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AS
N. 136
Kimber
Isomike
Storia di una registrazione :
il CD Isomike allegato ad AS n.136
LP Mono
L’effetto
terapeutico
dei mono
Consigli pratici
AJ van den Hul
risponde
alle domande degli
audiofili
E m olto, m olto d i p iù!!
AS EXTRA
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 Cover Story / AS EXTRA 136
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Ray Kimber ci racconta come il CLICK
CD allegato ad AS 136 è stato inciso 9
Il ‘baffle’ usato da Ray Kimber
nelle registrazioni Isomike
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numero 136
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IsoMike: Storia di una registrazione
> 14
Il pianista Robert Silverman CLICK
su Mozart e il pianoforte > 17
 Consigli pratici > 20
AJ van den Hul risponde
alle domande più richieste
degli audiofili CLICK
 Da scoprire > 24
L’effetto terapeutico
delle vere incisioni
mono CLICK
 Karajan Remastered > 42
Pierre Bolduc
recensisce il volume
‘Sibelius: 1976-1984’ CLICK
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allegato con esempi musicali
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A.J. van den Hul consiglia:
Diafonia, risonanze, bracci
> 22
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Riflessioni di Kondo, parte 4
> 27
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e registratori
100 concerti live di Toscanini
su nastro! Link AS 136 p. 48:
PB parla dell'esperienza dell'ascolto
con nastri a bobina
SOMMARIO
 I Dischi per un’
isola deserta
Horn
> 30
Barbirolli
Kondosan
 Audio Designer CLICK
L’ing. Antonio Sese spiega la tecnologia
dietro il suo nuovo amplificatore
> 32
Link AS 136 p.40: PB recensisce
il finale A 900 EM della Horn Amplifiers
Bassano
 Riflessioni CLICK
Karajan parla di auto disciplina,
concentrazione e filosofia Zen
> 35
 Consigli pratici CLICK
Metodi di misura del bilanciamento
tonale, parte 1
> 37
Carole King
 Fatti tecnici CLICK
Alimentatori di tensione, parte 7
> 39
 Disco/Edizioni da evitare
‘Viva Elvis’ su LP CLICK
> 41
Toscanini
DISCHI PER UN’ISOLA DESERTA
 LP 33 giri classico CLICK
Barbirolli dirige musica per archi su EMI > 45
 CD classico CLICK
Bassano: Viva L'amore
 SACD non classico CLICK
Carole King: The Carnegie Hall
Concert, 1971
> 49
Viva Elvis!
> 47
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Fitzgerald e Armstrong: Porgy & Bess > 51
 SACD classico CLICK
Schubert: Quintetto per archi
online:
Porgy and Bess
I grandi Decca
Schubert
> 53
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cover story
PIERRE BOLDUC
PARLA CON
RAY KIMBER DELLA
REGISTRAZIONE DEL
CD ALLEGATO AD
AUDIOPHILE SOUND
N. 136
Ray Kimber
rima di tutto, Sig. Kimber, come le è venuta l'idea di creare
questo enorme sistema a pannelli per scopi di registrazione e
denominato 'IsoMike'?
P
Per mio diletto stavo sperimentando con le distanze degli altoparlanti collocati nei diffusori, assieme a vari schemi di crossover. Stavo
esaminando lo specifico problema di prendere una forma d'onda
complessa, dividerne il segnale elettricamente e poi affidare a degli
altoparlanti il compito di riprodurre la loro banda di frequenza assegnata, sperando possibilmente di ri-assemblare acusticamente una
parvenza di forma d'onda originale. Tuttavia c'erano sempre degli
“...Un giorno ho pensato che qualcosa
poteva succedere anche quando un evento
acustico venisse registrato da più microfoni e
poi riunito insieme elettronicamente. Come
sarebbe
cambiato quell'evento acustico se si fossero
utilizzati più microfoni, con successiva
miscelazione elettronica (electric mixing)?”
artefatti deleteri.
Un giorno ho pensato che qualcosa poteva succedere anche quan-
registrazioni utilizzando il Jecklin Disk, il Schneider Disk, e ho valu-
do un evento acustico venisse registrato da più microfoni e poi riu-
tato l'albero Decca, ORTF, Single Point e altri metodi di spaziatura
nito insieme elettronicamente. Come sarebbe cambiato quell'even-
dei microfoni e configurazioni.
to acustico se si fossero utilizzati più microfoni, con successiva
In conclusione, per la riproduzione dei diffusori, ignorando tutti gli
miscelazione elettronica (electric mixing)? Per sperimentare ho
altri fattori tranne la spaziatura, preferivo una distanza di microfo-
usato un singolo altoparlante con un generatore sinusoidale, quin-
no di circa 2 metri. Tralasciando tutti gli altri fattori eccetto la fedel-
di due microfoni distanziati fra loro in linea, a varia distanza dal dif-
tà, ho preferito microfoni omnidirezionali. Ignorando tutti gli altri
fusore. Volevo capire quale sarebbe stata la distanza massima o la
fattori, ad eccezione di miscelazione / tracciamento, ho preferito le
differenza nel guadagno entro la quale non vi sarebbero stati cam-
registrazioni non-mixate. A questo punto tutto quello che volevo
biamenti nella forma d'onda su un oscilloscopio. Stabilii che a circa
fare era soddisfare alcune curiosità personali. Così ho immaginato
3 metri di distanza o 10 dB di guadagno avrei pututo oscillare uno
2 microfoni omnidirezionali a distanza di più o meno 2 metri, dove
dei due microfoni senza vedere grandi cambiamenti nella forma
ognuno di essi poteva ‘vedere’ tutti i musicisti, ma non ‘vedere’ l'al-
d'onda visiva. Quindi ho usato un accordatore Korg come sorgente
tro microfono, e ciascuno di essi avrebbe solo 'visto' la "sua"rispet-
di segnale, che produceva una forma d'onda con delle armoniche
tiva acustica della sala. Ne seguì un progetto guidato da alcuni test
superiori. Movendo uno dei due microfoni si producevano cambia-
di laboratorio, alcune registrazioni di prova, e qualche intuizione, in
menti significativi nella forma d'onda visiva. Quindi più di 6 metri o
combinazione con qualsiasi materiale e qualsiasi capacità produttiva
di 20dB erano ora necessari per evitare quell'effetto. Ho ascoltato
avessimo prontamente disponibili.
> SOMMARIO
extra
9
ray kimber / isomike
ISOMIKE &
RAY KIMBER
cover story
“...I microfoni omni non cambiano tonalità
al variare della distanza, come fanno
invece quelli a cardioide (effetto di
prossimità). Il risultato è migliore, c'è una
più precisa risposta alle basse frequenze
ed una estremità superiore neutra”.
prima di tutto alla massima sicurezza.
Lei adotta microfoni omnidirezionali, perché?
I microfoni omni non cambiano tonalità al variare della
distanza, come fanno invece quelli a cardioide (effetto di
Lo stabilimento Kimber
prossimità). Il risultato è migliore, c'è una più precisa rispo-
E come ci sei arrivato alla forma attuale del IsoMike?
sta alle basse frequenze ed una estremità superiore neutra. Tuttavia
Avevamo un materiale della Johns-Manville normalmente utilizzato
non tutti i microfoni omnidirezionali sono stati creati allo stesso
per la canalizzazione dell'aria condizionata, e una fresatrice compu-
modo, alcuni sono migliori di altri. Quelli che noi usiamo molto sono
terizzata da 10 x 20 cm. Abbiamo realizzato alcuni piccoli IsoMike da
i Neumann M-150, DPA e Sennheiser. In tutti questi casi si tratta di
60 cm con spessore da parte a parte di 2,5 cm, poi aumentandolo
modelli specialmente modificati in fabbrica.
a ca. 4 cm, che andava meglio.
ray kimber / isomike
Poi degli IsoMike da 1,2 m, ancora migliori. Il passo successivo è
Perché lei applica l'Isomike a così grande distanza dai musicisti che
stato provare un IsoMike da 1,2 m con del spessore da 10 cm, nuo-
sta registrando?
vamente superiore. Poi ho avuto l'idea di scanalare il materiale in un
La posizione del microfono rispetto agli esecutori è determinata dal
modello a forma di cialda, immaginando che così facendo avrebbe
suono che vogliamo acquisire. Poiché il nostro obiettivo è quello di
migliorato l'assorbimento acustico, ed ha funzionato. Ma le piccole
catturare ciò che il pubblico avrebbe sentito dal vivo, i microfoni
cime delle forme a cialda erano molto fragili. Avevo qualcosa che
devono essere collocati nel punto migliore dell'audience. Durante un
funzionava, ma era essenzialmente inutilizzabile. Il passo successivo
concerto, uno spettatore non ascolterebbe mai un quartetto d'archi
è stato quello di 'cucire' a mano uno schermo in fibra di vetro sopra
seduto ad 1 metro di fronte ai musicisti. Il suono di ogni strumento
le cialde per tenerle ferme,. sospendere la forma a testa in giù e con
ha bisogno di spazio per mescolarsi musicalmente insieme.
attenzione rotolare l'adesivo sullo schermo, poi in basso su un lato
del tessuto. Fin qui, tutto bene; la forma da 1,2 m appariva bella e
avava cessato di spargere piccoli pezzi di vetroresina con ogni movimento. Passato circa un anno, ero curioso di provare una forma da
2,4 m. Doveva essere abbastanza pieghevole da entrare in un'automobile SUV, e strutturalmente forte da poter essere appesa sopra il
pubblico di una sala. L'IsoMike da 2,4 m ha richiesto più di 1.000 ore
di lavoro per essere costruito...
Come lei sa, la Decca aveva provato qualcosa di simile negli anni '50,
ma era molto più piccolo nelle dimensioni. Ha provato qualche sistema che gli assomigliasse?
Abbiamo provato molte altre disposizioni microfoniche, compreso
l'albero Decca con i tipici e previsti vantaggi e svantaggi. Io possiedo tutti i libri che sono stati scritti riguardo ai microfoni, che io sappia.
Sono rimasto molto impressionato dalle registrazioni di musica da
Perché quella grandezza?
Abbiamo creato molte variazioni di forma e dimensioni dell'IsoMike.
Abbiamo optato per il formato più grande, che è quello che attualmente usiamo, dovuto al suo miglior isolamento alle basse frequenze, e al fatto che si presta meglio alle installazioni supplementari
necessarie con 4 canali.
camera. Veramente, sono forse le più realistiche che io abbia sentito. Come mai l'immagine è abbastanza ravvicinata quando il 'Nemo'
(soprannome dell'Isomike) è posto così lontano e in alto?
Poichè i microfoni sono acusticamente isolati l'uno dall'altro, si riducono al minimo le cancellazioni acustiche fra canali che invece si
verificherebbero con le tecniche di microfonaggio convenzionali.
Cosa può dirci riguardo al materiale adottato: è assorbente o riflettente?
Questo consente all'intero sistema di essere più sensibile e chiaro,
nonostante le (più) lunghe distanze.
L'IsoMike viene lavorato partendo da una fibra di vetro altamente
La registrazione delle Sonate di Mozart, al pianoforte, è stata fatta
assorbente. Il processo di produzione ci permette di unire altri mate-
con DSD singolo o doppio (2,8 o 5,6)?
riali come dei cavi di utilizzo aeronautico e del Kevlar per aggiunge-
La registrazione di Mozart è realizzata in DSD standard a 2,8MHz.
re robustezza alla struttura. Dal momento che sovrasta la gente in
una sala durante concerti dal vivo, deve essere costruito pensando
10 extra
> SOMMARIO
Che tipo di differenze sente quando utilizza la doppia frequenza di
Ray Kimber
campionamento? Quale sarebbe la soluzione equivalente per il PCM?
una risoluzione DSD ancora più elevata. Può dirci qualcosa su questo
Non esiste un'equivalente nel PCM. Più si aumenta la frequenza di
sistema?
campionamento, più il digitale può avvicinarsi al riprodurre l'equiva-
Stiamo registrando adesso ad una risoluzione di 11,2Mhz, detta Quad
lente di quello che si sente nella vita reale. Con i nostri nuovi conver-
DSD. Abbiamo riscontrato che questo sistema di registrazione suona
titori, riscontriamo come il rumore di fondo interno sia estremamen-
ancora più realistico, e possiamo raggiungere un rumore di fondo
te basso.
ancora più basso.
Quando chiedo alle persone alle quali piace il DSD qual è il motivo per
cui lo preferiscano al PCM, di solito rispondono 'perché è più simile
all'analogico'. Secondo lei, come può corrispondere alla verità, e
sarebbe d'accordo con quell'affermazione?
Alle mie orecchie il DSD cattura un segnale con una risoluzione che è
più vicina all'analogico di qualsiasi altro formato digitale.
Abbiamo recentemente acquistato delle nuove apparecchiature dalla
Merging Technologies che rendono possibile il Quad DSD; si tratta
della Pyramix con interfaccia HORUS e audio DSD di rete HAPI.
(www.merging.com)
Ritorneremo su questo argomento. Per il momento ti ringrazio per
l'intervista. Pierre Bolduc
Per quanto riguarda il nostro disco di pianoforte, il segnale è stato
inviato direttamente a un processore DSD, o lo ha fatto passare attraverso un mixer?
Non utilizziamo mai elettroniche nel percorso di registrazione, che
andrebbero a miscelare o compromettere il segnale. I quattro canali
audio che registriamo, senza limitazione o compressione, sono canali distinti dal momento della cattura alla riproduzione sull'SA-CD. C'è
stato un montaggio post-sessione, insieme alla necessaria masterizzazione e al processo di creazione del disco, ma non abbiamo applicato alcuna equalizzazione o altre lavorazioni.
Come ultima cosa, mi ha detto al telefono che lei sta lavorando ad
La campagna dove è locato lo stabilimento Kimber
> SOMMARIO
extra
11
ray kimber / isomike
cover story
DISTRIBUZIONE PER L’ITALIA
DML AUDIO
Via del Salice, 28 - 47822 Santarcangelo di Romagna (RN)
tel: +39 0541 623905 - mail: [email protected] - web: www.dmlaudio.it
extra cover story
GORM DAMBORG
CI RACCONTA LA SUA
ESPERIENZA DELLA
REGISTRAZIONE DEL
CD ALLEGATO, IN COMPAGNIA
DI RAY KIMBER
Damborg segue le sedute di incisione
con il sistema Isomike, o ‘Nemo’ come
è soprannominato...
CD ISOMIKE
ALLEGATO
AL n.136 DI
Audiophile sound
GORM DAMBORG
GORM DAMBORG
VISITA OGDON DOVE RAY KIMBER
STA REGISTRANDO
IL DISCO DEDICATO A MOZART
vendo diciotto Sonate da registrare e solo sei giorni per farlo, ognuno di noi ha iniziato presto il lunedì. Il sistema Isomike doveva essere fissato al suo posto, lo Steinway necessitava di un'accordatura finale, le attrezzature digitali e i computer avevano bisogno
di interconnessione e Bob (Robert
Silverman) doveva acclimatarsi con il
pianoforte e la sala.
A
Il sistema IsoMike sarà pure un ‘lavoro in
corso’, ma il suo successo nel catturare
un viaggio musicale, rivelando allo stesso tempo le sottigliezze più piccole del
luogo di registrazione, è ora ben documentato. La recente registrazione del
Fry Street Quartet in questa stessa sala,
con Graemme Brown al timone, ha ottenuto critiche entusiastiche in rete (si può
Robert Silverman
leggere sul sito SA-CD.net).
> SOMMARIO
extra
13
ray kimber / isomike
STORIA DI
UN’INCISIONE
cover story
Ciò che ha dimostrato Ray Kimber è che un sistema a quattro
microfoni, con ciascun canale separato tramite delle orecchie
“...Ciò che ha dimostrato Ray Kimber è che un
assorbenti in stile ‘Dumbo’ (foto accanto, a pagina 11) è in grado
sistema a quattro microfoni, con ciascun canale
di produrre stupefacenti risultati. Naturalmente ogni sessione di
separato tramite delle orecchie assorbenti in
registrazione può avere strumenti diversi, e devo confessare alcune mie preoccupazioni iniziali circa la quantità di riverbero nella
stile ‘Dumbo’ è in grado di produrre
sala che avevo sentito seduto in sesta fila durante gran parte della
stupefacenti risultati...”
registrazione. Il mio timore era che le note iniziali di pianoforte
venissero affogate dal mare di eco della sala; una paura che era
totalmente infondata. Sia Graemme che Ray conoscono perfettamente la loro attività (e le attrezzature), come hanno ampiamen-
nei momenti in cui Bob chiedeva una domanda a Ellen (che stava
te dimostrato il terzo giorno, quando abbiamo ascoltato la riprodu-
facendo il lavoro di assistente nel tenere traccia di ogni nota): era
zione presso lo stabilimento di Ray (in realtà il bacino di carico per il
stranamente come stare seduti in sala durante la registrazione
suo magazzino da 2800 metri quadrati di cavi per musica e video).
effettiva.
Se vi piacciono i grandi diffusori elettrostatici, questo dovrebbe
L'arte di registrare richiede non solo un'eccezionale musicalità, una
essere il vostro Nirvana: quattro Sound Lab Prostatt 922 alti 2,70
conoscenza tecnica e ottime apparecchiature, ma anche una note-
metri e larghi 1,80m. hanno prodotto una vivida rievocazione di
vole pianificazione per evitare di rovinare tutto il processo, soprat-
Bob che suonava lo Steinway, che con mia felice sorpresa era arti-
tutto quando è realizzato al di fuori dell'atmosfera controllata di
colato e immediato allo stesso tempo, quasi come se i microfoni
uno studio. Oltre alla logistica del prenotare la sala, ci sono state
fossero stati a solo pochi metri dal pianoforte. Mi piaceva molto il
molte altre situazioni con le quali dover fare i conti: gli impianti di
suono a due canali stereo, ma la sensazione palpabile di essere
condizionamento, gli studenti nei corridoi, i jet dell'Air Force e,
nella sala è stata realizzata solo con quattro canali, e soprattutto
come abbiamo riscontrato nelle sessioni di registrazione sia a
ray kimber / isomike
Il team Isomike
14 extra
> SOMMARIO
ray kimber / isomike
cover story
Il ‘baffle’ Isomike, soprannominato ‘Nemo’ dal team
Santa Barbara sia ad Albuquerque, gli sgabelli di pianoforte cigo-
Dopo aver domato quei demoni, siamo tornati al vecchio trucco di
lanti e le tastiere rumorose. Avete mai sbirciato sotto un pianofor-
piazzare un coperchio assorbente sopra l'intero sgabello da piano-
te da oltre 100 mila dollari? A differenza della sua superficie luci-
forte: in questo caso, la copertina morbida del piano.
da, la parte inferiore ha numerosi blocchi grezzi di legno tenuti
Con i rumori immediati sotto controllo, rimanevano le forze aeree
fermi da viti in vecchio stile, ognuna dei quali può agitarsi e spo-
americane da domare. In qualche modo sapevamo tutti che chie-
starsi quanto basta da stridere e starnazzare, nel preciso istante
dere loro di smettere di far volare i loro massicci jet C5A da tra-
in cui un arpeggio sublime dovrebbe dissolversi in quello succes-
sporto e F22 Raptor ogni pomeriggio sarebbe stata una richiesta
sivo.
impossibile da accettare. Così, con alcune riprese audio supple-
E avete mai notato come quasi tutti gli sgabelli da sala di concer-
mentari qua e là, e in qualche modo, grazie alle stupefacenti dita
to siano in grado di produrre una serie di rumori, quasi fosse un
di Bob, gli occhi d'aquila di Ellen e le competenze informatiche e
complemento ai contributi del pianoforte? Con la torcia in mano
EMM Lab di Graemme, ogni giorno abbiamo registrato un buon
eravamo lì, Lamar (un eccellente accordatore di pianoforte che
numero di sonate di Mozart.
può davvero suonare la tastiera) e io, sotto lo Steinway in cerca
In breve tempo abbiamo istituito una piccola procedura: dopo la
del Sig. Stridulo.
prima colazione l'equipaggio avrebbe provato le apparecchiature
> SOMMARIO
extra
15
cover story
“...è stato con un certo piacere e meraviglia che ho visitato il massiccio stabilimento
di Ray Kimber per la produzione di cavi: stanza dopo stanza di apparecchiature
specialistiche per le prove, laboratori di montaggio, numerosi
scaffali con pezzi esoterici, e perfino vasche di raffreddamento criogeniche...”
e garantito adeguate quantità di disponibilità di materiale di regi-
re il prodotto finale da Ogden, una volta che tutto il montaggio è
strazione; Ellen e io avremmo (con l'uso generoso dell'automobi-
stato completato.
le di Ray) visitato la campagna locale; Bob avrebbe fatto pratica
Amo la musica e sono onorato di aver fatto parte dell'intera ope-
sullo Steinway e, arrivati al primo pomeriggio, Mozart sarebbe
razione.
stato catturato in suono surround, fino a tarda sera. Di tanto in
Grazie soprattutto a Ray Kimber per la sua generosità infinita.
tanto l'Air Force ci avrebbe fatto sapere che i suoi aerei erano in
Gorm Damborg
perlustrazione e le sessioni venivano interrotte, oppure sarebbero stati necessari
nuovi 'takes'.
In qualità di audiofilo da sempre (ho
costruito il mio primo 'sistema' oltre 45
anni fa) non ho tempo da perdere per coloro che insinuano che i cavi audio Hi-End
siano solo dei fili troppo cari. Così è stato
con un certo piacere e meraviglia che ho
visitato il massiccio stabilimento di Ray
Kimber per la produzione di cavi: stanza
ray kimber / isomike
dopo stanza di apparecchiature specialistiche per le prove, laboratori di montaggio,
numerosi scaffali con pezzi esoterici, e perfino vasche di raffreddamento criogeniche.
Questo non è una ditta familiare con
mamma e papà che fanno i cavi, ma una
struttura su grande scala molto sofisticata,
chiaramente in grado di servire non solo i
propri clienti, ma anche altri produttori di
cavi.
Purtroppo il mio soggiorno in Utah doveva
finire prima che le ultime sessioni fossero
terminate. C'erano molti altri aspetti del
progetto e aree della campagna Ogden che
avrei voluto esplorare: mi sarebbe piaciuto
provare una delle sei motociclette Rune (sì,
le ho contate); sarebbe stato utile ascoltare la riproduzione su alcuni dei molti altri
diffusori monitor che erano a disposizione
di Ray; e non mi stancherei mai di ascoltare la musica di Mozart interpretata da mio
incredibilmente talentuoso amico Robert
Silverman.
Al mio ritorno a Vancouver ho appreso
ancora delle capacità di Graemme Brown
(ha fatto alcune masterizzazioni incredibili
di Chick Corea, come recentemente dimostrato su HD Net) e sono ansioso di senti-
16 extra
> SOMMARIO
Robert Silverman durante la registrazione del nostro CD allegato ad AS
cover story
STORIA DI
UNA SONATA
PIANISTA E PROTAGONISTA
DEL CD ISOMIKE, DEDICATO
ALLE SONATE DI MOZART,
CI PARLA DEL GRANDE
COMPOSTIORE E DELLA
SUA MUSICA
e Sonate per pianoforte di Mozart non sono comunemente
ritenute rappresentative dei suoi migliori lavori, ma io non
sono d'accordo. Certo, non sono così centrali nella sua opera
come quelle di Beethoven. Le sonate di quest'ultimo ci offrono una
visione unica del progresso dell'autore da un lavoro all'altro, mentre quelle di Mozart forniscono ‘istantanee’ di colui che probabilmente è stato il più grande talento musicale di tutti i tempi, a partire dai suoi anni dell'adolescenza fino al 1789, due anni prima della
sua morte.
sarebbero servite come modelli particolarmente utili - nessun com-
Non dobbiamo dimenticare che anche Mozart dovette sottoporsi a
Mozart, trattando lo strumento in modo tradizionale e assottiglian-
L
una lunga curva di apprendimento. Aveva iniziato a comporre all'età
di cinque anni, ma con alcune eccezioni di rilievo, le sue opere
migliori portano tutte un numero di Kochel (1) superiore a 350,
quando egli era nella prima metà dei suoi vent'anni; e fu solo
durante gli ultimi sette o otto anni della sua vita che sfornò un
capolavoro dopo l'altro. In altre parole, anche per un talento prodigioso come Mozart c'era voluto un 'apprendistato' di quindici anni
per iniziare a lasciare una traccia.
Un buon terzo delle sue Sonate per pianoforte (quelle che eseguiva nelle sue trasferte, conosciute come ‘difficili’) furono scritte nel
corso di tale periodo. Uno sguardo al catalogo Kochel rivela come
esse, lungi dall'essere relativamente di minor valore, siano notevolmente rappresentative delle sue migliori opere realizzate al momento della loro composizione. Né quest'osservazione si limita alle
prime Sonate: è rimasta veritiera fino al 1785 circa. Persino le ultime quattro Sonate, composte al culmine dei suoi poteri, sono
superbe, sebbene non più al suo picco innovativo.
Mozart aveva un altro ostacolo da superare: come Josef Haydn, egli
aveva iniziato a scrivere sonate per pianoforte in un epoca in cui sia
il linguaggio classico maturo che lo strumento stesso erano così
nuovi che, anche se molte sonate erano già state pubblicate - e
quelle dei figli di Bach, Carl Philip Emanuel e Johann Christian,
positore aveva fino a quel momento creato un vero capolavoro di
piano solista. Inevitabilmente, i due più grandi compositori dell'epoca dovettero capire da soli come scrivere per il pianoforte, e lo fecero in modi diametralmente opposti.
Haydn sperimentò molto di più con le possibilità dello strumento insoliti effetti col pedale, porre le mani alle estremità della tastiera,
ecc. - ma spesso non raggiunse risultati paragonabili alla qualità
riscontrata nei suoi innovativi quartetti e sinfonie. Al contrario,
do le sue trame, fu più abile ad applicare la sua mano magistrale e
ben riconoscibile alla sua musica per pianoforte. Inoltre è affascinante rilevare come questi risultati si sarebbero poi fatti strada nelle
sue composizioni sinfoniche e da camera, e anche nelle opere.
La partitura di una sonata di Mozart è spesso analoga alla punta di
un iceberg. Quel che non è scritto è importante tanto quanto le
note che sono presenti. Ogni volta che ascolto o eseguo una sonata di Mozart, mi ritrovo sempre a riempire nella mia testa altre parti,
non scritte. Quando insegno questi brani, mi siedo a un secondo pianoforte e suono quel che posso di quelle parti 'non composte', in modo
che i miei studenti possano comprendere la totalità del pezzo (2).
Ci fu anche un altro problema: il fortepiano stesso. Questo strumento transitorio per il quale Mozart scriveva, durante la sua vita
stava cambiando di anno in anno. Egli aveva conosciuto solo i pianoforti scadenti che avevano preceduto la sua scoperta dello strumento di Stein, quindi naturalmente avrebbe elogiato le sue qualità, come fece in una famosa lettera. Inoltre le differenze tra i prodotti provenienti da vari fabbricanti di pianoforti in un qualsiasi
momento, erano enormi. Innegabilmente, è illuminante ascoltare le
Sonate di Mozart eseguite sugli strumenti che egli aveva conosciuto e ci sono - finalmente - alcuni fortepianisti oggi con sufficiente
abilità e musicalità da darci un quadro corretto di come potevano
> SOMMARIO
extra
17
ray kimber / isomike
ROBERT SILVERMAN,
cover story
“...La partitura di una sonata di Mozart è spesso
analoga alla punta di un iceberg. Quel che non è
scritto è importante tanto quanto le note che
sono presenti. Ogni volta che ascolto o eseguo
una sonata di Mozart, mi ritrovo sempre a
riempire nella mia testa altre parti, non scritte.
Quando insegno questi brani, mi siedo a un
secondo pianoforte e suono quel che posso di
quelle parti 'non composte', in modo
che i miei studenti possano
comprendere la totalità del pezzo...”
suonare le esecuzioni artistiche nel tardo XVIII secolo.
Tuttavia, detto questo, esigere che un musicista suoni Mozart esclusivamente sul fortepiano - come ancora fanno alcuni polemisti equivale a insistere che uno debba usare un Commodore 64 per
eseguire le funzioni che potevano fare i computer domestici di 25
anni fa; riservando il più recente PC o Mac esclusivamente per il
montaggio video e la navigazione internet. Sono convinto che
Mozart avrebbe fatto carte false per avere un pianoforte moderno
a sua disposizione. Le gamme timbriche e dinamiche di quest'ulti-
ray kimber / isomike
mo sono talmente più ampie, con molte più possibilità di sottigliezza.
Fortunatamente molti pianisti di oggi non hanno alcun problema
nell'eseguire Mozart su uno strumento contemporaneo. Tuttavia è
necessaria un'importante riconfigurazione della tecnica per qualsiasi strumentista preparato tradizionalmente che voglia esplorare
seriamente quel repertorio.
Questioni come l'espressività, il tocco, l'inflessione, le dinamiche, e
perfino la posizione di base della mano, richiedono particolare
riflessione e studio. Il pianismo 'da competizione' della fine del XIX
secolo, così favorito dai più giovani atleti della tastiera di oggi e dai
loro allenatori, va nella direzione assolutamente contraria a quanto
richiesto per questa musica.
Mozart era costantemente lodato per la sua tecnica regolare e il suo
gusto musicale (per non parlare dei suoi poteri d'improvvisazione e
la fenomenale memoria). Egli si lamentò, in una delle sue lettere,
di un pianista a cui mancava un legato ben addestrato, quindi evidentemente egli considerava importante quell'aspetto del suonare
la tastiera. In un'altra lettera egli loda quelle qualità in Rosa
Cannabich, pianista per la quale egli scrisse la sua Settima Sonata.
In tutti i casi il legato era un effetto speciale per Mozart, non il suo
modus operandi normale. Questo crea dei problemi a un esecutore
di oggi, poiché anche nel corso della vita del compositore, il suo
stile di esecuzione distaccato stava diventando rapidamente 'vecchio stile'.
Beethoven, che sentì Mozart eseguire nel 1787, in seguito denominò il suo pianismo come 'danza delle dita', pur avendolo anche difeso dicendo “ovviamente, egli aveva sempre avuto pianoforti terribili da affrontare a quel tempo” (in altre parole, alcuni dei sostenito-
18 extra
> SOMMARIO
ri odierni dell'autenticità fanno un feticcio dell'eseguire Mozart
esclusivamente su uno strumento che Beethoven aveva già trovato
obsoleto).
In ultima analisi, la domanda legittima - che non può avere risposta - rimane: lo stile distaccato di Mozart era veramente il suo modo
ideale di suonare, oppure era la sua maniera di trattare l'azione
lenta della maggior parte dei pianoforti con i quali aveva a che fare
nella sua carriera?
Nella sfida ben documentata tra Mozart e Clementi nel 1781, il risultato fu decisamente incerto, e potrebbe anche essere stato a favore di Clementi. Secondo alcuni resoconti, Mozart era stato l'esecutore con più buon gusto, ma Clementi aveva usato il suo impressionante virtuosismo e il pervasivo tocco legato di grande effetto. In
ogni caso, il suo stile innegabilmente puntava alla direzione verso il
quale il pianismo si sarebbe diretto nel prossimo futuro. Mozart
parlò con disprezzo dell'esecuzione di Clementi, e non avrebbe giudicato molto bene nemmeno Beethoven, se fosse vissuto abbastanza per sentirlo.
Anche se Mozart utilizzava le indicazioni di esecuzione con relativa
parsimonia, ne esistono abbastanza fra esse per darci una giusta
idea di quello che egli avrebbe o non avrebbe approvato.
Quegli staccati pervasivi e flessive marcature di frase nell'arco di
due o tre note sono un elemento importante dello stile classico, e
devono essere rispettate. Tuttavia esse non furono mai intese dal
compositore come sostitute per le organizzazioni armoniche e
cover story
indicazione, nel qual caso la prima successiva marcatura è invariabilmente un piano. In altre parole, un'apertura relativamente forte
è chiaramente implicita dove non vi è alcuna indicazione, ma quanto è forte il forte?
La delicata Sonata n. 4 inizia allo stesso livello dinamico della tempestosa n. 8? Non proprio. Probabilmente non esiste un altro compositore per il quale forte e piano sono così relativi come per
Mozart. L'osservanza pedante di tali segni o della mancanza di essi,
senza considerare il contesto musicale, non è la chiave per ottenere l'autenticità dell'esecuzione; servono un'ottima intelligenza e
intuizione, per determinare quanto forte e morbida la musica dovrà
essere in un qualsiasi dato momento, e come effettuare il passaggio dall'una all'altra.
Soprattutto, quando il musicista esegue Mozart su un qualsiasi strumento, deve ricordare che Mozart era fondamentalmente un compositore d'opera, anche quando non ne stava componendo. Il
egli aveva! Negli ultimi 200 anni abbiamo imparato a conoscere le
opere di Donizetti, Verdi, Puccini, Wagner, Strauss, Berg, e così via,
ma niente esisteva di quel repertorio, o fu addirittura immaginato,
quando i lavori per il palcoscenico di Mozart fecero la loro prima
apparizione.
Le sue opere non erano considerate eleganti o affascinanti. Non
erano destinate ad essere 'prese alla leggera', come ha dichiarato
il regista d'opera Peter Sellars.
Al fine di percepire Mozart come doveva essere apparso ai suoi con-
“...Il pianoforte di Mozart
deve cantare, deve parlare;
a volte gridare.
E se ciò non
fosse già un compito gravoso
per l'esecutore,
deve anche ballare...”
temporanei, bisogna dimenticare tutta la musica scritta da lì in poi,
da Beethoven in seguito. Così è con le Sonate: ognuna ha la sua
storia da raccontare. Il dialogo, l'aria, e gli ensemble abbondano. Il
suo palcoscenico deve sempre essere popolato con personaggi
dinamici che interagiscono tra loro, spesso ferocemente.
Il suo piano deve cantare, deve parlare; a volte gridare. E se ciò
non fosse già un compito gravoso per l'esecutore, deve anche ballare. Robert Silverman
Note:
1. Le composizioni di Mozart sono universalmente identificate per
mezzo di un catalogo cronologico realizzato nel XIX secolo dallo
studioso Ludwig von Kochel. Il numero della K o K.V. (Köchel
melodiche su grande scala, che allo stesso modo vanno delineate
con chiarezza.
Se osserviamo solo le prime, abbiamo l'equivalente musicale di un
uccellino che becca irregolarmente il suo cibo; ugualmente, eliminarle e introdurre lunghe frasi in legato che durino intere misure, si
tradurrebbe in uno stile che nelle mani di un bravo pianista può
essere molto bello, ma è comunque seriamente obsoleto.
Con alcune poche eccezioni, il forte e il piano sono gli unici segni
dinamici che Mozart impiegò; in tutte le sonate si possono trovare
solo una manciata di fortissimi, pianissimi, o marcature gradazionali. Inoltre, le aperture di quasi tutti i cinquantacinque movimenti
sono contrassegnate o 'piano', o alternativamente, senza alcuna
Verzeichnis) è un'indicazione di dove si trovi unticolare all'interno
dell'intera produzione del compositore di 626 opere. Sebbene il
catalogo originale fosse ragionevolmente accurato per il suo tempo,
delle recenti ricerche hanno scoperto molti errori nel catalogo originale, e questo ha portato a numerose revisioni, tra cui una importante fatta nel 1937 dallo studioso di Mozart Alfred (non Albert)
Einstein. Questi numeri sono spesso collocati tra parentesi accanto
all'originale.
2. È interessante notare che Grieg usava impiegare tale pratica con
i suoi allievi (anche se in maniera ultra-romantica) e pubblicò anche
alcuni di questi accompagnamenti.
> SOMMARIO
extra
19
ray kimber / isomike
dramma era nel suo sangue. E quale avvincente senso del dramma
LINK UP > AS 136
LINK UP > AUDIOPHILE sound
leggete l’articolo su AS 133 / pp.53
AJ VAN DEN HUL
risponde
a 7 domande
da parte degli
audiofili...
Parte 1 (domande 1-3)
LINK UP AS 136: aj van den hul
“...Lo hi-fi è una buona combinazione
fatta di esperienza emozionale e di
tecnologia. L’esperienza emotiva, in
questo caso, è la musica come
approccio diretto alla mente umana...”
AJ VAN DEN HUL
rima domanda: Potresti brevemente presentarti ai nostri
P
Ma dall'altro lato è stato una buona cosa. Il lato positivo di que-
lettori?
sto fu che ho acquisito un'affinità per queste cose. Un po' come
Sono un collezionista molto soggettivo, ma ora questa espres-
Quand'ero un liceale, ho avuto il mio apparecchio ricevente
sione non ti dirà granché. Pertanto, prima ti fornisco alcune spie-
tascabile, così come il mio trasmettitore a onde medie per invia-
gazioni supplementari.
re le soluzioni per i compiti scolastici dopo la fine delle lezioni,
Sono nato nel 1937, poco prima che scoppiasse la Seconda
con la musica suonata sul giradischi costruito da me. A quell'epo-
guerra mondiale, nella quale mio padre fu fortemente coinvolto.
ca possedevo soltanto dischi a 78 giri. Vari tipi di jazz e di musi-
Sono cresciuto con un sacco di componenti elettronici, sebbene
ca classica si mescolavano nello stesso programma. E pensare
nessuno mi abbia mai dato una spiegazione in merito.
che la figura del disc jockey doveva ancora essere inventata…
Mio padre era un collezionista di valvole e componenti elettroni-
Anche il sistema di amplificazione usato durante i giochi sportivi
ci, quindi ne avevo di cose da vedere e da fare, oltre, natural-
era nelle mie mane. In breve tempo s'impara molto circa l'acusti-
mente, anche da danneggiare. Quando la guerra finì, mio padre
ca all'aperto; collegamenti tramite cavi (600 Ohm), microfoni,
tornò da un campo di prigionia tedesco, ma stava così male che
ronzii e riproduzioni open air.
non ebbi la possibilità di farmi spiegare da lui ciò che era stato
Dopo aver finito il liceo, frequentai la Technical University di
una malattia cronica.
conservato nel nostro attico. Morì all'inizio del 1948 ed io rimasi
da solo con tutti quegli oggetti che, all'epoca, potevano essere
considerati da alcuni una bella collezione: per esempio, c'erano
le prime valvole mai costruite e
anche
Van den Hul
Distributore per l’Italia
dei prodotti Van den Hul
i
primissimi
ricevitori
costruiti proprio con quelle valvole;
inoltre, c'erano grandi condensatori e, sicuramente anche per gli
standard odierni, bobine di tutti i
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generi. E, naturalmente, alimenta-
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tori che ronzavano.
20 extra
Molti di quegli oggetti le ho disfatte ed p stato un gran peccato…
> SOMMARIO
Delft, dove studiai elettronica e fisica, specializzandomi in tecniche di misurazione, ossia proprio il campo che mi mancava
quand'ero ragazzo con tutte le vecchie apparecchiature di allora.
Ma non sentendomi completamente soddisfatto del campo tecnologico, come primo lavoro scelsi di insegnare fisica in un liceo
e, in seguito, in un istituto tecnico. Perché questo? Un ritorno alle
origini è ciò che accade nella vita di ognuno. Quando non facciamo bene il nostro lavoro, è consigliabile tornare indietro, ripetendo l'operazione per cercare di fare meglio. Poi c'erano… un
matrimonio, l'educazione dei figli, le amicizie, un'azienda: ci sono
molti esempi in proposito.
Il lavoro d'insegnante mi ha occupato per tredici anni prima che
mi rendessi conto che stavo cercando di riparare con l'insegna-
LINK UP > AS 136
“...La musica è il linguaggio che ignora i sistemi
politici, gli stili culturali o i confini linguistici.
È capace di combinare le cose buone nella
mente umana. Nella musica esprimiamo i nostri
sentimenti più profondi. Nel fare musica, le
persone sono più oneste rispetto a quelle che
fanno altri tipi di lavoro. Grazie alla musica
mostriamo il nostro vero modo di essere...”
AJ VAN DEN HUL
professione, si deve cercare inevitabilmente un altro hobby.
Lo hi-fi è una buona combinazione fatta di esperienza emozionale e di tecnologia. L'esperienza emotiva, in questo caso, è la musica come approccio diretto alla mente umana. La musica è un linguaggio compreso da molte più persone rispetto a quelle raggiungibili con una semplice lingua. Le lingue abituali sono vincolate
alle terre dove sono parlate. La musica, invece, è in grado di superare le frontiere e può raggiungere ogni parte del mondo.
Bach non è solo apprezzato da persone di lingua tedesca per il
semplice fatto che il tedesco era la lingua di Bach. Per alcuni il suo
rigoroso modo di comporre dice qualcosa circa l'atteggiamento del
modo di essere di coloro che vivevano in quello stesso territorio.
Quando compresi ciò, lasciai il mio lavoro e iniziai una nuova vita.
Ma la musica significa molto di più. Significa anche esperienza
Stavolta iniziai veramente una vera vita.
spaziale, qualcosa di cui certamente abbiamo bisogno in questo
Nel corso degli anni quando insegnavo, il mio interesse per l'au-
mondo così sovraffollato. La musica è il linguaggio che ignora i
dio era così forte che decisi di fare il giornalista. Insegnare agli stu-
sistemi politici, gli stili culturali o i confini linguistici. È capace di
denti ci insegna come spiegare concetti difficili con parole sempli-
combinare le cose buone nella mente umana. Nella musica espri-
ci. Questo vale anche per il giornalismo. Per scrivere articoli,
miamo i nostri sentimenti più profondi. Nel fare musica, le perso-
molto spesso bisogna girare il mondo. E questa è un'esperienza
ne sono più oneste rispetto a quelle che fanno altri tipi di lavoro.
molto interessante: significa conoscere altri colori, persone, pae-
Grazie alla musica mostriamo il nostro vero modo di essere.
saggi, espressioni culturali, arte, musica, alberghi, cibi, odori e
Per condividere tutto ciò, ho scelto di lavorare nell'industria hi-fi.
foreste selvagge.
Non per l'industria stessa, ma per le emozioni che possono esse-
Si scopre che la vita non è fatta solo di tecnologia. E questo è un
re rafforzate dallo hi-fi. Un mezzo la cui lingua è la musica.
qualcosa che rende anche la musica più interessante. Essendo
lontano dalle proprie radici esistenziali, è possibile comprendere
Terza domanda: Quale compositore o interprete ti piace di più?
meglio il comportamento umano, gli atteggiamenti e gli scopi degli
Come ho già avuto modo di dire prima, Johann Sebastian Bach è
uomini. E ciò permette anche di avere più rispetto per le altre
uno dei miei compositori preferiti. E' il suo stile, 'in apparenza'
razze e per altri modi sociali di vivere. Improvvisamente, la musi-
matematico ma, in realtà molto armonioso, che mi attira. Per altri
ca sembra essere parte del modo con il quale gli esseri umani
motivi anche Mozart è un compositore che scuscita emozioni. E
esprimono i loro sentimenti.
poi Mahler, a causa delle sue complesse e, allo stesso tempo,
Noi in occidente siamo sicuramente dei collezionisti di oggetti, al
meravigliose orchestrazioni. È un compositore capace di creare
punto che più oggetti abbiamo, più siamo felici. Avere un sacco di
suoni imprevisti e quindi assai più attraenti. Anche alcuni compo-
oggetti significa che siamo persone di successo. Ma in altri siste-
sitori russi come Shostakovich, Prokofiev e Mussorgsky sono arte-
mi culturali, come ho visto nel lontano oriente, si è propensi nel
fici di una qualità che mi piace molto: la personalità. Dei composi-
credere che una vita di successo sia fatta di rapporti sociali. In
tori italiani apprezzo molto Scarlatti e Vivaldi. Entrambi hanno
quei paesi non conta il numero di oggetti che si ha, ma il numero
l'eleganza e la capacità di esprimere sentimenti attraverso il ritmo
di relazioni sociali, ossia il numero di persone con le quali parlare,
e l'equilibrio tonale. E, naturalmente, Verdi.
con la sensazione di appartenere a una famiglia o a un sistema
I miei interpreti preferiti sono Glenn Gould e Vladimir Horowitz. Ma
sociale stabile. Tutti fatti completamente ignorati nella nostra
sono dei solisti. L'interpretazione musicale fatta da un solista è da
società europea a causa del suo approccio capitalistico della vita.
considerarsi un 'arte' rispetto all'esecuzione in una grande orche-
Con questi fatti il nostro modo di pensare matematico, come quan-
stra. Anche il violinista lettone Gideon Kremer è uno dei miei musi-
do leggiamo i dati attraverso uno strumento di misura, può essere
cisti preferiti. Il violino, in particolar modo, può esprimere molto
dimenticato. Questo perché molti fatti sconosciuti che riguardano
bene ciò che si sente e si pensa, ossia la sensazione che rappre-
la famiglia o i genitori già deceduti diventano molto più importanti.
senta la parte emotiva della vita e il pensiero che rappresenta la
Quindi, cari lettori, ecco perché adesso sono un collezionista sog-
parte razionale. Entrambi dovrebbero essere in equilibrio, ma
gettivo. Ciò, premesso all'inizio di questo articolo, non aveva nes-
sovente le persone si arrabbiano perché uno dei due stati sovra-
sun significato per voi, ma ora è chiaro dopo qualche centinaio di
sta l'altro. AJ van den Hul / www.vandenhul.com
righe di battitura.
Seconda domanda: Perché hai scelto di entrare nel settore hi-fi?
In parte per ragioni 'storiche', come ho già avuto modo di spiegare, e poi perché era il mio hobby. Ma appena un hobby diventa una
> SOMMARIO
extra
21
LINK UP AS 136: aj van den hul
compositore, sulle persone del suo tempo e, in qualche modo, il
mento i disagi mentali che avevo avuto quando ero giovane.
consigli pratici
AJ VAN DEN HUL
consiglia...
Diafonia,
risonanze
e bracci
consigli: aj van den hul
“La risposta sui bassi del braccio
improvvisamente è diventata
molto diversa...”
AJ Van Den Hul spiega cosa
è accaduto...
omanda: Di recente ho acquistato un braccio estetica-
superiore, tipo 5 Hz. Il risultato sonoro è che molta energia in più
mente molto bello, piuttosto lungo, costruito in Giappone
nel tuo finale di potenza, viene utilizzata per far muovere il vostro
intorno agli anni '70. Improvvisamente la risposta sui bassi
woofer a circa 5 Hz, e il basso reale non c'è più.
D
è diventata molto diversa. Cos'è accaduto?
La lezione quindi è: mai abbinare quel che non è fatto l'uno per
AJ van Den Hul: Da come lo descrivi, sembra che tu abbia com-
l'altro. I progetti di bracci attuali sono realizzati per le testine di
prato un braccio Fidelity Research da 12 pollici (30 cm) probabil-
oggi, con una cedevolezza dinamica di 10-15 um/mN. È vero
mente anche con il cablaggio in argento all'interno. Quei bracci
anche il contrario: per esempio il tuo SME Serie V non funzione-
erano realizzati, a quel tempo, per testine molto famose della
rà molto bene con la Fidelity Research FR-1, perché la cedevo-
stessa azienda, come la FR-1 e la successiva FR-7.
lezza di questa testina è troppo bassa, in questo caso. Quindi la
Quei modelli avevano una sospensione rigida e lavoravano con
frequenza di risonanza della combinazione testina / braccio è
una forza di tracciamento di circa 2,0 grammi o anche più. La
troppo elevata e la tua riproduzione dei bassi è troppo forte.
cedevolezza (flessibilità) della sospensione non era molto alta.
L'intero sistema funge da risonatore di bassa frequenza a circa
Ma con qualche peso extra aggiunto ad esso (per esempio il tuo
25 - 30 Hz, quindi l'uscita a queste frequenze è anche più alta.
braccio pesante) la frequenza di risonanza basica della testina e
Ma quel che è ancora peggio è il fatto che la capacità di traccia-
del braccio sarebbe stata di circa
mento della tua testina è andata a farsi benedire. Quindi i proble-
10 Hz.
mi improvvisi di traccciamento sono in parte causati da risonan-
Van den Hul
La tua testina attuale ha una cede-
ze incontrollate a bassa frequenza. Un modo per risolvere que-
volezza molto più alta e traccia
Distributore per l’Italia
dei prodotti Van den Hul
sto problema è una riduzione del peso della conchiglia portate-
già bene a 1,35-1,50 grammi. Così
stina. Anche qualche fluido di smorzamento può servire, ma
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molle più morbide (il filo d'acciaio
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22 extra
il braccio pesante, abbinato alle
della sospensione e la gomma
insieme) risuona ad una frequenza molto bassa e ad un ampiezza
> SOMMARIO
SOLO se suoni dischi piatti.
Altrimenti la cura farà sì che la testina invecchi più velocemente... di quanto non faccia tu stesso.
Domanda: Qual è l'influenza dei segnali di diafonia sulle presta-
consigli pratici
“La lezione è mai abbinare quel che non è fatto l'uno
per l'altro. I progetti di bracci attuali sono realizzati
per le testine di oggi...”
le. E questa dà l'impressione acustica di avere un altro diffusore
AJ van Den Hul:
La diafonia è quel segnale che appartiene al
solco destro e si presenta sul canale sinistro, e viceversa. Quindi
i violini della tua registrazione classica che eseguono sul lato
sinistro del palcoscenico, si presentano (a un livello di circa -25
dB / -35 dB) nel diffusore del canale destro. Che non è bello ma
è una realtà della quale bisogna prendere atto.
Più bassa la diafonia, più pulito è il suono. Così -35 dB è migliore di -25 dB.
I segnali di diafonia non sono MAI onde sinusoidali pure, ma
hanno sempre una struttura di segnale complessa, principalmente costituita da distorsione provocata da carenze meccaniche nella testina stessa, e in parte derivante dalla registrazione
(certamente, ricordatevi che anche le registrazioni non sono mai
perfette, proprio come voi e me). Quindi, principalmente a
seconda del progetto e il modo in cui viene realizzata la testina,
c'è più o meno distorsione che si viene a creare nell'altro cana-
posto in mezzo tra le tue due esistenti speaker.
Quest'immaginario altoparlante centrale supplementare produce
solo distorsione e (nel peggiore dei casi) un accento forte sulle
armoniche superiori, nel segnale musicale che si sta ascoltando.
Quindi, per farla semplice, con una maggiore impedenza di carico della testina si corre il rischio di avere qualche suono supplementare distorto o aspro tra i due 2 diffusori. Tuttavia, usando
una buona testina, la maggiore impedenza di carico può anche
essere una cosa positiva: migliora la riproduzione spaziale e - se
sei un amante di Vivaldi e dei suoi coetanei - la chiesa (o a quel
tempo, la cattedrale) suonerà ancora più magnifica. Per esempio, ci sono audiofili che pilotano la loro testina MC direttamente
dai 47 kOhm nell'ingresso MM del preamplificatore. Perché no?
Ogni esperimento che si fa per forza fa parte della propria curva
di apprendimento! A.J. van den Hul, www.vandenhul.com
.
> SOMMARIO
extra
23
consilgi: aj van den hul
zioni sonore?
LINK UP > AS 136
LINK UP > AUDIOPHILE sound
leggete l’articolo su AS 136 / pp.46-47
L’ASCOLTO
TERAPEUTICO
DEL MONO
“...la maggior parte delle registrazioni mono
ha un maggiore corpo rispetto a quello
stereo , in parte perché ascoltare due tracce
piene di informazione musicale è più faticosa
che ascoltarne una sola...”
PIERRE BOLDUC
LINKUP:l’ascolto del mono
Un grande Decca, ma l’edizione
mono (LXT 5425) è ancora più spettacolare...
pesso ricevo dei visitatori a Salerno. Tanti vengono per salutar-
S
ni mono ha un maggiore corpo rispetto a quello stereo , in parte per-
mi… ma anche per ascoltare l'impianto di Yamamura con le sue
ché ascoltare due tracce piene di informazione musicale è più fatico-
trombe da 5.4 metri di lunghezza. In quei casi colgo, con gran-
sa che ascoltarne una sola.
de piacere, l'occasione per fare ascoltare dischi mono della fine degli
La riproduzione stereofonica è un trucco, un meccanismo o processo
anni Quaranta, specialmente i FFRR della Decca: con la testina mono
del tutto non naturale per il nostro cervello: perché il suono arriva da
e l'EQ corretta l'esperienza sonica per la maggior parte di loro è deva-
due fonti in modo non simultaneo alle nostre orecchie e il cervello si
stante.
stanca più facilmente nel decodificare segnali musicali che le raggiun-
Perché devastante? Perché di colpo sembra che tutte le idee precon-
gono non simultaneamente come invece lo fa un segnale mono.
cette sulla riproduzione audio vengono distrutte già dai primi cinque
C'è di più: pensateci bene, quando ascoltiamo registrazioni stereo,
secondi di musica: un colpo mortale che svuota l'ascoltatore delle sue
non c'è una vocina nella parte interiore del cervello che discute sem-
‘certezze audio’. E questo, signori, è veramente devastante per chi è
pre se gli strumenti sono posizionati correttamente o meno, se il cen-
abituato a leggere troppe riviste!
tro potrebbe essere meglio riempito, se la scena è abbastanza profon-
La prima certezza che si sgretola è il concetto errato dell'immagine
monofonica: una scena, un palcoscenico che, a detta dei grandi
esperti del settore, sarebbe piatta, che raggruppa non solo gli strumenti al centro dei due diffusori ma che in più li pone uno sull'altro.
Naturalmente, questo è vero, in misura. Perché, se in termini d'informazione spaziale la stereofonia è senza dubbio più precisa perché riesce a riprodurre due assi, larghezza e profondità (e non tre perché l'altezza non esiste nella riproduzione a due canali), in termine di informazione tout court ciò che il mono fa, lo fa sicuramente meglio di ciò
che fa lo stereo: almeno per quanto riguarda le veri registrazioni
mono. Mi spiego meglio.
Le incisioni mono utilizzano l'intera larghezza del nastro per magnetizzare il segnale audio. In altre parole, è la totale superficie magnetica
a essere impiegata ai fini del processo di trasferimento dello segnale
audio. Invece, lo stereo con le sue due tracce consente a ogni traccia
da, e così via?
Si potrebbe obiettare che questo non ha nulla a che fare con la riproduzione stereofonica in quanto tale, e molto di più con il proprio equilibrio psicologico!! Non credo che sia vero. L'audiofilo si comporta in
questo modo perché il suo cervello non è del tutto soddisfatto di ciò
che sta ascoltando, perché il modo in cui ascolta lo disturba e, a sua
volta, lo porta a elaborare queste reazioni ossessive che abbiamo
appena citato. Lo vedo dalle reazioni di coloro che hanno appena scoperto il vero mono: si siedono sul divano e ascoltano senza stressarsi. Forse sto mostrando segni di delirio... spesso mi sento come uno
psicologo che ha finalmente modo di mettere le persone in contatto
con il vero io audiofilo!
Nella nostra sala d'ascolto, il suono mono agisce come una simile
terapia: onde che levigano, calmano, aprono la strada a una comunicazione più profonda e certamente meno disturbata con il contenuto
musicale della fonte sonora. Tutto ciò potrebbe sembrare molto pre-
solo la metà di quella superficie; in più, il fatto che c'è uno spazio vuoto
tenzioso, ma credetemi, io vi invito tutti a una ‘sessione’ in modo che
fra le due tracce su un nastro stereo crea inevitabilmente problemi di
possiate rivivere personalmente questo tipo di esperienza. Ascoltare
fase. Questo spiega in parte perché la maggior parte delle registrazio-
24 extra
> SOMMARIO
LILNK UP: l’ascolto del mono
LINK UP > AS 136
Una registrazione monofonica con Van Beinum per la Decca, del 1947
registrazioni mono è davvero qualcosa di terapeutico: finalmente
FFRR.
le nostre ossessioni con la scena sonora si ritirano della mente e
Nei prossimi numeri di AS EXTRA daremo uno sguardo più da
la musica, per parafrasare McLuhan, diventa il messaggio.
vicino a quelle attrezzature necessarie per ascoltare correttamen-
Per fa sì che si creino le condizioni che portano a questo tipo di
te il mono e cominciando a suggerire quali LP mono devono esse-
esperienza non è un compito così semplice. Prima di tutto, usia-
re acquistati. Come tutto il resto nella vita, il mono non è perfetto,
mo solo le vere registrazioni mono, vale a dire LP fatti all'origine
ma l'ascolto in mono, per come dev'essere inteso, è un'esperien-
in mono e tagliati con scanalature mono. Per farli suonare usiamo
za che quasi tutti gli audiofili devono ancora sperimentare. Le
un braccio e una testina progettati specificamente per la riprodu-
porte della sala d'ascolto nostre sono sempre aperte…basta tele-
zione mono. Infine, il segnale passa attraverso un phono che
fonarmi un paio di giorni prima della vostra visita... tanto non costa
riproduce la curva EQ con cui l'LP originale è stato tagliato: per
nulla! Pierre Bolduc
esempio, la curva Decca EQ per riprodurre i dischi mono Decca
Audiophile sound
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> SOMMARIO
extra
25
riflessioni
KONDOSAN
Riflessioni di
Hiroyasu Kondo,
di Audio Note
sulla riproduzione
audio
PARTE 4: Come ascoltare
Toscanini
kondoSan
(scritta all’inizio dell’autunno
del 1999)
dischi LP furono inventati intorno al 1949, quando i registrato-
I
EPISODIO 1
ri a nastro iniziarono a essere adottati per le trasmissioni radio.
"Come Führer del Terzo Reich sono ansioso di assistere alla sua
Gli esperimenti nella registrazione stereo iniziarono intorno al
esecuzione a Bayreuth". "La mia musica non è per un diavolo".
1955 (1954 per la precisione, PB). La prima metà degli anni '50
Queste sono le parole che figurano nelle lettere scambiate tra un
vide un ritmo vertiginoso d'innovazioni nel mondo della musica,
modesto Hitler e il grande Maestro Toscanini. Il 1930 vide una
così come un enorme progresso nella qualità della riproduzione
serie di gravi problemi infiammare il mondo. L'Empire State
sonora. In particolare, l'invenzione dei dischi Long Playing può
Building stava per scrollarsi di dosso il suo vergognoso sopran-
essere paragonata come importanza a quella del grammofono
cilindrico rivestito in cera di Edison.
Le prove di Toscanini
I dischi LPfurono inventati da Peter Goldmark dei Laboratori
CBS, e altri ingegneri. Quando visitai i laboratori CBS negli anni
'70 vidi il primo tornio d'incisione per dischi LP, che era orgogliosamente in mostra. L'incisore era una macchina migliorata nella
laccatura, cosìddetta ‘laccante’ (lather).
La CBS contattò i loro rivali RCA per la nuova invenzione. CBS e
RCA erano i leader mondiali nella registrazione di musica a quel
tempo. David Sarnoff, l'allora presidente della RCA, incaricò
immediatamente i suoi ingegneri di progettare dischi compatti e
leggeri, e come risultato nacquero gli EP, Extended Play. Col passare del tempo, le applicazioni di dischi LP e EP furono suddivise in modo tale che gli LP erano utilizzati per la musica di lunga
durata, e gli EP per ascolti brevi come la musica popolare.
Spero che i lettori capiscano radici di quest'epoca fenomenale. La
storia si ripete. Non si sa mai, i dischi di grandi dimensioni potrebbero ritornare in futuro.
> SOMMARIO
extra
27
riflessioni
“...Per la RCA non c'erano discussioni di
denaro quando si trattava di fondare
un'orchestra di classe internazionale per
il grande Maestro...”
nome, "The Empty State Building" (il palazzo vuoto dello Stato). Si notavano
scene interessanti in strada, camminando vicino al Duomo di Milano alla sera. Le
persone erano impegnate in febbrili discussioni qua e là. Si sa, gli italiani amano
discutere su qualsiasi cosa.
Toscanini coraggiosamente si levò in piedi a favore della democrazia, in quei
momenti difficili. In uno degli anni successivi, Albert Einstein gli disse: "Tu non sei
solo il più grande direttore d'orchestra del mondo, ma hai anche dimostrato il tuo
carattere nobile nella lotta contro il fascismo". Toscanini lasciò le sue orme d'importanza storica nella comunità musicale europea degli anni '30. Nel gennaio
1937 egli prese una decisione cruciale, che lo portò a lavorare esclusivamente per
una stazione radio americana (la RCA o la Radio Corporation of America con la
sua rete di radio affilate che coprivano tutto il territorio americano).
SOCONY OIL COMPANY
Mi è balzato all'occhio che uno dei CD di Toscanini che ho recentemente acquistato, accreditava la Socony Oil Company come suo sponsor. Toscanini, che voleva andare in pensione, si era trasferito in America molto a malincuore. Pertanto lo
kondosan
Studio H vuoto e prima del trattamento acustico
28 extra
> SOMMARIO
kondoSan
riflessioni
Studio H dopo il trattamento acustico
trattarono con i guanti. Per la RCA non c'erano discussioni di
ca. La RCA lavorò alacremente per far sì che gli altoparlanti
denaro quando si trattava di fondare un'orchestra di classe inter-
magnetici riproducessero nella forma migliore il suono di
nazionale per il grande Maestro.
Toscanini, e la conseguenza fu che venne realizzato il famoso
Così la Socony Oil Company divenne l'azienda che sponsorizzò
Studio 8H. Il riverbero era minimizzato nello studio. Se ascoltate
le trasmissioni dell'orchestra appena fondata. Non dimentichiamo
l'esecuzione storica della QuintaSinfonia di Beethoven da parte di
che la prosperità americana fu determinata dalle sue infinite risor-
Toscanini, sentirete i singoli strumenti distintamente (RCA Victor
se del sottosuolo. Dovremmo considerare abbastanza fortunato il
LCT 1041). Ma vi renderete anche conto che fu registrato in uno
fatto che le attività musicali insostituibili non furono tralasciate.
studio dal suono 'morto'. Ancor oggi, una targa dedicata al gran-
All'incirca nello stesso periodo, fu inventato un ricevitore radio
de Maestro è esposta all'ingresso dello Studio 8H. . KondoSan
epocale - che doveva essere chiamato "ricevitore supereterodina"
-
da
Edwin
H.
Armstrong,
un
ingegnere
americano
(Superheterodyne receiver). Il nuovo ricevitore aveva fatto grandi
passi avanti nel miglioramento della qualità di ricezione, ma il
(Traduzione dal giapponese > Traduzione in inglese di Hiro
suono riprodotto non era ancora del tutto soddisfacente.
Yoshizumi, corrispondente Sibatech a Calgary, Canada)
I cosiddetti altoparlanti magnetici erano predominanti a quell'epo-
http://www.sibatech.co.jp/kondo/essays.html
> SOMMARIO
extra
29
LINK UP > AS 136
LINK UP > AUDIOPHILE sound
leggete l’articolo AS 136 / pp.48-51
100 CONCERTI
DI TOSCANINI
SU NASTRO
“Verrà messo a disposizione una copia su
nastro dei volumi più interessanti di questi
cinquantasei nastri. Verranno anche offerti
in alta risoluzione, in DSD e 24bit/192kHz”.
PIERRE BOLDUC
LINK UP: toscanini su nastro
Fortuna…, così iniziano i Carmina Burana di Carl Orff. E
voleva entrare in conflitto con la RCA e con la famiglia Toscanini.
alla fortuna devo molto… esattamente cinquantasei nastri
Con un contributo di trentacinque dollari all'anno, i membri rice-
riempiti, fino all'ultimo centimetro, di più di cento concerti
vevano gratuitamente gli LP della Society. Questo ente culturale
live di Toscanini con la NBC Symphony Orchestra, ma non
sopravvisse per una decina di anni, quando le pressioni sempre
solo… anche con la New York Philharmonic Symphony
più pesanti dalla casa discografica e di Wanda, la figlia di
Orchestra, la BBC Symphony Orchestra e la RAI che ho compra-
Toscanini, costrinsero Key a chiudere la Society. Oggi sono
to su Internet da uno che chiaramente non era cosciente del
molto richiesti: su Internet ho visto volumi venduti a centinaia di
O
tesoro in suo possesso.
Questi non sono nastri qualsiasi, visto che le cinquantasei bobine in questione, tutte su formato a due canali e a 19cm/s, sono
state di proprietà di Clyde J. Key il fondatore della Arturo
Toscanini Society, un'organizzazione privata nata nel Texas alla
fine degli anni Sessanta.
tion assemblata dal figlio di Toscanini, Walter, è più vasta. Key
trascrisse su nastro circa mille bobine e questi cinquantasei
nastri coprono concerti che vanno dal 1936 al 1954.
Non ho ascoltato ancora tutti i nastri. Me li sto godendo lentamente… e tra quelli che ho fatto girare sull'A 80 alcuni non erano
Key era un appassionato di
Toscanini e viaggiò in tutto il
mondo per trovare la fonte
dei oltre duecento concerti
che Toscanini, solo con la
NBC Symphony, fece dal
1938 al 1954. Per pubblicarli su vinile Key creò
un'associazione perché non
Nastri a bobina
Audiophile sound
Per informazioni su come
acquistare copie di nastri di
Toascnini apparteneti a Clyde J.
Key:
tel: Pierre Bolduc
392. 85.06.715
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30 extra
Euro per un solo album. In termini di completezza, solo la collec-
> SOMMARIO
LINK UP > AS 136
“...Le prove della ‘Traviata’ sono state riprese con pochi microfoni e
incise direttamente su cera. La trasparenza è incredibile, la ricchezza
armonica pazzesca per essere delle incisioni fatte nel '46: le ho
ascoltate per tre volte di seguito...”
un granché a livello sonoro, mentre altri sono stati una rivelazione. Per esempio, la Settima di Beethoven pubblicata dalla RCA
(Sony Classical oggi) fu registrata durante due concerti il 9 e il
molto meglio rispetto al CD: per esempio, alla fine del quarto
movimento c'è un grosso cambiamento di dinamica e sul cd non
si sente per niente. Quando l'ho ascoltato… sono rimasto talmente preso dalla lettura a causa di questo suono ricchissimo di
armoniche e di dinamiche… che mi sono messo a dirigere come
un pazzo e quando gli ultimi accordi sempre più forti si sono
finalmente spenti, mi sono reso conto che fuori c'erano una persone che guardava dentro i grandi vetri del portone della sala
d'ascolto… Ho avuto fortuna, "O fortuna!" che nessuno abbia
telefonato agli ‘uomini vestiti di bianco’!
Ancora più impressionanti sono le prove della Traviata. Ho una
dozzina di ore delle prove su CD che un amico mi ha mandato
cinque o sei anni fa. Il suono non è male, ma su nastro, beh,
zioni sui transfer e sugli eventuali nastri e file in vendita (con bol-
sono veramente un altro mondo. Le prove sono state riprese con
lino SIAE) non esiti a telefonarmi (392.8506715). Very exciting!
pochi microfoni e incise direttamente su cera. La trasparenza è
Pierre Bolduc
incredibile, la ricchezza armonica pazzesca per essere delle incisioni fatte nel '46: le ho ascoltate per tre volte di seguito.
Chiaramente, non ci si può non rendere conto che si tratta di
riprese fatte quasi settant’anni fa, ma il senso di essere lì, sul
posto acanto a Toscanini, dà veramente brividi. Ma la cosa che
mi ha colpito ancora di più è il bilanciamento dell'orchestra in
tante di queste riprese radiofoniche: eccezionale. I legni e gli
ottoni sono incorporati quasi alla perfezione nel tessuto orchestrale; si vede che le fonti originali sono di una qualità ottima e
che i transfer su CD non sono stati fatti sempre con la più grande lungimiranza. Ascoltando i nastri si capisce che gli ingegneri
della radio RCA erano veramente competenti.
La mia idea è di mettere a disposizione una copia su nastro dei
volumi più interessanti di questi cinquantasei nastri e di offrirli
anche in alta risoluzione, in DSD e 24bit/192kHz. Siamo lavorando con l'Ingegner Chiappetta per perfezionare un sistema che ci
permetterà di trasferire direttamente da testina a testina qualsiasi tipo di nastro; il tutto monitorato dal nostro pre Tape Top. Sto
aspettando le prime prove. Per chi vuol avere maggiori informa-
> SOMMARIO
extra
31
LINK UP: toscanini su nastro
10 novembre 1953 alla Carnegie Hall. Il nastro di Key suona
LINK UP > AS 136
LINK UP > AUDIOPHILE sound
leggete l’artico AS 136 / pp.40-41
HORN
AMPLIFIERS
Note tecniche sul
finale A900EM
L’Ingegnere Antonio Sese, fondatore della
Horn Amplifiers, fornisce alcuni dettagli
tecnici sul finale A900EM.
LINK UP: horn / A900 EM
S
picca tra le caratteristiche principali il fatto che questa elettronica è un finale che lavora in classe A dal primo milliwatt fino a
raggiungere la piena potenza in configurazione single-ended.
Come negli amplificatori in classe A/B, anche il classe A ha i suoi
pregi ed i suoi e lati negativi. Prima di tutto occorre tenere conto che
il rendimento teorico di un classe A è molto basso. Questo vuol dire
che, nella maggior parte dei casi, gran parte della potenza assorbita
dall'alimentatore viene dissipata in calore e solo la restante contribuisce al movimento degli altoparlati. Quindi, la necessità di smaltire il
calore prodotto induce all'utilizzo di grosse masse metalliche (radia-
dello stesso segnale, attraverso la ricombinazione della semionda
negativa e positiva.
L'alimentazione di un classe A (che spesso si rifà agli alimentatori
veloci adoperati in alcuni settori R&D) può risultare concettualmente
diversa da quella adoperata in un classe A/B. Un ampli in classe A
richiede che la sezione di alimentazione fornisca costantemente sempre la massima potenza e che sia molto marcata l'attenzione alla riduzione dell'ondulazione residua. Chiaramenente, se si sposano i van-
tori) che
taggi di un classe A, in termini di riproduzione sonora, anche il costo
inevitabilmente aumentano l'ingombro, il peso ed il costo dell'appa-
dei componenti dell'alimentazione ha peso sul costo finale
recchio.
dell'A900EM.
Insomma, in un classe A tutto deve essere 'robusto'. L'impronta è
Si contano solo 2 stadi, il numero minimo indispensabile per ampli di
legata a tanti fattori (cosi come avviene negli ampli appartenenti ad
questo tipo, accoppiati direttamente, così da minimizzare il percorso
altre classi di funzionamento). In primo luogo (nei single ended) il
del segnale elettrico. Elettricamente ci troviamo di fronte ad una mac-
segnale viene 'trattato' esclusivamente da un unico componente,
china della quale la prima sezione si occupa esclusivamente di trat-
mentre nel classe A/B occorre prestare attenzione alla ricostruzione
tare il segnale di basso livello, segnale proveniente dall'uscita di un
32 extra
> SOMMARIO
LINK UP > AS 136
importanza, in termini di garanzia di contatto, deinsità di corrente sopportabile, protezione antivibrazione, qualità del polimero usato, robustezza meccanica, garanzia di funzionamento ad alte temperature.
In definitiva, un finale di questa tipologia, deve rispettare dei canoni
costruttivi di un certo 'peso'i quali canoni si riflettono sul suo prezzo,
perché la qualità della riproduzione sonora dipende non solo dall'ingegniosità dei circuiti ma anche dalla qualità dei componenti adoperati.
Antonio Sese / Horn Amplifiers / www.hornamplifiers.com
eventuale preamplificatore. A questo stadio, chiamato comunemente
VAS, è affidato il compito di garantire tutta l'escursione del segnale che
LINK UP: horn / A900 EM
dovrà successivamente pilotare il secondo. Quest'ultimo si occupa, di
gestire il pilotaggio corretto degli altoparlanti, assicurando l'erogazione
della corrente necessaria, sezione asservita dall'alimentatore.
I layouts delle schede del canale destro e canale sinistro sono speculari, soluzione che permette di ridurre il cablaggio esterno a quel minimo necessario di cui l'apparecchio ha bisogno per il suo funzionamento. Riguardo i connettori per il collegamento degli altoparlanti, quelli sul
pannelli posteriore, sono ricavati da rame pieno e placati oro 24k, della
tedesca WBT. I connettori interni, della Phoenix, come noto, sono dotati di grande affidabilità, come si conviene in un progetto di questa
> SOMMARIO
extra
33
 pagina attiva  messaggio promozionale
promo
POLIFEMO
Acustica Applicata
presenta
il suo nuovo
risonatore acustico passivo
ma sono evidenti miglio-
l'iris meccanico, si modifica il fattore Q
ramenti fino ad oltre
del risonatore determinando anche la
650Hz.
quantità di energia sonora restituita alla
Polifemo ha una ‘auto-
sala d'ascolto.
matica’ capacità di
Con la membrana inclinabile si modifica
intercettare ‘boom’ riso-
lo smorzamento dell'energia risonante
nanti NON articolati che
all'interno di Polifemo.
si manifestano tra i 25
ed i 60Hz (tipico fenomeno delle sale d'ascolto prive di qualsiasi tipo
di trattamento acustico); in questi casi
Polifemo riduce l'energia del boom e lo rende
più articolato. Al contrario, se nella sala d'ascolto c'è una buona distribuzione dell'energia
sonora, Polifemo mostra
un ‘intelligente’ effetto
equalizzativo, restituendo maggiore energia ed
Dove và messo Polifemo?
Polifemo?
- In corrispondenza delle proiezioni dei
diffusori sulle pareti laterali e posteriore.
- Nell'area tra la prima riflessione laterale e l'angolo dietro i diffusori.
- Nell'area tra la prima riflessione
posteriore e l'angolo dietro i diffusori.
- In alcuni casi a metà della parete
laterale.
articolazione special-
Cosa è Polifemo
Polifemo ?
mente negli intervalli di frequenza ove
Polifemo è un risonatore acustico passi-
il suono risulta depresso. Quindi,
vo, sfrutta il noto pricipio fisico di
Polifemo lavora PRINCIPALMENTE sul
Helmoltz, ma con alcuni aspetti esclusi-
BILANCIAMENTO TONALE e poi sull'arti-
vi ed innovativi:
colazione.
Traducendo in percezioni d'ascolto:
Quanti Polifemo
Polifemo ?
In una normale sala d'ascolto (circa
15/25 m²), sono necessari da 1 a 3
Polifemo, a seconda delle problematiche acustiche presenti. Polifemo può
lavorare senza nessun problema con o
1) accurato sistema per regolare la
Polifemo produce un chiaro allargamen-
frequenza di risonanza;
to dello spazio acustico, per via della
2) regolazione per modificare il
migliore risoluzione a bassa frequenza;
fattore Q del risonatore;
sono evidenti miglioramenti di come le
3) facile posizionamento e rotazione in
medie ed alte frequenze ‘galleggiano’
ambiente;
sulle basse; il suono guadagna realismo,
Polifemo non può ridurre il tempo di
4) struttura trasparente per un look
micro-informazioni e velocità.
riverbero della sala d'ascolto, oltre la
meno intrusivo e più accettabile dal-
senza la presenza di DaaD.
Cosa NON può fare Polifemo?
Polifemo?
sua più alta frequenza di risonanza;
l'acquirente (si vede il colore del muro
Come usare le regolazioni di
non può peggiorare l'articolazione musi-
dietro di lui);
Polifemo?
cale;
Con l'apertura variabile alla base, si
gliato semplicemente non lavora al
regola la frequenza di risonanza da 25 a
100% delle sue potenzialità.
5) totale neutralità acustica della
superficie esterna diffondente.
Cosa fa Polifemo?
Polifemo?
Polifemo è efficiente da 25 fino a 60Hz,
 pagina attiva
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Polifemo
se Polifemo è posizionato nel punto sba-
60 Hz.
Con ‘l'occhio di Polifemo’ regolato dal-
Accustica
Applicata
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riflessioni
extra   pagina attiva
Il giovane Karajan
Herbert von
KARAJAN
Auto disciplina,
concentrazione
e filosofia Zen...
U
Philharmonia Orchestra di Londra, della quale Karajan era
Una parte del video è in inglese, un'altra in tedesco. Ecco di seguito
stato il direttore principale negli anni Cinquanta. Mi raccontò di una
la traduzione. Come si dice in inglese: ‘food for thought’... Pierre
conversazione che ebbe con il terzo cornista dell’orchestra durante le
Bolduc
n giorno, a Londra, incontrai un fotografo che aveva ripreso
to a Bohm da uno dei più grandi musicisti del '900.
Karajan numerose volte durante le sue prove con la
Vi invito a CLICCARE in basso a sinistra, dove potete vedere il video.
Till Eulen'spiegel, il brano in questione, è assai difficile per la sezione
dei corni perché la partitura la mette molto in evidenza. Il cornista raccontò che a un certo punto della prova doveva suonare un piccolo
motivo appena udibile. Si era distratto e non lo suonò. Guardò
Karajan che continuava a dirigere con gli occhi chiusi e così pensò
che non se ne era accorto. Arriva la ripresa e questa volta non sbaglia ed entra in tempo. Karajan aprì gli occhi e li fece un sorriso e continuò a dirigere! Avesse fermato l'orchestra per sottolineare l'errore, la
situazione sarebbe probabilmente peggiorata: umiliato davanti ai suoi
colleghi l'errore avrebbe reso il cornista, già preoccupato, ancora più
nervoso per il resto della prova.
Quando pensiamo a Karajan, pensiamo spesso al direttore come uno
dei jetset di Saint Tropez: pilota di un Falcon, grande sciatore, marito
di un'ex modella, amante di vetture sportive, dotato come Pavarotti
del physique du role. Tutto vero, ma a Karajan non interessava la vita
mondana: quella del jet set la lasciava coltivare dalla sua moglie e dai
paparazzi. Karajan faceva la vita dell'asceta, di un uomo straordinariamente disciplinato. In un'intervista a una rete tedesca li venne chiesto la chiave del successo: “la concentrazione”, risposi. Per quarant'anni si è alzato alle sei di mattina per fare un’ora e mezzo di yoga
seguito dal nuoto nelle piscine delle sue tre case. Dopo veniva lo stu-
TRADUZIONE DEL VIDEO DI KARAJAN SU KARL BOHM
Karl Bohm ricevette quasi tutti i riconoscimenti che poteva ottenere.
La stessa cosa vale per quanto riguarda i tributi. Dottorati honoris
causa, cittadinanze e titoli onorari, medaglie e anelli: tutto questo
esprime il profondo rispetto e l'ammirazione che ricevette durante la
sua lunga e produttiva vita, per non dimenticare il grandissimo affetto
e amore dei suoi colleghi.
“Lei ha, se posso esprimermi in questo modo, delle capacità conoscitive che ha unito, in modo molto personale, all'abilità, alla determinazione e ai risultati. Quando i maestri Zen del tiro con l'arco si esercitano nella loro arte, mentre uno di loro la sta praticando, non dice a se
stesso: ‘Io lancio la freccia’, ma: ‘È la freccia che si lancia’. Le loro
azioni sono diventate così naturali che, in effetti, non c'è bisogno di
fare niente. Così, alla luce di ciò, dovrei dire: ‘L'orchestra suona da
sé’. E uno dei detti più profondi della filosofia cinese afferma: ‘il fare
consiste nel non fare’. Non mi dovete fraintendere. Bisogna iniziare
con un'ottima preparazione, ma poi bisogna lasciarla fluire e fare in
modo che si possa realizzare da sola, in modo naturale, senza forzature. Questa è la vera maestria, il vero dominio. E occorre molto,
molto tempo per arrivare a questo punto”. Registrato nel 1979. Pierre
Bolduc
dio... e ancora più studio. Quando era a Berlino, dove non aveva
appartamento o casa, viveva all'Hotel Kempinsky che metteva a
disposizione la piscina presto la mattina. La sua vita era organizzato
come una campagna militare; i meeting, le prove, gli incontri, le
vacanze, tutto realizzato per sfruttare al massimo il tempo a disposizione. La disciplina intelletuale e la concentrazione spiegano bene
come Karajan riuscì a realizzare così tanto nella sua vita: perché per
i suoi 60 anni di attività professionale è riuscito a sfruttare in una
maniera maniacale il tempo a disposizione.
Ma tutto questo aveva le sue radici più profonde in una filosofia orientale che Karajan spiego un po' quando parlò alla celebrazione del
Karajan con Anne-Sophie Mutter
ottantesimo anniversario di Karl Bohm: uno straordinario complimen-
 pagina attiva
CLICCA QUI per vedere il video del tributo a Karl Bohm di Karajan
> SOMMARIO
extra
35
karajan / karl bohm
prove di un poema sinfonico di Richard Strauss.
Modello GX 250MG
finalmente in Italia!
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consigli pratici
IL BILANCIAMENTO
TONALE
METODI DI
MISURA - PARTE 1 (3 PARTI IN TUTTO)
“...Esistono due metodi di misura: uno strumentale e uno
a orecchio... Comincicamo con quello a ‘oreccho’ ”
ella terza e ultima parte della trattazione sul bilanciamento tona-
N
Spesso, nel fare il necessario set-up del sistema diffusori-ambiente
le, avevo preannunciato che esistono due metodi per indagare
d'ascolto, l'audiofilo utilizza il disco che gli piace di più senza curarsi se
su questo parametro d'ascolto: uno strumentale e uno a ‘orec-
questo abbia valori sonori generalizzabili a tutte le altre registrazioni .
chio’. Partiamo col descrivere quello strumentale.
Questo modo di fare svela implacabilmente i propri limiti quando
L' A.Q.T. (Audio Quality Test) sviluppato da Acustica Applicata, è una
l'ascolto degli altri dischi fa venire il dubbio che la posizione di diffuso-
spazzolata di frequenze fra 20 e 2000 Hz. Disponibile su CD, va inse-
ri non sia adeguata o quando il punto d'ascolto deve essere continua-
rito nel lettore e fatto suonare. Disponendo del Sound Analyzer (il soft-
mente spostato in avanti o indietro in funzione del disco che si sta
ware che trasforma un computer in un registratore grafico ed analizza
ascoltando.
l'AQT) va registrato mettendo il fonometro nel punto d'ascolto. Dopo
Nel trovare la migliore posizione dei diffusori e del punto d'ascolto in
pochi istanti sul computer appare una schermata che visualizza l'anda-
rapporto all'acustica e alla geometria della sala dove è collocato il siste-
mento del vostro bilanciamento tonale con indicate tutte le frequenze
ma hi-fi, dapprima è necessario ricercare la correttezza stereofonica. Il
esaminate e la loro energia. Se la grafica che appare ha un andamen-
fatto che un impianto sia stereofonico non vuol dire automaticamente
to come quello di morbide colline senesi (o le dune del deserto) e se le
che suona stereofonico comunque lo si disponga. Se prendessimo i
differenze fra le frequenze sono contenute entro i 3-6 dB disponete di
due diffusori e li incollassimo assieme trasformeremmo il nostro stereo
un suono fedele a quanto presente nel disco sorgente. Se invece il gra-
in un sistema monofonico. Se mettessimo un diffusore sopra l'armadio
fico è come il profilo di una lama di sega con denti irregolari e la diffe-
e l'altro sopra il camino che sta all'angolo opposto trasformeremmo il
renza tra di loro supera frequentemente e per ampie aree i 6-8 dB, il
nostro stereo in un paradossale sistema di diffusione audio con poche
vostro suono, per poter riprodurre con accuratezza il contenuto musi-
pretese. Ugualmente, disponendo i diffusori rigorosamente paralleli ed
cale di un disco, ha bisogno di correzioni. L'amante della musica, colui
equidistanti dalla parete a loro retrostante ed alla stessa distanza dalle
che ascolta il contenuto musicale dei suoi dischi e non il suono del suo
pareti laterali, ma mettendosi ad ascoltare non davanti e centrali rispet-
impianto, potrà giovarsi di questo sistema per apprezzare maggiormen-
to ai diffusori, ma di lato, molto di lato, il nostro ascolto non potrebbe
te ciò che ascolta.
essere stereofonico. Per ottenere l'ascolto stereofonico è indispensabi-
Il secondo metodo è per chi preferisce fare test musicali a ‘orecchio’ e
le che le distanze fra ascoltatore e diffusori siano le stesse e che esi-
può essere complementare al primo, anzi l'uso parallelo dei due siste-
sta un equilibrio fra il suono che giunge all'ascoltatore direttamente dai
mi garantisce risultati certi e di alto livello. Cosa serve? Un LP o CD
diffusori e quello che arriva al punto d'ascolto sotto forma di riverbero
come, per esempio, quello dell’Analogue Productions di The Weavers
ambientale. Si raggiunge l'ascolto stereofonico quando il suono, com-
Reunion at Carnegie Hall-1963. Perché ? Facendo il set-up di un siste-
pletamente svincolato dai diffusori, ricostruisce un soundstage dotato di
ma hi-fi con Weavers... si ottiene un compromesso che va bene per la
larghezza e profondità con all'interno immagini sonore ben focalizzate
stragrande maggioranza di tutte le altre registrazioni. Oltre a essere
e circondate di aria. Questo è il grande progresso-vantaggio che la ste-
una gran bel disco sia sotto il profilo artistico che tecnico, offre il van-
reofonia offre rispetto alla monofonia la quale, per quanto riguarda altri
taggio di poter essere utilizzato come un validissimo disco test. Per gli
parametri sonori come la dinamica, il microcontrasto e il bilanciamento
scopi di quest'articolo utilizzeremo il CD. Come ho già detto, si tratta
tonale, non le è da meno. Quindi, un sistema suona stereofonico quan-
di un grande disco e di una registrazione che potrebbe essere tranquil-
do riesce a riprodurre l'immagine sonora contenuta nella registrazione.
lamente utilizzata per indagare l'immagine sonora, l'articolazione, la
Tuttavia esiste un legame stretto fra immagine sonora, articolazione e
focalizzazione o altri parametri sonori. Se noi porremo l'attenzione
bilanciamento tonale. Cioè, per quanto possa essere praticamente
maggiormente sugli aspetti del bilanciamento tonale non lo faremo per-
comodo dividere il suono in parametri quando se ne parla o se ne scri-
ché questa registrazione è interessante esclusivamente per questo
ve, in fase di riproduzione non si può avere una buona immagine se si
parametro sonoro, ma perché è sotto questo aspetto che si rivela mag-
ha un bilanciamento tonale scorretto o un'articolazione insufficiente.
giormente critica, indagatrice e rivelatrice.
Segue nella seconda parte. Fabio Liberatore
> SOMMARIO
extra
37
bilanciamento tonale
FABIO LIBERATORE
angolo tecnico
Filtri di livellamento
negli
fig. 1
ALIMENTATORI
DI TENSIONE
PARTE 7
e aumenta in quello capacitivo (considerando singolarmente il funzionamento dei due filtri). La presenza contemporanea dei due com-
“Il filtro di cui parleremo è costituito da un
induttore e da un condensatore che insieme
formano geometricamente proprio una
specie di lettera ‘L’...” ANTONIO SESE
ponenti fa sì che avvenga la compensazione di cui si accennava,
'stabilizzando' il valore del ripple.
Un altro dei vantaggi di questa tipologia di filtro sta nel fatto che la
corrente circola continuamente nei diodi del ponte raddrizzatore.
L'angolo di conduzione dei diodi del ponte e pertanto pari a 360°
(nessuna interruzione) e i diodi stessi non sono sottoposti allo stress
dei picchi di corrente che invece si verificano nel solo filtro capacitivo.
N
el precedente articolo, sono state descritte, riassuntivamente e per un confronto immediato, le caratteristiche dei filtri
capacitivi e dei filtri induttivi. Si ricordera che, dalla compara-
zione effettuata, la scelta sulla loro adozione deve essere effettuata
dove V2M e il valore di picco della tensione raddrizzata.
in base alle applicazioni, e adottata di volta in volta secondo cio che
Se la resistenza del choke non e trascurabile occorre considerare
e necessario perseguire: in parole semplici, non esiste una tipologia
una caduta di tensione localizzata su detta resistenza e proporziona-
circuitale adatta ed adattabile alle applicazione una volta per tutte
le alla corrente assorbita dal carico. La resistenza d'uscita di questa
(questo e uno dei concetti con cui il progettista si trova a fare spes-
tipologia di filtro coincide con la resistenza inerna del choke, se con-
so i conti, se vuole rimanere intellettualmente 'onesto').
sideriamo trascurabile sia la resistenza differenziale dei diodi del
Adottando, pero, una configurazione che prevede l'inpiego sia del fil-
ponte e sia la resistenza dell'avvolgimento secondario del trasforma-
tro induttivo che del filtro capacitivo, ci possiamo avvicinare ad una
tore.
situazione che, se dal lato economico richiede un impegno ancora
Una nota a parte merita l'impedenza d'uscita. Il filtro LC costituisce
piu importante, dal lato delle prestazioni ci permette di usufruire,
circuitalmente un circuito risonante parallelo, dove l'impedenza risul-
almeno in linea teorica, dei vantaggi delle due tipologie circuitali. Il
tante si annulla ad una determinata frequenza (frequenza
filtro, del quale inizieremo la trattazione, e comunemente chiamato
di risonanza). Un circuito risonante e caratterizzato da un comporta-
filtro ad ‘L’ (L intesa esclusivamente come lettera dell'alfabeto),
mento induttivo per frequenze inferiori alla frequenza di risonanza, e
oppure filtro ‘LC’ (induttivo-capacitivo). Il filtro è
da un comportamento capacitivo per frequenze superiori alla fre-
rappresentato schematicamente dalla fig.1. E' costituito da un indut-
quanza di risonanza:
tore e da un condensatore che insieme formano geometricamente
proprio una specie di ‘lettera L’.
Una delle caratteristiche principali di questo filtro sta nel fatto di
poter contenere il ripple (ondulazione residua) a valori veramente
bassi. L'induttanza riduce l'ondulazione della correnta che l'attraver-
dove X rappresenta l'impedenza d'uscita del filtro;
sa, la cui ondulazione viene poi ulteriormente attenuata dalla capa-
fo è la frequenza di risonanza;
cita posta a valle dell'induttore stesso. Importante è notare che l'on-
f è la frequenza del segnale.
Antonio Sese
Ingegnere e fondatore:
Horn Audio Amplifiers
www.hornamplifiers.com
CLICK
dulazione residua non dipende
Dato che si vuole ottenere un'impedenza d'uscita bassa, basta far
dal carico, per la presenza del
lavorare il filtro ad una frequenza dove prevale il comportamento
choke (L). Esiste una compen-
capacitivo. Si pone, allora, come vincolo di progetto una frequenza di
sazione che avviene tra il con-
risonanza molto minore della frequenza minima del segnale che
densatore e l'induttanza:
attraverserà il filtro stesso.Continua... Antonio Sese / Horn Amplifiers
all'aumentare della corrente il
ripple diminuisce nel filtro ad L
> SOMMARIO
extra
39
filtri di livellamento
La tensione d'uscita presenta un valore medio pari a:
dischi da evitare
Dischi da evitare &
dischi sopravalutati...
Viva Elvis
su LP Music on Vinyl
Ogni mese, vi indichiamo i dischi di cui
vi potete tranquillamente SCORDARE....
il produttore Erich van Tourneau, che i sostenitori della teoria che
N
il Re potrebbe vendicarsi con un bel pugno in faccia, come nei
molti che godono di immeritata leggenda. Viva Elvis non
suoi meravigliosi film hollywoodiani degli anni d'oro.
è certo un titolo leggendario, ma è un titolo piuttosto
Non c'è niente di audiofilo in questa ristampa in vinile, se non il
ingannevole, dato che è attribuito proprio a Elvis Presley ed è
vinile stesso e i suoi 180 grammi inerti di plastica. Tale nobile pla-
stato pubblicato dalla Music On Vinyl. Secondo quanto afferma-
stica non è sufficiente, per poter parlare sensatamente di dinami-
to dal produttore e mentore di quest'operazione, Erich van
ca, interpretazione e soundstage. Il dettaglio è curato nei limiti
Tourneau, egli si sarebbe chiesto: “Come suonerebbero le can-
del possibile, ma il bilanciamento complessivo privilegia l'enfasi
zoni di Elvis se le interpretasse oggi per la prima volta?” Il sotto-
delle frequenze, rispetto alla raffinatezza. L'operazione
scritto non saprebbe cosa rispondere a questa domanda, perché
Frankenstein sui loop e sul montaggio è macabra e imbarazzan-
la storia non si fa, ne con i ‘se’, ne con i ‘ma’, come ricordava un
te, e il sound complessivo è privo di dinamica, oltre rivelare un
vecchio professore di storia.
profilo complessivo freddo e poco piacevole. Il palcoscenico
E' un dato di fatto, invece, che van Tourneau sia stato il direttore
sonoro è interamente ricostruito artificialmente ed è totalmente
artistico della parte musicale dello spettacolo Viva Elvis del
privo di senso. Si guardino, dunque, da questo disco i fan di
Cirque du Soleil. E così, per dar vita a uno show planetario, brani
Presley, si tratta di un album souvenir per chi ha visto lo spetta-
immortali come Burning Love, Suspicious Minds, Blue Suede
colo del Cirque du Soleil (indiscutibilmente bello e complesso,
Shoes e It's Now or Never sono stati rielaborati tramite un nume-
come nelle loro corde) e niente più. Rimane il mistero sul come
ro incredibile di campionamenti, per assumere influenze reggae,
mai, la Music on Vinyl si sia prestata ad una simile operazione,
hip hop, punk, street funk ed elettroniche.
davvero distante dal suo solito modus operandi. Simone
Un vero guazzabuglio di stili! Il risultato è puro kitsch tecnologico
Bardazzi
e lo spirito genuino di Elvis ne esce snaturato, se non addirittura
bistrattato, da un operazione di dubbio gusto artistico e tecnico.
Discografia
VIVA
VIVA ELVIS
ELVIS
The Album
LP Sony/Music On
V inyl MOVLP233
Reg: MixStar Studios,
Virgin Beach (California).
Prod: Erich Van Tourneau.
Eng: Serban Ghenea.
www.sonymusic.it
Se da un lato, il profilo artistico è quantomeno imbarazzante, non è da meno il profilo
tecnico, giustappunto. Non
dev’essere stato facile mettere assieme un disco come
questo, partendo da 17.000
diversi sample tratti dai dischi
di Elvis, e aver dovuto 'piegare' la propria produzione alle
esigenze artistiche di una
compagnia tanto sofisticata,
quanto quella del Cirque du
Soleil. Mi auguro, tuttavia, per
> SOMMARIO
extra
41
da evitare: vivs elvis
Elvis sia vivo, si sbaglino di grosso. In caso contrario, temo che
el novero degli album audiofili da evitare, ve ne sono
software
KARAJAN
OFFICIAL
REMASTERED
EDITION
DELLA EMI
karajan remastered edition
PIERRE BOLDUC RECENSISCE
IL COFANETTO DEDICATO
A JEAN SIBELIUS
“Queste incisioni di Sibelius, registrate
tra il 1976 e il 1981, sono tutte frutto
di un nuovissimo remastering fatto
negli studio di Abbey Road, Londra...”
PIERRE BOLDUC
I
n questo cofanetto della 'Karajan Official Remastered Edition'
non siano valide. Per me la Quarta monofonica è uno dei suoi
abbiamo tutte le incisioni stereo di Sibelius registrate da
capolavori discografici: una visione scura, intensa e una lettura
Herbert von Karajan con i Berliner Philharmoniker dal 1976 al
che piacque molto allo stesso Sibelius. Le edizioni stereo del
1981; tutte frutto di un nuovissimo remastering fatto negli studio
1960, sempre con la Philharmonia, sono meno interessanti per-
di Abbey Road, Londra.
ché si presentano durante il lungo cammino che Karajan stava
Il direttore austriaco è sempre stato un grande interprete del com-
facendo per arrivare a una visione unitaria di ogni sinfonia: dove
positore finlandese. Karajan registrò con la Philharmonia
il legato e la struttura diventano gli elementi centrali della sua
Orchestra le Sinfonie nn. 4, 5, 6, 7 in mono tra il 1953 e il 1955 e
visione sibeliusiana, una visione espressa con grande chiarezza
nuovamente la Seconda e la Quinta nel 1960 sempre con la stes-
nelle edizioni delle ultime quattro sinfonie incise per la Deutsche
sa orchestra, ma questa volta in stereo. Queste ultime due sono
Grammophon.
incluse nel cofanetto Orchestral Spectaculars from Händel to
Questa visione unitaria è anche al centro delle letture delle sinfo-
Bartók della Karajan Edition. Ritorneremo su queste interpreta-
nie contenute in questo cofanetto, ovvero la Quarta, la Quinta, la
zioni quando ci arriverà il cofanetto.
Sesta e la Settima riprese dalla EMI nella seconda metà degli
Per il momento basta sottolineare
anni Settanta. Dunque, sono simili a quelle della DG registrate
che le incisioni mono fanno parte di
dieci anni prima, per quanto riguarda le idee interpretative, ma le
Karajan Official
Remastered Edition
un Karajan ancora influenzato
riprese della EMI, essendo state incise nella Philharmonie a
dalla tradizione wagneriana per ciò
Berlino e non nella chiesa Jesus-Christus (come quelle della
www.warnerclassics.com
che riguarda la direzione orche-
DG), hanno un dettaglio orchestrale è assai diverso.
strale, anche se la precisione di
Ma ci sono differenze anche nell'interpretazione. Ascoltandole,
uno Toscanini inizia a essere udibi-
dopo aver sentito quelle della DG, ho avuto l'impressione di avere
le. Ma questo non vuol dire che
a che fare con incisioni di riprese live: Karajan si concede un po'
CLICK
42 extra
> SOMMARIO
software
“...Parlando con gli ingegneri della Abbey Road,
mi è stato confermato che i master originali
a otto tracce sono stati rimasterizzati
appositamente per la nuova Edition; in altre
parole, i master impiegati per la produzione
degli LP e dei CD sono stati scartati.
Risultato: meno riverbero e più dettaglio e
anche una ricchezza armonica assai superiore
ai remastering precedenti...”
Allora, abbassavo i livelli, ma rispondeva sempre che erano anco-
PIERRE BOLDUC
parole, credo che l'immensa resa dinamica dei violoncelli e dei
ra ‘troppo forte’. La resa dinamica di un'orchestra durante un concerto è molto più elevata di quella riproducibile su un disco o in un
salone. È impossibile! (‘es geht enfach nicht!’ in tedesco, ndr). Ma
lui voleva sempre di più; voleva l'impossibile, anche di più del
massimo assoluto”. Il fatto è che Karajan voleva sentire dai
master ciò che ascoltava dal podio: pianissimi appena udibili e
fortissimi da brivido. È per questo che chiedeva sempre più dinamica, bassi più potenti, e così via. Ho l'impressione che ascoltando i master, che saranno presto disponibili in alta risoluzione,
avremo un basso molto più controllato e trasparente. In altre
contrabassi dei Berliner non era all'epoca riproducibile su com-
un po' più di espressione. Mi ha fatto pensare al Concerto di
Capodanno del 1987, dove l'equilibrio tra struttura ed espressione è più a favore di quest'ultima. Non di molto, ma abbastanza
per dare all'interpretazione quel tocco di magia, di 'happening'
che succede solo durante i concerti live. Ho scoperto molti dettagli del tutto nuovi in queste riprese EMI degli anni Settanta.
Ma, all'epoca, l'uscita di queste sinfonie non fu accolta con grande entusiasmo, questo principalmente a causa della qualità delle
incisioni, perché risultarono all'ascolto molto riverberanti.
Parlando con gli ingegneri della Abbey Road, mi è stato confermato che i master originali a otto tracce sono stati rimasterizzati
appositamente per la nuova Edition; in altre parole, i master
impiegati per la produzione degli LP e dei CD sono stati scartati.
Risultato: meno riverbero e più dettaglio e anche una ricchezza
armonica
assai
superiore
ai
remastering
precedenti.
Contrariamente a Günter Hermanns, dell'etichetta gialla, che
usava microfoni direzionali (il che spiega anche i bassi assai
poveri sugli LP della DG) Wolfgang Guelich, l'ingegnere del
suono della EMI (che ha inciso quasi tutti i dischi di Karajan dal
1976 al 1981), impiegò solo microfoni omnidirezionali. E i risultati si fanno presto sentire: gli ottoni bassi, le archi gravi, ma anche
i legni, come il clarinetto e il fagotto, hanno molto più corpo che
sulle incisioni della DG e gli ottoni mantengono il loro colore
anche nei tutti. Ma anche se la nuova rimasterizzazione ha indubbiamente migliorato lo stato delle cose - penso anche ad archi più
luminosi e a una scena più profonda e dettagliata - il problema
con il riverbero nella zona bassa dello spettro rimane, anche se
pact disc; e se uno come Guelich era pronto a non tagliare le
basse frequenze sul master come tanti hanno fatto prima e dopo
di lui, allora questo spieggerebbe perché il basso su i CD non è
non del tutto controllato e trasparente. Potrei anche sbagliarmi. Vi
farò sapere qualcosa a proposito quando mi arriveranno i file in
24bit/96kHz dei dischi del cofanetto.
Lo stesso cofanetto contiene anche le incisioni digitali della Prima
e della Seconda Sinfonia. Karajan vede giustamente la Prima
come una sinfonia vicina alla tradizione orchestrale russa, più
vicina a Ciaikovski che ai contemporanei di Sibelius. Ma è la
Seconda che mi ha sempre impressionato di più. L'ultimo movimento ha del miracoloso. Lo sviluppo dei temi principali culmina
nella coda in un momento assolutamente magico, come se le
porte del cielo stessero per aprirsi davanti all'ascoltatore. Anche
se il tempo è piuttosto lento in confronto a quasi tutte le altre edizioni sul mercato, la musica va avanti ineluttabilmente, drammaticamente verso il dévoilement di una forza interiore e di una
potenza sonora semplicemente fantastiche. È l'unica incisione di
Karajan, con quelle dei quattro poemi sinfonici inclusi anch'essi
nel cofanetto, che per me danno un'idea di come poteva essere
sentito il direttore con i suoi Berliner dal vivo. Aspettate di sentire
all'inizio di Finlandia l'impressionante rullo dei timpani che si
amalgamano alla perfezione con il motivo suonato dagli ottoni!
Sembra quasi irreale… ma dal vivo l'esperienza era simile, non
del tutto… ma simile. Solo per ciò che riguarda la Suite Karelia,
devo ammettere che preferisco altre edizioni, come quella di
Maazel su Decca, poiché la lettura di Karajan risulta essere quasi
bruckneriana da quanto è 'pesante'. Pierre Bolduc
meno accentuato.
Sul perché di questo ho una mia teoria. In un'intervista a Guelich
nel film Karajan: Das zweiter Leben l'ingegnere del suono parla
del suo rapporto con il direttore. “Alla EMI mi occupavo delle sue
incisioni (Karajan, ndr) e le mie registrazioni erano completamente diverse (da quelle di Hermanns, ndr). Però Karajan le autorizzava tutte. Alle mie domande se il passaggio andava bene, mi
rispondeva sempre che suonava ‘troppo forte, troppo forte’.
DISCOGRAFIA
SIBELIUS
Sinfonie nn. 1, 2, 4, 5, 6, 7. En Saga, Finlandia,
Tapiola, Il cigno di Tuonela, Karelia Suites, Valse triste.
Karajan Remastered Edition, Volume Sibelius: 19761981. CD Warner Classics 08256 46336197 (4 CD)
www.warnerclassics.com
> SOMMARIO
extra
43
karajan remastered edition
più di libertà e dà alle varie parti che compongono ogni sinfonia
pagina
i
nt
e rat
tiva
Compositori
inglesi
OPERE
PER ARCHI
EMI
5 TITOLI OGNI MESE: 5 dalle seguenti categorie:
LP 33 classico / LP 33 non classico / LP 45 classico / LP 45
non classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico
/ CD non classico / HI RES classico / HI RES non classico
Il nostro target: ben 500 titoli !!!
nche se questa incisione non fa parte del gruppo di registrazioni
A
realizzate dopo il 1964, quando la EMI iniziò a usare il registratore da 1", il fatto che la presa del suono sia stata effettuata presso
la Kingsway Hall è più che sufficiente a conferire a questo LP (il cui codice originario era ASD 521) un'impronta del tutto particolare. La ricchezza armonica, il palcoscenico sonoro ampio e definito in maniera molto
precisa e il calore degli archi - compresi quelli gravi - hanno contributo a
st'opera sarebbe “caratterizzata dalla presenza di un suggestivo misticismo e dalla vertiginosa grandezza delle cattedrali inglesi” - le prime battute
dell'Allegro, con gli archi che scavano in profondità nel loro suono dando
vita a motivi danzanti e dai toni elevati, delineano immediatamente l'essenza del brano. Sulle note del tema principale Elgar scrisse “smiling with a
sigh” (sorridendo con un sospiro), un'espressione che incarna alla perfezione lo spirito britannico.
Nel corso degli anni ho avuto modo di ascoltare molte interpretazioni di
quest'opera, ma nessuna è riuscita a strapparmi un sorriso più grande e
un sospiro più forte dell'esecuzione di Barbirolli proposta in questo disco.
Il direttore inglese eseguì con la stessa passione anche la Serenata per
archi, come ci si può facilmente rendere conto ascoltando la rapidità con
dare un grande valore alle prime stampe del vinile originale.
cui nel terzo movimento viene ripreso il tema che era stato sviluppato nel
Per me, più ancora della qualità tecnica, è la straordinaria interpretazio-
primo.
ne di Sir John Barbirolli a rendere questo LP memorabile. Le registrazio-
Le due opere contenute nel lato B sono entrambe di Ralph Vaughan
ni furono effettuate in due sale diverse. Fatta eccezione per la Fantasia
Williams, compositore morto nel 1958. La Fantasia su un tema di Tallis
su un tema di Tallis, tutte le opere furono incise presso la Kingsway Hall
venne scritta per due orchestre d'archi, la seconda delle quali è in realtà
di Londra, mentre per il capolavoro di Ralph Vaughan Williams si decise
un doppio quartetto d'archi rinforzato da un contrabbasso. Fatto molto
di utilizzare la Temple Church, una chiesa in pietra che secondo i tecnici
interessante, Vaughan Williams fornì al direttore indicazioni molto preci-
del suono avrebbe consentito di riprodurne le caratteristiche sonore nel
se sul modo in cui dovevano essere disposte le due formazioni strumen-
modo migliore.
tali, con la seconda ‘orchestra’ separata dalla prima. Chi dispone di un
John Barbirolli era nato da un padre italiano e una madre inglese; due
impianto in grado di fornire un'immagine sonora convincente non farà
culture che contribuirono a rendere questo geniale musicista uno dei
fatica a rendersi conto che in questo disco Barbirolli seguì alla lettera le
direttori d'orchestra più ‘inglesi’ e al tempo stesso uno dei musicisti tout court
richieste del compositore. Stranamente, la scrittura di Vaughan Williams
più appassionati a salire sul podio, un fatto che trova piena conferma prima
fa pensare a un'opera suonata in una cattedrale, una musica dai toni
nella scelta dei quattro brani in programma e poi nell'interpretazione.
solenni che trova espressione in sonorità ampie e talvolta vigorose. Nel
Questo famosissimo disco contiene musica proveniente dalle soleggiate
complesso, si tratta di un'opera di grande interesse.
colline inglesi, da un Elgar più vicino alle frivolezze dello stile edoardia-
Il programma di questo LP si conclude con la famosa Greensleeves, che
no che ai toni trattenuti della musica di epoca vittoriana e da quello spi-
molti audiofili riconosceranno
rito sacro vagamente misterioso che tendiamo ad associare alle sempli-
fin dalle prime battute. Il lavoro è basato su una melodia di autore anoni-
ci e austere chiese anglicane. Nel 1905 Elgar compose la celebre
mo e ogni volta che la ascolto il mio pensiero corre spontaneamente a un
Introduzione e Allegro per
pomeriggio pieno di sole sulle ondulate colline dell'Inghilterra meridiona-
un'orchestra d'archi e un quar-
le. Per capire esattamente a cosa mi riferisco, dovreste andare in uno dei
tetto con funzione solistica (in
villaggi della campagna inglese - o meglio, nei loro dintorni - e godervi la
questo caso l'Allegri String
profonda tranquillità che vi regna. Nel corso della mia vita ho vissuto in
Quartet). Se la Fantasia su un
quattro nazioni e ho viaggiato moltissimo, tuttavia non ho mai sperimen-
tema di Tallis presenta lo spiri-
tato nulla che possa essere paragonato alla serenità di un villaggio ingle-
to devozionale che pervade
se in una calda e assolata giornata estiva. Questo LP è senza dubbio
molti edifici sacri della chiesa
una delle più grandi registrazioni realizzate durante il secondo dopoguer-
anglicana - un fatto che trova
ra. Barbirolli riesce a esprimere il lato emozionale di queste opere - para-
conferma nelle eccellenti note
frasando un celebre verso di T. S. Eliot - non con un tono roboante ma
di copertina, secondo cui que-
con un sussurro. Ma un sussurro che si sente davvero. Pierre Bolduc
Discografia
BARBIROLLI DIRIGE OPERE PER
ARCHI DI COMPOSITORI INGLESI.
LP HQ Supercuts Records/EMI
HIQLP005.
Sinfonia of London, Allegri String
Quartet, Sir John Barbirolli, direttore.
Reg: Kingsway Hall, Temple Church,
Londra, 1962. Prod: V. Olof. Eng: H.
Davidson, N.Boying.
www.soundandmusic.com
> SOMMARIO
extra
45
4. LP CLASSICO: OPERE PER ARCHI
LP CLASSICO
1
dischi per un’isola deserta
SACD NON CLASSICO
2
dischi per un’isola deserta
Carole King
THE CARNEGIE HALL
CONCERT, 1971
ODE RECORDS
seguito del successo internazionale di Tapestry, uscito nel gen-
A
ne e lascia trasparire quanto la King fosse un'esecutrice già matura e
naio del 1971, pochi mesi più tardi una giovanissima Carole
consapevole in grado di dominare i segreti dei pianissimi, dei fortissi-
King si apprestò a calcare il palcoscenico della prestigiosa
mi e dei silenzi. Il bilanciamento complessivo non indulge in rotondità,
Carnegie Hall di New York. Per l'occasione si fece accompagnare
pur offrendo una marcia in più a tutta l'incisione. Il remastering, infat-
dalla batteria di Danny 'Kootch' Kortchmar e dal contrabbasso di
ti, sembra gettare - rispetto alla versione del 1996 - una nuova luce su
Charles Larkey. La scaletta - com'era lecito attendersi - fu basata
tutte le sfumature esecutive dei tre (quattro quando si aggiunge
quasi esclusivamente su quella di Tapestry. Per l'occasione,
James Taylor) strumentisti sul palco e ci restituisce un interplay coeso
James Taylor ebbe modo di ricambiare il favore che la King gli aveva
ed efficiente, anche se mai rilassato. Si percepisce, al contrario, una
fatto, suonando con lui sempre sullo stesso palco, soltanto un anno
certa tensione nell'interpretazione di tutti quanti, che conferisce ai
prima. Il concerto fu naturalmente appassionante, delicato e struggen-
pezzi un guizzo di eccitazione e l'autentico brivido del live. Simone
te, così come la voce della King, capace di evocare ancora adesso
Bardazzi
brividi e suscitare emozioni. La scaletta di questo CD, ci restituisce
in versione live il modello cantautorato femminile proposto dalla King
dal carattere confessionale e popolare, ma non privo di mordente e
contenuti sociali. L'album in questione vedrà la luce soltanto nel 1996,
in un periodo di piena rinascita per il cantautorato femminile, con artiste che dovevano molto alla stessa King, come Tori Amos, Suzanne
Vega, Fiona Apple, Nathalie Merchant e Margo Timmins dei Cowboy
Junkies.
L'eccellenza dei trattamenti di remastering dei Mobil Fidelity Sound
Lab non è sprecata per questo live, che nel 1971 era stato inciso con
grande cura, nonostante
Discografia
CAROLE KING.
THE CARNEGIE HALL
CONCERT - JUNE 18, 1971.
SACD OdeRecords/Mobile
Fidelity Soundlab UDSACD2067.
Stereo. Reg: Live, Carnegie Hall,
New York, 18 giugno 1971. Prod:
Lou Adler. Eng: Hank Cicalo.
Mastering: Shawn R. Britton, Rob
LoVerde (at Mobile Fidelity Sound
Lab, Sebastopol, California).
www.soundandmusic.com
fosse stato destinato agli
archivi, piuttosto che alla
pubblicazione. E' con piacere, quindi, che assaporiamo in questa versione
tutta l'ampiezza del soundstage della Carnegie Hall
e il suono adamantino
della voce di un'imberbe,
ma affascinante King. La
dinamica è uno dei punti
di forza dell'intera incisio-
> SOMMARIO
extra
47
2. SACD NON CLASSICO: CAROLE KING
5 TITOLI OGNI MESE: 5 dalle seguenti categorie:
LP 33 classico / LP 33 non classico / LP 45 classico / LP 45 non
classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico /
CD non classico / HI RES classico / HI RES non classico
Il nostro target: ben 500 titoli !!!
3
dischi per un’isola deserta
VIVA L’AMORE
OPUS 111
CD
CLASSICO
Bassano
5 TITOLI OGNI MESE: 5 dalle seguenti categorie:
LP 33 classico / LP 33 non classico / LP 45 classico / LP 45 non
classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico /
CD non classico / HI RES classico / HI RES non classico
Il nostro target: ben 500 titoli !!!
Holborne, John Coperario e John Lloyd, oltre al grande Orlando di
Lasso e al bolognese Alfonso Ferrabosco.
I
flauti diritti del Flanders Recorder Quartet e dai membri della Capilla
audiofilia e di musica antica, ma questa dinamica, intraprendente
Flamenca (in cui emergono le voci del soprano Katelijne Van Laethem
imprenditrice polacca naturalizzata francese sul finire del 1990 fondò
e del controtenore Marnix De Cat). Pavane, fantasie, galliarde, alle-
a Parigi un'etichetta discografica, l'Opus 111, che nel corso di appena
mande, canoni e canzoni si alternano sontuosamente, restituendo il
due lustri di esistenza ha pubblicato alcuni dei CD più belli e meglio
sapore e il fascino di un'epoca crudele e tenera, violenta e poetica.
registrati a livello internazionale, prima di essere assorbita, proprio nel
E che dire della ripresa del suono? A effettuare la registrazione ci pensò
2000, da un'altra celebre casa discografica francese, la Naïve. Fu pro-
un'altra donna, Laurence Heym (oggi a capo di una raffinatissima eti-
prio Yolanta, nel ruolo di produttrice, a far scoprire e a lanciare artisti
che ormai sono dei punti fermi dell'interpretazione filologica internazionale nel campo della musica antica e barocca, artisti come Rinaldo
Alessandrini (indiscussa autorità nelle esecuzioni delle opere di
Claudio Monteverdi), l'ensemble "Europa Galante", guidata da un altro
eccelso interprete, Fabio Biondi, e un appassionato esecutore del
repertorio bachiano, Christoph Spering, a capo della Das Neue
Orchester, così come interpreti del periodo romantico, quali il grande
pianista russo Grigorij Sokolov (allievo di Emil Gilels).
Nel 1999, Yolanta Skura produsse, quasi fosse una sorte di "canto del
cigno" della sua etichetta, quello che resta uno dei suoi CD più affasci-
chetta audiofila francese, Eloquentia - web site: www.eloquentia.com),
la quale volle trasformare il palcoscenico sonoro in una sorta di piccola sala d'ascolto, come ce n'erano nelle corti e nei palazzi aristocratici
del Rinascimento e del Barocco: riverbero adeguato, ma non esagerato, timbro delle voci e degli strumenti caldo, rotondo, con particolare
attenzione ai medi e agli alti.
Un disco che, oltre a fare la felicità degli appassionati di musica antica,
è ideale per introdurre a questo tipo di musica coloro che ne sono incuriositi, prezioso antesignano sonoro, degno di essere portato su un'isola deserta e ascoltato. All'infinito. Andrea Bedetti
nanti e pregni di una bellezza esecutiva e interpretativa a dir poco
eccelsa dal titolo "Viva l'amore", dedicato a quei compositori la cui
musica, tra il XVI e il XVII secolo, fu conosciuta e apprezzata nelle corti
europee, a cominciare
da quelle di re Enrico
VIII e di Elisabetta I.
Compositori
Jeronimo,
DISCOGRAFIA
BASSANO. VIVA L'AMORE.
CD Opus 11
111 OPS 30-239
Flanders Recorder Quartet
Capilla Flamenca.
Nonostante non sia stato ristampato e
riproposto dalla Naïve, questo CD può
essere ancora reperito abbastanza
facilmente su Internet.
quali
Lodovico,
Augustino e Giovanni
flanders recorder quartet
Dischi per un’isola
deserta
Bassano, appartenenti
a una famiglia di musicisti veneziani, le cui
composizioni strumentali e vocali furono fatte
conoscere
in
Inghilterra da Thomas
Morley, per proseguire
con gli inglesi Anthony
> SOMMARIO
extra
49
3. CD CLASSICO: VIVA L’AMORE
Musiche vocali e strumentali, si è detto, eseguite magnificamente dai
l nome di Yolanta Skura, forse, non dirà molto agli appassionati di
26-29as 131 KOETSU_paradigm78.qxd 19.2.2014 9:00 Page 29
LP 33 GIRI NON CLASSICO
4
dischi per un’isola deserta
ELLA FITZGERALD
LOUIS ARMSTRONG
PORGY & BESS
VERVE
10 TITOLI OGNI MESE: 1 per ognuno delle seguenti categorie:
LP 33 classico / LP 33 non classico / LP 45 classico / LP 45 non
classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico /
CD non classico / HI RES classico / HI RES non classico
Il nostro target: ben 500 titoli !!!
Dischi per un’isola
deserta
Straconsigliato, 5 stelle e mezzo !
Adesso per il commento tecnico… Com'è il detto ? ‘Ti piace vincere
facile, eh?’
Sì, perchè una registrazione come questa suonerebbe bene anche
sulla radiolina di bachelite, a pile, sulla quale ho iniziato a emozionarmi
con la musica, una vita fa. Purtroppo ci tocca ascoltarla su un impianto
stereo, magari pure bello, e cercarne i pregi, persino i difetti.
Ecco, mi capita raramente di recensire lavori che non abbiano qualche
minimo difetto, qualche piccolo errore magari in buona fede. Questo
Porgy & Bess non ne ha o, perlomeno, chi sta scrivendo non riesce a
trovargliene. Il materiale su cui è stampato è silenziosissimo e appare
della migliore qualità, l'incisione originale è riproposta in modo indubitabilmente rigoroso, senza aggiunte o manipolazioni, in modo totalmente neutrale, si direbbe. E non ha neppure quei rigonfiamenti, atti ad
addolcire il suono per renderlo più amabile, che spesso ho riscontrato
nelle ristampe della Speakers Corner.
A tutto ciò si aggiunge quella che, come detto più sopra, è una incisione da favola: voci e strumenti ripresi allo stato dell'arte, dinamica e ariosità da brividi e un palcoscenico ampio e profondo come pochi. A questo proposito, si ascolti la Fitzgerald che, a un certo punto, entra sul
palco, un buon numero di metri dietro la linea dei diffusori, e offre fragole (...strawberries...) attraversandolo, su un tappeto di archi sognanti. Questo momento, da solo, basterebbe a far drizzare i peli a chi
ascolta.
...Poi c'è tutto il resto. Piero Grassano
DISCOGRAFIA
ELLA FITZGERALD. LOUIS ARMSTRONG
GERSHWIN: PORGY & BESS (selezione)
LP Verve / Speakers
Speakers Corner MGVS 6040-2 . LP 180gr.
180gr.
Louis Armstrong (trumpet, vocals); Ella Fitzgerald (vocals)
Unidentified orchestra; Russ Garcia (arranger, conductor)
Recorded in Los Angeles, August 1957 and Chicago, October
1957. Producer: Norman Granz
giudizio artistico: ECCEZIONALE; giudizio tecnico: ECCEZIONALE
www.soundandmusic.com
extra
51
4. LP 33 GIRI NON CLASSICO: PORGY AND BESS
Q
uesta versione di Porgy & Bess del 1957, nell'interpretazione
della Fitzgerald e Armstrong è semplicemente sontuosa. Non
è la prima e nemmeno l'unica ma, tra quelle cantate, va considerata come la più bella e intensa, la più delicata e al tempo stesso la
più potente. Gli splendidi arrangiamenti e la grande orchestra di Russel
Garcia creano impasti sonori di grande effetto sul quale le voci, quella
di Ella in particolare, volteggiano e dialogano con tanta disarmante
naturalezza, che l'opera sembra sia stata composta per loro e nessun
altro al mondo.
I brani che attraversano le
quattro facciate, introdotti
dalla lunga Ouverture orchestrale che li riassume, sono
tutti famosissimi e ascoltati più
La tua lunga sofferente moglie
volte in miriadi di versioni,
ti ha abbandonato su un'isola
ognuna con diverse caratterideserta.
stiche: It ain't necessarily so,
Ma ha avuto pietà di te: ti ha
lasciato una copia dell'Inferno
Got a plenty of nuttin' , I love
di Dante… e un lusso: l'impianyou, Porgy e Summertime, su
to hi fi che non vuol più vedere
tutte. Quest'ultima, in particoin casa.
lare, ha un andamento e un
Per tenervi compagnia:
tono talmente ispirati, una
500 incisioni che i critici di AS
delicatezza così struggente,
ti spediranno regolarmente.
da far venire i brividi lungo la
Ecco la loro scelta: ‘dischi
schiena ogni volta che la si
per un’isola deserta.’
ascolta. La tromba del vecchio
Louis non ha grande spazio d'altronde, i fratelli Gershwin non hanno pensato a un lavoro per sola
tromba -, ma quando lo strumento compare, le sue note risplendono
come diamanti, incastonati uno a uno, in un diadema preziosissimo.
L'album è accuratamente riprodotto e, a parte il cartone meno rigido
della copertina, è identico all'originale; al suo interno compare il fascicolo, grande come l’LP e stampato su bellissima carta cedro, che raccoglie la sceneggiatura, le note di registrazione di Norman Granz e
alcune foto delle session.
Certo, molti di quelli che leggono questa recensione saranno già in possesso di una qualche edizione passata - magari in CD - e potrebbero
non sentirsi attratti da questa nuova, costosa, versione. Ma, mi si
creda, alla luce di ciò che l'opera è, della sua grande bellezza e di quello che si leggerà più avanti, nella parte tecnica, vale veramente la pena.
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SACD CLASSICO
5
dischi per un’isola deserta
Schubert
QUINTETTO
PER ARCHI D956
HARMONIA MUNDI
5 TITOLI OGNI MESE: 5 dalle seguenti categorie:
LP 33 classico / LP 33 non classico / LP 45 classico / LP 45 non
classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico /
CD non classico / HI RES classico / HI RES non classico
Il nostro target: ben 500 titoli !!!
i dice che con l'approssimarsi della morte un artista venga spinto
grali dei quartetti di Beethoven degli ultimi decenni), unitamente a
a produrre il meglio di sé, della propria arte, della propria sensibi-
David Watkin, nel ruolo di secondo violoncello, si sono resi artefici di
lità capaci di trasformarsi in un atto compiuto per essere conse-
un'esecuzione a dir poco esemplare, probabilmente la migliore di tutta
gnato all'immortalità. E se c'è un compositore che può rientrare piena-
la storia discografica di questo quintetto. I cinque strumentisti non solo,
mente in questa possibile visione, costui è certamente Franz Schubert,
infatti, ci hanno dato con questa registrazione una lettura approfondita,
il quale, in quel fatidico 1828, anno della sua prematura scomparsa, riu-
sentita, espressa con lo strumento del cuore, ma sono riusciti dove
scì a esprimere e a creare capolavori cameristici che sono entrati di
molti altri colleghi hanno fallito, ossia nello scavare la partitura, per por-
diritto nell'Olimpo musicale. Tra questi c'è sicuramente il Quintetto per
tare in superficie, all'orecchio dell'ascoltatore, gli ultimi sogni, gli ultimi
archi in do maggiore D. 956; anzi, si può affermare senza possibilità di
ricordi, gli ultimi afflati nostalgici di uno Schubert che aveva ormai aper-
essere smentiti che questo è l'ultimo, grande capolavoro di Schubert, in
to la porta alla morte.
assoluto il suo ‘canto del cigno’.
Anche il Quartettsatz D. 703 in do minore, altra opera incompiuta del
Quest'ampia composizione scritta per una particolarissima formazione
compositore austriaco, pur nella sua frammentarietà diventa più chiara,
d'archi (due violini, una viola, due violoncelli) è davvero il commiato
più compiuta, più ragionata nell'interpretazione del Tokyo String
finale, il passo d'addio di un musicista che ha sempre vissuto la sua
Quartet, facendo sì che questo disco possa davvero essere considera-
breve esistenza a braccetto con l'idea della morte. In quest'opera, non
to uno dei migliori SACD mai realizzati dall'industria discografica.
per nulla, l'aspetto confidenziale dell'espressione si tinge di tristezza e
A completare poi la straordinarietà di questo disco ci sono l'Harmonia
la scrittura offre un'inesauribile varietà di soluzioni tecniche nella gestio-
Mundi e l'ingegnere del suono Brad Michel, che hanno saputo esaltare
ne d'insieme, al punto che i quattro tempi del quintetto sono indubbia-
e concretizzare il suono degli interpreti attraverso una registrazione
mente il frutto di una riflessione ultima e coerente. Eppure, al di là di
magistrale, con un palcoscenico sonoro semplicemente scolpito, una
queste profondità, di questi abissi espressivi, in quest'ultimo capolavo-
dinamica sontuosa giocata finemente tra la luce e le ombre dissemina-
ro Schubert riesce anche a esprimersi mirabilmente con una semplicità
te nella partitura e un dettaglio sbalorditivo, disarmante nella sua irripe-
familiare, una semplicità manifestata in punta di piedi, sottovoce, quasi
tibile bellezza. Avere questo disco è dovere di ogni audiofilo che si
non avesse voluto disturbare il mondo nell'atto di lasciare questa vita.
rispetti. Andrea Bedetti
S
Da ciò, si può ben intuire la difficoltà nel poter restituire, attraverso una
sagace e attenta lettura,
Dischi per un’isola
deserta
FRANZ SCHUBERT
QUINTETTO PER ARCHI D.956.
QUARTETTSATZ D.703
SACD Harmonia Mundi
HMU 807427
tutte queste emozioni, e
sottilissime sfumature in
chiave interpretativa, che
deve partire da un affiatamento tra i vari esecutori
che vada ben oltre il semplice, si fa per dire, aspetto
tecnico, quanto piuttosto
quello che riguarda l'intento
www.ducalemusic.it
spirituale,
interiore,
più
celato. E in ciò il Tokyo
> SOMMARIO
extra
53
5. SACD CLASSICO: SCHUBERT
String Quartet (protagonista, tra l'altro, di una delle più interessanti inte-
LINK UP >
LINK UP > AS 136
AUDIOPHILE sound
leggete l’articolo AS 136 / pp.8-10
guida all’ascolto ‘musicale’
CD ALLEGATO AD AS 136
nuova rubrica!!
Per conoscere meglio questo disco,
in questa nuova rubrica potete leggere
la guida all’a sc olt o e ascoltare degli
esempi musicali, che sono stati
segnalati con l’icona
sq
Per la versione dell’articolo con gli esempi musicali CLICCATE QUI:
Questo link
vi porterà alla pagina interattiva con testo ed esempi musicali da ascoltare...
sq
SONATA N. 11 IN LA MAGGIORE PER PIANOFORTE
"MARCIA TURCA", K. 331
ta al padre, nella quale Mozart annunciava la pubblicazione delle tre
Sonate, la cui funzione primaria, nelle sue intenzioni, era quella di
farne un proprio uso concertistico e didattico. E la storia del gusto e
L
a Sonata in la maggiore K. 331 fu pubblicata nel 1784 dall'edi-
della fama ha fatto sì che fosse, in particolare, la Sonata in la mag-
tore Artaria in un gruppo di tre Sonate che comprendeva la K.
giore K. 331 a imporsi come la più celebre fra tutte le sonate mozar-
330 (Sonata n. 10 in do maggiore) e la K. 332 (Sonata n. 12 in
tiane, grazie soprattutto all'ultimo tempo, il cosiddetto Rondò "Alla
fa maggiore). Queste prime tre sonate furono probabilmente scritte
Turca", assai noto anche al di fuori degli ambienti della cosiddetta
da Mozart negli anni viennesi, anche se è assai verosimile che furo-
musica classica. Proprio sulla scia della moda della turquerie (vedi
no concepite dal sommo compositore nel corso del periodo da lui
Audiophile sound, n. 136), che ebbe vastissima diffusione in tutta
trascorso a Salisburgo nell'estate 1783, quando si recò nella città
l'Europa nel corso del Settecento, Mozart compose, nel 1782, l'ope-
natale per presentare alla famiglia la moglie Constanze Weber,
ra Die Entführung aus dem Serail (Il ratto dal serraglio) che ottenne
come d'altronde lascia pensare una lettera del 12 giugno 1784 scrit-
un grande successo presso il pubblico viennese.
Non è quindi azzardato ipotizzare che nella Sonata K. 331 Mozart
abbia provato il desiderio di rinverdire quel successo, inserendosi
Robert Silverman
nella scia della turquerie teatrale per riproporre, nei salotti aristocratici, quelle stesse melodie e atmosfere che dovevano conferire alla
musica un sapore ‘turchesco’. Ad ogni modo, ciò che rende interessante questa sonata non è tanto data in sé dalla presenza del movimento “Alla Turca”, ma il fatto che, inserendo nella composizione un
tempo così fortemente caratterizzato, Mozart decise di dare vita a
un brano decisamente anomalo. Questo perché la K. 331 è l'unica
sonata mozartiana - se non si considera la giovanile e ancora acerba Sonata in mi bemolle maggiore K. 282 - nella quale il primo
tempo non si articola nella classica forma-sonata ma, al contrario si
basa su quello della Suite, formato da movimenti contrastanti e di
danza. Così, il primo tempo, l'Andante grazioso, è rappresentato da
un tema seguito da sei variazioni, che raggiungono progressiva-
> SOMMARIO
extra
55
LINK UP AS 136: CD mozart
LE SONATE DI
MOZART SU
CD ISOMIKE
LINK UP > AS 133
LINK UP AS 136: CD mozart
mente e genialmente un'irresistibile brillantezza tecnica. L'idea ini-
gio’ delle bande militari turche che si avvalevano di tamburi, triango-
ziale è purissima e incantevole, sulla quale s'innesta la Variazione I
li e campanelli. A tale proposito, appare assai interessante l'ipotesi
s q01.23
- 01.53, che si arricchisce di fioriture, mentre la
avanzata dal pianista e musicologo austriaco Paul Badura-Skoda
Variazione II intensifica l'accompagnamento del registro grave
(grande interprete delle sonate mozartiane), secondo la quale
s q01.54
Mozart, proprio per evocare meglio le percussioni tipiche delle
- 02.50. E se la Variazione III esplora magicamente il
s q05.28 - 07.02, quella
bande di giannizzeri, nel suonare i ritornelli di questa Marcia turca
successiva, Variazione IV, sfrutta le contrapposizioni fra i diversi
volle utilizzare a mo' di percussione gli smorzi particolari, alquanto
registri della tastiera, con la mano sinistra che suona sopra la destra
sonori, tipici di alcuni fortepiani dell'epoca.
sentiero misterioso della tonalità minore
(!) nel registro acuto
s q07.03 - 08.55. La Variazione V, poi, porta
l'ascoltatore ad arrestarsi di fronte alla pausa contemplativa di un
Adagio fortemente fiorito
s q08.56 - 12.40, per poi cambiare mira-
bilmente metro nell'ultima Variazione, con la quale si chiude brillantemente il movimento
s q12.44 - 14.06.
Il tempo centrale è formato da un delizioso Minuetto d'intonazione
nobile e di geniali risorse timbriche, che fa ancora ricorso, nel Trio
s q02.39 - 05.30, all'inversione delle mani. Semmai, è ancora da
ricordare che la peculiarità di questa sonata risiede anche nel fatto
che, al posto di un tempo lento (il proverbiale Adagio), Mozart volle
inserire appunto un Minuetto, una scelta che si svela in tutta la sua
arguzia nel momento stesso che prende avvio l'ultimo tempo, quello appunto che ha reso celeberrima tale composizione, l'Allegretto
"Alla Turca", in forma di Rondò francese.
Per Rondò francese s'intende la presenza di un tema principale in
tonalità minore - ricco di acciaccature o appoggiature (ossia come
viene definita l'esecuzione veloce di una nota di valore minimo prendendo il tempo alla nota precedente e appoggiandosi alla successiva), caratterizzato da una dinamica piano - e di una ripresa in tonalità maggiore, contraddistinta da una dinamica forte di grande impatto timbrico. Ad arricchire ulteriormente l'Allegretto è il fatto che
Mozart, con gli arpeggi della mano sinistra ottiene l'effetto di far
entrare in vibrazione tutti i suoni armonici della tastiera, mentre con
la mano destra esegue degli accordi preceduti da acciaccature
s q00.48 - 01.03. In questo modo, il genio salisburghese riesce a
ricreare meravigliosamente sulla tastiera il suono esotico e ‘selvag-
56 extra
> SOMMARIO
Robert Silverman durante la registrazione Isomike