Elementi di nuova mediterraneità nell`abitare

Elementi di nuova mediterraneità nell’abitare
contemporaneo. Il caso di Barcellona
Vincenzo Paolo Bagnato, Dipartimento di Scienze dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura, Politecnico di Bari
Abstract. A fronte dell’aumento e della differenziazione della domanda di abitazioni a basso costo e della tendenza all’affermarsi di nuovi paradigmi nel progetto dell’abitare contemporaneo, l’investigazione architettonica contemporanea
ha riportato all’interno del proprio territorio disciplinare il tema dell’abitare quale
questione centrale nella ricerca e nella sperimentazione progettuale. La città di
Barcellona ha codificato negli ultimi anni innovative modalità di gestione pubblica della residenza sociale offrendo interessanti spunti di riflessione sull’idea di
qualità abitativa e di mediterraneità, sia in termini urbanistici che architettonici e
costruttivi. Il testo propone una chiave di lettura sulle recenti esperienze di social
housing a Barcellona illustrando le diverse forme attraverso cui l’architettura
interpreta il rapporto tra abitare e spazio pubblico, tra innovazione e tradizione
costruttiva.
Parole chiave: Social Housing, Architettura mediterranea, Barcellona, Spazio
pubblico, Riqualificazione urbana
Il rapporto tra casa e spazio
pubblico costituisce tema centrale per l’urbanistica e l’architettura barcellonese sin dall’inizio dell’era democratica. Dopo
la morte di Franco nel 1975 la
nuova Costituzione e la riforma delle autonomie locali danno
per la prima volta alle amministrazioni pubbliche regionali e comunali la possibilità di gestire i processi di riqualificazione urbana e di risolvere il problema della mancanza di spazi pubblici
trascurati negli anni della grande espansione.
Il nuovo Plan General Metropolitano, approvato nel 1976, si rivela uno strumento urbanistico innovativo ed efficace nel passaggio da una concezione di tipo prescrittivo ad un approccio
strategico-propositivo: i suoi obiettivi principali, tra cui il recupero dell’esistente, la creazione di spazi per attività collettive, il
potenziamento delle infrastrutture e la ricucitura tra il centro e
Inquadramento generale:
il disegno dello spazio
pubblico nell’era
democratica
New mediterranean
elements in
contemporary housing.
The case of Barcelona
97
102
Abstract: In the face of increasing and
differentiating the low-cost housing demand and the trend of establishing new
paradigms in the contemporary housing
design, the architectural investigation
has replaced into its disciplinary statement the topic of housing as central
question in research and design experimentation.
The city of Barcelona has codified in the
last years innovative modalities of public
management in social housing, offering
interesting points of reflection on the
idea of housing and of Mediterranean
quality in urban, architectural and constructive terms.
The paper proposes a key to the reading on the recent experiences of social
housing in Barcelona illustrating the different forms through which architecture
interprets the relationship between housing and public space, between innovation and constructive tradition.
SAGGIO/ESSAY
[email protected]
la periferia, individuano una serie di aree all’interno della maglia
urbana su cui intervenire in maniera ‘puntuale’ attraverso il potenziamento dello spazio pubblico, a cui viene attribuito il ruolo
di ‘motore’ della rigenerazione urbana (Bohigas, 1985).
Gli architetti catalani per la prima volta si confrontano con il
progetto delle grandi aree urbane e lo fanno rifacendosi alle teorie aldorossiane dell’«architettura della città» che recuperano
il valore della memoria storica, del contesto e della forma urbis
e mutuando nella dimensione pubblica i principi della progettazione dello spazio abitativo ereditati dai maestri della vecchia
generazione1. Gli interventi sugli spazi aperti acquisiscono un
carattere ‘domestico’ e ‘sociale’ in cui, in modo ‘democratico’, gli
elementi architettonici, scultorei, di arredo urbano e del verde,
unitariamente e senza gerarchie concorrono alla riqualificazione
e alla rifunzionalizzazione dei luoghi (Campanella, 2002).
I programmi di rinnovamento introdotti dal PGM culminano
nei progetti per i Giochi Olimpici del 1992 la cui realizzazione
rappresenta per Barcellona il passaggio dalla dimensione urbana
a quella metropolitana e la sublimazione di quella fusione tra
spazio domestico e ambito pubblico prefigurato già dai primi
studi urbanistici2.
La successiva fase di trasformazione urbana, che fa seguito a
un periodo di relativa stasi dovuto alla minore disponibilità di
fondi pubblici, avviene in concomitanza dell’organizzazione del
Forum 20043, un evento culturale che la città di Barcellona utilizza come pretesto per avviare una nuova fase di grandi opere di
riqualificazione ma soprattutto di ‘ricucitura’ in una dimensione
territoriale estesa.
Il Forum 2004 propone un’idea di città radicalmente nuova che
supera il vecchio approccio di matrice «realista» a favore di un
Keywords: Social Housing, Mediterranean architecture, Barcelona, Public
space, Urban upgrading
The general framework: the design of
public space in Democratic Age
The relationship between house and
public space constitutes a central topic
for urban planning and architecture in
Barcelona since the beginning of the
Democratic age. After Franco’s death
in 1975, the new Constitution and the
reform of the local authorities give to
regional and municipal administrations for the first time the possibility to
manage the processes of urban upgrading and to resolve the problem of the
absence of public spaces, omitted in
the period of urban expansion.
The new Plan General Metropolitano,
adopted in 1976, becomes an innovative and effective planning tool, moving
from a prescriptive conception to a
ISSN online: 2239-0243 | © 2011 Firenze University Pres | http://www.fupress.com/techne
strategic-proactive approach: its main
objectives - such as the valorisation of
existing constructions, the creation of
new places for social activities expanding the public facilities and linking
together centre and periphery - find a
number of sites in the urban area where acting ‘for point’ through the upgrading of public space that becomes the
‘driving force’ of the urban renewal
(Bohigas, 1985).
The Catalan architects for the first time
are being faced with the design of big
urban areas and they do it relating to
the theories of Aldo Rossi on the «architecture of the city» that recovers the
value of historical memory, context
and forma urbis and borrowing into
the public dimension the housing design principals from the masters of
the old generation1. Interventions in
the open spaces acquire a ‘domestic’
and ‘social’ character in which, in a
TECHNE 04 2012
«pragmatismo urbano critico» in cui il valore fondante della dimensione pubblica diventa la ‘discontinuità’ legata non più al
binomio strada/isolato ma al rapporto spazio aperto/edificio
torre (Acebillo, 2004).
L’auspicata integrazione del nuovo settore urbano con il resto
della città fatica molto a concretarsi e in termini di equilibrio tra
crescita urbana e sostenibilità ambientale il modello del Forum
denuncia molti limiti a causa della sostanziale rinuncia a quello
stretto rapporto con il contesto e a quella dimensione sociale
dell’abitare che avevano caratterizzato le passate esperienze; ciò
porta la Pubblica Amministrazione a riconsiderare le modalità
di attuazione e gestione delle trasformazioni urbane e a ridare
centralità all’housing sociale come elemento determinante nella
qualificazione dello spazio urbano. In Calabria le politiche di
programmazione degli interventi di edilizia residenziale sociale
sono promosse e governate sostanzialmente da due strumenti
legislativi principali:
– la L.R. n° 36 del 16.10.2008 – «Norme di indirizzo per programmi di edilizia sociale» 101.
– la L.R. n° 41 del 04.11.2011 – «Norme per l’abitare sostenibile».
Si tratta di norme quadro che si propongono d’intervenire nel
settore per facilitare la possibilità di accesso all’abitazione; per
sostenere economicamente il comparto strategico delle costruzioni; per elevare la qualità urbana ed edilizia; per ridurre
il consumo di energia e la diffusione della progettazione ecosostenibile. L’azione sociale punta ad intervenire negli aspetti
legati alla residenzialità, con attenzione ai soggetti deboli. L’azione ambientale pone attenzione alla riqualificazione delle aree
degradate, dei quartieri monofunzionali e del patrimonio di
edilizia residenziale pubblica, puntando decisamente ad elevare
‘democratic’ way, the architectural
and sculptural elements with those of
urban and landscape design, jointly
and without hierarchies, participate to
upgrade and valorise the places (Campanella, 2002).
The renewal programs introduced
by the PGM reach their climax in the
projects for the Olympic Games in
1992 whose realization represents for
Barcelona the move from an urban to
a metropolitan dimension and the sublimation of that fusion between home
space and public sphere already prefigured in the first urban plans2.
The next step in urban transformation,
that follows a period of stasis due to
a lower availability of founding, comes
within the context of the organization
of the Forum 20043, a cultural event
that the city of Barcelona uses as a
pretext for setting up a new phase of
large projects of upgrading and, more
98
importantly, of ‘stringing’ in
an extended territorial dimension.
The Forum 2004 proposes an idea of
city radically new that no longer has a
«realistic» approach but goes towards a
«critical urban pragmatism» in which
the founding value of public dimension is the ‘discontinuity’ linked no
more to the relationship between street and block but to that of open space/
tower building (Acebillo, 2004).
The desired integration of the new
urban sector with the rest of the city
almost couldn’t take place and in
terms of balance between urban development and environmental sustainability the model of Forum 2004 has
many limitations because
of the absence of that close connection
with context and of that social dimension in housing that have distinguished
the past experiences; this takes the Public Administration to look again at
V. P. Bagnato
la qualità urbana, edilizia ed architettonica degli insediamenti
residenziali, nuovi ed esistenti.
L’obiettivo economico si evidenzia nella previsione degli investimenti orientati per aumentare la disponibilità di alloggi ed il
miglioramento delle dotazioni infrastrutturali.
Dal disegno dello spazio
pubblico al progetto
dell’abitare
L’housing sociale a Barcellona riguarda oggi poco più del
30% delle residenze costruite;
un valore basso se si considera
che la Ley de Urbanismo in Catalogna fissa un 40% per le città
con più di 10.000 abitanti, ma comprensibile se si tiene conto
dell’aumento (più del 300%) del costo della casa negli ultimi
dieci anni.
Gli investitori privati hanno progressivamente perso interesse per la residencia social e la Pubblica Amministrazione si è
trovata a dover gestire da sola una domanda sempre più alta e
differenziata. Con il coordinamento del Patronado Municipal de
la Vivienda la struttura pubblica è però riuscita in poco tempo
a riorganizzare l’offerta di case a basso costo integrando e vincolando la loro costruzione ai processi di trasformazione urbana
in atto e in corso di programmazione.
Nel 2007 si approva il Pacto Nacional por la Vivienda con l’obiettivo di realizzare 160.000 nuovi alloggi di iniziativa pubblica
entro il 2016; si istituiscono le Areas Residenciales Estrategicas,
in cui la quantità minima di residenze sociali viene portata al
50%, e si individuano forme di attuazione differenziate in base
alle caratteristiche e alle necessità del contesto, dalla nuova costruzione al recupero edilizio, dalla rigenerazione urbana alla
riqualificazione urbanistica (Piè and Barba, 2006).
the management and implementation
modalities of urban transformation
and to restore the central importance
of social housing as a crucial element
in the qualification of urban space.
From design of public space to the
project of housing
The social housing in Barcelona today
is about just over the 30% of the constructed residential buildings; a low
value if considering that the Ley de Urbanismo in Catalonia prescribes a 40%
for cities with more than 10.000 inhabitants, but understandable if considering the increase (more than 300%) in
the coast of houses in the last ten years.
The private investors have gradually
lost interest in the residencia social and
the Public Administration had to manage an increasing and differentiated
demand on its own.
Under the coordination of the Patro-
nado Municipal de la Vivienda the public structure has been able in a short
period of time to reorganise the supply of low cost houses by integrating
and binding their construction to the
actual and planned urban transformation processes.
In 2007 the Pacto Nacional por la Vivienda is approved with the aim of realizing 160.000 new public houses by
2016; there is the establishment of the
Areas Residenciales Estrategicas, where
the minimum amount of social houses
is increased to 50%, and there is also
the creation of differentiated forms
of implementations according to the
environmental specifications and requirements, from new construction to
building upgrading, from urban renewal to territorial regeneration (Piè and
Barba, 2006).
The urgency of codifying new energy
and environmental sustainability qua-
TECHNE 04 2012
01 | Vivienda Social a
Porta Cambò (foto di
Vincenzo P. Bagnato).
Vivienda Social at Porta
Cambò (photo by
Vincenzo P. Bagnato).
L’urgenza di codificare nuovi standard qualitativi e di sostenibilità energetico-ambientale spinge anche la disciplina architettonica catalana a riportare all’interno della propria investigazione
progettuale il tema dell’abitare, ma con un approccio diverso
rispetto al passato, connotato adesso da un atteggiamento critico nei confronti dei nuovi paradigmi dell’housing affermatisi in
ambito internazionale e dalla ricerca di un nuovo rapporto tra
casa e spazio pubblico, che si concretizza e si traduce in almeno
tre diverse declinazioni interpretative: l’abitare come creazione,
come interpretazione e come integrazione nello spazio pubblico.
La residenza sociale come
creazione dello spazio
pubblico
La prima declinazione interpretativa riguarda gli interventi
in quelle parti di città in cui lo
spazio pubblico è quasi del tutto inesistente: il progetto della residenza sociale è chiamato non
solo a dare risposta alle necessità abitative, ma anche e soprattutto a risolvere un problema di creazione di qualità urbana.
I progetti sorgono in prevalenza nei quartieri storici del Barrio
Gotico, Santa Caterina, Ribera e Raval e si inseriscono nel quadro dei PERI (Plans Especials de Reforma Interior), inaugurati già
dalla prima metà degli anni ’80 con l’obiettivo di migliorare le
condizioni abitative delle aree degradate attraverso la dotazione
di nuovi servizi e spazi pubblici.
Sotto il profilo architettonico, gli interventi tendono ad assecondare la logica del diradamento contenuta nei programmi urbanistici e a diminuire la densità edilizia per aumentare lo spazio libero
all’interno dei lotti edificabili; l’aspetto più rilevante è la ricerca di
un rapporto con il contesto di natura ‘dialogico-critica’ che da un
lato predilige l’irregolarità delle volumetrie e la varietà delle dispolity standards leads even the Catalan
architectural discipline to take back
into its design investigation the topic
of housing, but with a different approach, more critical of the new international paradigms and characterised
by the research of a new relationship
between house and public space, that
translates into al least three different
interpretative directions: housing as a
creation, interpretation and integration in public space.
The social housing as a creation of
public space
The first interpretative direction is
related to the interventions in those
parts of the city in which the public
space is almost practically non-existent: the project of social housing is
expected not only to give an answer to
the residential requirements but also
and especially to solve the problem of
sizioni e delle visuali rispetto all’ordine degli allineamenti urbani,
dall’altro recupera in chiave contemporanea gli elementi della tradizione costruttiva mediterranea catalana (Busquets, 2004).
Esempi particolarmente significativi sono gli edifici di vivienda
social di Josep Llinas in C. del Carme (1992-1995) e di Lluis Bravo in Porta Cambò (2000-2004), rispettivamente nei quartieri
storici del Raval e di Santa Caterina. Il primo progetto ‘crea’ lo
spazio pubblico scomponendo, frammentando e articolando il
volume edificabile per aumentare l’area pedonale alla quota stradale e recuperare spazio aperto per i residenti ai piani superiori;
gli accessi ai vani commerciali, agli uffici e ai parcheggi previsti
dal programma urbanistico vengono distribuiti in maniera uniforme lungo il perimetro dell’edificato in modo da migliorarne
l’integrazione funzionale e sociale con il tessuto urbano.
Il secondo intervento interpreta il tema della qualità abitativa legandola al carattere dinamico e socialmente vitale della dimensione pubblica del quartiere: la vivibilità dello spazio privato, in
termini di comfort fisico e psicologico, dipende da quella dello
spazio pubblico esterno. Il progetto sacrifica parte della volumetria e della superficie a pianterreno destinata ai locali commerciali per ricavare piazze, slarghi, passaggi e collegamenti tra
i vicoli esistenti e per ottimizzare le condizioni di illuminazione,
ventilazione naturale e di privacy per gli alloggi (Fig. 1).
creating urban quality.
The projects are mainly located in
the historical quarters of Barrio Gotico, Santa Caterina, Ribera and Raval,
and they form part of the PERI (Plans
Especials de Reforma Interior), already
inaugurated since the mid-1980s, with
the aim of improving the housing conditions in deprived urban areas with
new equipment and public spaces.
In architectural terms, the interventions tend to support the logic of thinning out contained in the planning
programs and to reduce the building
density increasing free space in the
buildable areas; the most important
aspect is the search for a relationship
with the environment based on a critical dialogue that on one hand prefers
the volumetrical irregularities and the
variety of the dispositions and of the
views, on the other hand puts a contemporary spin on the constructive
01 | 99
V. P. Bagnato
TECHNE 04 2012
La residenza sociale come
interpretazione dello spazio
pubblico
La seconda declinazione interpretativa si riferisce ai progetti
che sorgono in quelle aree urbane all’esterno dei centri antichi,
come le espansioni ottocentesche o di prima periferia urbana,
dotate di una certa struttura di spazio pubblico che però si trova
a un livello potenziale.
Il tema dell’abitare è affrontato interpretando criticamente l’idea
di spazio pubblico contenuta nel disegno urbanistico del Plan
Cerdà, che nelle sue configurazioni iniziali prevedeva diverse
forme di ‘isolato aperto’ ma che nel corso del tempo sono scomparse per effetto di una progressiva densificazione (De Sola Morales, 2000).
Gli interventi di questa categoria vengono attuati prevalentemente nell’ambito del 22@BCN, uno strumento-programma che, in
variante rispetto al PGM, stabilisce i criteri per la trasformazione
dell’ex quartiere industriale del Poble Nou con la sostituzione dei
vecchi insediamenti industriali a favore di nuove residenze pubbliche integrate ad attività legate ai settori della tecnologia, della
ricerca e della cultura.
Tra gli interventi più rilevanti rientrano i recenti progetti di housing sociale di Jaume Coll e Judith Leclerc, entrambi del 2006,
il primo in C. Londres, il secondo nell’area del Forum 2004 in
cui il ruolo sociale della vivienda non è orientato alla creazione
di una dimensione pubblica inesistente ma all’interpretazione di
uno spazio pubblico intrinsecamente contenuto nella concezione urbanistica della maglia urbana.
Il primo progetto, rifacendosi alle sperimentazioni di Antoni
Bonet nell’edificio «Mediterraneo» del 1960, sovverte lo schema
tradizionalmente consolidato nell’isolato Cerdà dividendo la
elements of the Catalan Mediterranean
tradition (Busquets, 2004).
Particularly significant examples are
the vivienda social buildings by Josep
Llinas in C. del Carme (1992-1995)
and by Lluis Bravo in Porta Cambò
(2000-2004), in the historical quarters of Raval and Santa Caterina. The
first project ‘create’ the public space
decomposing, fragmenting and articulating the building volume to increase
pedestrian areas at the street level and
to get more open space for the locals
at the first floor; the accesses to the
commercial, office and parking spaces
provided by the program are distributed evenly across the building so to
improve the functional and social integration with the urban tessitura.
The second intervention interprets the
topic of the housing quality linking it
to the dynamic and socially vital character of the public dimension in the
100
quarter: the quality of life in private
space, in terms of physical and psychological comfort, depends on that
in public outer-space. The project sacrifices part of the volumetry and of
the commercial space at the ground
floor to turn it into squares, widening,
passages and connections between the
existing backstreets and optimizing
light, natural ventilation and privacy
conditions in the houses (Fig. 1).
The social housing as an interpretation of public space
The second interpretative direction is
referred to projects located in urban
areas outside the historical centres,
such as the ninth century expansions
or the first urban peripheries, that have
some structure of public space but however at a potential level.
The housing topic is considered with
a critical interpretation of the idea of
V. P. Bagnato
profondità edificabile in due corpi più stretti separati e sfalsati
l’uno rispetto all’altro: tale operazione produce lo svuotamento
del volume d’angolo e la creazione di un percorso pedonale interno di connessione tra lo spazio pubblico della strada e quello
semipubblico della corte interna.
Il secondo progetto valorizza lo spazio aperto dell’isolato contrapponendovi il suo carattere massivo e compatto: l’edificio si
divide in due fasce longitudinali contenenti alloggi liberamente
configurabili a partire da un modulo base, separate da un blocco
centrale di servizi; le logge e i balconi anziché essere ottenuti per
sottrazione o scavo nel volume costruito si configurano al contrario come aggiunte e sovrapposizioni che estendono lo spazio
domestico integrandolo a quello pubblico esterno (Fig. 2).
02 | Vivienda Social Forum II
(foto di Jordi Surroca).
Vivienda Social Forum II
(photo by Jordi Surroca).
public space contained in the urban
project of the Plan Cerdà, that in its
original configurations had different
forms of ‘open block’, disappeared over
time because of a gradual process of
densification (De Sola Morales, 2000).
The interventions of this category are
implemented mostly under the 22@
BCN, an program-instrument that, in
variation to the PGM, establishes the
criteria for transforming the ex-industrial quarter of Poble Nou, replacing
the old industrial built-up areas with
new public residential buildings integrated with technology, research and
culture activities.
Among the most important interventions there are two social housing building by Jaume Coll and Judith Leclerc,
both built in 2006, the first in C. Londres and the second in the Forum 2004
area: here the social role of the vivienda is not oriented to the creation of a
non-existent public dimension, but
to the interpretation of a public space
inherently contained in the conception
of the urban structure.
The first project, adopting the experimentations of Antoni Bonet in the
Mediterraneo Building of 1960, breaks the traditional frame of the Cerdà
block dividing the building width in
two narrower parts, separated and
staggered one to each other: this operation produces the emptying out of
the angular volume and the creation
of an internal pedestrian passage connecting the public space of the street to
that semi-public of the courtyard.
The second project valorises the open
space of the block opposing to it its
massive and compact character: the
building is divided in two longitudinal parts, each containing houses that
can be freely configured from a basic
module, separated by a central service
TECHNE 04 2012
03 | Vivienda Social a la Ronda
de Dalt (foto di Conxita
Ballcels).
Vivienda Social at la Ronda
de Dalt (photo by Conxita
Ballcels).
Elementi di nuova
mediterraneità nell’abitare
contemporaneo
In questa categoria rientrano
quegli edifici che sorgono nelle
aree urbane, marginali o periferiche, caratterizzate dalla presenza di elementi rilevanti dal punto di vista paesaggistico-ambientale e che di per sé già contengono le caratteristiche di uno
spazio pubblico di qualità. A Barcellona le aree al margine della
maglia consolidata hanno condizioni morfologiche complesse,
sono segnate dal passaggio di infrastrutture viarie di grande comunicazione e da grandi parchi realizzati in maniera lungimirante già a partire dagli anni ’80 e ’90, all’interno di un paesaggio
che da un lato è ‘disegnato’ dalle montagne di Collserola e dall’altro domina il territorio della città fino alla linea di costa. All’idea
di spazio pubblico si affianca in questo caso quella del paesaggio,
rispetto al quale l’architettura delle residenze sociali si pone in
termini di ‘integrazione’ (Bagnato, 2011).
Una delle prime realizzazioni riconducibili a questa categoria è
l’edificio bioclimatico per residenze sociali sulla Ronda de Dalt
di Conxita Ballcels e Manuel Brullet (1998-1999), che risponde
al tema dell’integrazione nello spazio pubblico con l’acquisizione
della topografia e delle condizioni climatiche come materiali del
progetto: le facciate Nord, Est e Ovest sono massive per dotare
l’edificio di inerzia termica e isolarle dalla strada a grande percorrenza, mentre il fronte Sud si apre al paesaggio e al parco antistante con un sistema di logge schermate da pannelli frangisole
liberamente configurabili (Fig. 3).
Un’esperienza più recente è l’edificio di abitazioni sociali per anziani di Sergi Serrat, Gines Egea e Cristina Garcia (2005-2009),
che sorge ai margini del Parco Urbano del Guinardò: il progetto
articola i volumi residenziali lungo il confine nord in due corpi a
block; lodges and balconies instead of
being obtained for subtraction they
become additional and juxtaposed elements that extend the domestic space
into the public exterior (Fig. 2).
The social housing as an integration
in the public space
This category includes buildings located in marginal or peripheral urban
areas characterized by the presence
of elements important under a landscape-environmental point of view,
already containing aspects of a valuable public space. In Barcelona the
marginal areas have complex morphological conditions: they are marked
by the passing of road infrastructures
and by the presence of big parks made
forward looking since the 1980s and
the 1990s, in a landscape that on one
side is ‘designed’ by the Collserola
mountains and on the other overlooks
101
the city area down to the coast line.
The idea of public space is aligned in
this case with the concept of landscape, where architecture of social houses
is considered in terms on ‘integration’
(Bagnato, 2011).
One of the first achievement related
to this category is the bioclimatic building for social housing in Ronda de
Dalt by Conxita Ballcels and Manuel
Brullet (1998-1999), that responds to
the problem of integration in public
space taking topography and climatic
conditions as materials for the project:
the North, East and West fronts are
massive to give the building thermal
inertia and separation from the motorway, while the South front is open
to the landscape and to the park with
a lodge system screened by solar control louvers with free configurations
(Fig. 3).
A more recent experience is the buil-
V. P. Bagnato
ding of social housing for old people
by Sergi Serrat, Gines Egea and Cristina Garcia (2005-2009), located on
the border of the Guinardò Urban
Park: the project have the residential
volumes making a ‘L’ on the northern
borders of the parcel, opening up to
the landscape and freeing the central
space at the ground floor for services,
according to the principle of a public
square; the roof of the service volume
integrates the building to the external
public space calibrating the change of
scale and the passing from the domestic to the landscape dimension.
New Mediterranean elements in contemporary housing
The experiences of urban transformation in Barcelona in the last decade
show in general a high level of quality
in housing and public space measurable through at least three standards.
First of all, an innovation in cultural
terms, in which the architectural design follows the natural changes of the
society: to the reduction of the traditional families number and to the increase of old people and young couples
it corresponds a lower standard in the
use of space and a change from places
conceived only for an individual/personal dimension to places intended
according to a social dimension (Ferrer, 2006).
Secondly, a new sensibility for a dialogue with the existing city, that leads to
prefer actions of upgrading, extension
and renewal instead of those of new
construction: architecture endorses
the urban structure’s rates and spacial roles and resolves the dichotomy
between public space and private space creating ‘interstitial’ dimensions in
between able to give meaning again to
places in a complex unitarian system
TECHNE 04 2012
‘L’ che si aprono verso il paesaggio liberando lo spazio centrale al
piano terra per i servizi, secondo il principio della piazza pubblica; la terrazza del volume dei servizi integra l’edificio allo spazio
pubblico esterno calibrando il passaggio e il salto di scala dalla
dimensione domestica a quella del paesaggio.
NOTE
Le prime realizzazioni, di iniziativa interamente pubblica, riguardano la
progettazione di piazze e parchi di dimensioni relativamente contenute in
aree residuali degradate, mentre gli interventi successivi, in cui iniziano ad
essere coinvolti anche gli investitori privati, interessano settori molto più
ampi della città in aree di prima periferia urbana che vengono trasformate,
a partire dalla seconda metà degli anni ‘80, in Areas de Nueva Centralidad
Urbana, ognuna delle quali gestita da un Plan Especial in variante al PGM.
2
Il programma dei Giochi Olimpici prevede l’istituzione di quattro nuove
aree di centralità (Villa Olimpica, Montjuic, Diagonal e Vall d’Hebron)
collegate tra loro da un sistema integrato di viabilità urbana a vari livelli,
dalla via pedonale all’autostrada urbana.
3
Il Forum Internacional de las Culturas 2004, patrocinato dall’UNESCO
nel 1997, è promosso dall’Ayuntamiento de Barcelona, dalla Generalitat
de Catalunya e dal Governo Spagnolo. Nel quadro del III Piano Strategico
Economico e Sociale di Barcellona (successivo ai due approvati rispettivamente nel 1990 e nel 1994), il programma di riqualificazione urbana
ad esso collegato prevede la realizzazione di una nuova area di centralità
urbana alla periferia nord-est della città, nell’intersezione tra la linea di
costa, il fiume Besòs e l’Avenida Diagonal.
1
REFERENCES
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Barcelona, Barcelona.
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Piè, R. and Barba, R. (2006), Habitatge public a Barcelona 1991-2005,
Ayuntamiento de Barcelona, Barcelona.
(Martì, 2004).
Thirdly, the acquiring of constructive
simplicity as a value of ‘sustainability’
that is in complete accord on one hand
with the purpose of reducing the costs
and of speeding up the processes; on
the other hand with the acceptance of
the industrialization as a process that,
if controlled by the architect, is not in
danger of being able to create neutral,
impersonal spaces without identity
(Fernandez, Mozas and Arpa, 2009).
The concept of «Mediterranean», widely used, misunderstood and abused
in contemporary debate, is difficult
to define and doesn’t constitutes the
object of this paper. Nevertheless,
the study of the experiences of constructed architecture that consciously
look at the issue of the relationship
with the environment, allow us to find
some valid interpretations about the
meaning of this term: amongst these,
102
at least three contain and resume the
characters of the social housing in the
last years in Barcelona.
The first is related to how the territory, with its constructive and cultural
traditions and with the environmental
and technological resources that has at
its disposal, acquires and reinvents the
new and more and more predominant
housing paradigms; the second concerns the capacity of architecture to
codify a principle of housing quality
and sustainability that doesn’t absorb
with a passive and uncritical stance
the concept of «hybridism», «density»,
«standardization» and «flexibility»,
but rather than do that, could embrace
values more linked to its context; the
third and last is referred to the modalities used by the housing design, in its
typological, constructive and technological permutations, to increase public space ‘designing’ its physical and
V. P. Bagnato
social environment, always innovating
from the valorisation of its public dimension.
NOTES
The first realizations, on completely
public initiative, concern the project
of relatively small squares and gardens
in problem urban areas, while the successive interventions, with the participations of private investors, relate
to bigger sectors in peripheral urban
areas, transformed, since the second
half of the 1980s, in Areas de Nueva
Centralidad Urbana, each with a Plan
Especial in variation to the PGM.
2
The program of the Olympic Games plans the institution of four areas of new centrality (Villa Olimpica,
Montjuic, Diagonal e Val d’Hebron)
connected with an integrated urban
viability system at various levels, from
pedestrian streets to urban highways.
1
3
The Forum Internacional de las Culturas 2004, sponsored by UNESCO
in 1997, is promoted by the Ayuntamiento de Barcelona, Generalitat
de Catalunya and the Spanish Government. Within the framework of
the III Economic and Social Strategic
Plan of Barcelona (following the two
approved in 1990 and in 1994), the
program of urban upgrading that goes
with it is to create a new area of urban
centrality at the North-East periphery
of the city, in the intersection between
the coast line, the Besòs river and the
Avenida Diagonal.
TECHNE 04 2012