DONNE LAICHE, DONNE DI SCUOLA Malala Yousafzai

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DONNE
LAICHE,
DONNE DI
SCUOLA
Francesca Lepori
Forze generatrici
per un'istruzione
globale. Un filo
rosso unisce le vite, i vissuti, i sentimenti e le
speranze di tante donne, un filo che parla di scuola,
educazione, istruzione, laicità e pari opportunità.
Malala Yousafzai
ll 12 luglio 2013, per il suo sedicesimo compleanno,
davanti all'Assemblea generale alle Nazioni Unite,
Malala tiene il suo primo discorso pubblico, dopo
che i Taliban hanno cercato di ucciderla lo scorso
ottobre in Pakistan, mentre tornava a casa da scuola,
sparandole alla testa.
Malala significa «colei che conosce il dolore».
Volevano il suo silenzio, perche le sue parole erano e
sono ancora lame e nutriente concime di libertà per
le menti di tante bambine. Parole di valore e più forti
di tanta politica e cultura. Malala di parole che
segnano una rivoluzione ne ha dette e scritte tante
sul suo blog in urdu ospitato dalla BBC a favore del
diritto allo studio in Pakistan, dove alle bambine tale
diritto viene negato. Nel suo discorso Malala lancia
un accorato appello ai leader politici affinchè
garantiscano il diritto allo studio di tutti i bambini e
le bambine.
Secondo l’ONU, sono 57 milioni i bambini in età
scolare che non ricevono istruzione nel mondo.
Cari fratelli e sorelle,
ricordate una cosa. La giornata di Malala non è la
mia giornata. Oggi è la giornata di ogni donna, di
ogni bambino, di ogni bambina che ha alzato la testa
per reclamare i suoi diritti. Hanno paura della cultura
e pensano che Dio manderebbe le bambine
all’inferno solo perché vanno a scuola. Usano le
religioni per i loro fini. Povertà, ignoranza,
ingiustizia, razzismo sono i problemi principali con i
quali devono fare i conti sia gli uomini che le donne.
Ci sono centinaia di attivisti che non soltanto
chiedono il rispetto dei diritti umani, ma lottano
anche per assicurare istruzione a tutti in tutto il
mondo, per raggiungere i loro obiettivi di istruzione,
pace e uguaglianza.
Migliaia di persone sono state uccise dai terroristi e
migliaia di altre sono state ferite da loro, io sono
soltanto una di loro. Io sono qui, una ragazza tra
tante e non parlo per me, ma per tutti i bambini e le
bambine.
Voglio far sentire la mia voce non perché posso
gridare, ma perchè coloro che non l’hanno siano
ascoltati. Coloro che lottano per i loro diritti: il diritto
di vivere in pace, il diritto di essere trattati con
dignità, il diritto di avere pari opportunità e il diritto
di ricevere un’ istruzione.
Cari amici, nella notte del 9 ottobre 2012 i Taliban mi
hanno sparato sul lato sinistro della fronte. Hanno
sparato anche ai miei amici. Pensavano che le loro
pallottole ci avrebbero messo a tacere. Ma hanno
fallito. E da quel silenzio si sono levate migliaia di
voci. I terroristi pensavano che sparando avrebbero
Cambiato i nostri obiettivi e fermato le nostre
ambizioni, ma niente nella mia vita è cambiato
tranne questo: la debolezza, la paura e la
disperazione sono morte. La forza, il potere e il
coraggio sono nati. lo sono la stessa Malala. Le mie
ambizioni sono le stesse. Così pure le mie speranze
sono le stesse.
Cari fratelli e sorelle, io non sono contro nessuno.
Nemmeno contro i terroristi. Non sono qui a parlare
in termini di vendetta personale contro i Taliban o
qualsiasi altro gruppo terrorista. Sono qui a parlare a
favore del diritto all`istruzione di ogni bambino. lo
voglio che tutti i figli e le figlie degli estremisti,
soprattutto Taliban, ricevano un’ istruzione. Non
odio neppure il Taliban che mi ha sparato. Anche se
avessi una pistola in mano ed egli mi stesse davanti e
stesse per spararmi, io non sparerei. Questa è la
compassione che ho appreso da Mohamed, il profeta
misericordioso, da Gesù Cristo e dal Buddha. Questa
è il lascito che ho ricevuto da Martin Luther King,
Nelson Mandela e Muhammed Ali Jinnah. Questa è
la filosofia della non-violenza che ho appreso da
Gandhi, Bacha Khan e Madre Teresa. E questo è il
perdono che la mia anima mi dice: siate in pace e
amatevi l'un l’altro. Cari fratelli e sorelle, tutti ci
rendiamo conto dell’importanza della luce quando ci
troviamo al buio e
tutti ci rendiamo
conto
dell’
importanza della voce
quando c`e il silenzio.
E nello stesso modo
quando
eravamo
nello
Swat,
in
Pakistan, noi ci siamo
resi
conto
dell’importanza dei libri e delle penne quando
abbiamo visto le armi.
I saggi dicevano che la penna uccide più della spada,
ed è vero. Gli estremisti avevano e hanno paura
dell’istruzione, dei libri e delle penne. Hanno paura
del potere dell' istruzione.
Hanno paura delle donne. Il potere della voce delle
donne li spaventa. Ed è per questo che hanno appena
ucciso a Quetta 14 studenti di medicina. E per questo
che uccidono i volontari antipolio nel Khyber
Pakhtunkhwa e nella Fata. Perché hanno avuto e
hanno paura del cambiamento, dell`uguaglianza che
essa porterebbero nella nostra società. Un giorno
ricordo che un bambino della nostra scuole chiese a
un giornalista perché i Taliban sono contrari
all`istruzione. Il giornalista rispose con grande
semplicità. lndicando un libro disse: «I Taliban hanno
paura dei libri perche non sanno che cosa c’e scritto
dentro». Pensano che Dio sia un piccolo essere
conservatore che manderebbe le bambine all’inferno
soltanto perche vogliono andare a scuola. I terroristi
usano a sproposito il nome dell'lslam e la società
pashtun per il loro tornaconto personale. ll Pakistan
è un paese democratico che ama la pace e che
vorrebbe trasmettere istruzione ai suoi figli. L’lslam
dice non soltanto che e diritto di ogni bambino
essere educato , ma anche che quello e il suo dovere
e la sua responsabilità.
Onorevole Signor Segretario generale, per
l’istruzione è necessaria la pace, ma in molti Paesi
del mondo c’è la guerra. E noi siamo veramente stufi
di queste guerre. ln molti Paesi del mondo donne e
bambini soffrono in altri modi. In India i bambini
poveri sono vittime del lavoro infantile. Molte scuole
sono state distrutte in Nigeria. In Afghanistan la
popolazione è oppressa dalle conseguenze
dell’estremismo da decenni. Le giovani donne sono
costrette a lavorare e a sposarsi in tenera età.
Povertà, ignoranza, ingiustizia, razzismo e privazione
dei diritti umani di base sono i problemi principali
con i quali devono fare i conti sia uomini che donne.
Cari fratelli e sorelle, è giunta l’ ora di farsi sentire, di
lottare per cambiare questo mondo e quindi oggi
facciamo appello ai leader di tutto il mondo affinché
proteggano i diritti delle donne e dei bambini.
Facciamo appello alle nazioni sviluppate affinché
garantiscano sostegno ed espandano le pari
opportunità di istruzione alle bambine nei Paesi in
via di sviluppo. Facciamo appello a tutte le comunità
di essere tolleranti, di respingere i pregiudizi basati
sulla casta, sulla fede, sulla setta, o sul genere. Per
garantire libertà e eguaglianza alle donne, così che
possano stare bene e prosperare. Non potremo avere
successo come razza umana se la metà di noi tutti
resta indietro. Facciamo appello a tutte le sorelle nel
mondo affinchè siano coraggiose, per abbracciare la
forza che è in loro e cercare di realizzarsi al massimo
delle loro possibilità.
Cari fratelli e sorelle, vogliamo scuole, vogliamo
istruzione per tutti i bambini per garantire loro un
luminoso futuro. Ci faremo sentire, parleremo per i
nostri diritti e così cambieremo le cose. Dobbiamo
credere nella potenza e nella forza delle nostre
parole. Le nostre parole possono cambiare il mondo.
Perché siamo tutti uniti, riuniti per la causa
dell’istruzione, e se vogliamo raggiungere questo
obiettivo dovreste aiutarci a conquistare potere
tramite le armi della conoscenza e lasciarci schierare
le une accanto alle altre con unità e senso di
coesione.
Cari fratelli e sorelle, non dobbiamo dimenticare che
milioni di persone soffrono per ignoranza, povertà e
ingiustizia. Non dobbiamo dimenticare che milioni di
persone non hanno scuole.
Lasciateci ingaggiare dunque una lotta globale
contro l’analfabetismo e lasciateci prendere in mano
libri e penne. Queste sono le nostre armi più potenti.
Un bambino, un maestro, una penna e un libro
possono fare la differenza e cambiare il mondo.
L’istruzione è la sola soluzione ai mali del mondo.
L'istruzione potrà salvare il mondo. I libri e le matite
sono la nostra arma più formidabile, quella che potrà
farci vincere la miseria e conquistare la pace.
Ipazia di
Alessandria
È una delle pochissime
menti femminili di cui ci
sia
rimasta
fortunatamente
testimonianza:
fu
scienziata, matematica,
filosofa e astronoma.
Ipazia,
figlia
del
matematico e filosofo
Teone, era nata ad Alessandria d°Egitto intorno al
370 d.C. Fu barbaramente assassinata nel 415,
vittima del fondamentalismo religioso che vedeva in
lei una nemica del cristianesimo, forse per la sua
amicizia con il prefetto romano Oreste che era
nemico politico di Cirillo, vescovo di Alessandria.
Temevano che la sua filosofia neoplatonica e la sua
libertà di pensiero avessero un”influenza pagana
sulla comunità di Alessandria.
L’ assassinio di Ipazia è stato un altro atroce episodio
di quel ripudio della cultura e della scienza che aveva
causato molto tempo prima della sua nascita, nel HI
secolo d.C., la distruzione della straordinaria
Biblioteca Alessandrina, che si dice contenesse
qualcosa come volumi, bruciata dai soldati romani, e
poi, successivamente, il saccheggio della Biblioteca
di Serapide.
Dei suoi scritti non è rimasto niente; sono rimaste
invece le lettere di Sinesio che la consultava a
proposito della costruzione di un astrolabio e un
idroscopio. Il ritratto che ci è stato tramandato è di
una persona di rara modestia e bellezza eloquenza,
capo riconosciuto della scuola neo-platonica
alessandrina.
Ipazia rappresentava il simbolo dell’amore per la
verità, per la ragione, per la scienza che aveva fatto
grande la civiltà ellenica. Con il suo sacrificio
comincia quel lunghissimo periodo oscuro in cui il
fondamentalismo religioso tenta di soffocare la
ragione. Tanti altri martiri sono stati orrendamente
torturati e uccisi. Il 17 febbraio 1600 Giordano Bruno
fu mandato al rogo per eresia, come Galileo fu
costretto ad abiurare. Il fondamentalismo non è
morto. Ancora oggi si uccide e ci si fa uccidere in
nome
della religione.
Ipazia era l’erede della Scuola Alessandrina, la più
importante comunità scientifica della storia dove
avevano studiato Archimede, Aristarco di Samo,
Eratostene, lpparco, Euclide, Tolomeo e tutti i geni
che hanno gettato le fondamenta del sapere
scientifico universale. Astronoma, matematica,
filosofa neoplatonica, musicologa, medico, «madre»
della scienza sperimentale, studiò e realizzò
l'astrolabio, l’idroscopio e l’aerometro.
Su Ipazia si abbatte l’ascesa al potere della Chiesa
cristiana e il patto di sangue stipulato con l’Impero
romano agonizzante. Questo patto, oltre alla
soppressione del paganesimo, prevedeva la
cancellazione delle biblioteche, della scienza e degli
scienziati, l’annullamento del libero pensiero, della
ricerca scientifica. Nei Concili di Cartagine, infatti, fu
proibito a tutti, vescovi compresi, di studiare
Aristotele, Euclide, Tolomeo, Pitagora, ecc.
Alla donna doveva essere impedito l’accesso alla
religione, alla scuola, all’arte, alla scienza.
Ma Ambrogio, Giovanni Crisostomo, Agostino e
Cirillo, giganti del nascente potere della Chiesa,
trovarono sulla loro strada lastricata di roghi e di
sangue url ultimo impedimento: una giovane
bellissima creatura a capo della Scuola Alessandrina,
una scienziata con una dirittura morale impossibile
da piegare la quale al termine d'una giornata di
studio e di ricerca, si gettava sulle spalle il tribon, il
mantello dei filosofi, e se ne andava in giro per
Alessandria a spiegare alla gente, con ingegno
oratorio e straordinaria saggezza, cosa volesse dire
libertà di pensiero e della ragione. Trucidare una
creatura come lpazia significò arrecare un danno
incalcolabile all'umanità intera, uccidere la speranza
nel progresso umano.
Questo delitto e la conseguente distruzione della
biblioteca di Alessandria segnarono un colpo mortale
per gran parte del pensiero che per secoli si era
prodotto nel mondo classico, il tramonto della
scienza e della dignità stessa della donna.
Mary Wollstonecraft
Ha scritto uno dei
più notevoli Saggi
di teoria sociale e
politica,
Vindication of the
Rights
of
Woman,
nel
1791, in cui
sosteneva che la
libertà
e
l°uguaglianza
fossero
strettamente
connesse. Non accettava l”opinione dominante
all’interno del pensiero politico tradizionale che
includeva gli interessi delle donne e dei bambini in
quelli dell’individuo, cioè del Cittadino maschío.
Secondo la Wollstonecraft il fatto che la questione
dell”emancipazione politica delle donne non era
stata adeguatamente analizzata aveva danneggiato
non solo la parità nel rap-porto tra Singolo uomo e
Singola donna, ma anche la natura stessa della
ragione e della moralità.
Se il mondo moderno vuole liberarsi dalla tirannia
non si deve contestare soltanto il diritto divino dei
re», ma anche il «diritto divino dei mariti».
Dato un tale presupposto, I diritti delle donne fu
considerato da molte persone un”opera scandalosa.
La Wollstonecraft sosteneva che se le donne erano
creature così «pietose» ciò era dovuto al modo in cui
esse venivano educate.
Non erano in dubbio le capacità naturali delle
donne, ma la notevole inadeguatezza della loro
educazione e delle loro condizioni di vita. lsolata
nella routine domestica e limitata dalla mancanza di
opportunità, la , capacità della donna di diventare un
cittadino a pieno titolo veniva costantemente
minacciata e indebolita.
Le donne imparavano «l'ideale femminile» che
erano costrette a rappresentare: veniva
loro
insegnato a essere delicate, ad aver buone maniere
e a non interessarsi agli affari terreni.
Il rango che le donne avevano nella vita impediva
loro di adempiere ai doveri del cittadino e di
conseguenza le degradava profondamente.
La posizione e l’educazione delle donne, sembravano
appositamente progettate per sviluppare nelle
donne le qualità necessarie per vivere «confinate in
una gabbia››: come la razza dei pennuti, non hanno
altro che pulirsi le piume e passare da un trespolo
all’altro con andatura falsamente maestosa. E’ vero
che non devono affannarsi per procurarsi cibo e
vestiti: in cambio però danno salute, libertà e virtù”.
La Wollstonecraft sosteneva che se le donne
dovevavno essere validamente ed efficacemente
presenti nella vita pubblica e nella vita privata (come
cittadine, mogli e madri), esse dovevano,
innanzitutto e soprattutto, adempiere ai loro doveri
verso se stesse in quanto creature razionali.
La Wollstonecraft indirizzò le sue critiche in modo
particolarmente aspro contro la nobiltà, la Chiesa e
l’esercito. Soltanto quando non ci sarà più “nessuna
coercizione prestabilita nella società, i sessi
occuperanno i posti che loro spettano.
L’opera della Wollstonecraft ha dato un’importante
contributo alla chiarificazione della interrelazione tra
processi sociali e politici e di conseguenza ha fornito
una nuova valutazione delle condizioni della
democrazia
Marghenta Hack
Nel
2007
viene
intervistata da Nerina
Vretenar, durante un
incontro dal titolo “Essere
laici oggi nella scienza,
nella
cultura,
nella
formazione››.(1)
La laicità è un
problema quanto mai
attuale che investe tutti i
campi della cultura e della
vita civile, ma con molta
pregnanza anche la scuola.
Così Nerina, insegnante elementare di Treviso che si
occupa di formazione linguistica e di educazione alle
relazioni, inizia il suo articolo: «Una convivenza
segnata dalla più ampia condivisione possibile di
punti di vista e di fedi››: questa è I” idea di laicità di
Margherita Hack.
Laicità è soprattutto rispetto, rispetto delle idee,
delle fedi e delle non fedi, rispetto che rifugge dal
voler imporre le proprie opinioni, che anzi arriva fino
alla disponibilità a cambiarle, le proprie opinioni, se
necessario, alla luce di esperienze che portino in
questo senso.
La scienza, dice, ci insegna a non avere pregiudizi, ci
insegna il valore della ricerca che procede
incessantemente con nuove scoperte che mettono
in crisi vecchie convinzioni. La scienza insegna a
osservare, ad analizzare, a ricercare leggi che
spieghino i fenomeni.
È un percorso che deve essere fatto senza nessun
assoggettamento a enti religiosi o a direttive statali.
Lo Stato ha il dovere di essere laico scegliendo
sempre di non imporre direzioni prestabilite né
ostacoli alla ricerca e di non sottostare a limitazioni e
imposizioni indebite dall' estero.
La conoscenza può contribuire in modo decisivo a
dissipare le tenebre dell'ignoranza, del pregiudizio,
della superstizione. La scienza insegna a guardare ai
fatti e a osservare gli oggetti, a non fare affermazioni
non sostenute da una verifica oggettiva, a non
accontentarsi di giustificazioni basate su pregiudizi
ideologici o religiosi.
Nella a storia il pensiero basato su credenze ha
portato spesso all’intolleranza e alla violenza.
Che la Chiesa si opponga alla ricerca e alle
conclusioni della scienza non è certo un’esperienza
che appartiene solo al passato, specialmente in
Italia. Basti pensare ai problemi sollevati attorno alla
legge 40, all’eutanasia, al riconoscimento delle
coppie di fatto. Vengono imposte a credenti e non
credenti scelte derivate dal presupposto, valido solo
per i credenti, che la vita è un dono di Dio. Si tratta
di una Vera e propria
resa dello Stato.
Il
formarsi
del
pensiero
laico
di
Margherita Hack ha
origine
anche
nell`esperienza storica
vissuta.
Trascorre
l`infanzia e la giovinezza
ai tempi del fascismo.
Come la maggior parte
dei giovani di allora, vive,
all’inizio, con allegria e
senza sospetto gli aspetti
più «folcloristici» del regime, le adunate, le feste, la
manifestazioni sportive. In fondo, per molti giovani e
molte donne si apre per la prima volta la possibilità,
mai sperimentata prima, di uscire di casa, di
aggregarsi. Ma le cose cambiano, a un certo punto;
la fine di questo rapporto «festoso» con il fascismo è
segnata definitivamente dalla emanazione delle leggi
razziali.
Allora ti accorgevi di come il Paese fosse
completamente asservito al regime nazista, allora ti
accorgevi che tutto era cambiato per gli Ebrei tuoi
vicini, compagni, colleghi. Ho visto visto sparire
diversi miei compagni di scuola… E’ da lì che ha
origine un antirazzismo convinto, radicale, che
diventa tutt’uno con
L’atteggiamento laico e insofferente di ogni dogma.
Nella scuola multiculturale di oggi Margherita
Hack vede una grande occasione per formare
cittadini capaci di convivere nel rispetto delle
diverse credenza, fedi culture, cittadini diversi
accomunai da un atteggiamento laico che stia alla
base di una pacifica convivenza civile, in cui nessuno
sia ritenuto superiore all`altro.
L”istruzione
religiosa
dovrebbe
essere
impartita all’interno delle singole chiese, per
salvaguardare la parità dei cittadini e la laicità della
Scuola
Margherita Hack tiene sul tavolo un piccolo
libro, ne legge dei passi di tanto in tanto.
Definisce quel piccolo libro un «capolavoro» e dice
che basterebbe partire da lì per costruire una società
giusta e rispettosa delle diversità.
Sembra impossibile che vengano ancora ttuate
tante discriminazioni ai giorni nostri in Italia: gli
stranieri, gli omosessuali, le coppie di fatto che ci
ricordano che la famiglia è una comunità basata
sugli affetti, non sulla burocrazia. Basterebbe
applicare la Costituzione!
Note
(1) N. Vretenar: Essere laici secondo margherita
Hack, in Cooperazione Educativa», n. 4,
2007.
Francesca Lepori è pedagogista, educatrice
professionaie, insegnante di sostegno nella scuola
superiore. Fa parte della redazione di Cooperazione
Educativa. www.educon.it
www.mce-fimem.it
COOPERAZIONE EDUCATIVA
La rivista pedagogica e culturale del
Movimento di Cooperazione Educativa
ANNO 62°, n. 4 /2013
Erickson Edizioni
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