Le radiazioni NIR I campi elettromagnetici a frequenza industriale (ELF (ELF, extremely low frequency frequency, 30300 Hz), a radiofrequenza e alle microonde, rientrano nella gamma delle radiazioni non ionizzanti,, sono cioè caratterizzati da una lunghezza d’onda maggiore di 100 nm e da un’energia associata inferiore a 12 eV. Tale energia è di intensità insufficiente per indurre fenomeni di ionizzazione delle molecole o per rompere legami chimici anche molto deboli. Per questo motivo, per lungo t tempo tali t li radiazioni di i i non erano considerate id t iin grado di interagire con i sistemi biologici. Solo più recentemente, a causa dell’utilizzo sempre più frequente di campi elettromagnetici a diverse frequenze e intensità, è stata avviata una vasta attività di ricerca volta alla definizione dei p principali p effetti biologici g e sanitari Effetti biologici dei campi elettromagnetici Il problema elettromagnetico Quando un organismo biologico (per esempio un individuo) si trova immerso in un campo elettromagnetico, ha inevitabilmente luogo una interazione tra il campo e le cariche e le correnti elettriche presenti nei tessuti dell’organismo. Come conseguenza dell’interazione, all’interno dell’organismo vengono indotte i d tt grandezze d fifisiche i h (H (H, B, B E, E J) legate alla intensità e frequenza dei campi, alle caratteristiche dell’organismo ed alle modalità di esposizione. p A secondo del rapporto tra la distanza dalla sorgente e lunghezza d’onda il campo presenta caratteristiche di induzione (λ >> D) o di radiazione (λ << D) D). In ogni caso i campi elettrico e magnetico si distribuiscono sulla superficie di discontinuità e all’interno dell’organismo g biologico g secondo i vincoli imposti dalle condizioni al contorno. Il campo elettrico mantiene la sua componente tangenziale mentre, vista la differenza dei valori delle costanti dielettriche relative del vuoto e dei tessuti biologici, biologici presenta una discontinuità significativa della componente normale. Il campo magnetico non conosce praticamente discontinuità. I tessuti biologici sono pressochè trasparenti al campo magnetico la cui distribuzione è pertanto uguale a quella che si avrebbe in assenza dell’individuo esposto. Da un punto di vista elettromagnetico possiamo quindi dire che l’interazione tra campo EM e organismo biologico dà origine a due effetti: • Alterazione Alt i d delle ll di distribuzioni t ib i i di campo ((e quindi anche dei fenomeni di polarizzazione) all’interno dell’organismo • Induzione di correnti artificiali, e quindi di eventuali dissipazioni per effetto Joule, in modo tale che la densità di corrente totale è data da: Jtot = Jend + Jart Gli effetti biologici La perturbazione delle condizioni di equilibrio elettromagnetico a livello molecolare dell’organismo non consente di per sé di poter parlare propriamente di effetto biologico, in questo caso infatti si deve poter verificare una variazione (morfologica o funzionale) in strutture di livello superiore (tessuti, organi, sistemi). Inoltre un effetto biologico non costituisce necessariamente un danno: perché questo si verifichi, occorre che l’effetto superi la capacità di compensazione di cui dispone l’organismo, che dipende ovviamente anche dalle condizioni ambientali. Da un punto di vista che tiene conto dei processi di interazione fisica fisica, gli effetti biologici dei campi elettromagnetici possono esser distinti in: • effetti termici • effetti non termici Gli effetti termici sono dovuti alla trasformazione di energia elettromagnetica in calore; la quantità di calore prodotta è dipendente dalle caratteristiche dielettriche del materiale biologico, dalla frequenza, dalla direzione, polarizzazione e intensità del campo dalla durata dell’esposizione campo, dell esposizione. L’incremento di temperatura è in grado di provocare danni, che possono anche risultare irreversibili, a organi e apparati. In questo contesto, t t i meccanismi i i di termoregolazione t l i (macro- e microcircolazione) assumono un ruolo fondamentale nella difesa biologica degli organismi g esposti. p Gli effetti non termici sono rappresentati da alterazioni biologiche in assenza di incremento apprezzabile di temperatura e consistono in una interferenza delle correnti indotte con i meccanismi fisiologici coinvolgenti in particolare il sistema nervoso, l’apparato cardiovascolare e il sistema endocrino. Profondità di penetrazione zp Distanza dal piano di discontinuità in cui l’ampiezza del campo di un’onda piana uniforme incidente su un materiale conduttore si riduce di 1/e: zp 2 0 g Si nota come come, soprattutto alle alte frequenze frequenze, la profondità di penetrazione sia molto piccola. Ciò indica che il campo è apprezzabilmente diverso da zero solo in un sottilissimo strato superficiale (effetto pelle). Inoltre, dato che la profondità di penetrazione decresce con la frequenza, gli organi interni del corpo ne sono interessati solo per frequenza al di sotto del centinaio di MHz. Da un punto di vista che tiene conto dell’eventuale condizionamento delle attività biologiche, gli effetti dei campi elettromagnetici vengono invece distinti in: • effetti acuti • effetti a lungo termine Gli effetti acuti sono di tipo immediato e oggettivo accertabili sperimentalmente su oggettivo, volontari. Essi sono generalmente associati a valori di campo più elevati. Gli effetti a lungo termine sono invece associati a valori di campo più deboli. Essi comprendono sia sintomi più o meno soggettivi (quali ad esempio affaticamento, irritabilità, difficoltà di concentrazione insonnia) concentrazione, insonnia), sia sintomi oggettivi ed in genere gravissimi quali tumori o malattie degenerative. Per questo tipo di effetti è difficile accertare il rapporto causa effetto. Effetti acuti A bassa frequenza, tali effetti consistono in una “interferenza” interferenza delle correnti indotte con i meccanismi fisiologici della percezione sensoriale e della attivazione muscolare, per cui l’esposizione, se sufficientemente intensa, si manifesta con sensazioni tattili o visive spurie o disturbate o con contrazioni muscolari involontarie. Le soglie di densità di corrente calcolate per i principali effetti acuti sono le seguenti: •Valore minimo per la generazione di fosfeni (allucinazioni ottiche): 10 mA/m2 (20Hz) •Valore minimo per la stimolazione dei recettori nervosi periferici (percezione di formicolii e sensazioni analoghe): 100 mA/m2 (10 – 400 Hz) •Valore tipico per la stimolazione di contrazioni nella muscolatura scheletrica: 0.5 A/m2 (10 – 100 Hz) •Valore minimo per l’eccitazione di extrasistole ventricolari: 0.8 A/m2 ((10 – 100 Hz)) •Soglia minima di innesco della fibrillazione ventricolare: •2 A/m2 (10 – 100 Hz) Ad alta frequenza i principali effetti di tipo acuto sono riconducibili all’aumento di t temperatura t neii tessuti. t ti La L stima ti di ttale l aumento in funzione della potenza della potenza assorbita è tuttavia è abbastanza complicata. p Il corpo p infatti,, a uno stimolo esterno che tenderebbe ad aumentarne la temperatura, reagisce con meccanismi di termoregolazione che aiutano a disperdere il calore Tra i principali troviamo la sudorazione calore. e la vasodilatazione. Si è comunque stimato che, da una parte le prime alterazioni comportamentali ed effetti dannosi per l’organismo hanno luogo in seguito ad aumenti di temperatura dei tessuti o del corpo maggiori di 1° C, dall’altra che occorre un assorbimento pari ad almeno 4 W/kg per avere differenze di temperatura maggiori di 1° C. In questi casi gli effetti sull’organismo riguardano soprattutto le parti più superficiali e caratterizzate da bassa circolazione sanguigna. Possibili effetti acuti sono: • opacizzazione i i d dell cristallino i t lli con insorgenza di cataratte • patologie a carico delle gonadi maschili (t ti li) con possibili (testicoli) ibili conseguenze per i tubuli seminiferi e quindi sulla fertilità • influenze sul sistema neuronale e lo sviluppo fetale Effetti a lungo termine DIFFICOLTÀ À DEL PROBLEMA i risultati delle indagini di laboratorio o di tipo epidemiologico sono generalmente contraddittori e/o largamente incompleti. incompleti Ciò è dovuto a diversi fattori: difficoltà di valutare con sufficiente affidabilità i livelli di campo elettromagnetico all’interno degli organismi quando questi sono esposti a un determinato campo esterno. I legami sono complessi e la disuniformità dei tessuti tessuti, congiunta alle loro forme irregolari, porta a distribuzioni disuniformi dei campi interni e della potenza dissipata localmente difficoltà di determinare il campo che le diverse apparecchiature producono difficoltà di stabilire i meccanismi di interazione di tipo biofisico e biochimico. Tali difficoltà sono p della materia vivente dovute sia alla complessità a livello molecolare, cellulare o da organo, sia per le interazioni tra i diversi organi in un individuo difficoltà di estrapolare agli esseri umani i risultati degli studi sugli effetti dell’esposizione che sono condotti in generale su animali da laboratorio Inoltre nel caso di esseri umani: • I sintomi sono spesso soggettivi, difficilmente quantizzabili o definibili • Gli esseri umani non sono solo esposti al campo elettromagnetico, ma a vari altri fattori ambientali, inclusi quelli alimentari o terapeutici, che possono influire sul loro stato • Il numero dei casi considerati, necessariamente limitato per l’occasionalità dell’esposizione , è spesso insufficiente a definire la statistica delle osservazioni i i Esempio 1 La mobilità (μ) di uno ione è definita come la velocità con cui esso si muove sotto l’azione l azione di un campo elettrico. Supposto quindi il campo elettrico endogeno Cend il singolo ione è caratterizzato da una velocità v = μ Cend Sotto l’azione di una campo magnetico esterno B artificiale lo stesso ione sarà soggetto gg ad un nuovo campo p caratterizzato dal prodotto Cart = v x B Il rapporto tra campo indotto e campo endogeno risulterà: Cart/Cend = μ B Per gli ioni nei fluidi biologici: μ~ 10-7 m2/Vs Quindi se consideriamo B < 10-4 il valore del rapporto tra campo artificiale e campo endogeno è < 10-11 . Si noti che il valore della mobilità degli elettroni nel DNA o nelle membrane mitocondriali non è noto Esempio 2 La membrana cellulare sembra essere il sito di interazione elettromagnetica elettromagnetica. Essa è attraversata dalle proteine, che agiscono come trasportatori specifici di ioni tra il fluido esterno è la membrana cellulare, e che possono essere caratterizzate da un momento di dipolo. Si è stimato che un campo elettrico del valore di 10-3 V/m possa produrre all all’interno interno della membrana (spessa circa 20 nm) una coppia di valore 2 10-26 Nm. In confronto, la coppia di tipo endogeno agente sulla proteina ATPase, inclusa nella membrana, risulterebbe 4.5 10-20 Nm L analisi delle forze e delle energie coinvolte L’analisi nei processi biochimici naturali sembra indicare che queste siano di gran lunga maggiori di quelle di tipo indotto corrispondenti ai campi elettromagnetici artificiali. Tuttavia…. • I tessuti biologici e cellulari sono estremamente disomogenei e i campi possono raggiungere p aq quelli medi anche di localmente valori superiori alcuni ordini di grandezza • I sistemi vitali contengono molte strutture che integrano i loro ingressi nel tempo e nello spazio. Esistono quindi processi cumulativi in cui tanti piccoli segnali coerenti si possono sommare e diventare significativi • Se la quantità di scambio energetico è importante, ugualmente importante è la velocità con la quale gli scambi avvengono: la vita non sarebbe possibile senza la presenza degli enzimi che caratterizzano l’accelerazione enzimi, l accelerazione di alcune reazioni biochimiche • La natura stocastica dei processi elettrochimici vitali ha più probabilità di aumentare, piuttosto che di diminuire, la sensibilità di questi ultimi a deboli segnali • Tutte le teorie sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici di piccola ampiezza, ampiezza sia quelle che li negano sia quelle che ne dichiarano l’esistenza, sono ancora da dimostrare RASSEGNA DEGLI STUDI Studi sul campo magnetico Vi è poca evidenza sperimentale sperimentale, confermata confermata, che i campi magnetici ELF possano influenzare la fisiologia e il comportamento dell’uomo, alle intensità che si riscontrano in casa o nell’ambiente nell ambiente. L’esposizione L esposizione di volontari, per diverse ore, a campi magnetici ELF fino a 5 mT ha avuto poco effetto su numerosi parametri clinici e fisiologici, tra cui variazioni nel sangue, ECG, ritmo cardiaco, pressione sanguigna e temperatura corporea. Ipotesi della melatonina. Alcuni ricercatori hanno segnalato che p a campi p ELF p può sopprimere pp la l’esposizione secrezione di melatonina, un ormone collegato ai nostri ritmi biologici (giorno-notte) secreto dalla ghiandola pineale. È stato suggerito che la melatonina possa essere un fattore protettivo t tti contro t il ttumore mammario, i cosicchè i hè questa soppressione potrebbe contribuire ad un numero dell’incidenza di tumori mammari già iniziati da altri agenti. Mentre esiste qualche evidenza di effetti sulla melatonina di animali da laboratorio, gli studi su volontari non hanno confermato queste variazioni sull’uomo Ipotesi trasduttiva I deboli segnali dei campi elettromagnetici potrebbero interferire con lo scambio di messaggi tra cellule. Questa ipotesi si riferisce in special modo ai flussi di ioni calcio, che sono coinvolti nella comunicazione tra cellula e cellula: alcuni ricercatori ritengono che, interferendo con i meccanismi i i di comunicazione i i cellulare, ll l i campii possano modificare l’azione degli ormoni, dei neurotrasmettitori, del sistema immunitario e delle molecole promotrici della crescita cellulare. Ipotesi della magnetite Poiché il cervello umano contiene cristalli di magnetite, alcuni ricercatori ipotizzano che deboli campi magnetici possano interagire a livello cellulare Effetti sullo sviluppo corporeo Alcuni studi hanno evidenziato che la riparazione delle fratture ossee è ritardata in ratti e topi esposti p a campi p a 60 Hz da 5 a 100 kV/m,, mentre è accelerata se sottoposti a campi magnetici pulsanti. L’azione benefica dei campi magnetici pulsanti nella riparazione delle fratture ossee è stata dimostrata in numerosi esperimenti, in cui emerge una maggiore fissazione di calcio da parte della matrice ossea Studi epidemiologici Nel 1979, Wertheimer e Leeper segnalarono un’associazione tra la leicemia infantile e certe caratteristiche dei circuiti che collegavano le case dei soggetti alle linee di distribuzione dell’elettricità. Da allora, è stato condotto un gran numero di studi per verificare questo importante risultato. Un’analisi di questi lavori, spesso contraddittori, t dditt i da d parte t dell’Accademia d ll’A d i N Nazionale i l delle Scienze degli Stati Uniti nel 1996 ha suggerito che la residenza vicino a elettrodotti fosse associata ad un aumento del rischio di leucemia (rischio relativo RR=1 RR=1,5), 5) ma non di altre forme di cancro. Da questi studi non emergeva un’analoga associazione tra il cancro e l’esposizione residenziale degli adulti. Molti studi su soggetti esposti per motivi professionali a campi ELF, condotti nell’ultimo decennio, presentano molte contraddizioni. Essi suggeriscono che possa esserci un piccolo aumento del rischio di leucemia tra i lavoratori elettrici. Tuttavia, in molti di questi studi non sono stati tenuti in appropriata considerazione i fattori di confondimento, come ad esempio l’esposizione agli agenti chimici presenti negli ambienti di lavoro RR: la probabilità che un soggetto, appartenente ad un gruppo esposto a determinati fattori, sviluppi la malattia, rispetto alla probabilità che un soggetto appartenente ad un gruppo non esposto sviluppi la stessa malattia. Gruppo di lavoro del NIEHS. L'Istituto Nazionale per le Scienze di Sanità Ambientale (National Institute of Environmental Health Sciences Sciences, NIEHS) degli Stati Uniti ha completato il suo programma RAPID (Research and Public Information Dissemination), durato 5 anni. Il programma RAPID ha replicato ed esteso quegli studi che segnalavano effetti con potenziali implicazioni per la salute ed ha condotto ulteriori studi per stabilire se effettivamente l'esposizione a campi ELF avesse qualche conseguenza sulla salute umana. Nel giugno 1998, il NIEHS ha convocato un gruppo di lavoro internazionale per una revisione critica dei risultati della ricerca. Il gruppo di lavoro, usando i criteri stabiliti dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (International Agency for Research on Cancer, IARC), ha concluso che i campi ELF debbano essere considerati come un "possibile cancerogeno per l'uomo". "Possibile cancerogeno per l'uomo" è la più bassa di tre categorie ("possibilmente cancerogeno per l'uomo", "probabilmente probabilmente cancerogeno per l'uomo" l uomo e "cancerogeno cancerogeno per l'uomo") usate dalla IARC per classificare l'evidenza scientifica relativa ad agenti potenzialmente cancerogeni. La IARC ha due ulteriori classificazioni dell'evidenza scientifica: "non classificabile" e "probabilmente non cancerogeno per l'uomo", ma il gruppo di lavoro del NIEHS ha ritenuto che vi fosse abbastanza evidenza per eliminare queste categorie. "Possibile cancerogeno per l'uomo" è una classificazione usata per denotare un agente per il quale vi sia una limitata evidenza di cancerogenecità nell’uomo e una evidenza meno che sufficiente negli animali da esperimento. esperimento Quindi la classificazione è basata sulla solidità dell'evidenza scientifica, non su quanto l'agente sia cancerogeno, ovvero su quanto elevato sia il suo rischio di cancro. Quindi, "possibile cancerogeno per l'uomo" significa che esiste una limitata evidenza credibile che suggerisca che l'esposizione a campi ELF può provocare il cancro. Mentre non si può escludere, in base all'evidenza disponibile, che l'esposizione a campi ELF causi il cancro,, sono necessarie ulteriori ricerche,, focalizzate e di alta qualità, per risolvere il problema. La conclusione del gruppo di lavoro del NIEHS si basava soprattutto sul fatto che quegli studi epidemiologici che suggeriscono che la residenza in prossimità di elettrodotti dia luogo ad un aumento del rischio di leucemia infantile mostrano una certa coerenza. Elementi a sostegno di questa associazione sono stati trovati negli studi che collegavano l'incidenza di leucemia infantile alla vicinanza alle linee ed ai campi magnetici nelle case, questi ultimi misurati nell'arco nell arco di 24 ore ore. Inoltre Inoltre, il gruppo di lavoro ha trovato una limitata evidenza di un aumento anche dei casi di leucemia linfatica cronica in ambienti di lavoro. N.B. N B “Si valuta al ta che nell’ipotesi che I campi magnetici siano realmente cancerogeni, l’intera rete degli elettrodotti italiani sarebbe responsabile di un nuovo caso di leucemia ogni 2 anni e di un caso di morte ogni 4-5 anni nei bambini esposti al di sopra di 0.5 μT (ISS 2001). Classification Examples of Agents Carcinogenic to humans (Group 1) usually based on strong evidence of carcinogenicity in humans Asbestos Mustard g gas Tobacco (smoked and smokeless) Gamma radiation Probably carcinogenic to humans (Group 2A) usually based on strong evidence of carcinogenicity in animals Diesel engine exhaust Sun lamps UV radiation Formaldehyde y carcinogenic g to Possibly humans (Group 2B) usually based on evidence in humans which is considered credible, but for which other explanations could not be ruled out Coffee Styrene Gasoline engine exhaust Welding fumes ELF magnetic fields Group p 3: the agent g is not classifiable as to its carcinogenity g y to humans Group 4: the agent is probably not carcinogenic to humans Effetti a lungo termine per alte frequenze La IARC ha annunciato il 31 maggio 2011 che un gruppo di 31 scienziati provenienti da 14 paesi, esperti di radiazioni elettromagnetiche, si è riunito dal 24 al 31 maggio a Lione per prendere i esame e di in discutere t i risultati i lt ti di ttutti tti glili studi t di già ià pubblicati, volti ad accertare “il rischio cancerogeno potenziale dovuto all’esposizione a campi p elettromagnetici g a radiofrequenza” q I risultati di questa analisi approfondita sono stati pubblicati in una monografia della IARC e sulla rivista The Lancet Oncology il primo luglio 2011. Il gruppo di lavoro “ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come possibilmente cancerogeni per gli esseri umani (gruppo 2B), in base a un aumentato rischio di sviluppare un glioma, un tumore maligno del cervello, associato all’uso di telefoni cellulari”. In particolare i bambini e i giovani sembrano i soggetti più a rischio di tumori cerebrali ASPETTI DOSIMETRICI Poiché le soglie degli effetti biologici acuti sono note in funzione dei valori dei campi o delle densità di corrente indotti, queste ultime vengono considerate grandezze primarie dalle norme di sicurezza ed i loro rispettivi valori massimi ammissibili sono considerati limiti primari. Misurare i valori delle grandezze primarie nelle condizioni di i i realili di esposizione i i è di ffatto tt estremamente difficile (è tutt’al più possibile calcolarli in condizioni standardizzate e semplificate) p ) Le norme di sicurezza specificano allora anche i cosiddetti limiti derivati, cioè i valori massimi ammissibili delle intensità dei campi in assenza dell’individuo dell individuo esposto I modelli dosimetrici costituiscono gli strumenti fisico-matematici che permettono di risalire dalle grandezze derivate a quelle primarie, cioè di stabilire la distribuzione di densità di corrente indotta in un individuo esposto In alta frequenza, oltre a considerare le grandezze solitamente considerate anche per la bassa frequenza (E (E, B B, H H, J) J), vengono ad avere un ruolo molto importante anche altre grandezze dosimetriche: Densità di potenza 2 (W/m ) Soprattutto considerata per i campi al di sopra dei 10 GHz SAR (W/kg) Tasso di assorbimento specifico (specific absorption rate). Considerato fondamentale soprattutto per i campi tra 1 MHz e 10 GHz, il SAR rappresenta la potenza assorbita per unità di massa. Il SAR riferito a tutto il corpo è un parametro generalmente accettato per caratterizzare gli effetti termici legati all’esposizione a campi a radiofrequenze. È evidente che oltre al valore SAR mediato su tutto il corpo è necessario anche questo scopo p si fa considerare valori locali. A q riferimento a porzioni di tessuto contiguo di massa pari a 1 g o 10 g. Si intende che la suddetta porzione di tessuto deve avere proprietà elettriche apprezzabilmente omogenee. Misurare direttamente il SAR è estremamente difficile. Il SAR può stimarsi a partire dal campo elettrico (V/m) e, specialmente a frequenze superiori a 10 MHz, viene espresso come: 2 gE eff SAR ρ Dove g è la conducibilità equivalente del tessuto biologico irradiato [S/m], Eeff è il valore efficace dell’intensità del campo elettrico nel tessuto [V/m] e ρ è la densità del tessuto [kg/m3]. [k / 3] Si può notare che alle microonde la conducibilità equivalente g dei tessuti del corpo umano assume valori intorno a 1 S/m, mentre la densità ρ vale circa 1000 kg/m3: la potenza dissipata da un campo elettrico di 30 V/m sarà quindi circa 1 W/kg. Gli esperimenti fatti sull sull’uomo uomo e sugli animali indicano che un assorbimento esteso a tutto il corpo fra 1 e 4 W/kg comporta un aumento di temperatura inferiore a 1° C. Per frequenze inferiori a 10 MHz può essere più conveniente esprimere il SAR tramite il valore efficace della densità di corrente indotta nel tessuto corporeo Jeff 2 J eff [A/m2]: SAR ff ρg Si osservi che, dato un segnale periodico il cuii valore l nell ttempo varia i con lla llegge s(t), (t) si definisce come valore efficace Seff del segnale quello dato dall’espressione: s eff 1 T T s ( t ) 2 dt Esposizione individuale alla telefonia cellulare L esposizione a campi elettromagnetici dovuti L’esposizione ai telefoni portatili ha parecchie variabili che ne influenzano l’assorbimento individuale: fra i numerosi fattori principalmente la durata d ll’ dell’uso, il numero d delle ll chiamate hi t e lla condizione di esposizione durante le chiamate. Normalmente i telefoni cellulari presentano p una struttura radiante che opera nelle immediate vicinanze della testa dell’utilizzatore. Durante l’uso del cellulare si hanno rilevanti livelli di esposizione solo nelle immediate vicinanze dell’antenna (entro 2 cm). L’esposizone consiste in RF nelle bande di frequenza in uso. Oltre il 50% dell’energia assorbita (circa il 50% della potenza emessa) si concentra in 5 cm3 di tessuti: • 70-80% cute, ghiandole salivari e orecchio • 20-30% meningi e encefalo In particolare l’esposizione a livello delle meningi e dell’encefalo dell encefalo è ridotta di un fattore 2 rispetto all’esposizione cutanea, con un’attenuazione del 90% a cm di profondità I livelli li lli più iù elevati l ti di SAR (1 (1.1 1e0 0.9 9 W/k W/kg)) si hanno subito davanti e sopra l’orecchio. Livelli inferiori lungo la guancia e sopra l’orecchio. Tuttavia, le dimensioni della testa dell’utiilizzatore, per effetto dei fenomeni di risonanza, potrebbero anche comportare in alcuni punti (hot spots) un assorbimento di energia elettromagnetica alle frequenze UHF (300 MHz – 3 GHz) particolarmente elevato. La pericolosità dei cellulari viene spesso studiata attraverso approcci modellistici e sperimentali Approcci modellistici Si cerca di calcolare il SAR, medio e di picco, nella testa di un utilizzatore,, medianti metodi numerici e di simulazione automatica, quali FDTD (Finite Differences Time Domain) e MoM (Methods of Moments) al variare delle condizioni di espos d esposizione. o e La distribuzione di SAR all’interno della testa umana calcolata facendo uso del metodo FDTD, si basa sulla risoluzione numerica delle leggi di Maxwell. L’analisi del fenomeno di radiazione viene studiato in un dominio discretizzato nello spazio e nel tempo; in uno spazio suddiviso in moltissime celle cubiche identiche (per es. 200x200x200) con dimensioni dello spigolo estremamente basse (ordine del mm), sono inseriti il modello della testa umana e dell’elemento dell elemento radiante: il telefono portatile. Il metodo dei momenti ha un approccio opposto, in quanto cerca di risolvere numericamente l’i t l’integrale l che h esprime i lla di distribuzione t ib i di campo Approcci sperimentali Si effettuano misure di SAR su fantocci dielettrici equivalenti, cioè fantocci che rappresentino, dal punto di vista delle costanti dielettriche, tessuti reali. I fantocci omogenei sono generalmente formati da un contenitore di fibra di vetro o di altro materiale elettromagneticamente trasparente o quasi (permittività e conducibilità con valori rispettivamente tendenti ad 1 e 0), riempito di materiale semiliquido, elettromagneticamente equivalente a tessuto cerebrale in funzione della frequenza del test, cioè nell’intorno di 900 MHz o 1800 MHz. Un secondo tipo di fantoccio è realizzato con una serie di materiali solidi simulanti pelle/muscolo osso pelle/muscolo, osso, cervello che ovviamente prevede accessi limitati e predefiniti per misure particolari. Sono anche utilizzati fantocci di tipo intermedio, cioè con una parziale stratificazione superficiale solida, ma con materiale cervello-equivalente liquido, in modo da semplificare le misure interne Sonde di campo elettrico, sia isotrope che monocomponenti, vengono impiegate per rilevare la distribuzione della potenza elettromagnetica dissipata, ed i loro movimenti sono governati da un sistema di scansione tridimensionale in grado di i di id individuare i valori l i massimi i i di SAR SAR. T Tutto tt il sistema è solitamente collegato ad un computer per programmare le necessarie scansioni del sensore nel mezzo indagato e per memorizzare i dati raccolti. Simulatore dielettrico antropomorfo omogeneo per test di conformità di dispositivi radiomobili Altri rischi sanitari Guida automobilistica. Le ricerche hanno chiaramente dimostrato un aumento del rischio di incidenti stradali i connessione in i all’utilizzo ll’ tili di ttelefoni l f i cellulari durante la guida (siano essi tenuti in mano o usati con dispositivi “a viva voce”)) Interferenza elettromagnetica Quando i telefoni cellulari sono utilizzati in prossimità di dispositivi medicali è possibile che si provochino interferenze. Per esempio ciò può avvenire in presenza di pacemaker, g generatori di impulsi elettrici che servono a stimolare il muscolo cardiaco. Sono potenzialmente possibili anche interferenze tra telefoni cellulari e dispositivi elettronici degli aerei