COSIMO BRACCI TORSI Presidente Fondazione Palazzo Blu Secondo una tradizione ormai consolidata, Palazzo Blu dedica la sua attività primaverile a temi vicini alla storia, l’arte e la cultura di Pisa. Abbiamo avuto la grande mostra galileiana “Il canocchiale e il pennello”, “Lungo il Nilo” sulla spedizione di Ippolito Rosellini in Egitto e “Storie dall’altro mondo”, iniziative che hanno fruito della collaborazione di istituzioni culturali pisane, come l’Università con i suoi diversi dipartimenti, l’INFN e la Curia; l’unica eccezione, dovuta ad una ricorrenza eccezionale, è stata “Donne d’Italia” in occasione del 150° anniversario dell’Unità. Le mostre organizzate quest’anno, a ingresso libero, com’è consuetudine per quelle di questa stagione, sono due: “Artemisia, la musa Clio e gli anni napoletani” e “Costumi di Scena”, dedicate a due donne, Artemisia Gentileschi e Anna Anni, vissute a più di tre secoli di distanza l’una dall’altra, molto diverse fra loro per ambiente, origine e attività, che con la loro intelligenza e la loro volontà hanno però saputo raggiungere i vertici delle rispettive professioni superando talvolta anche un pregiudizio di genere. Artemisia e suo padre Orazio, sono i due personaggi più famosi dei Lomi Gentileschi, una famiglia di pittori vissuta a Pisa e qui assai attiva nel periodo a cavallo fra il Cinquecento ed il Seicento. Mentre Aurelio e Baccio trascorsero qui buona parte della loro vita, il fratello Orazio si trasferì ancor giovane a Roma, dove fu poi uno dei massimi esponenti del Caravaggismo e dove nacque la figlia Artemisia. Allieva e inizialmente collaboratrice del padre, Artemisia, che divenne poi una fra le più importanti e celebri pittrici del Seicento, visse ed operò a Roma, Firenze, Venezia e Napoli, con un lungo soggiorno anche a Londra. Ebbe una vita privata varia e movimentata, segnata dal processo per stupro che ne avrebbe fatto in tempi recenti, un’icona del femminismo e l’oggetto di film e romanzi. Mentre sono presenti a Pisa, ed anche a palazzo Blu, numerose opere di Aurelio e di Baccio, gli unici dipinti di Orazio e di Artemisia sono la “Madonna col Bambino, San Francesco e San Sebastiano” e “Clio, Musa della Storia”, acquisiti dalla Fondazione Pisa negli anni 2003 - 2004, e che rappresentano due fra le opere maggiori della sua collezione. Dipinto da Artemisia a Napoli nel 1632 per Carlo di Lorena, Duca di Guisa, “Clio” rappresenta una delle sue opere più riuscite di soggetto allegorico ed è stata esposta in mostre prestigiose a Los Angeles, New York, Roma, Saint Louis e, recentemente, a Milano e Parigi, dandoci la possibilità di stabilire rapporti con importanti musei e istituzioni culturali. Grazie alla preziosa ed appassionata collaborazione dei curatori, Francesco Solinas e Roberto Contini, ed alla disponibilità dei Musei di Capodimonte e di Cannes, del Polo Museale Fiorentino e di Palazzo Barberini di Roma, della Pinacoteca di Bologna e della Galleria Palatina di Firenze, oltre che di alcuni collezionisti privati, possiamo presentare, per la prima volta a Pisa, una scelta selezione di opere di Artemisia Gentileschi degli anni napoletani, ai quali appartiene anche l’opera di nostra proprietà. La mostra, che comprende capolavori, come l’Assunzione di Capodimonte, e opere ancora inedite, fornisce un’occasione d’interessanti raffronti ed approfondimenti su questo periodo della sua attività. Passiamo ora alla seconda delle due mostre. La Fondazione Cerratelli, che custodisce e conserva una collezione di costumi teatrali e cinematografici unica per loro numero e valore, in massima parte opera della famosa casa d’arte Cerratelli di Firenze, è oggi una delle più originali ed interessanti presenze culturali del nostro territorio. Grazie al contributo della Fondazione Pisa, i laboratori della Cerratelli hanno potuto restaurare un importante gruppo di costumi di eccezionale valore ed interesse, realizzati nella sartoria fiorentina da Anna Anni, una delle più geniali costumiste teatrali della seconda metà del secolo scorso. Alcuni dei più importanti ed interessanti costumi restaurati sono presentati nella mostra “Costumi di scena”, la prima mostra che la Fondazione Cerratelli, realizza a Palazzo Blu con il quale ha già collaborato in passato. Assistendo ad uno spettacolo teatrale o cinematografico, siamo portati a considerare gli abiti indossati dagli interpreti, spesso di fogge esotiche e dunque distanti da noi nel tempo e nello spazio, come un dato naturale e trascurabile, quasi un semplice elemento di fondo, dimenticando quanta inventiva, passione, cura e cultura siano necessarie per realizzarli. Conosciamo ed ammiriamo i grandi divi, attori e registi, ma ignoriamo spesso le molte altre essenziali competenze artistiche necessarie per la completezza e la bellezza di uno spettacolo. L’Oscar per una colonna sonora, vinto dal concittadino Dario Marianelli, ha richiamato la nostra attenzione sui compositori di musiche per films, Anna Anni appartiene anche lei, a quell’insieme di artisti assai meno conosciuti che sono essenziali per la realizzazione di uno spettacolo ma che non vengono di solito alla ribalta a ricevere l’applauso del pubblico. L’attività di costumista di Anna Anni è infine legata a grandi nomi del teatro, della danza e del cinema, come Franco Zeffirelli, Carla Fracci e Mauro Bolognini, dei quali è stata per anni la fidata e preziosa collaboratrice, e proprio del prodotto di questi sodalizzi “Costumi di scena”, curata da Diego Fiorini e Floridia Benedettini, mostrerà una scelta e suggestiva selezione l’Otello e la Maria Stuarda di Zeffirelli, il Mosè di Bolognini, i balletti della Fracci - allestita nelle sale della collezione permanente di Palazzo Blu. Ogni mostra è accompagnata da un interessante catalogo che permette di approfondirne i temi e conservarne un piacevole ricordo, ed anche in questa occasione il nostro auditorium ospiterà alcuni incontri nei quali saranno approfonditi ed ampliati i contenuti delle mostre stesse del quale forniremo quanto prima il calendario. In fine, le due mostre, che godono del patrocinio del Comune di Pisa, sono presentate in una sede inconsueta, poiché non sono allestite negli spazi destinati alle esposizioni temporanee, ma nelle sale dell’antico palazzo Giuli Rosselmini Gualandi, sede delle collezioni d’arte della Fondazione Pisa. Anche i motivi di questa novità sono due: da un lato, le sale del palazzo, con le loro decorazioni e l’arredamento d’epoca, sono apparse più adatte ad accogliere la sontuosità della pittura di Artemisia e dei costumi di Anna, dall’altro, è stato possibile esporre le opere in questi spazi, poiché è iniziato il trasferimento di quella parte della collezione che occuperà il secondo piano del palazzo, rimasto libero dopo il trasferimento della sede della Fondazione Pisa nel nuovo edificio di Via Toselli. Al termine delle due mostre alla fine di giugno, Il museo rimarrà pertanto chiuso, per riaprirsi nella seconda metà del prossimo settembre, nel nuovo, più ampio e definitivo allestimento.