anche il soccorritore è sotto stress. cosa fare per la sindrome da

ANCHE IL SOCCORRITORE
È SOTTO STRESS. COSA FARE
PER LA SINDROME DA “DISASTRO”
Gli operatori impegnati in attività di pronto intervento sono sottoposti
a notevoli traumi. Può essere d’aiuto un adeguato sostegno psicologico
Dott. Pierluigi Fortezza - Specialista in Psichiatria e Medicina del Lavoro - Dirigente dell’Area di Medicina del Lavoro
e Formazione Sanitaria, Dipartimento VV.F. del Soccorso Pubblico e della Protezione Civile, Ministero dell’Interno
L’ o p e ratore di soccorso, per la
n a t u rastessa della sua attività la vora t i va, può trovarsi nella situa zione critica di supportare psico logicamente persone in preda a
gravi disagi psico-fisici o para dossalmente deve affrontare si tuazioni che possono mettere a
repentaglio la propria integrità psi chica.
Si impone, quindi, oggi più che
in passato, una formazione mira ta alla preparazione di una figura
professionale nuova, mu l t i d i s c i plinare, unica nel suo genere, che
sia di immediato ri ferimento e va lido supporto per chi vive un infor tunio o si trovi in condizioni di sof ferenza fisica o di disagio psico relazionale e, nel contempo, sia
in grado di prevenire dannosi im patti emotivi per sé e per i colle ghi.
L’ i n t e rvento in situazioni di
emergenza non si può lasciare al l’improv v i s a z i o n e, anche per gli
aspetti psicologici.
Il soccorritore necessita di co n o s c e n ze e prepara z i o n e, deve
sapere cosa cercare nelle perso -
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ne e come interve n i r e ; d eve sa pere come porsi di fronte alla sof ferenza della vittima, senza tra u matizzarsi a sua volta, pur assor bendo ed elaborando il dolore di
chi lo circonda.
In una realtà complessa come
quella in cui si trova ad operare il
Vigile del fuoco, conoscere e saper fare un “primo soccorso integrato sanitario di base”, dove coesistono aspetti medici e psicologici, tecnici ed umani, è sicuramente di estrema importanza, sia
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FORMAZIONE DEL SOCCORRITORE
ASPETTI PSICOLOGICI
per la possibilità di gestire emergenze sanitarie verso la popolaz i o n e, sia per l’acquisizione di
una mentalità sanitaria, capace
di incrementare autoprotezione e
salute per sé e per gli altri.
È necessario prefigurare una
nu ova immagine dell’opera t o r e
del soccorso, una identità dettata dalle esigenze della modernizzazione e cara t t e rizzata da
una più forte empatia umanitaria
associata ad una progr e s s i va crescita form a t i va sanitaria integrata: una figura professionale mu lt i d i s c i p l i n a r e,capace di saper affrontare un’emorragia, o una crisi cardiocircolatoria e nel contempo infondere fiducia, sicurezza e speranza in chi è nella disperazione e nel dolore.
L’ i n t e rvento in situazioni di
emergenza non si può lasciare
all’improvvisazione.
I soccorri t o ri necessitano di
conoscenze e prepara z i o n e, devono sapere cosa cercare nelle
persone e come intervenire; devono sapere con quale tipo di atteggiamento possono av v i c i n a rsi alla sofferenza della vittima,
senza traumatizzarsi a loro volta,
pur assorbendo ed elaborando il
dolore di chi li circonda.
In questa direzione, nel fo rgiare un sapere e un saper fare
di base per una prestazione san i t a ria e psicologica integra t a ,
seppur elementare, deve effe ttuarsi la formazione.
Il Vigile del fuoco che interviene in area di crisi deve avere
c o n s a p evolezza delle reazioni
psichiche e dei possibili comportamenti scatenati dalla catastrofe nelle vittime.
Gli av venimenti traumatici minano le fondamenta dell’uomo, lo
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rendono vulnera b i l e, poiché l’impatto supera le esperi e n ze abituali, causando, sugli individui
coinvolti, un danno psicologico.
Circostanze cri t i c h e, come catastrofi naturali o provo c a t e, essendo improvvise ed inaspettate,
non essendo controllabili, sconvolgono le persone che si sentono inermi, ferite, turbate, private
del proprio senso di sicurezza,
così da lasciar spazio a sensazioni complesse e spesso dis t ru t t i ve di incertezza, di colpa,
di paura intensa, di dubbio e danno adito a comportamenti talvo lta adeguati, altre volte inadeguati.
Questi dipendono da un lato
dalla catastrofe stessa, ossia dalla sua natura, dall’intensità della
violenza, dall’estensione, dalla
comparsa improv v i s a ; d a l l ’ a l t ra
dalla densità e dal grado di preparazione della popolazione coinvolta, dalla situazione sociale precedente al disastro.
Vi sono situazioni in cui solamente individui psicologicamente labili si scompensano, manifestando stati di confusione mentale, delirio, crisi d’ansia o isteriche.
I sopravvissuti e i sinistra t i ,
che hanno accusato perdita di familiari o beni, manifestano comportamenti patologici a volte spettacolari, che possono:
– aumentare il pericolo e la disorganizzazione;
– s c o raggiare i soccorritori;
– c o m p o rtare il dispendio di
energie preziose per i soccorsi.
I disturbi che più frequentemente si presentano agli occhi
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del soccorritore cara t t e rizzano la
n evrosi post-traumatica in cui il
soggetto ha l’incubo di ri v i vere la
s i t u a z i o n e, con crisi emotive, bisogno di raccontare l’accaduto,
timore dell’ambiente, bisogno di
protezione, atteggiamento di dipendenza, inquietudine, richiesta
di ra s s i c u ra z i o n e.
Diagnosticare e valutare tale
p e ricolosità è un obb i e t t i vo primario del piano di soccorso.
U n ’ a l t ra situazione possibile è
la reazione collettiva di panico
che può manifestarsi con comp o r tamenti primitivi di fuga disperata, agitazione sconsiderata, violenza collettiva .
La durata è in genere breve,
si ri s o l ve spontaneamente o per
intervento energico dall’esterno.
Il più delle volte è molto più
semplice cercare di prevenire la
situazione di panico, gestendo in
m a n i e ra molto attenta la fase d’all a rme con l’info rmazione e una
corretta organizzazione, piuttosto
che dominarlo una volta che si è
s c a t e n a t o.
Il soccorritore deve essere in
grado di distinguere in breve tempo tra una effimera reazione
emozionale senza sequele ed
una reazione nevrotica che necessita di presidi medici: è fo ndamentale conoscere la condotta da seguire nei differenti casi.
Risulta quindi di ri l evante importanza una formazione sanitaria in grado di fornire le nozioni di
base per il riconoscimento dei differenti tipi di disturbi psichici che
possono insorgere in caso di cat a s t r o fe e i loro cri t e ri e sintomi
iniziali; riconoscerne la pericolosità e conoscere la condotta da
seguire nei differenti casi: come
ad esempio evitare di lasciare i
FORMAZIONE DEL SOCCORRITORE
ASPETTI PSICOLOGICI
s o p ravvissuti in preda al loro
smarrimento ed ai loro pensieri solitari che facilitano la disorganizzazione mentale.
Al contra rio occorre rassicura rli, fa rli parlare se ne hanno voglia,
ed occuparli in semplici compiti
d’aiuto, poiché la reazione ha una
funzione positiva di liberazione della tensione emotiva dall’immagine
impressa dal trauma.
In genere, la reazione è spontanea, sotto forma di crisi di pianto o di racconto esaltato.
Altro grande compito della formazione è quello di facilitare la
presa di coscienza da parte dell ’ o p e rato re di soccorso, dei rischi
psicologici cui va incontro in virtù
della sua attività, e le linee guida
da seguire per evitare di tra s fo rmarsi da soccorritore in vittima.
Rischi psicologici
per il soccorritore
Il continuo e diretto contatto, in
c i r c o s t a n ze critiche, con la sofferenza e la vulnerabilità umana mettono a dura prova l’equilibrio psico-fisico del soccorritore.
La realtà del soccorso si snoda in diverse fasi ed ognuna di esse provoca fisiologicamente reazioni fisiche, emotive e comport a-
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mentali.
Già la comunicazione dell’evento critico, nella fase d’allarme
e sua diffusione, accentra su di sé,
l’interesse dell’operatore del soccorso e scatena reazioni fisiche diverse come: a c c e l e razione della
frequenza cardiaca, aumento della pressione art e riosa e della tempera t u ra corporea; o emozionali
come: fantasie di inadeguatezza o
incapacità, e provoca turbamento,
facile irritabilità ed ansia.
Nel tempo che intercorre tra la
c o municazione e l’attivazione del
soccorso, si assiste ad un ripristino dell’autocontrollo emozionale,
ma col passaggio all’azione su-
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FORMAZIONE DEL SOCCORRITORE
ASPETTI PSICOLOGICI
b e n t rano nu ove reazioni fisiche e
psichiche che accompagnano l’op e ratore del soccorso.
Questa fase assume connotati diversi a seconda della durata
dell’intervento, dell’esposizione a
fattori traumatici estremi, dell’intensità e della natura dell’eve n t o
( n a t u rale o provocato dall’uomo),
delle va l e n ze personali, della capacità di reazione e della storia di
precedenti esposizioni o esperi e n ze.
La risposta fisiologica di chi si
espone a fattori traumatici, tra l asciando in questo contesto le conseguenze sul piano fisico, va da
momenti di soddisfazione ed euforia attri buibili al successo delle
prestazioni effe t t u a t e, a momenti
di impotenza, profonda prostraz i o n e, delusione, colpa, inermità,
paura, ansia, depressione, causati dall’intempestività o inefficace strategia dell’interve n t o, dalla
p r e p a razione inadeguata o dall’insufficienza dei mezzi.
Queste ultime “Reazioni acute a stress” o “Reazioni d’adattamento”, sono caratterizzate da disturbi tra n s i t o ri che non dura n o
più di qualche ora o qualche giorno.Ta l volta l’incontro con la sofferenza, il disagio, il dolore e la morte sconvolge le fondamenta dell ’ u o m o, facilita l’insorgenza del
dubbio circa le proprie capacità,
fino a trasformare questi stati d’animo in traumi emotivi e da risposta fisiologica e positiva, assume connotati di disturbo o di
malattia.
Il disturbo post-traumatico
da stress
Assistere al ferimento grave o
alla morte innaturale di una persona dovuti ad incidente, disastro,
attacco terroristico; o il trovarsi di
fronte inaspettatamente ad un cad avere o a parti di un corp o ; l a
presenza ad un evento che com-
p o rta mort e, lesioni o altre minacce all’integrità fisica di un collega; fallimento della missione dopo notevoli sforzi, se associati a
sentimenti di orrore, impotenza o
paura intensa, possono portare
allo sviluppo di sintomi tipici che
ri e n t ra n o, secondo la classificazione DSM-IV (attuale ri fe rimento per la nosografia psichiatrica),
in una sindrome genera l e : il Disturbo post-traumatico da stress.
I sintomi cara t t e ristici comprendono i seguenti stati.
– Sintomi marcati di ansia e di
i p e ra t t i vazione (disturbi del
s o n n o, difficoltà ad addormentarsi, irritabilità o scoppi di
collera; difficoltà a concentrarsi; ipervigilanza; e s a g e rate risposte di allarme).
– Il continuo ri v i vere l’eve n t o
traumatico (attraverso ricordi
s p i a c evoli e ricorrenti dell’eve n t o ; sogni angosciosi e ricorrenti sull’eve n t o ; agire o
sentire come se l’evento si
stesse ripresentando; disagio
psicologico a fa t t o ri che in
qualche modo somigliano all’evento tra u m a t i c o ) .
– L’evitare in maniera persistente degli stimoli associati con il
t rauma e attenuazione della
reattività generale (sforzi per
evitare pensieri, sensazioni o
conversazioni associate con il
t ra u m a ; s forzi per evitare attività, luoghi o persone che evochino ricordi del tra u m a ; incapacità a ricordare qualche
aspetto importante del trauma;
sentimenti di distacco o di
e s t raneità verso gli altri, affettività ridotta).
Il Disturbo post-traumatico da
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FORMAZIONE DEL SOCCORRITORE
ASPETTI PSICOLOGICI
stress può presentarsi immediatamente dopo il trauma, o insorgere a distanza di tempo (la sua
presenza è stata ri s c o n t rata a distanza di due anni in soccorritori
impegnati per giorni a spegnere
un incendio).
Possono essere presenti sintomi di infelicità e di disperazion e, e possono essere sufficientemente gravi e persistenti da soddisfare i criteri per parlare di un
episodio depressivo maggiore.
Se il trauma ha determinato a
qualcuno la morte o gravi lesioni
(colleghi, amici), i soprav v i s s u t i
possono sentirsi in colpa per essere rimasti indenni o per non avere sufficientemente aiutato gli altri .
Nel Disturbo post-tra u m a t i c o
da stress ri e n t rano certamente alcuni dei quadri psicopatologici che
si possono osservare nell’operatore del soccorso, ma non tutti.
Le ricerche condotte in questi
ultimi anni indicano che possono
insorgere, in seguito ad eventi catastrofici altri disturbi psichici com e : Depressione maggiore, Disturbo d’ansia generalizzato e la
“Sindrome da disastro”, cara t t erizzata da assenza di emozioni,
inibizione dell’attività, docilità, ind e c i s i o n e, passività, tensione, atteggiamenti di confusione e negazione; possono altresì insorgere altri comportamenti anomali
con strategie dive r s i ve e di evitabilità.
I VV.F. a rischio di disturbi
da “ruolo lavo r a t i vo”
Analizzando le probl e m a t i c h e
psicopatologiche relative all’attività
lavorativa del Vigile del fuoco, è risultato estremamente importante
come il disagio psicologico da stress legato al soccorso sia uno
dei principali fa t t o ri di
rischio, ma non il solo.
I problemi possono nascere anche da
altre difficoltà relazionali-organizzative
(ad es. essere fuori
sede) e motiva z i o n ali, (sia in eccesso che
in difetto).
Occorre infatti sottolineare che la professione di Vigile del
f u o c o, nel contesto
e u r o p e o, è orm a i
compresa nell’elenco
delle professioni in
costante relazione
d’aiuto che la letterat u ra definisce “ H e lping professions”, e come tale è
suscettibile di andare incontro ad
un insieme di sintomi che ri e n t rano in quella patologia comportamentale, a carico di tutte le professioni ad elevata implicazione
r e l a z i o n a l e, che va sotto il nome
di sindrome del burn-out.
Essa si distingue dallo stress,
che può eventualmente essere
una concausa del bu rn-out; così
come si distingue dalle dive r s e
fo rme di nevrosi, in quanto disturbo non della personalità ma
del ruolo lavo ra t i vo.
D i versi autori, soprattutto anglo-americani, definiscono il burnout come “una sindrome da esaurimento emotivo, da spersonalizzazione e riduzione delle capacità
personali che può presentarsi in
soggetti che per professione si occupano della gente; una reazione
alla tensione emotiva cronica
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creata dal contatto continuo con
altri esseri umani, in particolare
quando essi hanno problemi o
motivi di sofferenza”.
Allo stadio conclamato il soggetto manifesta sintomi aspecifici come astenia, irrequietezza,
apatia, nervosismo, insonnia; sintomi somatici con insorgenza di
vere e proprie patologie (ulcere,
cefa l e e, aumento o diminuzione
pondera l e, disturbi cardiovascolari); sintomi psicologici come perdita di idealismo, energia e scopi,
depressione, basso livello d’autostima, senso di colpa, sensazione di fallimento, ra bbia, irritabilità, aggressività, perdita dei
sentimenti positivi verso l’utenza
e la professione, perdita della mot i va z i o n e, dell’entusiasmo e del
senso di responsabilità, impoverimento delle relazioni, indifferenza, negativismo, isolamento,
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ASPETTI PSICOLOGICI
sensazione di immobilismo, rigidità di pensiero e resistenza al
c a m b i a m e n t o, cinismo verso la
s o f ferenza, utilizzo di un modello
l avo ra t i vo stereotipato con procedure standardizzate e rigide, atteggiamento colpevolizzante nei
confronti degli utenti e critico nei
confronti dei colleghi.
Tale situazione di disagio molto spesso induce il soggetto ad
a buso di alcool, di psicofarmaci o
di fumo.
La sindrome
del bu r n - o u t
La sindrome del bu rn-out va
differenziata dalla sindrome da disadattamento: s o c i a l e, lavo ra t i vo,
fa m i l i a r e,relazionale.
La sua originalità è ra p p r esentata dal fatto che essa si verifica all’interno del mondo emozionale della persona ed è spesso scatenata da una vicenda
esterna.
Nella concretezza quotidiana
le capacità personali giocano un
ruolo importantissimo almeno
quanto le capacità tecnico-professionali.
Per capacità o abilità personali
in psicologia s’intendono l’empatia, la capacità di adattamento alle diverse situazioni, l’autocont r o l l o, l’iniziativa e la fiducia in se
stessi, la competenza nella gestione del lavoro e la capacità nel
costruire relazioni in modo creat i vo ed efficiente. Le cause principali della sindrome indicata sono essenzialmente riconducibili a
due variabili principali, spesso fra
loro intrecciate:
gate a motivazioni, immagini e
a s p e t t a t i veideali della professione d’aiuto;
2. di tipo oggettivo o esterno legate alle condizioni materiali
di lavoro, alle ambiguità di ru olo, alle strutture di relazione,
alle carenze nei processi di comu n i c a z i o n e, ai conflitti interni all’organizzazione e tra i
soccorritori, ecc.
Queste concause evidenziano
due problemi principali nelle professioni dell’aiuto, il cui superam e n t o, attraverso la formazione,
av r e bbe la funzione di preve n i r e
oltre che dare qualità ai serv i z i
d ’ a i u t o.
Il reclutamento
degli operatori di soccors o
Direttamente correlato alla fo rm a z i o n e,è il problema del reclutamento degli operatori del socc o r s o. I requisiti che devono essere posseduti dagli aspiranti a
tale servizio, hanno come ri fe rim e n t o, quelle cara t t e ristiche psico-fisiche necessarie all’espletamento dell’attività di soccorso in
condizioni di sicurezza.
1. di tipo soggettivo o interno, le50
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Per questo motivo, i candidati
d e bbono possedere, nel comp l e s s o,una prestanza psico-fisica di un livello tale da garantire la
capacità di operare, reagire e sopportare situazioni di sovraccarico
fisico e psicologico persino in condizioni estreme di emergenza.
Tali parametri psichici evidenziano l’importanza della sfera della personalità e dell’equilibrio psichico. Sono anche un deterrente
per l’uso di sostanze psicoattive
(alcool, droghe, psicofa rmaci) con
l’obbiettivo preciso di non penalizzare nessuno ma di selezionare, a garanzia della sicurezza lavo ra t i va, in quanto, per l’attività di
soccorso è necessaria un’efficienza psico-fisica non inficiata
da alcuna sostanza.
Inoltre, si sottolinea l’enfasi di
possedere da parte dei candidati, una stru t t u ra di personalità
e q u i l i b rata, matura, capace di autocontrollo, responsabilità ed abilità opera t i ve, in ra p p o rto alle
mansioni ed alle funzioni previste
dalle rispettive carriere.
Occorre precisare come questa “impersonale identità del soccorritore” non corrisponda ad un
concetto di normalità psichica
esente da emozioni, ansie, paure che cara t t e rizzano l’umana
c o n d i z i o n e.
La struttura di personalità richiesta deve possedere fo n d amentalmente capacità umane di
e l a b o razione (non evitabilità) e
sopportazione dei fattori stressogeni, di comprensione e solidarietà nel saper agire durante situazioni av verse e calamitose.
Analizzando i dati prove n i e n t i
dalle selezioni concorsuali effettuate negli ultimi anni, si evidenzia
come una causa pri m a ria di inido-
FORMAZIONE DEL SOCCORRITORE
ASPETTI PSICOLOGICI
neità siano stati i disturbi psichici,
secondi solo ai deficit visivi.
La valutazione medica e psicodiagnostica d’ingr e s s o, pertanto, offre una preliminare selettiva
prevenzione avente come ri fe rimento la salute e una particolare
condizione psicofisica, ri fe rita ad
una specifica operatività, senza
la quale è impensabile procedere alla formazione per l’attività di
soccorso in termini di sicurezza,
responsabilità ed efficienza.
Supporto psicologico
primario
L’azione di sostegno e di aiuto psicologico della nostra équipe
si articola in due momenti dive rsi: quello della prevenzione, al fine di minimizzare i rischi psicologici negli opera t o ri dell’emergenza, e quello del trattamento postt ra u m a t i c o,nel caso in cui esperi e n ze critiche avessero già destabilizzato l’equilibrio psicologico.
In analogia al primo soccorso
s a n i t a rio per situazioni d’emergenza (Basic Life Support o
B. L . S.) si è proposto un interve nto psicoformativo a gradini definito “Basic Psycological Support o
B. Y. S.” (P. Fo rtezza, 2001).
Tale tecnica ha la finalità di
ra f forzare la competenza profess i o n a l e, approfondendo la conoscenza di sé e della propria situazione lavo ra t i va, in modo da
poter affrontare con maggiore
consapevolezza e preparazione
le difficoltà che via via si presentano.
In tale approccio sono prev iste anche va rie tecniche, alcune
già sperimentate nella gestione
dello stress da incidente critico.
L’ e s p e rienza sul campo del
B. Y.S. è conseguente al dove r oso intercalarsi nella realtà lavo rat i va atipica del Vigile del fuoco,
quindi all’utilizzare strumenti e
metodologie adattandole alle esig e n zedi tali uomini.
Rispetto alla mentalità prevalente nel settore, che è quella
a m e ricana tecnicamente ben
s t ru t t u rata (Mitchell, Solomon,
Brooks), la nostra modalità opera t i va è risultata più vicina all’approccio francese (Chaspoul, Gelot, Borelli), condividendo una
maggiore flessibilità ed attenzione all’elaborazione soggettiva ed
ai contesti, piuttosto che alla tecnica.
Per questi motivi la formazione psicologica del personale di
soccorso si distanzia nettamente
da qualunque tecnicismo didattic o, e nel rispetto delle soggettività e di variabili inter- e intra p e rsonali, deve tener conto di tempi
e modi esperienziali che cara t t erizzano e diversificano l’umana
c o n d i z i o n e, soprattutto in contesti esasperati da situazioni criti-
che d’emergenza.
Bibliografia
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l avoro per i Vigili del fuoco”, Antincendio n. 2/febbraio 2000, Roma.
P. Fo rtezza “Argomenti di igiene
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P. Fortezza “ L’igiene mentale nel la fo rmazione e prevenzione del lo stress lavo ra t i vo”, III Convegno
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Am. J. Psychiat. 143 1986.
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dicembre 1999.
Spinetti, Scajola “Pianeta Emer genza” aspetti psichiatrici, psico-
■ ANTINCENDIOLINK ■
La redazione della rivista consiglia,
per approfondire l’argomento trattato
in questo articolo, di consultare anche:
• Il rapporto tra comunicazione
in emergenza e mass media
A. Filippini
Antincendio, giugno 2002
• Reazioni emotive nell'operatore
di soccorso di protezione civile
G. Ciancio, L. Scardigli,
L. Di Giamberardino
Antincendio, giugno 1999
Gli articoli citati e le intere annate
di Antincendio dal 1994 al 2003
sono ricercabili su www.insic.it,
il portale per gli specialisti della sicurezza,
nella sezione LETTERATURA.
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ASPETTI PSICOLOGICI
logici socioculturali, 2000.
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