale
“Cantarè” di Trieste, Pueri Cantores “In dulci jubilo” di Fagagna (UD), Coro della Scuola Media “B. Partenio”,
Coro di Voci bianche dell’Associazione Corale “Audite nova” di Staranzano (GO).
L’Abbazia di Rosazzo (UD) ha ospitato dal 15 al 20 luglio i Seminari Internazionali di canto gregoriano. L’appuntamento, orami consolidato, ha ancora una volta riunito nella bellissima Abbazia numerosi corsisti suddivisi
in quattro corsi e guidati da docenti di prestigio: Antonino Albarosa, Bruna Caruso, Anna Gabriella Caldarolo, don
Giuseppe Peressotti. I corsi di quest’anno hanno voluto ancora una volta ribadire l’esigenza dello studio teorico e
pratico della coralità gregoriana e del suo ricchissimo repertorio. La settimana è stata arricchita dalla conferenza
tenuta da Cesare Scalon “L’importanza del libro manoscitto nella storia della cultura” e dal concerto della Schola Gregoriana di Venezia diretta da Lanfranco Menga.
N
USCI LOMBARDIA
c/o Coro La Torr,
c.p. 33
23807 Merate (Lc)
Presidente:
Vico Fresia
el 2001 e nel corso del 2002, l’USCI Lombardia ha prestato particolare attenzione all’attività formativa di
maestri e cantori.
Sul piano provinciale, la delegazione di Varese ha dato inizio, a fine ottobre, al XIII corso annuale, imperniato sulla direzione di coro, (M° Gabriele Conti), sulla lettura della musica e principi di armonia, (M° Loriano Blasutta) e
vocalità, (M° Giacomo Ciffo). Le lezioni si sono protratte sino a giugno e si sono concluse con un concerto di fine
corso diretto dagli allievi e con l’esecuzione di brani eventualmente composti nel corso dell’anno.
Anche la delegazione di Sondrio ha organizzato un corso per i direttori sotto la guida del M° Innominato sul
tema “la vocalità per il cantore”. Il risultato è stato assai soddisfacente e l’adesione da parte dei direttori valtellinesi quasi totale. Infine, a settembre 2001, la delegazione di Bergamo ha promosso un analogo incontro, affidando l’incarico di affrontare i vari problemi della vocalità ai maestri Angelo Mazza e Mino Bordignon.
Sempre la delegazione di Bergamo ha anche organizzato, per il 3 agosto dalle 9 alle 12, presso la sala della Comunità di Casazza, la presentazione, da parte del M° Padre Giuliano Viabile, del suo metodo di alfabetizzazione corale “Solfeggiando cantando”.Sul piano regionale, il 10 marzo 2002 sono stati invitati tutti i maestri della Lombardia ad un incontro formativo sul tema della prova. A guidare la riuscita iniziativa, il M° Angelo Mazza alla guida di due cori laboratorio: per il canto popolare, il coro Alpe di Saronno e, per la polifonia, una formazione mista di cantori del Città di Desio e de I Mastri Fini. Oltre sessanta i maestri presenti.
Sabato 12 ottobre alle 15, presso la “Casa del Giovane” di Bergamo è in preventivo un incontro analogo, con ilM°
Mimo Bordignon ed il Coro da camera della scuola Civica di Milano, dedicato al tema “Il tempo del dolore”.
Sono anche allo studio alcuni concerti riservati ai cori scolastici, al fine di incrementare la collaborazione con le
scuole. Oltre alla normale assemblea annuale, sono stati poi organizzati due concerti a Castiglione Olona (VA) ed
a Coccaglio (BS). Infine, si è tenuta a Desio, il 31 maggio ed il 7 giugno 2002, la consueta rassegna regionale. Il
regolamento prevedeva la presentazione di un programma a tema di circa quaranta minuti per coro.
Anche la delegazione di Milano ha in programma la tradizionale rassegna provinciale, un programma ormai
ben collaudato, che da anni si svolge in più serate, con il contributo dell’Amministrazione Provinciale.
notizie dalle regioni
A
A.E.R.CO.
Associazione
Emiliano
Romagnola Cori
via Amendola, 13
40121 BOLOGNA
Presidente:
Pierpaolo Scattolin
Bologna il 18 maggio 2002 si è tenuto un importante convegno promosso dall’AERCO, che vedeva
come argomento centrale il ruolo del direttore all’interno dell’associazionismo corale.
L’incontro, tenutosi nella bellissima sede del coro Stelutis (la “Tiz”), è stato diviso in due momenti: all’apertura dei lavori mattutini il presidente AERCO Pierpaolo Scattolin ha dato il benvenuto ai presenti,
numerosi e rappresentativi delle varie delegazioni provinciali: oltre una quarantina di persone, compresi
alcuni coristi e musicisti “ospiti”.
Dopo questa sobria e piacevole cornice ufficiale il presidente ha passato la parola a Giorgio Vacchi chiedendogli, in quanto protagonista e testimone privilegiato, di descrivere la storia dell’associazionismo corale in Italia, partendo dalla realtà bolognese da lui fondata, (prima associazione corale della penisola!!),
modello ed esempio per tutte le altre realtà corali di lì a venire. Il M° Vacchi ha tracciato un percorso per
alcuni aspetti strettamente legato, anzi inscindibile da quella che è stata la sua esperienza di vita, ed ha reso una narrazione affascinante, della quale soprattutto noi giovani dobbiamo essergli grati. Ascoltare i suoi
partecipati ricordi è stato per me come sentire dischi dell’Albatros e vedere filmati dell’istituto Luce… !!
Vacchi ha ripercorso le sue prime esperienze musicali di adolescente sfollato in campagna (il pianoforte,
i canti nella stalla..), ci ha fatto vivere il fermento cultural-musicale del dopoguerra, ha raccontato della
gran voglia di “cantare insieme” (nata spesso dall’impossibilità di saper suonare i motivi in voga!!), e dell’iniziale cantare “così come viene”, senza riflessioni su una possibile tecnica che possa aiutare a risolvere i problemi di un coro…
In seguito, sulla scia dei ricordi, abbiamo ripercorso il suo affacciarsi ad altre realtà corali emergenti: il
cosiddetto canto di montagna su modello SAT verso il quale molte realtà corali si stavano omologando,
fino ad arrivare agli anni delle riflessioni musicali legate ai primi studi etnomusicologici sull’appennino
emiliano. Grazie a queste ricerche, frutto di viaggi e scorribande su e giù per la regione, c’è stata anche
la conoscenza di svariate realtà corali e la presa d’atto che i problemi che i maestri si trovavano ad affrontare erano all’incirca gli stessi (in primis l’intonazione). Spesso però per impossibilità materiale o
mancata volontà, non vi era collaborazione, scambio di idee, di suggerimenti, di tecniche tra maestri, facendo sì che non ci fosse un progresso generalizzato della pratica corale, ma una parcellizzazione in realtà
chiuse ed isolate tra loro. Naturalmente tutto ciò, letto in un’ottica che vuole superare il localismo, comporta un notevole spreco di risorse nonchè una mancata occasione di crescita, sia individuale che collettiva.
Da qui l’idea di creare un’associazione che si ponesse come punto di riferimento per i vari maestri, che
fosse luogo di scambio, di studio, di condivisione d’esperienze per tutti coloro che avevano a cuore (naturalmente a vari livelli) la pratica corale amatoriale. Così nasce l’AERCO.
Per questo motivo Vacchi e Scattolin da tempo auspicavano questo tipo d’incontro regionale tra maestri
(mai avvenuto finora!!), con la speranza che possa diventare un atteso e produttivo appuntamento, dove
mettere costruttivamente in comune idee, dubbi, scoperte, etc...
Nel pomeriggio, dopo una piacevolissima pausa pranzo nella fresca ombra della Tiz, il M° Scattolin ha
riaperto i lavori, proponendo di ragionare sul momento forse più saliente della pratica del direttore: l’impostazione della prova. E tutti noi partecipanti, se al mattino ascoltavamo in rispettoso silenzio il racconto di Vacchi, avevamo adesso argomenti, esperienze, materiale di varia natura su cui confrontarci.
I contributi sono stati numerosi ed interessanti in quanto riflettevano i diversi stili educativi e il diverso livello di approccio scientifico dei maestri, e tutto questo in maniera assolutamente trasversale rispetto ai
generi (sacro, popolare…). E’ emerso con chiarezza un elemento imprescindibile: l’importanza di un intervento didattico sul coro ragionato e programmato, per non cadere viceversa in una poco produttiva casualità o in un falsato spontaneismo, che vuole mascherare piuttosto carenza di capacità progettuali del direttore. Risulta quindi necessaria una capacità strategica a lungo termine che deve tenere conto di vari parametri, quali ad esempio: ottimizzare i tempi della prova utilizzando, ad es, vocalizzi propedeutici al
pezzo in studio per scaldare la voce; entrare nel merito della respirazione avendone in primis piena consapevolezza (!!); calibrare la performance e distribuire l’ordine dei brani allo studio rispetto alla curva attentiva della prova e dei coristi; sviluppare competenze armoniche proponendo esercizi su cadenze e progressioni; introdurre ritmi composti (es. 3+2+2) utilizzando anche elementi non vocali, come battito di mani, etc;
avviare l’apprendimento della notazione in maniera funzionale agli scopi prefizzati
(apprendimento per scoperta).
Naturalmente queste sono solo alcune delle urgenze emerse dal dibattito, ma sono
sufficienti per vedere nel maestro il primo fautore del processo di apprendimento,
nel bene e nel male. Spesso è più facile scaricare sul coro la responsabilità del
mancato miglioramento o di insuccessi, mentre bisognerebbe chiedersi criticamente se le nostre strategie didattiche sono funzionali e produttive rispetto alle
risorse umane con le quali abbiamo a che fare. Ciò implica una formazione che
preveda anche lo sviluppo di competenze relazionali e pedagogiche, e non solo
se si dirige un coro di voci bianche!!
Importanti quindi gli spunti di riflessione ed i contributi emersi dal dibattito che,
con nessuna pretesa di esaustività, ha però fornito abbondante materiale e sostanziosi nuclei tematici per incontri futuri. Certamente la figura del direttore
emersa durante il convegno, maggiormente consapevole e responsabile, deve essere per tutti noi motivo di ripensamento sulle nostre azioni e pungolo per cercare
di agire sempre al meglio. Ricordando che come canta un coro è sempre merito, o
demerito, del direttore.
21
notizie dalle regioni
M
A.R.CO.M.
Associazione
Regionale
Cori Marchigiani
c.p. 304
60035 JESI (AN)
Presidente:
Sedulio Brazzini
entre la maggioranza dei cori marchigiani ha riposto spartiti e cartelle per concedersi un periodo
di relax, il Consiglio direttivo e la Commissione artistica hanno messo in cantiere alcune iniziative che coinvolgeranno Direttori di coro e Direttori di cori di voci bianche. Per questi ultimi è stato organizzato un corso d’aggiornamento per il periodo 11-13 ottobre che vedrà come docente il M° Nicola
Conci, che bissa in tal modo l’esperienza dello scorso anno. Tema proposto: “Il bambino inizia a cantare: didattica, vocalità e lettura della musica”. La sede del corso non è stata ancora stabilita, ma appare
probabile che esso si possa tenere a Macerata, città baricentrica per i Direttori residenti nelle Marche e
ragionevolmente prossima a quanti abitano nelle regioni limitrofe dalle quali, nella precedente edizione,
sono arrivati corsisti.
L’A.R.CO.M. inoltre ha ritenuto opportuno incentivare la partecipazione dei direttori marchigiani all’importante iniziativa della Feniarco, l’Accademia Europea per Giovani Direttori di Coro che si terrà
proprio nelle Marche, a Fano, dal 31 agosto al 7 settembre 2002. Analoga promozione è stata rivolta ai
componenti della Commisione Artistica Regionale per la partecipazione ad un altro appuntamento Feniarco, il “Convegno Nazionale delle Commissioni Artistiche Regionali” previsto per il 5/6 ottobre 2002
a Cisternino (BR). Sul piano dei rapporti con le Istituzioni, il Consiglio direttivo è impegnato in un confronto con i responsabili della Regione e quelli delle quattro Province marchigiane per tentare di ridurre
i disagi economici derivanti dai concreti tagli dei finanziamenti destinati al sostegno dei corsi di orientamento musicale. Il confronto si presenta di particolare difficoltà, dovendo la Regione ripianare un bilancio disastroso. In una lettera inviata dal Presidente Arcom, Sedulio Brazzini, ai responsabili della
Giunta regionale, si invitano gli amministratori a rivedere la loro posizione, indirizzando gli interventi riduttivi verso le tante spese superflue e recuperando efficienza razionalizzando i servizi. Nella nostra “battaglia” abbiamo trovato un alleato nell’Anbima, interessata quanto l’Arcom a mantenere il numero dei
corsi d’orientamento musicale. Staremo a vedere come andrà a finire.
Progetto “CANTINCORO - CORSI DI FORMAZIONE MUSICALE CORALE
RIVOLTI ALLE SCUOLE ELEMENTARI”. 2.400 bambini in coro
22
ASSOCIAZIONE
CORI PIEMONTESI
Via Monte Mucrone, 3
13090 Biella
Presidente:
Sandro Coda Luchina
Il progetto si è svolto durante l’anno scolastico 2001-02 ed ha interessato tutte le scuole elementari della
provincia di Biella ed alcune scuole della provincia di Torino.
I numeri parlano chiaro: sono stati 2400 i bambini che hanno aderito e 40 i saggi conclusivi.
Il nostro scopo, oltre all’insegnamento del canto corale, era volto alla costituzione di un coro di voci bianche dell’Associazione Cori Piemontesi tramite una selezione da effettuarsi durante lo svolgimento del
progetto.
L’obiettivo è stato raggiunto e il primo concerto si svolgerà il 21 dicembre nella Cattedrale di Santo Stefano in Biella.
Abbiamo chiuso le iscrizioni il 30 giugno per l’anno scolastico 2002-03 e a tutt’oggi risultano già iscritti più di 2.300 bambini. Tutto ciò non fa che confermare la bontà del lavoro iniziato due anni fa.
Il riscontro evidenziato direttamente con le insegnanti dei vari plessi scolastici è stato molto positivo. Non
solo, la voglia di cantare dei bambini ha impressionato favorevolmente, inducendo gli organizzatori a proseguire su questa strada in quanto i piccoli di oggi rappresenteranno il futuro del canto corale di domani.
A tutti i bambini partecipanti è stata consegnata un’elegante dispensa all’interno della quale vi erano una
serie di brani, da quelli molto semplici a quelli relativi a canti popolari e non, più impegnativi.
Il progetto, voluto fortemente dall’Associazione Cori Piemontesi è stato affidato all’Associazione “Progetto Musica” e ha riscontrato ampi consensi da parte del personale dirigente della scuola e dal numeroso pubblico presente ai diversi saggi. Di notevole rilevanza il contributo artistico dato dal M° Giulio Monaco, coordinatore musicale dell’Associazione e dai docenti, ai quali era stato affidato il faticoso compito dell’insegnamento.
Determinanti per la riuscita i contributi concessi dalla Provincia di Biella, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, dalle regione Piemonte, dal Comune di Biella e dai vari Comuni interessati per la presenza di una scuola aderente al progetto.
Corso di aggiornamento per direttori di coro
Il corso di aggiornamento per i direttori di coro si è svolto a Novara presso il Conservatorio ed è stato
coordinato dal maestro Giulio Monaco. Hanno partecipato 13 direttori provenienti da tutta la regione. Il
corso è iniziato nel mese di gennaio per terminare a giugno.
Cori associati anno 2002
A conferma della validità del lavoro svolto dall’Associazione Cori Piemontesi, con viva soddisfazione, a
chiusura delle iscrizioni, risultano associati 180 cori.
Editoria - Piemonte in Coro
Censimento della coralità piemontese stampato e consegnato a tutti i cori un elegante libro riportante i
cori associati anno 2001 e quelli censiti.
notizie dalle regioni
A.R.C.L.
Associazione
Regionale
Cori del Lazio
Via Valle
della Storta, 5
c/o Alvaro Vatri
00123 Roma
Presidente:
Alvaro Vatri
L
’Assemblea dei soci per il rinnovo delle cariche associative si è riunita domenica 3 marzo Appuntamento particolarmente delicato che riuniva una associazione in apprensione per le precarissime condizioni di salute del presidente, M° Domenico Cieri, presentatosi dimissionario, e contemporaneamente
alquanto disorientata per l’inevitabile rallentamento dell’attività manifestatosi nell’ultimo periodo. Tuttavia è emersa netta e forte la volontà di proseguire e rivitalizzare l’“avventura” associativa laziale e dall’assemblea è stato espresso un Consiglio Direttivo composto da Piero Caraba, Lucio Ivaldi, Danilo Silvetti e Alvaro Vatri, il quale a sua volta nella prima riunione ha eletto Vatri presidente, Caraba vicepresidente e Silvetti segretario.
Il 30 aprile è mancato il M° Cieri e l’A.R.C.L. si è ritrovata ancor più concentrata nel portare avanti quei
progetti che tanto stavano a cuore al presidente scomparso. Primo fra tutti i Concorsi Corali Scolastici (l’
XI Concorso “EGISTO MACCHI” per cori di voci bianche operanti nella scuola dell’obbligo del Lazio, e l’ VIII Concorso “GIAN LUCA TOCCHI” per cori giovanili operanti nella scuola superiore del
Lazio) che si sono svolti il 14, 15 e 16 maggio presso il Liceo “Morgagni” di Roma ed hanno visto la
partecipazione di 46 cori di 29 scuole. A tutti i cori partecipanti al termine della esibizione è stato consegnato l’attestato di partecipazione e la registrazione in CD della propria esecuzione musicale. I diplomi
per i classificati nelle tre fasce di merito (oro, argento e bronzo) sono stati consegnati il 30 maggio in occasione di un gala nel corso del quale sono stati invitati ad esibirsi i cori classificati in fascia oro. L’edizione 2003 dei concorsi è già stata varata e con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale è stata diffusa nelle scuole perché possa essere inserita nel piano dell’offerta formativa.
Il 21, 22 e 23 giugno nell’ambito della “Festa Europea della Musica”, è stata realizzata una “Rassegna
Corale A.R.C.L.” nel prestigioso cortile di Palazzo Braschi (Museo di Roma). Vi hanno partecipato 9 cori, mentre altri cori associati hanno eseguito concerti in sedi cittadine diverse.
Il Consiglio Direttivo ha nominato la Commissione Artistica composta dai maestri Fabrizio Barchi, Remo Guerrini, Bruna Liguori Valenti, Marina Mungai, Amedeo Scutiero e ha elaborato i progetti per il secondo semestre del 2002 che prevedono l’insediamento di alcune Commissioni di Studio e Lavoro e l’organizzazione di alcune manifestazioni: l’Autunno Polifonico Laziale (concerti tra ottobre e dicembre), la
“Festa del Cantore” (in novembre, con tesseramento di tutti i cantori associati) e “Il Lazio canta il Natale” (i concerti di Natale fino al 6 gennaio 2003). L’A.R.C.L. vive, dunque, un momento di intensa progettualità, ma soprattutto sta dotandosi e verificando quegli strumenti di lavoro e quelle strutture organizzative fondamentali perché la sua presenza nel territorio sia sempre più un punto di riferimento autorevole ed un interlocutore affidabile.
23
RICORDO DEL M° DOMENICO CIERI
di Alvaro Va tri
Il 30 aprile scorso è scomparso il M°
Domenico Cieri, Presidente dell’Associazione Regionale Cori del Lazio, uno
dei fondatori della FENIARCO, figura
di promotore appassionato della cultura e della attività corale ben nota alla
coralità italiana ed internazionale. Era
nato a Ortona (CH) il 1 febbraio 1935.
Ha compiuto gli studi musicali (pianoforte e composizione) presso il Conservatorio di S. Cecilia a Roma e frequentato i corsi di direzione d’orchestra tenuti da Franco Ferrara a Venezia
negli anni 1962 e 1964; più tardi si è
perfezionato in direzione di Coro con
C. Geoffray al Conservatorio di Lione
e ai corsi organizzati dagli “Amici della Musica” nell’ambito del Concorso
Polifonico Internazionale “Guido d’Arezzo” negli anni 1961-63.
E’ stato direttore del coro polifonico
“Colacicchi” e del complesso vocale da
camera “I Madrigalisti di Roma”; è stato inoltre direttore del coro polifonico
“Città di Cerveteri” e del coro da camera della RAI-Radiotelevisione Italiana.
Nel 1973 ha fondato l’Associazione
“Pro Musica Studium” e ne è stato presidente; è stato membro della direzione artistica della Fondazione “Guido
d’Arezzo”, della FENIARCO, del
Premio Internazionale per Direttori di
Coro di Trento, della Commissione
Musicale Europea della Fédération
Européenne des Jeunes Chorales, del-
Il Maestro Domenico Cieri.
l’Associazione Regionale Cori dell’Umbria. Attivo anche in campo didattico e musicologico, ha tenuto corsi e seminari e curato numerose edizioni moderne di musiche rinascimentali. (da “Dizionario Enciclopedico della Musica e dei Musicisti” – ed.
UTET)
Alle scarne note biografiche ufficiali
sopra riportate coloro che lo hanno
conosciuto aggiungeranno tanti ricordi personali e rievocheranno tanti
aspetti di una personalità ricca che ha
saputo dare alla coralità tutta, e laziale in particolare, la testimonianza e la
preziosa eredità di una sincera passione e dedizione al sogno di vedere l’attività corale, con i suoi immensi valori umani, culturali e di civiltà, diffondersi sempre più nella società e specialmente tra le nuove generazioni.
Alla gentilissima consorte, la signora
Raffaella Gentilini Cieri, l’espressione affettuosa e sincera del cordoglio
di tutto il mondo corale.
notizie dalle regioni
L
a FERSACO nel mese di luglio da’ attuazione al quinto progetto del corrente anno, incentrato sulla
voce, sulla sua corretta emissione e sulle conseguenze che - in positivo e in negativo – si riversano nel
momento interpretativo dei brani. Il Prof. Giuseppe Costi svilupperà, sotto il profilo teorico e pratico, il seguente tema: “Seminario di introduzione al Metodo Funzionale della Voce” di Gisela Rohmert.
domenica 5 maggio: corso di concertazione del M° Antonio Sanna (per la provincia di Sassari);
sabato 15 giugno: “Aspetti fiscali ed amministrativi delle Associazioni”: relazioni tenute da specialisti del settore appartenenti al
CONSORZIO S.I.S. (Sviluppo Impresa Sociale) di Sassari;
FE.R.S.A.CO
domenica 16 giugno: convegno sul Canto popolare: Prof. Ignazio Macchiarella:
Federazione
“Il canto sacro popolare in Sardegna nella Settimana Santa”;
Regionale Sarda
Prof. Giampaolo Mele: “Riflessioni sul canto sacro popolare
Associazioni Corali
in Sardegna e le fonti manoscritte”;
Via del Rosmarino s.n.
domenica 30 giugno: corso di concertazione del M° Antonio Sanna (per la provin07026 OLBIA
cia di Nuoro);
di prossima realizzazione:
Presidente:
giovedì 16/domenica 21 luglio: Prof. Giuseppe Costi: “Corso di vocalità: seminario di inAntonio Delitala
troduzione al Metodo Funzionale della Voce” di Gisela
Rohmert;
giovedì 29 agosto/domenica 1 settembre: M° Pier Paolo Scattolin: Tecnica della direzione;
domenica 22 settembre: corso di concertazione del M° Antonio Sanna (per la provincia di Cagliari);
domenica 13 ottobre: corso di concertazione del M° Antonio Sanna (per la provincia di Oristano);
venerdì 1/domenica 3 novembre: Prof. Guido Milanese: corso di Canto gregoriano.
T
24
A.S.A.C. VENETO
Via Castellana, 44
30174 Mestre (VE)
Presidente:
Gastone Zotto
ra marzo e maggio una trentina di cori ha partecipato al Festival “Cantar veneto”, organizzato
dall’ ASAC d’intesa con la Provincia di Venezia, così chiamato in quanto il regolamento di partecipazione prevedeva che il programma di esecuzione presentato da ogni coro fosse in buona parte costituito da
brani della tradizione veneta, o di autore veneto. La manifestazione si è articolata in quattro concerti di polifonia sacra e sei di canto popolare, in seguito ai quali sono state realizzate due serate conclusive con la partecipazione di dieci cori.
Con la collaborazione della Consulta dell’ASAC anche la Provincia di Treviso ha promosso la sua manifestazione, denominata “Festival della coralità trevigiana” articolandola in nove concerti. Vi hanno preso parte una quindicina di cori, con sette complessi partecipanti alle due serate finali.
Nel Santuario di S.Leopoldo Mandic, a Padova, si è svolta la XIV Rassegna di Musica Sacra con dodici corali in tre serate, mentre al Teatro Comunale di Belluno ha avuto luogo la Rassegna “Dolomiti in Coro” con
la partecipazione di undici cori suddivisi in due concerti.
Nel mese di giugno è stata organizzata la 26ª edizione di “Venezia in Coro”, comprendente un programma
di venti concerti nelle chiese del centro storico e negli ambienti assistenziali (case di riposo ed ospedali) ed
un programma di animazione musicale dell’area urbana.
La città è stata suddivisa in una trentina di “quadranti” in ciascuno dei quali si sono più volte esibiti i cori,
conformemente ad un programma itinerante predisposto dall’organizzazione.
Nel tardo pomeriggio, appuntamento in Piazza San Marco per l’esecuzione a cori riuniti di alcuni brani preventivamente inviati ai partecipanti. E’ stato questo un momento di grande soddisfazione, ma anche di vera
emozione, sottolineato da un pubblico molto numeroso e plaudente, e dall’apprezzata direzione del M° Agostino Granzotto. Alla kermesse veneziana hanno partecipato quaranta cori del Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia.
In luglio, all’Arena Romana di Padova, si è svolta la 28ª Rassegna Internazionale di canti e tradizioni popolari promossa dall’ASAC d’intesa con la FENIARCO e con il Comune di Padova. Vi hanno preso parte
complessi della Lettonia, Russia, Romania e Italia.
Nel prossimo mese di settembre sarà avviato il 10° Concorso regionale per cori delle scuole elementari, a
cadenza biennale, e contemporaneamente riprenderanno i corsi di aggiornamento per insegnanti della scuola di base previsti dal progetto “Musicascuola”, che nell’anno scolastico testè concluso hanno visto la partecipazione di oltre un centinaio di insegnanti.
Nel frattempo è decollato il Festival della Coralità Veneta al quale - conformemente al regolamento - sono
stati ammessi 30 cori, tra i 45 candidati, sulla scorta dell’originalità del repertorio proposto. E’ infatti previsto che il programma di esecuzione debba essere “preferibilmente inedito e poco eseguito”, intendendo
così favorire il rinnovo repertoriale anche attraverso la promozione di una “vetrina delle novità”. Le tre previste manifestazioni, a ciascuna delle quali parteciperanno dieci cori, e il conclusivo “concerto di gala” si
svolgeranno tra ottobre e novembre.
discografia
DISCOGRAFIA
a cura di Alvaro Vatri
F
in dal primo numero di questa rubrica abbiamo sottolineato che il suo
scopo non è quello di recensire la
produzione discografica corale, ma di segnalare quei CD che si configurano come
progetti, esperienze, percorsi atti ad offrire
spunti, suggerimenti e occasioni di confronto per la nostra realtà corale. In quest’ottica
la discografia prodotta in occasione dei concorsi corali nazionali ed internazionali rappresenta un materiale d’elezione, sia per la
ricchezza del repertorio che per la varietà
delle “vocalità”, che la ripresa “in diretta”
restituisce con un elevato grado di autenticità, e quindi particolarmente adatto per
operazioni di studio, analisi e confronto. In
queste stesse pagine abbiamo rivolto l’invito ai cori di proporci loro eventuali registrazioni che si configurassero con le caratteristiche di fondo a cui abbiamo accennato per
poterle mettere a disposizione dei nostri lettori. Abbiamo ricevuto dal Coro Musicanova di Roma, diretto da Fabrizio Barchi, un
CD fresco di stampa dal titolo “Haec Dies”,
pubblicato da Erreffe edizioni musicali. Si
tratta un progetto molto ricco e articolato su
diversi fronti: innanzi tutto, come sottolinea
il M° Barchi nell’introduzione, “in questi
ultimi decenni il coro sta conoscendo un
nuovo rinascimento stabilendo rinnovati legami nel rapporto con il testo sacro, connubio che da secoli contraddistingue le sonorità del coro a cappella. Il filo conduttore
dei dodici brani contenuti nel CD scritti da
otto autori diversi è rappresentato dunque
dai testi, la maggior parte dei quali sono
tratti dalla liturgia, altri invece sono tratti
più liberamente da scritti di S. Francesco, S.
Agostino, e dal breviario di Péguy”. Musica sacra quindi eseguita a cappella (in soli
due brani c’è l’intervento di strumenti: il
violoncello in uno e il flauto in un altro).
Ma c’è dell’altro: gli autori, tutti italiani (P.
Caraba, F. Cifariello Ciardi, P. Rosati, M.
Frisina, A. Iafigliola, M. Dal Prà, L. Donati
e lo stesso Fabrizio Barchi) hanno collaborato con il coro Musicanova alla realizzazione del progetto, per il quale anzi hanno
scritto esplicitamente alcuni dei brani. Tale
impostazione è mirata a raggiungere un risultato, come spiega ancora Barchi, “molto
variegato, quasi a voler tratteggiare un ventaglio di possibili modi di trattare la scrittu-
ra corale oggi. Trovano dunque spazio brani di impronta classica che gli storiografi
definirebbero in stile neo-romantico accanto a brani inclini verso nuove accordalità;
oppure brani dove è preminente una caratterizzazione ritmica vicino a brani più prettamente melodici; o ancora brani che trovano rinnovato impulso in espressioni arcaicizzanti (citazioni gregoriane e uso della
modalità) accanto ad altri nei quali si può
cogliere una dimensione più marcatamente
meditativa di ascendenza orientale come
nella tecnica del canto armonicale o nei
glissando non tonali. Questa diversificazione stilistica – conclude Fabrizio Barchi –
può essere ampiamente rappresentativa del
nostro tempo, ma è ancor più pertinentemente esplicativa di un genere, quello corale, che nei secoli non ha conosciuto e non
conoscerà mai momenti di oblio”. Raccogliamo l’ultima osservazione del M° Barchi
come un augurio per i destini della coralità
e segnaliamo che i brani non sono stati registrati in studio, bensì nelle Basiliche di S.
Agnese in Agone, S. Prisca e nel nuovo Santuario della Madonna del Divino Amore di
Roma, arricchendosi così delle suggestioni
non solo sonore di tali splendidi contesti architettonici.
Per informazioni e per le partiture:
ERREFFE EDIZIONI MUSICALI
Via Marotta 3 - 00050 Fregene (Roma)
Il Coro Musicanova
25
MONDOCORO
Curiosità, navigazioni, spigolature su Internet, riviste, libri
a cura di Giorgio Morandi
MUSICA PER LA PACE
E
26
noi …taciamo le fatiche che il cantare comporta, gridiamo il nostro desiderio di pace
fra i popoli, cantiamo la gioia del condividere
il linguaggio universale del canto che non conosce
frontiere e che arricchisce il nostro “essere”.
Per sottolineare questi concetti piace citare per i
nostri lettori parte della “Risoluzione di Linz sulla
Musica Corale” rilasciata a nome di tutti i cantori
del mondo in occasione della prima edizione delle
Olimpiadi Corali:
“…Il canto valica tutte le frontiere e può unire le persone in una voce sola. Noi consideriamo il “Progetto
Musica e Pace” avviato dall’International Music
Council come uno dei mezzi più importanti nella costruzione di ponti della speranza e della comprensione fra le nazioni e le genti. Noi sollecitiamo tutti i
Cori del mondo a programmare concerti di musica
corale per la pace e la comprensione quale missione
umana ed artistica tra le più importanti in questo
nuovo millennio…
…La musica corale, insieme allo sport, è uno dei
grandi fenomeni di massa della nostra società globale. La musica corale è non soltanto una delle forme
d’arte più ricche. Essa svolge una funzione socio-culturale molto positiva e, così pure, gioca un ruolo sociologico di vasta portata.
…Il canto corale contribuisce alle buone relazioni tra
le persone – donne e uomini – e crea comprensione e
rispetto reciproco fra individui di diversa provenienza culturale, di diverso colore, razza o religione.
Cantare in Coro richiede collaborazione e stima reciproca…”.
WORLD DAY
OF CHORAL SINGING
E’ una giornata di coralità mondiale molto speciale:
“Cantate Cori di tutto il Mondo!”. Fu proposta per la
prima volta nel 1990 dal Musicista Direttore di Coro
Alberto Grau, all’epoca con la carica di Vice-Presidente dei Cori dell’America Latina. Da allora ogni
anno viene riproposta da “FIM - Vice Presidencia para Latinoamérica Fundación Schola Cantorum de Caracas”.
Lo scopo era e rimane quello di incoraggiare le idee
di pace e di amicizia fra i popoli e la loro cultura. Dal
momento della sua creazione a oggi milioni di can-
Scrive il Mahatma Ghandi:
“Sono tre gli spazi di vita del cosmo.
Nel mare vivono i pesci e tacciono.
Sulla terra ci sono gli animali e gridano.
Nel cielo ci sono gli uccelli e cantano.
Caratteristica del mare è il tacere,
della terra il gridare,
e del cielo il cantare.
L’uomo partecipa di tutti e tre questi stati di vita:
porta in sé la profondità del mare,
il peso della terra, l’altezza del cielo.
Per questo è caratteristica dell’uomo il tacere,
il gridare e il cantare”.
tori di tutto il mondo vi hanno aderito esplicitamente, dimostrando quanto sia importante per i popoli di tutta la terra il canto corale.
Si partecipa alla “XIII GIORNATA MONDIALE DEL
CANTO CORALE”, che quest’anno avrà luogo il giorno 8 Dicembre, segnalando la propria adesione, organizzando nella settimana dal 2 all’8 Dicembre un
concerto o una manifestazione corale di qualsiasi
genere. All’inizio della manifestazione deve essere
presentato il proclama della giornata. Oltre al “Proclama” (obbligatorio) per i cori che lo desiderassero
sono disponibili due canti specificamente composti
per l’occasione ma che sono però proposti in forma
facoltativa.
ICB (International Choral Bulletin)
N. 2, Apr Mag Giu 2002.
Il Bollettino Corale Internazionale, lo ricordiamo, è
l’organo informativo della Federazione Internazionale per la Musica Corale (IFCM), una associazione
che nel mondo coinvolge fra 10 e 20 milioni di musicisti corali (Compositori, Direttori di Coro, Cantori…). Ecco perché la teniamo in considerazione
quale strumento che offre del campo corale la visione più ampia. L’ultimo numero pervenuto si propone con il titolo del Dossier “La Nuova Comunità
Corale”.
Partendo dallo spunto del ventesimo anniversario
di costituzione della IFCM la rivista presenta in
modo davvero dettagliato e completo tutte le componenti corali e le strutture tecnologiche di levatura mondiale esistenti al servizio della coralità. Nel
breve spazio concesso alla Rubrica è impossibile
MONDOCORO
pretendere anche solo di suggerire in forma adeguata l’importanza di quanto presentato. Nella coscienza di questa inevitabile limitazione si tenterà
di dare qualche piccolo accenno invitando chi ne
fosse interessato a richiedere l’articolo o gli articoli completo/i (nelle edizioni inglese, francese, tedesco o spagnolo) a [email protected].
Eccone qualche brevissimo acenno:
20 ANNI DI FEDERAZIONE
INTERNAZIONALE
PER LA MUSICA CORALE
…Quando fu fondata nel 1982, lo scopo principale
della Federazione era quello di rafforzare la collaborazione fra organizzazioni nazionali ed internazionali in tutti i campi della musica corale. Lungo
questi anni molti progetti sono stati concepiti e
realizzati per raggiungere questo scopo: Symposia
mondiali e regionali, Corsi Master di Direzione Corale, Coro Mondiale dei Giovani, Data Base di Musica Corale (Musica International), Sito Choralnet,
Censimento Corale Mondiale, Bollettino Corale Internazionale, Giornata mondiale per il canto corale, e molte altre iniziative realizzate su base quotidiana…
…I primi anni di vita di IFCM furono dedicati alla
creazione di una rete di contatti, al sostegno degli
scambi corali e all’organizzazione di iniziative di
collaborazione. All’epoca il compito principale della Federazione era quello di riunire singoli e organizzazioni che lavorassero per la comune passione
del Canto corale. Dopo 20 anni questo scopo è raggiunto. Si calcola che a vario titolo siano rappresentati da IFCM 10/20 milioni di musicisti corali:
direttori di coro, compositori, cantori…
Obiettivo raggiunto: oggi la gente parla, comunica,
condivide progetti e idee senza bisogno di nessuno
che li solleciti….
Oggi IFCM può svolgere un nuovo, diverso e molto
interessante ruolo per i suoi associati. Il nuovo
obiettivo non è più quello di creare qualcosa che
non esiste, ma quello di far funzionare nel modo
più concreto ed attendibile ciò che è stato creato in
questi venti anni. La cosa più importante non è più
collaborare, ma condividere conoscenza e competenza in modo utile e costruttivo per riproporre e
ampliare in tutto il mondo iniziative già collaudate
in un singolo paese…
Oggi IFCM si augura di essere il motore che accelera il processo di integrazione e cooperazione: un
programma affascinante ma non senza rischi.
Se per globalizzazione si intende un vago allineamento alla peggiore cultura occidentale la Federa-
zione probabilmente non intende averci molto a
che fare. Se invece si intende un processo per il
quale aprirsi alla collaborazione su scala mondiale,
rispettando e dando valore alla diversità e allo
scambio culturale, allora affermiamo che la musica
corale è uno strumento potente per migliorare i
rapporti reciproci nel mondo.
(da “Membri della IFCM nell’era di Internet e della
Globalizzazione” di Alessandro J. Cortese).
CHORALNET È …
Choralnet fornisce risorse Internet a musicisti del
campo corale ricercando, valutando, selezionando,
organizzando, descrivendo, e creando risorse di
informazione e forum di comunicazione.
Choralnet è gestito da un Consiglio Direttivo che è
formato da diverse sotto-commissioni che operano e
controllano specifiche iniziative…
Il sito www.choralnet.org, Le Comunicazioni choralnet, Budget e finanziamento di Choralnet, Il Passato,
Il Futuro: sono articoli scritti da vari membri del
consiglio Direttivo di Choralnet.
IL PROGETTO
MUSICA INTERNATIONAL …
Una biblioteca virtuale mondiale per la musica corale. Fino a pochi anni fa ed ancor oggi per molti di
noi documentarsi sul repertorio corale è affrontare
un percorso da combattimento spesso è appannaggio di pochi privilegiati.
Bisogna fare lunghe ricerche personali, risiedere
presso biblioteche particolarmente fornite di musica
corale, frequentare festival e concorsi, farsi mandare cataloghi dagli editori principali… Tutto è cambiato negli ultimi dieci anni. Oggi c’è MI (Musica International) che è sia il nome di una Associazione,
creata nel 1998, e che per sviluppare questo strumento globale ha membri e ramificazioni in tutto il
mondo. Ed è anche il nome di una banca dati che
contiene tutta l’informazione messa in memoria a
partire dal 1983, prima dal Centre D’Art Polyphonique d’Alsace e poi da un consorzio di partecipanti
di tutto il Mondo…
“L’associazione Musica International”, “La Biblioteca
virtuale Musica”, “Il CD Rom Musica”
“Il sito www.musicanet.org”, “Esempio di una ricerca
in Musica”, “Le Sessioni di Musica” e “Qualche preoccupazione…” sono i titoli di varie sezioni specifiche
dedicate all’attività di Musica International. Davvero uno strumento corale eccezionale ed insostituibile. Da conoscere! (Articolo di Jean Sturm, Direttore
Esecutivo dell’Associazione Musica International,
nonché membro del Centro Nazionale di Ricerca
Scientifica (CNRS - Francia).
27
MONDOCORO
IL NUOVO CENSIMENTO
CORALE MONDIALE…
…sarà disponibile “on line”. Fino ad oggi questo interessante strumento di ricerca corale, inteso specificamente nel senso di “ricerca di controparti corali
di tutto il mondo” era stato fornito da IFCM in forma cartacea. A seguito del ben noto sviluppo delle
nuove tecnologie non è per nulla sorprendente che
la prossima edizione venga inviata per e.mail come
file Acrobat PDF a tutti gli iscritti (più dell’80%) dotati di questo strumento. (Continuerà ad essere fornita in versione cartacea a tutti gli altri). Conseguenza immediata e positiva: anche gli aggiornamenti potranno essere più frequenti, completi e veloci. (Ricordo, per chi volesse usufruire di questo interessante strumento riservato ai propri associati,
che IFCM accetta le iscrizioni individuali).
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INOLTRE…
Al di fuori del Dossier il nostro ICB presenta interessanti articoli sul Canto a Cuba e sul Festival di
Cori di ragazzi svoltosi a Salt Lake City lo scorso autunno. Propone ai lettori il “San Juan Coral 2002”,
Festival dei Cori argentini.
La Rubrica “Repertorio” dopo Piazzola e Guastavino
è dedicata, questa volta, al compositore inglese Sir
William Walton, nella ricorrenza del centenario della sua nascita.
Interessante la rubrica “L’Angolo del Melomane” e,
ricca di ben 7 fitte pagine, l’utilissima Rubrica dei
Festivals, Workshops, Concorsi, iniziative corali varie di tutto il mondo.
ed
EUROPA CANTAT MAGAZINE
N. 02/2002
La rivista della Federazione Europea dei Cori Giovanili evidenzia esplicitamente in questo numero le limitazioni tipiche di uno strumento informativo trimestrale, riferite alle attività che propone. Sono iniziative di grande valore per i cori, ma riferite all’anno di attività in corso, quindi a breve scadenza e che,
pertanto, segnalano termini di adesione già scaduti.
Per questo motivo si procederà qui a un loro ricordo
telegrafico pur motivato dal fatto che avendo tutte
le manifestazioni una parte riservata al godimento
pubblico, i cantori italiani in vacanza nelle località
in cui queste attività si realizzano, potrebbero comunque godersene una parte come spettatori dei
concerti prodotti.
Ad “Alpe Adria Cantat” promossa per il periodo 1-8
Settembre prossimo da FENIARCO, ASAC, Regione
Veneto ed Europa Cantat sono dedicate due pagine
piene di dettagli ed informazioni circa i programmi
ed i responsabili per la realizzazione dei vari “Workshops”.
Lo stesso si può dire per la Semaine Cantante di Nevers (FR) che avrà luogo dal 25 agosto all’1 Settembre.
Appena ricordate, invece, sono quelle di Tarragona
(E), di Loughborough (GB) dal 28 Luglio al 4 Agosto ed
il “Vocal Jazz Days” di Soesterberg (NL) dal 24 al 30
agosto.
Dettagliatamente presentate sono altre iniziative
molto interessanti:
- “Sulle orme di Beethoven e Schumann” che avrà luogo a Bonn dal 29 Ottobre al 3 Novembre 2002 (Il
programma proposto prevede con la Bonner Jugend-Sinfonie-Orchester lo studio della “Rheinische Symphonie” e del “Requiem per soli, coro e
orchestra, op. 148” di Robert Schuman).
- Il “2° Concorso Internazionale per Giovani Direttori
di Coro”, che quest’anno avrà luogo a Tallinn (Estonia) dal 2 al 6 Ottobre;
- “Accademia Europea per giovani Cantori di Coro” a
Weikersheim in Germania, svoltosi dal 21 al 31 Luglio.
Di particolare interesse è un telegrafico primo annuncio della “Accademia Europea per Giovani Direttori di Coro” che nel prossimo anno avrà luogo a Barcellona dal 18 al 27 luglio. Questa volta la notizia (anche
se ancora senza i dettagli di programma) permette
ai Giovani Direttori Italiani di organizzarsi per questa significativa esperienza che ha già visto un giovane collega italiano imporsi con un secondo premio
nel corso del 2001.
ed
Due segnalazioni veloci. Mi sembrano interessanti:
1 “Cantare musica antica: la pronuncia delle lingue
europee nel tardo Medioevo e nel Rinascimento”
(Timothy McGee et al.). Questo eccellente sussidio tratta delle pronunce storiche di Inglese, Spagnolo, Tedesco, Francese e Italiano (per non citare il Catalano, lo Scozzese e il Portoghese), e la
lingua latina in diversi paesi. Il massimo per gli
amanti della musica antica.
2 “Traduzioni e commenti sul Repertorio Corale: Testi Sacri in Latino” (by Ron Jeffers): Se questo libro
non sta sul tuo tavolo, non sei un Direttore di Coro! Ogni testo latino standard (Proprio di Messe
ed altri testi) è presentato in traduzione poetica
e traduzione parola per parola, insieme con specifica ambientazione storica e liturgica ed una
indicazione di dove i singoli testi sono reperibili.
Maggiori informazioni e fotocopie dei testi citati, nella lingua originale o tradotti in inglese, francese, tedesco o spagnolo, possono essere richiesti a:
e-mail: [email protected] oppure fax 02 700440733
iniziative editoriali
MELOS 1 E 2:
GENERAZIONI A CONFRONTO
di Mauro Zuccante
C
on l’uscita di Melos 2 si arricchisce l’offerta della FENIARCO di nuove composizioni corali. Il volume, che verrà a breve distribuito a tutti i cori d’Italia associati, è edito, come il precedente,
dalle Edizioni CARRARA di Bergamo.
Contiene 26 brani: 5 per voci bianche,
3 per voci femminili, 3 per voci maschili e 15 per voci miste. Sommate alle 21 di Melos 1, la collana della FENIARCO raccoglie ora 47 nuove proposte di 39 compositori diversi.
L’elenco degli autori di Melos 1 e 2
presenta nomi già affermati accanto ad
altri emergenti. Melos costituisce,
dunque, un’interessante antologia di
musiche che mettono in luce punti di
contatto, linee di continuità, affinità
estetiche, condivise da compositori di
diverse generazioni.
Un primo indirizzo stilistico è quello
che accomuna quei musicisti, le cui
opere, seppur aggiornate in
chiave moderna, manifestano
tratti tecnici, formali ed
espressivi riconducibili alla
grande tradizione polifonica.
La produzione mottettistica
di Orlando Dipiazza (esemplare la sua Salve Regina, in
Melos 2) è valorizzata dal rigore, dalla compostezza e da
una generale chiarezza di stesura che non è mai accademismo, atteggiamento evitato in
virtù della cantabilità delle linee vocali, il cui profilo ricalca l’intensità espressiva della
melopea gregoriana. Impegnata nel ricreare la purezza e
l’equilibrio dell’antico stile
madrigalistico rinascimentale
è pure l’articolata scrittura del
più giovane Renato Miani
(Luci serene e chiare, in Melos 2). Lorenzo Donati, appartenente alla leva più recente (Agnus Dei, in Melos 2),
concentra, invece, il suo operato in una minuziosa e moderna rilettura delle tecniche
e dell’arte dei polifonisti
Melos 1
fiamminghi.
Meno vincolati a modelli storici riconoscibili, ma interessati piuttosto all’esplorazione delle possibilità timbrico-espressive dell’ensemble vocale,
sono i compositori che seguono, come
Biancamaria Furgeri, la cui scrittura
eclettica è caratterizzata da raffinati
concatenamenti armonici e variegate
soluzioni timbriche (significativo, in
Melos 2, il suo Invito, ricco di sfumature dinamiche e di intonazioni vocali
diversificate: dal canto dolce e melodico a quello teso e concitato; dal suono
sussurrato, al bisbiglio, al grido). Anche le invenzioni di Pier Paolo Scattolin sono informate dal disegno di forti
idee timbriche e da una ricca tavolozza sonora che gli suggerisce l’uso di
variati e particolari impasti vocali (suo
l’Incantesimo sciamanico, in Melos
2). Giovanni Bonato, appartenente alla
generazione dei più giovani, indaga ul-
teriormente le possibilità fonicoespressive del coro, creando pagine di
assoluta suggestione timbrica (illuminanti i suoi brani contenuti in Melos 1:
Dante... dunque e Or mira... questo
giardino, due fascinose ed estatiche
sculture sonore, sospese in una dimensione senza tempo).
Osserviamo, infine, come anche il genere di “canzone” (intendo in senso lato con questo termine quei brani in cui
prevale ora il tono lirico, ora quello più
“leggero”), venga rivissuto e interpretato con differenti modalità dagli autori delle varie generazioni.
Angelo Mazza ci offre con Ecoute
(Melos 2) un modello del suo modo di
condurre la linea melodica elegante e
garbato. Più denso cromaticamente,
ma altrettanto efficace nel dipingere la
lirica pascoliana è il linguaggio di
Guido Messore (Canzone d’Aprile, in
Melos 1). Tra i giovani, invece, Corrado Margutti traduce per coro
le seducenti peculiarità ritmico-melodiche del folclore
iberico (Dos poemas de Federico García Lorca, in Melos
1), mentre, infine, Damiano
D’Ambrosio scommette su
un ironico connubio tra gli
stilemi del blues e un nonsense di Rodari (Tema Blues, in
Melos 1).
Queste mie citazioni, ben lungi dal voler definire un profilo artistico degli autori e forzatamente limitate nel numero (non me ne vogliano, perciò, gli esclusi), intendono
sottolineare, comunque, la
ricchezza delle proposte di
Melos 1 e 2. Le raccolte della
FENIARCO evidenziano, infatti, l’impegno di quei compositori che, pur ritrovandosi
accomunati in percorsi paralleli di ricerca estetica, sanno
esprimere con le loro opere
(indipendentemente dalla generazione di appartenenza),
forti connotati di originalità e
valore artistico.
29
concorsi
38O CONCORSO NAZIONALE CORALE
Trofei “Città di Vittorio Veneto”
Vittorio Veneto, 24 e 25 maggio 2003
Art. 1 - Il 38° Concorso nazionale di
canto corale per l’assegnazione dei Trofei “Città di Vittorio Veneto” avrà luogo
a Vittorio Veneto nei giorni 24 e 25
maggio 2003.
PARTECIPAZIONE
Art. 2 - Il concorso è riservato a complessi corali amatoriali. Tale qualifica
non riguarda i direttori né gli eventuali
strumentisti richiesti dal programma.
Il concorso si articola in quattro categorie:
Categoria A
Cori con repertorio polifonico
Categoria B
Cori con repertorio popolare
Categoria C
Cori di bambini
(di ambo i sessi nati dopo il 31.12.1987)
Categoria D
Programma progetto
(Premio Banca Prealpi)
30
Art. 3 - Il numero degli esecutori di ciascun complesso corale, escluso il direttore, deve essere non inferiore a 12 e
non superiore a 40, pena l’esclusione.
La rispondenza ai limiti stabiliti sarà verificata prima dell’inizio dell’esecuzione.
Art. 4 - Ciascun complesso corale potrà
iscriversi anche a più di una categoria
purché siano rispettate le modalità previste per ciascuna di esse.
ISCRIZIONE E DOCUMENTI
Art. 5 - Le domande di iscrizione dovranno essere indirizzate alla segreteria
del “38° Concorso Nazionale Corale” –
Comune di Vittorio Veneto – Piazza del
Popolo 14 – 31029 Vittorio Veneto
(TV), e pervenire entro le ore 12.00 del
21 febbraio 2003.
L’iscrizione al concorso comporta il
versamento della tassa di Euro 55,00
(non rimborsabile) a mezzo vaglia postale (indicando la causale) o assegno
circolare intestato a: Comune di Vittorio
Veneto.
È richiesta la seguente documentazione:
a) domanda di iscrizione (il modulo può
essere richiesto alla segreteria del concorso o scaricato dal sito www.comune.vittorio-veneto.tv.it);
b) breve curriculum del coro e del direttore, con particolare riferimento agli ultimi cinque anni;
c) (solo per la cat. A) autodichiarazione
attestante che la composizione di autore
italiano in programma è stata composta
non prima del 1993;
d) (solo per la cat. B) autodichiarazione
attestante che due dei brani in programma sono stati composti o elaborati non
prima del 1998;
e) (solo per la cat. C) elenco nominativo
dei componenti il coro e rispettiva data
di nascita; tale documento dovrà essere
sottoscritto, sotto la propria personale
responsabilità, dal presidente o dal segretario oppure dal direttore del coro (i
cantori dovranno presentarsi al concorso muniti di un documento di riconoscimento);
f) (solo per la cat. D) breve relazione illustrativa del progetto-programma;
g) n. 8 copie delle partiture dei brani,
chiaramente leggibili, in formato A4
con indicazione della durata di ciascun
brano;
h) registrazione di buona qualità, su nastro magnetico o CD, di almeno tre brani eseguiti dal coro, di cui almeno uno
tra quelli indicati nel programma presentato;
i) ricevuta di versamento di Euro 55,00
per ogni singola iscrizione.
AMMISSIONE
Art. 6 - Il comitato artistico ammetterà i
cori alle competizioni in base ai seguenti punti:
a) valutazione del programma;
b) ascolto della documentazione sonora;
c) esame del curriculum del coro e del
direttore.
La documentazione inviata verrà acquisita dall’archivio della segreteria del
concorso.
CALENDARIO DELLE PROVE
Art. 7 - Date e sedi delle prove, nonché
l’orario e l’ordine di esecuzione dei brani scelti dal comitato artistico saranno
comunicati per lettera entro il 21 marzo
2003. Qualora un coro non fosse presente all’orario previsto dall’ordine di
esecuzione potrà eseguire la prova entro
un’ora dalla prima chiamata, purché i
motivi del ritardo siano ritenuti validi
dall’ente organizzatore.
PROGRAMMI
• Categoria A (repertorio polifonico)
Art. 8 - I cori iscritti alla categoria A dovranno presentare un programma della
durata di almeno 20 minuti comprendente brani di stile ed epoca diversi, tra
cui una composizione di autore italiano
scritta non prima del 1993. Non sono
ammessi accompagnamenti strumentali, ad eccezione di un solo strumento
qualora sia previsto dall’autore; l’organizzazione metterà a disposizione il pia-
noforte. Il comitato artistico sceglierà i
brani da eseguire per una durata complessiva di circa 15 minuti; il programma di esecuzione verrà comunicato ai
cori ammessi entro il 21 marzo 2003.
Il coro che risulterà vincitore del primo
premio concorrerà all’assegnazione
dell’11° Gran Premio “Efrem Casagrande” che si terrà domenica 25 maggio 2003 alle ore 17.
• Categoria B (repertorio popolare)
Art. 9 - I cori iscritti alla categoria B dovranno presentare un programma della
durata di almeno 20 minuti comprendente due brani composti o elaborati
non prima del 1998. Le elaborazioni devono essere basate su melodie popolari
della tradizione orale italiana e/o di etnie di confine. Sono ammesse solo due
composizioni d’autore. È consentito
l’impiego di voci soliste e di strumenti
della tradizione popolare. Non è invece
permesso l’uso di strumenti elettronici e
di basi musicali registrate. Il comitato
artistico sceglierà i brani da eseguire per
una durata complessiva di circa 15 minuti; il programma di esecuzione verrà
comunicato ai cori ammessi entro il 21
marzo 2003.
Il coro che risulterà vincitore del primo
premio concorrerà all’assegnazione
dell’11° Gran Premio “Efrem Casagrande” che si terrà domenica 25 maggio 2003 alle ore 17.
• Categoria C (cori di bambini)
Art. 10 - I cori iscritti alla categoria C
dovranno presentare un programma libero della durata di almeno 20 minuti
comprendente brani originali (non trascrizioni), anche con accompagnamento di pianoforte e/o di altri strumenti
(sono esclusi strumenti elettronici e basi musicali registrate); l’organizzazione
metterà a disposizione il pianoforte.
Il comitato artistico sceglierà i brani da
eseguire per una durata complessiva di
circa 15 minuti; il programma di esecuzione verrà comunicato ai cori ammessi
entro il 21 marzo 2003.
Il coro che risulterà vincitore del primo
premio concorrerà all’assegnazione
dell’11° Gran Premio “Efrem Casagrande” che si terrà domenica 25 maggio 2003 alle ore 17.
• Categoria D
(Programma progetto - Premio
“Banca Prealpi”)
Art. 11 - I cori iscritti alla categoria D
dovranno presentare un programma
musicale della durata di circa 20 minuti
impostato secondo un progetto che an-
concorsi
drà illustrato con una breve relazione
(programma tematico, monografico,
frutto di ricerca musicologica, di studi
e/o di collaborazioni con compositori
ed elaboratori, ecc.).
Si possono iscrivere a questa categoria
cori con repertorio polifonico, con repertorio popolare e cori di bambini.
L’accettazione del programma verrà comunicata ai cori entro il 21 marzo 2003.
La vincita del premio (unico) non dà diritto a concorrere per all’assegnazione
dell’11° Gran Premio “Efrem Casagrande”, tuttavia il coro vincitore dovrà
esibirsi nel corso del concerto di premiazione che si terrà domenica 25 maggio 2003 alle ore 17.
COMMISSIONE GIUDICATRICE
Art. 12 - La commissione giudicatrice
del concorso sarà nominata dal Sindaco
di Vittorio Veneto su indicazione del comitato artistico. Il giudizio della commissione giudicatrice è insindacabile e
inappellabile.
CLASSIFICHE - VALUTAZIONI
FINALI
Art. 13 - Al termine delle audizioni di
ogni categoria potranno essere fissati
eventuali riascolti supplementari. La
commissione giudicatrice formulerà un
giudizio tenendo conto dei seguenti parametri: intonazione, qualità vocale, insieme, musicalità e interpretazione. I
giudizi, che concorreranno a formare la
valutazione globale della commissione
giudicatrice su ciascun complesso corale, verranno successivamente inviati al
direttore del coro. La classifica dei cori
partecipanti alle categorie A, B e C
verrà stilata sulla base del punteggio
medio conseguito, espresso in decimi;
per la categoria D è prevista la sola assegnazione del premio senza formulazione di classifica.
I risultati ufficiali saranno resi noti al
termine delle audizioni di ciascuna categoria. Successivamente i direttori potranno avere un colloquio con la commissione giudicatrice per una valutazione più approfondita della prova offerta.
Art. 14 - I vincitori dei Trofei “Città di
Vittorio Veneto” nelle categorie A, B e
C parteciperanno di diritto alla competizione per l’assegnazione del Gran Premio “Efrem Casagrande”. Al concerto
finale di tale manifestazione la commissione giudicatrice potrà ammettere, fuori concorso, anche altri cori meritevoli.
RIMBORSI
Art. 15 - Ai primi dieci complessi corali ammessi alle competizioni di tutte le
categorie provenienti da località distanti più di 200 Km. da Vittorio Veneto, tra
cui almeno i primi tre per la categoria C,
verrà riconosciuto un rimborso spese
viaggio di Euro 300,00. Farà fede la data d’arrivo registrata dall’Ufficio Protocollo del Comune. La distanza fra la lo-
calità di provenienza del gruppo corale
e Vittorio Veneto verrà calcolata per la
via più breve, ad insindacabile giudizio
dell’ente organizzatore. Ai complessi
corali verrà riconosciuto un solo rimborso spese viaggio, anche se partecipanti a più categorie.
PREMI
Art. 16 - Per ognuna delle categorie A,
B e C sono previsti i seguenti premi (al
lordo delle ritenute di legge):
- al 1° classificato
Euro 1.500,00
- al 2° classificato
Euro 1.000,00
- al 3° classificato
Euro
500,00
In caso di assegnazione di premi ex-aequo l’importo verrà suddiviso. Ai cori
secondi e terzi classificati, se ammessi
al concerto finale, verrà riconosciuto un
ulteriore rimborso di Euro 300,00.
I cori vincitori del primo premio e quelli invitati al concerto finale avranno diritto a ritirare il premio in denaro solo
dopo la loro esibizione (domenica 25
maggio, ore 17).
Per la categoria D è previsto un premio
unico e indivisibile di Euro 1300,00 (al
lordo delle ritenute di legge) offerto dalla Banca Prealpi di Tarzo.
È facoltà dei cori premiati esibire regolare giustificazione delle spese sostenute per la partecipazione al concorso
(viaggio e/o soggiorno) fino alla concorrenza dell’ammontare del premio; la
somma corrispondente al rimborso non
sarà soggetta a ritenuta.
Art. 17 - Al coro primo classificato delle categorie A, B e C verrà assegnato il
Trofeo “Città di Vittorio Veneto” e il diploma di classifica; al direttore del coro
una targa offerta dall’A.S.A.C..
Ai cori classificati al secondo e terzo
posto verrà assegnata una targa e il diploma di classifica.
Art. 18 - Al direttore di coro, anche non
classificato, che avrà dimostrato particolari doti interpretative verrà assegnato un
premio (buono acquisto) di Euro 300,00
offerto dal Coro A.N.A. e dalla Sezione
A.N.A. di Vittorio Veneto in memoria del
maestro Efrem Casagrande.
Art. 19 - Al coro veneto iscritto all’Associazione per lo Sviluppo delle Attività
Corali – Veneto (A.S.A.C.) ritenuto migliore dalla commissione giudicatrice
verrà assegnato un premio (buono acquisto) di Euro 300,00 offerto dall’Associazione stessa, purché abbia ottenuto
un punteggio medio superiore a 7/10.
Art. 20 - In ognuna delle categorie A, B
e C verrà assegnato un premio di Euro
300,00 (offerto dalla Provincia di Treviso) al coro trevigiano meglio classificato, purché abbia ottenuto un punteggio
medio superiore a 7/10.
Art. 21 - La commissione giudicatrice,
inoltre, ha la facoltà di assegnare dei
premi speciali (per il programma di rilevante valore artistico, per la pregevole
vocalità, per la migliore interpretazione
di un brano contemporaneo, ecc.).
DISPOSIZIONI FINALI
Art. 22 - I complessi corali rinunciano
sin d’ora a qualsiasi compenso per l’eventuale registrazione o per trasmissioni effettuate da enti radiotelevisivi pubblici o privati.
Art. 23 - L’ente organizzatore si riserva
di apportare modifiche al presente regolamento o di revocare il concorso per
cause di forza maggiore.
11° GRAN PREMIO “EFREM
CASAGRANDE”
Vittorio Veneto, domenica 25 maggio
2002 - ore 17
Vi parteciperanno di diritto i cori che
abbiano conquistato il Trofeo “Città di
Vittorio Veneto” edizione 2003 nelle categorie A, B e C. Potranno partecipare,
inoltre, non più di tre cori che abbiano
conseguito il primo premio in concorsi
nazionali di canto corale (Vittorio Veneto escluso) effettuati nell’anno solare
2002. L’iscrizione al Gran Premio
“Efrem Casagrande” esclude quella alle competizioni delle categorie A, B e C
del concorso; è invece possibile l’iscrizione alla categoria D.
Al vincitore verranno assegnati un originale e pregiato trofeo e un premio
di Euro 1500,00 offerti dalla
FE.N.I.A.R.CO.
Comitato artistico: Aldo Cicconofri, Filippo Maria Bressan, Stefano Da Ros, Paolo
Merkú, Mario Mora.
Coordinamento artistico: Stefano Da Ros
Segreteria organizzativa: Ufficio Cultura
del Comune di Vittorio Veneto – Piazza del
Popolo n. 14 – 31029 VITTORIO VENETO
(TV)
tel. 0438-569.310 – fax 0438-53966
e-mail: [email protected]
I REGOLAMENTI COMPLETI E
I MODULI D’ISCRIZIONE POSSONO
ESSERE RICHIESTI ALLA
SEGRETERIA DEL CONCORSO
OPPURE SCARICATI DAL SITO
www.comune.vittorio-veneto.tv.it
La manifestazione è realizzata con il contributo e la collaborazione della Presidenza del
Consiglio dei Ministri, della Regione del Veneto, della Provincia di Treviso, della
FE.N.I.A.R.CO. (Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali),
dell’A.S.A.C. (Associazione Sviluppo Attività
Corali - Veneto), della Banca Prealpi di Tarzo, della Sezione A.N.A. e del Coro A.N.A. di
Vittorio Veneto.
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