FORBICI
Vincitrice Premio Campiello Giovani 2012
“Sono storie della mia gente”
La sua è una scrittura in prospettiva, intimista, che segna in maniera netta una transizione, la scoperta, lo stupore di un ‘mondo
nuovo’ visto con gli occhi e raccontato con le parole di una ragazza di 19 anni. Per Martina Evangelisti la narrazione è una
impellenza, un bisogno. Ed è sicuramente questa carica emotiva,
unita a una rigorosa perfezione formale, ad aver affascinato la
giuria del prestigioso Premio Campiello Giovani, riconoscimento
che Martina ha ottenuto quest’anno con il racconto ‘Forbici.’
«È da quando avevo 16 anni che coltivo la parola scritta, credo
si tratti di una evoluzione del mio vorace amore per la lettura. Così lo scorso anno ho inviato un mio
racconto, ‘Rosse Rosse’ al Campiello ed è
entrato nella cinquina finalista».
«Raccontare è la mia esigenza primaria,
non posso farne a meno. La scrittura mi
dà la possibilità di razionalizzare e portare
fuori quello che avrei fatica a dire».
«Mi sono ispirata a tantissime storie ;
questa è una storia di fiction, ma condensa quelle sensazioni che inevitabilmente
genera il distacco, la separazione da una
realtà consolidata, nella quale crediamo
di aver trovato un accettabile equilibrio e
dalla quale, per crescere, dobbiamo allontanarci».
montagnanafilmforum
Martina Evangelisti
ancci
Venerdì 14 Dicembre, ore 11.00
Chiesa S. Benedetto
COMUNE
DI
M O N TA G N A N A
Premio
Campiello
il giorno dopo
Incontri con gli Autori
Selezione Premio Letteratura Campiello 2012
Giovanni Montanaro, “Tutti i colori del mondo”
Marco Missiroli, “Il senso dell’elefante”
Giovedì 13 Dicembre, ore 21.00
Palazzo Valeri Crediveneto, Montagnana
Vincitrice Premio Campiello Giovani 2012
Martina Evangelisti, “Forbici”
Venerdì 14 Dicembre, ore 11.00
Chiesa San Benedetto, Montagnana
CON IL CONTRIBUTO DI
Pro Loco di
M O N TA G N A N A
CON LA COLLABORAZIONE DI
PARROCCHIA DI MONTAGNANA
Giovedì 13 Dicembre
ore 21.00, Palazzo Valeri
Giovanni Montanaro
Marco Missiroli
TUTTI I COLORI DEL MONDO
IL SENSO DELL’ELEFANTE
Ha studiato Giurisprudenza all’Università degli Studi di Padova ed esercita la professione di avvocato. Nel 2005 ha scritto per
il teatro il dramma “Arriva sempre la stessa lettera da Vienna”.
Ha esordito con il romanzo “La Croce Honninfjord” (2007, Marsilio). Nel 2008 è stato selezionato per il progetto Scritture Giovani del Festivaletteratura di Mantova. Ha pubblicato poi “Le
conseguenze” (2009, Marsilio) e recentemente “Tutti i colori del
mondo” (2012, Feltrinelli).
Marco Missiroli è caporedattore di una rivista di psicologia. Scrive per “Vanity Fair” e per la pagina della cultura del “Corriere
della Sera”. Ha pubblicato per Fanucci “Senza coda” (premio
Campiello opera prima 2006) e per Guanda “Il buio addosso”
(2007), “Bianco” (2009, premi Comisso e Tondelli).
Selezione Premio Letteratura Campiello 2012
A Gheel, conosciuto come il paese dei matti, vive Teresa Senzasogni, che non è una pazza , ma è stata registrata lì per poter godere dell’ospitalità della famiglia
Vanheim. Un giorno avrà una dote e sposerà il suo Icarus. Ma un giorno arriva un
nuovo ospite, un vagabondo rosso di capelli, schivo, rude, gli occhi accesi da una
febbre sconosciuta: è Van Gogh, è lui il
vero unico amore della sua vita. Diventerà pittore, lo sente, troverà nei colori una
strada universale.
Il romanzo è una lunga lettera d’amore,
dolcissima, appassionata, semplice che
esprime un bisogno di libertà, grande
quanto l’ immaginazione che lo contiene.
Selezione Premio Letteratura Campiello 2012
“Il senso dell’elefante” racconta la storia di Pietro, un prete
che, abbandonata la missione ecclesiastica, si trasferisce a Milano dove fa il portinaio. La storia di Pietro si intreccia ben
presto con quella del dottor Martini che abita al secondo piano
con moglie e figlia.
Capita, di questi tempi, di essere un po’
confusi, insicuri sul lavoro, incerti negli
affetti, indecisi nel guardare al sociale. Mandare messaggi, lanciare sguardi
o chiudersi a riccio, coltivare il proprio
orticello e chiusa lì? Il nuovo romanzo di
Marco Missiroli, “Il senso dell’elefante”
parla anche di questo. Ha temi forti raccontati con discrezione. Parla del bisogno
che abbiamo tutti di amore, del peso del
passato (e degli oggetti che lo rappresentano), del miracolo (qualche volta solo
sfiorato, al di là del nostro volere) che è il
ritrovarsi in un altro da sé.