dialegesthai Collana di ricerche filosofiche diretta da Emilio Baccarini e Giovanni Salmeri 11 dialegesthai mø nun ¢n «qoj mo„non ùn saut¸ f’rei, Èj f¬j s›, ko‹d°n ©llo, to„t' ‘rqÒj †cein. ÷stij g™r a‹tÿj ƒ froneén m’noj dokeé, ƒ glÒssan, √n o‹k ©lloj, ƒ yuc¬n †cein, o‰toi diaptucqûntej Ìfqhsan kenoà. ¶ll' ©ndra, keä tij “ sof’j, tÿ manqßnein p’ll' aáscrÿn o‹d°n kaã tÿ m¬ teànein ©gan. Non portare nell’animo l’idea, solitaria, che la verità sia tua e che nient’altro sia vero. Chi è convinto d’aver senno lui solo, d’avere lui solo la parola o l’anima, appena lo scopri, vedi che dentro è vuoto. Ma per un uomo, anche saggio, imparare, deporre l’ostinazione, non è mai disonorevole. Sofocle, Antigone, III episodio, vv. 705–711 Im wirklichen Gespräch geschieht eben etwas… Nell’autentico dialogo qualcosa accade sul serio. Franz Rosenzweig, Il nuovo pensiero Riprendendo l’antico termine dialégesthai (“dialogare”) come titolo di questa collana di ricerche filosofiche, in continuità di ispirazione con la rivista di filosofia on line (http://mondodomani.org/dialegesthai) vogliamo ripetere, da un lato, l’esigenza del rigore argomentativo del discorso vero proprio della filosofia, ma dall’altro, anche, ascoltare la vita e quindi ritrovare la dialogica prima della dialettica, che significa anche offrire una “testimonianza” della verità, non soltanto argomentativa, bensì anche come “passione personale” di ricerca della verità. Vogliamo situarci in questo spazio intermedio che oggi si presenta con un’urgenza nuova, in gran parte ancora da pensare, senza arroganza e senza la pretesa antidialogica di essere portatori di una verità semplicemente da comunicare. Vorremmo proporre una sorta di apologia della verità (dialogo) contro la certezza (violenza). Rosa Errico PRINCIPIO DI INDIVIDUAZIONE E PERSONA Copyright © MMXI ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, 133/A–B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978–88–548–4415–5 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: dicembre 2011 Alla Professoressa Angela Ales Bello che ha creduto in questo lavoro e lo ha costantemente sostenuto e incoraggiato. Indice Prefazione Introduzione Parte I Distinzione tra ambito logico e ambito reale Capitolo I Logico e reale nella filosofia medievale e in quella steiniana .. La Stein tra fenomenologia e filosofia medievale, – .. Il concetto di materia tra tomismo e fenomenologia, – .. Tommaso d’Aquino ed Edith Stein: due diverse prospettive filosofiche, . Capitolo II Confronto tra intenzionalità tomistica e fenomenologica a partire dal De ente et essentia Capitolo III Studio dei fondamentali termini della filosofia classica nella Stein .. Ens, esse e essentia. Analisi dei termini classici fondamentali negli scritti steiniani, – .. Potenza e atto tra gnoseologia ed ontologia. Immanenza e trascendenza dei due concetti nella filosofia tomista e fenomenologica, – .. La sostanza e la questione dell’essere, . Principio d’individuazione e persona Parte II Distinzione tra ambito naturale e ambito spirituale Capitolo I De ente et essentiae il De anima: due diversi ambiti in cui Tommaso considera l’individualità Capitolo II Essenza ed esistenza. Due distinti principi d’individuazione per gli ambiti naturale e spirituale .. Ens o res, essenza ed esistenza in Tommaso con particolare riferimento al de ente et essentia, – .. La materia come segno e termine espressivo dell’individualità in Tommaso d’Aquino, – .. La materia signata come principio di individuazione. Analisi del de ente et essentia e del de potentia di Tommaso, – .. L’uomo come elemento del genere umano e come persona in Tommaso d’Aquino e in Edith Stein, – .. Essenza ed esistenza. Il doppio principio di individuazione negli scritti della Stein con riferimento alle due prospettive empirica e gnoseologica, – ... Introduzione alla filosofia , – ... Potenza e atto, . Parte III Possibile soluzione della distanza tra la filosofia della Stein e la dottrina tomista dell’individuazione Capitolo I Il principio di individuazione in Tommaso secondo la critica .. Obiezioni della Stein alla dottrina tomista dell’individuazione, . Capitolo II Il rapporto metafisico tra materia e forma. La sostanza .. Generazione della persona, – ... Generazione dell’essere umano in Edith Stein, – ... Limiti delle filosofie tomista e steiniana, . Indice Capitolo III Possibile soluzione della distanza tra la Stein e Tommaso d’Aquino – ... Creazione e generazione come forme del divenire, Conclusione Bibliografia Prefazione Quando alla fine degli anni Ottanta mi accinsi a rivedere la traduzione fatta da Luciana Vigone, peraltro molto pregevole, del libro di Edith Stein Essere Finito e Essere Eterno, avevo da poco iniziato lo studio delle opere della Stein ed ero rimasta colpita dalla sua capacità di spaziare con grande padronanza in tutta la storia della filosofia. In realtà, il primo scritto della Stein tradotto e pubblicato in Italia nel è stato il confronto fra Edmund Husserl e Tommaso d’Aquino. I Padri Domenicani mi avevano, infatti, inviato a partecipare con un saggio alla loro rivista, formata da grossi tomi, Memorie Domenicane. Quale occasione migliore per tradurre e introdurre brevemente il testo di Edith Stein La fenomenologia di Husserl e la filosofia di Tommaso d’Aquino? Avevo compreso, infatti, che si trattava di una pensatrice che si era formata validamente alla scuola di Husserl — al quale avevo dedicato le mie tesi di laurea e di specializzazione – ma che aveva saputo allargare i confini della sua indagine fino a rivisitare il pensiero medievale per procedere ad un efficace confronto con la modernità. Il mio primo approfondito incontro con la Stein è, quindi, avvenuto proprio attraverso il confronto Husserl - Tommaso. Abbiamo proseguito poi, con l’aiuto di validi collaboratori, con la traduzione delle opere filosofiche di Edith Stein e con corsi universitari dedicati al suo pensiero. Era inevitabile che alcuni studenti decidessero di svolgere le loro tesi di laurea e di dottorato su questa pensatrice. Mi sono, allora, accorta che era possibile esaminare molti aspetti della sua produzione e che un particolare terreno d’indagine poteva essere la presenza del pensiero Principio d’individuazione e persona medievale nelle sue opere della maturità, cosa che costituisce una novità nel panorama filosofico del Novecento. In realtà, anche un altro filosofo del Novecento, Jacques Maritain, si era riferito al pensiero di Tommaso d’Aquino. Con lui Edith Stein aveva avuto un contatto personale e lo stimava soprattutto per la teorizzazione della “filosofia cristiana”; ciò è testimoniato dal commento dell’opera di Maritain, che la Stein pone all’inizio di Essere finito e Essere Eterno. Tuttavia, le posizioni dei due pensatori rispetto a Tommaso d’Aquino divergono; infatti, mentre per Maritain si tratta di mantenere vivo il suo pensiero, che considera il culmine della speculazione filosofica occidentale — anche se egli procede ad un’applicazione originale e personale in molti ambiti del sapere — l’obiettivo della Stein, al contrario, è di prendere ispirazione dal pensatore medievale per affrontare alcuni temi fondamentali, non ultimo quello relativo all’essere, ma non di accettare in toto il suo pensiero. Ciò è coerente con l’idea che la Stein ci propone riguardo alla valutazione della storia della filosofia e al suo rapporto con la Verità. Tale idea si potrebbe semplificare in questo modo — almeno così mi sembra di poterla intendere —: nessun pensatore possiede la verità, ma ogni pensatore o, per lo meno, alcuni che sono riconosciuti proprio per questo come validi, possono dare un contributo significativo alla ricerca filosofica; quest’ultima deve intendersi come “intersoggettiva”, nel senso che i filosofi si danno la mano al di là del tempo e dello spazio, costituendo una comunità intellettuale e spirituale. Con questa consapevolezza devono essere esaminate le loro proposte, senza pregiudizi, prendendo da loro ciò che chiarisce meglio il senso della realtà. La filosofia, infatti, non è una semplice storia delle idee, ma un continuo confronto di tutte le idee con ciò che ci è dato; è questa la lezione della fenomenologia di Husserl che Edith Stein fa propria e che costituisce il filo conduttore della sua indagine. Per la ragione ora esposta non ci deve meravigliare se ella prende posizione nei confronti di molti pensatori, non ultimo Tommaso d’Aquino. Non si tratta di un misconoscimento del Prefazione loro valore, ma di un serio confronto con la realtà, che può essere “illuminata” con il contributo di molti, ma qualche volta è fraintesa e d’altra parte, mai esaurita nella conoscenza umana. In questa direzione la Stein mette in evidenza ciò che è positivo e negativo nel pensiero di Tommaso. Molti importanti risultati della sua indagine sono certamente accettati. Si è già indicato il tema dell’essere e si può ricordare il concetto di forma e di sostanza che ella lega alla questione dell’essenza, utilizzata da Husserl come chiave interpretativa della realtà. Ma il dissenso è legato alla questione della materia in relazione al principio d’individuazione, grande tema molto dibattuto nella speculazione medievale e terreno di discussione ancora ai nostri giorni. Con grande piacere avevo appreso che questo tema aveva attirato l’attenzione di Rosa Errico, la quale stava dedicando la sua ricerca di dottorato presso l’Università di Lecce all’approfondimento del confronto fra la Stein e Tommaso e volentieri ho seguito l’elaborazione del suo lavoro, i cui risultati confluiscono in questo libro. È necessario notare preliminarmente che Edith Stein ha costruito il suo bagaglio di conoscenza del pensiero medievale e soprattutto di quello tomasiano — Tommaso è il pensatore che ella ha studiato maggiormente, addirittura traducendo una delle sue maggiori opere, le Questiones de veritate — nel giro di pochi anni, utilizzando anche i commenti correnti nella sua epoca e certamente non leggendo tutte le sue opere. La tesi sostenuta nella ricerca di Rosa Errico, secondo la quale la Stein non conosce altri aspetti del pensiero di Tommaso che avrebbero potuto attenuare le sue critiche, può essere compresa nella direzione indicata. Il fatto importante, che mi sembra emergere dall’indagine condotta in questo libro, è che la Stein in fondo aveva ragione, la sua critica colpiva il segno, perché, anche senza citare i testi con i quali è possibile sostenere che la posizione di Tommaso è più complessa di quanto ella ci faccia intendere, era giunta ad una conclusione che è coerente con il pensiero di Tommaso. In altri termini, la Stein aveva mosso una Principio d’individuazione e persona critica valida, benché non si fosse resa conto che Tommaso aveva già risolto la questione che ella indicava come problematica proprio nella direzione da lei proposta. In modo molto convincente e con grande abilità filologica, Rosa Errico legge le fonti, sia quelle relative alle opere della Stein sia a quelle di Tommaso, aiutata, in questo secondo caso, dal prof. Ferdinando Fiorentino, noto studioso del pensiero tomasiano e tomista. Procedendo attraverso un confronto testuale ella esamina i diversi punti di vista dai quali è affrontata in Tommaso la questione dell’individuazione. Sostanzialmente la Stein fa riferimento a due piani e a due prospettive: quello delle scienze empiriche e quello spirituale. Dal primo punto di vista l’individualità può essere riferita a membri che si distinguono per numero, materia, spazio e tempo; dal punto di vista qualitativo, al contrario, ogni personalità è unica e ciò che la caratterizza è, appunto, una forma singolare. L’autrice mette in evidenza come già nel De ente et essentia sia rintracciabile un’oscillazione fra questi due aspetti; infatti, l’individuazione si attua attraverso la materia segnata oppure attraverso l’attualità della forma sostanziale. Anzi proprio la distinzione fra ente ed essenza conduce a stabilire due prospettive: relativamente alla prima l’esistenza è determinata dalla materia segnata e relativamente alla seconda, l’individualità dell’essenza deriverebbe dalla forma individuale. La distinzione fra punto di vista scientifico-naturale e spirituale è rintracciata da Rosa Errico nell’opera della Stein Introduzione alla filosofia, anzi è proprio questa distinzione che costituisce il filo conduttore della sua ricostruzione del pensiero di Tommaso; è come se la Stein fornisse un criterio interpretativo che trova un riscontro importante nel pensiero di Tommaso, al di là del fatto che ella non riconosca tale riscontro. Per rispondere alle obiezioni della Stein è necessario, allora, secondo l’autrice, approfondire il pensiero di Tommaso, cogliendo alcune importati distinzioni, come quella fra materia prima, individuata per mezzo della forma e materia seconda come ciò Prefazione che individua i corpi materiali. Da queste brevi indicazioni emerge la funzione che la filosofia di Edith Stein ha in riferimento alla comprensione del pensiero di Tommaso. Non si tratta di un’operazione secondaria, ma della messa in evidenza di un criterio interpretativo che consente di cogliere una questione teoretica fondamentale, superando le difese banali che spesso si sollevano a favore della cosiddetta, sembra neppure tomasiana, individuazione tramite la materia quantitate signata, difese che si basano su accostamenti con impostazioni naturalistiche proprie della ricerca scientifica contemporanea, travisando la fondamentale fedeltà del pensatore medievale al ruolo svolto dalla forma, quindi non dalla quantità, ma dalla qualità. L’indagine di Rosa Errico mostra, quindi, che la questione è molto più complessa e fornisce prove convincenti in questa direzione. Da tutto ciò si evince l’originalità di quest’indagine e il contributo importante e nuovo che scaturisce da essa. Si tratta di un tassello, ma molto importante che getta una luce nuova sulla stessa personalità della Stein, la quale si confronta con molti pensatori medievali, anche con l’altro filosofo che ha lavorato a lungo sulla questione dell’individuazione: Duns Scoto. Le analisi che si stanno svolgendo da parte di giovani ricercatori sul rapporto fra Edith Stein e i filosofi medievali — mi riferisco alle tesi di dottorato discusse presso l’Università Lateranense di Roma da Grazia Lanzara su Agostino e da Francesco Alfieri su Duns Scoto — contribuiscono, come questa di Rosa Errico, a leggere con gli occhi contemporanei, ma “ben aperti”, di Edith Stein il Medioevo, fonte di questioni filosofiche tutt’altro che superate, perché perenni. Angela Ales Bello febbraio Presentazione del Signore Introduzione Nel presente studio si mettono a confronto la filosofia di Tommaso d’Aquino e quella di Edith Stein relativamente alla questione dell’individuazione. La comparazione tra le due prospettive è suffragata dal fatto che la stessa filosofa tedesca nelle sue opere fa esplicito riferimento agli scritti dell’Aquinate la cui soluzione in merito a tale questione non sembra essere accolta dalla fenomenologa. In Potenza e atto, ad esempio, la Stein afferma esplicitamente il proprio disaccordo con Tommaso D’Aquino il quale, ella dice, «designa anche l’individualità dell’essere umano come de ratione materiae» . mentre la filosofa ritiene che, a differenza degli animali, nell’uomo è «lo stesso “spirito” [che] deve essere considerato come individuale» . In nota aggiunge inoltre che, a suo avviso, questa sua posizione «costituisce una deviazione dalla concezione di San Tommaso che riconosce solo agli angeli a ciascuno una specie propria» . La pensatrice tedesca rivendica l’elemento qualitativo nella determinazione individuale . E. S, Potenz und Akt. Studien zu einer Philosophie des Seins. Bearbeitet und mit einer Einführung versehen von H. R. Sepp, L. Gelber – M. Linssen (edd.), ESW XVIII, Herder, Freiburg – Basel – Wien ; tr. it Potenza e atto. Studi per una filosofia dell’essere, trad. di A. Caputo, Città Nuova, Roma , p. . Quest’opera della Stein compare anche nella nuova edizione delle opere complete di Edith Stein – Edith Stein Gesamtausgabe (ESGA), Herder, Freiburg– Basel –Wien, (–) — a cura della “Edith – Stein – Institut” di Wuerzburg: Potenz und Akt. Studien zu einer Philosophie des Seins, Eingeführt und bearbeitet von H. R. Sepp, ESGA , Herder, Freiburg–Basel–Wien . Nel presente lavoro riguardo alle opere della Stein ci riferiamo all’edizione Edith Steins Werke (ESW), Uitgeverij “De Maas & Waler”, Druten, e Herder, Freiburg–Basel–Wien (poi solo Herder) – . Per una visione completa delle opere della Stein e delle diverse edizioni si rinvia alla nota biobibliografica curata da Francesco Alfieri in www.centrostudiedithstein.it . Ivi . . Ibid. Principio d’individuazione e persona contro una definizione del processo di individuazione in chiave solo quantitativa. La critica a Tommaso da parte della Stein circa la questione dell’individuazione, è presente in modo più diretto in Essere finito ed essere eterno qui le sue affermazioni se da una parte sembrano accostarla alla posizione che ha in merito Duns Scoto, altro pensatore medievale al quale la Stein fa riferimento, dall’altra sembrano allontanarla dalle concezioni tommasiane. In merito alla questione dell’individuazione la pensatrice tedesca sembra, infatti, accogliere il riferimento all’Hecceitas propria della soluzione scotista . Ad oggi la letteratura critica non sembra mettere in discussione la divergenza su questo punto tra la posizione di Edith Stein e quella di Tommaso d’Aquino. Nel presente lavoro, invece, intendiamo proporre una lettura dei testi tomisti e steiniani tale che ci permetta di ridimensionare la distanza tra i due pensatori o di chiarirne i termini, ferme restando le effettive differenze tra i due pensatori relative ai rispettivi sistemi filosofici di riferimento. Al fine di mostrare la possibilità di un riavvicinamento tra la posizione della Stein e la concezione tommasiana dell’individualità umana, dunque, proponiamo qui un percorso che si snoda attraverso due direttrici fondamentali. Da una parte si tenterà di accostare le posizioni dei due pensatori distinguendo, nella trattazione della tematica dell’individuazione, il piano naturale da quello spirituale. A seconda dell’ambito considerato, . I., Endliches und Ewiges Sein. Versuch eines Aufstiegs zum Sinn des Sein, ESW II, Herder E. Nauwelaerts, Louvain–Freiburg ; tr. it. Essere finito e Essere eterno. Per un’elevazione al senso dell’essere, tr. it. di Luciana Vigone, revisione e presentazione di Angela Ales Bello, Città Nuova, Roma . Il testo è presente anche in ESGA –, Eingeführt und bearbeitet von A. U. Müller, Herder, Freiburg–Basel–Wien . Circa il confronto con Tommaso cfr. in particolare cap. VIII, pp. – in cui il par. , pp. – è dedicato specificamente a tale questione. . Per una trattazione della rilettura fenomenologica di D. Scoto da parte della Stein si rinvia al dettagliato studio di Francesco Alfieri, OFM, Il “Principium individuationis” e “il fondamento ultimo” dell’essere individuale. D. Scoto e la rilettura fenomenologica di E. Stein, in Il percorso intellettuale di Edith Stein, a c. di M. Shahid, F. Alfieri, introduzione di A. Ales Bello, Ed. Giuseppe Laterza, Bari , p. –. Introduzione infatti, si potrà di volta in volta ritenere la materia oppure la forma quale principio di individuazione anche tenendo conto di un’attenta distinzione, presente in Tommaso, tra materia prima e materia seconda; riferirsi a una delle due è, infatti, fondamentale per intendere in che senso possa parlarsi di materia quale principio di individuazione ed entro quale ambito ne parliamo, ovvero se in riferimento al piano naturale o a quello spirituale. Se consideriamo gli scritti tommasiani, come per esempio la Quaestio de anima , ci si rende conto come in Tommaso il termine materia sia usato in un duplice significato con riferimento ad ambiti differenti. Secondo una prima accezione del termine, per esempio, l’ambito di riferimento è quello della realtà fisica e il termine materia si riferisce alla materia seconda; in tale contesto sarà proprio la materia così intesa a determinare l’individualità. Qui dunque un individuo è distinto dagli altri materialmente ed è soggetto al cambiamento. L’altro senso dato da Tommaso . T ’A (da ora in avanti T.),Quaestio disputata De anima, inOpera omnia, Friedrich Fromman Verlage Gunther Holzboog KG, Stuttgart – Bad Cannstatt, ; testo critico dell’edizione Leonina, a cura di R. Busa, s.Ied.Fromman–Holzboog, Stuttcart–BAD Cannstatt, Milano, , vol. III; Quaestio disputata De anima, in Quaestiones Disputatae, a cura di Raymundi Spiazzi O.P. ed. IX revisa, ed. Marietti, , vol. II; tr.it. G. S, L’anima umana, in Le questioni disputate, vol. IV, Edizioni Studio Domenicano, Bologna ; cfr. in particolare q. ad , ad , ad ; q. ad. Questo scritto tomista è citato dalla Stein in Potenza e atto, cit. p. , parlando del rapporto tra anima e corpo inteso come porzione di materia. Per le tematiche e le soluzioni, questo testo di Tommaso presenta un’interesSante vicinanza anche con testi che precedono la lettura di Tommaso da parte della Stein, quali: Beiträge zur philosophischen Begründung der Psychologie und der Geisteswissenschaften: a)Psychische Kausalität, b) Individuum und Gemeinschaft, in Jahrbuch für Philosophie und Phänomenologische Forschung, vol. V, Halle ; ristampa ed. M. Niemeyer, Tübingen ; tr. it. Psicologia e scienze dello spirito. Contributi per una fondazione filosofica, tr. it di Anna Maria Pezzella, prefazione di Angela Ales Bello, Città Nuova, Roma². Per le tematiche affrontate il testo tomista può essere accostato anche a Der Aufbau der menschlichen Person, L. Gelber – M. Linssen (edd.), ESW XVI, Herder, Freiburg–Basel–Wien ; tr. it. La struttura della persona umana, di Michele D’Ambra, presentazione di Angela Ales Bello, Città Nuova Editrice, Roma . Il testo è presente nella nuova edizione ESGA: Der Aufbau der menschlichen Person. Vorlesung zur philosophischen Anthropologie, neu bearbeitet und eingeleitet von B. Beckmann–Zöller, ESGA, Herder, Freiburg–Basel–Wien Principio d’individuazione e persona al termine materia è di ordine ontologico–metafisico ; in tale senso parleremo di materia prima e questa avrà carattere metafisico richiedendo come principium individuationis l’elemento qualitativo rivendicato, a ragione, anche dalla Stein. In tale senso lo stesso Tommaso dirà che gli individui si distinguono per la forma e non per la materia essendo questa (intesa come materia prima) unica per tutti e poi organizzata in vari modi individuali a seconda della forma . Accanto alla distinzione tra ordine fisico e metafisico, e quella corrispondente tra piano naturale e spirituale, un secondo approccio alla problematica dell’individuazione che qui si vuole proporre sarà quello della distinzione tra il piano logico e quello ontologico–reale, con un confronto tra il percorso conoscitivo proprio della fenomenologia e quello tommasiano che ci per. Ontologico è qui inteso nel senso di essenziale, relativo all’essenza. Il termine “metafisico” lo si riferisce sia al piano reale che a quello logico. Per tale ragione quindi il termine “ontologico” assume qui anche il valore di metafisico e non solo quello di reale/materiale. Ontologico è sia il piano della cosa in sé per essenza, sia della sua esistenza. In tal senso metafisica la intendiamo come il piano essenziale posto a base anche di quello esistenziale, essenziale che può essere colto (o posto, a seconda delle prospettive) da quello logico. Tale impostazione dovrebbe essere in linea con l’impostazione tommasiana e con quella di Aristotele per il quale la filosofia prima o metafisica si occupa sia dell’essere in quanto essere, ovvero della sostanza, sia degli enti sovrasensibili e privi di materia, come si legge nel primo libro della Metafisica. Quindi metafisica come ontologia secondo l’accezione apportata nel XVII secolo. Tenendo conto dell’accezione tommasiana di metafisica e di ontologia e del valore analogico degli enti, sarà più facile leggere la distinzione dei piani entro cui trattare la questione dell’individuazione proprio perché già l’ontologia tommasiana ci permette di distinguere negli enti l’essenza dall’esistenza. Metafisica, in senso aristotelico, include da un lato la massima generalità (logica) dall’altro la specificità dei suoi oggetti di studio che sono di ordine “spirituale” o “immateriale” (ontologia). Kant parlerà di una metafisica immanente e di una trascendente. Se per Kant si parlerà di irriducibilità dell’essere al pensiero, in Hegel avremo, invece, una sorta di identità delle due cose. Herbart affermerà l’autonomia del reale rispetto al pensiero e quindi l’assolutezza di ogni singolo reale in sé privo di molteplicità e irrelativo. Per Bergson organo della metafisica sarà l’intuizione che permette di cogliere l’interiorità e l’essenza del reale, di contro all’intelletto che conosce solo ciò che è spaziale e discontinuo. Infine Husserl preferirà parlare di ontologia piuttosto che di metafisica. . THOM.,Quaestio disputata De anima, cit., q. Introduzione metterà di cogliere tra i due sistemi alcune essenziali diversità tali che queste posSano essere intese, in ultima analisi, come una possibile origine della divergenza sulla questione dell’individuazione tra Tommaso D’Aquino ed Edith Stein. Tale confronto, infatti, ci permetterà di precisare il senso secondo cui i due studiosi conducono le loro argomentazioni muovendosi, sulla base delle specifiche impostazioni filosofiche, secondo direttrici teoretiche che potremmo definire speculari. In base a queste il ruolo che la forma assume in una delle due impostazioni filosofiche può essere assimilabile a quello che riveste la materia nell’altra venendosi così a creare una sorta di specularità tra i due percorsi da cui possono derivare equivoci o fraintendimenti nella lettura dei testi tommasiani da parte della Stein piuttosto che delle reali divergenze. Equivoci dovuti anche, in parte, ad una interpretazione steiniana dei termini filosofici classici non sempre in linea con la concezione tradizionale. Presentazione della questione Come già detto, quello della materia signata quantitate quale principium individuationis è uno dei punti cruciali su cui Edith Stein si è confrontata con Tommaso d’Aquino non convivendone l’applicazione anche al caso dell’essere umano . . Al suo disaccordo con la posizione di Tommaso d’Aquino circa il tema dell’individuazione la Stein dedicherà in modo particolare, oltre al già citato Essere finito e essere eterno, anche Welt und Person. Beiträge zum christlichen Wahrheitstreben, Werke VI, Louvain–Freiburg i. Br. ; sono tradotti in italiano i seguenti saggi: Die weltanschauliche Bedeutung der Phänomenologie, Husserls transzendentale Phänomenologie Edmund Husserl, Die Krisis der europäischen Wissenschaften und die transzendentale Phänomenologie, M. Heideggers Existenzialphilosophie; tr. it. di A.M. Pezzella, inLa ricerca della verità dalla fenomenologia alla filosofia cristiana, a cura di A. Ales Bello, Roma, Città Nuova, .Natur und Übernatur in Goethes “Faust” tr. it. di T. Franzoni; Die ontische Struktur der Person und ihre erkenntnistheoretische Problematik,tr. it. di M. D’Ambra; Die Seelenburg, tr. a cura delle edizioni OCD, rev. di A. M. Pezzella, in