Acute colonic pseudo-obstruction is characterised by an alteration of gut motility determining a clinical evidence of large bowel obstruction in absence of a mechanical cause. The acute colonic pseudo-obstruction develops in association with different predisposing factors such as surgical and non-surgical trauma, infections and cardiac diseases. It presents a high morbility and mortality as a consequence of the late diagnosis and inappropriate management. A clinical presentation similar to that of acute colonic pseudoobstruction could also represent the acute onset of a chronic intestinal pseudoobstruction. The knowledge of the clinical presentation of this disease is necessary to an appropriate diagnostic and therapeutic approach to the patient with acute colonic pseudo-obstruction. Parole chiave: pseudo-ostruzione, dilatazione del colon Key words: pseudo-obstruction, colonic dilatation CS Maura Corsetti Divisione di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Università Vita-Salute Istituto Scientifico San Raffaele di Milano La pseudo-ostruzione acuta L’esatta prevalenza della pseudo-ostruzione acuta del colon non è nota ma si stima che sia responsabile del 20% dei casi di occlusione del colon. Si presenta nel 1% dei casi di pazienti ospedalizzati per interventi ortopedici e nello 0.3% dei casi di ricoveri per ustioni. La maggior prevalenza si osserva intorno ai 60 anni di età e più frequentemente nel sesso maschile. Studi retrospettivi hanno dimostrato che condizioni predisponenti sarebbero traumi chirurgici nel 23% dei casi, non chirurgici nel 11% dei casi, infezioni nel 10% dei casi e patologie cardiache nel 10% dei casi. I meccanismi fisiopatologici alla base della pseudoostruzione acuta del colon non sono noti ma si ipotizza che un'alterazione della fisiologica attività bilanciata del sistema parasimpatico e simpatico con una prevalere del secondo sul primo potrebbe essere il fattore implicato nelle genesi della patologia (1). Presentazione clinica e indagini strumentali La pseudo-ostruzione acuta del colon è caratterizzata da distensione addominale, dolore addominale, nausea e/o vomito, alvo chiuso a feci e gas nel 60% dei casi, e da quadri di peritonite qualora una importante dilatazione del colon porti ad ischemia e perforazione di parete. La diagnosi si basa su un’accurata valutazione clinica con esecuzione di una radiografia dell’addome senza mezzo di contrasto che mostri una dilatazione del colon, di solito soprattutto del colon prossimale. In ogni caso tale radiografia deve essere seguita da un clisma opaco con gastrografin o da una TAC che permettano di differenziare Giorn Ital End Dig 2010;33:173-176 La pseudo-ostruzione acuta del colon è una patologia caratterizzata da un’alterazione della motilità intestinale che determina un quadro clinico identico a quello dell’ostruzione meccanica in assenza di ostruzione effettiva. Si presenta associata a condizioni predisponenti quali traumi chirurgici e non, infezioni, e patologie cardiologiche. La diagnosi tardiva e i trattamenti spesso inappropriati sono responsabili dell’elevata morbilità e mortalità di questa patologia. Un quadro clinico come quello della pseudo-ostruzione acuta del colon può anche rappresentare l’esordio acuto di una pseudo-ostruzione intestinale cronica. La conoscenza della presentazione clinica di quest’ultima è indispensabile per un corretto approccio diagnostico-terapeutico del paziente con pseudo-ostruzione acuta del colon. Comunicazione Scientifica La pseudo-ostruzione del colon 173 CS Comunicazione Scientifica una ostruzione meccanica da una pseudo-ostruzione. Il clisma opaco è stato riportato avere una sensibilità ed una specificità rispettivamente del 96% e 98% (2) mentre la TAC del 91% (3). Quest’ultima offre inoltre la possibilità di una più accurata valutazione del diametro e delle condizioni della mucosa e della parete del colon. somministrazione in un solo bolo, oppure somministrando una iniziale dose di 1 mg invece di 2 mg. Particolare attenzione deve essere riservata a pazienti con anamnesi per infarto miocardio, asma o patologie polmonari croniche ostruttive, insufficienza renale (creatinina serica superiore ai 3 mg/dl) e in terapia con beta-bloccanti. Trattamento La decompressione endoscopica (8-9) Il trattamento dipende dalla severità del quadro clinico e dall’eventuale rischio di ischemia e perforazione della parete colica e comprende misure di supporto, terapie farmacologiche, interventi di decompressione endoscopica e la chirurgia. Le misure di supporto devono essere sempre considerate anche quando si ritenga necessario un approccio invasivo ed includono il digiuno, la correzione di eventuali squilibri elettrolitici (soprattutto ipopotassiemia e ipomagnesemia), il posizionamento di una sonda rettale e di un sondino naso-gastrico per facilitare l’espulsione di gas, e la sospensione di tutti i farmaci che possano ridurre la motilità del tratto gastroenterico (quali oppiacei e anticolinergici), e di lassativi quali il lattulosio, che promuovendo la fermentazione batterica possano incrementare la produzione di gas. Il tempo massimo per verificare l’eventuale successo delle sole misure di supporto non può essere valutato precisamente ma non dovrebbe eccedere le 48-72 ore. Il diametro del cieco considerato a rischio di perforazione è generalmente di 12 cm, ma perforazioni sono state riportate con diametri di 10 cm e risoluzioni spontanee con diametri di 16 cm. Per questo motivo dovrebbero essere eseguite radiografie dell’addome seriate ogni 12-24 ore. Con le sole misure di supporto sono state riportate percentuali di successo del 96% (4). Trattamento farmacologico (5-7) Maura Corsetti > La pseudo-ostruzione del colon 174 Il trattamento farmacologico sul quale esistono dati controllati con placebo è quello che si basa sulla somministrazione endovenosa di neostigmina, che è un inibitore della acetilcolinesterasi che aumenta l’attivazione dei recettori muscarinici attraverso l’inibizione della disattivazione dell’acetilcolina, promuovendo l’attività motoria del colon e il transito intestinale. Tre studi randomizzati controllati in doppio cieco con placebo hanno documentato l’efficacia della neostigmina somministrata per via endovenosa sul quadro clinico e radiologico nel l’85-94% dei casi senza effetti collaterali maggiori. La dose di neostigmina utilizzata negli studi presenti in letteratura è stata di 2-2.5 mg somministrati per via endovenosa in bolo unico in 1-5 minuti o 0.4-0.8 mg/h in infusione per via endovenosa nelle 24 ore. Alcuni studi hanno cercato di individuare fattori predittivi della risposta alla neostigmina evidenziando che il sesso femminile, l’età avanzata e il minimo uso di oppiacei sarebbero fattori predittivi di risposta al farmaco. Effetti collaterali che devono essere considerati sono la possibilità di insorgenza di broncospasmo, bradicardia, ipotensione che può portare fino alla sincope. Durante l’infusione endovena devono essere monitorati i parametri vitali e l’elettrocardiogramma. I rischi legati a possibili effetti collaterali possono essere limitati dall’infusione endovenosa nelle 24 ore invece della La decompressione endoscopica consiste nell’esecuzione di una colonscopia senza preparazione intestinale allo scopo di aspirare gas ed eventuali liquidi dal lume del colon dilatato. Dal momento che rappresenta una procedura estremamente delicata, dovrebbe essere eseguita da endoscopisti esperti con endoscopi con canali operatori di largo diametro per consentire un’aspirazione efficace e l’eventuale introduzione di guide. L’efficacia della decompressione endoscopica non è stata testata in studi randomizzati, ma sembra essere intorno al 80% dei casi. Il rischio di perforazione è stato riportato intorno al 2%. Un chiaro vantaggio della procedura endoscopica è la possibilità di ispezionare la mucosa del colon. Quando segni di ischemia di mucosa siano evidenti, questi rappresentano un’indicazione alla sospensione della decompressione e all’esecuzione di un intervento chirurgico. La chirurgia (10) Il trattamento chirurgico è indicato soltanto quando sussistano rischi di presente o imminente perforazione o in pazienti che non rispondano alle misure non chirurgiche quando correttamente applicate, in quanto la chirurgia comporta un’alta morbilità e mortalità (intorno al 30-60%). Non esistono studi che abbiano confrontato i diversi approcci chirurgici in questi pazienti, tuttavia, quando il colon non sia perforato, la prima opzione chirurgica dovrebbe essere la stomia sul cieco o sul colon. Questo trattamento si associa ad una immediata bassa morbilità, ma ad un’alta probabilità di ricomparsa della dilatazione. Al contrario in presenza di complicanze sono indicate la resezione di parte o di tutto il colon con confezione di una ileostomia o di una anastomosi ileo-rettale. La pseudo-ostruzione intestinale cronica Un quadro clinico come quello della pseudo-ostruzione acuta del colon può anche rappresentare l’esordio acuto di una pseudo-ostruzione intestinale cronica. La conoscenza della presentazione clinica di quest’ultima è indispensabile per un corretto approccio diagnostico-terapeutico del paziente con pseudo-ostruzione acuta del colon. È una condizione idiopatica nella maggioranza dei casi mentre nel 5% dei casi può essere secondaria a patologie organiche, sistemiche o metaboliche, quali patologie del sistema neurologico centrale (ictus, encefaliti) o periferico, patologie del collagene, paraneoplastiche, endocrine, iatroge- CS Comunicazione Scientifica Presentazione clinica La tipica presentazione clinica di queste forme è rappresentata da episodi ricorrenti di dolore addominale, alvo chiuso a feci e non sempre a gas, con vomito che mimano la sub-occlusione meccanica. L’evidenza radiologica di anse intestinali distese con o senza dilatazione colica con livelli idro-aerei in ortostatismo rappresenta un marker diagnostico importante della patologia. A causa di questa presentazione i pazienti di solito si presentano con una storia clinica costellata da multipli e infruttuosi interventi chirurgici. Tra un episodio e l’altro il paziente è raramente asintomatico e più frequentemente lamenta sintomi severi suggestivi per un transito del tratto gastroenterico superiore o inferiore rallentato. Nausea, vomito e calo ponderale sono i sintomi predominanti quando sia coinvolto il tratto superiore mentre dolore e distensione addominale diffusi con alvo stitico quando il tratto inferiore sia colpito. Disfagia è presente in una minore proporzione di pazienti ma è frequente nei casi secondari a sclerodermia. Diarrea e steatorrea sono spesso la conseguenza di una sovra-crescita batterica intestinale. La maggior parte dei pazienti presenta calo ponderale nonostante l’introduzione di terapie nutrizionali a causa della alterata funzione assorbente del tratto gastroenterico e a causa del ridotto introito alimentare conseguente alla comparsa dei sintomi durante l’assunzione dei pasti. Anche i sintomi urinari possono presentarsi con una certa frequenza a causa del concomitante coinvolgimento da parte della patologia degli organi dell’apparato urinario che possono presentarsi anch’essi dilatati. Inoltre a causa della patologia debilitante e delle deludenti cure mediche ricevute i pazienti presentano depressione e altri disturbi psichici. Diagnosi La diagnosi si basa sul quadro clinico supportato dalla documentazione radiologica di un intestino con o senza colon dilatato con livelli idro-aerei, in assenza di ostruzione meccanica organica esclusa da indagini radiologiche ed endoscopiche. La presenza di sintomi suggestivi per sub-occlusione intestinale in assenza di dilatazione d’organo, che in passato sono stati identificati come indicativi di quadri lievi di pseudo-ostruzione intestinale, attualmente non rientrano invece in questa diagnosi perchè in questi pazienti è stata dimostrata l’assenza di alterazioni motorie significative e la significativa ridotta probabilità di andare incontro alla necessità di un intervento chirurgico (12). Le indagini radiologiche necessarie per escludere lesioni organiche sono essenzialmente l’entero-TAC, la TAC e/o RMN addominali che permettono la simultanea valutazione della parete del tratto gastroenterico, la presenza di eventuali compressioni estrinseche o di alterazioni vascolari congenite o acquisite. L’endoscopia del tratto gastro-enterico superiore ha come indicazione principale l’esclusione di ostruzioni meccaniche ma dovrebbe prevedere l’esecuzione di biopsie duodenali per escludere la malattia celiaca. La colonscopia ha inoltre un possibile ruolo terapeutico come già riportato nei casi di pseudo-ostruzione acuta del colon. La manometria antro-digiunale non ha un valore diagnostico a causa della sua bassa specificità ma svolge un ruolo di supporto nella diagnosi perché in alcuni casi permette di riconoscere il meccanismo fisio-patologico sottostante (13). La manometria esofagea gioca un ruolo importante nella diagnosi e nella prognosi di un eventuale coinvolgimento anche del tratto gastroenterico superiore in pazienti che presentino un’iniziale interessamento evidente del solo tratto gastroenterico inferiore, come nei casi di sclerodermia (14). La manometria anorettale è importante per la diagnosi di un’eventuale malattia di Hirschprung o di una patologia che interessi il sistema nervoso intrinseco del tratto gastroenterico inferiore. Qualora venga effettuato intervento chirurgico per episodi sub-occlusivi intestinali senza apparente causa in un paziente con sospetta pseudo-ostruzione intestinale, dovrebbe essere sempre effettuata una biopsia a tutto spessore della parete del tratto gastroenterico interessata ma anche di quella non coinvolta dalla dilatazione. Queste biopsie dovrebbero poi essere valutate in modo approfondito con tecniche di colorazione standard e di immuno-istochimica in laboratori con interesse specifico per queste patologie. Trattamento Il trattamento è difficile e porta spesso a risultati insoddisfacenti. Ovviamente quando possibile la cura della patologia sottostante è mandatoria. Durante la fase acuta i pazienti devono essere trattati come nei casi di pseudo-ostruzione acuta. Nelle fasi croniche pasti frequenti, piccoli, poveri di fibre, oppure liquidi, con omogeneizzati e supplementi nutritivi per via orale possono aiutare il paziente a far fronte alle funzioni digestive residue. La nutrizione enterale è un opzione per quei pazienti in cui l’alterazione motoria sia localizzata allo stomaco o al duodeno. Nei casi in cui tutto l’intestino sia diffusamente interessato dalla patologia è necessario instaurare una terapia nutrizionale parenterale. I principali limiti di questa ultima sono rappresentati dalla possibile comparsa di insufficienza epatica, pancreatite, glomerulo-nefrite, e complicanze correlate alla presenza dell’accesso venoso (quali trombosi e setticemia). Lo scopo della terapia farmacologia è quello di controllare i sintomi ed evitare le complicanze (15-17). Spesso questi pazienti necessitano la somministrazione simultanea di antiemetici, anti-secretivi, lassativi, e analgesici. I procinetici (quali domperidone o neostigmina) vengono utilizzati per promuovere il transito intestinale ma con risultati limitati. L’eritromicina aumenta le contrazioni antrali e promuove lo svuotamento gastrico ma la comparsa Giorn Ital End Dig 2010;33:173-176 ne (enterite da raggi, assunzione di farmaci) (11). La valutazione di biopsie della parete intestinale a tutto spessore permette di solito di riconoscere le alterazioni istologiche alla base della patologia, che possono essere neuropatiche, mesenchimali e miopatiche a seconda che coinvolgano l’integrità delle vie nervose che supportano il tratto gastroenterico, siano esse estrinseche o intrinseche, le cellule interstiziali del Cajal o le cellule muscolari rispettivamente. 175 CS Comunicazione Scientifica di tachifilassi durante il trattamento ne limita l’efficacia. L’octeotride aumenta l’attività contrattile intestinale e riduce la sovra-crescita batterica. La somministrazione congiunta di eritromicina e octeotride può essere utile per controllare la motilità gastrica e intestinale. Gli antibiotici vengono utilizzati per ridurre la sovra-crescita batterica e dovrebbero essere somministrati a cicli alterni (ad esempio un mese tetracicline e un mese metronidazolo) per ridurre il rischio di resistenza. La chirurgia (18-19) Dal momento che la pseudo-ostruzione intestinale cronica generalmente coinvolge tutto il tratto gastroenterico, solo in rari casi dovrebbe essere presa in considerazione l’opzione chirurgica. Gastrostomie ed enterotomie possono ridurre la distensione addominale e il vomito e possono essere considerate in pazienti in nutrizione enterale. L’effetto decompressivo che si determina sulle anse intestinali distese può esercitare un effetto positivo sulla capacità di trasporto del tratto gastroenterico riducendo la necessità di frequenti ricoveri e interventi chirurgici. Il trapianto intestinale è disponibile solo in centri specialistici selezionati e l’utilizzo di immuno-soppressori associati a steroidi e altri farmaci ha migliorato i risultati di questi interventi. Tuttavia a causa della necessità di terapie parenterali a lungo termine, di laparotomie, del rigetto d’organo e di infezioni batteriche, le percentuali di mortalità rimangono intorno al 50% a 5 anni. Fattori predittivi di complicanze post-trapianto sono concomitanti disturbi del tratto urinario, uso cronico di oppiacei e problemi tecnici legati a precedenti laparotomie multiple e/o alla necessità di gastrostomie per gastroparesi. Il trapianto intestinale dovrebbe essere preso in considerazione in quei casi in cui tutti i trattamenti precedenti siano falliti, in accordo alle seguenti indicazioni: insufficienza intestinale cronica, con complicanze della nutrizione parenterale che mettano a rischio di vita il paziente, mancanza di accessi venosi, scarsa qualità di vita nonostante un adeguata nutrizione parenterale. Maura Corsetti > La pseudo-ostruzione del colon 176 Storia naturale Pochi studi hanno valutato la storia naturale della pseudo-ostruzione intestinale cronica nell’età adulta. Solitamente il primo episodio sub-occlusivo è preceduto da una lunga storia di sintomi non-specifici che progressivamente vanno peggiorando. Un esordio acuto è riportato in un quarto dei casi. Dopo la diagnosi la frequenza degli episodi sub-occlusivi e conseguentemente degli interventi chirurgici tende a diminuire. Tuttavia la storia clinica è inevitabilmente severa con un progressivo deterioramento della funzione intestinale e dei sintomi. Per controllare il peso e il dolore addominale molti pazienti limitano l’introito alimentare per via orale e giungono ad una nutrizionale parenterale domiciliare a lungo termine. La causa principale di morte sono le complicanze correlate alla nutrizione parenterale, agli interventi chirurgici, all’eventuale trapianto intestinale e alla sepsi. Fattore predittivo negativo sarebbe la presenza di una eziologia miopatica della pseudo-ostruzione. Corrispondenza Maura Corsetti Divisione di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Università Vita-Salute Istituto Scientifico San Raffaele Via Olgettina, 60 - 20132 Milano Tel. + 39 02 2643-2808 Fax + 39 02 26432504 e-mail: [email protected] Bibliografia 1.Batke M, Cappell MS. Adinamic ileus and acute colonic pseudoobstruction. Med Clin North Am 2008;92:649-670. 2.Chapman AH, McNamara M, Porter G. 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