AGENTI FISICI IN FISIOTERAPIA Chi non ha mai sentito parlare di

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AGENTI FISICI IN FISIOTERAPIA
Chi non ha mai sentito parlare di ultrasuono, jonoforesi, laser, correnti diadinamiche, magnetoterapia, ecc….
Ormai sono termini in uso comune o per averne sentito parlare o perché ci è capitato almeno una volta nella
vita di averne avuto bisogno.
AGENTI FISICI:
Gli agenti fisici sono utilizzati in terapia per produrre una risposta nel tessuto biologico. Essi includono il
calore, il freddo, l’acqua, il suono, l’elettricità e le onde elettromagnetiche (compresi i raggi infrarossi visibili
e gli ultravioletti; le onde corte e le microonde).
Una cosa da tener presente e che molto spesso non viene osservata, permettendo in questo modo il divulgarsi
sbagliato dell’utilizzo degli agenti fisici in fisioterapia, che essi, devono essere considerati come trattamenti
aggiuntivi ad un piano di recupero funzionale piuttosto, che degli interventi curativi primari.
In parole povere, l’agente fisico da solo fà ben poco e comunque il più delle volte lo scarso risultato ottenuto
da un ciclo di fisioterapia, sulla nostra esperienza, è imputabile più ad una coordinazione imperfetta di
interventi curativi nel piano riabilitativo piuttosto che all’inefficacia degli agenti fisici.
Essi se applicati con rigore scientifico, supportati da una giusta etica comportamentale, inseriti in un corretto
piano riabilitativo che rispetti i tempi biologici della rigenerazione tissutale dopo evento patologico, possono
diventare e sono uno strumento insostituibile ed estremamente efficace nella cura e prevenzione di patologie
acute e croniche.
QUALE AGENTE FISICO SCEGLIERE:
La scelta della terapia è influenzata da molti fattori e che riassumendone alcuni sono:
Tessuto da trattare;
Profondità desiderata di riscaldamento o raffreddamento;
Abitus corporeo (cioè quantità di grasso sottocutaneo)
Condizioni co-morbose (ad esempio cancro, malattia vascolare, neuropatia, etc.)
Caratteristiche specifiche del paziente (impianti metallici, pacemaker, allergia al freddo, etc.)
Età (esempio epifisi non saldate: bambini in crescita)
Sesso (ad esempio donna incinta)
Quello che bisogna sapere è che nel selezionare una terapia fisica in realtà, ci sono pochi studi clinici ben
disegnati che dimostrano l’efficacia di terapie specifiche in situazioni specifiche. Ma tuttavia, a conforto ci
sono numerosi studi che esaminano gli effetti fisiologici delle terapie su tessuti biologici.
Avere una chiara comprensione degli effetti fisiologici di una particolare terapia ci permette di operare una
selezione informata. Si devono capire le capacità di riscaldamento e di raffreddamento delle diverse terapie
per essere sicuri di selezionare la terapia più appropriata per il tessuto bersaglio inteso come zona interessata
dalla patologia da trattare.
RAGIONAMENTO CLINICO:
Vediamo quali sono le condizioni particolari in cui può essere utile l’applicazione di un agente fisico.
Premettiamo che non volendo fare di questa sessione un trattato di fisioterapia, riduciamo all’osso anche per
una comprensione di termini le informazioni del caso.
Di solito il paziente si rivolge allo specialista per due motivi:
1. sente dolore;
2. non riesce a muoversi liberamente.
3. tutti e due i casi insieme: non riesce a muoversi per il dolore che sente.
Queste tre condizioni possono rispecchiare due quadri patologici apparentemente uguali ma, che andranno
trattati in modo completamente diverso e quindi gli agenti fisici saranno scelti con effetti completamente
opposti a parità di sintomo.
1. Un fatto acuto, accompagnato da gonfiore, calore, rossore dell’area dolente, dolore e impotenza
funzionale. Tre di queste caratteristiche presenti contemporaneamente determinano le condizioni di
fattore acuto. Da tener rigorosamente presente che un fatto acuto può presentarsi per un trauma,
quindi una condizione casuale e fortuita ma, con una dinamica ben conosciuta; oppure da un fattore
sistemico dove il fatto acuto non può essere ricondotto ad una sola causa meccanica-articolare, ma
ad una condizione multifattoriale che spesso necessita del parere e dell’intervento coordinato di
diversi specialisti delle varie branche della medicina.
2. Patologia inveterata cronico degenerativa tipo l’artrosi che per vari motivi può risvegliarsi
provocando al paziente una sintomatologia dolorosa con difficoltà nell’eseguire le normali mansioni
quotidiane.
Prendendo questi due casi come esempio si sa che in un fatto acuto traumatico dove l’infiammazione è
dovuta anche ad una lesione del tessuto anatomico interessato dall’evento, l’agente fisico più indicato è il
freddo e pertanto le terapie indicate in prima fase saranno appunto quelle con effetti antinfiammatori e
antalgici; in seconda fase saranno applicati agenti fisici con potere bio-stimolate cicatriziale per favorire i
processi di riparazione dei tessuti interessati alla lesione traumatica.
Nel caso di un quadro artrosico degenerativo l’agente fisico maggiormente indicato è il caldo, ma in questo
caso particolare attenzione và nella scelta dell’applicazione lontano da una fase acuto dolorosa, per poi agire
con agenti fisici che provocando un effetto termico locale migliorano l’apporto di sostanze nutritive agendo
su una vaso dilatazione per l’aumento stesso della temperatura, la quale a sua volta provocherà anche un
aumento del metabolismo cellulare favorendo un processo rigenerativo del tessuto locale.
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