Giornata di Studio Dimensione scientifica e orizzonte spirituale dell’umano Istituto Superiore di Scienze Religiose all'Apollinare Progetto STOQ (Facoltà di Filosofia) Roma , 25 ottobre 2014 La creatura umana nel dibattito tra scienza e fede Valeria Ascheri ISSR all'Apollinare (Pontificia Università della Santa Croce) [email protected] La creatura umana 355. Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò » (Gn 1,27). L'uomo, nella creazione, occupa un posto unico: egli è « a immagine di Dio » (I); nella sua natura unisce il mondo spirituale e il mondo materiale (II); è creato « maschio e femmina » (III); Dio l'ha stabilito nella sua amicizia (IV). 365. L'unità dell'anima e del corpo è così profonda che si deve considerare l'anima come la « forma » del corpo; ciò significa che grazie all'anima spirituale il corpo, composto di materia, è un corpo umano e vivente; lo spirito e la materia, nell'uomo, non sono due nature congiunte, ma la loro unione forma un'unica natura. Catechismo della Chiesa Cattolica (1992) La creatura umana “Unità di anima e di corpo, l'uomo sintetizza in sé, per la stessa sua condizione corporale, gli elementi del mondo materiale, così che questi attraverso di lui toccano il loro vertice e prendono voce per lodare in libertà il Creatore. Non è lecito dunque disprezzare la vita corporale dell'uomo. Al contrario, questi è tenuto a considerare buono e degno di onore il proprio corpo, appunto perché creato da Dio e destinato alla risurrezione nell'ultimo giorno. E tuttavia, ferito dal peccato, l'uomo sperimenta le ribellioni del corpo. L'uomo, in verità, non sbaglia a riconoscersi superiore alle cose corporali e a considerarsi più che soltanto una particella della natura o un elemento anonimo della città umana. Infatti, nella sua interiorità, egli trascende l'universo delle cose: in quelle profondità egli torna, quando fa ritorno a se stesso, là dove lo aspetta quel Dio che scruta i cuori là dove sotto lo sguardo di Dio egli decide del suo destino. Perciò, riconoscendo di avere un'anima spirituale e immortale, non si lascia illudere da una creazione immaginaria che si spiegherebbe solamente mediante le condizioni fisiche e sociali, ma invece va a toccare in profondo la verità stessa delle cose”. Gaudium et Spes 14 La creatura umana L'uomo ha ragione di ritenersi superiore a tutto l'universo delle cose, a motivo della sua intelligenza, con cui partecipa della luce della mente di Dio. Con l'esercizio appassionato dell'ingegno lungo i secoli egli ha fatto certamente dei progressi nelle scienze empiriche, nelle tecniche e nelle discipline liberali Nell'epoca nostra, poi, ha conseguito successi notevoli particolarmente nella investigazione e nel dominio del mondo materiale. E tuttavia egli ha sempre cercato e trovato una verità più profonda. L'intelligenza, infatti, non si restringe all'ambito dei soli fenomeni, ma può conquistare con vera certezza la realtà intelligibile, anche se, per conseguenza del peccato, si trova in parte oscurata e debilitata. Infine, la natura intelligente della persona umana può e deve raggiungere la perfezione. Questa mediante la sapienza attrae con dolcezza la mente a cercare e ad amare il vero e il bene; l'uomo che se ne nutre è condotto attraverso il visibile all'invisibile. Gaudium et Spes 15 Piano epistemologico Religione (fede) e scienza Religione Dimensione soprannaturale e sfera spirituale dell’uomo, non “scientificamente” (empiricamente/razionalmente) esaminabile e riducibile. Visione dell’universo ('il creato') e dell’uomo onnicomprensiva. Sfera trascendente. “Libro della Scrittura” Scienza Scienza “moderna” (nata con Galileo e Newton nel ‘600) Ambito delle scienze naturali (fisica, biologia, chimica, medicina, astronomia, ecc). Approccio, metodo e linguaggio matematico e scientifico. Nuova visione della natura e dell’uomo all'interno di una sfera immanente. “Libro della Natura”. La natura e l'uomo come oggetto di studio a) La scienza studia la natura, organica (esseri viventi) ed inorganica. L'uomo cerca di comprendere il mondo in cui vive per desiderio di comprendere e conoscere il reale, in particolare la natura, e per migliorare le sue condizioni di vita, per riusicre a risolvere problemi e per prevenirne altri nel futuro (applicazioni tecniche e tecnologia). b) La religione propone una visione sul creato e dà all'uomo un'identità, propone un significato/senso alla sua esistenza e un posto/ruolo specifico nel mondo in base ai quali egli orienta la vita terrena in vista di quella eterna. Il prevalere della ratio sulla fides “Non possiamo nasconderci, tuttavia, che si è verificato uno slittamento da un pensiero prevalentemente speculativo a uno maggiormente sperimentale. La ricerca si è volta soprattutto all’osservazione della natura nel tentativo di scoprirne i segreti. Il desiderio di conoscere la natura si è poi trasformato nella volontà di riprodurla. Questo cambiamento non è stato indolore: l'evolversi dei concetti ha intaccato il rapporto tra la fides e la ratio con la conseguenza di portare l'una e l'altra a seguire strade diverse. La conquista scientifica e tecnologica, con cui la fides è sempre più provocata a confrontarsi, ha modificato l'antico concetto di ratio; in qualche modo, ha emarginato la ragione che ricercava la verità ultima delle cose per fare spazio ad una ragione paga di scoprire la verità contingente delle leggi della natura. Avviene, tuttavia, che non sempre gli scienziati indirizzino le loro ricerche verso questi scopi. Il facile guadagno o, peggio ancora, l'arroganza di sostituirsi al Creatore svolgono, a volte, un ruolo determinante. È questa una forma di hybris della ragione, che può assumere caratteristiche pericolose per la stessa umanità”. Benedetto XVI Università Lateranense nel X anniversario della “Fides et ratio” 16 ottobre 2008 Conflitto, separazione, indipendenza Conflitto/opposizione tra scienza e teologia Materialismo scientifico: incompatibilità tale da dover scegliere fra le due forme di conoscenza; Primato forma di conoscenza empirico-teoretica; “Letteralismo e “fondamentalismo” biblico: infallibilità delle Scritture. Radicale indipendenza reciproca, sostenuta da elementi quali: Metodologie contrastanti; Linguaggi diversi; Divisione dei campi di studio; Volontà di evitare conflitti, restare fedeli alla propria disciplina, irriducibilità delle diverse metodologie. Conflitto, separazione, indipendenza K. Barth: “La scienza è libera di spaziare oltre quella che la teologia è tenuta a descrivere come opera del Creatore. E la teologia può e deve muoversi liberamente laddove la scienza (…) s’imbatte nei propri limiti”. S. J. Gould: “Magisteri non sovrapposti” - MNS (Nonoverlapping magisteria (NOMA) - 1997 “La ricerca religiosa (compresi valori morali e questioni di senso) e quella scientifica (fattualità del mondo naturale) sono magisteri diversi che non si sovrappongono e a cui possiamo fare riferimento ma con modalità del tutto diverse”. La verità non può contraddire la verità Enciclica Provvidentissimus Deus (1893) di Leone XIII, tale situazione a sua volta provoca una contraddizione "non potendo in alcun modo la verità contraddire la verità". “Anche la scienza è una strada verso il vero; poiché in essa si sviluppa il dono di Dio nella ragione, che secondo la sua natura è destinata non all’errore ma alla verità della conoscenza”. Giovanni Paolo II Discorso nella cattedrale di Colonia 15 novembre 1980 La verità non può contraddire la verità “Infatti, tra una ragione, che in conformità con la propria natura che le proviene da Dio è ordinata alla verità ed è abilitata alla conoscenza del vero, e una fede, che si rifà alla stessa sorgente divina di ogni verità, non può insorgere alcun conflitto di fondo. La fede conferma anzi i diritti propri della ragione naturale. Essa li presuppone. Infatti la sua accettazione presuppone quella libertà che è propria solo di un essere razionale. Con ciò appare però anche che fede e scienza appartengono a due ordini diversi di conoscenza, che non sono sovrapponibili. In questo si rivela inoltre che la ragione non può tutto da sola; essa è finita. Essa deve concretizzarsi in una molteplicità di conoscenze parziali, si esplica in una pluralità di scienze singole. Essa può cogliere l'unità, che lega il mondo e la verità alla loro origine solo all'interno di modi parziali di conoscenza. Anche la filosofia e la teologia sono, in quanto scienze, tentativi limitati che possono cogliere l'unità complessa della verità unicamente nella diversità, vale a dire all'interno di un intreccio di conoscenze aperte e complementari”. Giovanni Paolo II Discorso nella cattedrale di Colonia 15 novembre 1980 La legittima autonomia delle realtà terrene “Molti nostri contemporanei, però, sembrano temere che, se si fanno troppo stretti i legami tra attività umana e religione, venga impedita l'autonomia degli uomini, delle società, delle scienze. Se per autonomia delle realtà terrene si vuol dire che le cose create e le stesse società hanno leggi e valori propri, che l'uomo gradatamente deve scoprire, usare e ordinare, allora si tratta di una esigenza d'autonomia legittima: non solamente essa è rivendicata dagli uomini del nostro tempo, ma è anche conforme al volere del Creatore. Infatti è dalla stessa loro condizione di creature che le cose tutte ricevono la loro propria consistenza, verità, bontà, le loro leggi proprie e il loro ordine; e tutto ciò l'uomo è tenuto a rispettare, riconoscendo le esigenze di metodo proprie di ogni singola scienza o tecnica. Perciò la ricerca metodica di ogni disciplina, se procede in maniera veramente scientifica e secondo le norme morali, non sarà mai in reale contrasto con la fede, perché le realtà profane e le realtà della fede hanno origine dal medesimo Dio. Anzi, chi si sforza con umiltà e con perseveranza di scandagliare i segreti della realtà, anche senza prenderne coscienza, viene come condotto dalla mano di Dio, il quale, mantenendo in esistenza tutte le cose, fa che siano quello che sono”. Gaudium et Spes 36 Religione e Scienza: distinte ma da integrare reciprocamente “Sia la religione sia la scienza devono conservare la loro autonomia e la loro distinzione. La religione non si fonda sulla scienza né la scienza è un’estensione della religione. Ciascuna ha i suoi principi, il suo modo di procedere, le sue differenti interpretazioni e le proprie conclusioni. Il cristianesimo ha in se stesso la sorgente della propria giustificazione e non pretende di fare la sua apologia appoggiandosi primariamente sulla scienza. La scienza deve dare testimonianza a se stessa. Mentre religione e scienza possono e debbono ciascuna appoggiare l’altra come dimensioni distinte della comune cultura umana, nessuna delle due dovrebbe pretendere di essere il necessario presupposto per l’altra. Oggi abbiamo un’opportunità senza precedenti di stabilire un rapporto interattivo comune in cui ogni disciplina conserva la propria integrità pur rimanendo radicalmente aperta alle scoperte e intuizioni dell’altra". Giovanni Paolo II Lettera a Padre G. V. Coyne 1 giugno 1988 Il duplice sviluppo dell'essere umano Il pontefice Giovanni Paolo II aveva spiegato che “esiste un duplice sviluppo" che deve avere luogo nell'uomo perché sia compiutamente realizzato: "Il primo comprende la cultura, la ricerca scientifica e tecnica, cioè tutto ciò che appartiene all’orizzontalità dell’uomo e della creazione, e che si accresce con un ritmo impressionante. Se questo sviluppo non vuol restare totalmente esterno all’uomo, è necessario un concomitante approfondimento della coscienza come anche della sua attuazione. Il secondo modo di sviluppo concerne quanto c’è di più profondo nell’essere umano allorché, trascendendo il mondo e se stesso, egli si volge verso Colui che è il Creatore di ogni cosa" Discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze 31 ottobre 1992 Il duplice sviluppo dell'essere umano “Chi si impegna nella ricerca scientifica e tecnica ammette come presupposto del suo itinerario che il mondo non è un caos, ma un “cosmos”, ossia che c’è un ordine e delle leggi naturali, che si lasciano apprendere e pensare, e che hanno pertanto una certa affinità con lo spirito. Einstein amava dire: “Quello che c’è, nel mondo, di eternamente incomprensibile, è che esso sia comprensibile” (In “The journal of the Franklin Institute”, vol. 221, n. 3, marzo 1936). Questa intelligibilità, attestata dalle prodigiose scoperte delle scienze e delle tecniche, rinvia in definitiva al Pensiero trascendente e originario di cui ogni cosa porta l’impronta. Giovanni Paolo II Discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze 31 ottobre 1992 La spiritualità nella scienza “Non potrebbe esserci scienza senza la certezza intuitiva che è possibile cogliere la realtà con le nostre costruzioni teoriche, senza la fede nell’armonia intrinseca del mondo. Questa fede è e rimarrà sempre la spinta fondamentale di tutta la ricerca scientifica”. (A. Einstein, L. Infeld, The Evolution of Physics, 1938). “A volte, attraverso una forte, pressante esperienza di intuizione mistica, si riconosce che al di là dell’ombra si è entrati in contatto con una realtà che giace nascosta sotto il fenomeno. È una sorta di rivelazione privata.” (E. Hubble, The Nature of Science, 1954). “Al nostro ingresso in un nuovo secolo probabilmente destinato ad essere dominato da formidabili progressi scientifici e tecnologici, il bisogno di una guida spirituale sarà più forte che mai. La scienza da sola non può provvedere adeguatamente ai nostri bisogni spirituali, ma qualsiasi religione che rifiuti di abbracciare le scoperte scientifiche difficilmente sopravviverà nel XXII secolo”. (P. Davies, Scienza e Religione nel XXI secolo, 2000). Il logos ragione all'origine della creazione “Il mondo è un prodotto della Parola, del Logos, come si esprime Giovanni con un termine centrale della lingua greca. “Logos” significa “ragione”, “senso”, “parola”. Non è soltanto ragione, ma Ragione creatrice che parla e che comunica se stessa. È Ragione che è senso e che crea essa stessa senso. Il racconto della creazione ci dice, dunque, che il mondo è un prodotto della Ragione creatrice. E con ciò esso ci dice che all’origine di tutte le cose non stava ciò che è senza ragione, senza libertà, bensì il principio di tutte le cose è la Ragione creatrice, è l’amore, è la libertà. Qui ci troviamo di fronte all’alternativa ultima che è in gioco nella disputa tra fede ed incredulità: sono l’irrazionalità, l'assenza di libertà e il caso il principio di tutto, oppure sono ragione, libertà, amore il principio dell’essere? Il primato spetta all’irrazionalità o alla ragione?” Benedetto XVI Omelia di Pasqua 23 aprile 2011 Allargamento della ragione Si tratta invece di un allargamento del nostro concetto di ragione e dell’uso di essa. Perché con tutta la gioia di fronte alle possibilità dell'uomo, vediamo anche le minacce che emergono da queste possibilità e dobbiamo chiederci come possiamo dominarle. Ci riusciamo solo se ragione e fede si ritrovano unite in un modo nuovo; se superiamo la limitazione autodecretata della ragione a ciò che è verificabile nell'esperimento, e dischiudiamo ad essa nuovamente tutta la sua ampiezza. Benedetto XVI Discoso all'Università di Regensburg 12 settembre 2006 La conoscenza scientifica: il suo metodo La Chiesa è convinta che l'attività scientifica benefici decisamente della consapevolezza della dimensione spirituale dell'uomo e della sua ricerca di risposte definitive, che permettano il riconoscimento di un mondo che esiste indipendentemente da noi, che non comprendiamo del tutto e che possiamo comprendere soltanto nella misura in cui riusciamo ad afferrare la sua logica intrinseca. Gli scienziati non creano il mondo. Essi apprendono delle cose su di esso e tentano di imitarlo, seguendo le leggi e l'intelligibilità che la natura ci manifesta. Benedetto XVI Discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze 28 ottobre 2010 La ragione trova la verità della fede “La ragione, peraltro, sente e scopre che, oltre a ciò che ha già raggiunto e conquistato, esiste una verità che non potrà mai scoprire partendo da se stessa, ma solo ricevere come dono gratuito. La verità della Rivelazione non si sovrappone a quella raggiunta dalla ragione; purifica piuttosto la ragione e la innalza, permettendole così di dilatare i propri spazi per inserirsi in un campo di ricerca insondabile come il mistero stesso. La verità di Cristo, in quanto tocca ogni persona in cerca di gioia, di felicità e di senso, supera di gran lunga ogni altra verità che la ragione può trovare. È intorno al mistero, pertanto, che la fides e la ratio trovano la possibilità reale di un percorso comune”. Benedetto XVI Università Lateranense nel X anniversario della “Fides et ratio” 16 ottobre 2008 La ragione e la libertà “All’origine sta la ragione. All’origine sta la libertà. Per questo è cosa buona essere una persona umana. Non è così che nell’universo in espansione, alla fine, in un piccolo angolo qualsiasi del cosmo si formò per caso anche una qualche specie di essere vivente, capace di ragionare e di tentare di trovare nella creazione una ragione o di portarla in essa. Se l’uomo fosse soltanto un tale prodotto casuale dell’evoluzione in qualche posto al margine dell’universo, allora la sua vita sarebbe priva di senso o addirittura un disturbo della natura. Invece no: la Ragione è all’inizio, la Ragione creatrice, divina. E siccome è Ragione, essa ha creato anche la libertà; e siccome della libertà si può fare uso indebito, esiste anche ciò che è avverso alla creazione. Per questo si estende, per così dire, una spessa linea oscura attraverso la struttura dell’universo e attraverso la natura dell’uomo. Ma nonostante questa contraddizione, la creazione come tale rimane buona, la vita rimane buona, perché all’origine sta la Ragione buona, l’amore creatore di Dio. Per questo il mondo può essere salvato.” Benedetto XVI Omelia della Veglia Pasquale 23 aprile 2011 Scoprire nella natura il logos creato da Dio “L'esperienza dello scienziato quale essere umano è quindi quella di percepire una costante, una legge, un logos che egli non ha creato, ma che ha invece osservato: infatti, esso ci porta ad ammettere l'esistenza di una Ragione onnipotente, che è altro da quella dell'uomo e che sostiene il mondo. Questo è il punto di incontro fra le scienze naturali e la religione. Di conseguenza, la scienza diventa un luogo di dialogo, un incontro fra l'uomo e la natura e, potenzialmente, anche fra l'uomo e il suo Creatore”. Benedetto XVI Discorso all'Assemblea Plenaria della Ponitficia Accademia delle Scienze 28 ottobre 2010