GRUPPO DI PREGHIERA “ APOSTOLI DELLA REGINA DELLA PACE”

“APOSTOLI DELLA REGINA
DELLA PACE”
Nel Cenacolo
con Maria..
Sommario
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Canto di apertura: LA PREGHIERA
DI GESU’ E’ LA NOSTRA
Rosario meditato
MESSAGGIO DEL MESE
Meditazione
Consacrazione alla Madonna
Canto allo Spirito Santo
Letture della domenica
Lo Spirito parla al cuore
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Catechesi del tempo…
Liturgia delle ore…Vespri o Compieta
Canto
Consacrazione ai tre Sacri Cuori
Preghiera a Maria prima di dormire
Canto di chiusura: HO
LOTTATO TANTO
Propositi settimanali
Appuntamento successivo
La preghiera di Gesù è la nostra (canto)
Dove due o tre sono uniti nel mio nome,
io sarò con loro, pregherò con loro,
amerò con loro perché il mondo venga a te,
o Padre, conoscere il tuo amore è avere vita con te.
Voi che siete luce della terra, miei amici,
risplendete sempre della vera luce,
perché il mondo creda nell'amore che c'è in voi,
o Padre, consacrali per sempre e diano gloria a te.
Ogni beatitudine vi attende nel mio giorno
se sarete uniti, se sarete pace, se sarete puri,
perché voi vedrete Dio che è Padre,
in lui la vostra vita gioia piena sarà.
Voi che ora siete miei discepoli nel mondo,
siete testimoni di un amore immenso,
date prova della speranza che è in voi,
coraggio,
vi guiderò per sempre: io rimango con voi.
Spirito, che animi la Chiesa e la rinnovi,
donale fortezza, fa' che sia fedele
come Cristo che muore e risorge,
perché il Regno del Padre
si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui,
si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui.
Consacrazione alla Madonna
Consapevole della mia vocazione cristiana io rinnovo oggi nelle Tue mani, o Maria, gli impegni del mio
Battesimo. Rinuncio a satana, alle sue seduzioni, alle sue opere e mi consacro a Gesù Cristo per portare con
Lui la mia croce nella fedeltà di ogni giorno alla volontà del Padre. Alla presenza di tutta la Chiesa Ti
riconosco per mia Madre e Sovrana. A Te offro e consacro la mia persona, la mia vita e il valore della mie
buone opere passate, presenti e future. Disponi di me e di quanto mi appartiene alla maggior gloria di Dio,
nel tempo e nell’eternità. Amen
Consacrarsi a Maria è guardare a Lei come al modello da imitare nella fedeltà a Gesù.
Ella stessa ci incoraggia: fate tutto quello che Egli vi dirà !
La Consacrazione è accogliere Maria nella nostra vita:..allora non saremo più soli!
Consacrazione ai tre Sacri Cuori
Sacro Cuore di Gesù, Immacolato Cuore di Maria, Castissimo Cuore di San Giuseppe, io vi consacro in
questo giorno (o notte), la mia mente, le mie parole, il mio corpo, il mio cuore e la mia anima affinché si
compia attraverso di me in questo giorno (o notte) la Vostra Santa Volontà. Amen
Preghiera a Maria Santissima prima del riposo notturno
“O Vergine, si fa tardi,
tutto si addormenta sulla terra,
è l’ora del riposo: non abbandonarmi !
Metti la tua mano sui miei occhi
Come una buona madre.
Chiudili dolcemente alle cose di quaggiù.
L’anima mia è stanca di affanni e di tristezze,
la fatica che mi attende è qui a me vicina.
Metti la tua mano sulla mia fronte,
arresta il mio pensiero.
Dolce sarà il mio riposo,
se benedetto da te.
Perché domani il tuo povero figlio
Si desti più forte
E riprenda allegramente
Il peso del nuovo giorno.
Metti la tua mano sul mio cuore. Lui solo vegli
sempre e Ridica al suo Dio Un amore eterno
Messaggio del 2 Gennaio 2009
“Cari figli, mentre la grande grazia celeste si spande su di voi il vostro cuore rimane duro e senza risposta. Figli
miei perché non mi date completamente i vostri cuori? Voglio solo mettere in essi la pace e la salvezza: mio
Figlio. Con mio Figlio la vostra anima sarà indirizzata verso le mete più nobili e non vi perderete mai. Anche
nella tenebra più fitta, troverete la strada. Figli miei, decidetevi per la vita nuova con il nome di mio Figlio sulle
labbra. Vi ringrazio.”
La Madonna ha benedetto tutti e tutti gli oggetti sacri. Ha chiesto la preghiera e il digiuno per i nostri
pastori.
“Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa”. Giov. Paolo II
Giuseppe, sposo della Vergine Madre di Dio,
insegnaci incessantemente tutta la verità divina e tutta la
dignità umana contenute nella vocazione di sposi e di
genitori!
San Giuseppe, ottienici da Dio, che cooperiamo, con
costanza, con la grazia del grande sacramento nel quale
uomo e donna si promettono reciprocamente l’amore, la
fedeltà e l’onestà coniugale, fino alla morte!
San Giuseppe, uomo giusto, insegnaci l’amore
responsabile verso coloro che Dio ci affida in modo
particolare: l’amore tra i coniugi, l’amore tra i genitori e
coloro ai quali i genitori danno la vita!
Insegnaci la responsabilità verso ogni vita, dal primo
momento del concepimento, fino all’ultimo istante su
questa terra.
Insegnaci un gran rispetto per il dono della vita.
Insegnaci ad adorare profondamente il Creatore, padre e
datore della vita.
San Giuseppe, patrono del lavoro umano, aiutaci in ogni
lavoro che è vocazione dell’uomo sulla terra.
Insegnaci a risolvere i difficili problemi collegati col
lavoro nella vita delle generazioni, a cominciare dai
giovani, e nella vita delle società.
San Giuseppe, protettore della Chiesa preghiamo Dio
con queste parole:
“O Dio onnipotente, che hai voluto affidare gli inizi della
nostra redenzione alla custodia premurosa di san
Giuseppe, per sua intercessione concedi alla tua Chiesa
di cooperare fedelmente al compimento dell’opera di
salvezza”.
Preghiera per i sacerdoti ISPIRATA DAL SIGNORE
Signore Gesù, santifica tutti i Sacerdoti per i meriti della tua Santa Passione, perché possano essere la tua vera immagine
pura e santa nel mondo. Signore Gesù, per l'amarezza che hai provato per il bacio di Giuda traditore, fa' che ritornino alla
Grazia santificante tutti i Sacerdoti che furono infedeli alla loro vocazione e continuano ostinati nei peccati del mondo. Te lo
chiediamo per l'intercessione del Cuore Immacolato di Maria e del Cuore Castissimo di San Giuseppe.
Eterno Padre, offriamo il Santo Volto del Tuo Figlio Gesù per le mani di Maria con l'intero generoso olocausto di tutti noi
stessi in riparazione di tanti peccati che si commettono, specialmente delle offese al SS. Sacramento dell'Altare. Te lo
offriamo in modo particolare perché i Sacerdoti mostrino al mondo con la santità della vita, l'adorabile fisionomia del Divin
Volto, irradiando la luce della verità e dell'amore per il trionfo della Chiesa e la propagazione del Regno.
O Gesù il tuo Cuore è dolce ed amabile sorgente donde scaturisce ogni bontà e misericordia, traboccante d’Amore.
Immergi l’Anima di tutti i Tuoi ministri nel Tuo sangue preziosissimo, affinché s’immolino con lo stesso Amore con cui Tu
sei morto e risorto, per salvare le anime. Amen 3 Ave Maria
III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Anno B
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Gio 3, 1-5. 10
I Niniviti si convertirono dalla loro condotta malvagia.
Dal libro del profeta Giona
Fu rivolta a Giona questa parola del Signore: «Alzati, va' a Nìnive, la grande città, e annuncia loro
quanto ti dico». Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore.
Nìnive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la
città per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta».
I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli.
Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide
riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 24/25
Fammi conoscere, Signore, le tue vie.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.
Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.
Seconda Lettura 1 Cor 7, 29-31
Passa la figura di questo mondo.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano
come se non l'avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come
se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del
mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!
Vangelo Mc 1, 14-20
Convertitevi e credete al vangelo.
Dal vangelo secondo Marco
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva:
«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le
reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare
pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi
nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella
barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
La conversione di San Paolo
Abbiamo tre descrizioni della conversione di San Paolo; la prima quella degli Atti ad opera di Luca e le altre
due ad opera di Paolo stesso, la prima durante l'arringa descritta in Atti 22, 3-16, dopo l'arresto e la seconda
davanti al Tribunale di Erode Agrippa I. Secondo il suo stesso racconto (Gal 1,13 1Tim 1,12-13), mentre a
cavallo si recava a Damasco, per arrestare i cristiani fuggiti da Gerusalemme, sarebbe caduto a terra accecato da
una luce intensa e sentendo la voce di Gesù che gli chiedeva il motivo della sua persecuzione. Da quel
momento narra di essere rimasto cieco per tre giorni, senza mangiare e bere nulla, recuperando la vista solo
dopo l'imposizione delle mani da parte di Anania, un cristiano inviato da Dio quale missus dominicus. Tale
evento prodigioso egli interpretò come chiamata diretta a compiere la missione di evangelizzare e dare la
propria testimonianza, tanto che si parlerà di lui come di "cantore della Grazia", cioè della fede come Grazia di
Dio (Ef 2,8-10). Secondo il racconto degli Atti degli Apostoli comunque Anania stesso gli comunicherà che lui
è stato scelto da Dio per evangelizzare il mondo (At 9, 15).
Dopo la conversione Paolo si ritirò per un tempo non precisato, nel deserto dell'Arabia a sud di Damasco (Gal
1,17) forse per pregare, riflettere e meditare le Sacre Scritture; poi tornò a Damasco. Ma qui iniziò a predicare
provocando l'ira dei giudei che tentarono di prenderlo per ucciderlo. Fu costretto a fuggire, aiutato a calarsi di
notte in una cesta dalle mura della città. Si recò quindi a Gerusalemme e grazie all'aiuto di Barnaba fu
introdotto nell'ambiente cristiano che per ovvie ragioni, nei suoi confronti era molto diffidente. Qui ebbe modo
di conoscere gli apostoli e in particolare riuscì a parlare con Pietro e confrontare con lui il «suo Vangelo», cioè
la predicazione che egli aveva cominciato a svolgere (Gal 1,18). Dovette però fuggire dopo solo quindici giorni,
perché i giudei volevano ucciderlo (At 9,26-30), adirati per il suo tradimento. Alcuni cristiani lo
accompagnarono a Cesarea Marittima da dove si imbarcò per Tarso nell'anno 39. Da qui, per quattro-cinque
anni non si hanno notizie di lui. Fu Barnaba che lo venne a cercare a Tarso e lo portò ad Antiochia. Questa è la
città dove nacque il termine di cristiani. Qui diffusero la Buona Novella per circa un anno con discreti risultati.
Poi si recarono a Gerusalemme dove imperversava la carestia che aveva colpito molte zone dell'Impero durante
il regno di Claudio (anno 44), come raccontato anche da Flavio Giuseppe, portandovi aiuti materiali dalla
comunità di Antiochia. Vi trovarono solo Pietro e Giacomo perché era in corso la persecuzione indetta da Erode
Agrippa I e la maggior parte degli apostoli erano stati costretti alla fuga.
CELEBRAZIONE DEI VESPRI NELLA FESTA DELLA CONVERSIONE DI SAN
PAOLO, A CONCLUSIONE DELLA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ
DEI CRISTIANI 25.01.2008
Alle 17.30 di questo pomeriggio, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, il Santo Padre Benedetto XVI presiede la
Celebrazione dei secondi Vespri della solennità della Conversione di San Paolo, a conclusione della Settimana di
Preghiera per l’Unità dei Cristiani sul tema: "Pregate continuamente" (1Ts 5,17).
Prendono parte alla celebrazione Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma.
Pubblichiamo di seguito l’omelia che il Papa pronuncia nel corso del rito:
OMELIA DEL SANTO PADRE
Cari fratelli e sorelle,
la festa della Conversione di San Paolo ci pone nuovamente alla presenza di questo grande Apostolo, scelto da Dio
per essere il suo "testimone davanti a tutti gli uomini" (At 22,15). Per Saulo di Tarso, il momento dell’incontro con
Cristo risorto sulla via di Damasco segnò la svolta decisiva della vita. Si attuò allora la sua completa trasformazione,
una vera e propria conversione spirituale. In un istante, per intervento divino, l’accanito persecutore della Chiesa di
Dio si ritrovò cieco brancolante nel buio, ma con nel cuore ormai una grande luce che lo avrebbe portato, di lì a
poco, ad essere un ardente apostolo del Vangelo. La consapevolezza che solo la grazia divina aveva potuto
realizzare una simile conversione non abbandonò mai Paolo. Quando egli aveva già dato il meglio di sé,
consacrandosi instancabilmente alla predicazione del Vangelo, scrisse con rinnovato fervore: "Ho faticato più di tutti
loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me" (1 Cor 15,10). Infaticabile come se l’opera della missione
dipendesse interamente dai suoi sforzi, San Paolo fu tuttavia animato sempre dalla profonda persuasione che tutta la
sua forza proveniva dalla grazia di Dio operante in lui.
Questa sera, le parole dell’Apostolo sul rapporto tra sforzo umano e grazia divina risuonano colme di un significato
del tutto particolare. A conclusione della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, siamo ancor più coscienti
di quanto l’opera della ricomposizione dell’unità, che richiede ogni nostra energia e sforzo, sia comunque
infinitamente superiore alle nostre possibilità. L’unità con Dio e con i nostri fratelli e sorelle è un dono che viene
dall’Alto, che scaturisce dalla comunione d’amore tra Padre, Figlio e Spirito Santo e che in essa si accresce e si
perfeziona. Non è in nostro potere decidere quando o come questa unità si realizzerà pienamente. Solo Dio potrà
farlo! Come San Paolo, anche noi riponiamo la nostra speranza e fiducia "nella grazia di Dio che è con noi". Cari
fratelli e sorelle, questo vuole implorare la preghiera che insieme eleviamo al Signore, affinché sia Lui a illuminarci
e sostenerci nella costante nostra ricerca di unità.
Ed ecco allora assumere il suo valore più pieno l’esortazione di Paolo ai cristiani di Tessalonica: "Pregate
continuamente" (1 Ts 5,17), che è stata scelta come tema della Settimana di preghiera di quest’anno. L’Apostolo
conosce bene quella comunità nata dalla sua attività missionaria, e nutre per essa grandi speranze. Ne conosce sia i
meriti che le debolezze. Tra i suoi membri, infatti, non mancano comportamenti, atteggiamenti e dibattiti suscettibili
di creare tensioni e conflitti, e Paolo interviene per aiutare la comunità a camminare nell’unità e nella pace. Alla
conclusione dell’epistola, con una bontà quasi paterna, egli aggiunge una serie di esortazioni molto concrete,
invitando i cristiani a favorire la partecipazione di tutti, a sostenere i deboli, ad essere pazienti, a non rendere male
per male ad alcuno, a cercare sempre il bene, ad essere sempre lieti e a rendere grazie in ogni circostanza (cfr 1 Ts
5,12-22). Al centro di queste esortazioni, pone l’imperativo "pregate continuamente". Gli altri ammonimenti
perderebbero infatti forza e coerenza, se non fossero sostenuti dalla preghiera. L’unità con Dio e con gli altri si
costruisce innanzitutto mediante una vita di preghiera, nella costante ricerca della "volontà di Dio in Cristo Gesù
verso di noi" (cfr 1 Ts 5,18).
L’invito rivolto da San Paolo ai Tessalonicesi è sempre attuale. Davanti alle debolezze ed ai peccati che
impediscono ancora la piena comunione dei cristiani, ognuna di queste esortazioni ha mantenuto la sua pertinenza,
ma ciò è particolarmente vero per l’imperativo "pregate continuamente". Che cosa diventerebbe il movimento
ecumenico senza la preghiera personale o comune, affinché "tutti siano una cosa sola, come tu, Padre, sei in me ed io
in te" (Gv 17,21)? Dove trovare lo "slancio supplementare" di fede, di carità e di speranza di cui ha oggi un
particolare bisogno la nostra ricerca dell’unità? Il nostro desiderio di unità non dovrebbe limitarsi ad occasioni
sporadiche, ma divenire parte integrante di tutta la nostra vita di preghiera. Sono stati uomini e donne formati nella
Parola di Dio e nella preghiera gli artigiani della riconciliazione e dell’unità in ogni fase della storia. È il cammino
della preghiera che ha aperto la strada al movimento ecumenico, così come lo conosciamo oggi. A partire dalla metà
del XVIII secolo, sono emersi difatti vari movimenti di rinnovamento spirituale, desiderosi di contribuire per mezzo
della preghiera alla promozione dell’unità dei cristiani. Fin dall’inizio, gruppi di cattolici, animati da personalità
religiose di spicco, hanno partecipato attivamente a simili iniziative. La preghiera per l’unità è stata sostenuta anche
da miei venerati Predecessori, come Papa Leone XIII, il quale, già nel 1895, raccomandava l’introduzione di una
novena di preghiera per l’unità dei cristiani. Questi sforzi, compiuti secondo le possibilità della Chiesa del tempo,
intendevano attuare la preghiera pronunciata da Gesù stesso nel Cenacolo "perché tutti siano una cosa sola" (Gv
17,21). Non esiste pertanto un ecumenismo genuino che non affondi le sue radici nella preghiera.
Quest’anno celebriamo il centesimo anniversario dell’"Ottavario per l’unità della Chiesa", divenuto in seguito
"Settimana di Preghiera per l’unità dei Cristiani". Cento anni fa, Padre Paul Wattson, all’epoca ancora ministro
episcopaliano, ideò un ottavario di preghiera per l’unità, che fu celebrato per la prima volta a Graymoor (New York)
dal 18 al 25 gennaio 1908. Questa sera, è con grande gioia che rivolgo il mio saluto al Ministro Generale e alla
delegazione internazionale dei Fratelli e delle Sorelle francescani dell’Atonement, Congregazione fondata da Padre
Paul Wattson e promotrice della sua eredità spirituale. Negli anni trenta del secolo scorso, l’ottavario di preghiera
conobbe importanti adattamenti dietro impulso soprattutto dell’Abbé Paul Couturier di Lione, anch’egli grande
promotore dell’ecumenismo spirituale. Il suo invito a "pregare per l’unità della Chiesa così come Cristo la vuole e
secondo i mezzi che Lui vuole", permise a cristiani di tutte le tradizioni di unirsi in una sola preghiera per l’unità.
Rendiamo grazie a Dio per il grande movimento di preghiera che, da cento anni, accompagna e sostiene i credenti in
Cristo nella loro ricerca di unità. La barca dell’ecumenismo non sarebbe mai uscita dal porto se non fosse stata
mossa da quest’ampia corrente di preghiera e spinta dal soffio dello Spirito Santo.
Congiuntamente alla Settimana di preghiera, molte comunità religiose e monastiche hanno invitato ed aiutato i loro
membri a "pregare continuamente" per l’unità dei cristiani. In questa occasione che ci vede riuniti, ricordiamo in
particolare la vita e la testimonianza di Suor Maria Gabriella dell’Unità (1914-1936), suora trappista del monastero
di Grottaferrata (attualmente a Vitorchiano). Quando la sua superiora, incoraggiata dall’Abbé Paul Couturier, invitò
le sorelle a pregare e a fare dono di sé per l’unità dei cristiani, Suor Maria Gabriella si sentì immediatamente
coinvolta e non esitò a dedicare la sua giovane esistenza a questa grande causa. Oggi stesso ricorre il
venticinquesimo anniversario della sua beatificazione da parte del mio predecessore, Papa Giovanni Paolo II.
Quell’evento ebbe luogo in questa Basilica precisamente il 25 gennaio 1983, durante la celebrazione di chiusura
della Settimana di Preghiera per l’Unità. Nella sua omelia, il Servo di Dio ebbe a sottolineare i tre elementi su cui si
costruisce la ricerca dell’unità: la conversione, la croce e la preghiera. Su questi tre elementi si fondarono anche la
vita e la testimonianza di Suor Maria Gabriella. L’ecumenismo ha un forte bisogno, oggi come ieri, del grande
"monastero invisibile" di cui parlava l’Abbé Paul Couturier, di quella vasta comunità di cristiani di tutte le tradizioni
che, senza clamore, pregano ed offrono la loro vita affinché si realizzi l’unità.
Inoltre, da quarant’anni esatti, le comunità cristiane di tutto il mondo ricevono per la Settimana meditazioni e
preghiere preparate congiuntamente dalla Commissione "Fede e Costituzione" del Consiglio Ecumenico delle
Chiese e dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Questa felice collaborazione ha
permesso di ampliare il vasto circolo di preghiera e preparare i suoi contenuti in maniera più adeguata. Questa sera,
saluto cordialmente il Rev. Dott. Samuel Kobia, Segretario Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, che è
venuto a Roma per unirsi a noi nel centenario della Settimana di preghiera. Sono lieto per la presenza dei membri
del "Gruppo Misto di Lavoro", che saluto con affetto. Il Gruppo Misto è lo strumento di cooperazione tra la Chiesa
cattolica ed il Consiglio Ecumenico delle Chiese nella nostra ricerca comune di unità. E, come ogni anno, rivolgo il
mio saluto fraterno anche ai vescovi, ai sacerdoti, ai pastori delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali che hanno qui
a Roma i loro rappresentanti. La vostra partecipazione a questa preghiera è espressione tangibile dei legami che ci
uniscono in Cristo Gesù: "Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Mt 18,20).
In questa storica Basilica, il 28 giugno prossimo, si aprirà l’anno consacrato alla testimonianza e all’insegnamento
dell’apostolo Paolo. Che il suo instancabile fervore nel costruire il Corpo di Cristo nell’unità ci aiuti a pregare
incessantemente per la piena unità di tutti i cristiani! Amen!
La pubblicità atea sui bus spot involontario per la Fede di Michele Brambilla (15/01/09)
Al giornalista de La Stampa che le ha chiesto se non pensa che qualche genovese potrebbe sentirsi offeso dalla
pubblicità atea sugli autobus della città, il sindaco Marta Vincenzi ha risposto «Si può sempre salire sul bus
successivo», e in questa battuta c’è tutta la sciatteria e l’incoscienza con la quale il nostro mondo «illuminato»
sta affrontando la questione religiosa, e più in generale la questione delle nostre radici, della nostra tradizione,
della nostra cultura. Si ritiene del tutto ininfluente che di fronte alle nostre cattedrali si preghi come alla Mecca;
che la festa del Natale venga cancellata nelle scuole e negli asili; che nei presepi compaiano moschee o le
natiche di una pornostar. Tanto, «di Dio non hai bisogno», come recita la pubblicità che comparirà sui bus
genovesi.
La storia si è già incaricata di smentire. E non solo perché - come qualsiasi antropologo può confermare - ogni
civiltà di ogni tempo e di ogni luogo ha sempre sentito il bisogno di interrogarsi su Qualcosa che la trascende;
ma anche perché c’è stato, e non tanto tempo fa, un sistema politico che ha cercato di estirpare il senso religioso
e di creare un «uomo nuovo» finalmente liberato dalle «vecchie superstizioni», e le macerie lasciate dall’impero
sovietico sono lì a dimostrare com’è finita.
Non credo che alla campagna scattata con singolare sincronia in diverse città del mondo (Washington, Londra,
Barcellona, Genova e presto, forse, anche Roma) la Chiesa debba reagire con toni da crociata. Anzi, penso che
faccia bene a reagire con un sorriso di compatimento. In fondo, pagliacciate di questo tipo sono destinate a
confortare il credente nella sua fede. Aveva ragione Pascal quando diceva che le ragioni degli atei lo
convincono dell’esistenza di Dio più che le ragioni dei credenti. Quale «ragionevolezza» c’è, infatti, nel
proselitismo ateista? Se uno è convinto che Dio non c’è, perché dovrebbe affannarsi tanto nel cercare di
convincere gli altri della sua stessa idea? Si goda la vita senza perdere troppo tempo, visto che la vita è breve,
anzi è un soffio come dice la Bibbia, e come l’esperienza conferma.
E proprio questo è scritto sui bus di Barcellona: «Dio non esiste, quindi non preoccuparti e goditi la vita».
Paradossalmente, questa esortazione fa cadere la maggiore obiezione che viene posta ai credenti, e cioè che ci si
aggrappa all’idea di un Dio per cercare una consolazione. Si crederebbe, insomma, perché fa comodo credere.
La pubblicità dei militanti ateisti di mezzo mondo ci fa invece capire, al contrario, che credere è scomodo
perché pone Qualcuno e una Legge Morale sopra di noi, e quindi non ci fa sentire totalmente liberi di fare ciò
che vogliamo, non ci permette appunto di «goderci la vita». La campagna sui bus ci dimostra insomma che, se è
vero che molti vorrebbero credere ma non ci riescono, e per questa assenza provano angoscia, molti altri
preferirebbero, e di gran lunga, un cielo vuoto per farsi una morale a proprio uso e consumo. «Se Dio non
esiste, tutto è permesso», dice Ivan Karamazov. In un periodo in cui anche tanti preti sono spesso tentati di
parlare solo di questioni terrene (la pace,la solidarietà, la crisi economica, l’inquinamento) la campagna
ateistica dei pullman arriva quasi provvidenziale, riporta la discussione al nocciolo: Dio esiste oppure no? Ed è
provvidenziale pure che, come ai tempi di Pascal, le ragioni di chi nega siano affidate a protagonisti tanto
fragili, come a quella Uaar (Unione atei agnostici e razionalisti) di cui è presidente onorario Odifreddi, il
matematico di Cuneo che i genitori chiamarono Piergiorgio in onore del beato Frassati, che studiò in seminario
per diventare prete, ma che poi cambiò progetto di vita e ora dice (testualmente) che solo un cretino può essere
cristiano. Quante prese di posizione si spiegano più con la psicologia che con la teologia. La Chiesa lo sa, e fa
bene a non prendere troppo sul serio l’apostolato al contrario dei mezzi pubblici. Resta la sciatteria di cui
dicevamo, quella di un mondo occidentale che sembra aver deciso di chiudere i conti con il cristianesimo, e che
crede che a tale scopo tutto faccia brodo,dalle pubblicità degli atei all’avanzata dell’islam, considerato alleato
strategico contro il nemico storico, la Chiesa. Si accorgeranno presto di quanto un musulmano possa apprezzare
un autobus che nega quel Dio che, secondo l’islam, solo un pazzo non riconosce nel sole che sorge a
mezzogiorno. A differenza dei cristiani, per i quali la fede è una grazia, e che anche per questo sono molto più
«laici» nei confronti di chi non crede.
HO LOTTATO TANTO
Ho lottato tanto in questo giorno
ho sofferto tanto in questo giorno
ne ho sentite tante
ne ho vedute tante in questo giorno.
Ma ora voglio addormentarmi
tra le tue braccia, o Signore,
sicuro che domani, che domani
sarà un giorno migliore.
Non c'è stato amore in questo giorno
non c'è stata pace in questo giorno
hanno pianto tanti,
sono morti tanti, in questo giorno.
Ma ora voglio addormentarmi
tra le tue braccia, o Signore,
sicuro che domani, che domani
sarà un giorno migliore.