Tipi di texture; problemi di classificazione e terminologia Il ritmo è sicuramente il fattore più critico nelle relazioni intelineari; così, all’interno della scala di valori testurali di indipendenza/interdipendenza, esso è il fattore più decisivo nell’affermazione di opposizione interlineare. Alcuni termini di largo uso e di significato convenzionale relativamente stabile possono essere accettati ed utilizzati in relazione alla texture quali termini universalmente riconosciuti: 1. Polifonico, letteralmente “a molte voci”, può servire a denotare una texture a più voci di considerevole indipendenza interlineare, spesso di tipo imitativo. 2. Omofonico letteralmente dovrebbe denotare una condizione di voci interdipendenti, ma la sua connotazione tradizionale è quella di una texture nella quale una voce principale è accompagnata da una struttura subordinata talvolta interagente in varia maniera, mentre il basso è normalmente controdirezionale o in altra relazione contrappuntistica rispetto alla voce (o voci) principale. 3. Accordale è un termine convenzionale perfettamente accettabile e molto utile che si riferisce semplicemente a una texture costituita essenzialmente di accordi, con le voci spesso relazionate fra loro in modo omoritmico. 4. Raddoppio, può denotare linee omoritmicamente-omodirezionalmente-omointervallicamente associate (si veda le definizioni seguenti di questi termini). 5. Eterofonico denota una relazione omodirezionale (paralella nel contorno) ma eterointervallica (vedi sotto), avente cioè una modesta diversificazione di contenuto intervallare 6. Eteroritmico va inteso secondo il suo significato convenzionale (v. sotto) 7. Sonorità, da intendere come il carattere sonoro generale determinato dalla texture e dal timbro (vanno inclusi anche modi di articolazione e intensità dinamica). 8. Contrappunto (contrappuntistico) denota una condizione di interazione interlineare che comprende contenuto intervallare, direzione, ritmo e altre qualità o parametri di diversificazione. (L’uso tradizionale di “contrappuntistico” è paragonabile a quello di “polifonico”). 9. Monodico viene convenzionalmente utilizzato per indicare ad una voce sola (monolineare). I prefissi omo-, etero-, e contra- sono adottati per riferirsi rispettivamente a condizioni di identità, lieve e locale differenziazione, contrasto più pronunciato. Inoltre tre specifici parametri vengono adottati in quanto aventi rilevanza per la valutazione delle condizioni testurali: ritmo, direzione (della successione melodica) e contenuto intervallare lineare. 1. Per quanto riguarda il parametro del ritmo, i termini omoritmico, eteroritmico (entrambi già in uso) e contraritmico sono tutti potenzialmente applicabili e utili. 2. Analogamente, per quanto riguarda il parametro della direzione i termini omodirezionale, eterodirezionale e contradirezionale sono tutti applicabili. 3. Per quanto riguarda la sfera del contenuto intervallare, i termini omointervallico, eterointervallico (visto come sinonimo di eterofonico) e contraintervallico possono tutti essere utilizzati per descrivere particolari situazioni e relazioni testurali. Di enorme importanza in ogni analisi o descrizione di una texture musicale è il mantenere la consapevolezza del livello strutturale al quale si fa riferimento. Cioè, due linee possono avere una relazione controdirezionale a livello locale ma essere viste a un livello più ampio e significativo come aventi una relazione omodirezionale. Ulteriori considerazioni su terminologia e aspetti testurali Il termine spazio testurale, o semplicemente spazio, si riferisce al campo delimitato dalle linee delle voci estreme (ambitus) della texture. Texture e stile La caratterizzazione e la valutazione delle qualità della texture musicale costituiscono un mezzo importante per la comprensione degli stili e dei periodi. 1. È molto evidente, ad esempio, che il ruolo della voce più grave è di importanza essenziale per la classificazione di uno stile. Una distinzione primaria fra le scritture polifoniche del Rinascimento e del Barocco è data ad esempio dalla maggiore equivalenza del basso (rispetto alle altre voci) nella polifonia rinascimentale se viene paragonata alla successiva crescente restrizione nel periodo barocco degli intervalli del basso stesso a quei movimenti che meglio sottolineano e supportano il contenuto armonico all’interno di un contesto tonale. 2. La texture peculiare dell’organum, data da due o più voci altamente interdipendenti (parallelismi di quarte, quinte e ottave), è la caratteristica principale tramite la quale questo stile viene definito. L’evoluzione stilistica dell’organum è fondamentalmente riferibile a un graduale progresso verso un moderato grado di diversificazione interlineare. 3. Il radicale cambiamento stilistico che caratterizza la storia della musica verso l’inizio del diciassettesimo secolo, cioè lo sviluppo della monodia, è significativamente un fenomeno testurale caratterizzato dall’avvento del canto declamato su di una struttura di accompagnamento subordinata e solo occasionalmente vitalizzata da elementi di contrasto, uno sviluppo, questo, che venne percepito come rivoluzionario a causa della prevalenza durante il Rinascimento di una polifonia regolata dai valori supremi del contrappunto (equivalenza delle varie voci). 4. L’attitudine concettuale denominanta “puntillismo”, caratteristica dominante di una parte della musica del Novecento, è una questione di texture. Questo tipo di musica è caratterizzata stilisticamente dall’utilizzo di particolari texture molto trasparenti. 5. L’evoluzione dello stile e della tecnica nell’arte di molti compositori viene sempre più spesso tracciata in termini di evoluzione di texture. Un esempio molto evidente potrebbe essere quello di Beethoven. 6. Spesso la distinzione fra generi musicali può essere tracciata in modo molto convincente in base a valutazioni sul tipo di texture. Per esempio è possibile con notevole precisione fare delle generalizzazioni riguardo ai differenti tipi di texture utilizzati nella musica sacra e in quella profana in molte epoche storiche (cfr. Josquin o Lasso nei movimenti di messa e nelle chansons), e nella seconda di queste categorie fra musica da danza e altri tipi di musica. 7. La texture è spesso (naturalmente non sempre) la chiave di volta di impressionanti sviluppi delle risorse tecniche inerenti ad altri parametri musicali: valga come esempio la tendenza ad affidare alle texture più semplici le armonie più complesse ed ardite o si consideri il contesto di tipo “omofonico” all’interno del quale più tipicamente è possibile il manifestarsi di melodie con molti abbellimenti (ad es. musica tastieristica del Rococò, stile operistico sette-ottocentesco). 8. Qualsiasi descrizione dello stile che noi conosciamo come “impressionismo” dovrà necessariamente dare un fondamentale rilievo al tipo di texture utilizzato. Un ovvio esempio di ciò può essere la tecnica peculiarmente impressionistica di ornamentare uno schema armonico di base tramite l’utilizzo caratteristico di accordi ausiliari in movimento parallelo all’interno di una texture densa e formata da linee interdipendenti.