Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c - Legge 662/96 - dci “PN” - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a sostenere le tariffe previste n. 8 2002 Maggio-Agosto Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali Rivista quadrimestrale della FENIARCO Rivista quadrimestrale della FENIARCO e d i t o r i a l e LA PATRIA DEL CANTO 3 di Sandro Bergamo d o s s i e r Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali editoriale CORO E LITURGIA 4 a cura di Marco Rossi e Gian Nicola Vessia Presidente: Sante Fornasier PER SAPERNE DI PIÙ 12 vice presidenti: Aldo Cicconofri Eugenio Arena di Giorgio Morandi LA FENIARCO AL SALONE DEL LIBRO 15 Foto di copertina: Pier Antonio Chiaradia “ANGELI MUSICANTI E DIRETTORE” notizie dall’associazione (particolare) di Alessandra D’Andrea SCHEDA REGIONE: 16 ASSOCIAZIONE CORI DELLA TOSCANA a cura di Giancarlo Pagni RICORDO DEL M° DOMENICO CIERI 18 di Alvaro Vatri scheda regionE Direttore responsabile: Sandro Bergamo Comitato di redazione: Aniello Del Gatto Antonio Delitala Giorgio Morandi Giancarlo Pagni Puccio Pucci Pierfranco Semeraro Alvaro Vatri i n i z i a t i ve e d i t o r i a l i MELOS 1 E 2: GENERAZIONI A CONFRONTO 19 di Mauro Zuccante RUBRICHE dalle regioni NOTIZIE DALLE REGIONI 20 DISCOGRAFIA 24 di Alvaro Vatri Segretaria di redazione: Alessandra D’Andrea Redazione: via Altan, 39 33078 San Vito al Tagliamento (Pn) tel. 0434 876724 fax 0434 877554 e-mail: [email protected] MONDOCORO 25 di Giorgio Morandi discografia Progetto grafico: Tipografia Menini / Spilimbergo (Pn) Roberto Roveri - Agenzia G.V. - Bologna Stampa: Tipografia Menini / Spilimbergo (Pn) Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c legge 662/96 dci “PN” Autorizzazione Tribunale di Pordenone del 25.01.2000 n° 460 Reg. periodici Italia € 10 Estero € 15 c.c.p. 11139599 Feniarco - Via Altan, 39 33078 San Vito al Tagliamento (Pn) Abbonamento annuale: mondocoro LA PATRIA DEL CANTO di Sandro Bergamo P oco patriottici i calciatori della nazionale, ostinatamente muti mentre volano le note dell’inno di Mameli? E se il quesito fosse un altro? Forse, chiedendoci se i giovanotti in questione sanno cantare, centreremmo di più l’argomento. Per lo più sotto i trent’anni, i ragazzotti sono venuti al mondo quando il canto, come abitudine collettiva quotidiana, già declinava. Vissuti quando la civiltà contadina, che ne era il presupposto (non si canta alla catena di montaggio o in ufficio), era già stata smantellata, non rientra nella loro esperienza di vita lo spontaneo ritrovarsi a cantare di qualsiasi comitiva di gitanti, fossero parrocchiani in pellegrinaggio o alpini al rientro dal saccheggio di una cantina. Per i più giovani, sepolti nelle loro cuffie, anche la brigata studentesca riunita intorno ad una chitarra di malcerta intonazione rischia di essere attivismo sconosciuto. Così cantare diventa non più abilità comune a ogni essere umano, come correre, saltare, ma attività specialistica, che solo pochi, avendola coltivata, sanno applicare. E lo constatiamo ogni giorno, nella fatica di trovare nuovi elementi per il nostro coro, elementi cui spesso dobbiamo insegnare tutto, ma proprio tutto: come se l’allenatore di calcio dovesse iniziare dalla deambulazione. E dalla diffusione della cultura musicale e corale, lo scopo della nostra coralità sta diventando, tout-court, la salvaguardia della voce dall’estinzione. A fronte di questa situazione, l’impegno delle istituzioni anziché aumentare, diminuisce: questa rivista, nata festeggiando il progetto ministeriale di un coro in ogni scuola, registra ora l’ipotesi che l’educazione musicale diventi facoltativa e a pagamento. Giusto: così, tutti egualmente dimentichi, non avremo più nemmeno il rimpianto. Per intanto, non ci resta che offrire i nostri servigi al presidente Carraro: un bel corso di primo approccio al canto per tutti i possibili convocati della nazionale. Tecnici e didatti ne abbiamo in quantità. E stia sicuro, presidente: costeranno meno, molto meno di Trapattoni. 3 dossier 2ª parte CORO E LITURGIA a cura di Marco Rossi e Gian Nicola Vessia I musici in chiesa. La musica per il “di’ di festa” nasce, in genere, dal- Interventi di: Pa rt e p r i m a ( n . 7 ) (già pubblicata su Choraliter n.7 - gennaio/aprile) Felice Rainoldi Guido Genero Luciano Migliavacca Giuseppe Liberto Giuseppe Radole Angelo Rosso Colin Mawby 4 Pa rt e s e c o n d a Marco Berrini Marco Rossi Valentino Donella Luigi Quintieri Marianna De Franco Simone Fuligno e Flavio Gatti Shai Misan Giancarlo Boretti l’amore di un direttore, di un coro o di un organista. Quando questo sodalizio funziona gli anni trascorrono veloci e ci si ritrova a scrivere, ancor giovani, che sono trascorsi decenni dalla prima volta di un preludio d’organo, di un mottetto a quattro voci e di un Santo assembleare. Le righe che seguono potrebbero essere sostituite da mille altri esempi e da mille altri direttori di coro che hanno dedicato i loro giorni più belli alla proclamazione della festività. Sono semplicemente, quelli che seguono, modelli di attaccamento al lavoro, di approfondimento culturale, di capacità di equilibrio tra esigenze di animazione comunitaria e di conservazione dei valori dell’arte di chi è al centro di questo impareggiabile gioco di emozioni. E’ la celebrazione del “di’ di festa” … VOCI AL SERVIZIO DELLA LITURGIA: UN’ESPERIENZA DI SERVIZIO LITURGICO MUSICALE Marco Berrini Direttore Artistico dell’Associazione Polifonica Gruppo Vocale Ars Cantica e Direttore Musicale dell’Ars Cantica Choir S crivere di una esperienza che ha ormai più di venticinque anni di storia alle spalle non è semplice. Il rischio è sempre quello di dimenticarsi di dettagli e particolari che a ben vedere si rivelano per nulla marginali. Una cosa è comunque certa: dopo un quarto di secolo di vita l’esperienza di servizio liturgico dell’Associazione Polifonica Ars Cantica non ha perso la primigenia freschezza di intenti e di ispirazione, anzi, ha trovato, lungo il passare degli anni, sempre nuovi stimoli con i quali alimentare l’entusiasmo di coloro che vi hanno partecipato. Un coro, un piccolo coro di parrocchia, pensato, desiderato e creato da un parroco che amava la Musica ma che soprattutto credeva nel suo grande messaggio spirituale, nella potenza del “veicolo artistico”, che viaggia su un binario speciale capace di collegare direttamente il cuore dell’uomo agli Orecchi di Dio: così nasceva, nella Parrocchia di S. Adele di Corsico-Buccinasco, quella che oggi si chiama Associazione Polifonica Ars Cantica e che raccoglie sotto la sua denominazione un gruppo di giovani che, rinnovano il loro impegno nel servizio musicale in seno alla liturgia. Un’Associazione all’interno di una realtà ampia e diversamente sfaccettata, che negli anni ha sempre trovato nell’ambito parrocchiale un fertilissimo terreno e una costruttiva sensibilità oltre ad una corretta e delicata opera di promozione della Schola Cantorum da parte di tutti i parroci che si sono succeduti alla guida della comunità, con un’ideale e fattiva continuità, in nome dell’indiscusso valore che il canto può avere nel contesto liturgico. Fin dai primi anni del suo operato in ambito liturgico la Corale S. Adele (questo è il nome che il gruppo prese dopo alcuni anni) ha trovato nella Parrocchia spazi e strumenti adeguati a svolgere al meglio il suo servizio e ha potuto sempre contare sul supporto di una attenta opera educativa da parte dei sacerdoti che, unitamente all’invito a parteciparvi, ha sempre messo in luce anche il valore spirituale e culturale propri del servizio. Da presupposti educativi rispetto all’irrinunciabile realtà del canto sacro e liturgico, ancora oggi prendono spunto tutte le iniziative che l’Associazione promuove in seno alla comunità. La recente riflessione stimolata dal Sinodo Diocesano ha riportato sul tavolo delle discussioni la seria, e per certi versi troppo trascurata questione dell’animazione liturgica nelle parrocchie. Fermamente convinti del fatto che è compito della Chiesa di farsi custode attenta di tutto quel patrimonio musicale e culturale che artisticamente le appartiene, evitando di mandare al macero secoli di storia e tradizione liturgico-musicale in nome del dilagante quanto pretestuoso canzonettismo liturgico, e altrettanto consapevoli del fatto che non è possibile conciliare la sopravvivenza di un repertorio liturgico che si possa anche definire “espressione d’arte” con l’esigenza del canto assembleare, l’Associazione Polifonica Ars Cantica si pone nel contesto liturgico come strumento di con- dossier servazione “attiva” del patrimonio liturgicopevole al servizio liturgico: esperienza quemusicale “d’arte”; con il desiderio di rendest’ultima che ha dato ottimi risultati e che re sempre più esplicita la funzione della da quest’anno confluisce nella nuova scuoSchola nell’ambito della preghiera comunila diocesana di formazione liturgica; orgataria e nello stesso tempo di chiarire (se annizzando Concerti Spirituali guidati, con i cora non lo avessero fatto a sufficienza i doquali educare l’assemblea presente ad un cumenti conciliari!) il concetto di “coinvol“ascolto orante poiché consapevole”; progimento di tutta l’assemblea nel canto liturmuovendo e stimolando il canto assembleagico”. re di ogni domenica, per favorire il quale Osservando, al riguardo, Musicam Sacram non si rende necessaria la presenza dell’in(MS, d’ora in poi) - Istruzione del “Consitera Schola - che diventa il segno distintivo lium” e della Sacra Congregazione dei Riti, delle solennità, durante la celebrazione del5-III-1967 - al n° 16 e Sacrosanctum Conle quali il suo intervento dà un taglio ancor cilium (SC, d’ora in poi) - Costituzione sulpiù solenne alla liturgia (senza togliere, anla Sacra Liturgia del Concilio Ecumenico che in queste circostanze, all’assemblea ciò Vaticano II, 4-XII-1963 al n° 30 ci si può che le compete in materia di canto liturgico) facilmente rendere conto di come i docu- ma rispetto al quale essa può diventare la menti conciliari (“vecchi” di ormai 30 an“struttura specializzata” che fornisce voci ni!) rivelino tutta la loro attualità: il problepreparate, adeguate ed educate a svolgere ma corre da sempre sui binari della formaquesto ministero domenicale, che dignitosazione: innanzitutto, a monte, dei sacerdoti mente può svolgersi con un buon accompa(come già sottolineato in Ecclesiasticam fugnamento organistico (vedi in particolare turorum (EF, d’ora in poi) - istruzione della MS 63 e SC 120); infine svolgendo una inSacra Congregazione per l’Educazione Cattensa attività concertistica (a livello naziotolica, 3-VI-1979 - al n° 56, in SC 115 e in nale e internazionale) con il Gruppo Vocale MS 52, oltreché in SC 113-114-116; ), una “Ars Cantica” che opera sempre in seno alformazione che “deve offrire la conoscenza, l’Associazione, che offre ulteriormente la comprensione, la pratica della musica sal’opportunità di riversare nelle nostre liturcra e del canto sacro” (“Ratio studiorum” gie i frutti di uno studio ancor più serio e dei seminari maggiori d’Italia al n° 58 - reapprofondito. golamento emesso dalla Commissione EpiCrediamo fermamente importante educare, scopale per l’Educazione Cattolica, 10-VIsoprattutto i giovani, al canto comunitario, 1984); degli operatori e animatori liturgico alla preghiera cantata, come pure educare la musicali (come si evince già molto chiaracomunità all’ascolto attivo del canto corale: mente da MS 18, 24, 67; SC 19, 29, 115; olsi tratta di sfondare quel muro armato di titreché da Il rinnovamento liturgico in Italia midezza, svogliataggine, pigrizia e un certo (d’ora in poi RLI) - nota pastorale della senso di disagio che, tenuto insieme da una Commissione Episcopale per la Liturgia del grande superficialità di fondo rispetto al va23-IX-1983 al n°14); dell’assemblea liturlore dell’espressione cantata della preghiegica al canto e all’ascolto di esso come forma di preghiera e di elevazione dello Spirito (sull’ “ascolto attivo” si veda N. Ghiglione “Fare una cosa senza tralasciare l’altra” Rivista Internazionale di Musica Sacra (RIMS) n° 4, 1990, pp. 341 e seg.). Alla luce di queste poche ma efficaci idee l’Associazione Polifonica “Ars Cantica” si è mossa in questi ultimi anni anche sul fronte della formazione e della educazione dei Musicisti di Chiesa promuovendo corsi di alfabetizzazione musicale di base e di educazione vocale gratuiti per tutti i partecipanti alla Schola; ha proposto in ambito decanale corsi di formazione e approfondimento musicale per i Musicisti di Chiesa (Direttori di Coro, Organisti e coristi) che, sotto la guida di figure qualificate e qualificanti hanno potuto Davide con il salterio: di Benedetto Antelami, Parma Battistero. accostarsi in maniera più consa- ra, induce il popolo ad atteggiarsi a comodo ascoltatore. Educare significa per noi anche proporre un repertorio che si lasci cantare dalla grande assemblea liturgica, o che, in altre circostanze si lasci adeguatamente ascoltare: non possiamo dimenticare ciò che disse Paolo VI quando sostenne nei suoi Insegnamenti che “non si può pertanto affermare che ogni musica diventi sacra per il fatto e nel momento in cui venga inserita nella Liturgia” (l’affermazione fu poi ripresa anche a Giovanni Paolo II nel discorso per il centenario dell’A.I.S.C.). Siamo convinti che non deve esistere una distinzione fra musica “vecchia” o musica “nuova”, giovane o adulta ma solo una idea chiara di Musica per il Culto Divino, Musica Sacra, che inneggia e loda la Perfezione e la Grandezza di Dio ed il suo Amore, e che per ciò deve mirare alla ricerca della perfezione nel modo in cui si esprime diventando veicolo privilegiato di lode, rendimento di grazie e comunicazione orante con l’Altissimo. Dalla Basilica al Santuario: esperienze tra coro e organo Marco Rossi Direttore artistico di “Organo nella Liturgia” e direttore editoriale di “Polyphonia” I l rapporto tra coro e liturgia può essere vissuto in diversi modi da un organista che si trova al servizio di un gruppo vocale. Oltre 20 anni trascorsi in una Basilica milanese e altrettanti in collaborazione con il coro di un Santuario friulano possono così creare una particolare simbiosi nella quale riversare un ricco bagaglio di esperienza. L’attività dell’organista a Milano ha permesso l’acquisizione di un certo tipo di conoscenza, connessa all’accompagnamento del vespro domenicale e della successiva celebrazione liturgica. Se il vespro, alternato tra un cantore, il sacerdote e l’assemblea è stato motivo per la corretta applicazione del repertorio ambrosiano, dalla sequenza dei salmi, all’antifona al Magnificat (propria per ogni festività) all’inno e così via, la messa lasciava invece ampio spazio all’uso dell’organo, in parte solista e in parte accompagnatore della stessa assemblea nei momenti chiave della celebrazione: “Alleluia”, “Santo”, “Padre Nostro”, più raramente per i canti all’Ingresso, Offertorio, Comunione, quasi mai per il can- 5 dossier 6 to finale e per il salmo responsoriale. Fatto dovuto sostanzialmente alla mancanza di un coro parrocchiale per la messa festiva serale. Particolari celebrazioni solenni hanno rispolverato l’uso, tutto ambrosiano, dei “12 Kyrie” e della “Sallenda” in apertura, con la creazione di una suggestione unica ed impagabile. Questa particolare situazione era legata alla volontà di mantenimento della grande cultura del canto ambrosiano da parte del Parroco dell’epoca, di un cantore e dell’organista stesso. Naturalmente, il passare degli anni, la formazione di un coro di giovani, di un secondo coro “polifonico” e l’avvicendamento di altri organisti hanno introdotto una nuova programmazione nell’ambito della animazione musicale della celebrazione. Se questa situazione “statica” si è via via evoluta verso la scelta di un canto assembleare guidato da un coro giovanile, nel rispetto di un repertorio diocesano, ben altre esperienze sono state vissute con il coro friulano di un Santuario mariano. L’importanza del tempio religioso, la ricchissima, ma eccessivamente variegata, composizione dell’assemblea, spesso formata da pellegrini provenienti dal triveneto hanno spesso creato un intenso dibattito in merito alle scelte esecutive per il servizio liturgico. In questo ambito particolarmente vivace lo stretto lavoro di collaborazione tra il direttore del coro e l’organista, oltre a frequenti incontri con i sacerdoti, hanno permesso di ottenere un risultato ottimale, frutto soprattutto della conoscenza e della cultura liturgico musicale di queste figure. Conoscenza che ha sempre permesso di programmare con gusto l’animazione del coro per la liturgia. In particolare si è distinto il repertorio proprio del coro (quello troppo spesso marchiato come “concertistico”) dal canto con l’assemblea, giungendo a diverse soluzioni in merito: - festività particolari: spazio riservato al coro polifonico ed al suo repertorio; - servizio domenicale “per annum”: alcuni cantori che guidano l’assemblea; - alcuni canti e parti della messa in alternatim tra assemblea e coro; - costante coinvolgimento dell’assemblea in alcune parti della celebrazione. In tutto questo discorso non si deve dimenticare la tradizione ultratrentennale del coro che, dalla sua fondazione, ha potuto contare per molti anni sulla direzione artistica di un frate particolarmente attivo nel mondo della polifonia e strettamente connesso a quella realtà veneziana della Fondazione Cini ove Don Siro Cisilino aveva fatto scuola agli albori della trascrizione della musica antica dagli originali. L’attiva cantoria parrocchiale degli anni ’50 sfociata nel coro polifonico ha così permesso di riportare all’ascolto capolavori della polifonia, non solo rinascimentale e barocca, ma anche composizioni più vicine ai nostri tempi. Con il passare degli anni la liturgia è stata, talora a ragione, alcune volte in modo forzato, campo sperimentale per l’esecuzione dei repertori più vari che attualmente vengono accantonati. Da alcuni affreschi corali del “Messiah” di G.F. Haendel a parti della “Messa per l’Incoronazione” di W.A. Mozart, a “Gloria” e “Sanctus” palestriniani, con inserimento della motettistica più ampia nei vari momenti “musicali” della liturgia. Non sono mancati alcuni “esperimenti”, quali la “Messa Giubilare” di D. Bartolucci, in alternatim tra coro e assemblea. Certo è che dopo molti decenni il vero caposaldo resta tuttora il canto corale (nel vero senso della parola), con alternanza dei versetti pari e dispari, del “Gloria” della Missa De Angelis, del “Sanctus” e dell’“Agnus Dei”, con qualche “sconfinamento” nella Missa Cum Jubilo. Nel corso degli anni si è inoltre accettato un buon compromesso, intonando spesso canti tratti dal repertorio nazionale, ai quali far seguire l’elaborazione polifonica di alcune melodie. A questo punto tutto viene valorizzato dalla capacità dell’organista di interludiare, valorizzando la melodia prescelta e conclamata dall’assemblea e ripensando al più sottile gioco polifonico del coro che ha ricamato sulla stessa melodia. Da qui sono nati come esperienza personale due volumi che raccolgono oltre 250 versetti e preludi d’organo sui canti eseguiti dalle assemblee ecclesiali. Decine di organisti si sono sperimentati su questi temi, mettendosi umilmente al servizio del coro, dell’assemblea rinunciando, attraverso dotte ma brevi citazioni, al protagonismo del loro straordinario strumento. Musica e comunicazione. A nessuno risulterà difficile comprendere che il XX secolo non è stato solo il secolo di drammatici conflitti bellici, di straordinarie e insperate scoperte, ma anche il secolo della tecnologia e soprattutto della comunicazione. L’editoria musicale ha espresso una vivacità di assolute dimensioni consentendo alla musica per il teatro, alle composizioni per orchestra, al mondo del pianoforte, al mondo dei “songs” di anticipare il villaggio globale degli ultimi decenni del secolo. Con tranquillità possiamo dire che anche la musica liturgica ha avuto un’ancella fedele e produttiva nel mondo dell’editoria musicale. Editori ormai scomparsi, ma di grande coraggio, hanno sostenuto, seguito ed animato il mondo ecclesiale spesso non flettendo nemmeno quando altri ambiti musicali avevano un enorme sopravvento per dimensione economica e per interesse popolare. Si pensi come il XX secolo abbia riproposto e rilanciato il gregoriano rispondendo all’appello di Pio X e del “motu proprio”; si pensi come questo secolo abbia lanciato e sostenuto la melodia perosiana, come modello per le cantorie italiane ed europee. E quando tutto sembrava fosse finito, con l’utilizzo di strumenti che nulla avevano a che fare con la musica liturgica nel periodo post conciliare, ecco la rifioritura con le riviste destinate ai cori, sia accompagnati, sia a cappella, ecco rispuntare il gregoriano e la musica organistica del settecento riproposta e rivalutata mentre giaceva sepolta negli archivi. Ecco ricercare le melodie più adatte all’assemblea, ripescando la semplice vena del corale europeo o chiedendo a nuovi compositori di essere propositivi nei confronti del popolo orante. Ecco ancora le distinzioni tra musica destinata al coro che si esprime concertisticamente, tra pagina organistica destinata ai virtuosi e tra brano per l’organo adatto a preludiare, interludiare e postludiare sulla melodia che caratterizza il giorno di festa. Valentino Donella con penna precisa e con occhio attento fotografa “lo stato dell’arte”, guardando alle esperienze editoriali dei nostri giorni. LE PUBBLICAZIONI MUSICALI PER CORO LITURGICO Valentino Donella Direttore musicale della Cappella di S. Maria Maggiore a Bergamo Premessa: l’istruzione Musicam Sacram (S.Congregazione dei Riti, 1967) prevede due compiti per il coro liturgico - “curare l’esecuzione esatta delle parti sue proprie, secondo i vari generi di canto, e favorire la partecipazione attiva dei fedeli nel canto”(n. 19). I l giudizio sulle bontà o meno di eventuali pubblicazioni corali non può prescindere da queste due indicazioni. Ora a tutti è chiaro il significato della pri- dossier ma; semmai si tratterà di approfondire le maniere concrete di aiutare l’assemblea e di verificare quanto le musiche in circolazione rispondano all’esigenza. Meno chiara la seconda indicazione, della quale si possono dare almeno tre interpretazioni, non necessariamente contrapposte: 1- il coro esegue, da solo, le parti più difficili del repertorio, monodico o a più voci; 2 - intona qualcosa di polifonico dopo che l’assemblea ha concluso il suo canto (es. terminata la comunione), oppure offre spazi particolari di meditazione da ascoltare tutti in silenzio (es. dopo una lettura o dopo l’omelia); 3 - oppure, ancora, esegue canti che non costituiscono un rito, ma un semplice accompagnamento del rito (es. il canto di inizio; i canti-rito, come le acclamazioni, è bene che li esegua l’assemblea). Non prendiamo in considerazione la radicale (e anticonciliare) posizione di chi vorrebbe sempre e dappertutto e solamente il canto dell’assemblea, con l’auspicata assenza di ogni formazione corale. Al contrario faremo notare che ci sono delle situazioni (cattedrali turistiche, chiese civiche ... ) in cui il popolo raccogliticcio od occasionale assolutamente non partecipa; dove ha senso e dignità soltanto il canto di un coro, con repertori aggiornati liturgicamente e musicalmente adeguati alla situazione; è il caso di S. Maria Maggiore di Bergamo, del Duomo di Pisa ... e chiese analoghe. Detto questo, bisognerà partire dai repertori diocesani, regionali e nazionale, destinati generalmente alle assemblee, in cui però non pochi canti si presentano realizzati coralmente a 4 voci, o, più raramente, elaborati in maniera più complessa e libera che vede interagire coro e assemblea e strumenti. Poi ci sono le varie fonti editoriali e le pubblicazioni periodiche od occasionali: sono attive in Italia le Edizioni Carrara di Bergamo con “Celebriamo” e “Polyphonia”, LDC di Torino con “Armonia di voci”, le Edizioni Paoline, l’AISC di Roma, le Edizioni Rinnovamento nello Spirito Santo, del Gen Verde... E’ risaputo che l’editoria musicale liturgica in Italia è un’impresa a rischio: la richiesta è minima, il consumo delle novità quasi inesistente; i diritti d’autore e d’editore non sono protetti e il malvezzo delle fotocopie devasta economicamente il settore. Si capiscono perciò le difficoltà e il poco entusiasmo degli editori che centellinano le edizioni, seguendo più volentieri le leggi del mercato (“quello che va”) piuttosto che i principi liturgici e le regole dell’arte (“quello che meriterebbe”). Qualcuna delle Case succitate è particolarmente attenta a seguire il marketing, non vergognandosi di inondare il mercato di prodotti indegni. In ogni caso sono due gli aspetti da considerare nelle composizioni destinate al coro di chiesa. 1 - L’aspetto liturgico-rituale: E’ il più importante, trattandosi di musiche “funzionali”, di musiche, cioè, che non si giustificano per se stesse, ma per il loro riferimento ad un rito (nate “in funzione” di un rito); l’aspetto liturgico, o valore rituale, è quell’insieme di caratteristiche (genere, forma, linguaggio, destinazione... ) per cui il pezzo in questione corrisponde idealmente al tempo corrente dell’anno liturgico (Avvento, Pasqua ... ) e alle esigenze di quel rito per cui è stato composto; ed è quindi in grado di celebrarlo adeguatamente e di evidenziarne il senso nel modo migliore. In una liturgia corretta non è ammissibile un canto estraneo o approssimativo, o appiccicato in qualche modo. 2 - L’aspetto artistico: quel qualcosa di indefinibile che rende una composizione musicalmente pregevole, ben proporzionata, bella e commovente; in cui la musica si sposa naturalmente con il testo e il testo viene esaltato dalla musica ispirata; qualcosa che, lungi all’esaurirsi in un chiuso ed arido esercizio estetico, si innalza ad esperienze più alte, predisponendo l’animo alla bellezza della Verità rivelata, celebrata in quel momento. Si dovrebbe, a questo punto, analizzare il mercato corale dalle due angolazioni, citando composizioni, autori ed editori, dando delle pagelle di valutazione. Non è possibile per ovvie ragioni di discrezionalità. Restiamo per forza sulle generali. Diciamo allora: parte del repertorio corale attualmente reperibile si mostra esemplarmente attento ai valori rituali, avendo dietro l’assistenza preziosa di un liturgista. Proprio questo repertorio, però, il più delle volte disdegna la raffinatezza artistica, s’accontenta di una scrittura musicale un po’ trascurata o appena “passabile”. Termine eloquente che sta ad indicare la diminuita attenzione ai valori musicali, tipica dei nostri tempi, che certo non appartiene alla storia e allo spirito della autentica musica sacra, né recente, né antica. Un’altra considerevole quantità di musica per coro, forse la maggiore, non è altrettanto ritagliata sulle esigenze rituali; magari è scritta bene dal punto di vista dell’artigianato musicale, ma sta a riempire interi numeri di riviste senza servire a nulla, o a poco; non è infatti inquadrabile: per quale tempo è pensata ? per quale momento rituale ? per quale tipo di celebrazione? per quale Sacramento? per quale momento della Messa? per quali Santi? Vi è palese, in tale musica, la poca sensibilità e talvolta l’ignoranza dei valori primari che devono con- traddistinguere e arricchire un canto”liturgico”! Qualche editore insiste nel produrre simile materiale indistinto e inutilizzabile in una liturgia appropriata. Il loro sforzo diventa patetico quando motivano le scelte in base a presunta e magari reale solidità musicale: “Questa sì che è musica!”. Raramente si trovano armonizzate le due esigenze di liturgicità e di arte; ancora meno in quel tipo di scrittura cripto-leggera (usata per lo più tra i gruppi giovanili o tra i movimenti ecclesiali), dove alla mancanza di proprietà rituale e di validità artistica si aggiunge il pressappochismo o l’assurdità della scrittura corale, più vicina ai modi del canzonettismo che ad altro. L’incontro con un pezzo riuscito è un avvenimento raro di cui gioire e far tesoro. Il musicista di chiesa deve affinare il suo fiuto alla scoperta dei rari “tartufi” (passi la parola) della musica sacra. Che dire poi di certi Requiem , Stabat Mater, Puer natus, Imperatrix Angelorum, Innocentes pro Christo, Ad te levavi animam meam, Haec est fides catholica... che si vedono presenti e freschi d’inchiostro in pubblicazioni tra il nostalgico e l’indefinito, magari di autori illustri? In quali liturgie si incontrano ancora testi del genere? Dove mai si possono cantare composizioni siffatte? E’ chiaro che si autocondannano ad un utilizzo - sempre improprio, comunque - puramente concertistico. Un discorso generico, dicevamo, e valutazioni asettiche, per non far torto a nessuno. Però se c’è un periodico di musica liturgica che in questi anni si sta distinguendo e che merita di venire citato è la “nuova” Armonia di voci. Già erede di una più che dignitosa tradizione, da qualche anno si è riorganizzata sulla base di regole precise, offrendo del materiale ottimo sotto tutti i punti di vista. L’operatore liturgico farà bene tenerne conto. Una parola conclusiva sul futuro del coro in chiesa: la sua sopravvivenza dipenderà dall’attuazione fedele, ma anche “generosa”, dei ruoli previsti dall’Istruzione Musicam Sacram, al di là dei fanatismi e delle prevaricazioni possibili da entrambe le parti. - Suoi nemici sono, fin d’ora, l’ignoranza arrogante di certi responsabili che umiliano il coro con ruoli insignificanti e malsopportati, con evidente o dichiarata predilezione per il solo canto del popolo. Comportamento oltretutto irresponsabile che provoca la fuga dei maestri e ancora più dei cantori che non “trovano gusto” a cantare in chiesa. Sì! L’espressione potrà sembrare non bella, ma fotografa la realtà. Se “in casa” non sono amati, vanno a rispolverare le antiche messe di Mozart, i Requiem di Cherubini... per eseguirli “gioiosamente” nelle rassegne. 7 dossier - Non meno nemici del coro liturgico sono quei maestri che non si sono aggiornati, che non hanno capito e accettato il progetto liturgico rinnovato dal Concilio, che non cercano i repertori più adeguati al nuovo corso. Gli uni e gli altri non dovrebbero più esistere. Per il bene del coro, per il meglio della liturgia. IL CORO NELLA CELEBRAZIONE LITURGICA Luigi Quintieri Compositore e Direttore di Cori, Diocesi di Crotone - S. Severina L’ 8 importanza e il ruolo fondamentale della musica all’interno della celebrazione liturgica sono parte integrante dei lavori del Concilio Vaticano II in quanto il suo fine è “la gloria di Dio e la santificazione dei fedeli”. In modo particolare, il canto esalta il senso teologico della preghiera che penetra nei cuori dei fedeli promovendo l’unità, la partecipazione e la conversione. Dice a questo proposito il Salmo 32: “(…) lodate il Signore con la cetra, con l’arpa a dieci corde a Lui cantate. Cantate al Signore un canto nuovo (…)”. Non sono, dunque, i soli strumenti musicali a ricoprire un ruolo fondamentale nella litur- gia, ma è soprattutto il canto che riveste una funzione di lode e di avvicinamento al Signore. Sant’Agostino commentando il Salmo ricorda: “ognuno chiede in qual modo cantare a Dio. Canta a lui, ma canta bene. Egli non vuole che le sue orecchie siano offese”. Ciò significa che all’interno della celebrazione liturgica cantare e suonare con dignità sono requisiti indispensabili per rendere lode a Dio e per educare l’uomo anche nella spiritualità: in Dio bonum et pulchrum convertuntur. L’esigenza di rendere il canto dignitoso ha messo in luce la necessità di formulare delle norme generali per la formazione di una schola cantorum come: il rispetto del canto e di ciascuna parte; la partecipazione attiva dei fedeli; la scelta dei cantores; la scelta del genere musicale; la varietà delle forme di celebrazione. In merito alla partecipazione attiva dei fedeli, il Sacrosantum Concilium sottolinea il rispetto dell’armonia che deve necessariamente esistere tra l’assemblea e i membri della schola cantorum. Ricorda Sant’Ambrogio: “il canto della moltitudine tutta del popolo in un solo coro! Diverse sono le corde della cetra, ma una sola la sinfonia. Spesso errano, in pochissime corde, le dita dell’artista; ma lo spirito artista nel popolo non può errare”. La schola è parte dell’assemblea e ne è la guida, il sostegno, lo strumento di dialogo, di elevazione e di mediazione dei testi sacri proposti. La partecipazione dei fedeli avviene attraverso la pronunzia, l’ascolto, la ge- stualità, la postura del corpo, le acclamazione, le risposte. La formazione di un coro o di una schola cantorum richiede particolare attenzione per il delicato e prezioso compito che riveste nella liturgia. Composto da uomini e donne, il coro deve sempre essere visibile all’interno della chiesa affinché possa svolgere il compito di mediatore con i fedeli e possa partecipare all’esecuzione del ministero liturgico. Di notevole importanza anche il repertorio che il coro deve adottare all’interno della liturgia. Al primo posto, nonostante la scomparsa della lingua latina all’interno della celebrazione, deve essere posto il canto gregoriano seguito da canti più semplici e facilmente orecchiabili per i fedeli poiché esso costituisce uno dei tesori più ricchi della liturgia romana. Chi ha imparato queste melodie e le ha cantate non può non aver avuto l’indescrivibile sensazione del sacro, di una bellezza semplicemente raffinata, misteriosamente suggestiva che è anche un invito a lasciarsi pervadere dalle realtà invisibili che sono all’origine di tutto ciò che è visibile. Solenni le parole del Concilio Vaticano II: “la chiesa riconosce il canto gregoriano come proprio della liturgia romana perciò nelle azioni liturgiche, a parità di condizioni, gli si riservi il posto principale”. Lo stesso Paolo VI invita i christifideles a cantare e a pregare in latino. A tal proposito mi chiedo: “visto che le corali non devono mettere a tacere l’assemblea, ma animarne il canto e la partecipazio- A PROPOSITO DEL MANUALE DEL CANTORE DI LUIGI QUINTIERI Dott.ssa Marianna De Franco Il Manuale del Cantore nasce dall’esperienza diretta dell’autore con cori parrocchiali amatoriali. Tenendo presente il bagaglio culturale dei coristi, il M° Quintieri, introduce e spiega gli elementi necessari per una formazione di base. Il linguaggio è, perciò, semplice e chiaro e, allo stesso tempo, incisivo e fortemente incoraggiante: infatti, i membri di un coro amatoriale, che non hanno conoscenza alcuna di musica, necessitano oltre che di nozioni semplici anche di stimoli continui e di un sostegno efficace per riuscire in un canto che è sinonimo di lode al Signore. Questo, in sintesi, lo scopo del Manuale che l’autore riassume nella Premessa e nelle Nozioni Introduttive. Seguono capitoli dedicati: - a elementi del canto artistico: per esempio alla respirazione; - a elementi di Teoria Musicale: per esempio alle figure; - alcune indicazioni sul canto liturgico, tratte dalla Costituzione Dogmatica De liturgia; - alcuni consigli sull’esecuzione del canto gregoriano; - un appendice sulla figura odierna della corale. A proposito del servizio liturgico della corale, l’autore, ricorda che questa, oggi, è chiamata ad un ministero da vivere con l’assemblea e nell’assemblea. In questo senso, egli sottolinea che l’assemblea non va considerata mera spettatrice, ma è necessario che venga messa nella condizione di poter partecipare, nei momenti previsti e in modo unanime, al canto. Inoltre, nel rispetto dei concetti di unanimità, organicità e liturgia, è necessario che la corale si collochi in una posizione ben visibile nell’assemblea, in modo da poter svolgere il suo servizio. Importante è, però, ricordare spesso ai cantori che il canto sacro è in primis un veicolo con il quale il Signore giunge ai cuori dei fedeli. Infatti, lo Spirito Santo apre i cuori all’ascolto delle parole attraverso la dolcezza e la bellezza espressiva della musica. Ciò significa, per l’autore, che il canto sacro è un efficace strumento di conversione. Il M° Quintieri cita, a tal proposito, il caso di S. Agostino, il quale si converte ascoltando un canto sacro: “Quante lacrime versate ascoltando i tuoi inni e cantici che risuonavano dolcemente nella tua chiesa! Fluivano nelle mie orecchie e distillavano nel mio cuore la verità”. L’autore conclude il Manuale del Cantore ricordando ai coristi tre principi fondamentali del canto: l’umiltà, la coerenza e il silenzio. Egli aggiunge, inoltre, che la voce è un dono e “cantare al Signore” servirà a guidare l’uomo nel suo cammino. dossier ne, le nostre assemblee sono in grado di cantare il gregoriano classico?”. A mio avviso no data la raffinatezza di queste monodie, frutto di secoli di preghiera e di ricerca di Dio. Credo che il gregoriano, fatta eccezione per le melodie più semplici che sono le meno antiche, non sia mai stato il canto di tutta l’assemblea cristiana, ma appannaggio di cori e di cantanti solisti. In conclusione, è bene non perdere mai di vista le finalità del canto liturgico e sottolineare sempre che il ministero del cantore e del direttore del coro sono un mero servizio, e qui vorrei aggiungere alcune parole del vangelo: “siamo servi inutili perché abbiamo fatto ciò che dovevamo”. Ognuno viva il suo carisma come dono di Dio da mettere a servizio dei fratelli, nella gratuità, nel silenzio e nell’umiltà. Inoltre, se è vero che “la musica ha la capacità di favorire l’incontro con culture diverse” come sostiene Giovanni Paolo II, allora il repertorio del coro deve assumere anche un carattere internazionale. Ciò permette una partecipazione migliore dell’assemblea alle celebrazioni, ai convegni e ai pel- legrinaggi, nonché un migliore inserimento di quei fedeli che si spostano in altre città per motivi di lavoro. I FEDELI CHE SI RADUNANO NELL’ATTESA DELLA VENUTA DEL LORO SIGNORE SONO ESORTATI DALL’APOSTOLO PAOLO A CANTARE INSIEME SALMI, INNI E CANTICI SPIRITUALI, PERCHÈ IL CANTO È SEGNO DELLA GIOIA DEL CUORE, PERCIÒ DICE MOLTO BENE SANT’AGOSTINO: “IL CANTARE È PROPRIO DI CHI AMA”; COSÌ COME NELL’ANTICHITÀ: “CHI CANTA BENE, PREGA DUE VOLTE”. E’ giusto nel contributo che segue, sottolineare il prestigio di cui la musica gode all’interno della liturgia protestante. C’è un amore per quella musica, un legame profondo che permette di riconoscere immediatamente uno stile, una poetica e un modo di pregare. Più lontano da noi, ma non meno importante è il senso della musica e del sacro nella tradizione ebraica. E’ così visceralmente legata alla Parola la melodia ebraica che un famoso passo talmudico afferma “Colui che legge la Torà senza cantare o che studia senza le modulazioni prescritte il testo, (è come se Dio) gli avesse dato precetti non buoni e leggi che non gli permettono di vivere” (Meghilla, 32a). Siamo davanti alla musica che sorregge ed esplica pienamente il testo nel suo più profondo significato. I brevi contributi che seguono siano un guardare a mondi artistici e liturgici solo apparentemente lontani e solo disattesi dalla nostra distrazione quotidiana. una eredità ancora viva. “In che modo oggi, al di là del repertorio, il pensiero musicale di Lutero continua a vivere nelle chiese protestanti?” Ancora oggi in tutte le chiese fondamentale è, da una parte la correttezza e pertinenza teologica del testo e, dall’altra, l’uso di un linguaggio semplice e contemporaneo, soggetto pertanto a continue revisioni e aggiornamenti. I nuovi brani continuano a essere composti secondo il modello luterano dell’inno strofico e monodico, arricchito da un’armonizzazione quasi sempre a quattro voci. Le differenti origini, storia e tradizioni delle varie confessioni, hanno invece portato a leggere differenze sulle fonti dei vari repertori. Purtroppo, però, alla ricchezza del repertorio a disposizione, oggi non corrisponde a volte un’adeguata preparazione musicale dei membri di chiesa che sempre più spesso dimenticano che per poter continuare a mantenere il canto come momento centrale della vita comunitaria e della liturgia è necessario doverlo coltivare e studiare. I valdesi, a motivo della loro particolare identità storica, hanno attinto fortemente dalla loro tradizione popolare in lingua francese molti brani che, insieme ai salmi ugonotti del XVI-XVII sec., continuano a costituire il repertorio di riferimento. Sempre a causa della forte coincidenza tra cultura popolare e religiosa, si è mantenuta all’interno delle chiese valdesi la tradizione delle Corali, che si esprime non soltanto in ambito liturgico ma anche durante le manifestazioni civili. Diversamente, il repertorio originario delle chiese battiste e metodiste in Italia, trova le sue fonti nella tradizione innologica delle chiese anglosassoni missionarie in Italia a partire dalla seconda metà dell’Ottocento. Le formazioni corali nate in queste comunità sono prevalentemente orientate all’evangelizzazione, così come le fanfare dell’Esercito della salvezza. Tutti questi repertori confluiscono all’inizio del novecento nell’Innario Cristiano (1922), sino ad oggi innario di riferimento per tutte le confessioni, revisionato solo nel 1969 e Tradizioni dello spirito. Il Canto della Fede Simone Fuligno Collaboratore musicale del SIE e organista della comunità Battista di Jacopino da Tradate, Milano. Flavio Gatti Direttore del Coro Valdese di Torino. Tratto da: Chiese in controluce. Valdesi e protestantesimo in Italia. A cura di Gustavo Alàbiso. Torino, Claudiana 2001. Per gentile concessione. D i solito, colui che entra per la prima volta in una chiesa protestante durante un culto, è colpito dall’organizzazione del canto dell’assemblea: accanto al pulpito un tabellone riporta l’elenco degli inni che l’assemblea canterà – spesso a più voci – nel corso della liturgia e l’innario utilizzato per il canto riporta sempre oltre alle parole anche la musica. L’impressione che egli ne ricava, quindi, è che la musica rappresenta, sia all’interno del culto che nella tradizione culturale delle chiese, qualcosa di molto importante. Diversamente da altre confessioni in cui si privilegiano le raffigurazioni pittoriche, la gestualità del rito, i profumi ma anche diversamente dall’uso che certa cultura New Age fa della musica riducendola a sottofondo piacevole e “misticheggiante”. Infatti, nelle chiese protestanti il canto comunitario rap- presenta un momento fondamentale e non accessorio della liturgia. Questo prestigio di cui la musica gode all’interno dell’organizzazione della liturgia protestante non è una conquista recente ma è stato contestuale e funzionale alla Riforma stessa. Fin dalle sue origini, la musica è stata strumento e arma nelle mani di Lutero, permettendogli di risolvere una delle sue maggiori preoccupazioni: riportare la comunità al centro della vita religiosa e l’assemblea dei credenti al centro del culto. Cantando, infatti, l’assemblea può partecipare personalmente alla liturgia e, come nel caso della lettura, confrontarsi direttamente con la parola di Dio. Una musica, quella di Lutero, ancella della preghiera e veicolo privilegiato per esprimere direttamente a Dio la propria lode. L’importanza che la musica assumeva nel pensiero di Lutero è testimoniato anche dalla cura che egli ha dedicato nella creazione del primo repertorio, dalla preoccupazione di offrire alla comunità, con l’uso di melodie e testi semplici e raffinati, la possibilità di intervenire attivamente nella liturgia. Tutto questo lavoro, nato da una necessità teologica, ha finito però anche per influenzare profondamente tutto il corso della musica colta occidentale e non solo le abitudini del canto sacro nel mondo protestante. La partecipazione attiva del popolo attraverso il canto ha infatti significato, come nel caso delle traduzioni della Bibbia nelle lingue correnti, una alfabetizzazione di massa che ancora oggi caratterizza l’intero mondo protestante. Il pensiero musicale di Lutero è, in effetti, 9 dossier nel 2000. A questo testo “ufficiale” si stanno affiancando oggi alcuni innari “I salmi della riforma”, “Cantiamo al Signore” e numerosi innari appartenenti ad altre realtà del protestantesimo italiano – uno su tutti quello in uso presso le chiese dei fratelli – che hanno anche lo scopo di proporre nuovi canti alle comunità le quali in assoluta autonomia spesso adottano raccolte autoprodotte per la propria liturgia. L’auspicio è che, anche grazie al contributo che può venire dai nuovi mezzi di comunicazione – soprattutto Internet – sia possibile in un prossimo futuro dare un maggiore impulso alla diffusione e quindi creazione di un nuovo repertorio innodico. In questo modo, agli inni storici gelosamente fatti rivivere all’interno delle liturgie, si potrà affiancare, meno timidamente, un nuovo repertorio anche più vicino culturalmente alla sensibilità delle nuove generazioni. MUSICA E CANTO NELLA CULTURA EBRAICA Shai Misan Cantore del Tempio Maggiore di Trieste 10 “Quando l’ebreo si rivolge al Signore, sente che la semplice parola che usa per comunicare con gli altri uomini è insufficiente; cerca quindi un modo più adeguato e più completo per elevare le proprie preghiere e lo trova nella musica. Elaborato o semplice, solenne o cantilenato, corale o monodico, il canto accompagna la quasi totalità della liturgia: ecco perché è stato scelto proprio il canto come mezzo espressivo, relegando l’accompagnamento strumentale a cornice propositiva e rivitalizzante della forma.” C on queste parole Marco Podda introduce una pubblicazione dedicata ai canti di rito ebraico-triestino. Sotto il regno di re David, circa 4000 leviti su 38.000 erano indicati come musicisti e cantori. Giuseppe Flavio parla di 500.000 musicisti in Palestina: anche se questi dati sono sicuramente esagerati, rendono l’idea della grande considerazione in cui veniva tenuta la musica nell’antico Regno. Nelle letture e nelle preghiere pubbliche la cantillazione tipica ha assunto toni di carattere decorativo che l’hanno resa sempre più gradevole adeguandosi ai gusti delle varie comunità sparse nel mondo. La conoscenza e la pratica esecutiva specifica di queste cantillazioni sono diventate compito del cantore che, in più parti del canto, coinvolgeva il pubblico ed il coro, esaltando stati d’animo diversi con varie intensità. La storia biblica esalta l’importanza degli strumenti musicali (timpani, tube, arpa e salterio) che provocano un effetto aggregante per le loro peculiarità ritmiche e timbriche. Particolare attenzione merita invece il canto, unione musicale e verbale che diventa strumento di sublimazione delle emozioni. La domanda che si posero alcuni maestri della tradizione sul ruolo dei leviti, scelti per essere i cantori del Santuario, viene affrontata dalla Mistica ebraica. Il canto è riconosciuto come strumento per ammorbidire l’aggressività delle tribù, quindi il senso ebraico del canto è una delle metafore più significative: la trasposizione del vissuto quotidiano, pieno di difficoltà, in adorazione del Supremo con rasserenante soddisfazione. La cantillazione, il salmodiare, la lettura dei testi sacri rappresentano la proiezione immaginaria del modo di intendere la parola nel suo pieno significato e nella sua intensità. Pertanto la musicalità interna del testo biblico e della vita ebraica ha una validità e un inte- resse al di là della bellezza storico-culturale. Alcuni pensatori sostengono che il rapporto musica-parola, il valore cioè puramente musicale e quello puramente logico verbale, può essere visto come una eredità che il pensiero ebraico ha lasciato, in modo poco consapevole, alla cultura occidentale. Nelle sinagoghe la preghiera conosce tre momenti giornalieri d’incontro: mattino, mezzogiorno e sera, mentre un maggior rilievo viene riservato alla liturgia dello Shabbath. Sono poi celebrate con solennità altre feste: il Capodanno, il Kippur, la festa della Capanne e la Pasqua. Mi piace ricordare la gelosia che i padri della nostra comunità nutrivano e nutrono nei confronti dei canti tradizionali nelle nostre preghiere, come i canti di Kippur, che trasformano il pubblico presente in Tempio in un unico coro che chiede la pace “Ose shalom bimromav …”, con una grande forza interiore: la forza del canto. Quella stessa forza sprona la ricerca musicale delle melodie tradizionali per riproporle a generazioni future ottenendo così la riscoperta. Uno sguardo al nuovo … e infine uno sguardo ai nostri giorni. Sono i giorni dove viene letta, interpretata e studiata la dialettica tra “navata” e “presidenza”. Ecco emergere una nuova figura già presente nelle nostre assemblee, già attiva nella dialettica tra coro e navata e già rifinita dal punto di vista dei contenuti tesi a definire una figura misteriale ritenuta oggi indispensabile. Il contributo che segue delinea con chiarezza gli ambiti di una funzione chiamata a compiti di regia celebrativa delicati e storicamente importanti. Perché è da qui che riparte un cammino (se mai si è fermato) alla ricerca di una liturgia insieme seria, semplice e bella alla quale si è data la possibilità di non perdere quell’aura unica nell’essere veicolo del mistero … L’animatore Musicale dell’assemblea: una Figura Liturgica Necessaria? Don Giancarlo Boretti Responsabile del Servizio per la Pastorale Liturgica della Diocesi di Milano. D al Concilio Vaticano II sono già trascorsi 40 anni: la Costituzione “Sacrosanctun Concilium” fu promulgata il 4 dicembre 1963, certamente come un evento epocale, poiché nella storia dei Concili per la prima volta è stato approvato un testo molto ampio sulla Liturgia, cui viene assegnato il suo vero posto nella pastorale. Sono già trascorsi 40 anni: non molto tempo, in verità. I “frutti dello Spirito” hanno bisogno di tempi lunghi per giungere a maturazione; e non è detto che quanto lo Spi- rito “ha seminato”, col passare del tempo, corrisponda alle aspettative umane e trovi corrispondenza nell’uomo! Dobbiamo, però, constatare che dal 1963 a tutt’oggi la cosiddetta Riforma liturgica di buoni “frutti” ne ha già prodotti e distribuiti: checché si dica dell’ancora “molto da fare” e di qualche speranza delusa. Andiamo a leggere, per esempio, quanto si è ripromessa la SC al n. 21: “Per assicurare maggiormente al popolo cristiano l’abbondante tesoro di grazie che la sacra Liturgia racchiude, la santa Madre Chiesa desidera fare un’accurata riforma generale della Liturgia. Questa infatti consta di un parte immutabile, perché di istituzione divina, e di parti suscettibili di cambiamento, che nel corso dei tempi possono o anche devono variare, qualora in esse si fossero insinuati elementi meno rispondenti alla intima natura della stessa Liturgia, o si fossero resi meno opportuni. In tale riforma continua la Costituzione Conciliare (le sottolineature sono nostre) - l’ordinamento dei testi e dei riti deve essere condotto in modo che le sante realtà, da essi significate, sia- dossier no espresse più chiaramente, il popolo cristiano possa capirne più facilmente il senso, e possa parteciparvi con una celebrazione piena, attiva e comunitaria”. Davvero molto è stato fatto nella linea di questo dettato conciliare; a tal punto che, essendo “espresse più chiaramente” le celebrazioni (basti pensare al passaggio dal latino alla lingua parlata), la funzione del commentatore liturgico fu e deve essere molto ridimensionata, se non addirittura eliminata: lasciamo (e facciamo in modo) che la Liturgia “parli” da se stessa, con tutti i propri e appropriati “segni”, sgravandola di un didascalismo che l’appesantisce e la snatura. Ma possiamo affermare di essere giunti alla desiderata e raccomandata “celebrazione piena, attiva e comunitaria” nel canto e con la musica? C’è, perlomeno, da dubitarne: non è chi non veda e non senta. Al riguardo la Istruzione sulla musica nella sacra Liturgia della S. Congregazione dei Riti (5 marzo 1967) è ancora di fresca attualità. Quanto all’argomento che ci riguarda, ecco il n. 21: “Si provveda, specialmente dove non si abbia la possibilità di istituire neppure una «schola» modesta, che ci siano almeno uno o due cantori, convenientemente istruiti, che propongano almeno dei canti semplici per la partecipazione del popolo e guidino e sostengano opportunamente i fedeli nell’esecuzione di quanto loro spetta. E’ bene che ci sia un tale cantore anche nelle chiese che hanno una «schola», per quelle celebrazioni alle quali la «schola» non può partecipare…”. Le sottolineature (nostre) intendono evidenziare l’importanza di una figura ministeriale liturgica raccomandata, con la sua funzione specifica, varia e necessaria. La Istruzione chiama questa figura “cantore”, noi possiamo denominarla “animatore”: ANIMATORE DEL CANTO DELL’ASSEMBLEA, o più semplicemente animatore dell’assemblea, cui sono affidati dei compiti che vanno oltre la funzione propriamente musicale, nell’ambito di una regia celebrativa compartecipata. Raccogliamo la sua “ministerialità liturgica” attorno a 4 verbi. brativa” (v. Sinodo Diocesano milanese 47°, 52), senza la quale si cadrebbe in uno scollamento registico e in un pressapochismo liturgico che compromettono il celebrare “in spirito e verità”. = COMUNICARE In relazione alla scelta di canti “giusti”, la guida del canto dell’assemblea deve perciò regolarmente con-agire insieme al Gruppo liturgico della comunità cristiana. Membro di questo gruppo, egli deve partecipare alla fatica del celebrare-bene, a partire da una preparazione tempestivamente e accuratamente avviata. La sua competenza musicale (non inferiore alla media) potrà e talvolta dovrà essere determinante, prima ancora di “porsi davanti all’assemblea” per svolgere il suo ministero. Alla fatica del celebrare-bene si aggiunge e va aggiunta quella del comunicare-bene con i soggetti responsabili dell’animazione. = AVVIARE L’animatore musicale dell’assemblea deve entrare frequentemente in azione prima della celebrazione: è bene preparare i partecipanti alla Liturgia con la prova dei canti, in maniera breve ed essenziale. Se coadiuvato dall’organista e magari dal coro, con una buona intesa la preparazione sarà più efficace, e più sicura sarà l’esecuzione dei canti durante lo svolgimento dei riti. Questa prova contribuirà a “risvegliare” dal silenzio l’assemblea, favorendone una partecipazione più sicura e meno timida; ed è anche una = SCEGLIERE Non sembri lapalissiano dire che i canti per la Liturgia si devono “scegliere”: la “scelta” dei canti è operazione seria, da effettuare alla luce di criteri vari (in relazione alla celebrazione, al momento rituale, al genere musicale, ai ruoli di animazione, alla tipologia e alle possibilità dell’assemblea). La scelta non deve venire soltanto dall’organista o dal direttore del coro o dal parroco o dal celebrante o anche dai lettori: deve essere condivisa da chi avrà la funzione di guida di tutta l’assemblea. Lo esige una “sapienza cele- Un organista: incisione da Theorica musicae di Franchino Gaffurio (Milano 1490). Milano, Biblioteca Braidense. risposta a chi si domanda: “E’ possibile far cantare la gente, che non apre bocca?”. “Provare” per credere. Intervento previo potrà essere, inoltre, qualche sobria e accurata didascalia, che offra all’assemblea, con le opportune indicazioni circa le modalità di esecuzione dei canti, il loro senso nello svolgimento liturgico. Compito, questo, che potrebbe essere affidato a un commentatore (voce guida): ma un animatore del canto sufficientemente preparato sarebbe anche più indicato per questo servizio “mistagogico”, con l’avvertenza di evitare un frastornante sovraccarico di parole d’accompagnamento. = SOSTENERE E’ l’ufficio proprio, più importante, che richiede alla guida del canto dell’assemblea competenza musicale (da un minimo ragionevole in sù!), saggezza celebrativa nel rapportarsi ai riti e alla loro successione, duttilità psicologica nell’adattarsi all’assemblea (preparata o meno preparata, grande o piccola, …). Egli, normalmente, è bene che si ponga davanti all’assemblea, ma non all’ambone (riservato alla Parola). Deve saper iniziare il canto da solo o insieme a tutti, far intervenire il coro - se presente - e alternarlo o unirlo all’assemblea, svolgere il ruolo del solista se non c’è nessun altro cantore. E la sua voce? Non dovrebbe farsi sentire, mentre canta l’assemblea, tranne per qualche impulso ritenuto opportuno, per esempio all’inizio di una nuova frase musicale, oppure in caso di insicurezza dell’esecuzione assembleare. Comunque, usi meno la voce e più il cenno della mano (dinamica non equiparabile al gesto del direttore del coro): l’una e l’altro con la massima sobrietà, al punto da “mettersi in disparte”, se l’assemblea ben avviata sa camminare con le proprie gambe! Eviti di “accompagnarsi” semplicemente (e inutilmente) all’assemblea, invece di “accompagnarla” con parsimoniosa vocalità e gestualità. Un’altra cosa, indispensabile, è che egli “si faccia accompagnare” da un buon organista o strumentista, con il quale stabilire e attuare un dialogo programmato, preciso, duttile e creativo: l’intesa va curata fin nei minimi particolari, anche nel chiedere e offrire lunghi o brevi interludi, o espressività ritmicovocali misurate sul genere dei canti e sulle capacità delle assemblee. E’ l’esperienza che insegna tutto questo, là dove una chiesa, una parrocchia, un’assemblea liturgica ha la fortuna di avere l’animatore e lo strumentista sufficientemente “bravi” anche in questo dialogo. Una figura ministeriale di tal fatta, ahimé, è ancora da “inventare” nel cammino liturgico delle nostre assemblee? Se – qua e là – 11 dossier già esiste, se ne rallegrino clero e laici, animatori e fedeli! Se invece non esiste, bisogna (ad ogni costo) “inventarlo”! Non crediamo di esagerare nel dire che, senza questa “invenzione”, le nostre celebrazioni saranno o continueranno ad essere povere di canto, anche se ricche di esecuzioni esemplari delle Scholae cantorum (o di solisti preoccupati di - o quanto meno condannati a - “esibirsi” musicalmente più che di “animare” liturgicamente); le nostre liturgie saranno o continueranno ad essere anemiche nella partecipazione di tutti, anche se accompagnate dalla volonterosità (o dalla elitarietà?) di pochi componenti di un coretto, che finisce per ritagliarsi un proprio angolo canoro senza incisività trascinatrice. Qualcuno… si scoraggia pensando al profilo alto dell’animatore musicale dell’assemblea? Non bisogna rinunciare di pensare alto, e di “sognare”, ponendosi con pazienza a far nascere o a perfezionare questa figura indispensabile: indispensabile più del coro e del suo direttore, più dell’organista e del suo strumento, più del gruppo corale giovanile e delle sue chitarre! 12 In “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”- Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il primo decennio del 2000 - leggiamo parole di squisita freschezza: “Serve una Liturgia insieme seria, semplice e bella, che sia veicolo del mistero, rimanendo al tempo stesso intelligibile, capace di narrare la perenne alleanza di Dio con gli uomini” (n. 49). Via dunque (anche dall’ambito musicale) “una certa stanchezza”, “vecchi formalismi” o un “avventurarsi alla ricerca ingenua dello spettacolare” (ib.). A tanto sono chiamati, con il loro servizio, tutti gli animatori musicali nella assemblea: in primis, l’animatore musicale della assemblea. E per chiudere il pensiero di Giovanni Paolo II nella lettera agli artisti: “LA CHIESA HA BISOGNO DEI MUSICISTI. QUANTE COMPOSIZIONI SONO STATE ELABORATE NEL CORSO DEI SECOLI DA PERSONE PROFONDAMENTE IMBEVUTE DAL SENSO DEL MISTERO! INNUMEREVOLI CREDENTI HANNO ALI- MENTATO LA LORO FEDE ALLE MELODIE SBOCCIATE DAL CUORE DI ALTRI CREDENTI E DIVENUTE PARTE DELLA LITUR- GIA O ALMENO AIUTO VALIDISSIMO AL SUO DECOROSO SVOLGIMENTO. NEL CANTO LA FEDE SI SPERIMENTA COME ESUBERANZA DI GIOIA, DI AMORE, DI FIDUCIOSA ATTESA DELL’INTERVENTO SALVIFICO DI DIO”. Marco Rossi e Gian Nicola Vessia nel 31 marzo 2002, Pasqua del Signore PER SAPERNE DI PIÙ... a cura di Giorgio Morandi A) CORSI CONVEGNI SEMINARI NOTA: Nell’impossibilità ed inopportunità di dare un elenco completo di tutte le iniziative, si circoscrivono le indicazioni all’area geografica Italiana e alle maggiori iniziative, quelle che possono suggerire punti di partenza minimi per una ricerca più dettagliata. E’ sicuramente valido il suggerimento generale che, per una indagine più mirata e concreta, chiunque sia interessato può partire dagli Uffici Liturgici e dagli Istituti di Musica Sacra diocesani. 1 CO.PER.LI.M. Corso di Perfezionamento Liturgico-Musicale, con sede a Roma. Istituito nel 1994 dall’Ufficio Liturgico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana è riservato ai musicisti diplomati (in Conservatorio o scuole Diocesane) ed è destinato a formare i responsabili diocesani di musica sacra, gli incaricati di musica liturgica delle comunità religiose e delle aggregazioni ecclesiali, i docenti presso le scuole Diocesane di Musica Sacra. http://www.chiesacattolica.it/cci/cei/ uffici/uln/ev1/index.html 2 Il “Pontificio Istituto di Musica Sacra” (PIMS) di Roma è un’istituzione accademica e scientifica eretta dalla Sede Apostolica. L’Istituto insegna le discipline liturgico-musicali sotto il profilo pratico, teorico e storico nei vari aspetti e nelle diverse culture e promuove la conoscenza e la diffusione del patrimonio tradizionale della musica sacra favorendo altresì le espressioni artistiche adeguate alle odierne culture. Inoltre il PIMS vuole rendere, per incarico della Chiesa madre di Roma, un servizio alle Chiese locali di tutto il mondo in vista della formazione dei musicisti di Chiesa e dei futuri insegnanti e responsabili nel campo della musica sacra. 3 Corso Superiore Sperimentale di Specializzazione Triennale “Musica per la Liturgia e per le Attività Culturali in ambito ecclesiale” (M.L.A.C.E.) presso il Conservatorio Statale di Musica “E.R. Duni” di Matera. 4 Seminario per Responsabili delle Scuole Diocesane di Musica Sacra e degli Istituti Musicali per la Liturgia, organizzato dall’Ufficio Liturgico Nazionale della CEI. 5 Convegno, “Tre Giorni di formazione liturgico musicale” organizzato da Associazione Italiana S. Cecilia (A.I.S.C.) di Roma. 6 Corsi Estivi per Animatori musicali della liturgia a Valtournanche (AO), Maddaloni (CE) e S. Giuliana di Levico (TN) della Associazione Italiana S. Cecilia (A.I.S.C.). http://corogiampilieri.supereva.it /page10.html ~ B) CONCORSI Concorsi di Composizione Parlando di Musica Sacra Liturgica sono pochi i casi in cui il titolo stesso del Concorso di Composizione dichiara esplicitamente la qualità e la funzionalità della musica che ne deve derivare. Praticamente assente la definizione di “musica religiosa”, nella maggior parte dei casi si parla genericamente di “musica sacra” o di musica “su testo sacro”. Eccone quattro esempi. 1 “Concorso Nazionale di Composizione Corale Sacra Liturgica” dell’Associazione Corale “Il Labirinto” di Brescia. Scopo del Concorso è quello di valorizzare la musica corale sacro-liturgica attraverso la testimonianza di Giulio e Gian Paolo Tonelli nel XV e nel X anniversario della Morte. http://www.corolabirinto.it 2 “Primo Concorso per la Composizione di Nuovi Canti Liturgici in Lingua Italiana” indetto dalla Diocesi di Lugano; scadenza: 31.08.2002 Per il bando completo si veda: http://www.catt.ch/concorsocomposizione/ lente d’ingrandimento 3 “1° Concorso di composizione per Coro e Fisarmonica, Coro e formazione cameristica” - Quero (BL), Vas (BL) e Segusiano (TV): abbinato alla “VIII Rassegna biennale di Canto Monodico e Polifonico” - “Il testo dovrà essere di genere sacro …Anche la fisarmonica in presenza di un repertorio adeguato può operare con pari dignità degli altri strumenti nell’azione liturgica…” (Gilberto Meneghin – Direttore Artistico). ecclesiali. Presenta in dettaglio il piano programmatico del Co.Per.Li.M Corso di Perfezionamento Liturgico Musicale della CEI. Propone il “Repertorio Nazionale di Canti per la Liturgia”. 2 “Concorso Internazionale di Composizione di Musica Sacra “Gaspare Spontini” Jesi (AN). Riservato a musicisti di ogni nazionalità, età, fede religiosa. Categorie tipologiche: Messa, Preghiera – Elevazione. Organico: Coro o solista di registro vocale libero; Orchestra d’Archi o complesso strumentale (meno di 20 elementi). 3 ~ SITI DI MUSICA SACRA LITURGICA 4 www.chiesacattolica.it/cci/cei/uffici/uln/ ev1/index.html Nella sezione “Musica e Liturgia” propone i canti per le feste liturgiche principali, attingendo al “Repertorio Nazionale dei Canti Liturgici”. Pubblica i Documenti più importanti delle varie Diocesi e dei movimenti 5 http://www.musica-sacra.it Il portale della Musica Sacra per ascoltare, leggere, stampare ed acquistare spartiti di musica. Ricco di Links ben catalogati. 6 7 http://www.arsantiqua.org E’ il sito di “Ars Antiqua”, gruppo di http://www.amicimusicasacra.com L’Associazione Internazionale Amici della Musica Sacra tra le altre sue attività organizza la partecipazione musicale dei cori che con brani del proprio repertorio accompagnano la Messa del Capitolo nella Basilica di San Pietro e all’Udienza Generale del Santo Padre. Tra i Concorsi e festival corali promossi e organizzati ricordiamo il “Concorso Corale Internazionale di Musica Sacra “G. P. Da Palestrina” che si svolge annualmente a Roma. 8 Un’ultima citazione “collettiva” per alcuni siti di notevole interesse soprattutto con riferimento al Canto Gregoriano: http://www.cantogregoriano.it della “Schola Gregoriana Mediolanensis” e Giovanni Vianini; http://web.tiscali.it/meliloto/index2.htm sito del Gruppo Vocale Gregoriano e Polifonico “Meliloto” di Giorgio Vianini. http://www.arsmusica.it il sito della Grande Musica a cura di Antonio Cericola con interessanti articoli nel capitolo “Saggistica”. http://www.choralnet.org L’Internet Center per la Musica corale di tutto il mondo presenta anche il capitolo “Church Music (Musica da Chiesa)” che è molto ricco, interessante, vario. Presenta numerose pagine dedicate alla Musica Liturgica della Chiesa Cattolica e delle varie Chiese Protestanti (Luterana, Anglicana, Presbiteriana, Metodista…). Non c’è dubbio che in questo campo le scelte potevano essere diversissime in funzione della conoscenza ed esperienza e del tempo disponibile per la ricerca e l’esame degli innumerevoli siti in tema con il nostro dossier. Valga, l’attuale nostra scelta, per esemplificazione, stimolo e punto di partenza per una ricerca più personalizzata. 1 http://www.canticanova.com E’ il sito di Cantica Nova Publications (Edizioni Cantica Nova) ed è in lingua inglese, ma sono d’accordo con l’autopresentazione che “per chi è coinvolto nella musica liturgica questo sito rappresenta una fonte di risorse notevole”. Si presenta in tre capitoli principali: “Musica di qualità” è il catalogo delle musiche pubblicate e ordinabili online; “Riflessioni Musicali” offre articoli ad ampio raggio sui temi della liturgia e della musica; “Suggerimenti per la programmazione liturgica” è certamente di notevole utilità per chi si occupa della scelta dei canti per le funzioni liturgiche. Il sito offre anche la possibilità di proporre musica sacra liturgica di propria composizione o di fare ricerche sulle pubblicazioni di CNP e sui relativi compositori. E’ inoltre particolarmente ricco, interessante e completo il capitolo dei Link che porta il titolo “Altre pagine web di possibile interesse per i musicisti cattolici”. Da non dimenticare davvero! Concorsi di esecuzione La Musica Sacra Liturgica per sua stessa natura esclude la possibilità di essere presentata in forma di concerto/concorso senza cadere in contraddizione di termini. Non ci sembra assolutamente accettabile la purtroppo facile e diffusa identificazione di “Musica Sacra” con “Musica Sacra Liturgica”. Sappiamo bene che esistono Concorsi (o parti di Concorsi) genericamente qualificati “di Musica Sacra” dove la musica presentata (si ripete: in contesto non liturgico, di esecuzione colta) comprende talvolta anche musica nata con la insita e specifica funzionalità liturgica, ma è altro discorso. Essendo questi concorsi (come pure Rassegne e Festivals) facilmente reperibili su molte riviste e siti web corali e, più genericamente, musicali, se ne evita in questa sede - anche per questioni di spazio - un noioso prolisso elenco. C) http://members.xoom.Virgilio.it /_XOOM/cmdcm/page22.html E’ il sito del Coro della Cattedrale di Macerata. La pagina “Forse c’è qualcosa che mi può essere d’aiuto” è stata creata appositamente a servizio e supporto di coloro che sono nell’animazione musicale della liturgia e nell’organizzazione di concerti spirituali. Nella stessa pagina vengono presentati Corsi, Concorsi, Seminari, Convegni nonché testi e musiche liturgiche, compreso il Repertorio Nazionale di Canti per la Liturgia. e-mail: [email protected] 4 Canto Gregoriano e Musica Medievale il cui repertorio comprende: Canto Gregoriano (liturgie intere, sia in forma concertistica sia effettivamente liturgica); concerti antologici e tematici; Canto Ambrosiano; Canto Antico Romano e saggi di altri repertori (Beneventano e Ispanico). Notevole è l’attività didattica che fa capo al gruppo e consta di seminari e corsi sistematici fra cui ricordiamo il corso estivo “Il Canto Gregoriano. Testo Musica Rito” Il sito di “Ars Antiqua” (diretto da Guido Milanese) ospita anche “Risorse su Internet per la musica corale” dove in capitoli omogenei sono raccolti numerosi links. Di estremo interesse nel campo della Musica Sacra Liturgica sono i capitoli sul “Canto Gregoriano” e sul “Canto Bizantino”. ~ D) RIVISTE DI MUSICA SACRA LITURGICA In questo caso, lungi dal considerarlo un lavoro completo, abbiamo voluto dare la possibilità di andare concretamente alla ricerca di strumenti di immediata utilizzazione sia per lo studio dell’argomento Musica Sacra Liturgica, sia per l’applicazione pratica nella preparazione dei repertori liturgici più appropriati ai servizi da svolgere. ➞ 13 lente d’ingrandimento della Sacra Liturgia che si ispira a Papa Giovanni Paolo II e in particolare alla “Lettera Apostolica nel 25° Anniversario della Costituzione sulla Liturgia” del 1989. www.adoremus.org. Seguito da pag. 13 ● “Musica e Assemblea”, Strumento di lavoro per gli animatori musicali della Liturgia” EDB Edizioni Dehoniane Bologna Frutto dell’impegno di Universa Laus Italiana, è uno strumento versatile e stimolante, che aiuta gli animatori della liturgia a preparare, realizzare e verificare gli interventi di canto e più in generale musicali nelle celebrazioni liturgiche. In ogni numero: nuovi canti con preparazione e accompagnamento, proposte musicali per il tempo liturgico, recensioni di dischi e cassette, raccolte, repertori, riviste musicali, temi di studio e un ricco apparato di consigli tecnici su voce, strumenti, coro e animazioni. Allegato un CD annuale di canti presentati e commentati sui vari numeri della Rivista. ● “Bollettino Ceciliano – Rivista di Musica Sacra” Direttore: don Valentino Donella Periodico mensile di Musica Sacra, espressione e portavoce della Associazione Italiana Santa Cecilia (A.I.S.C.) / Roma. 14 ● “Rinascita Gregoriana, Canto Gregoriano e Liturgia” Edizioni Urban / Saronno (VA) Foglio trimestrale di Informazione per gli aderenti al “movimento” di Rinascita Gregoriana; portavoce delle molteplici attività che si svolgono in Italia al riguardo del Canto Gregoriano e della Musica Sacra in generale. ● “Celebriamo” Casa Musicale Editrice Carrara (BG) Rivista bimestrale di Musica Sacra vocale con testi in italiano e in latino, per Coro a una e più voci e per le assemblee Liturgiche. Fascicoli tematici: Natale, Pasqua, Eucaristia, Madonna… ● “Polyphonia” Casa Musicale Editrice Carrara (BG) Rivista trimestrale di Musica Sacra corale a 4 voci ineguali, a cappella, con testi in latino, di autori classici e contemporanei. ● “Concentus” Casa Musicale Editrice Carrara (BG) Collana trimestrale di CD di musica sacra corale e strumentale. ● “Adoremus Bulletin” E’ una rivista liturgica americana, mensile, con articoli, notizie, commentari e opinioni su temi e aspetti diversi della Liturgia della Chiesa Cattolica. E’ l’organo informativo di “Adoremus”, l’Associazione Cattolica Americana per il Rinnovamento ● “La vita in Cristo e nella Chiesa” Rivista di Liturgia Pubblicata dalle Edizioni San Paolo, dedica qualche spazio alla Musica Sacra Liturgica arricchendosi con la proposta di partiture di canti liturgici. 2 UNIVERSA LAUS: Associazione Internazionale di studio sulla liturgia. “Musica e Assemblea” è la rivista (EDB Edizioni Dehoniane Bologna) attraverso la quali si esprime e si propone concretamente agli addetti della musica sacra liturgica. 3 A.I.S.C. (Associazione Italiana Santa Cecilia): “…tiene desto con passione e chiarezza di idee l’ideale della musica sacra, così appannato oggigiorno, offrendo un suo pensiero diverso dalle idee correnti e dominanti, che, poi, è il pensiero della Chiesa e del Concilio. Ma essere fedeli alla Chiesa e al concilio… oggi è un fatto rivoluzionario e profetico… talvolta una testimonianza veramente dura…”. Direttore: Don Valentino Donella. ● “Sacred Music” Rivista dell’Associazione Musica di Chiesa d’America, Minnesota. n.128/01. ● “Célébrer” Rivista del Centro Nazionale di Pastorale Liturgica, Editions du Cerf, Parigi (Francia). ● “Singende Kirche” Rivista liturgica della “Associazione Santa Cecilia” per l’Austria, Vienna. http://digilander.iol.it/aiscroma/index.html 4 CEDAME, Conferenza Europea Delle Associazioni di Musica da Chiesa. Vi aderiscono 16 nazioni. Organismo voluto e presieduto da Mons. Antonio Mistrorigo, liturgista di particolare entusiasmo, competenza e dedizione già prima del Concilio Ecumenico Vaticano II. 5 ADOREMUS – ISTITUZIONE AMERICANA PER IL RINNOVAMENTO DELLA SACRA LITURGIA DI RITO ROMANO – Si propone di riscoprire e restaurare la bellezza, la santità e la forza della ricca tradizione liturgica della Chiesa Cattolica restando fedeli ad un organico e vitale processo di rinnovamento e di crescita. ● “Singen und Muzieren im Gottesdienst” Rivista di Musica Liturgica. Lucerna (Svizzera). ● “Musica Sacra” Rivista Cattolica per la Musica da Chiesa. Regensburg (Germania). ~ E) ISTITUZIONI, ASSOCIAZIONI e MOVIMENTI Nemmeno in questo caso si deve intendere una trattazione esaustiva. Un breve escursus parte dall’Istituzione ufficiale della Chiesa, passa attraverso scuole di pensiero diverse per arrivare fino ad un Laboratorio di impostazione seria e moderna nel campo della creazione ed applicazione di un repertorio liturgico appropriato e fedele alle indicazioni del Concilio e, successivamente, degli Organi preposti dalla Chiesa Cattolica. 1 UFFICIO LITURGICO NAZIONALE (U.L.N.), Ufficio specifico della C.E.I., voce liturgica ufficiale (sotto ogni aspetto) della Chiesa Cattolica, voce che arriva al “popolo di Dio” attraverso il Vescovo della propria Diocesi il quale, a sua volta, si esprime tramite l’”Ufficio Liturgico Diocesano” e la “Commissione Diocesana di Musica Sacra”. L’ U.L.N. ha una sezione specifica “Musica per la Liturgia”. Direttore: Don Giuseppe Butani. http://www.chiesacattolica.it/cci/cei/uffici/ uln/index.html http://www.adoremus.org 6 LABORATORIO DI MUSICA CONTEMPORANEA AL SERVIZIO DELLA LITURGIA (LMCSL) Milano - Direttore: Don Luigi Garbini. Il Laboratorio considera la Musica come possibile interlocutore per l’attuazione del progetto tanto auspicato dal Concilio Vaticano e con la sua filosofia ed il uso metodo contribuisce a costruire un progetto che viene incontro al desiderio dei Padri Conciliari. “Il laboratorio è nato nel 1999 - spiega don Garbini - su impulso di Mons. Ravasi e con la sottolineatura del nostro arcivescovo cardinale Martini, per riprendere i contatti con la musica cosiddetta colta che negli ultimi tempi sembravano essersi allentati. Da allora abbiamo coinvolto molti compositori nella “produzione” di musica per diverse parti della liturgia, con varie scelte e soluzioni”. http://www.amicocharly.it/documenti/ schede.pdf attività dell’Associazione LA FENIARCO AL SALONE DEL LIBRO di Alessandra D’Andrea R ipensare oggi alla movimentata settimana vissuta a Torino per la partecipazione al Salone Internazionale del Libro ti fa vedere le cose con maggior lucidità. A mente fredda pensi alle migliaia di visitatori, agli immensi padiglioni, ai variopinti e multiformi stands che abbellivano gli ex capannoni della grande Fiat di un tempo. Ti ritorna alla mente una città in miniatura trasformata e allestita nel giro di una notte. Un mercato che vende cibo per la mente. Ma al Salone Internazionale del Libro di Torino c’è la possibilità di non limitarsi semplicemente all’acquisto di volumi; le riunioni, i seminari, le presentazioni editoriali e gli appuntamenti di carattere culturale, disseminati fra le varie sale e gli spazi aperti del Lingotto sono moltissimi. Soprattutto per questo la Fiera del Libro è considerata uno tra gli appuntamenti culturali nazionali di maggiori dimensioni; catalizza l’attenzione del grande pubblico e riesce così a guadagnarsi qualche spazio pure su stampa e televisione. Tutte le principali case editrici sono presenti a questo appuntamento annuale e per la prima volta anche noi della Feniarco abbiamo potuto schierarci fra le fila dei grandi dell’editoria italiana. In realtà gli espositori presenti sono centinaia, piccole e grandi case editrici, ma anche svariate entità culturali di poliedrica natura. Noi attraverso la Federazione abbiamo voluto promuovere l’attività del canto. Ma cantare non significa solamente “fare musica”; partecipare ad una Salone della Musica potrebbe essere più attinente, ma porsi in una dimensione più vasta, di cultura vissuta a 360 gradi riesce maggiormente ad interpretare lo spirito con cui la Federazione sta lavorando in questi anni. La presenza al Salone Internazionale del Libro di Torino rientra fra i grandi progetti di promozione voluti dall’intera assemblea e propone l’immagine della Feniarco in un quadro culturale generale e non rigorosamente musicale. In questa ottica lo scorso maggio, dal 16 al 20 per la precisione, lo staff Feniarco (Sandro Bergamo e la moglie Maura, Marco Fornasier e la sottoscritta) si è trasferito a Torino ed ha allestito uno stand più che dignitoso, ricco di volumi e riviste arrivati da tutte le Associazioni Rocca, che in quaRegionali, nonché lità di rappresendelle produzioni tante del Ministeeditoriali Feniarco. ro dell’Istruzione, Importantissimo ha portato il suo ed indispensabile sentito ed apprezè stato l’aiuto e il zato contributo. supporto dell’AsEra molto atteso sociazione Cori anche l’intervenPiemontesi, attrato della gentilissiverso la quale abma Maria Ferretti biamo potuto semRodari, che avrebbe plificare molti degli I relatori del Convegno dovuto essere preaspetti organizzativi; “Musica e testo nei canti corali sente al seminario e il M° Roberto Bertaina, per bambini” che per seri motivi non ha gli amici del coro La Gerla potuto raggiungerci. e il Presidente Sandro Coda Il Presidente Fornasier che ha coordiLuchina in particolare si sono resi dinato l’incontro, ha inoltre promosso i sponibili, contribuendo non poco alla due nuovi volumi della Feniarco, Giro buona riuscita di questa avventura. giro canto e Melos 2; le ultime due imApprezzatissima è stata pure la collaboportanti “fatiche” editoriali-culturali razione con i cori scolastici dell’Assodella Federazione che non avrebbero pociazione “Cantascuola” di Torino, coortuto essere presentate in un posto più dinata dall’amico e M° Giorgio Guiot. adatto. A conclusione del Convegno “I Gli interventi corali dei piccoli cantori Piccoli Cantori di Torino” diretti dal capresso il nostro stand richiamavano l’atpace M° Giorgio Guiot hanno dato la tenzione di tutti ed erano molto spesso giusta dimensione alle parole dei relatoottimi momenti musicali. Un grande ri, coinvolgendo il numeroso pubblico successo ha riscosso inoltre il Convegno presente con i loro canti e la loro musiche avevamo organizzato per la giornata ca. di sabato e che verteva sul tema “MusiIl bilancio di questa nuovissima iniziatica e testo nei canti corali per bambini”. va non può che essere positivo; certo Un’ora intensa durante la quale si sono molti aspetti si possono ancora migliorasusseguiti gli interventi del M° Sergio re, ma se ci dovesse essere un seguito a Pasteris, compositore ed autore di testi questa prima esperienza, idee e nuovi musicali per bambini, del M° Nicola spunti non mancherebbero di certo. Conci, direttore di coro di voci bianche L’invito a contribuire con suggerimenti e che ha eseguito tutti i pezzi pubblicati proposte va quindi a tutti i cori. sul volume Giro giro canto registrandoAlla prossima! li su CD, e della professoressa Gisella Il nostro stand - da sinistra il Presidente A.C.P. Sandro Coda Luchina, il Presidente FE.N.I.A.R.CO. Sante Fornasier, il vicepresidente FE.N.I.A.R.CO. Aldo Cicconofri 15 scheda regione A.C.T. - ASSOCIAZIONE CORI DELLA TOSCANA RECAPITI Presidenza: Segreteria: Via Primo Maggio, 2 - 53020 SAN ROCCO A PILLI (Si) Tel. e fax 0577/348412 - cell. 328/7433111 - e-mail: [email protected] Via delle Collacchie, 85 - 58022 FOLLONICA (Gr) Tel. 0566/53207 - fax 0566/269269 - cell. 338/8566884 E-mail: [email protected] [email protected] [email protected] Sito Internet: http://www.coritoscana.it Web-master: [email protected] NUMERO DEI CORI ISCRITTI 16 Quando nel 1980 fu fatto il primo censimento furono individuati sul territorio regionale 120 cori. Successivamente da un censimento fatto con maggior accuratezza e professionalità ne furono individuati ca. 480. Per la verità il maggior numero di tali cori risultò svolgere attività corale prevalentemente liturgica, al servizio dei riti. Poiché lo statuto dell’Associazione stabilisce - tra le prerogative richieste per l’adesione - che i cori che ne facciano richiesta devono svolgere continuativamente, attività didattica e concertistica pubblica, ne consegue che non tutti i cori operanti sul territorio hanno le caratteristiche necessarie per essere affiliati. Inoltre negli anni si verifica una certa fluttuazione (10/15) per cori che si associano e si dissociano l’anno suc- cessivo non avendo trovato nell’Associazione gli sperati finanziamenti. Attualmente i cori associati sono 166 (comprensivi anche delle duplicazioni, es. voci bianche e voci miste) con 5.391 coristi. RIVISTA ASSOCIATIVA DIAPASON è il periodico d’informazione edito dall’Associazione. Iscritto all’USPI è stampato da 16 anni con cadenza quadrimestrale. Formato A4, normalmente di 32 o più pagine in quadricromia o a due colori ha una tiratura di 5.200 copie. E’ ritenuto un determinante strumento per l’immagine dell’Associazione e della coralità regionale. I suoi contenuti sono validi dossier sulla coralità in generale, oltre che il resoconto delle principali attività promosse e quelle at- tivate dai singoli cori. E’ spedito a tutti i coristi dei cori associati, ai cori che operano sul territorio regionale, alle Associazioni Corali Regionali, ai cori extraregionali che abbiano avuto qualche contatto diretto o indiretto con l’Associazione. E’ spedito inoltre ai Conservatori e Scuole di Musica della Regione, a tutti i soggetti istituzionali, ai Consiglieri Regionali, alle Province e a tutti gli Assessori alla Cultura delle città sedi di cori associati. Nel campo dell’editoria Diapason ha pubblicato negli anni una serie di Quaderni di Diapason (ca. 100 pagg. cad.) dedicati ad alcuni compositori toscani. Alle pagine web www.coritoscana.it/ diapason è riportato l’intero periodico in formato pdf che può essere scaricato per intero o pagina per pagina. ORGANI STATUTARI CONSIGLIO DIRETTIVO PALMIERI ALFREDO Presidente BUGGIANI ALESSANDRO Giunta Esecutiva MALCAPI CLAUDIO Giunta Esecutiva BRACCI MASSIMO Giunta Esecutiva BRESCI CARLO Giunta Esecutiva CATACCHINI FERNANDO Giunta Esecutiva PAGNI GIANCARLO Giunta Esecutiva TATTI PROF. ANTONIO Giunta Esecutiva FERRARI LUIGI PUCCIANTI RAFFAELE BECAGLI LUCIANO Delegato Provinciale Firenze PARLANTI GIULIANO Delegato Provinciale Grosseto BETTI ANTONIO Delegato Provinciale Livorno ANTICHI ELIO Delegato Provinciale Lucca FABILONI FRANCESCO Delegato Provinciale Massa Carrara BIAGIONI LUIGI Delegato Provinciale Pistoia IOZZELLI CLAUDIO Delegato Provinciale Prato SALVATORE MICHELE Delegato Provinciale Siena Le province di Arezzo e Pisa devono rieleggere il loro delegato. COLLEGIO SINDACALE ALGERI RAG. PAOLO CONSERVA MASSIMO SANTI RAG. GUGLIELMO COLLEGIO DEI PROBIVIRI BRACALONI ROLANDO MAZZEI CESARE COMMISSIONE ARTISTICA BON DR. PAOLO Presidente BECHERI PROF. ROBERTO BUGGIANI ALESSANDRO CARIGNANI GIANFRANCO CONTESSI DANIELA DONATI LORENZO MALCAPI CLAUDIO MARZILLI PROF. WALTER TOLVE PROF. GIANFRANCO COMITATO DI REDAZIONE DIAPASON GIANCARLO PAGNI Direttore responsabile BUGGIANI ALESSANDRO CATACCHINI FERNANDO MALCAPI CLAUDIO PALMIERI ALFREDO PESIRI ROCCO TATTI PROF. ANTONIO scheda regione SERVIZI OFFERTI AGLI ASSOCIATI La Segreteria è aperta tutti i giorni feriali dalle ore 10 alle ore 18 e offre agli associati un notevole supporto tecnico di consulenza su temi di interesse generale, fiscale, legislativo ed anche organizzativo. Mette in atto alcuni interventi mirati ad esigenze particolari dei cori, quali organizzazione di rassegne, ricerca di cori stranieri e, per conto di alcuni Enti Pubblici, di festival corali, rassegne corali generiche e/o a tema. Mantiene contatti con gruppi corali e orchestrali stranieri con i quali sono state realizzate importanti forme di collaborazione. La biblioteca è fornita di ca. 300 volumi di opere varie e di un archivio partiture di ca. 8.500 titoli in continuo aggiornamento. Questo archivio è consultabile via internet all’indirizzo www.coritoscana.it/archivio. Allo stato attuale, stante le leggi sul copyright, sono consultabili per ciascun titolo catalogato solamente il compositore, un breve curriculum del compositore (con data di nascita e di morte), l’elaboratore o trascrittore, l’autore del testo, il catalogo dell’autore e il titolo della raccolta, la lingua, l’organico, il genere (sacro, profano, popolare, repertorio per voci bianche, didattico), l’anno di composizione, la casa editrice, il nr. di catalogo dell’editore e l’anno di edizione e il nr. delle pagine. Il Web master e i suoi collaboratori si stanno attivando per trasformare tutte le musiche di pubblico dominio in file PDF che potranno essere liberamente scaricati: per le opere protette ci si limiterà a metterne a disposizione un’incipit. Sempre sulle pagine web: www.coritoscana.it oltre a informazioni di carattere generale sull’Associazione sono riportati tutti i dati di riferimento dei cori associati. I cori possono inviare notizie circa la loro attività concertistica che sono inserite nelle pagine: attività dei cori. Esiste inoltre uno spazio nel quale sono segnalate tutte le iniziative promosse di volta in volta dalla Associazione. ASSOCIAZIONE CORI DELLA TOSCANA - ACT Quando nell’ormai lontano 1978 fu deciso lo scioglimento dell’ENAL, Ente Nazionale Assistenza Lavoratori, le Associazioni corali che aderivano a tale Ente tramite l’USCI, Unione Società Corali Italiane, si trovarono improvvisamente prive di riferimenti. Non che questa struttura avesse dato molto ai cori associati se non una buona organizzazione di incontri e concorsi a carattere nazionale (Vittorio Veneto, Orvieto, Ravenna, ecc.) e qualche modesto contributo finanziario, ma in ogni caso i cori che vi aderivano avevano l’Ente come riferimento, anche in virtù dei numerosi musicisti e direttori che vi orbitavano. Immediatamente dopo lo scioglimento, i cori di alcune regioni più attive decisero di organizzarsi in associazioni regionali allo scopo di recuperare il patrimonio, le strutture e le esperienze dell’USCI (alcune di esse ne conservarono persino il nome) e sopratutto lo scopo di creare strutture che potessero fare riferimento all’Ente Regione, che nel frattempo era stato introdotto nel nuovo ordinamento statale. Ecco allora che il 30 marzo 1980 fu convocata dal Coro Amici della Musica di Ponsacco una riunione tendente ad esaminare la possibilità di una nuova e diversa forma aggregativa che coinvolgesse tutta la coralità toscana. Ventidue erano i cori presenti: Amici della Musica di Ponsacco, Corale Domenico Savio di Livorno, Coro Alpi Apuane di Pieve Fosciana, Coro La Montanara di Fivizzano, Coro Pianiza di Molazzana, Soc. Corale P. Mascagni di Livorno, Soc. Corale G. Puccini di Grosseto, Soc. Corale G. Monaco di Prato, Coro Monte Sagro di Carrara, Coro Valtaverone di Licciana Nardi, Coro Lavoratori Nuova Pignone di Firenze, Corale Valle dei Fiori di Pescia, Corale Monteverdi di Castelfiorentino, Coro F. Corradini di Arezzo, Cantori Appennino Toscano di Cutigliano, Corale V. Bellini di Colle Val d’Elsa, Corale G. Del Chiaro di Poggibonsi, Corale F. Gasparini di Camaiore, Coro Versilia di Capezzano Monte, I Madrigalisti di Magliano di Magliano in Toscana, Soc. Corale G. Monaco di Livorno, Società Corale Pisana di Pisa ai quali si aggiunsero nella riunione successiva i cori Genzianella di Pistoia, P. A. Guglielmi di Massa, La Martinella di Firenze, Soc. Corale E. Cappetti di S. Giovanni Valdarno. Essi decisero di riunirsi in Associazione Regionale, darsi uno statuto e provvedere ad un prossimo atto costitutivo. Il 5 ottobre del 1980 fu convocata l’Assemblea Costituente per la redazione dello statuto. Dopo un lento lavoro preparatorio, l’atto fu raccolto in Firenze dal Notaio Dr. Paolo Bon, attuale Presidente della Commissione Artistica, il 18 aprile del 1982. I principali scopi che furono codificati nello statuto furono quelli di: a) valorizzazione del canto corale nelle sue varie espressioni; incentivazione e qualificazione sotto il profilo didattico sia per le persone che per i mezzi; b) sviluppo dello studio della musica corale toscana favorendo la ricerca, la divulgazione dei reperti, lo scambio delle esperienze; c) ottenimento e mantenimento dell’attività dei cori nel quadro delle strutture culturali di base aventi diritto al riconoscimento e al diretto intervento della Regione e degli Enti Locali; d) trasferimento della cultura musicale in genere e di quella corale in particolare, dai centri qualificati verso la periferia e comunque promuovere e favorire le iniziative atte a rendere accessibile tale cultura; e) coordinamento e indirizzo dell’attività dei gruppi associati nel rispetto tuttavia dell’autonomia e delle caratteristiche di ognuno di essi. Questi scopi, che servirono successivamente da modello anche ad altre organizzazioni similari, sono rimasti alla base delle attività intraprese dalle strutture che si sono avvicendate in questo ventennio, con risultati apprezzabili. Nel campo della didattica numerosi sono stati gli interventi. Si iniziò con il 1º Corso per la formazione di Direttori di Coro, corso triennale - docenti Fosco Corti, Roberto Gabbiani e Piero Rossi - che laureò 25 giovani direttori attualmente in attività presso nostri cori. I corsi successivi proseguiranno per iniziativa della Fondazione Guido d’Arezzo. A questo importante strumento didattico seguirono numerosi seminari con docenti famosi come Andrea Veneracion, Gary Graden, Roberto Gabbiani, Anna Eva Gosso (quest’ultimo dedicato agli insegnanti delle scuole elementari), Paolo Bon ed altri. Sempre nel campo della didattica e con riferimento alla musica corale nelle scuole dell’obbligo, per avvicinare i bambini al coro, fu realizzato un Concorso Regionale ad esse riservato. Il concorso, che nel 2003 giungerà alla decima edizione, ha carattere biennale, gode del patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione e nelle varie edizioni ha visto la partecipazione entusiastica di oltre 400 gruppi, con circa 12.000 bambini e ragazzi. Anche se nel futuro pochi di loro si inseriranno nei cori, avremo richiamato la loro attenzione Segue a pag. 18 17 scheda regione 18 come spettatori verso il canto corale. Per quanto attiene all’attività di spettacolo numerose sono state nel tempo le manifestazioni organizzate direttamente: otto edizioni della RASSEGNA REGIONALE PER CORI DI CANTO POPOLARE, quattro edizioni del CONCORSO REGIONALE, tre edizioni della RASSEGNA REGIONALE PER CORI LIRICI e due edizioni della RASSEGNA REGIONALE PER CORI SPIRITUALS, GOSPELS E JAZZ. Quest’ultima ha avuto molto successo dato anche l’orientamento dei cori di più recente formazione verso questo genere di repertorio. Sul piano dei supporti tecnici ai cori vanno ricordati i due importanti seminari con i loro amministratori, riguardanti problemi di natura gestionale e fiscale: l’ultimo del 25 novembre del 2001 relatori il Rag. Massimo Conserva e il Dr. Giovanni Burroni, nel corso del quale furono approfondite tutte le problematiche relative alla gestione dei cori. Numerosi i Convegni dibattito sul canto corale che sono stati organizzati ripetutamente anche con la presenza di relatori di livello nazionale ed internazionale. Citiamo alcuni dei più importanti dei quali sono stati pubblicati anche gli atti: sul canto popolare (Monte Amiata, Castel del Piano, 16 e 17 luglio 1988), il canto di tradizione (Carrara, 9 novembre 1997), il seminario sui problemi direzionali (Firenze, 9/10 marzo 1990), seminario sulla vocalità per la musica Il Presidente A.C.T. Alfredo Palmieri contemporanea (Siena, 20/25 giugno 2000 con i Madrigal Singers quali testimonials). L’Associazione si è posta inoltre come promotrice di importanti concerti corali quali, il ciclo di 20 concerti organizzati in occasione del XXII Congresso Eucaristico Nazionale (marzo/maggio 1993), le cinque edizioni del Festival Corale organizzato per conto della Città di Viareggio, il biennale Festival Corale Internazionale organizzato a Siena unitamente al Coro Vico Alto di quella città, la solenne celebrazione del 250º anniversario della morte di Johann Sebastian Bach con l’esecuzione a Siena e Firenze della Messa in si min. BWV 232. Ma il nome della Associazione risulta spesso essere in evidenza come coordinatrice o collaboratrice degli oltre ottocento tra Concerti corali e Rassegne che sono organizzati sull’intero territorio regionale dai suoi cori associati. I rapporti con l’Ente Regione sono, sotto certi aspetti, sufficientemente soddisfacenti: i finanziamenti stentano, ma questo riteniamo essere un problema di carattere comune a molte altre associazioni consorelle. Riteniamo che il punto più importante da portare avanti con gli Enti Pubblici debba essere il loro riconoscimento della nostra funzione aggregante e culturalmente qualificata, per il rispetto e la salvaguardia di quel patrimonio e di quella cultura corale che ha radici profonde nel nostro popolo: i finanziamenti a questo punto non potranno più mancare. Concludendo possiamo ben affermare che questi ventidue anni da quel giorno di Ponsacco non sono passati a vuoto. I cori hanno individuato nell’Associazione un importante punto di riferimento, di stimolo alla loro crescita e qualificazione professionale, un polo di coordinamento e aggregazione: un risultato che nell’insieme può essere ritenuto qualificante per questa coralità amatoriale. iniziativa FE.N.I.A.R.CO. Riunione Nazionale delle Commissioni Artistiche delle Associazioni Corali Regionali sul tema I CONCORSI CORALI Competizioni oppure occasioni di incontro, di crescita e di vetrina per le nuove composizioni? CISTERNINO (BR) 5-6 ottobre 2002 notizie dalle regioni 29° FESTIVAL NAZIONALE DELLA POLIFONIA E DEL FOLKLORE Convegno Ligure delle Corali Associazione Gruppi Corali Liguri Via Cuneo 16 16032 Camogli (Ge) Presidente: Mauro Ottobrini Da 28 anni ininterrottamente il cav. Mauro Ottobrini, presidente A.CO.L. e direttore della Schola Cantorum mons.G.B. Trofello dà appuntamento a centinaia di persone unite sia dalla comune passione per il canto corale sia dalla confortante certezza di mantenere vivo un immenso patrimonio artistico più o meno conosciuto ma sicuramente trascurato dai grandi “media” di comunicazione sociale . Quello che voleva essere dunque un incontro all’insegna della spontanea ed entusiastica partecipazione si è ingrandito anno dopo anno: dalle nove corali liguri del 1974 radunatesi presso il santuario di N.S. del Boschetto di Camogli in occasione di una messa in preparazione del Giubileo, si è passati all’adesione di una media di 70 cori provenienti da tutta l’Italia e dall’estero. Circa tremila coristi si alternano ogni anno su questo grande palcoscenico “ideale”, approntato da un collaudato coordinamento logistico, dove gli interpreti propongono repertori di ogni genere corale polifonico spaziando dal canto di montagna alla polifonia sacra antica, classica e moderna, dal folk tradizionale regionale ed internazionale, al madrigale, dal country al jazz, dal gospel al canto lirico. Dal 18 maggio al 6 luglio in Liguria si è rinnovato questo grande appuntamento con il canto corale proposto nelle sue molteplici forme artistiche. Con la serata inaugurale del 18 maggio a S.Margherita Ligure è iniziata la 29ª edizione di questa grande “kermesse” italiana di Canto Corale; 24 gli appuntamenti decentrati nella nostra Liguria – e precisamente a Recco (19/5), San Remo (25/5), Uscio (26/5), Isola del Cantone (1/6), Imperia (2/6), Albenga (8/6), Genova Pegli (9/6), Villanoce di Rezzoaglio (15/6), Magnasco di Rezzoaglio (16/6) Rapallo (22 e 23/6) Genova Nervi (29 e 30/6) e Mallare (6 e 7/7) con la partecipazione, veramente calorosa, di 83 compagini corali liguri, piemontesi, toscane, emiliane, lombarde e marchigiane: Alessandria Bettola Pc Binasco Mi Bogliasco Bogliasco Bruino To Busalla Camogli Caniparola Ms Carbonate Co Castelnuovo Magra Celle Ligure Collegno To Cosseria Deiva Marina Favale Di Malvaro Gattatico Pc Ge Pegli Genova Genova Genova Genova Genova Genova Genova Genova Genova Genova Genova Genova Genova Genova Genova Genova Genova Genova Nervi Coro Ana Montenero Coro Ana Val Nure Coro Cantori Di Cana Amixi De Boggiasco E Del G.P. Corale Santa Maria Coro Rocciavre’ Coro Vallescrivia Unitre Sch. Cant.G.B.Trofello Corale L’antoniana Coro Euphonia Sch.Cantorum “L.Perosi” Corale Cellese Coro Ana Collegno Coro C.Monteverdi Corale Deivese Gruppo “O Castello De Ciavai” Gruppo Vocinsieme Coro S.M.Immacolata Corale S.Martino D’albaro Coro Dameo Coro Biblioteca De Amicis Coro Marcelline Coro Monte Bianco Coro Musica Nova Coro N.S. Del Carmine Coro Nugae Coro Shalom Insieme 90 Gruppo New Stars Il Cerchio Armonico Januenses Academici Cantores Nuova Scuola Armonia Opera Festival Cycnus Piccolo Coro Monte Bianco Spirituals And Folk La Combriccola Giaveno To Imperia Jesi An La Loggia To Larderello Pi Livorno Mallare Murialdo Pietrabissara Pietrasanta Lu Piobesi Torinese To Pont Canavese To Quiliano Rapallo Recco Rezzoaglio Rossiglione S.Stefano D’aveto Salviano Livorno Salviano Livorno San Remo San Remo San Remo S. Margherita Lig. Savona Savona Savignone Savignone Settimo Torinese To Stazzano Al Tavagnasco To Tiglieto Torino Uscio Valenza Al Coro Valsangone Corale S.M.Maggiore Coro Regina Della Pace Coro Myosotis Corale Di Valle Gruppo Nuovo Cacciucco Amici Del Canto Corale “Don T.Carazzone” Coro Ars Musicae Gruppo Vocalis 2000 Coro Il Grappolo Coro Gran Paradiso Coro Laeti Cantores Orchestra Nova Coro N.S. Delle Grazie Coro Monte Aiona A.N.A. Rocce Nere Coro La Contrada Coro S.Martino Voci Bianche S.Martino Complesso Voc. San Remo Coro Palazzo Roverizio Gruppo Madrig. Fuori Tempo Coro Voci D’alpe Corale Alpina Savonese Coro Femm. La Ginestra Coro Di Voci Bianche Coro Giovanile Coro Femm. “A.Nicola” A.S.A.M. Chorus Coro Mimosa Gruppo Vocale Tiglietese Coro Le Chardon Coro S.Ambrogio Gruppo Joy Singers Queste le caratteristiche che hanno determinato l’anima della manifestazione, la quale parallelamente ha sviluppato un particolare discorso legato alla scoperta naturalistica, architettonica e culturale di tutte quelle città e paesi più o meno conosciuti che l’hanno ospitata. Promossa dall’Ente Regione Liguria, dall’Assessorato Sport e Tempo Libero, dalla Fondazione Cassa di Risparmio Genova Imperia, dalle Provincie di Genova e Savona, dalla APT Genovese ed Enti locali, ha coinvolto oltre 15.000 uditori e, durante il concerto di chiusura è stato annunciato che la prossima trentesima edizione del 2003 presenterà – oltre ai cori liguri – compagini corali provenienti da tutte le regioni italiane e da ogni continente. Durante il corso di tutta la manifestazione è stata fatta una menzione particolare rivolta al M° Domenico Cieri, esimio musicista di chiara fama internazionale, grande cultore del canto corale, Presidente dell’Associazione Regionale Cori del Lazio, recentemente scomparso, verso il quale tutta la coralità italiana prova un grande sentimento di riconoscenza per i consigli e suggerimenti dati sempre con competenza, entusiasmo e semplicità. 19 notizie dalle regioni L U.S.C.I. Unione Società Corali Friuli Venezia Giulia Via Altan 39 33078 SAN VITO AL TAGL.TO (PN) Presidente: Sante Fornasier 20 ’Assemblea annuale dell’USCI Friuli Venezia Giulia, che si è svolta il 23 marzo presso la sede di San Vito al Tagliamento, è stata un momento importante di confronto e di verifica dell’attività 2001 ma soprattutto occasione per illustrare le future iniziative che impegneranno il direttivo regionale per tutto il 2002. Il programma è ancora una volta fitto di appuntamenti e ricco di progetti sia come ripresa di lavori già impostati negli anni precedenti sia occasioni sempre nuove per valorizzare nuovi settori ed essere sempre di più uno stimolo per i cori. La situazione generale dell’Associazione può senz’altro essere definita molto positiva, in continua crescita soprattutto dal punto di vista qualitativo che ne fa un organismo riconosciuto e in grado di proporre e organizzare eventi culturali di chiara valenza. In questa prima parte dell’anno già si sono concretizzati alcuni appuntamenti come la Rassegna Regionale che, da quest’anno ha fatto proprio il nome, ma soprattutto il progetto culturale, della rivista dell’Associazione, Choralia. Così come la rivista non vuole fermarsi alla pura cronaca ma riserva spazi consistenti all’approfondimento, la rassegna, nel corso degli anni, si è trasformata da una semplice “vetrina” delle diverse realtà regionali in un “progetto di progetti” che racconta la coralità regionale e ne mette in luce la vitalità, le energie e le potenzialità. La somma dei lavori che ciascun coro è stato invitato a presentare ha disegnato un macro-progetto che si misura nei termini di una consolidata presa di coscienza della proprie potenzialità e capacità trovando uno stimolo importante per pianificare il proprio lavoro secondo precisi fili conduttori. Le serate del 24 e 25 maggio, ospitate nella Chiesa di San Francesco a Cividale con il supporto organizzativo dell’Unione dei Circoli Culturali Sloveni (Zveza Slovenkih Kulturny Drus̆tev) hanno offerto al pubblico programmi validi e interessanti presentati in italiano e sloveno. Si sono esibiti, nella serata dedicata alla musica sacra, il gruppo corale “Sot el Agnul” di Galleriano di Lestizza, la Corale di Rauscedo, il Gruppo Corale Ars Musica di Gorizia, e il Coro Hortus Musicus di Trieste. Nella seconda serata, dedicata alla musica profana il gruppo corale “Benes̆ke Korenine” di Stregna, La Società Corale “S. Maria Maggiore” di Trieste, il coro “G. Peresson” di Piano d’Arta, e il coro ospite, in rappresentanza dell’Usci Lombardia il coro maschile “Sette Laghi” di Varese. L’8 giugno, la sala “Tripcovich” di Trieste ha ospitato la felicissima serata di conclusione del progetto “Primavera di voci” dedicato ai cori di voci bianche alla quale il direttivo regionale ha quest’anno voluto dedicare particolare attenzione anche sulla scia delle iniziative già avviate soprattutto nelle province di Gorizia e Pordenone. La nostra coralità per rinnovarsi e poter guardare al futuro con fiducia non può prescindere dal porre fortemente l’attenzione sullo sviluppo dei cori infantili e giovanili. Questa passa anche attraverso la proposta di occasioni di coinvolgimento e confronto, per avvicinare i cori non associati e quelli del mondo della scuola dove, nonostante alcuni segnali positivi, la musica ed il canto sono ancora considerati marginali. Il progetto si è concretizzato in quattro concerti organizzati dalle singole province durante i quali un’apposita commissione d’ascolto aveva il compito di individuare due cori per ogni provincia da inviare alla manifestazione conclusiva. E i risultati sono stati davvero notevoli. Tutti i gruppi partecipanti hanno offerto un piacevolissimo spettacolo in un concerto di qualità e ricco di spunti interessanti: Coro della Scuola Elementare “M. Montesori” di Trieste, “Artemia” piccolo coro di Torviscosa, Coro di voci bianche “Contrà Camolli” Contrà Camolli-Casut (PN), Coro di voci bianche “Veseljaki” di Dobedò del Lago (GO), Otros̆ki pevski zbor “Fran Venturini” di Domio (Trieste), Gruppo Vocale e Strumentale “Cantarè” di Trieste, Pueri Cantores “In dulci jubilo” di Fagagna (UD), Coro della Scuola Media “B. Partenio”, Coro di Voci bianche dell’Associazione Corale “Audite nova” di Staranzano (GO). L’Abbazia di Rosazzo (UD) ha ospitato dal 15 al 20 luglio i Seminari Internazionali di canto gregoriano. L’appuntamento, orami consolidato, ha ancora una volta riunito nella bellissima Abbazia numerosi corsisti suddivisi in quattro corsi e guidati da docenti di prestigio: Antonino Albarosa, Bruna Caruso, Anna Gabriella Caldarolo, don Giuseppe Peressotti. I corsi di quest’anno hanno voluto ancora una volta ribadire l’esigenza dello studio teorico e pratico della coralità gregoriana e del suo ricchissimo repertorio. La settimana è stata arricchita dalla conferenza tenuta da Cesare Scalon “L’importanza del libro manoscitto nella storia della cultura” e dal concerto della Schola Gregoriana di Venezia diretta da Lanfranco Menga. N USCI LOMBARDIA c/o Coro La Torr, c.p. 33 23807 Merate (Lc) Presidente: Vico Fresia el 2001 e nel corso del 2002, l’USCI Lombardia ha prestato particolare attenzione all’attività formativa di maestri e cantori. Sul piano provinciale, la delegazione di Varese ha dato inizio, a fine ottobre, al XIII corso annuale, imperniato sulla direzione di coro, (M° Gabriele Conti), sulla lettura della musica e principi di armonia, (M° Loriano Blasutta) e vocalità, (M° Giacomo Ciffo). Le lezioni si sono protratte sino a giugno e si sono concluse con un concerto di fine corso diretto dagli allievi e con l’esecuzione di brani eventualmente composti nel corso dell’anno. Anche la delegazione di Sondrio ha organizzato un corso per i direttori sotto la guida del M° Innominato sul tema “la vocalità per il cantore”. Il risultato è stato assai soddisfacente e l’adesione da parte dei direttori valtellinesi quasi totale. Infine, a settembre 2001, la delegazione di Bergamo ha promosso un analogo incontro, affidando l’incarico di affrontare i vari problemi della vocalità ai maestri Angelo Mazza e Mino Bordignon. Sempre la delegazione di Bergamo ha anche organizzato, per il 3 agosto dalle 9 alle 12, presso la sala della Comunità di Casazza, la presentazione, da parte del M° Padre Giuliano Viabile, del suo metodo di alfabetizzazione corale “Solfeggiando cantando”.Sul piano regionale, il 10 marzo 2002 sono stati invitati tutti i maestri della Lombardia ad un incontro formativo sul tema della prova. A guidare la riuscita iniziativa, il M° Angelo Mazza alla guida di due cori laboratorio: per il canto popolare, il coro Alpe di Saronno e, per la polifonia, una formazione mista di cantori del Città di Desio e de I Mastri Fini. Oltre sessanta i maestri presenti. Sabato 12 ottobre alle 15, presso la “Casa del Giovane” di Bergamo è in preventivo un incontro analogo, con ilM° Mimo Bordignon ed il Coro da camera della scuola Civica di Milano, dedicato al tema “Il tempo del dolore”. Sono anche allo studio alcuni concerti riservati ai cori scolastici, al fine di incrementare la collaborazione con le scuole. Oltre alla normale assemblea annuale, sono stati poi organizzati due concerti a Castiglione Olona (VA) ed a Coccaglio (BS). Infine, si è tenuta a Desio, il 31 maggio ed il 7 giugno 2002, la consueta rassegna regionale. Il regolamento prevedeva la presentazione di un programma a tema di circa quaranta minuti per coro. Anche la delegazione di Milano ha in programma la tradizionale rassegna provinciale, un programma ormai ben collaudato, che da anni si svolge in più serate, con il contributo dell’Amministrazione Provinciale. notizie dalle regioni A A.E.R.CO. Associazione Emiliano Romagnola Cori via Amendola, 13 40121 BOLOGNA Presidente: Pierpaolo Scattolin Bologna il 18 maggio 2002 si è tenuto un importante convegno promosso dall’AERCO, che vedeva come argomento centrale il ruolo del direttore all’interno dell’associazionismo corale. L’incontro, tenutosi nella bellissima sede del coro Stelutis (la “Tiz”), è stato diviso in due momenti: all’apertura dei lavori mattutini il presidente AERCO Pierpaolo Scattolin ha dato il benvenuto ai presenti, numerosi e rappresentativi delle varie delegazioni provinciali: oltre una quarantina di persone, compresi alcuni coristi e musicisti “ospiti”. Dopo questa sobria e piacevole cornice ufficiale il presidente ha passato la parola a Giorgio Vacchi chiedendogli, in quanto protagonista e testimone privilegiato, di descrivere la storia dell’associazionismo corale in Italia, partendo dalla realtà bolognese da lui fondata, (prima associazione corale della penisola!!), modello ed esempio per tutte le altre realtà corali di lì a venire. Il M° Vacchi ha tracciato un percorso per alcuni aspetti strettamente legato, anzi inscindibile da quella che è stata la sua esperienza di vita, ed ha reso una narrazione affascinante, della quale soprattutto noi giovani dobbiamo essergli grati. Ascoltare i suoi partecipati ricordi è stato per me come sentire dischi dell’Albatros e vedere filmati dell’istituto Luce… !! Vacchi ha ripercorso le sue prime esperienze musicali di adolescente sfollato in campagna (il pianoforte, i canti nella stalla..), ci ha fatto vivere il fermento cultural-musicale del dopoguerra, ha raccontato della gran voglia di “cantare insieme” (nata spesso dall’impossibilità di saper suonare i motivi in voga!!), e dell’iniziale cantare “così come viene”, senza riflessioni su una possibile tecnica che possa aiutare a risolvere i problemi di un coro… In seguito, sulla scia dei ricordi, abbiamo ripercorso il suo affacciarsi ad altre realtà corali emergenti: il cosiddetto canto di montagna su modello SAT verso il quale molte realtà corali si stavano omologando, fino ad arrivare agli anni delle riflessioni musicali legate ai primi studi etnomusicologici sull’appennino emiliano. Grazie a queste ricerche, frutto di viaggi e scorribande su e giù per la regione, c’è stata anche la conoscenza di svariate realtà corali e la presa d’atto che i problemi che i maestri si trovavano ad affrontare erano all’incirca gli stessi (in primis l’intonazione). Spesso però per impossibilità materiale o mancata volontà, non vi era collaborazione, scambio di idee, di suggerimenti, di tecniche tra maestri, facendo sì che non ci fosse un progresso generalizzato della pratica corale, ma una parcellizzazione in realtà chiuse ed isolate tra loro. Naturalmente tutto ciò, letto in un’ottica che vuole superare il localismo, comporta un notevole spreco di risorse nonchè una mancata occasione di crescita, sia individuale che collettiva. Da qui l’idea di creare un’associazione che si ponesse come punto di riferimento per i vari maestri, che fosse luogo di scambio, di studio, di condivisione d’esperienze per tutti coloro che avevano a cuore (naturalmente a vari livelli) la pratica corale amatoriale. Così nasce l’AERCO. Per questo motivo Vacchi e Scattolin da tempo auspicavano questo tipo d’incontro regionale tra maestri (mai avvenuto finora!!), con la speranza che possa diventare un atteso e produttivo appuntamento, dove mettere costruttivamente in comune idee, dubbi, scoperte, etc... Nel pomeriggio, dopo una piacevolissima pausa pranzo nella fresca ombra della Tiz, il M° Scattolin ha riaperto i lavori, proponendo di ragionare sul momento forse più saliente della pratica del direttore: l’impostazione della prova. E tutti noi partecipanti, se al mattino ascoltavamo in rispettoso silenzio il racconto di Vacchi, avevamo adesso argomenti, esperienze, materiale di varia natura su cui confrontarci. I contributi sono stati numerosi ed interessanti in quanto riflettevano i diversi stili educativi e il diverso livello di approccio scientifico dei maestri, e tutto questo in maniera assolutamente trasversale rispetto ai generi (sacro, popolare…). E’ emerso con chiarezza un elemento imprescindibile: l’importanza di un intervento didattico sul coro ragionato e programmato, per non cadere viceversa in una poco produttiva casualità o in un falsato spontaneismo, che vuole mascherare piuttosto carenza di capacità progettuali del direttore. Risulta quindi necessaria una capacità strategica a lungo termine che deve tenere conto di vari parametri, quali ad esempio: ottimizzare i tempi della prova utilizzando, ad es, vocalizzi propedeutici al pezzo in studio per scaldare la voce; entrare nel merito della respirazione avendone in primis piena consapevolezza (!!); calibrare la performance e distribuire l’ordine dei brani allo studio rispetto alla curva attentiva della prova e dei coristi; sviluppare competenze armoniche proponendo esercizi su cadenze e progressioni; introdurre ritmi composti (es. 3+2+2) utilizzando anche elementi non vocali, come battito di mani, etc; avviare l’apprendimento della notazione in maniera funzionale agli scopi prefizzati (apprendimento per scoperta). Naturalmente queste sono solo alcune delle urgenze emerse dal dibattito, ma sono sufficienti per vedere nel maestro il primo fautore del processo di apprendimento, nel bene e nel male. Spesso è più facile scaricare sul coro la responsabilità del mancato miglioramento o di insuccessi, mentre bisognerebbe chiedersi criticamente se le nostre strategie didattiche sono funzionali e produttive rispetto alle risorse umane con le quali abbiamo a che fare. Ciò implica una formazione che preveda anche lo sviluppo di competenze relazionali e pedagogiche, e non solo se si dirige un coro di voci bianche!! Importanti quindi gli spunti di riflessione ed i contributi emersi dal dibattito che, con nessuna pretesa di esaustività, ha però fornito abbondante materiale e sostanziosi nuclei tematici per incontri futuri. Certamente la figura del direttore emersa durante il convegno, maggiormente consapevole e responsabile, deve essere per tutti noi motivo di ripensamento sulle nostre azioni e pungolo per cercare di agire sempre al meglio. Ricordando che come canta un coro è sempre merito, o demerito, del direttore. 21 notizie dalle regioni M A.R.CO.M. Associazione Regionale Cori Marchigiani c.p. 304 60035 JESI (AN) Presidente: Sedulio Brazzini entre la maggioranza dei cori marchigiani ha riposto spartiti e cartelle per concedersi un periodo di relax, il Consiglio direttivo e la Commissione artistica hanno messo in cantiere alcune iniziative che coinvolgeranno Direttori di coro e Direttori di cori di voci bianche. Per questi ultimi è stato organizzato un corso d’aggiornamento per il periodo 11-13 ottobre che vedrà come docente il M° Nicola Conci, che bissa in tal modo l’esperienza dello scorso anno. Tema proposto: “Il bambino inizia a cantare: didattica, vocalità e lettura della musica”. La sede del corso non è stata ancora stabilita, ma appare probabile che esso si possa tenere a Macerata, città baricentrica per i Direttori residenti nelle Marche e ragionevolmente prossima a quanti abitano nelle regioni limitrofe dalle quali, nella precedente edizione, sono arrivati corsisti. L’A.R.CO.M. inoltre ha ritenuto opportuno incentivare la partecipazione dei direttori marchigiani all’importante iniziativa della Feniarco, l’Accademia Europea per Giovani Direttori di Coro che si terrà proprio nelle Marche, a Fano, dal 31 agosto al 7 settembre 2002. Analoga promozione è stata rivolta ai componenti della Commisione Artistica Regionale per la partecipazione ad un altro appuntamento Feniarco, il “Convegno Nazionale delle Commissioni Artistiche Regionali” previsto per il 5/6 ottobre 2002 a Cisternino (BR). Sul piano dei rapporti con le Istituzioni, il Consiglio direttivo è impegnato in un confronto con i responsabili della Regione e quelli delle quattro Province marchigiane per tentare di ridurre i disagi economici derivanti dai concreti tagli dei finanziamenti destinati al sostegno dei corsi di orientamento musicale. Il confronto si presenta di particolare difficoltà, dovendo la Regione ripianare un bilancio disastroso. In una lettera inviata dal Presidente Arcom, Sedulio Brazzini, ai responsabili della Giunta regionale, si invitano gli amministratori a rivedere la loro posizione, indirizzando gli interventi riduttivi verso le tante spese superflue e recuperando efficienza razionalizzando i servizi. Nella nostra “battaglia” abbiamo trovato un alleato nell’Anbima, interessata quanto l’Arcom a mantenere il numero dei corsi d’orientamento musicale. Staremo a vedere come andrà a finire. Progetto “CANTINCORO - CORSI DI FORMAZIONE MUSICALE CORALE RIVOLTI ALLE SCUOLE ELEMENTARI”. 2.400 bambini in coro 22 ASSOCIAZIONE CORI PIEMONTESI Via Monte Mucrone, 3 13090 Biella Presidente: Sandro Coda Luchina Il progetto si è svolto durante l’anno scolastico 2001-02 ed ha interessato tutte le scuole elementari della provincia di Biella ed alcune scuole della provincia di Torino. I numeri parlano chiaro: sono stati 2400 i bambini che hanno aderito e 40 i saggi conclusivi. Il nostro scopo, oltre all’insegnamento del canto corale, era volto alla costituzione di un coro di voci bianche dell’Associazione Cori Piemontesi tramite una selezione da effettuarsi durante lo svolgimento del progetto. L’obiettivo è stato raggiunto e il primo concerto si svolgerà il 21 dicembre nella Cattedrale di Santo Stefano in Biella. Abbiamo chiuso le iscrizioni il 30 giugno per l’anno scolastico 2002-03 e a tutt’oggi risultano già iscritti più di 2.300 bambini. Tutto ciò non fa che confermare la bontà del lavoro iniziato due anni fa. Il riscontro evidenziato direttamente con le insegnanti dei vari plessi scolastici è stato molto positivo. Non solo, la voglia di cantare dei bambini ha impressionato favorevolmente, inducendo gli organizzatori a proseguire su questa strada in quanto i piccoli di oggi rappresenteranno il futuro del canto corale di domani. A tutti i bambini partecipanti è stata consegnata un’elegante dispensa all’interno della quale vi erano una serie di brani, da quelli molto semplici a quelli relativi a canti popolari e non, più impegnativi. Il progetto, voluto fortemente dall’Associazione Cori Piemontesi è stato affidato all’Associazione “Progetto Musica” e ha riscontrato ampi consensi da parte del personale dirigente della scuola e dal numeroso pubblico presente ai diversi saggi. Di notevole rilevanza il contributo artistico dato dal M° Giulio Monaco, coordinatore musicale dell’Associazione e dai docenti, ai quali era stato affidato il faticoso compito dell’insegnamento. Determinanti per la riuscita i contributi concessi dalla Provincia di Biella, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, dalle regione Piemonte, dal Comune di Biella e dai vari Comuni interessati per la presenza di una scuola aderente al progetto. Corso di aggiornamento per direttori di coro Il corso di aggiornamento per i direttori di coro si è svolto a Novara presso il Conservatorio ed è stato coordinato dal maestro Giulio Monaco. Hanno partecipato 13 direttori provenienti da tutta la regione. Il corso è iniziato nel mese di gennaio per terminare a giugno. Cori associati anno 2002 A conferma della validità del lavoro svolto dall’Associazione Cori Piemontesi, con viva soddisfazione, a chiusura delle iscrizioni, risultano associati 180 cori. Editoria - Piemonte in Coro Censimento della coralità piemontese stampato e consegnato a tutti i cori un elegante libro riportante i cori associati anno 2001 e quelli censiti. notizie dalle regioni A.R.C.L. Associazione Regionale Cori del Lazio Via Valle della Storta, 5 c/o Alvaro Vatri 00123 Roma Presidente: Alvaro Vatri L ’Assemblea dei soci per il rinnovo delle cariche associative si è riunita domenica 3 marzo Appuntamento particolarmente delicato che riuniva una associazione in apprensione per le precarissime condizioni di salute del presidente, M° Domenico Cieri, presentatosi dimissionario, e contemporaneamente alquanto disorientata per l’inevitabile rallentamento dell’attività manifestatosi nell’ultimo periodo. Tuttavia è emersa netta e forte la volontà di proseguire e rivitalizzare l’“avventura” associativa laziale e dall’assemblea è stato espresso un Consiglio Direttivo composto da Piero Caraba, Lucio Ivaldi, Danilo Silvetti e Alvaro Vatri, il quale a sua volta nella prima riunione ha eletto Vatri presidente, Caraba vicepresidente e Silvetti segretario. Il 30 aprile è mancato il M° Cieri e l’A.R.C.L. si è ritrovata ancor più concentrata nel portare avanti quei progetti che tanto stavano a cuore al presidente scomparso. Primo fra tutti i Concorsi Corali Scolastici (l’ XI Concorso “EGISTO MACCHI” per cori di voci bianche operanti nella scuola dell’obbligo del Lazio, e l’ VIII Concorso “GIAN LUCA TOCCHI” per cori giovanili operanti nella scuola superiore del Lazio) che si sono svolti il 14, 15 e 16 maggio presso il Liceo “Morgagni” di Roma ed hanno visto la partecipazione di 46 cori di 29 scuole. A tutti i cori partecipanti al termine della esibizione è stato consegnato l’attestato di partecipazione e la registrazione in CD della propria esecuzione musicale. I diplomi per i classificati nelle tre fasce di merito (oro, argento e bronzo) sono stati consegnati il 30 maggio in occasione di un gala nel corso del quale sono stati invitati ad esibirsi i cori classificati in fascia oro. L’edizione 2003 dei concorsi è già stata varata e con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale è stata diffusa nelle scuole perché possa essere inserita nel piano dell’offerta formativa. Il 21, 22 e 23 giugno nell’ambito della “Festa Europea della Musica”, è stata realizzata una “Rassegna Corale A.R.C.L.” nel prestigioso cortile di Palazzo Braschi (Museo di Roma). Vi hanno partecipato 9 cori, mentre altri cori associati hanno eseguito concerti in sedi cittadine diverse. Il Consiglio Direttivo ha nominato la Commissione Artistica composta dai maestri Fabrizio Barchi, Remo Guerrini, Bruna Liguori Valenti, Marina Mungai, Amedeo Scutiero e ha elaborato i progetti per il secondo semestre del 2002 che prevedono l’insediamento di alcune Commissioni di Studio e Lavoro e l’organizzazione di alcune manifestazioni: l’Autunno Polifonico Laziale (concerti tra ottobre e dicembre), la “Festa del Cantore” (in novembre, con tesseramento di tutti i cantori associati) e “Il Lazio canta il Natale” (i concerti di Natale fino al 6 gennaio 2003). L’A.R.C.L. vive, dunque, un momento di intensa progettualità, ma soprattutto sta dotandosi e verificando quegli strumenti di lavoro e quelle strutture organizzative fondamentali perché la sua presenza nel territorio sia sempre più un punto di riferimento autorevole ed un interlocutore affidabile. 23 RICORDO DEL M° DOMENICO CIERI di Alvaro Va tri Il 30 aprile scorso è scomparso il M° Domenico Cieri, Presidente dell’Associazione Regionale Cori del Lazio, uno dei fondatori della FENIARCO, figura di promotore appassionato della cultura e della attività corale ben nota alla coralità italiana ed internazionale. Era nato a Ortona (CH) il 1 febbraio 1935. Ha compiuto gli studi musicali (pianoforte e composizione) presso il Conservatorio di S. Cecilia a Roma e frequentato i corsi di direzione d’orchestra tenuti da Franco Ferrara a Venezia negli anni 1962 e 1964; più tardi si è perfezionato in direzione di Coro con C. Geoffray al Conservatorio di Lione e ai corsi organizzati dagli “Amici della Musica” nell’ambito del Concorso Polifonico Internazionale “Guido d’Arezzo” negli anni 1961-63. E’ stato direttore del coro polifonico “Colacicchi” e del complesso vocale da camera “I Madrigalisti di Roma”; è stato inoltre direttore del coro polifonico “Città di Cerveteri” e del coro da camera della RAI-Radiotelevisione Italiana. Nel 1973 ha fondato l’Associazione “Pro Musica Studium” e ne è stato presidente; è stato membro della direzione artistica della Fondazione “Guido d’Arezzo”, della FENIARCO, del Premio Internazionale per Direttori di Coro di Trento, della Commissione Musicale Europea della Fédération Européenne des Jeunes Chorales, del- Il Maestro Domenico Cieri. l’Associazione Regionale Cori dell’Umbria. Attivo anche in campo didattico e musicologico, ha tenuto corsi e seminari e curato numerose edizioni moderne di musiche rinascimentali. (da “Dizionario Enciclopedico della Musica e dei Musicisti” – ed. UTET) Alle scarne note biografiche ufficiali sopra riportate coloro che lo hanno conosciuto aggiungeranno tanti ricordi personali e rievocheranno tanti aspetti di una personalità ricca che ha saputo dare alla coralità tutta, e laziale in particolare, la testimonianza e la preziosa eredità di una sincera passione e dedizione al sogno di vedere l’attività corale, con i suoi immensi valori umani, culturali e di civiltà, diffondersi sempre più nella società e specialmente tra le nuove generazioni. Alla gentilissima consorte, la signora Raffaella Gentilini Cieri, l’espressione affettuosa e sincera del cordoglio di tutto il mondo corale. notizie dalle regioni L a FERSACO nel mese di luglio da’ attuazione al quinto progetto del corrente anno, incentrato sulla voce, sulla sua corretta emissione e sulle conseguenze che - in positivo e in negativo – si riversano nel momento interpretativo dei brani. Il Prof. Giuseppe Costi svilupperà, sotto il profilo teorico e pratico, il seguente tema: “Seminario di introduzione al Metodo Funzionale della Voce” di Gisela Rohmert. domenica 5 maggio: corso di concertazione del M° Antonio Sanna (per la provincia di Sassari); sabato 15 giugno: “Aspetti fiscali ed amministrativi delle Associazioni”: relazioni tenute da specialisti del settore appartenenti al CONSORZIO S.I.S. (Sviluppo Impresa Sociale) di Sassari; FE.R.S.A.CO domenica 16 giugno: convegno sul Canto popolare: Prof. Ignazio Macchiarella: Federazione “Il canto sacro popolare in Sardegna nella Settimana Santa”; Regionale Sarda Prof. Giampaolo Mele: “Riflessioni sul canto sacro popolare Associazioni Corali in Sardegna e le fonti manoscritte”; Via del Rosmarino s.n. domenica 30 giugno: corso di concertazione del M° Antonio Sanna (per la provin07026 OLBIA cia di Nuoro); di prossima realizzazione: Presidente: giovedì 16/domenica 21 luglio: Prof. Giuseppe Costi: “Corso di vocalità: seminario di inAntonio Delitala troduzione al Metodo Funzionale della Voce” di Gisela Rohmert; giovedì 29 agosto/domenica 1 settembre: M° Pier Paolo Scattolin: Tecnica della direzione; domenica 22 settembre: corso di concertazione del M° Antonio Sanna (per la provincia di Cagliari); domenica 13 ottobre: corso di concertazione del M° Antonio Sanna (per la provincia di Oristano); venerdì 1/domenica 3 novembre: Prof. Guido Milanese: corso di Canto gregoriano. T 24 A.S.A.C. VENETO Via Castellana, 44 30174 Mestre (VE) Presidente: Gastone Zotto ra marzo e maggio una trentina di cori ha partecipato al Festival “Cantar veneto”, organizzato dall’ ASAC d’intesa con la Provincia di Venezia, così chiamato in quanto il regolamento di partecipazione prevedeva che il programma di esecuzione presentato da ogni coro fosse in buona parte costituito da brani della tradizione veneta, o di autore veneto. La manifestazione si è articolata in quattro concerti di polifonia sacra e sei di canto popolare, in seguito ai quali sono state realizzate due serate conclusive con la partecipazione di dieci cori. Con la collaborazione della Consulta dell’ASAC anche la Provincia di Treviso ha promosso la sua manifestazione, denominata “Festival della coralità trevigiana” articolandola in nove concerti. Vi hanno preso parte una quindicina di cori, con sette complessi partecipanti alle due serate finali. Nel Santuario di S.Leopoldo Mandic, a Padova, si è svolta la XIV Rassegna di Musica Sacra con dodici corali in tre serate, mentre al Teatro Comunale di Belluno ha avuto luogo la Rassegna “Dolomiti in Coro” con la partecipazione di undici cori suddivisi in due concerti. Nel mese di giugno è stata organizzata la 26ª edizione di “Venezia in Coro”, comprendente un programma di venti concerti nelle chiese del centro storico e negli ambienti assistenziali (case di riposo ed ospedali) ed un programma di animazione musicale dell’area urbana. La città è stata suddivisa in una trentina di “quadranti” in ciascuno dei quali si sono più volte esibiti i cori, conformemente ad un programma itinerante predisposto dall’organizzazione. Nel tardo pomeriggio, appuntamento in Piazza San Marco per l’esecuzione a cori riuniti di alcuni brani preventivamente inviati ai partecipanti. E’ stato questo un momento di grande soddisfazione, ma anche di vera emozione, sottolineato da un pubblico molto numeroso e plaudente, e dall’apprezzata direzione del M° Agostino Granzotto. Alla kermesse veneziana hanno partecipato quaranta cori del Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia. In luglio, all’Arena Romana di Padova, si è svolta la 28ª Rassegna Internazionale di canti e tradizioni popolari promossa dall’ASAC d’intesa con la FENIARCO e con il Comune di Padova. Vi hanno preso parte complessi della Lettonia, Russia, Romania e Italia. Nel prossimo mese di settembre sarà avviato il 10° Concorso regionale per cori delle scuole elementari, a cadenza biennale, e contemporaneamente riprenderanno i corsi di aggiornamento per insegnanti della scuola di base previsti dal progetto “Musicascuola”, che nell’anno scolastico testè concluso hanno visto la partecipazione di oltre un centinaio di insegnanti. Nel frattempo è decollato il Festival della Coralità Veneta al quale - conformemente al regolamento - sono stati ammessi 30 cori, tra i 45 candidati, sulla scorta dell’originalità del repertorio proposto. E’ infatti previsto che il programma di esecuzione debba essere “preferibilmente inedito e poco eseguito”, intendendo così favorire il rinnovo repertoriale anche attraverso la promozione di una “vetrina delle novità”. Le tre previste manifestazioni, a ciascuna delle quali parteciperanno dieci cori, e il conclusivo “concerto di gala” si svolgeranno tra ottobre e novembre. discografia DISCOGRAFIA a cura di Alvaro Vatri F in dal primo numero di questa rubrica abbiamo sottolineato che il suo scopo non è quello di recensire la produzione discografica corale, ma di segnalare quei CD che si configurano come progetti, esperienze, percorsi atti ad offrire spunti, suggerimenti e occasioni di confronto per la nostra realtà corale. In quest’ottica la discografia prodotta in occasione dei concorsi corali nazionali ed internazionali rappresenta un materiale d’elezione, sia per la ricchezza del repertorio che per la varietà delle “vocalità”, che la ripresa “in diretta” restituisce con un elevato grado di autenticità, e quindi particolarmente adatto per operazioni di studio, analisi e confronto. In queste stesse pagine abbiamo rivolto l’invito ai cori di proporci loro eventuali registrazioni che si configurassero con le caratteristiche di fondo a cui abbiamo accennato per poterle mettere a disposizione dei nostri lettori. Abbiamo ricevuto dal Coro Musicanova di Roma, diretto da Fabrizio Barchi, un CD fresco di stampa dal titolo “Haec Dies”, pubblicato da Erreffe edizioni musicali. Si tratta un progetto molto ricco e articolato su diversi fronti: innanzi tutto, come sottolinea il M° Barchi nell’introduzione, “in questi ultimi decenni il coro sta conoscendo un nuovo rinascimento stabilendo rinnovati legami nel rapporto con il testo sacro, connubio che da secoli contraddistingue le sonorità del coro a cappella. Il filo conduttore dei dodici brani contenuti nel CD scritti da otto autori diversi è rappresentato dunque dai testi, la maggior parte dei quali sono tratti dalla liturgia, altri invece sono tratti più liberamente da scritti di S. Francesco, S. Agostino, e dal breviario di Péguy”. Musica sacra quindi eseguita a cappella (in soli due brani c’è l’intervento di strumenti: il violoncello in uno e il flauto in un altro). Ma c’è dell’altro: gli autori, tutti italiani (P. Caraba, F. Cifariello Ciardi, P. Rosati, M. Frisina, A. Iafigliola, M. Dal Prà, L. Donati e lo stesso Fabrizio Barchi) hanno collaborato con il coro Musicanova alla realizzazione del progetto, per il quale anzi hanno scritto esplicitamente alcuni dei brani. Tale impostazione è mirata a raggiungere un risultato, come spiega ancora Barchi, “molto variegato, quasi a voler tratteggiare un ventaglio di possibili modi di trattare la scrittu- ra corale oggi. Trovano dunque spazio brani di impronta classica che gli storiografi definirebbero in stile neo-romantico accanto a brani inclini verso nuove accordalità; oppure brani dove è preminente una caratterizzazione ritmica vicino a brani più prettamente melodici; o ancora brani che trovano rinnovato impulso in espressioni arcaicizzanti (citazioni gregoriane e uso della modalità) accanto ad altri nei quali si può cogliere una dimensione più marcatamente meditativa di ascendenza orientale come nella tecnica del canto armonicale o nei glissando non tonali. Questa diversificazione stilistica – conclude Fabrizio Barchi – può essere ampiamente rappresentativa del nostro tempo, ma è ancor più pertinentemente esplicativa di un genere, quello corale, che nei secoli non ha conosciuto e non conoscerà mai momenti di oblio”. Raccogliamo l’ultima osservazione del M° Barchi come un augurio per i destini della coralità e segnaliamo che i brani non sono stati registrati in studio, bensì nelle Basiliche di S. Agnese in Agone, S. Prisca e nel nuovo Santuario della Madonna del Divino Amore di Roma, arricchendosi così delle suggestioni non solo sonore di tali splendidi contesti architettonici. Per informazioni e per le partiture: ERREFFE EDIZIONI MUSICALI Via Marotta 3 - 00050 Fregene (Roma) Il Coro Musicanova 25 MONDOCORO Curiosità, navigazioni, spigolature su Internet, riviste, libri a cura di Giorgio Morandi MUSICA PER LA PACE E 26 noi …taciamo le fatiche che il cantare comporta, gridiamo il nostro desiderio di pace fra i popoli, cantiamo la gioia del condividere il linguaggio universale del canto che non conosce frontiere e che arricchisce il nostro “essere”. Per sottolineare questi concetti piace citare per i nostri lettori parte della “Risoluzione di Linz sulla Musica Corale” rilasciata a nome di tutti i cantori del mondo in occasione della prima edizione delle Olimpiadi Corali: “…Il canto valica tutte le frontiere e può unire le persone in una voce sola. Noi consideriamo il “Progetto Musica e Pace” avviato dall’International Music Council come uno dei mezzi più importanti nella costruzione di ponti della speranza e della comprensione fra le nazioni e le genti. Noi sollecitiamo tutti i Cori del mondo a programmare concerti di musica corale per la pace e la comprensione quale missione umana ed artistica tra le più importanti in questo nuovo millennio… …La musica corale, insieme allo sport, è uno dei grandi fenomeni di massa della nostra società globale. La musica corale è non soltanto una delle forme d’arte più ricche. Essa svolge una funzione socio-culturale molto positiva e, così pure, gioca un ruolo sociologico di vasta portata. …Il canto corale contribuisce alle buone relazioni tra le persone – donne e uomini – e crea comprensione e rispetto reciproco fra individui di diversa provenienza culturale, di diverso colore, razza o religione. Cantare in Coro richiede collaborazione e stima reciproca…”. WORLD DAY OF CHORAL SINGING E’ una giornata di coralità mondiale molto speciale: “Cantate Cori di tutto il Mondo!”. Fu proposta per la prima volta nel 1990 dal Musicista Direttore di Coro Alberto Grau, all’epoca con la carica di Vice-Presidente dei Cori dell’America Latina. Da allora ogni anno viene riproposta da “FIM - Vice Presidencia para Latinoamérica Fundación Schola Cantorum de Caracas”. Lo scopo era e rimane quello di incoraggiare le idee di pace e di amicizia fra i popoli e la loro cultura. Dal momento della sua creazione a oggi milioni di can- Scrive il Mahatma Ghandi: “Sono tre gli spazi di vita del cosmo. Nel mare vivono i pesci e tacciono. Sulla terra ci sono gli animali e gridano. Nel cielo ci sono gli uccelli e cantano. Caratteristica del mare è il tacere, della terra il gridare, e del cielo il cantare. L’uomo partecipa di tutti e tre questi stati di vita: porta in sé la profondità del mare, il peso della terra, l’altezza del cielo. Per questo è caratteristica dell’uomo il tacere, il gridare e il cantare”. tori di tutto il mondo vi hanno aderito esplicitamente, dimostrando quanto sia importante per i popoli di tutta la terra il canto corale. Si partecipa alla “XIII GIORNATA MONDIALE DEL CANTO CORALE”, che quest’anno avrà luogo il giorno 8 Dicembre, segnalando la propria adesione, organizzando nella settimana dal 2 all’8 Dicembre un concerto o una manifestazione corale di qualsiasi genere. All’inizio della manifestazione deve essere presentato il proclama della giornata. Oltre al “Proclama” (obbligatorio) per i cori che lo desiderassero sono disponibili due canti specificamente composti per l’occasione ma che sono però proposti in forma facoltativa. ICB (International Choral Bulletin) N. 2, Apr Mag Giu 2002. Il Bollettino Corale Internazionale, lo ricordiamo, è l’organo informativo della Federazione Internazionale per la Musica Corale (IFCM), una associazione che nel mondo coinvolge fra 10 e 20 milioni di musicisti corali (Compositori, Direttori di Coro, Cantori…). Ecco perché la teniamo in considerazione quale strumento che offre del campo corale la visione più ampia. L’ultimo numero pervenuto si propone con il titolo del Dossier “La Nuova Comunità Corale”. Partendo dallo spunto del ventesimo anniversario di costituzione della IFCM la rivista presenta in modo davvero dettagliato e completo tutte le componenti corali e le strutture tecnologiche di levatura mondiale esistenti al servizio della coralità. Nel breve spazio concesso alla Rubrica è impossibile MONDOCORO pretendere anche solo di suggerire in forma adeguata l’importanza di quanto presentato. Nella coscienza di questa inevitabile limitazione si tenterà di dare qualche piccolo accenno invitando chi ne fosse interessato a richiedere l’articolo o gli articoli completo/i (nelle edizioni inglese, francese, tedesco o spagnolo) a [email protected]. Eccone qualche brevissimo acenno: 20 ANNI DI FEDERAZIONE INTERNAZIONALE PER LA MUSICA CORALE …Quando fu fondata nel 1982, lo scopo principale della Federazione era quello di rafforzare la collaborazione fra organizzazioni nazionali ed internazionali in tutti i campi della musica corale. Lungo questi anni molti progetti sono stati concepiti e realizzati per raggiungere questo scopo: Symposia mondiali e regionali, Corsi Master di Direzione Corale, Coro Mondiale dei Giovani, Data Base di Musica Corale (Musica International), Sito Choralnet, Censimento Corale Mondiale, Bollettino Corale Internazionale, Giornata mondiale per il canto corale, e molte altre iniziative realizzate su base quotidiana… …I primi anni di vita di IFCM furono dedicati alla creazione di una rete di contatti, al sostegno degli scambi corali e all’organizzazione di iniziative di collaborazione. All’epoca il compito principale della Federazione era quello di riunire singoli e organizzazioni che lavorassero per la comune passione del Canto corale. Dopo 20 anni questo scopo è raggiunto. Si calcola che a vario titolo siano rappresentati da IFCM 10/20 milioni di musicisti corali: direttori di coro, compositori, cantori… Obiettivo raggiunto: oggi la gente parla, comunica, condivide progetti e idee senza bisogno di nessuno che li solleciti…. Oggi IFCM può svolgere un nuovo, diverso e molto interessante ruolo per i suoi associati. Il nuovo obiettivo non è più quello di creare qualcosa che non esiste, ma quello di far funzionare nel modo più concreto ed attendibile ciò che è stato creato in questi venti anni. La cosa più importante non è più collaborare, ma condividere conoscenza e competenza in modo utile e costruttivo per riproporre e ampliare in tutto il mondo iniziative già collaudate in un singolo paese… Oggi IFCM si augura di essere il motore che accelera il processo di integrazione e cooperazione: un programma affascinante ma non senza rischi. Se per globalizzazione si intende un vago allineamento alla peggiore cultura occidentale la Federa- zione probabilmente non intende averci molto a che fare. Se invece si intende un processo per il quale aprirsi alla collaborazione su scala mondiale, rispettando e dando valore alla diversità e allo scambio culturale, allora affermiamo che la musica corale è uno strumento potente per migliorare i rapporti reciproci nel mondo. (da “Membri della IFCM nell’era di Internet e della Globalizzazione” di Alessandro J. Cortese). CHORALNET È … Choralnet fornisce risorse Internet a musicisti del campo corale ricercando, valutando, selezionando, organizzando, descrivendo, e creando risorse di informazione e forum di comunicazione. Choralnet è gestito da un Consiglio Direttivo che è formato da diverse sotto-commissioni che operano e controllano specifiche iniziative… Il sito www.choralnet.org, Le Comunicazioni choralnet, Budget e finanziamento di Choralnet, Il Passato, Il Futuro: sono articoli scritti da vari membri del consiglio Direttivo di Choralnet. IL PROGETTO MUSICA INTERNATIONAL … Una biblioteca virtuale mondiale per la musica corale. Fino a pochi anni fa ed ancor oggi per molti di noi documentarsi sul repertorio corale è affrontare un percorso da combattimento spesso è appannaggio di pochi privilegiati. Bisogna fare lunghe ricerche personali, risiedere presso biblioteche particolarmente fornite di musica corale, frequentare festival e concorsi, farsi mandare cataloghi dagli editori principali… Tutto è cambiato negli ultimi dieci anni. Oggi c’è MI (Musica International) che è sia il nome di una Associazione, creata nel 1998, e che per sviluppare questo strumento globale ha membri e ramificazioni in tutto il mondo. Ed è anche il nome di una banca dati che contiene tutta l’informazione messa in memoria a partire dal 1983, prima dal Centre D’Art Polyphonique d’Alsace e poi da un consorzio di partecipanti di tutto il Mondo… “L’associazione Musica International”, “La Biblioteca virtuale Musica”, “Il CD Rom Musica” “Il sito www.musicanet.org”, “Esempio di una ricerca in Musica”, “Le Sessioni di Musica” e “Qualche preoccupazione…” sono i titoli di varie sezioni specifiche dedicate all’attività di Musica International. Davvero uno strumento corale eccezionale ed insostituibile. Da conoscere! (Articolo di Jean Sturm, Direttore Esecutivo dell’Associazione Musica International, nonché membro del Centro Nazionale di Ricerca Scientifica (CNRS - Francia). 27 MONDOCORO IL NUOVO CENSIMENTO CORALE MONDIALE… …sarà disponibile “on line”. Fino ad oggi questo interessante strumento di ricerca corale, inteso specificamente nel senso di “ricerca di controparti corali di tutto il mondo” era stato fornito da IFCM in forma cartacea. A seguito del ben noto sviluppo delle nuove tecnologie non è per nulla sorprendente che la prossima edizione venga inviata per e.mail come file Acrobat PDF a tutti gli iscritti (più dell’80%) dotati di questo strumento. (Continuerà ad essere fornita in versione cartacea a tutti gli altri). Conseguenza immediata e positiva: anche gli aggiornamenti potranno essere più frequenti, completi e veloci. (Ricordo, per chi volesse usufruire di questo interessante strumento riservato ai propri associati, che IFCM accetta le iscrizioni individuali). 28 INOLTRE… Al di fuori del Dossier il nostro ICB presenta interessanti articoli sul Canto a Cuba e sul Festival di Cori di ragazzi svoltosi a Salt Lake City lo scorso autunno. Propone ai lettori il “San Juan Coral 2002”, Festival dei Cori argentini. La Rubrica “Repertorio” dopo Piazzola e Guastavino è dedicata, questa volta, al compositore inglese Sir William Walton, nella ricorrenza del centenario della sua nascita. Interessante la rubrica “L’Angolo del Melomane” e, ricca di ben 7 fitte pagine, l’utilissima Rubrica dei Festivals, Workshops, Concorsi, iniziative corali varie di tutto il mondo. ed EUROPA CANTAT MAGAZINE N. 02/2002 La rivista della Federazione Europea dei Cori Giovanili evidenzia esplicitamente in questo numero le limitazioni tipiche di uno strumento informativo trimestrale, riferite alle attività che propone. Sono iniziative di grande valore per i cori, ma riferite all’anno di attività in corso, quindi a breve scadenza e che, pertanto, segnalano termini di adesione già scaduti. Per questo motivo si procederà qui a un loro ricordo telegrafico pur motivato dal fatto che avendo tutte le manifestazioni una parte riservata al godimento pubblico, i cantori italiani in vacanza nelle località in cui queste attività si realizzano, potrebbero comunque godersene una parte come spettatori dei concerti prodotti. Ad “Alpe Adria Cantat” promossa per il periodo 1-8 Settembre prossimo da FENIARCO, ASAC, Regione Veneto ed Europa Cantat sono dedicate due pagine piene di dettagli ed informazioni circa i programmi ed i responsabili per la realizzazione dei vari “Workshops”. Lo stesso si può dire per la Semaine Cantante di Nevers (FR) che avrà luogo dal 25 agosto all’1 Settembre. Appena ricordate, invece, sono quelle di Tarragona (E), di Loughborough (GB) dal 28 Luglio al 4 Agosto ed il “Vocal Jazz Days” di Soesterberg (NL) dal 24 al 30 agosto. Dettagliatamente presentate sono altre iniziative molto interessanti: - “Sulle orme di Beethoven e Schumann” che avrà luogo a Bonn dal 29 Ottobre al 3 Novembre 2002 (Il programma proposto prevede con la Bonner Jugend-Sinfonie-Orchester lo studio della “Rheinische Symphonie” e del “Requiem per soli, coro e orchestra, op. 148” di Robert Schuman). - Il “2° Concorso Internazionale per Giovani Direttori di Coro”, che quest’anno avrà luogo a Tallinn (Estonia) dal 2 al 6 Ottobre; - “Accademia Europea per giovani Cantori di Coro” a Weikersheim in Germania, svoltosi dal 21 al 31 Luglio. Di particolare interesse è un telegrafico primo annuncio della “Accademia Europea per Giovani Direttori di Coro” che nel prossimo anno avrà luogo a Barcellona dal 18 al 27 luglio. Questa volta la notizia (anche se ancora senza i dettagli di programma) permette ai Giovani Direttori Italiani di organizzarsi per questa significativa esperienza che ha già visto un giovane collega italiano imporsi con un secondo premio nel corso del 2001. ed Due segnalazioni veloci. Mi sembrano interessanti: 1 “Cantare musica antica: la pronuncia delle lingue europee nel tardo Medioevo e nel Rinascimento” (Timothy McGee et al.). Questo eccellente sussidio tratta delle pronunce storiche di Inglese, Spagnolo, Tedesco, Francese e Italiano (per non citare il Catalano, lo Scozzese e il Portoghese), e la lingua latina in diversi paesi. Il massimo per gli amanti della musica antica. 2 “Traduzioni e commenti sul Repertorio Corale: Testi Sacri in Latino” (by Ron Jeffers): Se questo libro non sta sul tuo tavolo, non sei un Direttore di Coro! Ogni testo latino standard (Proprio di Messe ed altri testi) è presentato in traduzione poetica e traduzione parola per parola, insieme con specifica ambientazione storica e liturgica ed una indicazione di dove i singoli testi sono reperibili. Maggiori informazioni e fotocopie dei testi citati, nella lingua originale o tradotti in inglese, francese, tedesco o spagnolo, possono essere richiesti a: e-mail: [email protected] oppure fax 02 700440733 iniziative editoriali MELOS 1 E 2: GENERAZIONI A CONFRONTO di Mauro Zuccante C on l’uscita di Melos 2 si arricchisce l’offerta della FENIARCO di nuove composizioni corali. Il volume, che verrà a breve distribuito a tutti i cori d’Italia associati, è edito, come il precedente, dalle Edizioni CARRARA di Bergamo. Contiene 26 brani: 5 per voci bianche, 3 per voci femminili, 3 per voci maschili e 15 per voci miste. Sommate alle 21 di Melos 1, la collana della FENIARCO raccoglie ora 47 nuove proposte di 39 compositori diversi. L’elenco degli autori di Melos 1 e 2 presenta nomi già affermati accanto ad altri emergenti. Melos costituisce, dunque, un’interessante antologia di musiche che mettono in luce punti di contatto, linee di continuità, affinità estetiche, condivise da compositori di diverse generazioni. Un primo indirizzo stilistico è quello che accomuna quei musicisti, le cui opere, seppur aggiornate in chiave moderna, manifestano tratti tecnici, formali ed espressivi riconducibili alla grande tradizione polifonica. La produzione mottettistica di Orlando Dipiazza (esemplare la sua Salve Regina, in Melos 2) è valorizzata dal rigore, dalla compostezza e da una generale chiarezza di stesura che non è mai accademismo, atteggiamento evitato in virtù della cantabilità delle linee vocali, il cui profilo ricalca l’intensità espressiva della melopea gregoriana. Impegnata nel ricreare la purezza e l’equilibrio dell’antico stile madrigalistico rinascimentale è pure l’articolata scrittura del più giovane Renato Miani (Luci serene e chiare, in Melos 2). Lorenzo Donati, appartenente alla leva più recente (Agnus Dei, in Melos 2), concentra, invece, il suo operato in una minuziosa e moderna rilettura delle tecniche e dell’arte dei polifonisti Melos 1 fiamminghi. Meno vincolati a modelli storici riconoscibili, ma interessati piuttosto all’esplorazione delle possibilità timbrico-espressive dell’ensemble vocale, sono i compositori che seguono, come Biancamaria Furgeri, la cui scrittura eclettica è caratterizzata da raffinati concatenamenti armonici e variegate soluzioni timbriche (significativo, in Melos 2, il suo Invito, ricco di sfumature dinamiche e di intonazioni vocali diversificate: dal canto dolce e melodico a quello teso e concitato; dal suono sussurrato, al bisbiglio, al grido). Anche le invenzioni di Pier Paolo Scattolin sono informate dal disegno di forti idee timbriche e da una ricca tavolozza sonora che gli suggerisce l’uso di variati e particolari impasti vocali (suo l’Incantesimo sciamanico, in Melos 2). Giovanni Bonato, appartenente alla generazione dei più giovani, indaga ul- teriormente le possibilità fonicoespressive del coro, creando pagine di assoluta suggestione timbrica (illuminanti i suoi brani contenuti in Melos 1: Dante... dunque e Or mira... questo giardino, due fascinose ed estatiche sculture sonore, sospese in una dimensione senza tempo). Osserviamo, infine, come anche il genere di “canzone” (intendo in senso lato con questo termine quei brani in cui prevale ora il tono lirico, ora quello più “leggero”), venga rivissuto e interpretato con differenti modalità dagli autori delle varie generazioni. Angelo Mazza ci offre con Ecoute (Melos 2) un modello del suo modo di condurre la linea melodica elegante e garbato. Più denso cromaticamente, ma altrettanto efficace nel dipingere la lirica pascoliana è il linguaggio di Guido Messore (Canzone d’Aprile, in Melos 1). Tra i giovani, invece, Corrado Margutti traduce per coro le seducenti peculiarità ritmico-melodiche del folclore iberico (Dos poemas de Federico García Lorca, in Melos 1), mentre, infine, Damiano D’Ambrosio scommette su un ironico connubio tra gli stilemi del blues e un nonsense di Rodari (Tema Blues, in Melos 1). Queste mie citazioni, ben lungi dal voler definire un profilo artistico degli autori e forzatamente limitate nel numero (non me ne vogliano, perciò, gli esclusi), intendono sottolineare, comunque, la ricchezza delle proposte di Melos 1 e 2. Le raccolte della FENIARCO evidenziano, infatti, l’impegno di quei compositori che, pur ritrovandosi accomunati in percorsi paralleli di ricerca estetica, sanno esprimere con le loro opere (indipendentemente dalla generazione di appartenenza), forti connotati di originalità e valore artistico. 29 concorsi 38O CONCORSO NAZIONALE CORALE Trofei “Città di Vittorio Veneto” Vittorio Veneto, 24 e 25 maggio 2003 Art. 1 - Il 38° Concorso nazionale di canto corale per l’assegnazione dei Trofei “Città di Vittorio Veneto” avrà luogo a Vittorio Veneto nei giorni 24 e 25 maggio 2003. PARTECIPAZIONE Art. 2 - Il concorso è riservato a complessi corali amatoriali. Tale qualifica non riguarda i direttori né gli eventuali strumentisti richiesti dal programma. Il concorso si articola in quattro categorie: Categoria A Cori con repertorio polifonico Categoria B Cori con repertorio popolare Categoria C Cori di bambini (di ambo i sessi nati dopo il 31.12.1987) Categoria D Programma progetto (Premio Banca Prealpi) 30 Art. 3 - Il numero degli esecutori di ciascun complesso corale, escluso il direttore, deve essere non inferiore a 12 e non superiore a 40, pena l’esclusione. La rispondenza ai limiti stabiliti sarà verificata prima dell’inizio dell’esecuzione. Art. 4 - Ciascun complesso corale potrà iscriversi anche a più di una categoria purché siano rispettate le modalità previste per ciascuna di esse. ISCRIZIONE E DOCUMENTI Art. 5 - Le domande di iscrizione dovranno essere indirizzate alla segreteria del “38° Concorso Nazionale Corale” – Comune di Vittorio Veneto – Piazza del Popolo 14 – 31029 Vittorio Veneto (TV), e pervenire entro le ore 12.00 del 21 febbraio 2003. L’iscrizione al concorso comporta il versamento della tassa di Euro 55,00 (non rimborsabile) a mezzo vaglia postale (indicando la causale) o assegno circolare intestato a: Comune di Vittorio Veneto. È richiesta la seguente documentazione: a) domanda di iscrizione (il modulo può essere richiesto alla segreteria del concorso o scaricato dal sito www.comune.vittorio-veneto.tv.it); b) breve curriculum del coro e del direttore, con particolare riferimento agli ultimi cinque anni; c) (solo per la cat. A) autodichiarazione attestante che la composizione di autore italiano in programma è stata composta non prima del 1993; d) (solo per la cat. B) autodichiarazione attestante che due dei brani in programma sono stati composti o elaborati non prima del 1998; e) (solo per la cat. C) elenco nominativo dei componenti il coro e rispettiva data di nascita; tale documento dovrà essere sottoscritto, sotto la propria personale responsabilità, dal presidente o dal segretario oppure dal direttore del coro (i cantori dovranno presentarsi al concorso muniti di un documento di riconoscimento); f) (solo per la cat. D) breve relazione illustrativa del progetto-programma; g) n. 8 copie delle partiture dei brani, chiaramente leggibili, in formato A4 con indicazione della durata di ciascun brano; h) registrazione di buona qualità, su nastro magnetico o CD, di almeno tre brani eseguiti dal coro, di cui almeno uno tra quelli indicati nel programma presentato; i) ricevuta di versamento di Euro 55,00 per ogni singola iscrizione. AMMISSIONE Art. 6 - Il comitato artistico ammetterà i cori alle competizioni in base ai seguenti punti: a) valutazione del programma; b) ascolto della documentazione sonora; c) esame del curriculum del coro e del direttore. La documentazione inviata verrà acquisita dall’archivio della segreteria del concorso. CALENDARIO DELLE PROVE Art. 7 - Date e sedi delle prove, nonché l’orario e l’ordine di esecuzione dei brani scelti dal comitato artistico saranno comunicati per lettera entro il 21 marzo 2003. Qualora un coro non fosse presente all’orario previsto dall’ordine di esecuzione potrà eseguire la prova entro un’ora dalla prima chiamata, purché i motivi del ritardo siano ritenuti validi dall’ente organizzatore. PROGRAMMI • Categoria A (repertorio polifonico) Art. 8 - I cori iscritti alla categoria A dovranno presentare un programma della durata di almeno 20 minuti comprendente brani di stile ed epoca diversi, tra cui una composizione di autore italiano scritta non prima del 1993. Non sono ammessi accompagnamenti strumentali, ad eccezione di un solo strumento qualora sia previsto dall’autore; l’organizzazione metterà a disposizione il pia- noforte. Il comitato artistico sceglierà i brani da eseguire per una durata complessiva di circa 15 minuti; il programma di esecuzione verrà comunicato ai cori ammessi entro il 21 marzo 2003. Il coro che risulterà vincitore del primo premio concorrerà all’assegnazione dell’11° Gran Premio “Efrem Casagrande” che si terrà domenica 25 maggio 2003 alle ore 17. • Categoria B (repertorio popolare) Art. 9 - I cori iscritti alla categoria B dovranno presentare un programma della durata di almeno 20 minuti comprendente due brani composti o elaborati non prima del 1998. Le elaborazioni devono essere basate su melodie popolari della tradizione orale italiana e/o di etnie di confine. Sono ammesse solo due composizioni d’autore. È consentito l’impiego di voci soliste e di strumenti della tradizione popolare. Non è invece permesso l’uso di strumenti elettronici e di basi musicali registrate. Il comitato artistico sceglierà i brani da eseguire per una durata complessiva di circa 15 minuti; il programma di esecuzione verrà comunicato ai cori ammessi entro il 21 marzo 2003. Il coro che risulterà vincitore del primo premio concorrerà all’assegnazione dell’11° Gran Premio “Efrem Casagrande” che si terrà domenica 25 maggio 2003 alle ore 17. • Categoria C (cori di bambini) Art. 10 - I cori iscritti alla categoria C dovranno presentare un programma libero della durata di almeno 20 minuti comprendente brani originali (non trascrizioni), anche con accompagnamento di pianoforte e/o di altri strumenti (sono esclusi strumenti elettronici e basi musicali registrate); l’organizzazione metterà a disposizione il pianoforte. Il comitato artistico sceglierà i brani da eseguire per una durata complessiva di circa 15 minuti; il programma di esecuzione verrà comunicato ai cori ammessi entro il 21 marzo 2003. Il coro che risulterà vincitore del primo premio concorrerà all’assegnazione dell’11° Gran Premio “Efrem Casagrande” che si terrà domenica 25 maggio 2003 alle ore 17. • Categoria D (Programma progetto - Premio “Banca Prealpi”) Art. 11 - I cori iscritti alla categoria D dovranno presentare un programma musicale della durata di circa 20 minuti impostato secondo un progetto che an- concorsi drà illustrato con una breve relazione (programma tematico, monografico, frutto di ricerca musicologica, di studi e/o di collaborazioni con compositori ed elaboratori, ecc.). Si possono iscrivere a questa categoria cori con repertorio polifonico, con repertorio popolare e cori di bambini. L’accettazione del programma verrà comunicata ai cori entro il 21 marzo 2003. La vincita del premio (unico) non dà diritto a concorrere per all’assegnazione dell’11° Gran Premio “Efrem Casagrande”, tuttavia il coro vincitore dovrà esibirsi nel corso del concerto di premiazione che si terrà domenica 25 maggio 2003 alle ore 17. COMMISSIONE GIUDICATRICE Art. 12 - La commissione giudicatrice del concorso sarà nominata dal Sindaco di Vittorio Veneto su indicazione del comitato artistico. Il giudizio della commissione giudicatrice è insindacabile e inappellabile. CLASSIFICHE - VALUTAZIONI FINALI Art. 13 - Al termine delle audizioni di ogni categoria potranno essere fissati eventuali riascolti supplementari. La commissione giudicatrice formulerà un giudizio tenendo conto dei seguenti parametri: intonazione, qualità vocale, insieme, musicalità e interpretazione. I giudizi, che concorreranno a formare la valutazione globale della commissione giudicatrice su ciascun complesso corale, verranno successivamente inviati al direttore del coro. La classifica dei cori partecipanti alle categorie A, B e C verrà stilata sulla base del punteggio medio conseguito, espresso in decimi; per la categoria D è prevista la sola assegnazione del premio senza formulazione di classifica. I risultati ufficiali saranno resi noti al termine delle audizioni di ciascuna categoria. Successivamente i direttori potranno avere un colloquio con la commissione giudicatrice per una valutazione più approfondita della prova offerta. Art. 14 - I vincitori dei Trofei “Città di Vittorio Veneto” nelle categorie A, B e C parteciperanno di diritto alla competizione per l’assegnazione del Gran Premio “Efrem Casagrande”. Al concerto finale di tale manifestazione la commissione giudicatrice potrà ammettere, fuori concorso, anche altri cori meritevoli. RIMBORSI Art. 15 - Ai primi dieci complessi corali ammessi alle competizioni di tutte le categorie provenienti da località distanti più di 200 Km. da Vittorio Veneto, tra cui almeno i primi tre per la categoria C, verrà riconosciuto un rimborso spese viaggio di Euro 300,00. Farà fede la data d’arrivo registrata dall’Ufficio Protocollo del Comune. La distanza fra la lo- calità di provenienza del gruppo corale e Vittorio Veneto verrà calcolata per la via più breve, ad insindacabile giudizio dell’ente organizzatore. Ai complessi corali verrà riconosciuto un solo rimborso spese viaggio, anche se partecipanti a più categorie. PREMI Art. 16 - Per ognuna delle categorie A, B e C sono previsti i seguenti premi (al lordo delle ritenute di legge): - al 1° classificato Euro 1.500,00 - al 2° classificato Euro 1.000,00 - al 3° classificato Euro 500,00 In caso di assegnazione di premi ex-aequo l’importo verrà suddiviso. Ai cori secondi e terzi classificati, se ammessi al concerto finale, verrà riconosciuto un ulteriore rimborso di Euro 300,00. I cori vincitori del primo premio e quelli invitati al concerto finale avranno diritto a ritirare il premio in denaro solo dopo la loro esibizione (domenica 25 maggio, ore 17). Per la categoria D è previsto un premio unico e indivisibile di Euro 1300,00 (al lordo delle ritenute di legge) offerto dalla Banca Prealpi di Tarzo. È facoltà dei cori premiati esibire regolare giustificazione delle spese sostenute per la partecipazione al concorso (viaggio e/o soggiorno) fino alla concorrenza dell’ammontare del premio; la somma corrispondente al rimborso non sarà soggetta a ritenuta. Art. 17 - Al coro primo classificato delle categorie A, B e C verrà assegnato il Trofeo “Città di Vittorio Veneto” e il diploma di classifica; al direttore del coro una targa offerta dall’A.S.A.C.. Ai cori classificati al secondo e terzo posto verrà assegnata una targa e il diploma di classifica. Art. 18 - Al direttore di coro, anche non classificato, che avrà dimostrato particolari doti interpretative verrà assegnato un premio (buono acquisto) di Euro 300,00 offerto dal Coro A.N.A. e dalla Sezione A.N.A. di Vittorio Veneto in memoria del maestro Efrem Casagrande. Art. 19 - Al coro veneto iscritto all’Associazione per lo Sviluppo delle Attività Corali – Veneto (A.S.A.C.) ritenuto migliore dalla commissione giudicatrice verrà assegnato un premio (buono acquisto) di Euro 300,00 offerto dall’Associazione stessa, purché abbia ottenuto un punteggio medio superiore a 7/10. Art. 20 - In ognuna delle categorie A, B e C verrà assegnato un premio di Euro 300,00 (offerto dalla Provincia di Treviso) al coro trevigiano meglio classificato, purché abbia ottenuto un punteggio medio superiore a 7/10. Art. 21 - La commissione giudicatrice, inoltre, ha la facoltà di assegnare dei premi speciali (per il programma di rilevante valore artistico, per la pregevole vocalità, per la migliore interpretazione di un brano contemporaneo, ecc.). DISPOSIZIONI FINALI Art. 22 - I complessi corali rinunciano sin d’ora a qualsiasi compenso per l’eventuale registrazione o per trasmissioni effettuate da enti radiotelevisivi pubblici o privati. Art. 23 - L’ente organizzatore si riserva di apportare modifiche al presente regolamento o di revocare il concorso per cause di forza maggiore. 11° GRAN PREMIO “EFREM CASAGRANDE” Vittorio Veneto, domenica 25 maggio 2002 - ore 17 Vi parteciperanno di diritto i cori che abbiano conquistato il Trofeo “Città di Vittorio Veneto” edizione 2003 nelle categorie A, B e C. Potranno partecipare, inoltre, non più di tre cori che abbiano conseguito il primo premio in concorsi nazionali di canto corale (Vittorio Veneto escluso) effettuati nell’anno solare 2002. L’iscrizione al Gran Premio “Efrem Casagrande” esclude quella alle competizioni delle categorie A, B e C del concorso; è invece possibile l’iscrizione alla categoria D. Al vincitore verranno assegnati un originale e pregiato trofeo e un premio di Euro 1500,00 offerti dalla FE.N.I.A.R.CO. Comitato artistico: Aldo Cicconofri, Filippo Maria Bressan, Stefano Da Ros, Paolo Merkú, Mario Mora. Coordinamento artistico: Stefano Da Ros Segreteria organizzativa: Ufficio Cultura del Comune di Vittorio Veneto – Piazza del Popolo n. 14 – 31029 VITTORIO VENETO (TV) tel. 0438-569.310 – fax 0438-53966 e-mail: [email protected] I REGOLAMENTI COMPLETI E I MODULI D’ISCRIZIONE POSSONO ESSERE RICHIESTI ALLA SEGRETERIA DEL CONCORSO OPPURE SCARICATI DAL SITO www.comune.vittorio-veneto.tv.it La manifestazione è realizzata con il contributo e la collaborazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Regione del Veneto, della Provincia di Treviso, della FE.N.I.A.R.CO. (Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali), dell’A.S.A.C. (Associazione Sviluppo Attività Corali - Veneto), della Banca Prealpi di Tarzo, della Sezione A.N.A. e del Coro A.N.A. di Vittorio Veneto. 31