1 ARCHITEMPORARY EXPO Architetture temporanee, che

ARCHITEMPORARY EXPO
Architetture a tempo determinato
di
Stefano Antonelli// Architetto, Docente a contratto Politecnico di Milano, Dipartimento di Architettura e studi urbani
Roberto Baldo// Ingegnere/ Direttore Organismo di certificazione, Tecno Piemonte SpA
Lavinia Chiara Tagliabue //Architetto, Ph.D/ Assegnista di ricerca Università degli Studi di Brescia, Dipartimento
Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e Matematica
Architetture temporanee, che siano in grado di fornire la massima efficienza, il massimo comfort, il
massimo rendimento energetico con il dispendio minimo di risorse e con il minor impatto
sull’ambiente nella perfetta rispondenza alle diversificate richieste compositive, normative e
rappresentative; architetture a vita programmata realizzabili con sistemi rapidi, con materiali
ecocompatibili, riciclabili, con forte valore identitario, capaci di restituire un lettura chiara e
fluida del programma funzionale in un continuo rapporto tra interno ed esterno.
Architetture “centometriste” che possano garantire l’ottimale rendimento, di intensità figurativa,
di accoglienza, di fruibilità, di sicurezza in un breve intervallo temporale.
È questo uno degli obiettivi di EXPO 2015 per le architettura che disegnano il suo paesaggio.
Architetture realizzate con strutture modulari, preferibilmente con montaggio a secco, che riducano
al minimo l'impatto ambientale nelle fasi di costruzione, smantellamento e di rimozione.
Architetture fatte di materiali (riciclati o rigenerati) che rispecchino l'identità dei partecipanti, le sue
tradizioni, la sua cultura in riferimento al tema dell'Expo: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita.
Architetture (sostenibili e smart), complesse e tecnologicamente friendy, pensate per minimizzare il
fabbisogno energetico attraverso l'ottimizzazione di strategie passive (ad esempio ventilazione
naturale, ombreggiatura), energie rinnovabili, e l'uso di modelli di energia dinamica; perseguendo
l’obiettivo della riduzione dei gas serra derivanti dal trasporto, la costruzione, l’ utilizzo e la
gestione della fine del ciclo di vita dei prodotti che le costituiscono nel loro riutilizzo integrale o
riciclo parziale.
Figura 1/Schema Superfici Aree Espositori e Cluster di Expo
1
Progetti e identità
Le direzioni formulate dalle linee guida alla progettazione di EXPO sono state assunte e declinate
dai singoli operatori (Figura1) nel perseguire il valore identitario e nella volontà di realizzare gli
obiettivi di ottimizzazione delle fasi di cantierizzazione e di utilizzo di materiali e sistemi
impiantistici modulabili, ottimizzati e riciclabili.
Un esempio suggestivo è quello del padiglione dell’Austria.
Il progetto del padiglione firmato dall’architetto Klaus K. Loenhart e dallo studio Terrain di Graz
prevede la realizzazione di un percorso naturale, in cui l’architettura si disegna tra la vegetazione
del sottobosco austriaco realizzato attraverso la posa di 12mila piante e circa 70 alberi (Figura 2).
Figura 2/schema assonometrico del padiglione
La struttura di acciaio, semplice e regolare, è rivestita con pannelli modulari, 180 metri lineari di
pareti in legno compensato multistrato, colorato di grigio, e materiali completamente riciclabili.
Dall’ingresso il visitatore viene immerso in un angolo di bosco austriaco, con alberi che superano
persino l’altezza di alcune strutture, arrivando fino a 12 metri. Si genera nel percorso un clima
naturalmente più fresco, senza ricorrere all’aria condizionata (Figura 3). La temperatura percepita,
infatti, è di circa 5° C inferiore a quella esterna. Questo fenomeno è il frutto di una combinazione
2
sapiente di natura e tecnologia: le piante rinfrescano grazie all’ombra e all'evaporazione delle loro
foglie, come ricordano i pannelli dell’allestimento interno al percorso, si tratta di una superficie
fogliare di 43.200 mq .
Figura 3/ schema del microclima interno al padiglione
Tecnologie innovative esaltano l'effetto refrigerante: ventilatori e nebulizzatori che si attivano
mediante sensori creano un piacevole effetto rinfrescante, grazie alle microgocce (Figura 4). Lungo
le superfici interne, realizzate in un multistrato che mantiene le temperatura piacevole, sono
riportate informazioni sul Padiglione e sull’importanza della superficie boschiva in Austria.
Figura 4/ Padiglione Austria //Fotografie// Courtesy of team breathe Austria
3
Un secondo esempio è quello del padiglione del Brasile che interpreta il tema in modo più materico.
L’area di 4.133 metri quadrati è immaginata da Studio Arhtur Casas, Atelier Marko Brajovic e
Studio Mosae nello sviluppo del tema del network, della rete di relazioni, che viene generata dalla
messa a sistema della ricerca scientifica e della produzione avanzata. Il programma espositivo del
padiglione brasiliano e la sua struttura si dividono in due ambiti: un asse longitudinale ludico,
permeabile, verde ed esperibile dal punto di vista fisico, e l’altro chiuso, denso che ospita e gli spazi
tecnici e le sale conferenze (Figura 5).
Figura 5/ Padiglione Brasile/schema assonometrico delle funzioni
Il lato da cui avviene l’accesso, si configura come una grande galleria di 115 metri costituita da una
successione di portali in acciaio corten rivestiti con pannelli in grigliato metallico. I portali sono
costituiti da profili HEA e sono collegati tra loro mediante un sistema di travature e di controventi
posizionati sia a parete che in copertura, tutti montati a secco.
Alla struttura è ancorata una rete elastica di cavi pedonabile, sotto la quale è stata riprodotta la
biodiversità delle colture presenti in Brasile.
Il corpo principale del padiglione è invece un vero e proprio edificio articolato su tre livelli con
esposizioni di vario genere e contenuti interattivi; la sottostruttura di travi secondarie sostiene i solai
realizzati a secco con lamiera grecata.
La scelta di non completare i solai con un getto in calcestruzzo è strategica sia per quanto riguarda
la sostenibilità del padiglione che per la fase di smontaggio e ripristino del sito. Questa parte di
edificio è rivestita con sughero MD Facciata, con la duplice funzione di cappotto termico e
di rivestimento faccia a vista (Figura 6).
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Figura 6/ Padiglione Brasile/foto//Filippo Poli
Il sughero tostato, in origine molto scuro, si schiarisce per ossidazione nel giro di alcune settimane
dopo essere stato posato, creando un pattern perfetto con il colore dell’acciaio Corten. La scelta del
sughero MD Facciata come materiale per rivestire il padiglione del Brasile è stata determinata da
diversi fattori:
 necessità di individuare un materiale che, in pochi centimetri, fosse in grado di fungere
da rivestimento architettonico, garantendo anche un buon fattore di isolamento dal caldo
estivo;
 facilità di installazione, a secco, e smontaggio a fine manifestazione; facilità di successivo
riutilizzo, grazie al fatto che il materiale è sufficientemente leggero da poter essere posato
solo tramite fissaggio meccanico;
 utilizzare un materiale “eco-sostenibile”, con un fattore GWP100 (incidenza sull’effetto
serra) neutro e addirittura fortemente negativo (-1,33 kgCO2 eq/kg). Nel caso del sughero,
che è un prodotto di origine biogenica, il valore GWP100 è ottenuto dalla differenza tra il
valore di Effetto Serra derivante dal processo di produzione e il valore di CO2 fissato
naturalmente nel prodotto, nel corso dell’accrescimento della pianta. Per tale motivo risulta
negativo. In pratica, il sughero trattiene la CO2 immagazzinata nel corso dell’accrescimento
della corteccia, senza rilasciarla nell’ambiente.
Altro esempio che interpreta il tema della modularità, della sistematizzazione programmata,
rafforzando il racconto identitario è il padiglione della Spagna.
Il grande padiglione è progettato dallo studio barcellonese B720 Arquitectos.
Il progetto è suddiviso in due navate lineari, che si sviluppano per tutta la lunghezza del lotto.
Il ritmo regolare delle capriate a doppia falda di legno (ma parzialmente ricoperte d’acciaio inox)
racchiude una sequenza di volumi chiusi, che contengono gli spazi espositivi, le aree ristoro e gli
uffici (Figura 7). Le terrazze in copertura sono accessibili al pubblico.
Rapidità ed efficacia costruttiva sono i princìpi che improntano la concezione di ciascuna delle parti
costruttive del padiglione, prediligendo legno e pannelli in legno lamellare, dalle fondazioni ai solai,
dalla struttura dei portici ai volumi scatolari degli spazi espositivi; persino gli impianti di
condizionamento, le installazioni audiovisive e gli impianti elettrici seguono il criterio della
modularità e del pre-assemblaggio.
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Figura 7/ schema assonometrico
Prevedere soluzioni a secco e prefabbricate rappresenta infatti la migliore garanzia per ottenere
rapidità nei tempi di esecuzione, per assicurare il minimo impatto ambientale, nonché per
provvedere al successivo smantellamento del padiglione in maniera efficace e altamente sostenibile.
Una rampa si dirama dal corpo di fabbrica principale per abbracciare il patio degli aranci che,
insieme al chiringuito, è il principale omaggio del progetto alla tradizione spagnola (Figura 8).
Figura 8/ Padiglione Spagna/foto//Iñigo Bujedo-Aguirre/Adrià Goula
6
Impatti ambientali e mission
Expo 2015 è improntato, come abbiamo descritto, su principi di sostenibilità economica, ambientale
e sociale e le attività ed i risultati sono costantemente riportati in report1 (2013, 2014, 2015) che
vanno, e andranno, a dettagliare le attività e gli impegni che sono stati individuati, definiti e
raggiunti da Expo. Il concetto di sostenibilità ambientale è fondamentale per l'Expo Milano 2015 ed
è messo in risalto dal suo contenuto tematico, dalle tecniche e dai materiali usati per costruire i
Padiglioni, nonché dalla sua strategia di funzionamento sostenibile.
Ricordiamo che il sito espositivo Expo è sorto su un’area che, nella prima metà del XX secolo, era
occupata da impianti di produzione industriale e, in parte, da campi agricoli. Successivamente l’area
è stata trasformata in spazio per impianti di natura logistica e servizi comunali ed è stato attuato un
processo di trasformazione e riqualificazione attraverso la dismissione o rilocazione di impianti
produttivi. Le attività precedenti hanno tuttavia lasciato problemi di inquinamento in alcune
porzioni di terreno per cui si sono rese necessarie operazioni di bonifica prima che l’area potesse
essere restituita alla fruizione collettiva.
La prima indagine ambientale è stata svolta nel 2010 e successivamente sono state condotte
caratterizzazioni dei suoli della zona Expo, al fine di verificare eventuali superamenti dei limiti
delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione definiti in base alla destinazione d’uso prevista dei
terreni (verde-residenziale). Al termine del procedimento sono stati individuati 10 areali
assoggettati, in forza di decreti regionali, a bonifica fino al raggiungimento dei limiti di soglia per
destinazione d’uso.
Il sito è stato quindi soggetto all’applicazione delle prescrizioni contenute nel Decreto VIA con la
realizzazione di un Piano di Monitoraggio Ambientale (PMA) articolato in 4 fasi che ripercorrono
lo sviluppo del ciclo di vita dell’Evento:
• una fase ante operam, svolta nel 2011-2012;
• una fase di cantiere, nel periodo gennaio 2013 – aprile 2015;
• una fase di evento, da svolgersi nel periodo maggio – ottobre 2015;
• una fase di dismissione, da svolgersi orientativamente nel periodo novembre 2015 – ottobre
2016.
Le componenti ambientali oggetto di monitoraggio sono: Atmosfera; Ecosistemi; Fauna; Flora e
vegetazione; Acque superficiali; Acque reflue; Acque sotterranee; Rumore; Vibrazioni; Suolo.
Il PMA Ante Operam e il PMA di Fase di Cantiere sono stati svolti e i risultati sono disponibili nei
Rapporti di Sostenibilità 2013 e 2014 (Figura 9).
1
http://www.expo2015.org/it/cos-e/sostenibilita/il-rapporto-di-sostenibilita-di-expo
7
Figura 9/ Cantierizzazione di Expo (fonte: Rapporto di Sostenibilità 2014).
Partendo dalla salubrità pubblica, sono stati formulati quattro valori fondamentali posti come
principi guida dalla società Expo 2015 per il suo operato:
• Social legacy: Con la scelta del Tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, si è inteso
stimolare le riflessioni e gli approfondimenti su una delle principali sfide che il mondo
odierno si trova ad affrontare, con l’obiettivo di lasciare un’eredità di idee e di iniziative
sulle quali sviluppare soluzioni a lungo termine;
• Inclusione: Il coinvolgimento e la partecipazione attiva di tutti gli attori e della comunità a
livello globale sono posti a garanzia di quella condivisione dei saperi che caratterizza le
Esposizioni Universali sin dalle loro origini.
• Innovazione: La presentazione di soluzioni innovative al problema della crisi alimentare
globale, nonché le soluzioni adottate per la costruzione del Sito e delle Aree espositive ed i
servizi all’avanguardia per la gestione dell’Evento, consentiranno ai visitatori di vivere
un’esperienza unica e indimenticabile, supportata da tecnologie del futuro (la cosiddetta
Smart City);
• Responsabilità sociale: L’attuazione dei principi di sostenibilità nell’ambito della
progettazione, della realizzazione e della gestione di Expo mirano a ridurne al minimo
l’impatto ambientale, consentendo a tutti gli Stakeholders coinvolti di prendere parte ad
un’esperienza realmente sostenibile, che sia di esempio per futuri eventi.
L’impegno al rispetto di questi principi e valori da parte di Expo 2015 e stato formalizzato nella
“Carta dei Valori e degli Impegni2”, che descrive l’insieme dei valori da cui trae ispirazione
l’organizzazione di Expo Milano 2015 e lo declina in una serie di impegni e azioni che
presuppongono un coinvolgimento efficace per la realizzazione di un dialogo costruttivo con tutti
gli Stakeholder.
A questo punto cerchiamo di capire come questi principi siano stati tradotti in azioni rispetto ai temi
di sostenibilità su cui si incentra Expo. Iniziamo dalla fine: Expo prevede la temporaneità delle
strutture basandosi sulle regole generali del BIE34 per la realizzazione delle Esposizioni Universali
2
http://www.expo2015.org/it/cos-e/sostenibilita/carta-dei-valori-e-degli-impegni-di-expo-2015-s-p-a
Bureau International des Expositions
4
http://www.expo2015.org/it/cos-e/la-storia/il-bie-e-le-esposizioni-universali
3
8
prevedono la dismissione delle opere temporanee e la restituzione del sito integro al termine delle
manifestazioni. In particolare, tra le norme che regolano la partecipazione dei Paesi ad Expo Milano
2015, la Special Regulation n.4 (Concerning rules for Construction or Improvements and Fire
Protection), prevede che ciascun Paese sia responsabile della dismissione del proprio padiglione e
dei relativi allestimenti. Di conseguenza i progetti presentati e realizzati si sono dovuti confrontare
in modo efficace con i temi della temporaneità e sostenibilità, nell'ottica di una progettazione
orientata ai criteri di basso impatto ambientale e di attenzione al ciclo di vita dei materiali e dei
componenti. L’Accordo di Programma siglato nel 2011 per la realizzazione di Expo Milano 2015
ha previsto la riqualificazione delle aree interessate al termine della manifestazione con la
restituzione delle aree ripristinate alla società proprietaria Arexpo SpA, costituita nel 2011 da
Regione Lombardia, Comune e Provincia di Milano, Fondazione Internazionale Fiera Milano e
Comune di Rho. Due opere sono destinate a restare permanentemente nel Sito: Cascina Triulza,
ristrutturata e riqualificata sotto il profilo energetico e ambientale (Figura 10) e Palazzo Italia.
Figura 10/ Cascina Triulza (fonte: Rapporto di Sostenibilità 2014)
Energia e risorse in Expo
Per quanto riguarda il tema energetico due sono i fattori fondamentali per il controllo dell’energia
consumata in fase d’uso: i consumi legati all’utente e quelli relativi alla gestione dell’edificio. Su
questi fattori duplici sono le direzioni intraprese da Expo:
1. la promozione di pratiche di comportamento energeticamente consapevole e volte al
risparmio energetico da parte degli utenti;
2. l’energia utilizzata e prodotta dai padiglioni e dagli edifici Expo.
Per quanto riguarda il primo tema è stata implementata una campagna di comunicazione interna
rivolta ai dipendenti e collaboratori, incentrata sulla promozione delle buone prassi utili a diminuire
il proprio impatto ambientale tramite semplici accorgimenti nei comuni gesti quotidiani che
tuttavia, se attuati sempre e da tutti, garantiscono un notevole risparmio energetico, la riduzione dei
rifiuti generati e, in generale una significativa ricaduta positiva a livello ambientale (Figura 11).
La campagna intitolata Il Pianeta si nutre anche di piccoli gesti e stata idata con esperti di
comunicazione e utilizza le mascotte di Expo (i 12 amici di Foody) mostrando buone pratiche di
comportamento energeticamente consapevole (ad es. spegnere l’aria condizionata nelle sale riunioni
vuote, fare le scale invece che prendere l’ascensore, ricordarsi di spegnere sempre le luci quando si
esce da una stanza, prestare attenzione alla raccolta differenziata dei rifiuti, preferire l’acqua
microfiltrata invece di quella in bottiglia, non lasciar scorrere inutilmente l’acqua dei rubinetti etc.).
9
Figura 11/ Esempi di messaggi promozionali della campagna per i gesti consapevoli a favore del risparmio energetico.
Per quanto riguarda il secondo tema è possibile ricollegarsi alla certificazione energeticoambientale promossa dai sistemi volontari di rating; nel caso di Expo sin dalla fase di registrazione
di Expo 2015 sono stati assunti come principi guida i criteri del protocollo di certificazione
americano LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) sviluppato da USGBC (U.S.
Green Building Council) e introdotto in Italia da GBC Italia. Il sistema, ampiamente diffuso a
livello mondiale (presente in 140 Paesi), consente di ottenere una certificazione volontaria da parte
terza della sostenibilità di un edificio o di un insediamento e l’ottenimento di una soglia di
prestazione che sta diventando un requisito di qualità (a volte di bandiera) anche a livello nazionale.
Per il sito Expo sono stati applicati due protocolli, tra quelli in cui è articolato il LEED e relativi alla
scala di intervento di insediamento e di edifici, ovvero:
•
•
Il protocollo LEED ND 2009 (Neighborood Development, 2009) utilizzato per il sito
espositivo;
Il protocollo LEED NC (New Construction, 2009) per la Cascina Triulza.
Il Protocollo LEED ND 2009, utilizzato per l’insediamento, valorizza un sistema di progettazione
integrata che tiene conto di vari elementi di un intero quartiere rispetto alla sua salubrità, sicurezza e
sostenibilità, valorizzando la scelta del sito, le prestazioni che portano gli edifici e le infrastrutture a
creare, insieme, un quartiere compatto e a connetterlo al suo paesaggio. In particolare, si occupa
della riduzione dell’effetto “isola di calore” e dei materiali impiegati (Figura 12), delle nuove
piantumazioni, delle infrastrutture di collegamento e dello sviluppo della mobilita sostenibile, della
riduzione del consumo di acqua potabile e del recupero di quella piovana, della progettazione di
edifici permanenti altamente efficienti dal punto di vista energetico e della gestione più sostenibile
dei cantieri. La temporaneità delle opere di Expo ha consentito solo una parziale applicazione del
Protocollo LEED ND.
L’applicazione del protocollo a Expo è stato coordinato da ICMQ Spa5 in due fasi, la prima
effettuata all’inizio del 2013 ed una seconda, che tiene conto dell’evoluzione del progetto, nel luglio
2014. Rispetto alle soglie di punteggio per la certificazione LEED (Certified: 40 - 49 punti; Silver:
5
http://www.icmq.it/icmq.php
10
50 - 59 punti; Gold: 60 - 79 punti; Platinum: 80 -110) il livello di certificazione risultava essere al di
sotto della soglia minima di certificazione consentita, sebbene alcuni crediti non risultano
tecnicamente perseguibili a causa delle caratteristiche specifiche oggettive dell’intervento
espositivo, indipendenti da volontà e implicazioni di carattere progettuale o operativo da Expo
2015. Alcuni criteri tecnicamente perseguibili sono stati tuttavia scartati dalla Committenza a causa
degli impegni economici correlati e delle risorse temporali e di personale coinvolto per la loro
implementazione. Il progetto risulta valorizzato, in particolare, dalle caratteristiche intrinseche del
sito e della sua vicinanza ai servizi e trasporti pubblici relativamente ai crediti appartenenti alla
categoria Sustainable Sites Linkage. La valutazione svolta da ICMQ Spa ha anche evidenziato che
tra i crediti tecnicamente perseguibili ne permangono molti vincolati alla mancanza di evidenze
documentali al momento della valutazione ma che potrebbero essere prodotte a fronte di una
effettiva certificazione LEED ND decisa dalla Committenza. Sostanzialmente i numerosi
cambiamenti delle condizioni di costruzione del sito espositivo e l’uso del LEED ND come linea
guida, più che come strumento effettivamente implementato, rimangono un ostacolo al
raggiungimento di punteggi elevati.
Per quanto riguarda la Cascina Triulza, a cui stato applicato il Protocollo LEED NC, questo
valorizza la progettazione e costruzione di edifici permanenti altamente efficienti dal punto di vista
energetico, luoghi salubri in cui vivere e lavorare, e realizzati con una gestione più sostenibile dei
cantieri. La ristrutturazione della Cascina Triulza, un fabbricato di fine ottocento di carattere rurale
è stata concepita per attribuire all’edificio ad elevate prestazioni energetico ambientali:
•
•
•
76% di riduzione del fabbisogno di energia rispetto ad un edificio tipo di riferimento;
57% del fabbisogno di energia dell’edificio coperto attraverso energia prodotta da fonti
energetiche rinnovabili in sito;
49% di riduzione del fabbisogno di acqua per usi sanitari rispetto ad un edificio tipo di
riferimento.
Per quanto riguarda alcuni interessanti criteri LEED applicati a Expo si rileva come la sezione
Materiali e risorse associate siano stati nello specifico considerati rispetto ai requisiti di Contenuto
di riciclato, riciclabilità e riutilizzo dei componenti e Distanza dal sito dove per Expo erano
considerati 250 km per l’ottenimento di 2 punti LEED (Figura 13).
In questo modo viene considerato il tema energetico dell’energia inglobata nei materiali da
costruzione che, nell’ottica di edifici energeticamente autosufficienti in fase di gestione (Net Zero
Energy Building6) assume una grande importanza a livello di impatto ambientale dell’edificio.
A livello nazionale tra l’altro gli aggiornamenti legislativi relativi all’efficienza energetica78 stanno
riprendendo la prescrizione di parametri e modalità di calcolo e valutazione che possono essere
ricondotti ai sistemi di rating e nello specifico al sistema LEED e alle prescrizioni ASHRAE 90.19
6
Directive 2010/31/EU of The European Parliament and of the Council of 19 May 2010 on the energy performance of
buildings (recast), journal of the European Union L. 153/13, 18.6.2010.
7
Decreto Legislativo 63/13 “Disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento
europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia per la definizione delle procedure
d'infrazione avviate dalla Commissione europea, nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale”.
8
Legge 90/13 e Decreti attuativi 26 giugno 2015: 1) Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni
energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici, GU Serie Generale n.162 del 15-7-2015 Suppl. Ordinario n. 39; 2) Adeguamento del decreto del Ministro dello sviluppo economico, 26 giugno 2009 - Linee
guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici, GU Serie Generale n.162 del 15-7-2015 - Suppl. Ordinario
n. 39; c) Schemi e modalità di riferimento per la compilazione della relazione tecnica di progetto ai fini
dell'applicazione delle prescrizioni e dei requisiti minimi di prestazione energetica negli edifici. (15A05199) (GU Serie
Generale n.162 del 15-7-2015 - Suppl. Ordinario n. 39.
9
https://www.ashrae.org/resources--publications/bookstore/standard-90-1
11
(ed esempio i parametri relativi alla riflettività delle superfici esterne per la riduzione dell’isola di
calore, il confronto prestazionale tra l’edificio di progetto e l’edificio tipo, sebbene con una diversa
configurazione, come criterio di quantificazione della qualità energetica della costruzione).
Figura 12 /Materiali utilizzati in Expo, contenuto di materiale riciclato e riciclabilità dei materiali 10.
Figura 13/ Distanza di approvvigionamento dei materiali utilizzati in Expo 11.
Per quanto riguarda i rifiuti, che sono parte integrante del tema energia-risorse-impatti ambientali,
Expo 2015 ha definito una strategia basata sui seguenti criteri di gestione dei materiali post-utilizzo
e post-consumo rispetto ad una gerarchia di obiettivi:
• minimizzazione del prelievo di risorse,
10
11
http://zichiingegneriadesign.weebly.com/
http://zichiingegneriadesign.weebly.com/
12
•
•
massimizzazione dei tassi di riuso, riciclo e recupero,
minimizzazione della produzione di scarti da avviare a smaltimento.
I principali punti di riferimento sono espressi dalla legislazione UE, e dai relativi recepimenti in
ambito nazionale, che vengono considerati a livello mondiale i modelli più avanzati sulla gestione
sostenibile dei rifiuti12131415.
Il modello di gestione rifiuti previsto per Expo durante il periodo espositivo tiene conto degli
obblighi derivanti dalla Procedura VIA, rivisti congiuntamente all’Osservatorio Ambientale alla
luce delle esperienze maturate in eventi di dimensioni paragonabili (ad esempio il Salone del Gusto
2012, Olimpiadi di Londra 2012), nonché delle condizioni organizzative, logistiche e di gestione
delle aree espositive.
Expo si è in particolare posta l’obiettivo del 70% di raccolta differenziata, più realistico rispetto alle
originarie previsioni dello Studio di Impatto Ambientale pari all’82,3% e in ogni caso in linea con
gli obiettivi fissati a livello europeo.
Sustainability e Smartainability
Insieme al tema della sostenibilità è necessario iniziare a collegare il tema della Smartness della
città rispetto ai temi della digitalizzazione del territorio e alla gestione dei servizi all’utente da parte
delle infrastrutture e degli edifici. Vogliamo quindi citare il progetto “Smartainability”, termine
risultante dall’unione di Smartness e Sustainability, avviato da Ricerca Sistema Energetico (RSE) in
collaborazione con Expo, nel quadro dei progetti finanziati dal Fondo Ricerca per il Sistema
Elettrico Nazionale. Tale progetto ha lo scopo di valutare come e quanto le tecnologie innovative,
implementate a Expo, concepito come prototipo di quartiere di una smart city, permettano di
avviare procedure che supportano la sostenibilità del distretto, rispetto alle configurazioni
convenzionali. L’analisi è stata focalizzata su tre ambiti di riferimento delle sostenibilità:
1. ambientale: ad esempio la valutazione delle emissione di inquinanti in atmosfera, la
produzione di rifiuti, etc.;
2. economico: ad esempio rispetto ai costi di investimento e di gestione;
3. sociale: definito come “living” e inteso come miglioramento della qualità della vita delle
persone.
Per ciascun ambito sono state elaborate delle matrici funzionalità/benefici ed individuati opportuni
indicatori in grado di rappresentare la differenza di prestazione tra le tecnologie smart e le rispettive
tecnologie tradizionali che vanno a sostituire. Ad esempio la valutazione relativa all’impiego di
tecnologie intelligenti per la rete di distribuzione dell’energia elettrica del sito (smart-grid) e del
sistema di illuminazione (Figura 14) mostra come sia possibile ridurre le emissioni di gas a effetto
serra, gli inquinanti atmosferici e l’energia consumata dal sistema tramite l’aumento dell’uso delle
fonti rinnovabili e con vantaggi anche a livello di efficienza e sicurezza di approvvigionamento
(riduzione del numero di sospensioni e disservizi) ed economici (riduzione del costo di
investimento e costi legati ai disservizi).
12
D. Lgs. 152/06, c.d. Testo Unico dell’Ambiente
la Direttiva 2008/98, Nuova Direttiva-Quadro sui Rifiuti
14
Risoluzioni dell’Europarlamento del 20 Aprile2 e del 24 Maggio 2012,3
15
Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e
al Comitato delle Regioni “Verso un’economia circolare: programma per un’Europa a zero rifiuti” del 2 Luglio 2014.
13
13
Figura 14/Impiego di tecnologie intelligenti per energia ed illuminazione.
Un’importante fase di verifica sulla metodologia sviluppata dall’RSE e stata condotta attraverso un
benchmark con 4 studi, selezionati a livello internazionale, di analisi e valutazione di Smart Cities;
5 i criteri analizzati: completezza, utilizzo di definizioni e framework precisi, robustezza,
affidabilità dei dati, importanza della sostenibilità (Figura 15).
È stata riconosciuta l’adeguatezza del sistema Smartainability al caso Expo e sono stati proposti
possibili miglioramenti per l’implementazione ulteriore di una metodologia, applicabile ad altri
“grandi eventi” e a contesti più estesi e complessi, quali quelli di un intera città (da Smart Expo a
Smart City).
Figura 15/ I 5 livelli della Smart City Expo Milano 2015
14
Al di là delle soluzioni specifiche adottate nei diversi padiglioni, il contesto complessivo di Expo
risulta fondato su principi che possono essere estesi, rispetto ad alcuni temi di innovazione (ad
esempio soluzioni per la mitigazione del microclima urbano, smartness, aderenza a criteri di
gestione ottimizzata delle risorse, a sistemi di scelta dei materiali edilizi o di procedure di cantiere
improntate alla sostenibilità, alla considerazione del ciclo di vita dei manufatti, etc.) anche a
contesti più ampi e urbani.
La metodologia che sta alla base del planning di Expo può risultare maggiormente significativa
rispetto a soluzioni particolaristiche e circoscritte sebbene alcuni padiglioni presentino soluzioni
interessanti (ad esempio l’autosufficienza del sistema di irrigazione del padiglione Austria, la
produzione di energia da sistemi di attività di apicultura nel Padiglione del Regno Unito) e di
impatto per la comunità che può cogliere questa occasione per introdurre temi di riflessione
sostenibile nell’agire quotidiano.
15