Aprile 2010
Guida
Chiediamo al Signore il dono del desiderio di cercarlo e di trovarlo nel nostro cuore
per poter dimorare con Lui e in Lui. Lasciamoci noi per primi raggiungere dal suo
sguardo di benevolenza e di amore per poi donarlo agli altri.
Imploriamolo che tanti giovani siano raggiunti da questo sguardo e lo seguano sulla
via del sacerdozio e della vita consacrata per divenire testimoni della fede, della
speranza e della carità.
Dal vangelo secondo Giovanni (1, 35-51)
Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo
sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli,
sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo
seguivano, disse: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro
– dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli
dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea,
fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo
trovato il Messia – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di
lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa – che significa
Pietro –».
Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse:
«Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaèle e gli
disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il
figlio di Giuseppe, di Nazaret». Natanaèle gli disse: «Da Nazaret può venire qualcosa di
buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva
incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli
domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho
visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu
sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di
fichi, tu credi? Vedrai cose maggiori di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico:
vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo».
1. CERCARE – TROVARE – DIMORARE
Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che
passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù…
… Venite e vedrete
Il Battista vede passare Gesù e lo indica ai suoi discepoli, che iniziano una nuova sequela seguendo
la parola del profeta e lasciandosi poi interrogare dal Gesù stesso che gli domanda: Chi cercate? È
una domanda fondamentale, un interrogativo chiave nella vita di chi si è accostato al Signore e
quindi anche per noi oggi è una provocazione: chi cerchiamo? Cerchiamo ancora o non cerchiamo
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più? Una vita in cui non si cerca più è una vita chiusa. Nella vita di fede il cercare è segno di
autenticità perché Gesù non è una formula o un’idea, ma una Persona, un Volto da cercare e amare.
I discepoli rispondono con un’altra domanda: Rabbi, dove dimori? È una domanda che va oltre la
richiesta di ‘un indirizzo’ (!), perché vuol dire chiedergli dove attinge il suo essere, la sua
consistenza, le radici del suo io, da dove viene.
“Venite”… è l’inizio del cammino di fede in uno stare fisico che è un dimorare profondo.
Per scoprire dove dimora Gesù dobbiamo dimorare con Lui, stare in un luogo (la Chiesa) ed entrare
in intimità in Lui.
Per la personale silenziosa meditazione (oppure può essere proclamato da un solista o a cori alterni)
ABITA in me come nella tua dimora preferita, ricordati: Colui che dimora in me… porta
molto frutto
ABITA la mia preghiera. Penetra nel flusso incessante dei desideri, delle lodi, dell’azione di
grazie che emana dal mio Cuore.
ABITA la mia volontà. Unisciti alla mia volontà su di te e a tutti i miei disegni d’amore.
ABITA le mie piaghe. Esse sono sempre vive fino a quando il mondo non sarà interamente
riconciliato in me. Attingi in esse la forza del sacrificio e delle scelte dolorose in nome dei
tuoi fratelli. Le tue decisioni possono essere decisive per molte anime.
ABITA il mio cuore. Lasciati infiammare dal suo calore di carità. Ah, se davvero tu potessi
diventare incandescente!
Vivi in me: tu vivrai per me…1
Preghiamo
O Signore concedici di abitare nella casa del tuo cuore, aiutaci a rimanervi.
Riconciliaci con te e la luce della tua parola sia lampada ai nostri passi nelle decisioni
e situazioni della vita di ogni giorno. Nella tua misericordia donaci pastori che
abitano in te e con te e insegnino ai fratelli a cercarti e, una volta trovato, a rimanere
con te. Amen
2. LA MEDIAZIONE DEI TESTIMONI
Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia… … Filippo trovò
Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui…
C’è una catena di persone che si muovono attorno a Gesù. Nessuno è cristiano da se
stesso, nessuno si autogenera da sé. Per Pietro, il volto di Gesù, è passato attraverso il
volto, la voce, il volto e l’esperienza di Andrea. Poi è la volta di Filippo che lo
annuncia a Natanaele.
In questa comunicazione da persona a persona si intravede già la Chiesa che è questa
catena ininterrotta di testimoni. Non c’è conoscenza di Gesù senza questo passaggio
di vita e di parola.
Preghiamo insieme il Signore per i tanti testimoni che ha messo sul nostro cammino e che ci
hanno annunciato il suo regno, il suo Vangelo, e che nei loro occhi, nei loro volti, ci hanno
manifestato gli occhi, il volto di Gesù.
1
Riflessioni tratte da Quando il maestro parla al cuore di G. Courtois
2
Is (52,7-10)
Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: “Regna il tuo Dio”.
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano, poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.
Is (53,1-3)
Chi avrebbe creduto al nostro annuncio?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
È cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per poterci piacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia;
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima…
Preghiamo
Ti rendiamo grazie Padre santo per quanti si sono fatti voce della Tua voce e
attraverso i quali ci hai attirati a te. Suscita ancora nella tua Chiesa testimoni audaci
della tua Parola. Per Cristo nostro Signore. Amen
3. UNO SGUARDO CHE CI PRECEDE
Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse… Gesù intanto, visto Natanaèle
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È uno sguardo intenso quello di Gesù, che scava nel profondo, che non si dimentica
più, è uno sguardo creativo, di compiacenza. Gesù chiama per nome Simone: già lo
conosce, già lo ha scelto. Ancora di più Natanaele si sente conosciuto nel momento in
cui Gesù gli svela qualcosa di ‘segreto’ per cui le sue difese e il suo scettismo
vengono meno ed è preso da Gesù. È l’esperienza forte e indimenticabile di una
presenza, di uno sguardo che ti conosce nella tua identità più profonda ed irripetibile.
E noi… abbiamo fatto esperienza di questo sguardo di Gesù che ci ama così? Che
vuole coinvolgerci e legarci a Sé in una missione?
È fondamentale che ci sia quest’esperienza nella nostra vita: l’esperienza di uno
sguardo che ci conosce fino in fondo.
Per la personale silenziosa meditazione
Desiderami. Non sono io Colui che risponde pienamente alle aspirazioni che io stesso
ho posto nel tuo cuore?
Desiderami. Verrò in te. Crescerò in te. Eserciterò il mio dominio su di te secondo il tuo
desiderio.
Desiderami. Perché volere altra cosa che non sia vivere in intimo scambio con me? Quanto
sono futili e dispersivi tutti i desideri che non convergono in me!
Desiderami. Sì, in tutte le tue occupazioni, dall’alba al tramonto, nella preghiera e nel
lavoro, nel cibo, nel riposo, fammi sentire ora fortemente, ora in modo sfumato, l’intensità
del tuo desiderio.
Desiderami. Che il tuo petto mi aspiri, che il tuo cuore mi cerchi, che tutto il tuo essere mi
brami.
Desiderami per te, poiché senza di me non puoi fare nulla di efficace e di utile sul piano
dello spirito.
Desiderami per gli altri, poiché mi comunicherai con le tue parole, i tuoi esempi, i tuoi
scritti solo nella misura in cui sarò io ad agire attraverso di te.
Vieni a Me e guarda. Nel mio sguardo, leggi e attingi. Nel mio cuore, penetra e prendi.
Nella mia volontà, abbandonati e brucia. Io sono Fiamma, io sono Fuoco, io sono l’Amore.
Preghiamo
O Padre misericordioso e grande nell’amore, concedici operai per la tua messe. Il tuo
sguardo penetri nel cuore di giovani che si sentano conosciuti nell’intimo e si lascino
coinvolgere da te, e rispondano il loro sì al tuo averli scelti come pastori del tuo
gregge. Per Cristo nostro Signore. Amen
a cura delle sorelle claustrali della diocesi
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