dialegesthai - Aracne editrice

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dialegesthai
Collana di ricerche filosofiche
diretta da Emilio Baccarini e Giovanni Salmeri
11
dialegesthai
mø nun ¢n «qoj mo„non ùn saut¸ f’rei,
Èj f¬j s›, ko‹d°n ©llo, to„t' ‘rqÒj †cein.
÷stij g™r a‹tÿj ƒ froneén m’noj dokeé,
ƒ glÒssan, √n o‹k ©lloj, ƒ yuc¬n †cein,
o‰toi diaptucqûntej Ìfqhsan kenoà.
¶ll' ©ndra, keä tij “ sof’j, tÿ manqßnein
p’ll' aáscrÿn o‹d°n kaã tÿ m¬ teànein ©gan.
Non portare nell’animo l’idea, solitaria,
che la verità sia tua e che nient’altro sia vero.
Chi è convinto d’aver senno lui solo,
d’avere lui solo la parola o l’anima,
appena lo scopri, vedi che dentro è vuoto.
Ma per un uomo, anche saggio, imparare,
deporre l’ostinazione, non è mai disonorevole.
Sofocle, Antigone, III episodio, vv. 705–711
Im wirklichen Gespräch geschieht eben etwas…
Nell’autentico dialogo qualcosa accade sul serio.
Franz Rosenzweig, Il nuovo pensiero
Riprendendo l’antico termine dialégesthai (“dialogare”) come titolo di questa
collana di ricerche filosofiche, in continuità di ispirazione con la rivista di filosofia
on line (http://mondodomani.org/dialegesthai) vogliamo ripetere, da un lato,
l’esigenza del rigore argomentativo del discorso vero proprio della filosofia, ma
dall’altro, anche, ascoltare la vita e quindi ritrovare la dialogica prima della dialettica,
che significa anche offrire una “testimonianza” della verità, non soltanto argomentativa, bensì anche come “passione personale” di ricerca della verità. Vogliamo situarci in questo spazio intermedio che oggi si presenta con un’urgenza
nuova, in gran parte ancora da pensare, senza arroganza e senza la pretesa antidialogica di essere portatori di una verità semplicemente da comunicare. Vorremmo
proporre una sorta di apologia della verità (dialogo) contro la certezza (violenza).
Rosa Errico
PRINCIPIO
DI INDIVIDUAZIONE
E PERSONA
Copyright © MMXI
ARACNE editrice S.r.l.
www.aracneeditrice.it
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via Raffaele Garofalo, 133/A–B
00173 Roma
(06) 93781065
ISBN
978–88–548–4415–5
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,
di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Non sono assolutamente consentite le fotocopie
senza il permesso scritto dell’Editore.
I edizione: dicembre 2011
Alla Professoressa Angela Ales Bello
che ha creduto in questo lavoro
e lo ha costantemente sostenuto e incoraggiato.
Indice

Prefazione

Introduzione
Parte I
Distinzione tra ambito logico e ambito reale

Capitolo I
Logico e reale nella filosofia medievale e in quella steiniana
.. La Stein tra fenomenologia e filosofia medievale,  – .. Il
concetto di materia tra tomismo e fenomenologia,  – .. Tommaso d’Aquino ed Edith Stein: due diverse prospettive filosofiche, .

Capitolo II
Confronto tra intenzionalità tomistica e fenomenologica a
partire dal De ente et essentia

Capitolo III
Studio dei fondamentali termini della filosofia classica nella
Stein
.. Ens, esse e essentia. Analisi dei termini classici fondamentali negli scritti steiniani,  – .. Potenza e atto tra gnoseologia
ed ontologia. Immanenza e trascendenza dei due concetti nella filosofia tomista e fenomenologica,  – .. La sostanza e la
questione dell’essere, .

Principio d’individuazione e persona

Parte II
Distinzione tra ambito naturale e ambito spirituale

Capitolo I
De ente et essentiae il De anima: due diversi ambiti in cui
Tommaso considera l’individualità

Capitolo II
Essenza ed esistenza. Due distinti principi d’individuazione
per gli ambiti naturale e spirituale
.. Ens o res, essenza ed esistenza in Tommaso con particolare
riferimento al de ente et essentia,  – .. La materia come segno
e termine espressivo dell’individualità in Tommaso d’Aquino, 
– .. La materia signata come principio di individuazione. Analisi del de ente et essentia e del de potentia di Tommaso,  –
.. L’uomo come elemento del genere umano e come persona in
Tommaso d’Aquino e in Edith Stein,  – .. Essenza ed esistenza. Il doppio principio di individuazione negli scritti della Stein
con riferimento alle due prospettive empirica e gnoseologica, 
– ... Introduzione alla filosofia ,  – ... Potenza e atto, .
Parte III
Possibile soluzione della distanza tra la filosofia della Stein
e la dottrina tomista dell’individuazione

Capitolo I
Il principio di individuazione in Tommaso secondo la critica
.. Obiezioni della Stein alla dottrina tomista dell’individuazione, .

Capitolo II
Il rapporto metafisico tra materia e forma. La sostanza
.. Generazione della persona,  – ... Generazione dell’essere umano in Edith Stein,  – ... Limiti delle filosofie tomista e
steiniana, .
Indice


Capitolo III
Possibile soluzione della distanza tra la Stein e Tommaso
d’Aquino
– ... Creazione e generazione come forme del divenire, 

Conclusione

Bibliografia
Prefazione
Quando alla fine degli anni Ottanta mi accinsi a rivedere la
traduzione fatta da Luciana Vigone, peraltro molto pregevole,
del libro di Edith Stein Essere Finito e Essere Eterno, avevo da poco
iniziato lo studio delle opere della Stein ed ero rimasta colpita
dalla sua capacità di spaziare con grande padronanza in tutta la
storia della filosofia.
In realtà, il primo scritto della Stein tradotto e pubblicato
in Italia nel  è stato il confronto fra Edmund Husserl e
Tommaso d’Aquino. I Padri Domenicani mi avevano, infatti,
inviato a partecipare con un saggio alla loro rivista, formata
da grossi tomi, Memorie Domenicane. Quale occasione migliore
per tradurre e introdurre brevemente il testo di Edith Stein La
fenomenologia di Husserl e la filosofia di Tommaso d’Aquino? Avevo
compreso, infatti, che si trattava di una pensatrice che si era
formata validamente alla scuola di Husserl — al quale avevo
dedicato le mie tesi di laurea e di specializzazione – ma che
aveva saputo allargare i confini della sua indagine fino a rivisitare
il pensiero medievale per procedere ad un efficace confronto
con la modernità.
Il mio primo approfondito incontro con la Stein è, quindi,
avvenuto proprio attraverso il confronto Husserl - Tommaso.
Abbiamo proseguito poi, con l’aiuto di validi collaboratori, con
la traduzione delle opere filosofiche di Edith Stein e con corsi
universitari dedicati al suo pensiero. Era inevitabile che alcuni
studenti decidessero di svolgere le loro tesi di laurea e di dottorato su questa pensatrice. Mi sono, allora, accorta che era possibile
esaminare molti aspetti della sua produzione e che un particolare terreno d’indagine poteva essere la presenza del pensiero


Principio d’individuazione e persona
medievale nelle sue opere della maturità, cosa che costituisce
una novità nel panorama filosofico del Novecento.
In realtà, anche un altro filosofo del Novecento, Jacques Maritain, si era riferito al pensiero di Tommaso d’Aquino. Con
lui Edith Stein aveva avuto un contatto personale e lo stimava
soprattutto per la teorizzazione della “filosofia cristiana”; ciò è
testimoniato dal commento dell’opera di Maritain, che la Stein
pone all’inizio di Essere finito e Essere Eterno. Tuttavia, le posizioni dei due pensatori rispetto a Tommaso d’Aquino divergono;
infatti, mentre per Maritain si tratta di mantenere vivo il suo
pensiero, che considera il culmine della speculazione filosofica
occidentale — anche se egli procede ad un’applicazione originale e personale in molti ambiti del sapere — l’obiettivo della Stein,
al contrario, è di prendere ispirazione dal pensatore medievale per affrontare alcuni temi fondamentali, non ultimo quello
relativo all’essere, ma non di accettare in toto il suo pensiero.
Ciò è coerente con l’idea che la Stein ci propone riguardo alla
valutazione della storia della filosofia e al suo rapporto con la
Verità. Tale idea si potrebbe semplificare in questo modo — almeno così mi sembra di poterla intendere —: nessun pensatore
possiede la verità, ma ogni pensatore o, per lo meno, alcuni che
sono riconosciuti proprio per questo come validi, possono dare
un contributo significativo alla ricerca filosofica; quest’ultima
deve intendersi come “intersoggettiva”, nel senso che i filosofi
si danno la mano al di là del tempo e dello spazio, costituendo
una comunità intellettuale e spirituale. Con questa consapevolezza devono essere esaminate le loro proposte, senza pregiudizi,
prendendo da loro ciò che chiarisce meglio il senso della realtà.
La filosofia, infatti, non è una semplice storia delle idee, ma un
continuo confronto di tutte le idee con ciò che ci è dato; è questa
la lezione della fenomenologia di Husserl che Edith Stein fa
propria e che costituisce il filo conduttore della sua indagine.
Per la ragione ora esposta non ci deve meravigliare se ella
prende posizione nei confronti di molti pensatori, non ultimo
Tommaso d’Aquino. Non si tratta di un misconoscimento del
Prefazione

loro valore, ma di un serio confronto con la realtà, che può
essere “illuminata” con il contributo di molti, ma qualche volta è
fraintesa e d’altra parte, mai esaurita nella conoscenza umana.
In questa direzione la Stein mette in evidenza ciò che è positivo e negativo nel pensiero di Tommaso. Molti importanti
risultati della sua indagine sono certamente accettati. Si è già indicato il tema dell’essere e si può ricordare il concetto di forma e
di sostanza che ella lega alla questione dell’essenza, utilizzata da
Husserl come chiave interpretativa della realtà. Ma il dissenso è
legato alla questione della materia in relazione al principio d’individuazione, grande tema molto dibattuto nella speculazione
medievale e terreno di discussione ancora ai nostri giorni.
Con grande piacere avevo appreso che questo tema aveva
attirato l’attenzione di Rosa Errico, la quale stava dedicando la
sua ricerca di dottorato presso l’Università di Lecce all’approfondimento del confronto fra la Stein e Tommaso e volentieri ho
seguito l’elaborazione del suo lavoro, i cui risultati confluiscono
in questo libro.
È necessario notare preliminarmente che Edith Stein ha costruito il suo bagaglio di conoscenza del pensiero medievale e
soprattutto di quello tomasiano — Tommaso è il pensatore che
ella ha studiato maggiormente, addirittura traducendo una delle
sue maggiori opere, le Questiones de veritate — nel giro di pochi
anni, utilizzando anche i commenti correnti nella sua epoca e
certamente non leggendo tutte le sue opere.
La tesi sostenuta nella ricerca di Rosa Errico, secondo la quale
la Stein non conosce altri aspetti del pensiero di Tommaso che
avrebbero potuto attenuare le sue critiche, può essere compresa nella direzione indicata. Il fatto importante, che mi sembra
emergere dall’indagine condotta in questo libro, è che la Stein
in fondo aveva ragione, la sua critica colpiva il segno, perché,
anche senza citare i testi con i quali è possibile sostenere che la
posizione di Tommaso è più complessa di quanto ella ci faccia
intendere, era giunta ad una conclusione che è coerente con il
pensiero di Tommaso. In altri termini, la Stein aveva mosso una

Principio d’individuazione e persona
critica valida, benché non si fosse resa conto che Tommaso aveva già risolto la questione che ella indicava come problematica
proprio nella direzione da lei proposta.
In modo molto convincente e con grande abilità filologica,
Rosa Errico legge le fonti, sia quelle relative alle opere della Stein
sia a quelle di Tommaso, aiutata, in questo secondo caso, dal
prof. Ferdinando Fiorentino, noto studioso del pensiero tomasiano e tomista. Procedendo attraverso un confronto testuale ella
esamina i diversi punti di vista dai quali è affrontata in Tommaso
la questione dell’individuazione.
Sostanzialmente la Stein fa riferimento a due piani e a due
prospettive: quello delle scienze empiriche e quello spirituale.
Dal primo punto di vista l’individualità può essere riferita a
membri che si distinguono per numero, materia, spazio e tempo;
dal punto di vista qualitativo, al contrario, ogni personalità è
unica e ciò che la caratterizza è, appunto, una forma singolare.
L’autrice mette in evidenza come già nel De ente et essentia
sia rintracciabile un’oscillazione fra questi due aspetti; infatti,
l’individuazione si attua attraverso la materia segnata oppure
attraverso l’attualità della forma sostanziale. Anzi proprio la distinzione fra ente ed essenza conduce a stabilire due prospettive:
relativamente alla prima l’esistenza è determinata dalla materia
segnata e relativamente alla seconda, l’individualità dell’essenza
deriverebbe dalla forma individuale.
La distinzione fra punto di vista scientifico-naturale e spirituale è rintracciata da Rosa Errico nell’opera della Stein Introduzione
alla filosofia, anzi è proprio questa distinzione che costituisce il
filo conduttore della sua ricostruzione del pensiero di Tommaso;
è come se la Stein fornisse un criterio interpretativo che trova
un riscontro importante nel pensiero di Tommaso, al di là del
fatto che ella non riconosca tale riscontro.
Per rispondere alle obiezioni della Stein è necessario, allora,
secondo l’autrice, approfondire il pensiero di Tommaso, cogliendo alcune importati distinzioni, come quella fra materia prima,
individuata per mezzo della forma e materia seconda come ciò
Prefazione

che individua i corpi materiali. Da queste brevi indicazioni emerge la funzione che la filosofia di Edith Stein ha in riferimento
alla comprensione del pensiero di Tommaso.
Non si tratta di un’operazione secondaria, ma della messa
in evidenza di un criterio interpretativo che consente di cogliere una questione teoretica fondamentale, superando le difese
banali che spesso si sollevano a favore della cosiddetta, sembra
neppure tomasiana, individuazione tramite la materia quantitate
signata, difese che si basano su accostamenti con impostazioni
naturalistiche proprie della ricerca scientifica contemporanea,
travisando la fondamentale fedeltà del pensatore medievale al
ruolo svolto dalla forma, quindi non dalla quantità, ma dalla
qualità.
L’indagine di Rosa Errico mostra, quindi, che la questione
è molto più complessa e fornisce prove convincenti in questa
direzione. Da tutto ciò si evince l’originalità di quest’indagine e
il contributo importante e nuovo che scaturisce da essa. Si tratta
di un tassello, ma molto importante che getta una luce nuova
sulla stessa personalità della Stein, la quale si confronta con molti
pensatori medievali, anche con l’altro filosofo che ha lavorato a
lungo sulla questione dell’individuazione: Duns Scoto.
Le analisi che si stanno svolgendo da parte di giovani ricercatori sul rapporto fra Edith Stein e i filosofi medievali — mi
riferisco alle tesi di dottorato discusse presso l’Università Lateranense di Roma da Grazia Lanzara su Agostino e da Francesco
Alfieri su Duns Scoto — contribuiscono, come questa di Rosa Errico, a leggere con gli occhi contemporanei, ma “ben aperti”, di
Edith Stein il Medioevo, fonte di questioni filosofiche tutt’altro
che superate, perché perenni.
Angela Ales Bello
 febbraio 
Presentazione del Signore
Introduzione
Nel presente studio si mettono a confronto la filosofia di Tommaso d’Aquino e quella di Edith Stein relativamente alla questione
dell’individuazione. La comparazione tra le due prospettive è
suffragata dal fatto che la stessa filosofa tedesca nelle sue opere
fa esplicito riferimento agli scritti dell’Aquinate la cui soluzione in merito a tale questione non sembra essere accolta dalla
fenomenologa. In Potenza e atto, ad esempio, la Stein afferma
esplicitamente il proprio disaccordo con Tommaso D’Aquino il
quale, ella dice, «designa anche l’individualità dell’essere umano
come de ratione materiae» . mentre la filosofa ritiene che, a differenza degli animali, nell’uomo è «lo stesso “spirito” [che] deve
essere considerato come individuale» . In nota aggiunge inoltre
che, a suo avviso, questa sua posizione «costituisce una deviazione dalla concezione di San Tommaso che riconosce solo agli
angeli a ciascuno una specie propria» . La pensatrice tedesca rivendica l’elemento qualitativo nella determinazione individuale
. E. S, Potenz und Akt. Studien zu einer Philosophie des Seins. Bearbeitet
und mit einer Einführung versehen von H. R. Sepp, L. Gelber – M. Linssen (edd.),
ESW XVIII, Herder, Freiburg – Basel – Wien ; tr. it Potenza e atto. Studi per una
filosofia dell’essere, trad. di A. Caputo, Città Nuova, Roma , p. . Quest’opera
della Stein compare anche nella nuova edizione delle opere complete di Edith Stein
– Edith Stein Gesamtausgabe (ESGA), Herder, Freiburg– Basel –Wien, (–) —
a cura della “Edith – Stein – Institut” di Wuerzburg: Potenz und Akt. Studien zu einer
Philosophie des Seins, Eingeführt und bearbeitet von H. R. Sepp, ESGA , Herder,
Freiburg–Basel–Wien . Nel presente lavoro riguardo alle opere della Stein ci
riferiamo all’edizione Edith Steins Werke (ESW), Uitgeverij “De Maas & Waler”,
Druten, e Herder, Freiburg–Basel–Wien (poi solo Herder)  – . Per una
visione completa delle opere della Stein e delle diverse edizioni si rinvia alla nota
biobibliografica curata da Francesco Alfieri in www.centrostudiedithstein.it
. Ivi .
. Ibid.


Principio d’individuazione e persona
contro una definizione del processo di individuazione in chiave
solo quantitativa.
La critica a Tommaso da parte della Stein circa la questione
dell’individuazione, è presente in modo più diretto in Essere finito
ed essere eterno qui le sue affermazioni se da una parte sembrano accostarla alla posizione che ha in merito Duns Scoto, altro
pensatore medievale al quale la Stein fa riferimento, dall’altra
sembrano allontanarla dalle concezioni tommasiane. In merito
alla questione dell’individuazione la pensatrice tedesca sembra,
infatti, accogliere il riferimento all’Hecceitas propria della soluzione scotista . Ad oggi la letteratura critica non sembra mettere
in discussione la divergenza su questo punto tra la posizione di
Edith Stein e quella di Tommaso d’Aquino. Nel presente lavoro, invece, intendiamo proporre una lettura dei testi tomisti e
steiniani tale che ci permetta di ridimensionare la distanza tra i
due pensatori o di chiarirne i termini, ferme restando le effettive
differenze tra i due pensatori relative ai rispettivi sistemi filosofici
di riferimento. Al fine di mostrare la possibilità di un riavvicinamento tra la posizione della Stein e la concezione tommasiana
dell’individualità umana, dunque, proponiamo qui un percorso
che si snoda attraverso due direttrici fondamentali. Da una parte
si tenterà di accostare le posizioni dei due pensatori distinguendo, nella trattazione della tematica dell’individuazione, il piano
naturale da quello spirituale. A seconda dell’ambito considerato,
. I., Endliches und Ewiges Sein. Versuch eines Aufstiegs zum Sinn des Sein, ESW II,
Herder E. Nauwelaerts, Louvain–Freiburg ; tr. it. Essere finito e Essere eterno. Per
un’elevazione al senso dell’essere, tr. it. di Luciana Vigone, revisione e presentazione
di Angela Ales Bello, Città Nuova, Roma . Il testo è presente anche in ESGA
–, Eingeführt und bearbeitet von A. U. Müller, Herder, Freiburg–Basel–Wien
. Circa il confronto con Tommaso cfr. in particolare cap. VIII, pp. – in
cui il par. , pp. – è dedicato specificamente a tale questione.
. Per una trattazione della rilettura fenomenologica di D. Scoto da parte
della Stein si rinvia al dettagliato studio di Francesco Alfieri, OFM, Il “Principium
individuationis” e “il fondamento ultimo” dell’essere individuale. D. Scoto e la rilettura
fenomenologica di E. Stein, in Il percorso intellettuale di Edith Stein, a c. di M. Shahid, F.
Alfieri, introduzione di A. Ales Bello, Ed. Giuseppe Laterza, Bari , p. –.
Introduzione

infatti, si potrà di volta in volta ritenere la materia oppure la
forma quale principio di individuazione anche tenendo conto di
un’attenta distinzione, presente in Tommaso, tra materia prima
e materia seconda; riferirsi a una delle due è, infatti, fondamentale per intendere in che senso possa parlarsi di materia quale
principio di individuazione ed entro quale ambito ne parliamo,
ovvero se in riferimento al piano naturale o a quello spirituale.
Se consideriamo gli scritti tommasiani, come per esempio la
Quaestio de anima , ci si rende conto come in Tommaso il termine materia sia usato in un duplice significato con riferimento ad
ambiti differenti. Secondo una prima accezione del termine, per
esempio, l’ambito di riferimento è quello della realtà fisica e il
termine materia si riferisce alla materia seconda; in tale contesto
sarà proprio la materia così intesa a determinare l’individualità.
Qui dunque un individuo è distinto dagli altri materialmente
ed è soggetto al cambiamento. L’altro senso dato da Tommaso
. T ’A (da ora in avanti T.),Quaestio disputata De anima, inOpera omnia, Friedrich Fromman Verlage Gunther Holzboog KG, Stuttgart – Bad Cannstatt, ; testo critico dell’edizione Leonina, a cura di R. Busa,
s.Ied.Fromman–Holzboog, Stuttcart–BAD Cannstatt, Milano, , vol. III; Quaestio
disputata De anima, in Quaestiones Disputatae, a cura di Raymundi Spiazzi O.P. ed. IX
revisa, ed. Marietti, , vol. II; tr.it. G. S, L’anima umana, in Le questioni
disputate, vol. IV, Edizioni Studio Domenicano, Bologna ; cfr. in particolare
q. ad , ad , ad ; q.  ad. Questo scritto tomista è citato dalla Stein in Potenza
e atto, cit. p. , parlando del rapporto tra anima e corpo inteso come porzione
di materia. Per le tematiche e le soluzioni, questo testo di Tommaso presenta
un’interesSante vicinanza anche con testi che precedono la lettura di Tommaso da
parte della Stein, quali: Beiträge zur philosophischen Begründung der Psychologie und
der Geisteswissenschaften: a)Psychische Kausalität, b) Individuum und Gemeinschaft, in
Jahrbuch für Philosophie und Phänomenologische Forschung, vol. V, Halle ; ristampa
ed. M. Niemeyer, Tübingen ; tr. it. Psicologia e scienze dello spirito. Contributi per
una fondazione filosofica, tr. it di Anna Maria Pezzella, prefazione di Angela Ales
Bello, Città Nuova, Roma². Per le tematiche affrontate il testo tomista può
essere accostato anche a Der Aufbau der menschlichen Person, L. Gelber – M. Linssen
(edd.), ESW XVI, Herder, Freiburg–Basel–Wien ; tr. it. La struttura della persona
umana, di Michele D’Ambra, presentazione di Angela Ales Bello, Città Nuova
Editrice, Roma . Il testo è presente nella nuova edizione ESGA: Der Aufbau der
menschlichen Person. Vorlesung zur philosophischen Anthropologie, neu bearbeitet und
eingeleitet von B. Beckmann–Zöller, ESGA, Herder, Freiburg–Basel–Wien 

Principio d’individuazione e persona
al termine materia è di ordine ontologico–metafisico ; in tale
senso parleremo di materia prima e questa avrà carattere metafisico richiedendo come principium individuationis l’elemento
qualitativo rivendicato, a ragione, anche dalla Stein. In tale senso
lo stesso Tommaso dirà che gli individui si distinguono per la
forma e non per la materia essendo questa (intesa come materia
prima) unica per tutti e poi organizzata in vari modi individuali
a seconda della forma .
Accanto alla distinzione tra ordine fisico e metafisico, e quella
corrispondente tra piano naturale e spirituale, un secondo approccio alla problematica dell’individuazione che qui si vuole
proporre sarà quello della distinzione tra il piano logico e quello
ontologico–reale, con un confronto tra il percorso conoscitivo
proprio della fenomenologia e quello tommasiano che ci per. Ontologico è qui inteso nel senso di essenziale, relativo all’essenza. Il termine “metafisico” lo si riferisce sia al piano reale che a quello logico. Per tale ragione
quindi il termine “ontologico” assume qui anche il valore di metafisico e non solo
quello di reale/materiale. Ontologico è sia il piano della cosa in sé per essenza, sia
della sua esistenza. In tal senso metafisica la intendiamo come il piano essenziale
posto a base anche di quello esistenziale, essenziale che può essere colto (o posto, a
seconda delle prospettive) da quello logico. Tale impostazione dovrebbe essere in linea con l’impostazione tommasiana e con quella di Aristotele per il quale la filosofia
prima o metafisica si occupa sia dell’essere in quanto essere, ovvero della sostanza,
sia degli enti sovrasensibili e privi di materia, come si legge nel primo libro della
Metafisica. Quindi metafisica come ontologia secondo l’accezione apportata nel
XVII secolo. Tenendo conto dell’accezione tommasiana di metafisica e di ontologia
e del valore analogico degli enti, sarà più facile leggere la distinzione dei piani
entro cui trattare la questione dell’individuazione proprio perché già l’ontologia
tommasiana ci permette di distinguere negli enti l’essenza dall’esistenza. Metafisica,
in senso aristotelico, include da un lato la massima generalità (logica) dall’altro la
specificità dei suoi oggetti di studio che sono di ordine “spirituale” o “immateriale”
(ontologia). Kant parlerà di una metafisica immanente e di una trascendente. Se per
Kant si parlerà di irriducibilità dell’essere al pensiero, in Hegel avremo, invece, una
sorta di identità delle due cose. Herbart affermerà l’autonomia del reale rispetto
al pensiero e quindi l’assolutezza di ogni singolo reale in sé privo di molteplicità
e irrelativo. Per Bergson organo della metafisica sarà l’intuizione che permette di
cogliere l’interiorità e l’essenza del reale, di contro all’intelletto che conosce solo ciò
che è spaziale e discontinuo. Infine Husserl preferirà parlare di ontologia piuttosto
che di metafisica.
. THOM.,Quaestio disputata De anima, cit., q. 
Introduzione

metterà di cogliere tra i due sistemi alcune essenziali diversità
tali che queste posSano essere intese, in ultima analisi, come una
possibile origine della divergenza sulla questione dell’individuazione tra Tommaso D’Aquino ed Edith Stein. Tale confronto,
infatti, ci permetterà di precisare il senso secondo cui i due
studiosi conducono le loro argomentazioni muovendosi, sulla
base delle specifiche impostazioni filosofiche, secondo direttrici
teoretiche che potremmo definire speculari. In base a queste il
ruolo che la forma assume in una delle due impostazioni filosofiche può essere assimilabile a quello che riveste la materia
nell’altra venendosi così a creare una sorta di specularità tra i
due percorsi da cui possono derivare equivoci o fraintendimenti
nella lettura dei testi tommasiani da parte della Stein piuttosto
che delle reali divergenze. Equivoci dovuti anche, in parte, ad
una interpretazione steiniana dei termini filosofici classici non
sempre in linea con la concezione tradizionale.
Presentazione della questione
Come già detto, quello della materia signata quantitate quale
principium individuationis è uno dei punti cruciali su cui Edith
Stein si è confrontata con Tommaso d’Aquino non convivendone
l’applicazione anche al caso dell’essere umano .
. Al suo disaccordo con la posizione di Tommaso d’Aquino circa il tema
dell’individuazione la Stein dedicherà in modo particolare, oltre al già citato Essere
finito e essere eterno, anche Welt und Person. Beiträge zum christlichen Wahrheitstreben,
Werke VI, Louvain–Freiburg i. Br. ; sono tradotti in italiano i seguenti saggi: Die
weltanschauliche Bedeutung der Phänomenologie, Husserls transzendentale Phänomenologie Edmund Husserl, Die Krisis der europäischen Wissenschaften und die transzendentale
Phänomenologie, M. Heideggers Existenzialphilosophie; tr. it. di A.M. Pezzella, inLa
ricerca della verità dalla fenomenologia alla filosofia cristiana, a cura di A. Ales Bello,
Roma, Città Nuova, .Natur und Übernatur in Goethes “Faust” tr. it. di T. Franzoni;
Die ontische Struktur der Person und ihre erkenntnistheoretische Problematik,tr. it. di M.
D’Ambra; Die Seelenburg, tr. a cura delle edizioni OCD, rev. di A. M. Pezzella, in
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