il modello is-lm

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“IL MODELLO IS-LM”
PROF. MATTIA LETTIERI
Università Telematica Pegaso
Il modello IS-LM
Indice
1
LA CURVA IS ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 3
2
LA POLITICA FISCALE ---------------------------------------------------------------------------------------------------- 6
3
LA CURVA LM --------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 10
4
LA POLITICA MONETARIA --------------------------------------------------------------------------------------------- 13
5
L’EQUILIBRIO IS-LM ------------------------------------------------------------------------------------------------------ 15
6
LA POLITICA FISCALE NEL MODELLO IS-LM ------------------------------------------------------------------- 19
7
LA POLITICA MONETARIA NEL MODELLO IS-LM ------------------------------------------------------------- 22
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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1
La curva IS
Nell’analisi neoclassica l’equilibrio del sistema economico è assicurato dall’uguaglianza fra
gli investimenti I e i risparmi S, poiché entrambi dipendono dal saggio di interesse.
Nello schema Keynesiano, invece, gli investimenti dipendono dal saggio di interesse mentre
il risparmio è funzione del reddito.
Poiché risparmio e investimenti dipendono da variabili diverse, l’equilibrio tra risparmio e
investimenti non può essere determinato automaticamente.
Il grafico relativo alla funzione del risparmio è rappresentato nella figura n. 69 (a), quello
relativo agli investimenti nella fig. 69 (c).
La funzione dell’investimento è inclinata negativamente, in quanto a tassi di interesse più
alti corrispondono livelli di investimenti più bassi.
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Figura n.69
Per determinare graficamente le coppie (i, Y) che assicurano l’equilibrio del mercato dei
beni, occorre disegnare e coordinare fra loro i quattro grafici della figura n. 69.
Dal precedente grafico (b) la retta a 45° assicura l’uguaglianza fra valori di S e valori di I.
Per la costruzione del grafico si procede nel modo seguente:

Dato un certo livello di reddito Y0 risulta determinato anche il corrispondente
risparmio S0, (a);

Nel grafico b si individua il livello di investimenti che assicura l’uguaglianza
I = S (I0);

Nel grafico d si segna il punto con coordinate (i0, Y0);

Si sceglie un altro livello di reddito e si segue lo stesso procedimento fino a
determinare un’altra coppia (i1, Y1).
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La curva IS che ne deriva è inclinata negativamente perché un aumento della domanda
aggregata può aversi solo con una riduzione del saggio di interesse.
La curva, in particolare, è tanto più inclinata quanto meno gli investimenti sono sensibili al
tasso di interesse e quanto più piccolo è il moltiplicatore.
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La politica fiscale
La curva IS è costruita in base alle rette della domanda aggregata, quindi, ci si deve
attendere che i cambiamenti nella domanda aggregata si riflettano in cambiamenti nella curva IS.
La causa più interessante di cambiamento della domanda aggregata è rappresentata dalla
politica fiscale.
Gli strumenti della politica fiscale sono in realtà componenti della domanda aggregata, più
precisamente della domanda autonoma.
Chiameremo la domanda autonoma A, senza distinguere le sue componenti, ovvero spesa
pubblica, consumo effettuato grazie ai sussidi, consumo non effettuato a causa dei tributi e
investimenti indipendenti dal tasso di interesse.
Dato che, tali componenti agiscono tutte allo stesso modo, rappresenteremo la politica
fiscale genericamente come una variazione di A, cioè Δ A.
ΔA rappresenta indifferentemente una variazione della spesa pubblica o di qualunque altra
componente della domanda autonoma.
Cosa succede alla curva IS se la politica fiscale fa variare la domanda autonoma?
Sul piano intuitivo, la risposta sarebbe: l’incremento di spesa pubblica avviene a parità di
tasso di interesse, quindi quest’ultimo non gioca alcun ruolo e possiamo concentrare l’attenzione
sull’aumento di domanda autonoma.
La domanda aggregata è tanto maggiore quanto maggiore è la domanda autonoma. Quindi,
anche il reddito di equilibrio è tanto maggiore quanto maggiore è la domanda autonoma.
Dunque, per ogni dato tasso di interesse, il reddito di equilibrio dovrà essere più elevato a
seguito della manovra di politica fiscale.
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Figura n.70
Nel grafico rappresentato nella figura n.70 (a) per ciascun livello del tasso di interesse,
abbiamo due diverse domande autonome: A e A*, con A* maggiore di A, ovvero A* si ottiene dopo
che è stata effettuata una manovra di politica fiscale, ad esempio l’aumento della spesa pubblica.
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Il reddito di equilibrio aumenta, per la domanda aggregata con tasso di interesse i1 , quando
la domanda autonoma cresce da A ad A*, tramite il meccanismo del moltiplicatore.
Il nuovo reddito da abbinare a i1 è Y*1 maggiore di Y1.
Lo stesso accade per la domanda autonoma con tasso di interesse i2.
Individuiamo, anche in questo caso, un nuovo reddito di equilibrio Y*2 maggiore di Y2.
Se riportiamo questi due nuovi valori del reddito, Y*1 e Y*2, nella figura n.70 (b) e
costruiamo una nuova curva IS secondo quanto detto in precedenza, vediamo che la curva che
chiamiamo IS* è in alto a destra rispetto al caso in cui i redditi erano Y1 ed Y2.
Il motivo è che a parità di tasso di interesse, la domanda aggregata è tanto maggiore quanto
maggiore è la domanda autonoma, quindi anche il reddito di equilibrio è tanto maggiore quanto
maggiore è la domanda autonoma.
Questa relazione si riflette sulla curva IS dove, dato un certo tasso di interesse i1:

Il reddito di equilibrio Y1, corrisponde al livello di domanda autonoma più
basso A, è minore (curva IS);

Il reddito di equilibrio Y*1, corrisponde al livello di domanda autonoma più
alto A*, è maggiore (curva IS*).
È possibile stabilire con precisione di quanto si sposta la curva IS, ovvero misurare il
segmento orizzontale che separa la IS* dalla IS nella figura n.70 (b).
Osservando le due figure, abbiamo visto che per ogni tasso di interesse, il reddito di
equilibrio aumenta, a seguito della variazione della spesa autonoma (ΔA), in base al principio del
moltiplicatore:
ΔA =
ΔA
Questa relazione è evidenziata nella figura n. 70 (a).
Quindi, per ogni dato tasso di interesse, la variazione nel corrispondente reddito di equilibrio
sarà data da:
ΔA
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Come mostrato nella figura n.70 (b).
Si può concludere che l’effetto della politica fiscale espansiva sulla curva IS è quello di
spostarla verso destra e verso l’alto, perché per ogni dato tasso di interesse, il livello di reddito che
mette in equilibrio il mercato dei beni è più alto.
La politica fiscale, quindi, incrementa il livello di reddito di equilibrio.
Però, nel modello reddito-spesa non c’è tasso di interesse e di conseguenza la domanda
aggregata è definita indipendentemente da esso. Questo vuol dire che il livello di reddito di
equilibrio è fissato in maniera immediata dalla condizione DA = Y.
Se, invece, teniamo conto del tasso di interesse, la domanda aggregata, per ogni dato livello
di spesa autonoma e di consumi, cambierà a seguito delle variazioni del tasso di interesse.
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La curva LM
Fino ad ora abbiamo visto che secondo Keynes gli individui detengono moneta per fini
transattivi, precauzionali e speculativi.
La domanda di moneta speculativa è inversamente proporzionale al saggio di interesse.
Quindi, più è alto il saggio di interesse minori saranno le scorte liquide. Poiché la domanda di
moneta transattiva dipende dal reddito e quella speculativa dal saggio di interesse, il mercato
monetario sarà in equilibrio per diverse coppie di i e Y.
Secondo i neoclassici, invece, i soggetti economici detengono scorte monetarie solo per
effettuare transazioni ed a scopo precauzionale.
Figura n.71
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Secondo l’equazione di Fisher si ha:
= KY
La domanda reale di moneta, M/P, è funzione diretta del reddito di un ammontare pari a K.
Quest’ultimo non è altro che l’inverso della velocità di circolazione della moneta (V):
K=
La domanda di moneta transattiva graficamente è rappresentata da una retta crescente, la cui
pendenza è pari a K, figura n.71 (a).
La domanda di moneta speculativa, figura n.71 (c): la curva è inclinata negativamente, ma
per saggi di interesse molto bassi essa corre parallela all’asse delle ascisse. In questo tratto, trappola
della liquidità, la domanda di moneta speculativa è infinitamente elastica.
Così come per la costruzione della IS, anche per il mercato monetario è possibile costruire
una curva delle coppie di i e Y che assicurano l’equilibrio delle grandezze monetarie.
L’offerta di moneta è considerata esogena.
Tale offerta deve corrispondere, in equilibrio, alla domanda di moneta. Quest’ultima è
composta da domanda di moneta transattiva (m1) e domanda di moneta speculativa (m2).
La retta del grafico figura n. 71 (b) mostra le diverse quantità in cui la domanda di moneta si
suddivide fra fondi transattivi e fondi speculativi.
Le funzioni della domanda di moneta transattiva e di quella speculativa sono rappresentate
nel grafico n. 71 (a) e nel grafico n. 71 (c).
La curva che unisce le diverse combinazioni di i e Y per cui il mercato monetario è in
equilibrio (curva LM) è rappresentata nel grafico n. 71 (d).
La curva si costruisce partendo dal grafico n. 71 (a): dato un certo reddito, ad esso
corrisponde una data domanda di moneta transattiva. Poiché l’offerta di moneta è esogena e deve
essere pari alla domanda di moneta, m1 si ricava come valore residuale anche m2 (grafico b).
A tale quantità di m2 non può corrispondere un solo livello di interesse i.
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Nel grafico (c) si individua la prima coppia (i, Y) per cui il mercato monetario può essere in
equilibrio. Il procedimento continua per diversi livelli di reddito: individuate diverse coppie è
possibile congiungerle così da ottenere la curva LM.
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La politica monetaria
La curva LM è costruita in base alla retta dell’offerta di moneta, quindi, ci si deve aspettare
che i cambiamenti nell’offerta di moneta si riflettano in cambiamenti della curva LM.
Avendo individuato nell’offerta di moneta lo strumento della politica monetaria, possiamo,
ora, vedere gli effetti della politica monetaria sulla curva LM.
È da notare l’analogia con il caso della curva IS, dove la politica fiscale influenzava la curva
IS tramite i mutamenti nella domanda autonoma.
Si suppone che la Banca Centrale faccia aumentare la quantità offerta di moneta.
Figura n.72
Nel grafico n.72 (a) la retta di offerta si sposta a destra in corrispondenza di una maggiore
quantità di moneta, M**/P è maggiore di M*/P. questo comporta che il tasso di interesse di
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equilibrio del mercato diminuisce. Infatti, dato il reddito, un tasso di interesse più basso serve a far
crescere la domanda di moneta perché resti uguale all’offerta.
Il meccanismo è: quando la domanda di moneta diventa minore dell’offerta di moneta, allora
la domanda di titoli diventa maggiore dell’offerta di titoli. Questo fa innalzare il prezzo dei titoli e
quindi calare il tasso di interesse. La domanda di moneta, dunque, aumenta e l’equilibrio sul
mercato della moneta viene raggiunto di nuovo.
Nel grafico (b) la curva LM**, corrisponde all’offerta di moneta M**/P, è più in basso della
curva LM*, corrispondente all’offerta di moneta M*/P.
Infatti, l’aumento di offerta di moneta fa si che, per ogni dato livello di reddito, il tasso di
interesse che porta in equilibrio il mercato sia più piccolo.
Quindi, l’effetto della politica monetaria espansiva sulla curva LM è quello di spostarla
verso destra e verso il basso.
Questo ci mostra come la politica monetaria può influenzare il tasso di interesse, ovvero
l’offerta di moneta.
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L’equilibrio IS-LM
Sia nel caso dell’equilibrio sul mercato dei beni e sia sul mercato della moneta, abbiamo
ricavato una relazione fra tasso di interesse e livello del reddito.
Sul mercato dei beni la relazione è decrescente, infatti, man mano che il tasso di interesse
sale, la domanda aggregata diminuisce, quindi il reddito che porta in equilibrio il mercato
diminuisce.
Il meccanismo attraverso cui il reddito, che è uguale alla produzione, si modifica per
eguagliarsi alla domanda ed è connesso con l’accumulo od il calo involontario di scorte da parte
delle imprese.
La relazione decrescente fra tasso di interesse e reddito è rappresentata dalla curva IS.
Sul mercato della moneta la relazione, invece, è crescente, infatti, man mano che il reddito
sale, la domanda di moneta aumenta, quindi il tasso di interesse che porta in equilibrio il mercato
aumenta.
Il meccanismo attraverso cui il tasso di interesse si modifica per eguagliare domanda e
offerta di moneta è connesso con l’eccesso di offerta o domanda di titoli da parte delle famiglie e
delle imprese.
La relazione crescente fra reddito e tasso di interesse è rappresentata dalla curva LM.
Se esistono varie coppie di valori del reddito e del tasso di interesse per cui il mercato dei
beni e quello della moneta sono in equilibrio, esisterà almeno una coppia di valori per cui entrambi i
mercati sono contemporaneamente in equilibrio?
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Figura n.73
La risposta può essere verificata nella figura n. 73 in cui abbiamo le curve IS e LM.
La coppia di valori che garantisce l’equilibrio sul mercato dei beni e, contemporaneamente,
su quello della moneta, è indicata nel grafico come punto E, che corrisponde al punto di incontro fra
la curva IS e la curva LM.
Sugli assi, i livelli di tasso di interesse e reddito che portano in equilibrio entrambi i mercati
sono i* e Y*.
Se il reddito fosse pari ad Y* e contemporaneamente il tasso di interesse fosse pari ad i*,
avremmo realizzato una situazione di equilibrio macroeconomico complessivo, il cosiddetto
equilibrio IS-LM.
Sia sul mercato dei beni che su quello dei valori, la domanda ed offerta sarebbero eguali.
Inoltre, tutti i soggetti economici sarebbero soddisfatti della situazione raggiunta e non ci sarebbe
alcuno stimolo al cambiamento.
Per essere sicuri che reddito e tasso di interesse tendano ad assumere valori di equilibrio,
ovvero che esiste un qualche meccanismo che garantisce che nell’economia si realizzano proprio il
tasso di interesse ed il reddito rappresentati dal punto E nella figura n. 73, possiamo elaborare un
ragionamento che si sviluppa in due fasi successive.
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Inizialmente, ci concentriamo sul mercato della moneta, ponendoci il problema se è
probabile che il mercato della moneta non sia in equilibrio.
La risposta è no, non è probabile. Infatti, le differenze fra domanda e offerta possono essere
annullate con grande rapidità. Se sul mercato dei titoli si ha un eccesso di domanda sull’offerta, in
poco tempo si possono reperire titoli nuovi da offrire ad un prezzo più elevato. Non è necessario
produrre nuovi titoli, tramite un processo lungo e costoso, infatti, essi possono essere offerti
istantaneamente.
Se osserviamo quello che accade ogni giorno nella Borsa, le quantità offerte e domandate
variano praticamente di minuto in minuto. Quindi, se il meccanismo di raggiungimento
dell’equilibrio funziona, esso manterrà sempre in equilibrio il mercato dei titoli e quello della
moneta. Quindi, se l’economia non è nel punto E, sarà comunque in qualche altro punto lungo la
curva LM, come ad esempio i punti A oppure B, figura n. 73.
Ora, invece, vediamo cosa accadrebbe se reddito e tasso di interesse fossero tali per cui
l’economia si trovasse nel punto A, ad esempio, dove il mercato della moneta è in equilibrio ma il
mercato dei beni non lo è.
Studiamo le caratteristiche della coppia di valori del tasso di interesse e del reddito descritte
nel punto A. Tali valori nel grafico n. 73 sono indicati come iA e YA.
Il motivo per cui questa coppia di valori non rappresenta un equilibrio sul mercato dei beni è
che, dato YA, il tasso di interesse i
A
è troppo elevato. Infatti in corrispondenza di YA il tasso di
interesse che porta all’equilibrio sul mercato dei beni è i’ che è inferiore ad i A e la produzione è YA,
le imprese stanno producendo troppo, e dunque accumulano scorte. Per cui, esse ridurranno la
produzione fino al raggiungimento dell’eguaglianza fra la produzione medesima e la domanda
aggregata.
Ne deduciamo che i punti che giacciono in alto a destra della curva IS sono punti in cui vi è
eccesso di offerta di beni, come indicato nella figura n. 74.
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Figura n.74
Ora, sappiamo che l’economia sarà in un punto sulla LM, ad esempio A nella figura n. 73, e
tenderà ad allontanarsi da tale punto perché in esso il mercato dei beni non è in equilibrio.
In A la produzione eccede la domanda e quindi tenderà a calare, spostandosi verso l’alto il
livello di equilibrio Y*. La diminuzione della produzione e quindi del reddito fa calare anche il
tasso di interesse, spostandosi verso il suo livello di equilibrio i* . il tasso di interesse deve scendere
per mantenere in equilibrio il mercato della moneta. Infatti, il calo del reddito fa diminuire la
domanda di moneta e la diminuzione del tasso di interesse serve a mantenere offerta e domanda di
moneta eguali fra loro.
Poiché il mercato della moneta si mantiene sempre in equilibrio, il percorso di
avvicinamento del reddito e del tasso di interesse verso l’equilibrio avverrà lungo la curva LM,
seguendo le frecce tracciate nella figura n. 73. Le forze che inducono l’economia ad allontanarsi da
A cesseranno di agire quando viene raggiunto il punto E, in cui la domanda e l’offerta di moneta,
ma anche la produzione e la domanda aggregata sono eguali.
Avverrebbe il processo opposto se partissimo dal punto B.
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La politica fiscale nel modello IS-LM
La costruzione dell’equilibrio IS-LM ci permette di studiare di nuovo la politica fiscale in
modo più completo.
In precedenza avevamo elaborato un modello di determinazione del reddito nazionale, molto
semplice, in cui non esistevano moneta e tassi di interesse. In questo modello la politica fiscale era
uno strumento efficace per accrescere il reddito, o prodotto nazionale, e di conseguenza
l’occupazione.
Ora vediamo se questa conclusione è valida anche per il modello IS-LM.
Riguardo all’effetto della politica fiscale sulla curva IS abbiamo stabilito che la curva IS si
sposta a destra e verso l’alto quando la politica fiscale determina un incremento della domanda
autonoma. Per ogni dato tasso di interesse, quindi, il livello di reddito per cui il mercato dei beni è
in equilibrio aumenta.
Figura n.75
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Il modello IS-LM
Se immaginiamo di essere in un punto di equilibrio IS-LM, ad esempio il punto E* della
figura n. 75, possiamo provare a verificare cosa accade se il governo decide di effettuare un
intervento di politica fiscale, aumentando la spesa pubblica.
Sappiamo che, poiché la domanda autonoma aumenta, la curva IS* si sposta a destra in alto
e diviene la curva IS’, quindi, il punto di equilibrio E* non è più in equilibrio, per cui l’economia
dovrebbe spostarsi nel punto E’.
Questo accadrà perché, rispetto ad E’, E* è un punto di eccesso di domanda di beni. Nel
punto E* il prodotto Y* è troppo basso, le imprese vedono calare le loro scorte troppo rapidamente
e di conseguenza aumentano la produzione, finché non viene raggiunto il livello di equilibrio Y’.
Il percorso di avvicinamento al punto E’ avviene lungo la curva LM, perché man mano che
il reddito aumenta, anche il tasso di interesse aumenta, passando da i* a i’. Questo è indicato nella
figura n. 73 tracciando delle frecce lungo la LM.
Quindi, nel modello IS-LM la politica fiscale è utilizzabile al fine di accrescere il livello di
prodotto nazionale.
Tuttavia, in questo caso la politica fiscale è meno efficace che nel modello reddito-spesa e
questo a causa della presenza del tasso di interesse e della moneta. Infatti, man mano che il reddito
cresce, per adeguarsi alla domanda aggregata e portare in equilibrio il mercato dei beni, anche il
tasso di interesse cresce, per mantenere in equilibrio il mercato della moneta.
Ma se cresce il tasso di interesse, la domanda aggregata diminuisce, perché calano gli
investimenti.
L’aumento di domanda aggregata creato dalla politica fiscale è parzialmente ridotto
dall’aumento del tasso di interesse..
Quindi, la domanda aggregata aumenta, ma meno di quanto sarebbe aumentata se non ci
fosse stato il tasso di interesse.
Ogni aumento della spesa autonoma ΔA produce un aumento di reddito pari ad:
ΔA
Secondo il principio del moltiplicatore, la distanza fra le due curve IS è esattamente pari a
questa grandezza. Nella figura n. 75, l’aumento del reddito, che effettivamente si è verificato, è
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indicato dal passaggio da Y* a Y’, ed è inferiore ad essa. Infatti il segmento (Y’-Y*) è molto più
piccolo di 1/1-c ΔA.
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Il modello IS-LM
La politica monetaria nel modello IS-LM
La politica monetaria ha come principale strumento l’offerta di moneta.
L’offerta di moneta comporta spostamenti nella curva LM. Infatti, aumenti del’offerta di
moneta spingono la curva LM in basso a destra. Questo suggerisce un possibile ruolo della politica
monetaria ai fini della crescita del reddito.
Ora valutiamo se possiamo aumentare la produzione spostando la curva LM tramite la
politica monetaria, così come possiamo aumentare la produzione spostando la curva IS tramite la
politica fiscale.
La risposta è si.
Figura n.76
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Il modello IS-LM
Nella figura n. 76 abbiamo tracciato un equilibrio IS-LM iniziale E*, ed uno che si crea in
seguito ad una manovra politica monetaria E’.
La Banca Centrale ha deciso di aumentare l’offerta di moneta e la curva LM si è spostata da
LM* a LM’.
Supponiamo di essere nell’equilibrio iniziale E* e vediamo cosa succede in seguito allo
spostamento della LM.
La coppia iniziale i*, Y* non è più adatta a mantenere in equilibrio il mercato della moneta,
poiché lo spostamento della curva LM dipende da un aumento dell’offerta di moneta. È necessario,
quindi, che il tasso di interesse cali, oppure che il reddito aumenti, affinché la domanda di moneta
cresca per eguagliare l’offerta.
Lo spostamento dell’economia da E* a E’ può essere descritto nel seguente modo: abbiamo
ipotizzato che il mercato della moneta sia sempre in equilibrio, mentre quello dei beni impiega
tempo per spostarsi da un equilibrio all’altro. Possiamo, quindi, presumere che, in seguito alla
manovra di politica monetaria, l’economia trovi immediatamente un nuovo tasso di interesse, per
tenere in equilibrio il mercato della moneta, ma mantenga il livello originario di reddito.
L’economia passerebbe al punto F, tuttavia la coppia i”, Y* è
inadatta a realizzare
l’equilibrio macroeconomico, punto che corrisponde ad un eccesso di domanda di beni. Di
conseguenza, le imprese vedono calare le loro scorte e aumentano la produzione. In questo modo
l’economia si sposta lungo la curva LM’ verso il nuovo equilibrio.
Nel modello reddito-spesa solo la politica fiscale è attuabile. Se il governo desidera
accrescere produzione e occupazione, può utilizzare incrementi della spesa pubblica o aumenti dei
sussidi o riduzioni dei tributi, avvalendosi del meccanismo del moltiplicatore.
Nel modello IS-LM ci si può avvalere tanto della politica monetaria quanto della politica
fiscale. Entrambe possono contribuire all’obiettivo di espandere prodotto e occupazione, ma in
modo diverso.
La differenza principale fra le due politiche macroeconomiche sta nel loro effetto sul tasso
di interesse. Mentre la politica fiscale incrementa il reddito e contemporaneamente il tasso di
interesse, la politica monetaria incrementa il reddito, ma fa calare il tasso di interesse.
Nella politica fiscale il tasso di interesse sale a causa dell’intervento pubblico e implica che
gli investimenti vengono ridotti. L’aumento di domanda autonoma conduce ad un aumento della
domanda aggregata, ma ne cambia anche la composizione, infatti, gli investimenti diminuiscono
relativamente alle altre componenti.
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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Università Telematica Pegaso
Il modello IS-LM
Questo effetto collaterale della politica fiscale è chiamato spiazzamento ed ha fornito lo
spunto per dure critiche alla fiducia nella politica fiscale.
La politica fiscale danneggia l’iniziativa privata perché scoraggia la forma in cui le imprese
maggiormente contribuiscono alla crescita della produzione, ovvero gli investimenti.
La critica alla politica fiscale, però, non va presa alla lettera, poiché non è necessariamente
vero che lo spiazzamento sia completo, ma dobbiamo attenderci che la politica fiscale possa avere
una certa efficacia, anche se limitata rispetto a quanto visto nel modello reddito-spesa.
La politica monetaria nel modello IS-LM appare come una importante alternativa alla
politica fiscale ai fini di incrementare la produzione e l’occupazione.
La politica monetaria è in grado di incrementare il reddito senza ridurre il tasso di interesse e
quindi senza danneggiare gli investimenti, anzi, opera proprio tramite lo stimolo agli investimenti
perché riduce il tasso di interesse. Inoltre, la politica monetaria non crea spareggi di bilancio, come
invece può fare la politica fiscale, ad anche questo è stato apprezzato come un suo pregio.
I monetaristi hanno spesso sostenuto la maggiore efficacia della politica monetaria rispetto a
quella fiscale proprio con riferimento a questi aspetti.
Il significato delle politiche macroeconomiche potrà essere interpretato più a fondo quando
abbandoneremo l’ipotesi che i prezzi siano fissi, trattando problemi fino ad ora trascurati, come ad
esempio l’inflazione.
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(L. 22.04.1941/n. 633)
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