Elementi di nuova mediterraneità nell’abitare contemporaneo. Il caso di Barcellona Vincenzo Paolo Bagnato, Dipartimento di Scienze dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura, Politecnico di Bari Abstract. A fronte dell’aumento e della differenziazione della domanda di abitazioni a basso costo e della tendenza all’affermarsi di nuovi paradigmi nel progetto dell’abitare contemporaneo, l’investigazione architettonica contemporanea ha riportato all’interno del proprio territorio disciplinare il tema dell’abitare quale questione centrale nella ricerca e nella sperimentazione progettuale. La città di Barcellona ha codificato negli ultimi anni innovative modalità di gestione pubblica della residenza sociale offrendo interessanti spunti di riflessione sull’idea di qualità abitativa e di mediterraneità, sia in termini urbanistici che architettonici e costruttivi. Il testo propone una chiave di lettura sulle recenti esperienze di social housing a Barcellona illustrando le diverse forme attraverso cui l’architettura interpreta il rapporto tra abitare e spazio pubblico, tra innovazione e tradizione costruttiva. Parole chiave: Social Housing, Architettura mediterranea, Barcellona, Spazio pubblico, Riqualificazione urbana Il rapporto tra casa e spazio pubblico costituisce tema centrale per l’urbanistica e l’architettura barcellonese sin dall’inizio dell’era democratica. Dopo la morte di Franco nel 1975 la nuova Costituzione e la riforma delle autonomie locali danno per la prima volta alle amministrazioni pubbliche regionali e comunali la possibilità di gestire i processi di riqualificazione urbana e di risolvere il problema della mancanza di spazi pubblici trascurati negli anni della grande espansione. Il nuovo Plan General Metropolitano, approvato nel 1976, si rivela uno strumento urbanistico innovativo ed efficace nel passaggio da una concezione di tipo prescrittivo ad un approccio strategico-propositivo: i suoi obiettivi principali, tra cui il recupero dell’esistente, la creazione di spazi per attività collettive, il potenziamento delle infrastrutture e la ricucitura tra il centro e Inquadramento generale: il disegno dello spazio pubblico nell’era democratica New mediterranean elements in contemporary housing. The case of Barcelona 97 102 Abstract: In the face of increasing and differentiating the low-cost housing demand and the trend of establishing new paradigms in the contemporary housing design, the architectural investigation has replaced into its disciplinary statement the topic of housing as central question in research and design experimentation. The city of Barcelona has codified in the last years innovative modalities of public management in social housing, offering interesting points of reflection on the idea of housing and of Mediterranean quality in urban, architectural and constructive terms. The paper proposes a key to the reading on the recent experiences of social housing in Barcelona illustrating the different forms through which architecture interprets the relationship between housing and public space, between innovation and constructive tradition. SAGGIO/ESSAY [email protected] la periferia, individuano una serie di aree all’interno della maglia urbana su cui intervenire in maniera ‘puntuale’ attraverso il potenziamento dello spazio pubblico, a cui viene attribuito il ruolo di ‘motore’ della rigenerazione urbana (Bohigas, 1985). Gli architetti catalani per la prima volta si confrontano con il progetto delle grandi aree urbane e lo fanno rifacendosi alle teorie aldorossiane dell’«architettura della città» che recuperano il valore della memoria storica, del contesto e della forma urbis e mutuando nella dimensione pubblica i principi della progettazione dello spazio abitativo ereditati dai maestri della vecchia generazione1. Gli interventi sugli spazi aperti acquisiscono un carattere ‘domestico’ e ‘sociale’ in cui, in modo ‘democratico’, gli elementi architettonici, scultorei, di arredo urbano e del verde, unitariamente e senza gerarchie concorrono alla riqualificazione e alla rifunzionalizzazione dei luoghi (Campanella, 2002). I programmi di rinnovamento introdotti dal PGM culminano nei progetti per i Giochi Olimpici del 1992 la cui realizzazione rappresenta per Barcellona il passaggio dalla dimensione urbana a quella metropolitana e la sublimazione di quella fusione tra spazio domestico e ambito pubblico prefigurato già dai primi studi urbanistici2. La successiva fase di trasformazione urbana, che fa seguito a un periodo di relativa stasi dovuto alla minore disponibilità di fondi pubblici, avviene in concomitanza dell’organizzazione del Forum 20043, un evento culturale che la città di Barcellona utilizza come pretesto per avviare una nuova fase di grandi opere di riqualificazione ma soprattutto di ‘ricucitura’ in una dimensione territoriale estesa. Il Forum 2004 propone un’idea di città radicalmente nuova che supera il vecchio approccio di matrice «realista» a favore di un Keywords: Social Housing, Mediterranean architecture, Barcelona, Public space, Urban upgrading The general framework: the design of public space in Democratic Age The relationship between house and public space constitutes a central topic for urban planning and architecture in Barcelona since the beginning of the Democratic age. After Franco’s death in 1975, the new Constitution and the reform of the local authorities give to regional and municipal administrations for the first time the possibility to manage the processes of urban upgrading and to resolve the problem of the absence of public spaces, omitted in the period of urban expansion. The new Plan General Metropolitano, adopted in 1976, becomes an innovative and effective planning tool, moving from a prescriptive conception to a ISSN online: 2239-0243 | © 2011 Firenze University Pres | http://www.fupress.com/techne strategic-proactive approach: its main objectives - such as the valorisation of existing constructions, the creation of new places for social activities expanding the public facilities and linking together centre and periphery - find a number of sites in the urban area where acting ‘for point’ through the upgrading of public space that becomes the ‘driving force’ of the urban renewal (Bohigas, 1985). The Catalan architects for the first time are being faced with the design of big urban areas and they do it relating to the theories of Aldo Rossi on the «architecture of the city» that recovers the value of historical memory, context and forma urbis and borrowing into the public dimension the housing design principals from the masters of the old generation1. Interventions in the open spaces acquire a ‘domestic’ and ‘social’ character in which, in a TECHNE 04 2012 «pragmatismo urbano critico» in cui il valore fondante della dimensione pubblica diventa la ‘discontinuità’ legata non più al binomio strada/isolato ma al rapporto spazio aperto/edificio torre (Acebillo, 2004). L’auspicata integrazione del nuovo settore urbano con il resto della città fatica molto a concretarsi e in termini di equilibrio tra crescita urbana e sostenibilità ambientale il modello del Forum denuncia molti limiti a causa della sostanziale rinuncia a quello stretto rapporto con il contesto e a quella dimensione sociale dell’abitare che avevano caratterizzato le passate esperienze; ciò porta la Pubblica Amministrazione a riconsiderare le modalità di attuazione e gestione delle trasformazioni urbane e a ridare centralità all’housing sociale come elemento determinante nella qualificazione dello spazio urbano. In Calabria le politiche di programmazione degli interventi di edilizia residenziale sociale sono promosse e governate sostanzialmente da due strumenti legislativi principali: – la L.R. n° 36 del 16.10.2008 – «Norme di indirizzo per programmi di edilizia sociale» 101. – la L.R. n° 41 del 04.11.2011 – «Norme per l’abitare sostenibile». Si tratta di norme quadro che si propongono d’intervenire nel settore per facilitare la possibilità di accesso all’abitazione; per sostenere economicamente il comparto strategico delle costruzioni; per elevare la qualità urbana ed edilizia; per ridurre il consumo di energia e la diffusione della progettazione ecosostenibile. L’azione sociale punta ad intervenire negli aspetti legati alla residenzialità, con attenzione ai soggetti deboli. L’azione ambientale pone attenzione alla riqualificazione delle aree degradate, dei quartieri monofunzionali e del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, puntando decisamente ad elevare ‘democratic’ way, the architectural and sculptural elements with those of urban and landscape design, jointly and without hierarchies, participate to upgrade and valorise the places (Campanella, 2002). The renewal programs introduced by the PGM reach their climax in the projects for the Olympic Games in 1992 whose realization represents for Barcelona the move from an urban to a metropolitan dimension and the sublimation of that fusion between home space and public sphere already prefigured in the first urban plans2. The next step in urban transformation, that follows a period of stasis due to a lower availability of founding, comes within the context of the organization of the Forum 20043, a cultural event that the city of Barcelona uses as a pretext for setting up a new phase of large projects of upgrading and, more 98 importantly, of ‘stringing’ in an extended territorial dimension. The Forum 2004 proposes an idea of city radically new that no longer has a «realistic» approach but goes towards a «critical urban pragmatism» in which the founding value of public dimension is the ‘discontinuity’ linked no more to the relationship between street and block but to that of open space/ tower building (Acebillo, 2004). The desired integration of the new urban sector with the rest of the city almost couldn’t take place and in terms of balance between urban development and environmental sustainability the model of Forum 2004 has many limitations because of the absence of that close connection with context and of that social dimension in housing that have distinguished the past experiences; this takes the Public Administration to look again at V. P. Bagnato la qualità urbana, edilizia ed architettonica degli insediamenti residenziali, nuovi ed esistenti. L’obiettivo economico si evidenzia nella previsione degli investimenti orientati per aumentare la disponibilità di alloggi ed il miglioramento delle dotazioni infrastrutturali. Dal disegno dello spazio pubblico al progetto dell’abitare L’housing sociale a Barcellona riguarda oggi poco più del 30% delle residenze costruite; un valore basso se si considera che la Ley de Urbanismo in Catalogna fissa un 40% per le città con più di 10.000 abitanti, ma comprensibile se si tiene conto dell’aumento (più del 300%) del costo della casa negli ultimi dieci anni. Gli investitori privati hanno progressivamente perso interesse per la residencia social e la Pubblica Amministrazione si è trovata a dover gestire da sola una domanda sempre più alta e differenziata. Con il coordinamento del Patronado Municipal de la Vivienda la struttura pubblica è però riuscita in poco tempo a riorganizzare l’offerta di case a basso costo integrando e vincolando la loro costruzione ai processi di trasformazione urbana in atto e in corso di programmazione. Nel 2007 si approva il Pacto Nacional por la Vivienda con l’obiettivo di realizzare 160.000 nuovi alloggi di iniziativa pubblica entro il 2016; si istituiscono le Areas Residenciales Estrategicas, in cui la quantità minima di residenze sociali viene portata al 50%, e si individuano forme di attuazione differenziate in base alle caratteristiche e alle necessità del contesto, dalla nuova costruzione al recupero edilizio, dalla rigenerazione urbana alla riqualificazione urbanistica (Piè and Barba, 2006). the management and implementation modalities of urban transformation and to restore the central importance of social housing as a crucial element in the qualification of urban space. From design of public space to the project of housing The social housing in Barcelona today is about just over the 30% of the constructed residential buildings; a low value if considering that the Ley de Urbanismo in Catalonia prescribes a 40% for cities with more than 10.000 inhabitants, but understandable if considering the increase (more than 300%) in the coast of houses in the last ten years. The private investors have gradually lost interest in the residencia social and the Public Administration had to manage an increasing and differentiated demand on its own. Under the coordination of the Patro- nado Municipal de la Vivienda the public structure has been able in a short period of time to reorganise the supply of low cost houses by integrating and binding their construction to the actual and planned urban transformation processes. In 2007 the Pacto Nacional por la Vivienda is approved with the aim of realizing 160.000 new public houses by 2016; there is the establishment of the Areas Residenciales Estrategicas, where the minimum amount of social houses is increased to 50%, and there is also the creation of differentiated forms of implementations according to the environmental specifications and requirements, from new construction to building upgrading, from urban renewal to territorial regeneration (Piè and Barba, 2006). The urgency of codifying new energy and environmental sustainability qua- TECHNE 04 2012 01 | Vivienda Social a Porta Cambò (foto di Vincenzo P. Bagnato). Vivienda Social at Porta Cambò (photo by Vincenzo P. Bagnato). L’urgenza di codificare nuovi standard qualitativi e di sostenibilità energetico-ambientale spinge anche la disciplina architettonica catalana a riportare all’interno della propria investigazione progettuale il tema dell’abitare, ma con un approccio diverso rispetto al passato, connotato adesso da un atteggiamento critico nei confronti dei nuovi paradigmi dell’housing affermatisi in ambito internazionale e dalla ricerca di un nuovo rapporto tra casa e spazio pubblico, che si concretizza e si traduce in almeno tre diverse declinazioni interpretative: l’abitare come creazione, come interpretazione e come integrazione nello spazio pubblico. La residenza sociale come creazione dello spazio pubblico La prima declinazione interpretativa riguarda gli interventi in quelle parti di città in cui lo spazio pubblico è quasi del tutto inesistente: il progetto della residenza sociale è chiamato non solo a dare risposta alle necessità abitative, ma anche e soprattutto a risolvere un problema di creazione di qualità urbana. I progetti sorgono in prevalenza nei quartieri storici del Barrio Gotico, Santa Caterina, Ribera e Raval e si inseriscono nel quadro dei PERI (Plans Especials de Reforma Interior), inaugurati già dalla prima metà degli anni ’80 con l’obiettivo di migliorare le condizioni abitative delle aree degradate attraverso la dotazione di nuovi servizi e spazi pubblici. Sotto il profilo architettonico, gli interventi tendono ad assecondare la logica del diradamento contenuta nei programmi urbanistici e a diminuire la densità edilizia per aumentare lo spazio libero all’interno dei lotti edificabili; l’aspetto più rilevante è la ricerca di un rapporto con il contesto di natura ‘dialogico-critica’ che da un lato predilige l’irregolarità delle volumetrie e la varietà delle dispolity standards leads even the Catalan architectural discipline to take back into its design investigation the topic of housing, but with a different approach, more critical of the new international paradigms and characterised by the research of a new relationship between house and public space, that translates into al least three different interpretative directions: housing as a creation, interpretation and integration in public space. The social housing as a creation of public space The first interpretative direction is related to the interventions in those parts of the city in which the public space is almost practically non-existent: the project of social housing is expected not only to give an answer to the residential requirements but also and especially to solve the problem of sizioni e delle visuali rispetto all’ordine degli allineamenti urbani, dall’altro recupera in chiave contemporanea gli elementi della tradizione costruttiva mediterranea catalana (Busquets, 2004). Esempi particolarmente significativi sono gli edifici di vivienda social di Josep Llinas in C. del Carme (1992-1995) e di Lluis Bravo in Porta Cambò (2000-2004), rispettivamente nei quartieri storici del Raval e di Santa Caterina. Il primo progetto ‘crea’ lo spazio pubblico scomponendo, frammentando e articolando il volume edificabile per aumentare l’area pedonale alla quota stradale e recuperare spazio aperto per i residenti ai piani superiori; gli accessi ai vani commerciali, agli uffici e ai parcheggi previsti dal programma urbanistico vengono distribuiti in maniera uniforme lungo il perimetro dell’edificato in modo da migliorarne l’integrazione funzionale e sociale con il tessuto urbano. Il secondo intervento interpreta il tema della qualità abitativa legandola al carattere dinamico e socialmente vitale della dimensione pubblica del quartiere: la vivibilità dello spazio privato, in termini di comfort fisico e psicologico, dipende da quella dello spazio pubblico esterno. Il progetto sacrifica parte della volumetria e della superficie a pianterreno destinata ai locali commerciali per ricavare piazze, slarghi, passaggi e collegamenti tra i vicoli esistenti e per ottimizzare le condizioni di illuminazione, ventilazione naturale e di privacy per gli alloggi (Fig. 1). creating urban quality. The projects are mainly located in the historical quarters of Barrio Gotico, Santa Caterina, Ribera and Raval, and they form part of the PERI (Plans Especials de Reforma Interior), already inaugurated since the mid-1980s, with the aim of improving the housing conditions in deprived urban areas with new equipment and public spaces. In architectural terms, the interventions tend to support the logic of thinning out contained in the planning programs and to reduce the building density increasing free space in the buildable areas; the most important aspect is the search for a relationship with the environment based on a critical dialogue that on one hand prefers the volumetrical irregularities and the variety of the dispositions and of the views, on the other hand puts a contemporary spin on the constructive 01 | 99 V. P. Bagnato TECHNE 04 2012 La residenza sociale come interpretazione dello spazio pubblico La seconda declinazione interpretativa si riferisce ai progetti che sorgono in quelle aree urbane all’esterno dei centri antichi, come le espansioni ottocentesche o di prima periferia urbana, dotate di una certa struttura di spazio pubblico che però si trova a un livello potenziale. Il tema dell’abitare è affrontato interpretando criticamente l’idea di spazio pubblico contenuta nel disegno urbanistico del Plan Cerdà, che nelle sue configurazioni iniziali prevedeva diverse forme di ‘isolato aperto’ ma che nel corso del tempo sono scomparse per effetto di una progressiva densificazione (De Sola Morales, 2000). Gli interventi di questa categoria vengono attuati prevalentemente nell’ambito del 22@BCN, uno strumento-programma che, in variante rispetto al PGM, stabilisce i criteri per la trasformazione dell’ex quartiere industriale del Poble Nou con la sostituzione dei vecchi insediamenti industriali a favore di nuove residenze pubbliche integrate ad attività legate ai settori della tecnologia, della ricerca e della cultura. Tra gli interventi più rilevanti rientrano i recenti progetti di housing sociale di Jaume Coll e Judith Leclerc, entrambi del 2006, il primo in C. Londres, il secondo nell’area del Forum 2004 in cui il ruolo sociale della vivienda non è orientato alla creazione di una dimensione pubblica inesistente ma all’interpretazione di uno spazio pubblico intrinsecamente contenuto nella concezione urbanistica della maglia urbana. Il primo progetto, rifacendosi alle sperimentazioni di Antoni Bonet nell’edificio «Mediterraneo» del 1960, sovverte lo schema tradizionalmente consolidato nell’isolato Cerdà dividendo la elements of the Catalan Mediterranean tradition (Busquets, 2004). Particularly significant examples are the vivienda social buildings by Josep Llinas in C. del Carme (1992-1995) and by Lluis Bravo in Porta Cambò (2000-2004), in the historical quarters of Raval and Santa Caterina. The first project ‘create’ the public space decomposing, fragmenting and articulating the building volume to increase pedestrian areas at the street level and to get more open space for the locals at the first floor; the accesses to the commercial, office and parking spaces provided by the program are distributed evenly across the building so to improve the functional and social integration with the urban tessitura. The second intervention interprets the topic of the housing quality linking it to the dynamic and socially vital character of the public dimension in the 100 quarter: the quality of life in private space, in terms of physical and psychological comfort, depends on that in public outer-space. The project sacrifices part of the volumetry and of the commercial space at the ground floor to turn it into squares, widening, passages and connections between the existing backstreets and optimizing light, natural ventilation and privacy conditions in the houses (Fig. 1). The social housing as an interpretation of public space The second interpretative direction is referred to projects located in urban areas outside the historical centres, such as the ninth century expansions or the first urban peripheries, that have some structure of public space but however at a potential level. The housing topic is considered with a critical interpretation of the idea of V. P. Bagnato profondità edificabile in due corpi più stretti separati e sfalsati l’uno rispetto all’altro: tale operazione produce lo svuotamento del volume d’angolo e la creazione di un percorso pedonale interno di connessione tra lo spazio pubblico della strada e quello semipubblico della corte interna. Il secondo progetto valorizza lo spazio aperto dell’isolato contrapponendovi il suo carattere massivo e compatto: l’edificio si divide in due fasce longitudinali contenenti alloggi liberamente configurabili a partire da un modulo base, separate da un blocco centrale di servizi; le logge e i balconi anziché essere ottenuti per sottrazione o scavo nel volume costruito si configurano al contrario come aggiunte e sovrapposizioni che estendono lo spazio domestico integrandolo a quello pubblico esterno (Fig. 2). 02 | Vivienda Social Forum II (foto di Jordi Surroca). Vivienda Social Forum II (photo by Jordi Surroca). public space contained in the urban project of the Plan Cerdà, that in its original configurations had different forms of ‘open block’, disappeared over time because of a gradual process of densification (De Sola Morales, 2000). The interventions of this category are implemented mostly under the 22@ BCN, an program-instrument that, in variation to the PGM, establishes the criteria for transforming the ex-industrial quarter of Poble Nou, replacing the old industrial built-up areas with new public residential buildings integrated with technology, research and culture activities. Among the most important interventions there are two social housing building by Jaume Coll and Judith Leclerc, both built in 2006, the first in C. Londres and the second in the Forum 2004 area: here the social role of the vivienda is not oriented to the creation of a non-existent public dimension, but to the interpretation of a public space inherently contained in the conception of the urban structure. The first project, adopting the experimentations of Antoni Bonet in the Mediterraneo Building of 1960, breaks the traditional frame of the Cerdà block dividing the building width in two narrower parts, separated and staggered one to each other: this operation produces the emptying out of the angular volume and the creation of an internal pedestrian passage connecting the public space of the street to that semi-public of the courtyard. The second project valorises the open space of the block opposing to it its massive and compact character: the building is divided in two longitudinal parts, each containing houses that can be freely configured from a basic module, separated by a central service TECHNE 04 2012 03 | Vivienda Social a la Ronda de Dalt (foto di Conxita Ballcels). Vivienda Social at la Ronda de Dalt (photo by Conxita Ballcels). Elementi di nuova mediterraneità nell’abitare contemporaneo In questa categoria rientrano quegli edifici che sorgono nelle aree urbane, marginali o periferiche, caratterizzate dalla presenza di elementi rilevanti dal punto di vista paesaggistico-ambientale e che di per sé già contengono le caratteristiche di uno spazio pubblico di qualità. A Barcellona le aree al margine della maglia consolidata hanno condizioni morfologiche complesse, sono segnate dal passaggio di infrastrutture viarie di grande comunicazione e da grandi parchi realizzati in maniera lungimirante già a partire dagli anni ’80 e ’90, all’interno di un paesaggio che da un lato è ‘disegnato’ dalle montagne di Collserola e dall’altro domina il territorio della città fino alla linea di costa. All’idea di spazio pubblico si affianca in questo caso quella del paesaggio, rispetto al quale l’architettura delle residenze sociali si pone in termini di ‘integrazione’ (Bagnato, 2011). Una delle prime realizzazioni riconducibili a questa categoria è l’edificio bioclimatico per residenze sociali sulla Ronda de Dalt di Conxita Ballcels e Manuel Brullet (1998-1999), che risponde al tema dell’integrazione nello spazio pubblico con l’acquisizione della topografia e delle condizioni climatiche come materiali del progetto: le facciate Nord, Est e Ovest sono massive per dotare l’edificio di inerzia termica e isolarle dalla strada a grande percorrenza, mentre il fronte Sud si apre al paesaggio e al parco antistante con un sistema di logge schermate da pannelli frangisole liberamente configurabili (Fig. 3). Un’esperienza più recente è l’edificio di abitazioni sociali per anziani di Sergi Serrat, Gines Egea e Cristina Garcia (2005-2009), che sorge ai margini del Parco Urbano del Guinardò: il progetto articola i volumi residenziali lungo il confine nord in due corpi a block; lodges and balconies instead of being obtained for subtraction they become additional and juxtaposed elements that extend the domestic space into the public exterior (Fig. 2). The social housing as an integration in the public space This category includes buildings located in marginal or peripheral urban areas characterized by the presence of elements important under a landscape-environmental point of view, already containing aspects of a valuable public space. In Barcelona the marginal areas have complex morphological conditions: they are marked by the passing of road infrastructures and by the presence of big parks made forward looking since the 1980s and the 1990s, in a landscape that on one side is ‘designed’ by the Collserola mountains and on the other overlooks 101 the city area down to the coast line. The idea of public space is aligned in this case with the concept of landscape, where architecture of social houses is considered in terms on ‘integration’ (Bagnato, 2011). One of the first achievement related to this category is the bioclimatic building for social housing in Ronda de Dalt by Conxita Ballcels and Manuel Brullet (1998-1999), that responds to the problem of integration in public space taking topography and climatic conditions as materials for the project: the North, East and West fronts are massive to give the building thermal inertia and separation from the motorway, while the South front is open to the landscape and to the park with a lodge system screened by solar control louvers with free configurations (Fig. 3). A more recent experience is the buil- V. P. Bagnato ding of social housing for old people by Sergi Serrat, Gines Egea and Cristina Garcia (2005-2009), located on the border of the Guinardò Urban Park: the project have the residential volumes making a ‘L’ on the northern borders of the parcel, opening up to the landscape and freeing the central space at the ground floor for services, according to the principle of a public square; the roof of the service volume integrates the building to the external public space calibrating the change of scale and the passing from the domestic to the landscape dimension. New Mediterranean elements in contemporary housing The experiences of urban transformation in Barcelona in the last decade show in general a high level of quality in housing and public space measurable through at least three standards. First of all, an innovation in cultural terms, in which the architectural design follows the natural changes of the society: to the reduction of the traditional families number and to the increase of old people and young couples it corresponds a lower standard in the use of space and a change from places conceived only for an individual/personal dimension to places intended according to a social dimension (Ferrer, 2006). Secondly, a new sensibility for a dialogue with the existing city, that leads to prefer actions of upgrading, extension and renewal instead of those of new construction: architecture endorses the urban structure’s rates and spacial roles and resolves the dichotomy between public space and private space creating ‘interstitial’ dimensions in between able to give meaning again to places in a complex unitarian system TECHNE 04 2012 ‘L’ che si aprono verso il paesaggio liberando lo spazio centrale al piano terra per i servizi, secondo il principio della piazza pubblica; la terrazza del volume dei servizi integra l’edificio allo spazio pubblico esterno calibrando il passaggio e il salto di scala dalla dimensione domestica a quella del paesaggio. NOTE Le prime realizzazioni, di iniziativa interamente pubblica, riguardano la progettazione di piazze e parchi di dimensioni relativamente contenute in aree residuali degradate, mentre gli interventi successivi, in cui iniziano ad essere coinvolti anche gli investitori privati, interessano settori molto più ampi della città in aree di prima periferia urbana che vengono trasformate, a partire dalla seconda metà degli anni ‘80, in Areas de Nueva Centralidad Urbana, ognuna delle quali gestita da un Plan Especial in variante al PGM. 2 Il programma dei Giochi Olimpici prevede l’istituzione di quattro nuove aree di centralità (Villa Olimpica, Montjuic, Diagonal e Vall d’Hebron) collegate tra loro da un sistema integrato di viabilità urbana a vari livelli, dalla via pedonale all’autostrada urbana. 3 Il Forum Internacional de las Culturas 2004, patrocinato dall’UNESCO nel 1997, è promosso dall’Ayuntamiento de Barcelona, dalla Generalitat de Catalunya e dal Governo Spagnolo. Nel quadro del III Piano Strategico Economico e Sociale di Barcellona (successivo ai due approvati rispettivamente nel 1990 e nel 1994), il programma di riqualificazione urbana ad esso collegato prevede la realizzazione di una nuova area di centralità urbana alla periferia nord-est della città, nell’intersezione tra la linea di costa, il fiume Besòs e l’Avenida Diagonal. 1 REFERENCES AA.VV. (2011), 22@ Barcelona, 10 years of urban renewal, Ayuntamiento de Barcelona, Barcelona. Acebillo, J. (2004), “Una nueva geografía urbana”, Arquitectura Viva, n. 9495, pp. 44-53. Bagnato, V. P. (2011), “Barcellona moderna e contemporanea: trasformazioni urbane dall’Expo 1929 al Forum 2004”, in Cundari, C. and Gigli, F. (Eds.), Paesaggi di città e territorio. Contributi di studio sulla documentazione e sulla trasformazione del paesaggio costruito, Aracne Editrice, Roma, pp. 28-43. Bohigas, O. (1985), Reconstrucciò de Barcelona, Edicions 62, Barcelona. Busquets, J. 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Nevertheless, the study of the experiences of constructed architecture that consciously look at the issue of the relationship with the environment, allow us to find some valid interpretations about the meaning of this term: amongst these, 102 at least three contain and resume the characters of the social housing in the last years in Barcelona. The first is related to how the territory, with its constructive and cultural traditions and with the environmental and technological resources that has at its disposal, acquires and reinvents the new and more and more predominant housing paradigms; the second concerns the capacity of architecture to codify a principle of housing quality and sustainability that doesn’t absorb with a passive and uncritical stance the concept of «hybridism», «density», «standardization» and «flexibility», but rather than do that, could embrace values more linked to its context; the third and last is referred to the modalities used by the housing design, in its typological, constructive and technological permutations, to increase public space ‘designing’ its physical and V. P. Bagnato social environment, always innovating from the valorisation of its public dimension. NOTES The first realizations, on completely public initiative, concern the project of relatively small squares and gardens in problem urban areas, while the successive interventions, with the participations of private investors, relate to bigger sectors in peripheral urban areas, transformed, since the second half of the 1980s, in Areas de Nueva Centralidad Urbana, each with a Plan Especial in variation to the PGM. 2 The program of the Olympic Games plans the institution of four areas of new centrality (Villa Olimpica, Montjuic, Diagonal e Val d’Hebron) connected with an integrated urban viability system at various levels, from pedestrian streets to urban highways. 1 3 The Forum Internacional de las Culturas 2004, sponsored by UNESCO in 1997, is promoted by the Ayuntamiento de Barcelona, Generalitat de Catalunya and the Spanish Government. Within the framework of the III Economic and Social Strategic Plan of Barcelona (following the two approved in 1990 and in 1994), the program of urban upgrading that goes with it is to create a new area of urban centrality at the North-East periphery of the city, in the intersection between the coast line, the Besòs river and the Avenida Diagonal. TECHNE 04 2012