La curva di domanda individuale

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Corso di Scienza Economica (Economia Politica)
prof. G. Di Bartolomeo
La curva di domanda
individuale
Facoltà di Scienze della Comunicazione
Università di Teramo
Da che dipende la scelta
Riprendiamo il problema di scelta del consumatore.
Sappiamo che la scelta delle quantità da acquistare
(identificata, escludendo le “soluzioni d’angolo”, dalla curva di
indifferenza tangente alla retta del bilancio) dipende da tre
grandezze date : i due prezzi p1 e p2 e il reddito M.
Perciò la quantità acquistata di y1, ossia la domanda di y1,
dipende da quelle tre grandezze; è una funzione di quelle tre
grandezze. Scriveremo y1 = d1(p1, p2, M). Lo stesso vale per y2.
Queste funzioni si chiamano funzioni di domanda.
Ora dobbiamo studiare come varia la domanda di y1 (o di y2)
quando cambia di uno dei tre dati.
Semplifichiamo il modello
Cambiamo terminologia (e significato) alle variabili e ai dati.
(1) Sostituiamo il pedice 2 col pedice a.
SIGNIFICATO: ya “tutti gli altri beni”;
pa “costo medio degli altri beni”.
(2) Togliamo il pedice 1 (non serve più).
(3) Per semplificare ulteriormente poniamo pa = 1.
Fatto ciò, riscriviamo il vincolo di bilancio:
py + ya = M
( ya rappresenta la spesa per gli altri beni)
Useremo questo modello semplificato per studiare gli effetti
sulla domanda del bene y provocati da variazioni del suo prezzo
p e del reddito M a disposizione del consumatore.
Un aumento di p
Il grafico della retta del bilancio si costruisce sempre nel solito
modo. Si noti che stavolta è tutto più semplice: il termine noto è
M e il coefficiente angolare è −p. Sappiamo che un aumento di p
fa ruotare la retta facendo perno su M (lo dice la matematica e
lo conferma l’economia). Vediamo cosa succede alla scelta.
ya
Questa passa dal punto V, sulla vecchia retta
del bilancio al punto N, sulla nuova.
M
La domanda di y diminuisce (l’ascissa
di N è più piccola di quella di V).
Ovvero l’aumento del prezzo ha
V
ridotto la domanda .
N
Questo risultato era atteso.
pv
Ma l’aumento di p ha
ridotto anche il consumo
n
0 p
y
di ya. Come mai?
Effetto reddito e sostituzione
La risposta all’interrogativo è che la variazione del prezzo ha
due effetti sulla domanda del bene:
(1) Effetto sostituzione (ES). L’aumento di p accresce il prezzo
relativo rendendo il bene più caro. L’effetto sostituzione
implicherà sempre una riduzione della domanda del bene.
(2) Effetto reddito (ER). L’aumento del prezzo riduce il reddito
reale rendendo il consumatore più povero. L’effetto reddito
può provocare una riduzione oppure un aumento della
domanda.
Effetto sostituzione (ES)
(1) Il consumatore sceglierà il paniere per cui:
SMS = p/pa
(2) L’aumento di p accresce il prezzo relativo (p/pa);
SMS = p/pa ↑
(3) Il consumatore deve aumentare il suo SMS, ma il SMS
aumenta se aumenta l’utilità marginale del bene cha a sua
volta aumenta quando se ne riduce il consumo.
(4) Il consumatore, se disponesse dello stesso reddito reale,
sceglierebbe un paniere con meno y e più ya.
RIDUZIONE DELLA DOMANDA
Effetto reddito (ER)
L’effetto reddito provocato dall’aumento del prezzo di solito
riduce la domanda del bene, ma non sempre.
Per isolare l’ER consideriamo un aumento di M. Esso non
ha ES perché il prezzo relativo non cambia.
ya
Mn
Mv
V
0
Ci aspettiamo un aumento della domanda di y :
Il consumatore, diventato più ricco, compra
una quantità maggiore del bene (e anche degli
altri beni). Questa è la situazione descritta
nel grafico (ed è la situazione
N
normale).
Ma, come vedremo,
non è l’unica possibile.
y
Beni “normali” e beni “inferiori”
Un bene viene detto normale se il suo consumo aumenta al
crescere del reddito. Il bene y del lucido precedente è normale.
Un bene viene invece detto inferiore se il suo consumo
diminuisce quando il reddito cresce.
ya
Mn
Mv
0
Un esempio di bene inferiore è riportato nel grafico.
Si ha Mn > Mv (il reddito aumenta) ma la
nuova scelta è yn < yv (il consumo del bene
diminuisce).
N
Si possono fare molti esempi di
beni inferiori: tutti quelli,
V
appunto, il cui consumo si
riduce quando il consumatore
diventa più ricco.
n
v
y y
y
Calcolare il livello di p dalla retta del bilancio
Sappiamo che p è il coefficiente angolare della retta del bilancio.
Possiamo calcolarlo come l’ordinata della retta del bilancio in
corrispondenza di ∆y = −1 (partendo dal punto in cui la retta
incontra l’asse delle ascisse). Si ha infatti p = −∆y
-Dya/Dy,
sicché,
a/∆y, sicché,
quando ∆y = −1 ,
ya
p
segue p = ∆ya.
Nel grafico viene fatto
d
il calcolo per quattro
diverse rette.
c
pd
Esso misura di quanb
c
p
to il prezzo aumenta
a
man mano che ci si
sposta dalla retta a pb
verso la retta d.
0
y
pa 0
Costruiamo la curva di domanda
Nel grafico accanto sono riportate le varie scelte
del consumatore al crescere del prezzo (i valori di
p sono quelli del lucido precedente).
Si passa dal punto a, in cui si
a
domanda ya, al punto b, in cui si
b
c
domanda yb, al punto c, ecc.
d
Riportiamo queste quantità
yc
domandate nel grafico
yd
inferiore (allineato), che in
a
y
y
b
ordinata porta i prezzi (ricavati
p
y
dal LUCIDO precedente).
Curva di
A pa corrisponde ya, ecc.
domanda
Tutte queste combinazioni di
prezzi e quantità costituia
scono la curva di domanda.
y
y
d
c
b
y y
y
ya
pd
pc
pb
pa
La curva di domanda
La curva di domanda identifica, per ogni dato livello del prezzo
p, la quantità del bene y che il consumatore intende acquistare.
La quantità domandata y è una funzione del prezzo p. Si scrive:
dove D(p) è una formula matematica.
Per esempio, una retta.
y = D(p)
p
pa
a
b
pb
D
0
ya
yb
y
La funzione D non è per forza
una retta, ma è decrescente : la
quantità domandata aumenta se
il prezzo diminuisce.
In modo più preciso si scrive:
∆p > 0
∆y < 0, e viceversa.
L’elasticità della domanda
Come si può misurare l’effetto
di una variazione del prezzo p
sulla quantità domandata y ?
Calcolare il rapporto ∆y/∆p
(che misura di quanto cambia
y quando p aumenta di 1)?
Si devono usare le variazioni
percentuali, che rendono
possibile il confronto.
Non va bene perché prezzo e
quantità non sono grandezze
omogenee.
La misura giusta è perciò il
rapporto tra le variazioni
percentuali:
∆y
η=
y
∆p
p
La grandezza η si chiama elasticità della domanda
Ancora sull’elasticità della domanda
Il rapporto (percentuale) tra la variazione della quantità
domandata e quella del prezzo è sempre negativo
(quando p aumenta y diminuisce, e viceversa).
Perciò, quando si calcola η, si può trascurare il segno meno
(si considera il “valore assoluto”).
L’elasticità della domanda misura di che percentuale si riduce y
quando p aumenta dell’uno per cento.
Quando η > 1 si dice che la domanda è elastica
(reagisce molto alla variazione del prezzo).
Quando η < 1 si dice che la domanda è rigida (o anelastica)
(reagisce poco alla variazione del prezzo).
Domanda, reddito e prezzi
La curva di domanda mette in luce la relazione (decrescente)
tra la quantità domandata y e il suo prezzo p.
Ma, come sappiamo dal modello della scelta del consumatore,
la quantità da lui domandata dipende anche dagli altri prezzi
e dal suo reddito.
La funzione di domanda mette in luce tutti gli effetti,
nel senso che è una formula che fa dipendere y non solo da p
ma anche da M e dagli altri prezzi.
Per semplicità consideriamo solo altri due prezzi: ps (prezzo di
un bene sostituto) e pc (prezzo di un bene complementare).
La formula della funzione di domanda sarà allora:
y = D(p, ps, pc, M)
Gli effetti delle altre variabili
Sappiamo che l’aumento del suo prezzo fa diminuire la quantità
domandata: ∆p > 0 → ∆y < 0.
L’aumento del prezzo di un bene succedaneo fa (di solito)
aumentare la quantità domandata di y: ∆ps > 0 → ∆y > 0
(si tende a sostituire con y, il bene succedaneo, ora più caro;
questo purché l’effetto reddito non batta quello sostituzione).
[Esempio: penne e matite]
L’aumento del prezzo di un bene complementare fa diminuire
la quantità domandata di y: ∆pc > 0 → ∆y < 0
(si riduce il consumo dei due beni che vengono usati insieme).
[Esempio: zucchero e caffè]
L’aumento del reddito del consumatore fa (di solito) aumentare
la quantità domandata di y: ∆pc > 0 → ∆y < 0
(l’eccezione riguarda i beni “inferiori”).
Movimenti lungo la curva e spostamenti della curva
Quando aumenta (o diminuisce) p, il nuovo valore di y (la
nuova quantità domandata) viene trovato identificando il nuovo
punto sulla curva di domanda (vedi LUCIDO 85).
Come si fa a rappresentare, sul grafico della curva di domanda,
l’effetto della variazione di un altro prezzo o del reddito?
p
Mn > Mv
V
p*
N
D(Mv)
0
yv
yn
D(Mn)
y
Quando cambia la grandezza di
una variabile diversa da p (come
M, ps o pc) la quantità domandata
di y cambia (nei modi che abbiamo visto): a parità di p, y aumenta
(o diminuisce). Nel grafico si vede
l’effetto di ∆M > 0 su un bene
“normale”. Questo significa
che la curva di domanda si sposta.
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