PROMORAMA ::: PRESS

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FREAKOUT - G. Ancora
http://www.freakout-online.com/r_view.asp?id= 142
Quelli dell’etichetta Lifelike si dichiarano particolarmente orgogliosi di presentare la realizzazione del primo
album del solista islandese Ornelius Mugison, avendone scoperto le qualità attraverso una demo spedita
dallo stesso; ed effettivamente c’è di che esserne fieri, per una piccola etichetta indipendente, quando tra i
propri titoli ci si attribuisce una uscita così efficacemente riuscita come questa, dando i presupposti per
ulteriori realizzazioni per l’autore di alcune tra le più sorprendenti ballads lo-fi dell’ormai estinto 2003. Per la
selezione delle atmosfere respirate da Mugison nella realizzazione delle nove tracce, c’è di che sbizzarrirsi;
partendo dalla prima traccia a riscaldare l’ambiente in pieno stile swinging-London, scoccano accordi
sfrecciati della chitarra di George Harrison, trapassati da una sottilissima, sotterranea lama elettronica ,
mentre la seconda “Ear” è una ballata ispirata dalle suggestioni di Bono per le praterie del vecchio west,
anch’essa trafitta da una strusciante litania elettronica.E via via scorrendo i brani, si sovrappongono e
spintonano lungo un’ amabile passerella, T om Waits, Sigur Ros, Daniel Johnston, Herbert, tutti capitati
accidentalmene ma indissolubilmente mescolati da un formidabile cantautore, che supera se stesso, in “Poke
a Pal” tenerissimo e struggente epilogo di questa bella favola dalla T erra dei Ghiacciai.
(19/01/2004)
MUSI CBOOM - C. Crudele
http://www.musicboom.it/mostra_recensioni.php?Unico= 20040322001015
22-03-2004
Quanto possono essere strani gli artisti? T anto, parola di Mugison. I l quale, per chi non lo sapesse ancora, è
la new sensation di casa Lifelike (la label di Herbert) e del panorama indie tutto, che ne sta cautamente ma
immancabilmente spingendo il prossimo album verso la assoluta celebrità.
Per adesso, noi godiamoci Lonely Mountain, debutto dell’islandese Ornelius Mugison in arte Mugison (o
anche Mugi, come si identifica lui stesso nel blog di Mugiweb) che porta con sé buonissime sorprese.
I n primo luogo la copertina: una cosina da fare invidia alla Constellation, tutta velcro, child writing e
cuciture, tanto che Cyclic Defrost ci ha pure ricamato su (è il caso di dirlo) un intero articolo di elogi.
Lasciando perdere il lato estetico (qui più che mai squisito), le otto tracce che Mugison porta alla nostra
attenzione sono una sorta di frullato intelligente di tutto ciò che il pop ha offerto di interessante in questi
anni: niente di spudoratamente enciclopedico, ma di sicuro ci sono il John Lennon del White Album in Sea Y,
i Radiohead in Probably, Bonnie “Prince” Billy ed il T om Waits più sperimentale (periodo Bone Machine) in
I ’m On Fire, Jeff Buckley e una spruzzata dei compagni di ghiacci Sigur Ros nella splendida Poke A Pal.
Ma, se le influenze sono chiare, di personalità Mugison ne ha da vendere, sia nell’approccio alla materia –
strutture sempre incrinate dal glitch sound, una blanda tendenza verso il cut’n paste – che negli
arrangiamenti mai banali, fatti di carillon e organetti, chitarre acustiche e batterie filtrate.
Lonely Mountain spiazza, perché unisce la genialità intellettualoide alla immediatezza di un disco
prettamente pop: non te l’aspetteresti, eppure un brano come One Day She’ll Park T he Car, piccolo gioiello
lo-fi, o persino Pet, con il suo ridicolo synth-funk munito di chitarrina slide, entrano in testa dalla porta
principale, e quando le riascolti dopo giorni ti ritrovi a conoscerle benissimo.
Per osannare Mugison, comunque, ci sarà tempo: Lonely Mountain è per ora un debutto onesto e sincero,
con una buona dose di felici intuizioni a farlo spiccare sopra la media, che mette in luce un talento acerbo
ma ben conscio di obiettivi e mezzi a disposizione.
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FREAKOUT – D. Lama/G. Ancora
http://www.freakout-online.com/interviste/mugison.htm
I ncontriamo Mugison nei camerini dell'Horus Club di Roma. L'artista islandese è impegnato in un breve tour italiano di
supporto ai conterranei Múm, che hanno da poco finito di suonare, e non sembrano per niente disturbati dalla nostra
incursione nel backstage. Kristin (la cantante del gruppo) si fa massaggiare le spalle da un'amica e ci sorride, gli altri
componenti della band ingurgitano Peroni e parlano a voce altissima.
Mugison si presenta premettendo di essere un tantino alticcio (diciamo pure ubriaco perso), e dapprima tenta invano di
convincerci di fare l'intervista nella minuscola toilette attigua alla stanza, poi- resosi conto che noi non siamo per niente
intenzionati - si rassegna e si siede, scusandosi per l'alito devastante.
I l Nostro, di cui abbiamo recentemente apprezzato l'originale pop elettronico racchiuso nell'ottimo "Lonely Mountains",
ha stupito tutti, stasera, con un live decisamente "rock", e con un approccio divertito e divertente, anni luce lontano dal
gelido distacco dei nuovi musicisti della "laptop generation", per i quali - come potrete leggere - Mugison sembra non
provare molta simpatia...
Considerando il livello etilico dell'intervistato, tutto quello che riportiamo è ovviamente da prendere con le molle (alcu
ne
risposte sono al limite del delirante, altre brillano per insospettabile lucidità). O forse è da considerare come l'espressione
più sincera del pensiero dell'artista... si sa: "in vino veritas"...
Parlando del tuo disco nella recensione apparsa sul nostro sito non ci siamo soffermati a dare notizie biografiche... anche
perché ne avevamo davvero poche! Non ci sembri il tipo che ama parlare molto di sé. Possiamo chiederti di "presentarti"
ai nostri lettori?
Si. Che dire... ho tre capezzoli. Una madre molto buona e carina. Un papà malato. Ho una chitarra, un computer. E una
chiesa
Un chiesa?
Si, una chiesa molto carina, in I slanda! (guarda la mia faccia perplessa, n.d.r.). Ehi, non ti sto mentendo! Posseggo
davvero una chiesa!
Ok, certo, ti credo. E quando hai iniziato a fare musica?
A quattordici anni, quando mio padre mi ha regalato una chitarra per la prima comunione... Poi un giorno venne mia zia
a casa a prendere un caffè, e m'insegnò a suonare una canzone di tre accordi. Da quel momento ho iniziato afare
canzoni mie, che ho sempre considerato noioso suonare pezzi di altri...
Che mi dici del tuo background musicale? Prima di vederti suonare live avrei pensato che ascolti molta elettronica,
soprattutto. Ma ascoltandoti in concerto ho decisamente cambiato idea…
Guarda, io ascolto tonnellate di elettronica. Ma poi dal vivo il novantanove virgola nove-nove-nove-nove-nove-nove per
cento di questa elettronica si rivela pallosissima. Guardare certi "concerti" di musica elettronica è quanto di più noioso si
possa immaginare. Vedi questi ragazzi premere decine di tasti e sembrano che facciano tutto tranne che suonare.
Stanno lì a premere "play", totalmente incuranti del pubblico. Non è suonare live, quello! E' tutto estremamente falso!
E' prendere per il culo lagente che paga per entrare. Stanno lì e fanno tutti i loro (fa rumori con la bocca imitando i
"glitch" elettronici, n.d.r.) suoni già preparati. Non c'è niente di "inaspettato" che può succedere: ovvero manca uno
degli elementi essenziali del live. Se devi fare dei live del genere è meglio che eviti, secondo me… limitati a vendere i CD!
T e l'ho detto, mi piace l'elettronica, ne compro e ne ascolto moltissima, ma odio ascoltarla dal vivo quando si riduce ad
un "preparato per i fessi".
Quindi la musica elettronica, in ogni caso, fa parte del tuo background…
Più che appartenere al mio background, appartiene alla mia stanza da letto, alla mia casa… ma dal vivo non funziona!
Nessuno riesce a fare qualcosa di interessante dal vivo, in questo genere.
E' per quest
o che i miei concerti sono molto più rock 'n' roll, e una componente importante è il mio prendermi in giro da
solo, il mostrare alla gente che puoi nello stesso tempo fare la scimmietta sul palco e comunque fare della musica.
I n ogni caso ci aspettavamo, dopo aver sentito il disco, qualcosa di perlomeno più "malinconico". Siamo stati
piacevolmente sorpresi di assistere ad un concerto così vitale…
Guarda, io principalmente cerco di divertirmi. Quando iniziai cercavo di coinvolgere le persone nel mood delle mie
canzoni, e quindi spesso i miei concerti potevano essere anche malinconici. Ma mi annoiavo tantissimo a vedere davanti
a me tutte queste facce inespressive. Credimi, odiavo davvero quella situazione: non si vedeva un solo sorriso nel
pubblico… a volte dopo cinque minuti smettevo di suonare, perché la situazione era insostenibile…
Quindi molto dipende anche dalla risposta del pubblico…
Certo, io sono pronto a cambiare il mio live set a seconda delle situazioni. Prendi stasera: il pubblico si divertiva,
sorrideva… di solito in I talia e in Spagna è così. I n Scandinavia, invece… loro vogliono proprio le cose più malinconiche.
Come a Londra, 'fanculo a loro… la gente è così noiosa: si aspettano questi concerti "seri" e tristi…queste cose
fottutamente pallose. Loro vogliono QUELLO! Lo vedi nelle loro facce…
Senza considerare il fatto che stasera (e penso in altre occasioni durante questo tour) ti hanno raggiunto i Múm sul palco
per suonare alcuni dei tuoi pezzi, hai mai pensato di presentarti con una vera band?
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Certo! I l disco "Lonely Mountains" l'ho registrato come un one
- man-band, in totale solitudine. Ho chiamato così il disco
perché penso che gli esseri umani possano sentirti davvero molto soli… per poi esplodere come delle montagne. Volevo
uno show di pop elettronico che assomigliasse un po' ad un circo… con una scimmia ubriaca sul palco che fa pazzie.
Ecco perché bevo tanto prima di esibirmi, fa parte del "concept". I l mio prossimo disco, invece, che è una colonna
sonora, penso sia bellissimo. L'ho realizza
to insieme alla mia ragazza…ed è molto più sexy!
E' molto funk. E di conseguenza avrò bisogno di musicisti che mi diano una mano. Avrò bisogno di un batterista, di un
bassista, di coriste… E' semplicemente un altro "concept"…mi voglio mettere alla prova!
I l mio primo esperimento - quello di suonare dal vivo con le macchine e una chitarra - l'ho portato al termine. Adesso mi
sono rotto dei computer, e voglio vedere cosa riesco a fare…
Nelle composizioni di "Lonely Mountain" sembra siano evocate le atmosfere notturne e solitarie del lunghissimo inverno
artico che si trascorre dalle vostre parti… più in generale si usa spesso associare la musica di voi artisti I slandesi alle
caratteristiche "naturali" del vostro paese. Cosa ne pensi? Pensi ci sia qualcosa nella tua musica che possa essere
associato alle immagini "tipiche" che si possano avere della tua I sola?
Sicuramente c'è qualcosa. Ma penso anche che si dicono molte stronzate romantiche su quest'argomento. La gente
immagina il nostro Paese come più gli piace, sognando cose che in realtà non esistono. Mi rendo conto che gli italiani e
la gente di altre parti del mondo possano vedere l'I slanda come un paese estremamente "esotico". Ma è anche un Paese
in cui la gente vive!
E in cui, purtroppo, c'è un altissim
o tasso di suicidi. E poi…abbiamo problemi d'amore proprio come voi italiani, e
…beviamo troppo...e la gente muore negli incidenti stradali, ci sono problemi di droga, lavoriamo troppo e…in generale
non è così romantico come voi pensate. Certo, anch'io posso avere delle idee simili se penso a Honolulu...
Capisco, certo, che la gente possa avere quest'idea romantica dell'I slanda. I n effetti è bellissima, ma non è una sorta di
paese delle fiabe. E' vera! E ci sono degli esseri umani che la popolano, con probl
emi simili agli esseri umani di tutto il
mondo. L'I slanda è soprattutto la gente che la popola, non i paesaggi pazzeschi, le cascate fantastiche etc...
Ok, sei stato molto chiaro. Ritornando alle tue influenze...ci sembra che la tua musica possa essere associata a dei film
del regista Aki Kaurismaki. Mi riferisco soprattutto a "Leningrad Cowboys Go America"... Lo conosci? Hai mai visto questo
(o altri suoi) film?
Mai sentito nominare! Mi puoi scrivere il suo nome su questo foglietto?
Guarda... devo dire che la mia influenza principale è T om Waits, piuttosto...
Davvero? I ncredibile! Proprio durante il nostro viaggio in macchina per venire qua ho detto: "Scommetto che Mugison è
un fan di T om Waits"...ed eccoti qui a parlare di lui...
Si, sono pazzo per T om Waits. Così come amo molto Bonnie Prince Billy, i Beatles, i Beach Boys, Portishead, Beck... e
pensa che un'estate, mentre lavoravo in fabbrica- m'innamorai anche di un pezzo di Eros Ramazzotti... Era una canzone
in cui lui duettava con T ina T urner (canta... n.d.r). Devo dire che questo tipo di cose non riesco a disprezzarle
veramente.
Apprezzo il fatto che queste canzoni possono essere cantate in coro dalla gente che va a fare una gita in pullman, o tra
persone ubriache che semplicemente vogliono baciarsi. Amo quella roba!
A giudicare dalla confezione veramente raffinata del tuo CD - che sarà costata un bel po', immaginiamo- abbiamo
pensato che quelli della Lifelike (la sua etichetta ndr) stanno facendo un gran lavoro intorno a te. Non è così?
No, no... sono tutti dei bastardi! Vedi: tutto quel lavoro l'ho fatto da solo. Ho fatto a mano trecento copie per loro, in un
giorno! Dopodicché loro hanno detto: "Ce ne servono diecimila così". E io ho dovuto coinvolgere anche la mia
famiglia...ci abbiamo messo due mesi! I o, la mia ragazza e mia nonna.
E loro? Non ti hanno aiutato in nessun modo?
Beh... hanno pagato il costo della carta, e il costo dei cd... per il resto l'ho fatto senza avere un centesimo, da solo, per
due mesi. Fin'ora non ho visto un penny...
Le canzoni di "Lonely Mountain" a quanto tempo fa risalgono? Le avevi pronte già da parecchio tempo, prima di
pubblicarle?
No, le ho registrate tutte in poco tempo, nell'estate del 2002. Ero da solo a Londra, senza una casa mia. Per fortuna
alcuni miei amici erano partiti per le vacanze, quindi ho vissuto in 4-5 loro appartamenti durante la loro assenza, dove ho
potuto arrangiare e registrare le cose che avevo già scritto prima di partire per Londra.
E il nuovo materiale?
E' pronto, l'etichetta però sta continua
mente posticipando la data d'uscita del disco. Sarà una colonna sonora per un film
di un regista scozzese su dei bambini ritardati cui nessuno ha ancora spiegato il senso della vita. Per il 70% , come ti ho
detto, sarà un album tutto sesso, funk e rock 'n'
roll...
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UNMUT E - Antonietta Donatelli
http://www.unmute.net/
Quando hai iniziat o a compor r e musica ?
Ho avuto la mia chitarra a quattordici anni e mio padre mi ha insegnato una canzone, e la suonavo sempre
dopo cena, dopodiché ho capito che sarebbe stato più facile imparare a suonare esercitandomi con le
canzoni degli altri.
Che cosa signif ica per t e compor r e musica e quali sono gli obiet t ivi del t uo pr oget t o solist a ?
Semplicemente mi piace farlo, penso di avere veramente bisogno di esprimere me stesso, in un modo o
nell’altro, è una cosa che faccio da quando ero adolescente, mia madre si meravigliava di cosa mi succedeva
quando avevo una chitarra ed un pianoforte, semplicemente perché ogni volta che mi arrabbio mi fermo per
cinque o sei ore a cantare, cantare e ancora cantare ed è l’unico modo per calmarmi, o per realizzare che c’è
cosa non va.
E’ il tuo ver o modo di espr imer t i quindi.
Si, è l’unico modo per evitare di uccidere qualcuno…
(ndr risate...) Potrei farci una canzone in futuro…
A cosa si ispir a “L onely Mount ain”?
Stavo studiando a Londra quando l’ ho composta, ed ho raccolto tutto il materiale di quel periodo per farci
un album, e sono stato fortunato perché alcuni miei amici sono partiti per l’estate a visitare le loro famiglie,
non avevo molti soldi per l’affitto di posti dove dormire, così sono stato in diverse parti di Londra mentre loro
non c’erano, ho passato due settimane a casa di un amico e due settimane a casa di un altro, per questo ho
avuto diverse influenze, sono stato coinvolto in diverse situazioni mentre componevo i vari brani… quindi
molti suoni provengono dai vari appartamenti, come per esempio, nella canzone numero due del cd si sente
il rumore delle caffettiera …perché un mio amico mi ha offerto un caffè e l’ ho registrato.
L ondr a è un puzzle di dif f er ent i paesi, e se t i sei mosso da un posto all’alt r o hai r isent it o quindi
anche dei cambiamenti dell’ambient e, ecco per ché nel cd ogni t r accia è così diver sa dalle alt r e...
Si, è proprio così, passi dalla zona indiana, a quella asiatica, etc…
( ndr nel frattempo ci servono un cappuccino…)
ed ora abbiamo anche il suono di un cappuccino..
(ndr risate…)
si un cappuccino di Roma, bhè in effetti è proprio così, basta avere un computer e puoi lavorare bene i
suoni…
Che str ument i usi per le canzoni, o che r umor i...
Di solito parto da una linea base che è chitarra e voce, quando è pronta vado avanti con gli arrangiamenti, la
trasporto sul computer, … diciamo che è abbastanza ‘schizofrenica’, non c’è un piano stabilito, può accadere
che arriva un amico ci sentiamo un pezzo di Bowie e da lì mi viene in mente di fare qualcosa, oppure mentre
lavo i piatti sento George Harrison e penso qualcosa di diverso, o ancora la sera mi sento T om Waits e
musicalmente provo altre cose. Sai le influenza possono essere varie…
Quali sono gli ar t ist i che hanno avut o il maggior e impat to su di t e?
T om Waits
Che ne pensi della scena islandese at t uale?
Penso che sia bellissimo, siamo molto legati sai… Penso sia molto interessante per alcuni forse è
semplicemente un terra “esotica”. Del resto quando viaggi ti rendi conto che ogni città o posto è
interessante, anche Roma. E per quanto riguarda me, ai ghiacciai preferisco il calore, io mi sento un
marinaio, mi piace visitare un casino di posti, mi piace guardare la gente, la gente è più importante dei posti.
I n I slanda dove vivo io è un posto molto piccolo, ci conosciamo tutti, pensa che non chiudiamo a chiave
neanche la porta di casa, lasciamo le chiavi in macchina… i bambini possono giocare ovunque, e questo tipo
di situazione mi piace. Ma posso trovare gente accoglienti anche altrove, la scorsa settimana ero a Porto in
Portogallo e la gente era splendida, sorridente, e anche la gente di Milano, anche se era venuta per vedere i
Múm, mi hanno accolto benissimo. Era gente aperta, allegra e mi sono sentito proprio a mio agio.
Qual è la t ua opinione del modo int or no a t e e del suo f ut ur o?
Personalmente ho buone speranze, perché amo veramente la vita, ma al tempo stesso mi sento anche
pessimista, perché il mondo è pieno di idioti, sai i soldi portano a fare di tutto pur di averne di più… Ma mi
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dico che devo essere ottimista, anche se sono un misto tra ottimismo e pessimismo. Del resto c’è speranza
anche nei periodi più disperati.
Vuoi dir ci qualcosa di positivo e qualcosa di negat ivo del modo dell’indust r ia discogr af ica e
della musica in gener e?
Penso che in genere il business è orribile, è noioso, ed è la peggiore cosa per la musica.
Specialmente in Europa ed in particolare in I nghilterra, se senti le conversazioni della gente di settore, è
veramente triste, a parte Mattiew e John, i manager della mia etichetta, sento un sacco di gente che lo fa
solo per moda, e gli piace farsi vedere e dicono continuamente sciocchezze, tipo: “conosci Gary?” “Si Gary è
grande, io oooh… e blah blah blah..” “e Smiths? si sono meglio, ma Bowie…”. Penso che il 99% di quello che
questa gente dice sono cazzate che fanno male alla musica.
Qual è l’ult imo libr o che hai lett o?
È una buona domanda, io leggo molti libri, ma credo che l’ultimo letto sia “T he Story Of Pee” è di uno
scrittore canadese, ma sul momento non ricordo il nome, è una bella storia, che trasforma ogni diversa
religione in una sola, ti mette di buon umore, forse è un po’ troppo sdolcinato in alcuni momenti, ma
nell’i nsieme è un bellissimo libro.
Lo raccomando a tutti lettori…
Pr oget t i f ut ur i?
Ho appena terminato la colonna sonora per un film chiamato “Niceland”* * * , è un progetto europeo, è un bel
film diretto da Fridrik T hor Fridriksson. Dovrebbe uscire nel 2004.
E’ or a di f ar e le pr ove…
Si, un saluto speciale
a voi e vi seguirò su internet
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