Immunologia e Immunologia
Diagnostica
ATTIVAZIONE CELLULE B
E
IMMUNITÀ UMORALE
Le fasi della risposta umorale
1.  Riconoscimento dell’antigene (legame BCR)
2.  Stimoli addizionali (T helper, citochine, complemento)
3.  Attivazione linfociti B naïve:
3a. Espansione clonale (proliferazione)
3b. Differenziamento (plasmacellule, cellule memoria)
3c. Secrezione anticorpi
4.  Fase effettrice:
- Neutralizzazione e Opsonizzazione
- Citotossicità anticorpo-dipendente
- Attivazione classica del complemento
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Fase 1: Attivazione B
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Fase 2: Azione degli anticorpi
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Attivazione dei linfociti B
Attivazione B:
caratteristiche generali
•  Recettore dei linfociti B = BCR = IgM e IgD (membrana)
•  Espansione clonale: l’attivazione di una singola cellula B può
generare fino a 4000 plasmacellule.
•  Scambio di classe (isotipico):
- Risposta primaria  IgM > IgG
- Risposta secondaria  IgG, IgA, IgE
•  Maturazione dell’affinità anticorpale:
- Risposta primaria  Ig con bassa affinità e alta variabilità
- Risposta secondaria  Ig con alta affinità e bassa variabilità
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Attivazione B:
caratteristiche distintive
•  2 tipi di risposte anticorpali:
- Risposte T-dipendenti  Antigeni proteici
- Risposte T-indipendenti  Polisaccaridi, Lipidi e molecole chimiche
•  2 popolazioni di linfociti B:
-  T-dipendenti  B follicolari (follicoli linfoidi secondari)
-  T-indipendenti  B zone marginali (milza) e B-1 (mucose, peritoneo)
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Popolazioni di linfociti B
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BCR: trasduzione del segnale
•  Il complesso del BCR è formato da 3 proteine:
- BCR (legame antigene)
- Igα (segnali intracellulari)
- Igβ (segnali intracellulari)
•  L’aggregazione di due o più recettori accende i segnali di
attivazione:
1.  Cascata enzimatica  Tirosin-chinasi
2.  Cascata enzimatica  Protein-chinasi, enzimi calcio-dipendenti
3.  Fattori di trascrizione  Myc, NFAT, AP-1, NF-κB
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Il secondo segnale del BCR:
sistema del complemento
•  L’attivazione del complemento
scatena la proteolisi del fattore C3:
si genera il fattore C3d.
•  I linfociti B possiedono un recettore
specifico per il fattore C3d: il
recettore CR2.
•  Il recettore CR2 è associato ad
altre proteine in grado di trasdurre
segnali intracellulari.
Il complemento amplifica il segnale di
attivazione che parte dal complesso BCR
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I meccanismi di attivazione B
•  L’intensità dell’attivazione è proporzionale al numero di recettori
aggregati  maggiore invio di segnali intracellulari.
•  Gli antigeni non proteici (polisaccaridi e lipidi) sono spesso
multivalenti = elevato numero di BCR coinvolti  T-indipendente.
•  Gli antigeni proteici sono generalmente monovalenti = piccolo
numero di BCR coinvolti  T-dipendente.
•  Gli antigeni proteici preparano i linfociti B all’interazione con i
linfociti T helper:
-  Aumento molecole di costimolazione B7
-  Aumento recettori citochine helper
-  Riduzione recettori chemochine
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Il ruolo dei linfociti T helper
Organi linfoidi secondari: incontro tra linfocita B e T helper
specifici per lo stesso antigene.
1.  Attivazione dei linfociti T CD4+ e migrazione ai margini dei
follicoli
2.  Attivazione dei linfociti B e migrazione ai margini dei follicoli
3.  Presentazione dell’antigene da parte dei linfociti B
4.  Attivazione dei linfociti B da parte dei T helper:
- Differenziamento plasmacellule
-  Scambio isotipico
-  Maturazione dell’affinità anticorpale
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Attivazione e migrazione dei
linfociti
•  Attivazione T CD4+ naïve  APC che presenta l’Ag su MHCII.
•  Attivazione linfocita B naïve  Interazione Ag-BCR.
•  Attivazione linfociti T nell’ Area T degli organi linfoidi secondari.
•  Attivazione linfociti B nei follicoli degli organi linfoidi secondari.
•  Migrazione  Ruolo centrale dei recettori per le chemochine:
-  Recettore CCR7 (chemochine dell’area T)
-  Recettore CXCR5 (chemochine dei follicoli)
•  Migrazione T helper = Riduzione CCR7 e Aumento CXCR5
•  Migrazione B attivato = Aumento CCR7 e Riduzione CXCR5
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Linfocita T attivato:
CCR7  e CXCR5 
Linfocita B attivato:
CCR7 e CXCR5 
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Presentazione dell’antigene da
parte dei linfociti B
•  Interazione Antigene-BCR
•  Endocitosi dell’Antigene
•  Processamento nel Fagolisosoma
•  Presentazione su MHCII
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Attivazione dei linfociti B da parte
dei T helper
L’azione effettrice dei T helper viene svolta da:
-  Citochine secrete
-  Ligando di CD40
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Scambio isotipico degli anticorpi
•  Produzione degli anticorpi:
- Senza T helper  Solo IgM
-  Con T helper  IgG, IgA, IgE
• Lo scambio isotipico rende specializzata la risposta
umorale e ottimizza la difesa dell’ospite:
-  Anticorpi per neutralizzare
-  Anticorpi per fagocitare
-  Anticorpi contro parassiti particolari
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Maturazione dell’affinità anticorpale
•  Nel corso di esposizioni prolungate o ripetute ad uno stesso
antigene proteico, migliora la capacità di legame degli
anticorpi.
•  Maturazione dell’affinità:
1.  Rientro dei linfociti B attivati nei follicoli linfoidi
2.  Proliferazione = Formazione centri germinativi
3.  Mutazioni puntiformi nelle CDR = Ipermutazione somatica
4.  Selezione dei linfociti B con maggiore affinità
•  A partire dalla primo incontro con l’antigene, la risposta
umorale genera anticorpi sempre più affini della volta
precedente.
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Maturazione dell’affinità anticorpale
•  Fattori critici per migliorare l’affinità dei linfociti B:
- Competizione  Molti anticorpi, poco antigene disponibile
-  Segnali di sopravvivenza  Contatto con cellule dendritiche
follicolari (FDC) oppure linfociti T helper
•  Le FDC espongono il complesso antigene-anticorpo:
a)  Recettore Fc  Lega il complesso antigene-anticorpo
b)  Recettore C3  Lega il complesso antigene-complemento
(C3b o C3d)
•  I T helper possono inviare segnali di sopravvivenza dopo il
riconoscimento dell’antigene captato e processato dal linfocita B.
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Risposta contro gli antigeni
T-indipendenti
•  Tutti gli antigeni di natura non proteica sono T-indipendenti:
-  Nessun ruolo dei linfociti T helper
-  Antigeni presenti sulla superficie di molti batteri
-  Antigeni spesso multivalenti (aggregazione dei recettori B)
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Caratteristiche delle risposte
T-indipendenti
•  Attivazione dei linfociti B  Necessità di molte copie adiacenti
dello stesso epitopo (antigene multivalente)
•  Classe anticorpale prodotta  Sopratutto IgM
•  Scarso miglioramento dell’affinità anticorpale
•  Linfociti B di memoria non sempre generati
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Funzioni effettrici degli
anticorpi
Proprietà degli anticorpi:
Riepilogo (1)
•  Azione a distanza  Circolo sanguigno, secrezioni mucose.
•  Risposta primaria:
a) Plasmacellule a vita breve (grandi quantità Ig per giorni)
b) Plasmacellule a vita lunga (midollo osseo; piccole quantità
Ig per mesi/anni)
c) Cellule della memoria (niente Ig; sopravvivenza per anni)
•  Risposta secondaria:
- Cellule della memoria  Plasmacellule a risposta rapida
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Proprietà degli anticorpi:
Riepilogo (2)
•  Gli anticorpi hanno 2 regioni specializzate:
-  Regione Fab per legare l’antigene
-  Regione Fc per l’azione effettrice
•  Regioni Fc differenti = Isotipi differenti = Funzioni effettrici diverse
•  Scambio isotipico  Risposta specializzata verso l’antigene
•  Maturazione affinità  Migliore riconoscimento dell’antigene
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Le funzioni degli anticorpi
Il legame tra anticorpo e antigene può svolgere diverse azioni:
A.  Neutralizzazione di microbi e tossine
B.  Opsonizzazione e fagocitosi dei microbi
C.  Citotossicità cellulare anticorpo-dipendente (ADCC)
D.  Attivazione del complemento:
D1. Lisi dei microbi
D2. Fagocitosi dei microbi
D3. Infiammazione
Obiettivo Finale:
Prevenire l’infezione e partecipare all’eliminazione del patogeno.
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Neutralizzazione di microbi
e tossine
•  Isotipo anticorpale  IgG (sangue) e IgA (mucose)
•  Modalità di azione  Diretta
•  Obiettivi:
-  Impedire ai microbi di infettare le cellule dell’ospite.
-  Bloccare il passaggio dei microbi durante un’infezione.
-  Bloccare il legame delle tossine ai recettori cellulari.
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Opsonizzazione e fagocitosi
di microbi
Opsonine: molecole che rivestono i microbi e favoriscono la
fagocitosi.
•  Isotipo anticorpale  IgG (IgG1 e IgG3)
•  Modalità di azione  Mediata da neutrofili e macrofagi
•  Molecole coinvolte  Recettore della regione Fc delle catene γ
•  Obiettivi:
-  Eliminare i batteri capsulati mediante i fagociti attivati dal
recettore FcγRI (principalmente nella milza).
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Citotossicità cellulare
anticorpo-dipendente (ADCC)
•  Isotipo anticorpale  IgG
•  Modalità di azione  Mediata da cellule NK
•  Molecole coinvolte  Recettore della regione Fc delle catene γ
•  Obiettivi:
-  Eliminare le cellule infettate da virus e batteri mediante le
cellule NK attivate dal recettore FcγRIII.
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Attivazione classica del
sistema del complemento
•  Isotipo anticorpale  IgG e IgM
•  Modalità di azione  Mediata dai fattori del complemento
•  Molecole coinvolte:
-  Fattore C1  lega le regioni Fc e avvia la cascata enzimatica
-  Fattore C3b  opsonizza i microbi
-  Fattori C3a, C4a e C5a  Anafilotossine = Infiammazione
•  Obiettivi:
-  Eliminare i microbi mediante i fagociti attivati e la lisi osmotica.
-  Stimolare la risposta infiammatoria (richiamo leucociti).
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Le 3 vie del complemento
•  Via classica  Attivata da anticorpi = Immunità adattativa
•  Via alternativa  Attivata dal microbo = Immunità innata
•  Via lectinica  Attivata dal mannosio microbico = Immunità innata
 Cambiano i fattori che si attivano nelle 3 fasi iniziali.
-  Classica: Attivazione del fattore C1
-  Alternativa: Attivazione del fattore C3
-  Lectinica: Attivazione del fattore C4
 Il prodotto finale delle 3 fasi iniziali è sempre il fattore C3b.
 Il risultato finale delle 3 vie è sempre la formazione del
complesso di attacco alla membrana (MAC).
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Attivazione del complemento:
Fasi precoci e tardive
•  Le prime fasi dell’attivazione servono a generare il fattore C3b:
-  Opsonizzazione e fagocitosi del microbo.
-  Stimolo delle reazioni infiammatorie mediante le anafilotossine C3a e C4a.
•  Le ultime fasi dell’attivazione servono a generare il MAC:
-  I fattori C6, C7, C8 e C9 creano dei pori nella membrana del microbo e
scatenano la lisi osmotica.
-  Ulteriore stimolo dell’infiammazione mediante le anafilotossine C5a.
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