Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 1 University Press RICERCHE ECONOMICHE 3 GIAMPAOLO MARCHI 2 Giampaolo Marchi A NALISI DEI VALORI IMMOBILIARI C AGLIARI C.U.E.C. Cooperativa Universitaria Editrice Cagliaritana Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 3 Volume pubblicato con i contributi: MURST ex 60% Mercato immobiliare del centro urbano di Cagliari. Responsabile: Giampaolo Marchi MURST 40% Reti infrastrutturali e innovazioni urbanistiche. Responsabile unità di sede: Giampaolo Marchi RICERCHE ECONOMICHE /3 © 1999 CUEC - Cooperativa Universitaria Editrice Cagliaritana Ana lisi d e i va lori immob iliari. Cagliari ISBN: 88-87088-67-5 p r i m a e d i z i o n e s e t t e m b r e 1999 Al presente volume è abbinato un Cd Rom che può essere richiesto direttamente all’Autore presso: Dipartimento di Ingegneria del Territorio, P.zza d’Armi 16 – 09123 Cagliari Tel. 0706755201 Fax 0706755215m e-mail: [email protected] Realizzazione editoriale: CUEC via Is Mirrionis, n. 1 - 09123 Cagliari Tel. e fax 070291077 http://www.cuec.it e-mail: [email protected] Senza il permesso scritto dell’Editore è vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Stampa: Solter, Cagliari Copertina: Biplano, Cagliari 4 GIAMPAOLO MARCHI Ringrazio, in modo particolare, l’ing. Bruno Locci. È lui infatti che, per la redazione della sua Tesi di laurea, si è fatto carico di sistematizzare la schedatura e la classi­ ficazione dei materiali archiviati dal laboratorio del corso di estimo. Questo lavoro può andare in stampa solo in virtù di questo suo imprescindibile contributo. Devo inoltre ringraziare personalmente, ma credo che que­ sto le sia dovuto anche dalla Facoltà, l’ing. Rosanna Ocel­ lo che da molti anni collabora, quale cultore della materia, al corso da me tenuto. Il suo impegno ed il tempo prezioso che dedica a questo interesse ha reso possibile l’attivazione del laboratorio che, annualmente, archivia una notevole mole di materiale. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 5 INDICE P r efa zi o n e ........................................................................................................................... 7 CAPI TOLO I P r in c ip i d i e co no m ia 1.1 Il principio edonistico .............................................................................. 9 1.2 Il valore di un bene economico ................................................................ 9 1.3 Il valore di stima .................................................................................... 11 CAPI TOLO II La meto do log ia es t imat iva 2.1 La comparazione come unico metodo di stima ................................................ 2.2 La determinazione del più probabile valore di mercato degli immobili urbani ................................................................................ 2.2.1 Il metodo di stima per comparazione diretta ................................................ 2.2.2 Il metodo di stima per comparazione indiretta ............................................. 2.2.3 Il metodo dei minimi quadrati ............................................................................. CAPI TOLO III L’ap p lica zion e de lla me todo log ia e st imat iva a l me r ca t o i m mob i l ia re d i C a g l iar i 3.1 Il mercato immobiliare cagliaritano ...................................................................... 3.2 Una scheda come strumento per la ricerca, la gestione e l’elaborazione dei dati ...................................................................... 3.3 La stima del più probabile valore di mercato con il metodo di comparazione indiretta ............................................................. 3.3.1 Più probabile valore in funzione dell’affitto corrente ............................... 3.3.2 Più probabile valore in funzione dell’affitto dedotto dalla legge sull’equo canone ............................................................................... 3.4 La stima del più probabile valore di mercato con il metodo di comparazione diretta ................................................................. 3.4.1 Più probabile valore in funzione dei prezzi di mercato ............................ 3.4.2 Più probabile valore in funzione dei nuovi estimi catastali .................... 13 14 14 17 22 24 34 38 38 50 53 53 62 6 GIAMPAOLO MARCHI CAPI TOLO IV I risulta t i delle stime 4.1 Il calcolo del più probabile valore di stima per comparazione diretta a prezzi di mercato (Vd1) ...................................... 64 4.2 Il calcolo dei più probabili valori di stima per comparazione indiretta, per capitalizzazione dei redditi (Vi1, Vi2) ...................................... 65 CAPI TOLO V L’ana lisi statistica dei da ti 5.1 Il modello di regressione ........................................................................................... 5.1.1 Il modello di regressione lineare semplice .................................................... 5.1.2 Il modello di regressione lineare multipla ..................................................... 5.2 Il modello di regressione lineare applicato al mercato immobiliare di Cagliari ....................................................................... 5.2.1 L’analisi dei valori Vd1 ........................................................................................ 5.2.2 L’analisi dei valori Vi1 .......................................................................................... 5.2.3 L’analisi dei valori Vd2 ........................................................................................ 67 68 71 72 72 74 74 CAPITOLO VI Conclusioni ..................................................................................................................... 75 Bib liog raf ia Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 7 Prefazione L’ennesima ricerca sui valori immobiliari? Si! Assai spesso, a causa del mio lavoro, mi sono sentito chiedere da amici e conoscenti che stavano negoziando un appartamento: secondo te quanto vale? Domanda impropria. È il mercato a stabilire quanto vale un bene economi­ co. Sempre che di mercato effettivamente si tratti. Ciò non significa che chi si occupa di valutazione rivesta un ruolo seconda­ rio nel processo che determina una adeguata risposta alla domanda precedente. Il ruolo del valutatore, pur guidato dai principi fondamentali dell’estimo, spesso non è agevole. Il più delle volte colui che domanda “quanto vale” non ha chiaro lo scopo che intende perseguire nell’accingersi ad un acquisto. Se intende destinare l’immobile al soddisfacimento diretto dei propri biso­ gni, utilizzandolo come residenza primaria, allora il più probabile valore di scambio e quello da capitalizzazione dei redditi ritraibili sul libero mercato costituiscono un riferimento sicuro anche per il valutatore. Se intende effettuare l’acquisto, facendo affidamento sulla componente reddituale, che l’immobile è in grado di garantire nel tempo, non può prescin­ dere dalla normativa che regolamenta i canoni di locazione. Se poi intende capire quale sarà il più probabile costo complessivo del suo impegno finanziario, non può prescindere dai valori catastali. A parità di valo­ re di mercato infatti esistono immobili, assolutamente analoghi, caratterizzati da valori catastali molto vicini alla realtà del mercato oppure pari ad un terzo di tale valore. È evidente la differente incidenza, ad esempio, dell’imposta di registro che sconta sì una percentuale fissa; ma questa applicata al valore 100 o al valore 33 modifica sensibilmente l’impegno finanziario complessivo. La conoscenza dei fenomeni che regolano un mercato, l’orizzonte econo­ mico degli attori, l’ipotesi della permanenza delle condizioni, lo scopo prefis­ so, costituiscono gli elementi di riferimento che consentono, attraverso un pro­ cesso di tipo previsionale di determinare, per comparazione, il più probabile valore di un bene. Il tutto naturalmente con riferimento all’ordinarietà, statisti­ camente intesa come il più frequente ricorrere di condizioni e comportamenti. Nasce da queste considerazioni la spinta ad indagare un mercato edilizio, in particolare quello cagliaritano, ponendo sotto osservazione quattro tipi di valore: quello più probabile di scambio, quello da capitalizzazione dei redditi sia da libero mercato che da equo canone e quello catastale. Nel corso del lavoro, ma già in sede di organizzazione del laboratorio, so­ no emersi i problemi con i quali chi si occupa di valutazione è chiamato a con­ frontarsi. 8 GIAMPAOLO MARCHI In particolare, nel caso della capitalizzazione dei redditi, si è riproposto l’annoso dilemma in merito alla determinazione del saggio più appropriato. La letteratura, spesso, fa riferimento ad un campo di variazione di tale sag­ gio. Ma applicare in partenza un saggio medio o un altro, anche se differente di poco, conduce a risultati molto diversi tra loro. Il problema è stato risolto seguendo i principi della statistica; definendo cioè, settore per settore urbano, quello che, per il complesso gli immobili og­ getto di stima, minimizzava la differenza rispetto al valore di scambio. Un altro problema è stato quello della attribuzione dei coefficienti di loca­ lizzazione, posizione, tipologico e produttivo. Tali coefficienti assumono un fondamentale rilievo sia nella determinazio­ ne del più probabile valore di scambio, per comparazione diretta, sia nella de­ terminazione del più probabile valore per capitalizzazione del reddito. In particolare l’esperienza accumulata in anni di gestione del laboratorio ha evidenziato il fatto che, anche un valutatore opportunamente edotto, spesso sia portato ad attribuire allo stesso coefficiente, riferito alle due diverse procedure di valutazione, pesi tra loro non congruenti. Eppure la localizzazione di un immobile è sempre la stessa, sia che lo si stia valutando con una procedura o con l’altra. Questa singolarità, che attualmente viene sottoposta ad un separato studio, indica quanto la nostra struttura mentale, giornalmente chiamata a fare i conti in prevalenza con valori di scambio, trovi difficoltà ad assimilare, con la me­ desima semplicità, comparazioni fondate sui valori d’uso, a tempo indetermi­ nato, di una unità monetaria trasformata in capitale. Il lavoro ha voluto inoltre indagare sui valori catastali. Tale settore, non investe solo l’aspetto prima evidenziato. Alle soglie della riforma degli estimi, aventi rilevanza fiscale, è sembrato opportuno analizzare uno spaccato della realtà. L’analisi ha dimostrato l’esistenza di una correlazione assolutamente casuale tra valori di mercato e catastali. Non solo ha posto in evidenza alcune chiare sperequazioni, in termi­ ni di politiche sociali e fiscali, determinate dall’attuale sistema. Distorsioni che la definizione dei nuovi estimi dovrebbe farsi carico di correggere. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 9 CAPITOLO I Elementi di economia 1.1 Il principio edonistico Intraprendere una qualsiasi attività economica dipende da due fattori1: − l’esistenza di fini o bisogni, che per essere soddisfatti richiedono l’impiego di mezzi limitati ed onerosi; − la possibilità del consumatore di poter operare una scelta, allo scopo di in­ dividuare la soluzione più vantaggiosa rispetto alle altre possibili. Il concetto economico di bisogno, non deve essere tuttavia, confuso con la comune accezione di necessità o di indispensabilità. In senso economico il bisogno esprime il desiderio di fare, avere, possede­ re qualcosa, purché ci si adoperi per soddisfarlo; ne consegue la definizione di bene quale mezzo capace, o reputato tale, di soddisfare un bisogno. Anche in questo caso però esistono delle particolari condizioni che por­ tano ad una distinzione tra bene e bene economico: più precisamente i requi­ siti propri ed esclusivi del bene economico sono l’utilità, l’accessibilità e la limitatezza. Il comportamento economico dell’uomo si fonda sul principio edonistico, o del massimo utile, secondo il quale egli mira a conseguire dalle sue azioni il più elevato benessere col minimo sacrificio; in particolare, nell’espletamento di un’attività economica propriamente detta, cerca di realizzare il massimo uti­ le col minimo costo. Secondo il Michieli (1992), “l’economia si può definire come la scienza delle scelte economiche, che perseguono sistematicamente lo scopo di valoriz­ zare i limitati mezzi disponibili per il conseguimento di determinati fini”. 1.2 Il valore di un bene economico Le caratteristiche che qualificano un bene economico introducono un con­ cetto fondamentale dell’economia: quello di valore. Per il Michieli (1992) tutti i beni economici hanno un valore, determinato dalla utilità e dalla rarità. Pertanto la luce e l’aria, pur essendo molto utili, non avranno alcun valore, se riferiti ad un contesto in cui risultino disponibili in quantità illimitata. Va però sottolineato che il valore di un bene economico non è unico, bensì varia secondo le circostanze e talvolta dipende da fattori soggettivi; pertanto l’attribuzione di un valore ad un bene economico non sarà univoca, ma dipende­ rà o da condizioni reali del mercato, o da considerazioni soggettive dell’uomo, o da entrambe. Proprio per questa pluralità di condizioni si parla di più tipi di 1 Michieli I. (1992). 10 GIAMPAOLO MARCHI valore, fra i quali assumono un particolare significato economico il valore d’uso, il valore di scambio e il valore di stima. In base all’analisi fatta dal Michieli (1992) “il valore d’uso è rappresentato dall’importanza che ciascun individuo dà ad un bene in vista della sua diretta utilizzazione, cioè in relazione all’intensità del bisogno che quel bene è atto a soddisfare. Dipende quindi prevalentemente dal rilievo che viene attribuito al carattere dell’utilità. Come tale, il valore d’uso non esprime il valore intrinseco di un bene e, potendosi riferire ad una particolare condizione soggettiva dell’uomo, può sfuggire di conseguenza ad ogni misurazione economica generalizzabile. Il valore di scambio è dato dal rapporto con cui un bene viene scambiato con altri beni; tale rapporto ponderale, se non risulta immediato, può configu­ rarsi come debito (o credito) di valuta, ogni qual volta risulti giuridicamente traducibile in termini istantanei nel corrispettivo monetario. Ma il medesimo rapporto ponderale di scambio può risultare variabile nel tempo, in quanto giuridicamente ancorato allo specifico andamento di mercato del settore produttivo cui il bene appartiene. In questo caso più propriamente si deve parlare di debito (o credito) di valore. Il valore di scambio può anche dirsi semplicemente valore e, contrariamen­ te al valore d’uso, esso è misurabile; inoltre, rappresentando la caratteristica intrinseca di un bene, è un valore oggettivo, cioè quello che si concretizza, o si può concretizzare, in un’economia di scambio”. Dal punto di vista estimativo il termine valore rappresenta la più probabile quantità di moneta che si attribuisce ad un bene economico per un determinato fine. È quindi importante non confondere il valore di mercato con il valore di stima, in quanto il primo è un valore che si realizza in una libera contrattazio­ ne di compravendita attraverso lo scambio di un bene con una determinata quantità di moneta, mentre il secondo è semplicemente un giudizio di valore, monetariamente espresso, in riferimento ad un dato bene ed in relazione ad una specifica finalità. L’Orefice (1984) rileva inoltre la differenza tra prezzo, valore e costo di un bene economico: − il primo indica “un’equivalenza economica di tipo storico (cioè l’ammontare in moneta di uno scambio già avvenuto)”; − il secondo è attribuibile “ai giudizi ipotetici di equivalenza (cioè al più probabile ammontare monetario in base al quale uno scambio di beni eco­ nomici potrebbe aver luogo con riferimento all’attualità)”; − il terzo “è costituito dalla somma dei costi di tutti i fattori produttivi impie­ gati”. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 11 1.3 Il valore di stima In un’economia di mercato la moneta va considerata come l’unico mezzo necessario per poter attribuire ad un bene un valore di stima; valore che, di conseguenza, deve essere oggettivo, affinché possa risultare il più probabile. Il significato di quest’ultima locuzione è di fondamentale importanza nella teoria estimativa; secondo il Michieli (1992) essa “sta solo ad indicare che il perito deve sapere scegliere, fra tutti i possibili valori, quello che statistica­ mente ha maggiori possibilità di verificarsi. In altre parole, il giudizio di stima non deve esprimere l’opinione delle per­ sone direttamente interessate al caso di stima, e tanto meno quella del perito. Come tale, il valore di stima non può e non deve riguardare il cosiddetto valo­ re d’uso”. Condizione necessaria, per poter esprimere un valore di stima è la presenza di un mercato; se tale valore è temporalmente riferito ad un preciso momento, la condizione diventa sufficiente, poiché solo in questo caso esso acquista un significato economico. Nella pratica sono diversi i casi di stima che si possono verificare, ma, gli aspetti economici sotto i quali i beni possono essere valutati sono “normal­ mente” riconducibili a sei. - Più probabile valore di mercato. È definito dal valore di stima che si assegna ad un bene in relazione ad una possibile presenza dello stesso sul mercato. Identifica quindi il più probabile valore che si potrebbe realizzare in una libera contrattazione di compravendita. Naturalmente tale valutazione è possibile solo se esiste un mercato, più o me­ no attivo, del bene da stimare, mentre il giudizio di stima risulterà tanto più obiettivo e statisticamente significativo quanto più ampio e attivo sarà il mer­ cato di quel bene. In definitiva, il più probabile valore di mercato di un bene si può definire come quel valore che con ogni probabilità si realizzerebbe in un mercato specifico e in quel dato momento. - Più probabile valore di costo. Si identifica con la sommatoria delle spese che un imprenditore ordinario do­ vrebbe sostenere per produrre o riprodurre un dato bene in un dato tempo. - Più probabile valore di capitalizzazione. Rappresenta il valore capitale che corrisponde algebricamente all’accumulazione, al tempo di riferimento della stima, di tutti i redditi futuri ordinariamente ri­ traibili da un bene. Il valore di capitalizzazione si identifica quindi nello scon­ to all’attualità, mediante un appropriato saggio di interesse, dei redditi avveni­ re di un dato bene. 12 GIAMPAOLO MARCHI - Più probabile valore di trasformazione. Indica il valore che si può attribuire ad un bene economico in vista della sua trasformazione. Esso si ricava per differenza tra il valore di mercato del bene trasformato e le spese che un imprenditore ordinario dovrebbe sostenere per trasformare il bene stesso. - Più probabile valore di surrogazione. Identifica il valore attribuibile ad un bene capace di sostituire il bene oggetto di stima. Tale giudizio di stima si può formulare, quindi, assumendo per base della valutazione il prezzo di mercato di un altro bene capace di surrogare, in termini economici, il bene da stimare. Si ricorre in pratica al valore di surrogazione quando: non esista un mercato per il bene oggetto di stima; in seguito alla diminuita disponibilità o mancanza di un bene, si voglia sostituirlo con un altro. - Più probabile valore complementare. È il valore attribuibile alla porzione residua (A) di un bene (A + B) a seguito dello scorporo da quest’ultimo del bene (B). Naturalmente il più probabile valore complementare ha ragione di esistere solo e soltanto nel caso in cui i due beni (A) e (B) congiuntamente considerati (A + B) siano in grado di espletare una utilità d’uso o produttiva maggiore di quella conseguibile con la semplice somma delle loro singole utilità disgiunte. Tale giudizio di stima, pertanto, acquista rilevanza pratica quando da un bene intero – costituendo un’entità economica indipendente – viene staccata, distol­ ta o distrutta una parte che sia però complementare al tutto e difficilmente reintegrabile o sostituibile. Il valore complementare quindi si ottiene – ogni­ qualvolta sussistano i requisiti di cui sopra – per differenza tra il valore di mercato del bene intero e il valore di mercato della parte residua del bene stes­ so, concepita staccata e separatamente vendibile. Fra i precedenti sei valori di stima quello che assume maggiore im­ portanza nella pratica estimativa è il più probabile valore di mercato, poiché sta alla base degli altri cinque. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 13 CAPITOLO II La metodologia estimativa 2.1 La comparazione come unico metodo di stima Il dibattito sulla metodologia estimativa, che negli anni passati ha dato luogo a diverse correnti di pensiero, può essere così riassunto: mentre alcuni hanno riscontrano una netta differenza tra il metodo analitico ed il metodo sin­ tetico, detti anche rispettivamente metodo razionale e metodo empirico, altri invece hanno riconosciuto l’unicità del metodo estimativo, basato esclusiva­ mente sulla comparazione. Oggi tuttavia tale problema è stato risolto a van­ taggio dei secondi; a tal proposito sono molto significative le affermazioni del Famularo (1942) e del Medici (1937): − per il primo “…dal punto di vista logico, esiste un solo metodo di stima per tutte le valutazioni: quello del riconoscimento dell’appartenenza del bene da stimare ad una delle classi formate con prezzo noto, sulla base di un parametro, comune a tutti i beni e logicamente arbitrario, ma in so­ stanza da scegliersi in rapporto a mutevoli circostanze di fatto…”; − per il secondo “…le stime, escluse quelle fatte a capriccio, sono tutte stime per confronto”. Il confronto sta quindi alla base di una stima; pertanto, una volta noto il bene oggetto della stessa, occorrerà individuare i beni di confronto ed i para­ metri comuni a tutti i beni comparati. Per quanto attiene i beni di confronto, essi devono necessariamente appar­ tenere allo stesso mercato omogeneo di cui fa parte il bene oggetto di stima. La scelta dei parametri non è univocamente determinata, dipendendo so­ stanzialmente dallo scopo della stima. Solitamente vengono considerati parametri di natura fisica o geometrica (p.es. il mq di superficie commerciale), merceologica o tecnologica (p.es. i materiali da costruzione utilizzati), economica o produttiva (p.es. la destina­ zione d’uso). Va sottolineato però che non tutti i parametri assumono la stessa valenza nell’ambito di una stima; occorrerà dunque individuare quelli, comuni a tutti i beni comparati, che consentono una buona qualificazione d’ogni sin­ golo bene, per definire una scala dei prezzi riferibili all’unità di misura del pa­ rametro prescelto, dalla quale ricavare il valore di stima cercato. Pur essendo il principio di unicità del metodo di stima accettato da tutti, si ricorre spesso alla distinzione tra metodi di comparazione diretta ed indiretta. L’apparente contraddizione è chiarita dall’Orefice (1984), secondo il quale “le dizioni proposte non presentano alcunché di antitetico; esprimono entrambe, in modo sufficientemente esplicito, la comune base del metodo con cui tale con­ fronto viene operato. Il primo di essi comporta una comparazione esplicita ed 14 GIAMPAOLO MARCHI immediata tra parametri già sinteticamente rappresentativi delle capacità eco­ nomiche e produttive dei beni a confronto (come, ad esempio, £/mq, £/mc vuoto per pieno, £/vano, £/ha, ecc.), mentre il secondo presuppone, invece, la comparazione tra quei parametri unitari che consentono, attraverso una loro opportuna elaborazione, di pervenire al più probabile valore del bene econo­ mico (così, ad esempio, nel metodo per capitalizzazione dei redditi netti, ven­ gono posti a confronto i redditi annui ritraibili da beni analoghi, il complesso dei costi di gestione ed, infine, anche i rispettivi saggi di capitalizzazione)”. 2.2 La determinazione del più probabile valore di mercato degli immobili urbani Verranno di seguito illustrati i metodi di stima per comparazione diretta ed indiretta che, nella pratica estimativa degli immobili urbani, sono i più ricor­ renti; si accennerà infine ad un terzo metodo, detto dei minimi quadrati, met­ tendo in evidenza le circostanze in cui esso può rappresentare un valido stru­ mento nella formazione di un giudizio di stima. 2.2.1 Il metodo di stima per comparazione diretta Questo metodo consente di determinare il più probabile valore di mercato di un immobile mediante comparazione con altri immobili. Tale confronto, basato su determinati parametri, consentirà la formazione di una scala dei prezzi all’interno della quale inserire l’immobile oggetto di stima. È quindi ovvio che per pervenire ad un risultato oggettivo sarà necessa­ rio individuare opportuni immobili di confronto e parametri sufficientemente qualificativi. La scelta degli immobili da comparare ha come premessa l’individuazione di un mercato omogeneo, ovvero di una porzione di area urbana all’interno della quale la formazione del valore immobiliare assume caratteri comuni e ben precisi. Occorre tuttavia specificare che non necessariamente il mercato omogeneo coincide con l’intero nucleo urbano o con un singolo quartiere, e che talvolta all’interno dello stesso mercato omogeneo è possibile individuare delle aree omogenee nelle quali alcune caratteristiche che portano alla determinazione del valore sono più significative di altre. Una volta individuati gli immobili di confronto occorre determinare i pa­ rametri che qualificano un immobile, consentendone successivamente il con­ fronto con altri simili. Solitamente tali parametri tengono conto delle caratteri­ stiche di localizzazione, posizione, tipologiche e produttive, che possono esse­ re così esemplificate. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 15 Caratteristiche di localizzazione − ubicazione dell’immobile rispetto al centro urbano; − livello dei collegamenti viari e dei servizi di trasporto pubblico; − presenza di attrezzature collettive (scuole, mercati, uffici pubblici, ecc.) facilmente raggiungibili; − disponibilità a distanza pedonale di un sufficiente numero di esercizi commerciali al dettaglio (in particolare per “generi di largo e generale con­ sumo”); − livello di qualificazione dell’ambiente esterno; disponibilità di verde pub­ blico, amenità del sito, assenza di inquinamento, ecc. Caratteristiche di posizione - esposizione prevalente dell’unità immobiliare; - eventuale panoramicità; - luminosità; - prospicienza; - altezza dal piano stradale. Caratteristiche tipologiche − età dell’edificio (e delle unità immobiliari eventualmente aggiunte in epo­ che successive); caratteristiche architettoniche (da valutare tanto in rappor­ to ai pregi conferiti ad ogni singola unità immobiliare quanto in funzione degli eventuali maggiori costi di manutenzione nonché dei vincoli di desti­ nazione e di modificazione); − tipologia e condizioni statiche delle strutture (esaminate anche alla luce di eventuali sopraelevazioni, alterazioni o modifiche apportate nel tempo alle strutture originarie), delle coperture e delle rifiniture; − caratteristiche compositive e di manutenzione degli ambienti comuni (an­ droni d’accesso, scale, ecc.) e della specifica unità immobiliare (dimensio­ ni, forma e distribuzione interna dei vani di abitazione e dei servizi) con particolare riferimento all’ordinaria destinazione d’uso per la quale gli am­ bienti stessi sono stati concepiti, ecc.; − dispersioni e forma delle aperture nei vani, degli accessi ai locali cantinati e loro condizioni di utilizzo (areazione, presenza di umidità, ecc.); − caratteristiche e condizioni degli impianti tecnologici sia condominiali che privati (rete fognaria e pluviale, rete di adduzione idrica, rete elettrica, e­ ventuale rete di adduzione del gas di città, impianti di riscaldamento e di condizionamento dell’aria, impianti di ascensori e montacarichi, telefoni interni, ecc.). GIAMPAOLO MARCHI 16 Caratteristiche produttive − situazione locativa attuale dell’unità immobiliare; − presenza di servitù (attive o passive), diritti, oneri e pesi di qualsivoglia natura; − eventuale esenzione temporanea da imposizioni fiscali di qualunque tipo; − stato giuridico del venditore ed assenza di problemi legati (quali succes­ sioni, fallimenti, liti, ecc.); − modalità di pagamento del prezzo richiesto; − presenza di mutui bancari; − eventuali agevolazioni fiscali all’atto dell’acquisto, ecc. Da un’analisi dei dati storici del mercato immobiliare appare evidente il fatto che le singole caratteristiche non influenzino allo stesso modo la forma­ zione del prezzo nelle diverse aree urbane; per esempio la centralità di un im­ mobile sito in un mercato omogeneo centrale ha una rilevanza sicuramente in­ feriore a quella di un analogo immobile localizzato in un mercato periferico in quanto, in quest’ultimo, è possibile apprezzare un’eventuale centralità locale, mentre nel primo la centralità è una caratteristica sostanzialmente appartenente a tutti gli immobili. Volendo quantificare i risultati ottenuti, e tenendo presente che tale proce­ dimento porta inevitabilmente a delle approssimazioni, l’incidenza percentuale delle singole caratteristiche nella formazione del prezzo può essere così rias­ sunta: Mercati omogenei relativi alle aree centrali Caratteristiche di localizzazione Caratteristiche di posizione Caratteristiche tipologiche Caratteristiche produttive Totale Val. min. 5% 15% 15% 25% 60% Val. max. 10% 25% 30% 35% 100% Val. max. 30% 20% 25% 25% 100% Mercati omogenei relativi alle aree intermedie Caratteristiche di localizzazione Caratteristiche di posizione Caratteristiche tipologiche Caratteristiche produttive Totale Val. min. 10% 10% 20% 2510 50% Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 17 Mercati omogenei relativi alle aree periferiche Val. min. 15% 10% 5% 10% 40% Caratteristiche di localizzazione Caratteristiche di posizione Caratteristiche tipologiche Caratteristiche produttive Totale Val. max. 35% 25% 20% 20% 100% 2.2.2 Il metodo di stima per comparazione indiretta Il metodo per comparazione indiretta si basa sulla capitalizzazione dei red­ diti; pertanto si richiamano alcuni concetti di matematica finanziaria, dai quali è possibile dedurre l’algoritmo risolutivo per la determinazione del più proba­ bile valore di mercato di un immobile. Si definisce interesse il prezzo dovuto per l’uso di una unità di capitale; es­ so si misura con il saggio o tasso r, e può essere semplice se gli interessi matu­ rati non producono a loro volta altri interessi, composto nel caso contrario. Nel caso d’interesse composto, indichiamo con Co il capitale, con I l’interesse maturato al termine del primo anno, e con Mi il montante finale cor­ rispondente all’i-esimo anno, somma del capitale e del relativo interesse; al termine del primo anno avremo: I = Co r M1 = Co + I = Co + Co r = Co (1 + r) = Co q dove q = (1 + r) rappresenta il binomio d’interesse; mentre al termine del se­ condo anno avremo: M2 = M1 + M1r = M1 (1 + r) = M1 q = Co q2 In generale al termine dell' n-esimo anno il montante Mn sarà pari a: Mn = Co qn (2.1) Dalla (2.1) è quindi possibile ricavare il valore attuale di un capitale Mn di­ sponibile tra n anni, essendo: Co = Mn qn (2.2) L’espressione (2.2) è nota come formula dell’attualizzazione. Si consideri ora un bene economico da cui ogni anno sia ricavabile un red­ dito R che possa essere assunto come costante. GIAMPAOLO MARCHI 18 Sulla base delle considerazioni fatte precedentemente, sull’interesse com­ posto, al termine del secondo anno si avrà: A2 = R + R q al termine del terzo anno: A3 = R + R q + R q2 ed al termine dell’n-esimo anno: An = Af = R + R q + R q2 + … + R qn-1 = R (1 + q + q2 + … + qn-1) I termini tra parentesi rappresentano una progressione geometrica di ragio­ ne q, quindi l’espressione di Af può essere scritta nella forma: q n −1 q −1 qn −1 Af = =R n q −1 q (q − 1) (2.3) Utilizzando la (2.2) si può procedere allo sconto all’attualità di tale accu­ mulazione finale: ottenendo: Ai = Af qn =R q n −1 q n (q −1) (2.4) Se il numero n di anni è sufficientemente grande, possiamo considerare il limite per n tendente all’infinito dell’espressione (2.4). Si avrà pertanto: lim Ai = n →∞ R qn 1 R R = lim ( n − n ) = q −1 n →∞ q q q −1 r (2.5) Dalla (2.5) si può infine ricavare il valore di mercato Vm di un bene eco­ nomico, mediante la relazione: Vm = R r (2.6) Il più probabile valore di mercato di un immobile è quindi funzione del reddito R ritraibile annualmente e del saggio di capitalizzazione r. Dalla (2.6) si deduce che ad un valore di r inferiore corrisponde un Vm maggiore e questo può apparire come un’incongruenza; ma l’Orefice (1984) fa notare che “l’entità del saggio di capitalizzazione è, in genere, direttamente proporzionale al livello di rischio connesso con l'investimento”. La teoria che giustifica l'interesse come premio al rischio suggerisce, infat­ ti, di scindere il saggio r in due componenti: un (r’), corrispondente all’interesse normale che il capitale percepirebbe se investito in impieghi di Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 19 normale sicurezza; una (r’’) corrispondente ad un extra-profitto destinato a ri­ pagare i rischi e le incertezze connesse alla particolare natura dell’investimento considerato pretium anxietatis”. Sulla base del principio dell’ordinarietà, R rappresenta il reddito capitaliz­ zabile medio, annuo e continuativo che il proprietario può normalmente ritrar­ re dall’immobile urbano se locato, supposto in condizioni ordinarie e a muri vuoti. Occorre precisare che il termine R che compare nella (2.6) rappresenta il reddito netto, che di seguito indicheremo con Rn, per il quale vale la relazione: Rn = Ca + Ic – (Ca x spese) (2.7) essendo Ca il canone annuo posticipato, ottenuto aggiungendo a ciascuna rata di affitto Cm i relativi interessi semplici, ed Ic l’eventuale interesse annuo sul deposito cauzionale di competenza del proprietario2. Il termine spese presente nella (2.7) si riferisce, generalmente, alla somma di sei differenti componenti. Spese di manutenzione. Solitamente si distinguono in generali e particolari: le prime si riferiscono a tutto l’edificio, le seconde alla singola unità immobilia­ re; variano in funzione dello stato di conservazione del fabbricato, della sua età, e dei materiali con i quali è stato costruito. Spese per servizi ed amministrazione. Le prime sono dovute per la pulizia, l’illuminazione, l’eliminazione dei rifiuti dagli ambienti e spazi di uso comune e la fornitura di acqua potabile; in presenza di ascensore, impianto di riscal­ damento, servizio portineria o giardino condominiale, le voci di spesa relative vanno computate nelle spese per i servizi. Le spese per l’amministrazione compaiono quando il condominio nomina un amministratore, e vanno comun­ que considerate qualora quest’ultimo sia lo stesso proprietario dell’immobile. Alee per sfitti ed inesigibilità. Costituiscono l’aliquota di rischio connesso alla probabilità di non poter conseguire il reddito netto ordinario. Di norma l’alea è direttamente collegata tanto al locale rapporto tra domanda ed offerta delle u­ nità immobiliari corrispondenti allo specifico tipo in esame, quanto alle carat­ teristiche del conduttore ordinario (morosità, insolvibilità, litigiosità, ecc.). Notevole influenza sulla misura di tali detrazioni presenta, spesso, la dimen­ sione complessiva dell’unità immobiliare mentre le percentuali di alea per sfit­ 2 Secondo la legge sull’equo canone degli immobili urbani ad uso abitazione del 27/7/1978, la cauzione non può superare le tre mensilità, ed è fruttifera a favore dell’inquilino sulla base del saggio legale. Quest’ultimo, previsto dall’art. 1284 del Codice Civile, prima dell’entrata in vigore (15 dicembre 1990) della legge 26 novembre 1990, n° 353, era pari al 5%. Dal 16 dicembre 1990 il saggio è stato elevato (legge 353/90) al 10%. Dal 1° gennaio 1997 è ridi­ sceso al 5%, mentre a decorrere dal 1° gennaio 1999 è stato fissato al 2,5%. 20 GIAMPAOLO MARCHI ti per le seconde case sono, di norma più elevate, in quanto il reddito annuo è già limitato per loro natura a soli pochi mesi”. Spese per assicurazioni. Si riferiscono ad eventuali contratti di assicurazione contro i rischi derivanti da incendi, fulmini e scoppi di gas; sotto questa voce ricadono anche le spese assicurative inerenti alla responsabilità civile verso terzi per danni imputabili al proprietario. Aliquote di ammortamento. Dipendono dalla vetustà e dalle condizioni stati­ che dell’edificio; per fabbricati in buono stato e per i quali sia possibile preve­ dere un’ulteriore durata di cento anni, la quota può considerarsi trascurabile. Aliquote per imposte e tasse. Si riferiscono alle diverse imposizioni fiscali alle quali sono soggette le unità immobiliari; non sono facilmente desumibili a priori, poiché dipendono dalle particolari condizioni economiche del proprie­ tario, e dalla relativa possibilità di beneficiare di sgravi fiscali. Indicativamente le detrazioni percentuali da operarsi sul reddito lordo an­ nuo sono così riassumibili: Spese di manutenzione ord. e straord. Spese per servizi ed amministrazione Alee per sfitti ed inesigibilità Spese per assicurazioni Aliquote di ammortamento Aliquote per imposte e tasse Totale val. min. 3.00% 2.00% 0.00% 1.00% 0.50% 10.00% 16.50% val. max. 6.00% 3.50% 2.00% 2.50% 5.00% 30.00% 49.00% Una volta determinata l’incidenza totale delle spese sul reddito lordo e ot­ tenuto il reddito netto Rn, per ricavare il valore di mercato Vm dell’immobile è necessario calcolare il saggio di capitalizzazione r. Occorre innanzi tutto porre l’accento sulla fondamentale differenza tra saggio di interesse e saggio di capitalizzazione. Mentre il primo rappresenta il prezzo d’uso di una unità di denaro nell’unità di tempo, il secondo definisce il prezzo d’uso, nella stessa unità di tempo, di una unità di risparmio trasformata in capitale. Il calcolo di r fa solitamente riferimento ad un valore medio, ricavato da analisi statistiche su dati relativi a centri di differenti caratteristiche urbane e demografiche. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 21 Partendo dal saggio medio rm, vengono ad esso apportate una serie di de­ trazioni o aggiunte (relative rispettivamente a caratteristiche positive e negati­ ve dell’immobile), pervenendo così al valore di r. Il metodo di definizione proposto dall’Orefice (1984) prevede un campo differente di oscillazione del saggio di capitalizzazione medio in funzione del­ le dimensioni del centro abitato: Centri di grande dimensione Centri di media dimensione Centri di limitata dimensione min. 0,50% 1,50% 2.00% max. 4,50% 5,50% 6.00% Vengono quindi individuate quattordici caratteristiche, che interven-gono sulla definizione del saggio3 con aggiunte o detrazioni al valore di rm. Centralità dell’ubicazione dell’immobile rispetto al cen­ 1) tro urbano. Livello dei collegamenti e del servizio dei trasporti. Presenza di attrezzature collettive (scuole, mercati, edi­ 2) fici pubblici, ecc.) a distanza pedonale. Qualificazione dell’ambiente esterno. Idoneità insediati­ 3) va. Previsioni di peggioramenti o miglioramenti ambien­ tali. Livello di inquinamento ambientale. Presenza di verde 4) pubblico o privato. Disponibilità di spazi pubblici o privati utilizzabili a 5) parcheggio. Subtotale 6) Caratteristiche di panoramicità. 7) Caratteristiche di prospicienza e di luminosità. 8) Quota rispetto al piano stradale. Dimensioni subordinarie o superordinarie degli spazi 9) coperti o scoperti. Subtotale 3 ± 0,22% ± 0,28% ± 0,18% ± 0,08% ± 0,06% ± 0,82% ± ± ± ± ± 0,36% 0,20% 0,08% 0,06% 0,70% L’incidenza delle caratteristiche indicate in tabella riporta quella definita dall’Orefice nel 1984. A partire dall’edizione del 1995 l’incidenza delle singole componenti è stata dallo stesso autore aggiornata, sulla base di rilevazioni statistiche recenti. 22 10) 11) 12) 13) 14) GIAMPAOLO MARCHI Grado di rifinitura interna ed esterna. Livello tecnologi­ co e di efficienza degli impianti. Necessità di manutenzione ordinaria e straordinaria. Sicurezza delle situazioni strutturali. Età dell’edificio. Subtotale Possibilità di dilazioni nei pagamenti (anche per la pre­ senza di mutui edilizi). Suscettibilità di trasformazioni, adattamenti e modifiche di destinazione. Subtotale ± 0,16% ± ± ± ± 0,12% 0,10% 0,38% 0,06% ± 0,04% ± 0,10% Suddividendo le quattordici caratteristiche nei gruppi 1) - 5), 6) - 9), 10) ­ 12), 13) - 14), in ciascuno di essi possiamo riconoscere rispettivamente le ca­ ratteristiche di localizzazione, posizione, tipologiche e produttive già descritte nel metodo per comparazione diretta; questa considerazione può rappresentare l’ulteriore conferma dell’unicità del metodo di stima, basato sulla comparazio­ ne dei beni in relazione a dei parametri oggettivi ben precisi. 2.2.3 Il metodo dei minimi quadrati Nei casi in cui il valore di un bene immobiliare sia sensibilmente influen­ zato dalla consistenza, o dal complesso delle sue caratteristiche qualitative, e non sia possibile individuare una serie di immobili di confronto strettamente omogenei sotto questo punto di vista, può essere di aiuto il metodo dei minimi quadrati. Quest’ultimo consente, con una certa approssimazione, di conoscere la legge di variazione dei prezzi unitari in funzione della quantità scambiata, ovvero in funzione dei coefficienti di qualità; legge che, nell’ipotesi della line­ arità del fenomeno, analiticamente è rappresentata da una particolare retta di equazione Y = a + bX (2.8) detta interpolante. Detto Y il prezzo del bene calcolato con la (2.8) e X la sua consistenza ov­ vero il totale delle caratteristiche qualitative, si definisce deviazione S la diffe­ renza tra il prezzo reale e Y. La particolarità della retta interpolante sta nel fatto che la somma algebrica delle singole deviazioni è minima. I valori a e b che consentono di definire tale retta interpolante si ottengono dalla risoluzione del sistema di equazioni: Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 23 N a + b ΣX – ΣY = 0 a ΣX + b ΣX2 – ΣXY = 0 nelle quali N è il numero degli immobili di confronto. Una volta nota l’interpolante è possibile calcolare il valore dell’immobile oggetto di stima sostituendo nella (2.8) la sua consistenza ovvero il coefficien­ te attribuibile alle sue caratteristiche qualitative. 24 GIAMPAOLO MARCHI CAPITOLO III L’applicazione della metodologia estimativa al mercato immobiliare di Cagliari Lo studio dei valori immobiliari nella città di Cagliari è impostato sulla ba­ se delle considerazioni svolte nel capitolo precedente. La ricerca del più probabile valore di mercato, infatti, è stata condotta con il metodo per comparazione diretta e con quello per comparazione indiretta, utilizzando talvolta, come si vedrà nel seguito della trattazione, il metodo dei minimi quadrati. Prima di considerare separatamente gli aspetti caratteristici di ciascun me­ todo sarà esposto il criterio di selezione del campione di immobili, essendo questi ultimi comuni ad entrambi. 3.1 Il mercato immobiliare cagliaritano Lo studio dell’intero mercato cagliaritano ha comportato inizialmente la ri­ cerca di un campione di immobili ampio ed omogeneo, tale cioè da ricoprire l’intero territorio urbano in modo uniforme. A tal proposito sono state prese in esame le rilevazioni effettuate, a partire dal 1991-92, nell’ambito delle attività di ricerca condotte dal laboratorio di Estimo della Facoltà di Ingegneria di Cagliari, sottoponendole a successive selezioni che hanno determinato l’eliminazione di parte delle stesse per i se­ guenti motivi (elencati per ordine di esclusione): - non appartenenza al mercato immobiliare oggetto di studio; - mancanza dei dati catastali; - non appartenenza alla categoria catastale A; - mancanza di una planimetria dalla quale dedurre l’effettiva distribuzione dei vani; - sommaria descrizione o insufficienza dei dati relativi alle caratteristiche costruttive dell’immobile. È stato così definito un campione di 237 immobili: Largo Gennari 4 Piazza Belgio 5 Piazza Belgio 8 Piazza d'Esquivel 16 Piazza Francia 6 Piazza Giovanni XXIII 62 Piazza Giovanni XXIII 9 Piazza Lussemburgo 1 Via Alghero 29 Via Ancona 16 Via Arezzo 31 Via Argentiera 22 Via Argentiera 32 Via Argentiera 6 Via Asquer 20 Via Astrolabio 3 Analisi dei valori immobiliari. Cagliari Piazza Michelangelo 14 Traversa Mandrolisai 12 Via Alghero 22 Via Bandello 18 Via Bandello 48 Via Beato Angelico 5 Via Bembo 33 Via Berna 7 Via Bligny 9 Via Boiardo 25 (Su Planu) Via Boiardo 51 Via Boito 3 Via Bonn 4 Via Bonn 6 Via Borromini 3 Via Bosco Cappuccio 5 Via Botticelli 10 Via Brescia 9 Via Brigata Sassari 7 Via Budapest 9 Via Buggerru 2 Via Caboni 14 Via Caboni 14 Via Cadello 6 (4° piano) Via Cagna 37 Via Cagna 37 Via Cagna 48 Via Cagna 66 Via Campania 2 Via Campo Pisano 47 Via Capitana 28 Via Capula 4 Via Carducci 3 Via Carducci 3 Via Carlo Baudi di Vesme 70 Via Castagnevizza 6 Via Castelvì 12 Via Castelvì 3 25 Via Baccelli 10 Via Balestra 4 Via Bandello 15 Via Castiglione 67 Via Castiglione 76 Via Castiglione 79 Via Castiglione 92 Via Cavaro 10 Via Cavaro 73 Via Cettigne 30 Via Cherubini 28 Via Cimarosa 21 Via Cimarosa 27 Via Ciociaria 1 Via Ciociaria 15 Via Cocco Ortu 6 Via Cocco Ortu 63 Via Cocco Ortu 75 Via Col d'Echele 25 Via Col del Rosso 26 Via Col del Rosso 37 Via Copernico 3 Via Corelli 5 Via Cornalias 72 Via Corsica 35 Via Corsica 6 Via Costa 18 Via Curie 1 Via Dalmazia 5 Via Dante 65 Via Dante 65 Via Dante 93 Via De Gioannis 10 Via De Gioannis 25 Via De Magistris 8 Via dei Conversi Via Dei Falletti 27 Via dei Giudicati 30 26 Via Castiglione 45 Via Castiglione 62 Via dei Visconti 34 Via del Nastro Azzurro 3 Via del Pozzetto 3 Via della Pineta 152 Via della Pineta 48 Via della Pineta 56 Via delle Rondini 4 Via Dessì Deliperi 1 Via Dessì Deliperi 9 Via Doberdò 44 Via Doberdò 75 Via Doberdò 97 Via Donizetti 1/a Via Donizetti 47 Via Einstein 2 Via Einstein 21 Via Fais 4 Via Falzarego 27 Via Farina 44 Via Favonio 36 Via Fermi 16 Via Ferracciu 23 Via Fleming 4 Via Forlanini 14 Via Forlanini 21 Via Fracastoro 39 Via Francoforte 9 Via Freud 1 Via Galassi 8 Via Genova 6 Via Ghibli 13 Via Ghibli 5 Via Giotto 5 Via Giotto 6 Via Giudice Chiano 32 Via Giudice Guglielmo 50 GIAMPAOLO MARCHI Via dei Giudicati 30 Via dei Visconti 34 Via Goldoni 15 Via Goldoni 4 Via Guicciardini 9 Via Is Mirrionis 152 Via Is Mirrionis 8 Via La Nurra 4 Via La Vega 11 Via La Vega 14 Via La Vega 14 Via La Vega 7 Via Lai 40 Via Lai 56 Via Leonardo da Vinci 3 Via Leopardi 17 Via Liguria 12 Via Liguria 38 Via Logudoro 48 Via Lombardia 43 Via Lombardia 45 Via Lunigiana 26 Via Lunigiana 44 Via Machiavelli 9 Via Mameli 163 Via Mandrolisai 66 Via Mandrolisai 78 Via Manzoni 2 Via Manzoni 75 Via Marghine 1 Via Mestre 3/a Via Mestre 6 Via Milano 48 Via Monfalcone 1 Via Monfalcone 6/b Via Monselice 3 Via Monsignor Parraguez 6 Via S. Salvatore da Civita 10 Analisi dei valori immobiliari. Cagliari Via Giudicessa Benedetta 72 Via Monteponi 24 Via Montesanto 18 Via Montesanto 70 Via Monte Sabotino 12/c Via Montello 47 Via Nizza 28 Via Nuoro 60 Via Oslo 7 Via Pacinotti 20 Via Palestrina 22 Via Palestrina 46 Via Paoli 50 Via Pascoli 35 Via Pascoli 9 Via Peschiera 7 Via Piceno 13 Via Piemonte 17 Via Piero della Francesca 10 Via Pola 5 Via Pontano 3 Via Pontano 3 Via Portovesme 7 Via Premuda 30 Via Puccini 1 Via Quintino Sella 72 Via Quintino Sella 76 Via Quintino Sella 90 Via Quirra 5 Via Redipuglia 38 Via Redipuglia 43 Via Rossello 9 Via Rossini 44 Via Rossini 62 Via Rossini 71 27 Via Salaris 2 Via San Benedetto 57 Via San Benedetto 76 Via San Carlo Borromeo 9 Via Sanjust 25 Via Sant'Alenixedda 79 Via Satta 12 Via Satta 12 Via Satta 45 Via Scano 6 Via Scano 13 Via Scano 50/a Via Setzu 6 Via Stampa 10 Via Tagliamento 44 Via Taranto 2 Via Tempio 29 Via Timavo 58 Via Tommaseo 18 Via Tramontana 4 Via Trentino 13 Via Trincea dei Razzi 34 Via Trincea dei Razzi 86 Via Trincea delle Frasche 58 Via Umbria 9 Via Vittorio Veneto 42 Via XX Settembre 44 Via Zagabria 1 Viale Marconi 89/91 Viale Merello 87/a Viale Trieste 12 Viale Trieste 17 Vico I° Merello 14 Vico Nuoro 6 28 GIAMPAOLO MARCHI L’analisi del campione disponibile ha suggerito una parziale revisione dell’obiettivo iniziale, vale a dire lo studio dell’intero mercato cittadino. La insufficiente omogeneità dei dati, relativi ai quattro quartieri storici di Cagliari ed ai più recenti Sant’Elia e Lungomare Poetto, ha portato infatti alla loro esclusione dall’area di studio ed all’individuazione di un nuovo segmento territoriale di mercato. La particolarità delle aree escluse tuttavia, non influenza significativamen­ te la portata dello studio. Da una parte i quartieri di Castello, Stampace, Villanova e Marina presen­ tano caratteristiche architettoniche e compositive nonché problematiche urba­ nistiche profondamente differenti rispetto al resto della città; caratteristiche tutte che influiscono significativamente nel processo di formazione dei valori immobiliari. Al riguardo si può far notare, p. es., come la semplice ristrutturazione di un immobile, situato in centro storico, debba sottostare a vincoli di natura urbani­ stica (p. es. l’impossibilità di variare la cubatura o di apportare sostanziali mo­ difiche tipologiche ai singoli corpi di fabbrica) o compositiva (p. es. l’uso di particolari materiali da costruzione o il mantenimento totale o parziale delle componenti strutturali), sensibilmente più rigidi ed onerosi rispetto a quelli di un immobile sito in periferia. Gli oneri di ristrutturazione avranno quindi un’incidenza diversa sulla for­ mazione del valore di mercato4; fatto questo che, a parità di condizioni manu­ tentive, esclude la comparazione diretta tra gli immobili ricadenti in centro storico e quelli, immediatamente limitrofi, ma non appartenenti al C.S.. L’esclusione dei quartieri storici dunque non inficia lo studio completo ed omogeneo del restante mercato, essendo quest’ultimo regolato da leggi pro­ prie, e come tali deducibili dalla analisi delle specifiche componenti. Le stesse conclusioni possono trarsi, con differenti motivazioni, in merito all’esclusione del Lungomare Poetto e del quartiere Sant’Elia; in entrambi i settori insediativi la domanda d’acquisto è risultata scarsa; fatto questo che, in relazione alla significatività statistica perseguita dallo studio, ha reso impossi­ bile l’acquisizione di un numero di dati sufficienti per la comparazione. Per il Lungomare del Poetto questo fatto può essere legato all’immediata vicinanza del Lido ed alle quasi inesistenti infrastrutture, espresse dai che fat­ tori di localizzazione, con il conseguente basso livello di comfort insediativo. Per il quartiere Sant’Elia invece il problema sembra sostanzialmente ricon­ ducibile alla struttura sociale del quadro insediativo, fattore peraltro aggravato 4 Mercato che in questo caso risulterà molto più attento al valore di trasformazione. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 29 da significativi problemi di sicurezza; elementi che, congiuntamente assunti, determinano una scarsa appetibilità dell'area dal punto di vista residenziale5. Dopo aver assegnato a ciascuna delle 237 unità immobiliari un codice nu­ merico di identificazione, si è provveduto a suddividere il mercato oggetto di studio in settori connotati al loro interno da caratteristiche simili dal punto di vista della localizzazione rispetto all’area urbana. Si è così pervenuti alla definizione di tredici macroaree, alle quali è stata assegnato un codice distintivo costituito da una lettera. La predetta ripartizione delle macroaree ha immediatamente evidenziato l’inesistenza di una correlazione biunivoca tra areali definiti dal mercato e suddivisioni amministrative e/o circoscrizionali del centro urbano. Occorre evidenziare che la singola zona non necessariamente rappresenta un mercato elementare omogeneo in senso stretto6; al contrario è possibile in­ dividuare all’interno di una stessa zona più mercati elementari omogenei. Viene qui di seguito riportata la suddivisione del mercato immobiliare in zone, facendo per comodità riferimento alla denominazione del quartiere che in prevalenza le ricomprende. Ciascun immobile è inoltre identificato da un codice numerico, mentre per la precisa localizzazione di ciascuna unità immobiliare, si rimanda alla carto­ grafia schematica disponibile sul supporto informatico. 5 Marchi G. (1988). Significativo, al riguardo, è stato l’esperimento della fittizia commercia­ lizzazione (al valore di costruzione dell’edilizia popolare) di un inesistente appartamento, fatto proporre agli occasionali clienti di una agenzia immobiliare cittadina. Veniva così de­ scritto: - Appartamento panoramico di recentissima costruzione, in buono stato, piano alto: tre vani, cucina, bagno, due verande, termoascensore, posto auto. Superficie commerciale 98 mq. Prezzo 75.000.000. Quartiere Sant’Elia -.In tre mesi, su un campione di 83 potenziali clienti cui è stato proposto, 81 non hanno approfondito l’argomento. Due hanno richiesto notizie aggiuntive. Nessuno ha chiesto di visitarlo. 6 Vedasi il secondo capitolo. GIAMPAOLO MARCHI 30 A) ZONA IS MIRRIONIS (parte alta) 1 Via Bligny 9 2 Via Brigata Sassari 7 3 Via Castagnevizza 6 4 Via Col d'Echele 25 5 Via Doberdò 44 6 Via Doberdò 75 7 Via Doberdò 97 8 Via Is Mirrionis 152 9 Via Monfalcone 1 10 Via Monfalcone 6/b 11 Via Monte Sabotino 12/c 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 B) ZONA IS MIRRIONIS (parte bassa) 22 Piazza d'Esquivel 16 38 23 Traversa Mandrolisai 12 39 24 Via Argentiera 22 40 25 Via Argentiera 32 41 26 Via Argentiera 6 42 27 Via Balestra 4 43 28 Via Bosco Cappuccio 5 44 29 Via Buggerru 2 45 30 Via Cadello 6 (4° piano) 46 31 Via Campo Pisano 47 47 32 Via Carlo Baudi di Vesme 70 48 33 Via Ciociaria 1 49 34 Via Ciociaria 15 50 35 Via Col del Rosso 26 51 36 Via Col del Rosso 37 52 37 Via Cornalias 72 Via Montello 47 Via Montesanto 18 Via Montesanto 70 Via Redipuglia 38 Via Redipuglia 43 Via Tagliamento 44 Via Timavo 58 Via Trincea dei Razzi 34 Via Trincea dei Razzi 86 Via Trincea delle Frasche 58 Via Dei Falletti 27 Via La Nurra 4 Via Lunigiana 26 Via Lunigiana 44 Via Mandrolisai 66 Via Mandrolisai 78 Via Marghine 1 Via Monsignor Parraguez 6 Via Monteponi 24 Via Portovesme 7 Via Premuda 30 Via Quintino Sella 72 Via Quintino Sella 76 Via Quintino Sella 90 Via Quirra 5 Analisi dei valori immobiliari. Cagliari C) ZONA MULINU BECCIU 53 Via Asquer 20 54 Via Beato Angelico 5 55 Via Boiardo 25 (Su Planu) 56 Via Borromini 3 57 Via Botticelli 10 58 Via Dessì Deliperi 1 31 59 60 61 62 63 Via Dessì Deliperi 9 Via Giotto 6 Via Giotto 5 Via Piero della Francesca 10 Via Setzu 6 D) ZONA VIA LIGURIA-VIA CAMPANIA 64 Via Campania 2 72 Via Liguria 38 65 Via Capitana 28 73 Via Lombardia 43 66 Via Dalmazia 5 74 Via Lombardia 45 67 Via La Vega 11 75 Via Piceno 13 68 Via La Vega 14 76 Via Piemonte 17 69 Via La Vega 14 77 Via Trentino 13 70 Via La Vega 7 78 Via Umbria 9 71 Via Liguria 12 E) ZONA VIA CASTIGLIONE-V. MARCONI 79 Via Bandello 15 86 Via Castiglione 76 80 Via Bandello 18 87 Via Castiglione 79 81 Via Bandello 48 88 Via Castiglione 92 82 Via Bembo 33 89 Via Copernico 3 83 Via Castiglione 45 90 Via Guicciardini 9 84 Via Castiglione 62 91 Via Stampa 10 85 Via Castiglione 67 92 Viale Marconi 89/91 F) ZONA VIA BIASI-VIA DEI GIUDICATI 93 Piazza Giovanni XXIII 9 99 Via del Nastro Azzurro 3 94 Via Capula 4 100 Via Galassi 8 95 Via dei Giudicati 30 101 Via Giudice Chiano 32 96 Via dei Giudicati 30 102 Via Giudice Guglielmo 50 97 Via dei Visconti 34 103 Via Giudicessa Benedetta 72 98 Via dei Visconti 34 104 Via San Carlo Borromeo 9 GIAMPAOLO MARCHI 32 G) ZONA SAN BENEDETTO OVEST 105 Via Alghero 22 115 106 Via Alghero 29 116 107 Via Carducci 3 117 108 Via Carducci 3 118 109 Via Cocco Ortu 6 119 110 Via Cocco Ortu 63 120 111 Via Cocco Ortu 75 121 112 Via Costa 18 122 113 Via Farina 44 123 114 Via Ferracciu 23 124 125 Via Satta 12 127 126 Via Satta 12 128 H) ZONA SAN BENEDETTO EST 129 Largo Gennari 4 130 Piazza Giovanni XXIII 62 131 Piazza Michelangelo 14 132 Via Boiardo 51 133 Via Boito 3 134 Via Cavaro 10 135 Via Cavaro 73 136 Via Cherubini 28 137 Via Cimarosa 21 138 Via Cimarosa 27 139 Via Corelli 5 140 Via Dante 65 141 Via Dante 65 142 Via Dante 93 143 Via Donizetti 1/a 144 Via Donizetti 47 145 Via Fais 4 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 Via Lai 40 Via Lai 56 Via Leonardo da Vinci 3 Via Leopardi 17 Via Manzoni 2 Via Manzoni 75 Via Pacinotti 20 Via Paoli 50 Via Salaris 2 Via Sant'Alenixedda 79 Via Satta 45 Via Tempio 29 Via Goldoni 15 Via Goldoni 4 Via Machiavelli 9 Via Palestrina 22 Via Palestrina 46 Via Pascoli 35 Via Pascoli 9 Via Pontano 3 Via Pontano 3 Via Puccini 1 Via Rossini 44 Via Rossini 62 Via Rossini 71 Via San Benedetto 57 Via San Benedetto 76 Via Tommaseo 18 Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 33 I) ZONA GENNERUXI 162 Piazza Belgio 5 163 Piazza Belgio 8 164 Piazza Francia 6 165 Piazza Lussemburgo 1 166 Via Berna 7 167 Via Bonn 4 168 Via Bonn 6 169 Via Budapest 9 170 Via Castelvì 12 171 Via Castelvì 3 172 Via Cettigne 30 173 Via dei Conversi 174 Via Francoforte 9 175 Via Nizza 28 176 Via Oslo 7 177 Via Rossello 9 178 Via S. Salvatore da Civita 10 179 Via Sanjust 25 180 Via Zagabria 1 L) ZONA POETTO 181 Via Astrolabio 3 182 Via del Pozzetto 3 185 Via Ghibli 13 186 Via Ghibli 5 183 Via delle Rondini 4 184 Via Favonio 36 187 Via Tramontana 4 M) ZONA AMSICORA-VIA DELLA PINETA 188 Via Baccelli 10 201 Via Fermi 16 189 Via Cagna 37 202 Via Fleming 4 190 Via Cagna 37 203 Via Forlanini 14 191 Via Cagna 48 204 Via Forlanini 21 192 Via Cagna 66 205 Via Fracastoro 39 193 Via Corsica 35 206 Via Freud 1 194 Via Corsica 6 207 Via Mestre 3/a 195 Via Curie 1 208 Via Mestre 6 196 Via della Pineta 152 209 Via Monselice 3 197 Via della Pineta 48 210 Via Scano 13 198 Via della Pineta 56 211 Via Scano 50/a 199 Via Einstein 2 212 Via Scano 6 200 Via Einstein 21 GIAMPAOLO MARCHI 34 N) ZONA BONARIA 213 Via Ancona 16 214 Via Arezzo 31 215 Via Brescia 9 216 Via Caboni 14 217 Via Caboni 14 218 Via De Gioannis 10 219 Via De Gioannis 25 O) ZONA CENTRALE 228 Via Falzarego 27 233 Via Vittorio Veneto 42 229 Via Is Mirrionis 8 231 Via Peschiera 7 227 Via De Magistris 8 230 Via Mameli 163 220 221 222 223 224 225 226 Via Genova 6 Via Logudoro 48 Via Milano 48 Via Nuoro 60 Via Taranto 2 Via XX Settembre 44 Vico Nuoro 6 232 Via Pola 5 234 Viale Merello 87/a 235 Viale Trieste 12 236 Viale Trieste 17 237 Vico I° Merello 14 Successivamente alla classificazione si è provveduto a verificare l’attendibilità dei dati ritraibili dall’archivio del laboratorio, anche perché la distribuzione temporale degli stessi interessava gli anni compresi tra il 1991 ed il 31 dicembre 1997; data quest’ultima alla quale si riferiscono tutte le caratte­ ristiche degli immobili, che verranno successivamente illustrate. Sono stati quindi integrati, con specifica rilevazione, i dati mancanti o non sufficientemente chiari, onde consentire la più completa descrizione dei beni oggetto di stima, e, quale conferma delle loro reali condizioni, è stata acquisi­ ta, per ciascuno di essi, un’immagine fotografica. 3.2 Una scheda come strumento per la ricerca, la gestione e l’elaborazione dei dati Dopo aver individuato e verificato le unità immobiliari da stimare, la si­ stematizzazione dei dati è stata appoggiata ad un foglio elettronico7. 7 Denominato nel C.D.: Scheda Valutazione A5.xls, contenuta nel Folder Formato A5. Le singole schede, di cui la Valutazione n. 1 costituisce un esempio, sono consultabili sul C.D. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 35 La necessità di definire quattro differenti tipi di valore per ciascun immobi­ le, implicava infatti l’elaborazione ed il sicuro controllo di un elevato numero di dati che, a seguito di successive e spesso ripetitive elaborazioni, avrebbero portato ai valori ricercati. Il foglio elettronico8 oltre a riassumere in modo ordinato una pluralità di dati, ha consentito di gestire ed elaborare gli stessi rendendo agevole e veloce un lavoro altrimenti lungo e ripetitivo. Le esigenze informatiche hanno così condotto alla creazione di una scheda tipo, sopra riportata, che peraltro può essere meglio esaminata consultando le singole schede di ciascuna unità immobiliare o direttamente sul supporto in­ formatico. La scheda è strutturata in più sezioni, ciascuna delle quali ricomprende una serie di informazioni omogenee. [A] Immobile oggetto di stima - Contiene i dati con i quali il Nuovo Catasto Edilizio Urbano individua l’unità immobiliare. [B] Calcolo delle superfici - Riporta la destinazione d’uso dei vani dell’im­ mobile insieme alla loro superficie espressa in mq, e calcola automaticamente le seguenti grandezze: - superficie utile = somma delle superfici dei singoli vani chiusi; - superficie convenzionale = (sup. utile x λ)+[(a+b+c+d+g) x 0,25]+(e x 0,20)+( f x 0,50)+( h x 0,10); In base alla legge n. 392 del 27 luglio 1978 sull’equo canone, il coefficiente λ è pari a 1,00, 1,10 e 1,20 rispettivamente per unità immobiliari aventi superfi­ cie utile superiore a 70 mq, compresa fra 46 mq e 70 mq, inferiore a 46 mq; - superficie commerciale = sup. utile + i + [(a+b+g) x 0,50)] + [(c+d) x 0,10] Nel caso in cui la superficie dei balconi o delle verande risultati superiore al 40% della superficie utile, tali accessori vengono computati per un quarto della loro estensione, e non già per la metà; il valore della superficie commer­ ciale riportato sulla scheda è approssimato all’unità. 8 Foglio che, congiuntamente a tutte le elaborazioni, risulta disponibile sul C.D. allegato. 36 GIAMPAOLO MARCHI [C] Successivamente si definiscono le caratteristiche di posizione e tipologiche. La luminosità è valutata scarsa, insufficiente, sufficiente, buona oppure ot­ tima (lo stesso metro viene utilizzato per la panoramicità, l’esposizione e la prospicienza), mentre alle caratteristiche tipologiche viene attribuito un giudi­ zio in funzione delle seguenti tabelle: scarso mediocre sufficiente discreto buono ottimo scarso mediocre sufficiente buono ottimo stato di conservazione interno indispensabile ristrutturazione totale indispensabile ristrutturazione parziale condizioni ordinarie / immobili con 15 – 20 anni di vita appartamento parzialmente ristrutturato da meno di 15 anni appartamento totalmente ristrutturato da meno di 15 anni appartamento costruito o totalmente ristrutturato negli ultimi 5 anni stato di conservazione esterno indispensabile una manutenzione straordinaria indispensabile una manutenzione ordinaria opportuna ma non indispensabile una manutenzione ordinaria nessuna necessità di manutenzione edificio nuovo o appena ristrutturato grado di rifinitura interno intonaco + pavimenti ed infissi esterni di scarsa qualità intonaco + pavimenti ed infissi esterni di sufficiente qualità intonaco + pavimenti ed infissi di sufficiente qualità + doppie finestre (*) discreto intonaco trattato + pavimenti ed infissi di sufficiente qualità + doppie finestre (*) buono intonaco trattato o carta da parati + pavimenti (o parquet) ed infissi di buona qualità + doppie finestre (*) ottimo finiture superiori n.b. la presenza di porte interne in legno massiccio o, comunque, di buona qualità aumenta di un grado il giudizio; al contrario, l’assenza delle doppie finestre, dove previste, lo diminuisce sempre di un grado. (*) o analogo sistema di taglio termico scarso ordinario sufficiente Analisi dei valori immobiliari. Cagliari ordinario sufficiente discreto buono ottimo 37 grado di rifinitura esterno intonaco semplice / intonaco + rivestimento di qualità ordinaria rivestimento di qualità ordinaria intonaco trattato / muro a vista rivestimento di qualità / intonaco trattato + rivestimento di qualità / intonaco di qualità superiore rivestimenti di qualità superiore presenza di impianti tecnologici scarso mediocre mediocre sufficiente discreto discreto buono ottimo ottimo ottimo sufficiente discreto discreto buono ottimo ascensore riscaldamento riserva idrica antenna centralizzata cancello automatico no si no si si si si si si si no no si si si si si si si si no no no no no no si si si si no no no no no si no si no si no no no no si no no no si si livello tecnologico degli impianti riscaldamento centralizzato pompa di calore riscaldamento centralizzato + impianto elettrico a norma di legge pompa di calore + impianto elettrico a norma di legge pompa di calore + impianto elettrico a norma di legge + doppio ascensore [D] In questa sezione l’immobile viene localizzato all’interno del perimetro urbano, descritto mediante una rappresentazione in scala della pianta e visua­ lizzato attraverso un’immagine fotografica. [E] L’ultima parte della scheda si suddivide in tre prospetti che consentono, una volta assegnati i relativi coefficienti, di calcolare automaticamente i diffe­ renti valori degli immobili. GIAMPAOLO MARCHI 38 3.3 La stima del più probabile valore di mercato con il metodo di compa­ razione indiretta L’applicazione di questo metodo ha portato alla definizione di due valori differenti: − il primo è stato ottenuto mediante la capitalizzazione dei redditi annui do­ vuti ad un affitto stimato in relazione ai valori correnti degli stessi nel 1997; − l’altro, invece, è stato ricavato in funzione dell’affitto stabilito dalla legge n. 392 del 27 luglio 1978. 3.3.1 Più probabile valore in funzione dell’affitto corrente Per definire questo valore occorre valutare una serie di parametri dalla cui elaborazione si ricava il risultato cercato. Questi parametri, che riassumono le caratteristiche principali dell’unità immobiliare, consentendone una completa e precisa descrizione ai fini estima­ tivi, sono riportati di seguito, illustrando il criterio con il quale si è pervenuti alla definizione del loro valore. Il problema nodale è comunque rappresentato dalla determinazione del saggio di capitalizzazione r; tale saggio, conformemente alle rilevazioni effet­ tuate dall’Orefice (1984), è stato assunto, quale riferimento base rm , pari a 3,50%, intermedio tra 1.50% e 5,50%; valori rispettivamente minimo e mas­ simo per centri di media dimensione. L’analisi delle caratteristiche di localizzazione, di posizione, tipologiche e produttive ha prodotto una serie di detrazioni o aggiunte al valore medio ini­ ziale rm, definendo così il saggio di capitalizzazione r dal quale ricavare il più probabile valore di mercato dell’immobile, attraverso la formula Vm = R r (2.6) Le singole caratteristiche sono di seguito illustrate insieme al criterio di at­ tribuzione dei rispettivi coefficienti. Caratteristiche di localizzazione Per definire queste caratteristiche è stata digitalizzata una planimetria della città di Cagliari9 nella quale sono indicate le seguenti informazioni: - localizzazione degli immobili oggetto di stima, ciascuno contraddistinto dal proprio numero; 9 Consultabile direttamente sul C.D. allegato, all’interno del Folder denominato Cagliari dwg, ed articolata in sezioni rispettivamente denominate: legenda.dwg, mappa.dwg, mappa1.dwg, mappa2.dwg, mappa3.dwg.. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 39 - scuole dell’obbligo, istituti superiori e facoltà universitarie, nonché struttu­ re connesse come la mensa universitaria e le case dello studente; - supermercati di superficie superiore a 400 mq, grandi magazzini e centri commerciali; - uffici postali; uffici circoscrizionali; impianti sportivi; strutture sanitarie; principali parcheggi pubblici e privati; - percorsi delle linee pubbliche CTM. 1) Centralità dell’ubicazione dell’immobile rispetto al centro urbano. Livello dei collegamenti e del servizio dei trasporti. ± 0,22% Questo punto considera due aspetti differenti ai quali non è stato ritenuto opportuno assegnare la stessa valenza; si è così stabilito di dividere l’intervallo ± 0,22 nella somma di altri due, ± 0,15 e ± 0,07, relativi rispettivamente alla centralità dell’ubicazione dell’immobile rispetto al centro urbano ed al livello dei collegamenti e del servizio dei trasporti. Per quel che riguarda la centralità, è stato assegnato il valore massimo10 – 0,15 agli immobili ubicati lungo le vie e le piazze principali della città, facen­ do decrescere progressivamente tale coefficiente all’aumentare della distanza dalle stesse. Analogo criterio è stato seguito per il livello di collegamento, differenzian­ do le vie servite dagli autobus pubblici da quelle non servite: tra le prime è sta­ ta fatta un’ulteriore classificazione in funzione del numero di linee; tra le se­ conde sono state privilegiate quelle in prossimità delle fermate degli autobus. 2) Presenza di attrezzature collettive (scuole, mercati, edifici pubblici, ecc.) a distanza pedonale. ± 0,28% Per ciascun immobile è stata valutata la presenza, a distanza pedonale, di tali strutture, tenendo conto della diversa importanza che queste assumono nel­ la formazione del valore; la presenza nelle immediate vicinanze di una scuola dell’obbligo, p. es., comporta sicuramente maggiori vantaggi rispetto alla pre­ senza di un cinema o di un impianto sportivo. 3) Qualificazione dell’ambiente esterno. Idoneità insediativa. Previsioni di peggioramenti o miglioramenti ambientali. ± 0,18% Alle tre singole voci è stata assegnata la stessa importanza, pertanto l’intervallo ± 0,18% è stato suddiviso in tre intervalli di ± 0,06%. 10 Si ricorda che la diminuzione di rm comporta un aumento di Vm GIAMPAOLO MARCHI 40 In questo caso le considerazioni non hanno riguardato la singola unità im­ mobiliare, ma è stato assegnato un valore unico per zona, secondo la seguente tabella: zona A) Zona Is Mirrionis (parte alta) B) Zona Is Mirrionis (parte bassa) C) Zona Mulinu Becciu D) Zona Via Campania – Via Liguria E) Z. Via Castiglione – Viale Marconi F) Zona Via Biasi – Via dei Giudicati G) Zona San Benedetto ovest H) Zona San Benedetto est I) Zona Genneruxi L) Zona Viale Poetto M) Zona Amsicora – Via della Pineta N) Zona Bonaria O) Zona Centrale qual. amb. 0,00 0,00 -0,03 0,00 -0,03 0,00 -0,06 -0,06 -0,06 -0,06 -0,06 -0,06 -0,06 idon. previs. totale insed. 0,00 -0,06 -0,06 0,00 -0,06 -0,06 -0,03 -0,06 -0,12 0,00 -0,06 -0,06 -0,03 -0,06 -0,12 0,00 -0,06 -0,06 -0,03 0,00 -0,09 -0,03 -0,00 -0,09 -0,03 -0,00 -0,09 -0,03 -0,06 -0,15 -0,03 -0,00 -0,09 -0,06 -0,03 -0,15 -0,06 -0,00 -0,12 I valori relativi alla previsione di peggioramenti o miglioramenti ambienta­ li sono stati desunti tenendo conto delle seguenti considerazioni: A) previsione del piano sulla sistemazione del colle di Tuvixeddu; B) – C) ultimazione dei lavori di sistemazione del colle San Michele; D) previsione d’intervento sull’area di monte Claro; E) benefici sulla viabilità locale conseguenti al completamento dell’asse mediano di scorrimento; M) previsioni di piano in attuazione sull’area circostante lo stagno di Mo­ lentargius; N) ipotesi di piano sulla sistemazione della zona del Cimitero Monumen­ tale di Bonaria. 4) Livello di inquinamento ambientale. Presenza di verde pubblico o privato. ± 0,08% Anche in questo caso è stata considerata un’intera zona e, constatato che l’inquinamento ambientale è soprattutto legato al livello di inquinamento acu­ stico, i valori sono risultati inversamente proporzionali alla centralità dell’area. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 41 Va inoltre tenuto presente il fatto che la presenza di verde non riguarda il co­ siddetto “verde condominiale”, bensì aree, pubbliche o private, la cui fruibilità è estesa all’intera zona in esame. 5) Disponibilità di spazi pubblici o privati utilizzabili a par­ cheggio. ± 0,06% Prima di attribuire un valore a questo coefficiente è stato necessario fare una considerazione preliminare che riguarda il parcheggio privato inteso come pertinenza dell’unità immobiliare. Nello studio tale tipo di pertinenza è stata sempre scorporata dal bene prin­ cipale (l’unità residenziale) poiché il suo specifico valore è spesso definito da un mercato autonomo ed indipendente da quello che regola la compravendita delle unità residenziali. Il parcheggio privato, che spesso costituisce solo nominalmente un bene pertinenziale, può costituire autonoma fonte di reddito essendo, il più delle volte, locabile separatamente. La sua superficie, pertanto non è stata compresa nella superficie commer­ ciale dell’immobile oggetto di stima, per evitare che il valore unitario di quest’ultimo risultasse anche da fattori non sufficientemente oggettivi ed o­ mogenei. Nella maggior parte dei casi, il valore del coefficiente è inversamente pro­ porzionale alla centralità dell’immobile. Ad esso è stato assegnato un valore pari a 0,00 nei casi in cui la possibilità di parcheggio esiste nell’arco dell’intera giornata; valori positivi crescenti so­ no stati assegnati nei casi in cui tale possibilità diminuisce in alcune fasce ora­ rie o viene a mancare del tutto. In modo analogo è stato assegnato un valore negativo decrescete in funzione della maggiore facilità di parcheggio nelle immediate vicinanze dell’immobile. Caratteristiche di posizione 6) Caratteristiche di panoramicità. ± 0,36% La panoramicità di un’immobile è stata stimata mediante l’attribuzione di un giudizio che fa corrispondere, nella gerarchia ordinata dei valori, la suffi­ cienza all’aurea mediocritas. Il relativo coefficiente è stato determinato suddi­ videndo gli intervalli di variabilità in parti uguali, pervenendo così alle se­ guenti corrispondenze tra giudizi e coefficienti: GIAMPAOLO MARCHI 42 scarsa ⇒ buona ⇒ +0,36 insufficiente ⇒ sufficiente ⇒ +0,00 -0,18 ottima ⇒ +0,18 -0,36 ± 0,20% 7) Caratteristiche di prospicienza e di luminosità. Considerati equipollenti i singoli contributi delle due caratteristiche, è stato fatto un discorso analogo a quello sulla panoramicità, suddividendo l’intervallo ± 0,10%, imputabile a ciascuna delle due caratteristiche, in parti uguali e pervenendo ai seguenti risultati scarsa ⇒ buona ⇒ +0,10 insufficiente ⇒ sufficiente ⇒ +0,00 -0,05 ottima ⇒ +0,05 -0,10 ± 0,08% 8) Quota rispetto al piano stradale. Sono state individuate cinque classi differenti: piano terra, primo piano, piano intermedio, ultimo piano, piano attico. I coefficienti sono stati assegnati in modo analogo a quanto visto ai punti 6) e 7): primo piano ⇒ piano intermedio ⇒ +0,00 ultimo piano ⇒ -0,04 piano attico ⇒ piano terra ⇒ +0,08 +0,04 -0,08 9) Dimensioni subordinarie o superordinarie degli spazi co­ perti o scoperti. ± 0,06% Questo coefficiente ha tenuto conto della eventuale presenza di locali scan­ tinati, ripostigli, doppi servizi, balconi, verande, terrazze, in funzione della su­ perficie totale dell’immobile. È stato assegnato un coefficiente +0,06 agli immobili nei quali si nota l’assenza di spazi aperti accessibili direttamente dall’interno, o qualora la loro incidenza, sulla superficie commerciale, sia risultata superiore al 30%; il valo­ re –0,03 è stato assegnato in presenza di locale cantina non superiore ai sei mq. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 43 Caratteristiche tipologiche 10) Grado di rifinitura interna ed esterna. Livello tecnologico e di efficienza degli impianti. ± 0,16% L’intervallo ± 0,16 è stato considerato somma dei termini ± 0,12 e ± 0,04, relativi rispettivamente alle voci “grado di rifinitura interna ed ester­ na” e “livello tecnologico e di efficienza degli impianti”. A sua volta l’intervallo relativo al grado di rifinitura è stato ripartito uni­ formemente tra quello interno e quello esterno, ottenendo così due intervalli ± 0,06. Sulla base dei giudizi riportati nel secondo paragrafo, con un discorso ana­ logo a quello visto per le caratteristiche di posizione si è giunti a definire i se­ guenti valori: grado di rifinitura interno mediocre ⇒ +0,06 sufficiente ⇒ +0,00 buono ⇒ -0,04 ordinario ⇒ +0,02 discreto ⇒ -0,02 ottimo ⇒ -0,06 grado di rifinitura esterno mediocre ⇒ +0,06 sufficiente ⇒ +0,00 buono ⇒ -0,04 ordinario ⇒ +0,02 discreto ⇒ -0,02 ottimo ⇒ -0,06 livello tecnologico e di efficienza degli impianti ⇒ +0,04 mediocre ⇒ +0,02 scarso sufficiente ⇒ +0,00 discreto ⇒ -0,01 buono ⇒ -0,03 ottimo ⇒ -0,04 Va rilevato che in quest’ultima tabella non è stata fatta una suddivisione dell’intervallo in parti uguali, poiché la differenza esistente tra le coppie di giudizi sufficiente-discreto e buono-ottimo è stata ritenuta inferiore rispetto, p. es., alla coppia discreto-buono. GIAMPAOLO MARCHI 44 11) Necessità di manutenzione ordinaria e straordinaria. Sicurezza delle situazioni strutturali. ± 0,12% La suddivisione dell’intervallo ± 0,12 in tre sottointervalli non è stata in questo caso ritenuta opportuna in quanto nessuno degli immobili oggetto di stima presentava problemi di un qualche rilievo dal punto di vista della sicu­ rezza strutturale. Si è quindi considerato un intervallo ± 0,06 relativo allo stato di conserva­ zione interno ed uno analogo riferito allo stato di conservazione esterno. Va comunque detto che nel caso in cui si presentassero problemi strutturali, la loro incidenza sarebbe sicuramente superiore a quella dovuta ai due tipi di manutenzione. Con il procedimento visto precedentemente, ai diversi giudi­ zi è stato quindi assegnato un valore, secondo lo schema di seguito riportato stato di conservazione esterno scarso ⇒ +0,06 sufficiente ⇒ buono ⇒ -0,03 stato di conservazione interno ⇒ +0,06 scarso sufficiente ⇒ +0,00 buono ⇒ -0,04 mediocre ⇒ +0,03 ⇒ -0,06 mediocre ⇒ discreto ⇒ ottimo ⇒ +0,03 -0,02 -0,06 +0,00 ottimo In quest’ultimo caso i valori compresi tra +0,06 e 0,00 sono stati ri­ partiti uniformemente tra i giudizi scarso – mediocre – sufficiente, mentre quelli compresi tra 0,00 e –0,06 sono stati ripartiti, sempre uniformemente, tra i giudizi sufficiente – discreto – buono – ottimo. 12) Età dell’edificio. ± 0,10% Il coefficiente di vetustà è stato assegnato secondo uno schema simile a quello con il quale lo stesso viene definito dalla legge sull’equo canone, attri­ buendo -0,10 agli immobili con non più di cinque anni, e aumentando tale va­ lore di 0,01 con cadenza biennale per gli appartamenti con un’età compresa tra i sei e i quindici anni, e con cadenza annuale per quelli costruiti da più di sedi­ ci anni, fino a raggiungere il valore minimo di 0,10. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 45 La tabella di seguito riportata riassume i valori del coefficiente: anno 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 1988 valore -0,10 -0,10 -0,10 -0,10 -0,10 -0,09 -0,09 -0,08 -0,08 -0,07 anno 1987 1986 1985 1984 1983 1982 1981 1980 1979 1978 valore -0,07 -0,06 -0,06 -0,05 -0,05 -0,04 -0,03 -0,02 -0,01 +0,00 anno 1977 1976 1975 1974 1973 1972 1971 1970 1969 1968 ⇓ valore +0,01 +0,02 +0,03 +0,04 +0,05 +0,06 +0,07 +0,08 +0,09 +0,10 Caratteristiche produttive 13) Possibilità di dilazioni nei pagamenti (anche per la presen­ za di mutui edilizi). 14) Suscettibilità di trasformazioni, adattamenti e modifiche di destinazione. ± 0,06% ± 0,04% La logica che ha portato alla definizione di questi due coefficienti non in­ terpreta alla lettera le caratteristiche descritte ai punti 13) e 14). L’altalenante presenza di mutui bancari ordinari e di mutui regionali agevolati ha rappresen­ tato, negli ultimi anni, un elemento di disturbo per il mercato immobiliare, a causa delle incertezze relative ai tassi di interesse ed alle reali possibilità di essere sottoscritti. La suscettibilità di trasformazioni, adattamenti e modifiche di destinazione, considerati i 237 immobili oggetto di studio, non è apparsa invece un elemento significativo per la differenziazione degli stessi, avendo i beni caratteristiche molto simili. Si è così optato per la definizione di un unico coefficiente di produttività. Al riguardo si è fatto riferimento ad uno schema proposto dal Genio Civile, rapportando il valore unitario del metro quadro in misura inversamente pro­ porzionale alla classe di superficie complessiva dell’unità immobiliare da sti­ mare. Tale schema suddivide gli immobili in sette categorie, in base alla per­ centuale di aumento o di sconto rispetto al prezzo medio. GIAMPAOLO MARCHI 46 superficie dell’appartamento sino a 40 mq da 40 a 60 mq da 60 a 80 mq da 80 a 120 mq da 120 a 150 mq da 150 a 180 mq oltre 180 mq percentuale d’aumento + 30 % + 20 % +10 % 0% -5 % -7,5 % - 10 % Sulla base di questi dati, coerentemente alla tendenza espressa dal mercato locale, sono stati privilegiati gli immobili di superficie compresa tra 80 e 90 mq rispetto a quelli di superficie compresa tra 90 e 120 mq. Si è quindi asse­ gnato il valore medio 0,00 agli ultimi. Per le altre classi di superficie i coefficienti sono riportati nella tabella se­ guente. superficie dell’appartamento sino a 40 mq da 40 a 60 mq da 60 a 80 mq da 80 a 90 mq da 90 a 120 mq da 120 a 150 mq da 150 a 180 mq oltre 180 mq coeff. produttività -0,10 -0,08 -0,04 -0,02 0,00 +0,02 +0.03 +0.04 Nelle pagine successive le tabelle11 I e II riassumono i dati sulle caratteri­ stiche di posizione e tipologiche e i valori dei rispettivi coefficienti, relativi ai 237 immobili oggetto di stima. In esse compariranno delle sigle il cui signifi­ cato è il seguente: ci = stato di conservazione interno ri = grado di rifinitura interno pi = presenza di impianti tecnologici 11 ce = stato di conservazione esterno re = grado di rifinitura esterno li = livello tecnologico impianti Tabelle denominate: Tabella I A5.xls, Tabella II-III A5.xls, contenute nel C.D. nel Folder Formato A5 Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 47 Una volta determinato il saggio di capitalizzazione r, si deve individuare il valore del canone mensile d’affitto R e l’incidenza percentuale delle singole voci relative alle spese. Per quanto riguarda il primo parametro occorre sottolineare che, per il principio dell’ordinarietà, sul quale si fonda la metodologia estimativa, non sono stati ritenuti significativi, ed in quanto tali reale espressione del mercato, taluni valori degli affitti praticati in alcune aree che gravitano attorno alle fa­ coltà universitarie. Questi valori infatti spesso non rispecchiano le reali ed ordinarie caratteri­ stiche produttive degli appartamenti, dal momento che la locazione a studenti universitari, spesso attuata ai margini delle norme di legge, consente redditivi­ tà anomale imputabili sia per alle favorevoli condizioni logistiche legate alla vicinanza degli atenei, sia alla “ diffusa pratica” di non registrare il contratto di locazione. Se in queste zone, anziché considerare il più probabile valore ordinario d’affitto, si assumesse quello della locazione agli studenti, si otterrebbe dalla capitalizzazione dei redditi un valore d’uso dell’immobile eccessivo sia in re­ lazione alle sue caratteristiche sia nei confronti del suo valore di scambio; va­ lore pertanto improponibile in una ordinaria operazione di compravendita. I dati12 sui canoni mensili d’affitto relativi alla città di Cagliari testati sul mercato e sottoposti a verifica di congruità, sulla base delle rilevazioni effet­ tuate dall’Osservatorio sul mercato immobiliare pubblicato da Nomisma (1977), sono di seguito riportati: Centri minimo £ 9.400/mq massimo £ 12.400/mq Semicentri minimo massimo £ 7.500/mq £ 10.250/mq Periferie minimo massimo £6.000/mq £/8.250 mq Per gli immobili oggetto di stima è stato considerato il valore medio relati­ vo alla loro zona di appartenenza: £ 10.917/mq per le centrali; £ 8.875/mq per le intermedie; £ 7.125/mq per le periferiche. Per i valori relativi alle sei voci di spesa illustrate nel secondo capitolo, è stato adottato il seguente criterio. Spese di manutenzione ordinaria e straordinaria (min 3,50 % - max 6,00 %) Si è tenuto conto dello stato di conservazione esterno secondo il seguente schema: 12 Riferiti al maggio 1997 GIAMPAOLO MARCHI 48 stato di conservazione esterno: ⇒ 6,00 % scarso sufficiente ⇒ 4,00 % ottimo ⇒ 3,00 % mediocre ⇒ buono ⇒ 5,00 % 3,50 % Spese per servizi ed amministrazioni (min 2,00 % - max 4,00 %) La percentuale di spesa relativa è stata fissata in funzione dei servizi condominiali di cui usufruisce l’unità immobiliare: - assenza di ascensore e riscaldamento centralizzato - presenza ascensore - presenza riscaldamento centralizzato - presenza ascensore + riscaldamento centralizzato - ascensore + riscaldamento centralizzato + verde condom. - ascensore + risc. centr. + verde condom. + portineria 0,50 % 1,00 % 2,00 % 3,00 % 3,50 % 4,00 % Alee per sfitti ed inesigibilità Non sussistendo in generale apprezzabili situazioni di rischio al riguardo è stato considerato un valore unico pari a 0,00 %. Spese per assicurazioni Stante la diffusa disattenzione degli utenti (proprietari e conduttori) nei confronti della copertura assicurativa sia pur limitata alla responsabilità civili­ stica è stato assegnato il valore 0,00 %. Aliquote di ammortamento Il contributo di tale voce non è stato ritenuto significativo, pertanto è stato assegnato un valore pari a 0,00 %. Aliquote per imposte e tasse (max 30,00 % - min 24,00 %) Poiché la determinazione esatta di tale voce presenta notevoli difficoltà, è stata considerata la tariffa catastale13 in funzione della quale viene determinata l’I.C.I. I valori percentuali sono riportati nella tabella seguente: 13 La tariffa è quella attuale, non essendo state ancora determinate le nuove tariffe ai sensi della L. 23/12/1996 n° 662 e del D.P.R. 23/03/98 n° 138. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari categoria A/2 A/2 A/2 A/2 A/3 A/3 A/3 A/4 A/3 A/4 A/4 classe 4 3 2 1 4 3 2 3 1 2 1 49 tariffa cat. £ 441.000 £ 378.000 £ 320.250 £ 273.000 £ 236.250 £ 199.500 £ 168.000 £ 168.000 £ 141.750 £ 141.750 £ 120.750 spesa 30,00 % 29,50 % 29,00 % 28,50 % 28,00 % 27,00 % 26,00 % 26,00 % 25,00 % 25,00 % 24,00 % Un prospetto riassuntivo dei dati relativi alle singole voci di spesa ed ai più probabili canoni di locazione è riportato nella tabella III14, riportata alla pagina seguente. In essa: “Cat” indica la categoria catastale dell’immobile; “Cl” la classe relativa alla categoria; “Ce” lo stato di conservazione esterno; “mq” la superficie commerciale. 14 Contenuta nel C.D., Folder: Formato A5, file:Tabella II-III A5.xls. GIAMPAOLO MARCHI 50 3.3.2 Più probabile valore in funzione dell’affitto dedotto dalla legge sull’equo canone Questo valore deriva dall’applicazione della Legge n. 392 del 27 Luglio 1978, meglio nota come “Legge equo canone”, secondo la quale il canone di locazione è pari al 3,85% del prodotto della superficie convenzionale per il costo base per metro quadrato. Per quanto attiene l’applicazione della legge la superficie conven-zionale è stata già definita nel secondo paragrafo di questo capitolo. Il costo base per metro quadro è dato dal prodotto: Cbc x a x b x c x d x e x f ove Cbc rappresenta il costo base convenzionale; a), b), c), d), e), f) rispettiva­ mente i coefficienti: tipologico, demografico, di ubicazione, di livello di piano, di conservazione, di vetustà. Questi ultimi si ricavano dalle seguenti tabelle a) coefficiente tipologico abitazione di tipo signorile abitazione di tipo civile abitazione di tipo economico abitazione di tipo popolare abitazione di tipo ultrapopolare abitazione di tipo rurale abitazione tipo villini abitazione tipica dei luoghi A1 A2 A3 A4 A5 A6 A7 A11 b) coefficiente demografico Comuni superiori ai 400 mila abitanti Comuni superiori ai 250 mila abitanti Comuni superiori ai 100 mila abitanti Comuni superiori ai 50 mila abitanti Comuni superiori ai 10 mila abitanti Comuni fino ai 10 mila abitanti c) coefficiente di ubicazione (per Comuni con oltre 20 mila abitanti) zona agricola zona edificata periferica zona compresa tra periferia e centro storico zona di pregio particolare zona centro storico comparti o immobili degradati 2,00 1,25 1,05 0,80 0,50 0,70 1,40 0,80 1,20 1,10 1,05 0,95 0,90 0,85 0,85 1,00 1,20 1,20 1,30 0,90 Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 51 d) coefficiente di livello di piano piano seminterrato piano terreno piani intermedi e ultimo piano piano attico e) f) 0,80 0,90 1,00 1,20 coefficiente di conservazione scadente mediocre normale 0,60 0,80 1,00 coefficiente di vetustà immobili costruiti negli ultimi cinque anni, escluso quello in cui viene svolta la stima: immobili costruiti nei successivi quindici anni immobili costruiti nei successivi trent’anni 1,000 -0,010 per anno -0,005 per anno. Il valore del Cbc è differente a seconda che l’immobile si trovi nell’Italia settentrionale e centrale o nell’Italia meridionale e isole; per gli anni preceden­ ti il 1976 esso è pari a £ 250.000 per il settentrione ed il centro, e £ 225.000 per il meridione e le isole, mentre per gli anni successivi assume valori cre­ scenti15, pubblicati dall’ISTAT. 15 Riepilogo costo base di produzione 1975 – 1995 edifici ultimati Centro-Nord Sud-Isole entro il 31-12-1975 entro il 31-12-1976 entro il 31-12-1977 entro il 31-12-1978 entro il 31-12-1979 entro il 31-12-1980 entro il 31-12-1981 entro il 31-12-1982 entro il 31-12-1983 entro il 31-12-1984 entro il 31-12-1985 entro il 31-12-1986 £ £ £ £ £ £ £ £ £ £ £ £ £ £ £ £ £ £ £ £ £ £ £ £ 250.000 285.000 325.000 370.000 430.000 500.000 580.000 680.000 770.000 840.000 900.000 930.000 225.000 260.000 300.000 340.000 395.000 460.000 530.000 620.000 700.000 765.000 820.000 850.000 Valori determinati con D.P.R sino al 31/12/1990, e successivamente con D.M.LL.PP. GIAMPAOLO MARCHI 52 entro il 31-12-1987 entro il 31-12-1988 entro il 31-12-1989 entro il 31-12-1990 entro il 31-12-1991 entro il 31-08-1992 entro il 31-12-1992 entro il 31-12-1993 entro il 31-12-1994 entro il 31-12-1995 entro il 31-12-1996 entro il 31-12-1997 £ 970.000 £ 1.030.000 £ 1.090.000 £ 1.155.000 £ 1.250.000 £ 1.275.000 £ 1.277.000 £ 1.309.000 £ 1.347.000 £ 1.383.000 £ 1.422.000 £ 1.450.000 £ 890.000 £ 950.000 £ 1.010.000 £ 1.070.000 £ 1.160.000 £ 1.180.000 £ 1.185.000 £ 1.215.000 £ 1.250.000 £ 1.284.000 £ 1.320.000 £ 1.346.000 Una volta calcolato il 3,85% del prodotto Cbc x a x b x c x d x e x f, per ot­ tenere l’equo canone mensile occorre dividere per dodici tale risultato, quindi aggiornarlo sulla base del 75% dell’aumento dell’indice ISTAT rispetto alla base 1978 = 100, tenendo presente che, ai sensi dell’art. 1, legge 25/7/1994 n. 377, sugli immobili adibiti ad uso abitazione, l’aggiornamento del canone di locazione di cui all’art. 24 legge 392/78, relativo al 1984, non si applica. Se l’immobile è stato ultimato entro il 1975, l’aggiornamento, calcolato a fine Giugno del 1997, è pari a +249,225%. Se invece è stato ultimato dopo il 31/12/1975, l’aggiornamento è calcolato come il 75% della variazione dell’indice intercorsa tra il Dicembre dell’anno in cui è stato ultimato l’immobile ed il Dicembre 1997. I valori utilizzati nelle stime sono stati i seguenti: 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 332,250% 279,375% 241,725% 189,450% 143,400% 110,325% 83,430% 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 66,300% 66,300% 55,125% 49,725% 43,650% 37,500% 30,675% 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 24,300% 18,675% 14,400% 10,950% 7,650% 3,075% 1,125% Per gli immobili ultimati tra il 1 gennaio 1976 ed il 31 dicembre 1978 la variazione utilizzata è quella relativa al periodo Dicembre 1978 – Dicembre Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 53 1997, in quanto la legge 392 è stata promulgata nel 1978 e non reca alcuna di­ sposizione transitoria avente carattere retroattivo16. Una volta noto Req, valore del reddito netto ritraibile dall’equo cano­ ne, si può calcolare il teorico valore Veq dalla relazione Veq = Req r nella quale il valore di r coincide con il saggio di capitalizzazione già calcola­ to nel paragrafo 3.3.1 per la locazione ad affitto corrente. 3.4 La stima del più probabile valore di mercato con il metodo di compa­ razione diretta L’applicazione di questo metodo ha consentito di ricavare due valori diffe­ renti, uno relativo ai valori di mercato e l’altro ai nuovi estimi catastali17. 3.4.1 Più probabile valore in funzione dei prezzi di mercato Anche in questo caso, prima di determinare il valore di mercato, è necessa­ rio attribuire i valori ai quattro coefficienti: di localizzazione, posizione, tipo­ logici e produttivi. I valori dei coefficienti risultanti dagli archivi del laboratorio sono stati sot­ toposti a verifica, come già illustrato nel caso della comparazione indiretta, poiché frequentemente la valutazione dei predetti parametri risultava incon­ gruente con la analoga valutazione già effettuata dal medesimo rilevatore per la comparazione indiretta18. Non si è ritenuto obiettivo, p. es., che due unità immobiliari dello stesso edificio presentassero coefficienti di localizzazione differenti. Di seguito viene illustrato il criterio con il quale sono stati attribuiti i sin­ goli coefficienti: tale criterio naturalmente risulta comune sia per gli immobili oggetto di stima che per quelli di confronto. 16 In tal senso la giurisprudenza si è costantemente espressa. Per nuovi estimi catastali si intendono quelli attualmente in vigore e non già le nuove ta­ riffe, ancora da determinarsi, ai sensi della L. 23/12/1996 n° 662 e del D.P.R. 23/03/98 n° 138. 18 Il fatto potrebbe apparire singolare; tuttavia la ricerca ha posto in evidenza la difficoltà, anche da parte di un rilevatore esperto, nel valutare omogeneamente i medesimi parametri qualora riferiti a due differenti situazione di confronto. In sintesi ha evidenziato un reale problema delle procedure della valutazione contingente. Infatti il medesimo rilevatore, chiamato a valutare sostanzialmente i medesimi parametri (localizzazione, posizione, tipolo­ gici e produttivi), ma alternativamente riferiti ad una comparazione diretta (finalizzata ad individuare un valore di scambio) e ad una comparazione indiretta (fondata sulla determina­ zione del valore d’uso) esprime assai di sovente apprezzamenti tra loro non congruenti; tal­ volta anche divergenti. 17 GIAMPAOLO MARCHI 54 Caratteristiche di localizzazione zona periferica intermedia centrale val min 15 10 5 val max 35 30 10 La valutazione della localizzazione deve risultare congruente con quella già effettuata per i coefficienti 1), 2), 3), 4), 5) relativi alla comparazione indiretta. Pertanto si è ritenuto di poter ricavare da questi ultimi il coefficiente di lo­ calizzazione sulla base del seguente impianto logico. L’intervallo di variazione della somma dei cinque coefficienti 1), 2), 3), 4) e 5) è compreso tra il valore minimo +0,82 e quello massimo -0,82, pertanto il ∆ totale sarà 1,64. Sia X il coefficiente di localizzazione relativo alla comparazione diretta, Y quello relativo alla comparazione indiretta [pari alla somma dei valori 1), 2), 3), 4), 5)] e: il corrispondente delta. ∆Y = 0,82 –Y Indichiamo adesso con ∆x il delta totale relativo al coefficiente X, e con Xmin il valore minimo che quest’ultimo può assumere. Il valore di X si ricava dall’equazione (0,82 − Y ) = ( X − X min ) ∆x 1,64 Rispettivamente per le zone centrali, intermedie e periferiche nella generi­ ca forma dell’equazione sopra indicata si dovranno introdurre i differenti valo­ ri di Xmin e ∆x; si avrà pertanto: zona periferica (0,82 − Y ) = ( X −15) zona intermedia (0,82 − Y ) = ( X −10) zona centrale (0,82 − Y ) = ( X − 5) 1,64 1,64 1,64 20 20 5 Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 55 Caratteristiche di posizione zona periferica intermedia centrale val min 10 10 15 val max 25 20 25 Dall’analisi dei coefficienti di posizione 6), 7), 8), 9), relativi alla compa­ razione indiretta, è stata ricavata la seguente scala di incidenza di ciascuna del­ le diverse caratteristiche, nella quale si considera l’altezza dal piano stradale come base unitaria: esposizione prevalente panoramicità luminosità prospicienza altezza dal piano stradale 1,25 4,50 1,25 1,25 1,00 Il delta relativo al coefficiente di posizione è stato quindi ripartito in fun­ zione di queste proporzioni, e ciascuna quota, relativa ad una singola caratteri­ stica, è stata uniformemente ripartita tra i vari gradini della scala di valutazio­ ne della stessa. Sono state così ricavate due tabelle: - una valida per le zone centrali ed intermedie (delta pari a 10); l’altra valida per le zone periferiche (delta pari a 15). scarsa insufficiente sufficiente buona ottima prosp. 0,00 0,51 1,02 1,53 2,04 Zona periferica esp. lum. pan. 0,00 0,00 0,00 0,51 0,51 1,82 1,02 1,02 3,64 1,53 1,53 5,46 2,04 2,04 7,28 alt. 0,00 0,40 0,80 1,20 1,60 P. terra P. 1° P. intermedio P. ultimo P. attico GIAMPAOLO MARCHI 56 scarsa insufficiente sufficiente buona ottima prosp. 0,00 0,34 0,68 1,02 1,36 Zone intermedie-centrali esp. lum. pan. 0,00 0,00 0,00 0,34 0,34 1,21 0,68 0,68 2,42 1,02 1,02 3,63 1,36 1,36 4,84 alt. 0,00 0,27 0,54 0,81 1,08 P. terra P. 1° P. intermedio P. ultimo P. attico Questo metodo consente di valutare i singoli contributi da sommare al co­ efficiente minimo di posizione, necessari per determinare il coefficiente finale; rispetta inoltre la condizione per la quale ad un immobile che presenta tutte le caratteristiche di posizione peggiori viene attribuito il coefficiente minimo e viceversa. Caratteristiche tipologiche zona periferica intermedia centrale val min 5 20 15 val max 20 25 30 Dall’analisi dei coefficienti tipologici 10), 11), 12), relativi alla compara­ zione indiretta, è stata ricavata la seguente scala di incidenza delle singole ca­ ratteristiche: grado di rifinitura interno grado di rifinitura esterno stato di conservazione interno conservazione esterno livello tecnologico degli impianti età dell’edificio 1,00 1,00 1,50 1,50 2,00 2,50 Con procedimento analogo, a quello adottato per le caratteristiche di posi­ zione, sono stati ricavati i contributi al coefficiente tipologico finale relativi alle singole caratteristiche, fatta eccezione per l’età dell’edificio, per la quale si è adottato un criterio simile a quello proposto dalla legge sull’equo canone, e già visto precedentemente. I risultati sono riportati nelle seguenti tabelle. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 57 grado di rifinitura interno mediocre ordinario sufficiente discreto buono ottimo zone periferiche e centrali 0,00 0,32 0,64 0,96 1,28 1,60 zone intermedie 0,00 0,11 0,22 0,33 0,44 0,55 grado di rifinitura esterno ordinario sufficiente discreto buono ottimo zone periferiche e centrali 0,00 0,40 0,80 1,20 1,60 zone intermedie 0,00 0,14 0,28 0,42 0,55 stato di conservazione interno scarso mediocre ordinario sufficiente buono ottimo zone periferiche e centrali 0,00 0,48 0,96 1,44 1,92 2,40 zone intermedie 0,00 0,16 0,32 0,48 0,64 0,80 stato di conservazione esterno scarso mediocre sufficiente buono ottimo zone periferiche e centrali 0,00 0,60 1,20 1,80 2,40 zone intermedie 0,00 0,20 0,40 0,60 0,80 GIAMPAOLO MARCHI 58 età dell’edificio 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 1988 1987 1986 1985 1984 1983 1982 1981 perif. centrali 4,00 3,80 3,60 3,40 3,20 3,05 2,90 2,75 2,60 2,45 2,30 2,15 2,00 1,85 1,70 1,60 1,50 interm. 1,32 1,25 1,18 1,11 1,04 0,99 0,94 0,89 0,84 0,79 0,74 0,69 0,64 0,59 0,54 0,51 0,48 1980 1979 1978 1977 1976 1975 1974 1973 1972 1971 1970 1969 1968 1967 1966 1965 1964 perif. centrali 1,40 1,30 1,20 1,10 1,00 0,90 0,80 0,70 0,60 0,50 0,40 0,30 0,20 0,10 0,00 0,00 0,00 livello tecnologico degli impianti scarso mediocre sufficiente discreto buono ottimo zone periferiche e centrali 0,00 0,60 1,20 1,80 2,40 3,00 zone intermedie 0,00 0,20 0,40 0,60 0,80 1,00 Caratteristiche di produttività zona periferica intermedia centrale val min 10 10 25 val max 20 25 35 interm. 0,45 0,42 0,39 0,36 0,33 0,30 0,27 0,24 0,21 0,18 0,15 0,12 0,09 0,06 0,03 0,00 0,00 Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 59 Anche per la comparazione diretta tale caratteristica è stata valutata come sola funzione della superficie commerciale, per i motivi discussi nella corri­ spondente sezione della comparazione indiretta. È stata così utilizzata la stessa suddivisione degli immobili ricavata, apportando alcune modifiche, dalla ver­ sione originale proposta dal Genio Civile. superficie dell’appartamento sino a 40 mq da 40 a 60 mq da 60 a 80 mq da 80 a 90 mq da 90 a 120 mq da 120 a 150 mq da 150 a 180 mq oltre 180 mq coeff. produttività + 30,00 % + 20,00 % + 10,00 % + 5,00 % 0,00 % - 5,00 % - 7,50 % -10,00 % In questo caso la condizione standard è data, da un coefficiente medio pari a 15,00 per le aree periferiche, pari a 17,50 per le aree intermedie e pari a 30 per le aree centrali, cui vengono apportate le relative aggiunte o detrazioni in funzione delle percentuali sopra elencate. Dalla successiva tabella si ricava il valore del coefficiente di produttività per ciascuna zona. sino a 40 mq da 40 a 60 mq da 60 a 80 mq da 80 a 90 mq da 90 a 120 mq da 120 a 150 mq da 150 a 180 mq oltre 180 mq zona periferica 19,50 18,00 16,50 15,75 15,00 14,25 13,87 13,50 zona intermedia 22,75 21,00 19,25 18,37 17,50 16,63 16,19 15,75 zona centrale 35,00 35,00 33,00 31,50 30,00 28,50 27,75 27,00 Su queste basi è stato possibile attribuire i valori ai coefficienti di ciascuno degli immobili costituenti il campione oggetto di studio. È stata poi individuata una serie di immobili di confronto, con caratteristi­ che analoghe a quelli oggetto di stima, onde consentire la comparazione. Anche in questo caso i dati storici, relativi ad operazioni di compravendita che hanno avuto come oggetto unità immobiliari di categoria catastale A, sono stati ricavati dall’archivio del laboratorio, con la sola accortezza consistente nello sconto all’attualità dei prezzi negli stessi contenuti. GIAMPAOLO MARCHI 60 Lo sconto all’attualità dei prezzi, è stato effettuato sulla base dell’andamento medio del mercato, riassunto dal seguente grafico19, da cui è stato possibile ricavare l’algoritmo di aggiornamento dei prezzi al 1997. ANDAMENTO DEI VALORI IMMOBILIARI E DELL'INFLAZIONE 262 153 118 133 100 131 108 115 186 221 685 662 654 650 645 546 308 315 257 295 338 346 326 376 394 355 369 423 392 413 469 440 467 498 524 547 568 600 624 643 CASA (*) INFLAZIONE 162 Fonte: Scenari Immobiliari 715 654 (*) prezzo medio di un alloggio do 100 mq situato nel semicentro di una grande città 1976 '77 '78 '79 '80 '81 '82 '83 '84 '85 '86 '87 '88 '89 '90 '91 '92 '93 '94 '95 '96 '97 Il prezzo medio delle case, espresso in milioni, ha corso molto più dell'inflazione nei sette anni di crisi dal 1988 al '96. Il 1997 segna l'inversione di tendenza. Consideriamo, ad esempio, la curva dei prezzi, i cui valori sono stati otte­ nuti ponendo il 1976 come base = £ 100. Il valore relativo al 1992 è pari a £ 715, il che significa che 100 lire investite nel 1976 nell’acquisto di una unità immobiliare costituiscono nel 1992 un capitale pari a 715 lire. Ragionando analogamente sulla curva dell’inflazione possiamo dire che il potere di acquisto di 100 lire nel 1976 è pari al potere di acquisto di 524 lire nel 1992. Per aggiornare i dati del 1992 al 1997 è necessario porre l’anno 1992 come base = £ 100; l’algoritmo di aggiornamento dei prezzi sarà pertanto: £ 715 : £ 100 = £ 645 : X ⇒ X = £ 90,21 il che significa che 100 lire investite nel 1992 nell’acquisto di una unità im­ mobiliare costituiscono nel 1997 un capitale pari a 90,21 lire, mentre l’algoritmo di aggiornamento del potere d’acquisto sarà dato dalla relazione £ 524 : £ 100 = £ 643 : X 19 Scenari Immobiliari, rapporto annuale. ⇒ X = £ 122,71 Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 61 quest’ultima indica che il potere d’acquisto di 100 lire nel 1992 è pari al potere d’acquisto di 122,71 lire nel 1997. Per aggiornare al 1997 un prezzo del 1992 sarà pertanto sufficiente molti­ plicarlo per 0,9021; questo non significa che dal 1992 ad oggi l’investimento immobiliare ha prodotto una perdita del 10% circa perché occorre considerare la svalutazione della moneta che incide, in questo caso, per un altro 20%. I prezzi considerati, tuttavia, non devono tenere conto dell’inflazione nel momento in cui compaiono come valori di un procedimento estimativo. Procedendo in modo analogo per i valori relativi ad anni diversi dal 1992, si ottengono i seguenti risultati: base £ 100 base £ 100 base £ 100 base £ 100 base £ 100 ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ ⇒ 1992 1993 1994 1995 1996 inflazione casa differenza £ 122,71 £ 117,55 £ 113,20 £ 107,17 £ 103,04 £ 90,21 £ 94,16 £ 97,43 £ 98,62 £ 99,23 £ 32,50 £ 23,39 £ 15,77 £ 8,55 £ 3,81 fattore di conversione 0,9021 0,9416 0,9743 0,9862 0,9923 Nelle pagine seguenti sono riportate quattro tabelle20. La tabella IV illustra i coefficienti di localizzazione, posizione, tipologici e produttivi degli immobili oggetto di stima. La tabella V descrive gli immobili di confronto; in alcuni casi le caratteri­ stiche sono illustrate mediante il coefficiente corrispondente al contributo da sommare al rispettivo coefficiente minimo di posizione o tipologico. In essa compaiono inoltre i prezzi degli immobili aggiornati al 1997. Nella tabella VI compaiono i coefficienti relativi agli immobili di confron­ to. La tabella VII riporta, per ciascuna unità immobiliare oggetto di stima, gli immobili con i quali è stata effettuata la comparazione diretta; essi sono stati scelti tra quelli, appartenenti allo stesso mercato elementare omogeneo della prima, che presentavano maggiori analogie dal punto di vista delle caratteristi­ che di localizzazione, posizione, tipologiche e produttive. 20 Contenute nel C.D. nel Folder Formato A5 e rispettivamente denoninate Tabella IV A5.xls, Tabella V (parte 1-2) –VI A5.xls, Tabella VII A5.xls GIAMPAOLO MARCHI 62 3.4.2 Più probabile valore in funzione degli estimi catastali In questo caso il valore viene desunto dall’elaborazione dei dati con i quali l’unità immobiliare è censita presso il N.C.E.U. Nota infatti la consistenza vc dell’immobile, espressa in vani catastali, la categoria e la relativa classe si ricava la tariffa catastale Tc. Definita, per gli immobili di categoria A, la rendita catastale Rc come il prodotto21: Tc x 100 x 1,05 il valore cercato Vc si ricava dalla relazione Vc = vc ⋅ Rc Per calcolare il valore catastale è quindi sufficiente conoscere tariffa e con­ sistenza. Per quanto riguarda le tariffe, a parità di categoria e classe catastale, i valo­ ri sono differenti nelle diverse zone censuarie nelle quali è suddiviso l’intero territorio comunale (escluso il caso in cui sia prevista una zona unica). La città di Cagliari prevede due zone censuarie. Gli immobili oggetto di stima ricadono all’interno della prima, per la qua­ le, a partire dal 1 Gennaio 1997, sono in vigore le seguenti tariffe: cat. classe tariffa cat. classe A1 unica £ 556.500 A3 1 A3 2 A2 1 £ 237.000 A3 3 A2 2 £ 320.250 A3 4 A2 3 £ 378.000 A2 4 £ 441.000 tariffa £ 141.750 £ 168.000 £ 199.500 £ 236.250 cat. classe tariffa A4 1 £ 120.750 A4 2 £ 141.750 A4 3 £ 168.000 A7 1 £ 299.250 L’unità di consistenza catastale, per gli immobili di categoria A, è il vano utile, definito come lo spazio chiuso da muri e pareti, dal pavimento al soffit­ to, avente destinazione principale nell’uso ordinario dell’unità immobiliare. I vani si distinguono in : - vani principali (camere, salotti, cucina, gallerie, ecc.); - accessori a servizio diretto (bagno, ripostiglio, ingresso, veranda, corridoio), che abbiano una superficie utile inferiore ai vani normali; - accessori a servizio complementare (spazi e annessi integranti, quali le sof­ fitte, le legnaie, ecc.). 21 La maggiorazione del 5% è stata introdotta dalla finanziaria 1997 Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 63 La consistenza totale dei vani utili di una unità immobiliare del gruppo A si ottiene sommando: - i vani principali normali, nonché le relative eventuali eccedenze rispetto alla superficie utile normale; - i vani accessori a servizio diretto, calcolati per 1/3 di vano utile; - i vani accessori a servizio complementare, calcolati per 1/4 di vano utile; - eventuali dipendenze (area scoperta, giardino, portici, ecc.) fino ad un massimo del 10% della consistenza totale, di cui ai tre punti precedenti. La consistenza complessiva così ottenuta va infine arrotondata al mez­ zo vano. La consistenza di ciascun immobile, singolarmente verificata, è riportata, insieme agli altri dati catastali, nella tabella VIII22. 22 Nel C.D., Folder: Formato A5, file: Tabella VIII A5.xls GIAMPAOLO MARCHI 64 CAPITOLO IV I risultati delle stime In questo capitolo vengono illustrati i quattro più probabili valori unitari di stima delle 237 unità immobiliari che costituiscono il campione su cui si basa lo studio del mercato residenziale Cagliaritano. Per semplicità espositiva a ciascun valore è stata assegnata una sigla: Vd1 = più probabile valore unitario di stima per comparazione diretta a prezzi di mercato; Vd2 = più probabile valore unitario di stima per comparazione diretta in base agli estimi catastali; Vi2 = più probabile valore unitario di stima per comparazione indiretta, me­ diante capitalizzazione dei redditi ad affitto corrente di mercato; Vi2 = più probabile valore unitario di stima per comparazione indiretta, me­ diante capitalizzazione dei redditi ad equo canone. Prima di riportare i valori delle stime occorre sottolineare che i valori uni­ tari di Vd2 risultano univocamente determinati derivando dalla relazione Vd2 = rendita _ catastale × n° _ vani sup erficie _ c om merciale Per gli altri tre valori invece è stato necessario apportare delle varianti al procedimento base di calcolo descritto nei capitoli precedenti, in seguito a cir­ costanze dovute a particolari, e talvolta contraddittori, aspetti locali del merca­ to immobiliare di Cagliari. 4.1 Il calcolo d el più probabile valore unitario di stima per comparazione diretta a prezzi di mercato (Vd1) Il procedimento base per determinare il valore Vd1 prevede, una volta noti i coefficienti totali (somma dei coefficienti di localizzazione, posizione, tipo­ logico e produttivo) ed i prezzi dei singoli immobili di confronto, di definire una scala ordinata dei predetti prezzi in rapporto al coefficiente totale che ca­ ratterizza ogni singolo immobile di confronto. Il valore Vd1 viene determinato per interpolazione lineare dei prezzi dei due immobili di confronto i cui coefficienti totali precedono e seguono quello dell’immobile oggetto di stima. Supponiamo per esempio di aver realizzato la seguente scala dei prezzi Analisi dei valori immobiliari. Cagliari coefficiente 76 prezzo / mq £ 1.600.000 79 x 80 £ 2.000.000 65 81 £2.075.000 85 £ 2.215000 nella quale i valori relativi all’immobile oggetto di stima sono evidenziati in grassetto. Dall’interpolazione lineare dei prezzi £/mq 1.600.000, x, £/mq 2.000.000, relativi rispettivamente ai coefficienti 76, 79, 80 si ricava un valore di x pari a £/mq 1.900.000. Questo procedimento, tuttavia, si è dimostrato inefficace in due circostanze: − il coefficiente totale dell’immobile oggetto d stima si colloca ad un estre­ mo della scala dei prezzi, rendendo vana l’interpolazione lineare per la mancanza dei dati relativi ad un’immobile di confronto; − l’immobile oggetto di stima si colloca tra due unità di confronto alle quali corrispondono prezzi inversamente proporzionali ai loro coefficienti, per­ tanto l’interpolazione lineare porterebbe, paradossalmente, a penalizzare gli immobili di migliori qualità. In entrambi i casi si è ricorso alla regressione lineare (paragrafo 2.2.3.) per costruire la retta interpolante dei prezzi in funzione dei coefficienti totali e dei prezzi relativi a tutti gli immobili di confronto coinvolti nella singola compa­ razione; l’equazione della retta consente di calcolare il valore Vd1 in base al corrispondente coefficiente totale. 4.2 Il calcolo dei più probabili valori unitari di stima per capitalizzazione dei redditi (Vi1, Vi2) Il procedimento di calcolo esposto nel paragrafo 3.3 determina il saggio di capitalizzazione r partendo da un valore medio rm = 3,50; tale valore medio aumenta o diminuisce in funzione delle caratteristiche intrinseche ed estrinse­ che dell’immobile. L’applicazione dello stesso saggio medio a tutta l’area urbana ha portato a significative differenze tra i valori Vd1 e Vi1. Poiché tali differenze non sono risultate saltuarie ed uniformemente distri­ buite su tutto il mercato, bensì frequenti in specifiche aree omogenee dello stesso, è stata valutata l’ipotesi della coesistenza, nell’area urbana di Cagliari, di differenti valori medi del saggio r. Questi ultimi sono stati valutati calcolando, per ciascuno dei 237 immobili, più valori di Vi1 relativi a differenti rm; dal confronto dei diversi Vi1 con il corrispondente Vd1 è stato quindi definito, per ciascuna zona, un valore rm tale da rendere minimo lo scarto tra la coppia di valori. Nelle due aree relative al quartiere di San Benedetto non è stato possibile definire un valore unico di rm,; in questo caso è stato definito un intervallo di GIAMPAOLO MARCHI 66 variazione il cui valore intermedio è stato assegnato agli immobili oggetto di stima per definirne il valore Vi1. Con un ragionamento analogo, anche Vi2 e stato calcolato partendo dallo stesso valore di rm con il quale è stato ricavato Vi1. Di seguito vengono riportati i singoli valori di rm relativi alle 13 aree nelle quali è stato suddiviso l’intero mercato oggetto di studio. A) Is Mirrionis (parte alta) B) Is Mirrionis (parte bassa) C) Mulinu Becciu D) Zona Via Liguria – Via Campania E) Zona Via Castiglione – Viale Marconi F) Zona Via Biasi – Via dei Giudicati G) San Benedetto ovest H) San Benedetto est I) Genneruxi L) Zona Viale Poetto M) Zona Amsicora – Via della Pineta N) Bonaria O) Zona Centrale rm 3,75 % 4,00 % 3,00 % 3,50 % 3,00 % 3,00 % 3, 25 % ÷ 3,75 % 3,00 % ÷ 3,50 % 2,75 % 2,75 % 2,75 % 3,00 % 3,50 % Nelle pagine seguenti vengono riportate tre tabelle23: − la tabella IX illustra i differenti valori di Vi1 al variare del saggio medio di capitalizzazione; − la tabella X evidenzia le differenze tra Vd1 ed i diversi Vi1 (relativi a diffe­ renti rm) in base alle quali sono stati ricavati i valori medi di zona del sag­ gio di capitalizzazione; − la tabella XI riporta i quattro più probabili valori di stima ricavati dal­ lo studio, insieme al valore di rm dal quale si è partiti per definire il saggio di capitalizzazione relativo al singolo immobile. 23 Tutte le tre tabelle sono contenute nel C.D., nel folder Formato A5, con i seguenti nomi dei files: Tabella IX-X A5.xls, Tabella XI A5.xls. La Tabella IX-X A5.xls, oltre i dati riportati in stampa, consente di porre ad immediato raf­ fronto, rendendo attivo il quadro “generale” la stima per comparazione indiretta ad affitto corrente al variare del saggio di capitalizzazione con i valori derivanti dalla comparazione diretta; evidenziando inoltre le differenze di valore, sempre al variare del saggio di capitaliz­ zazione. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 67 CAPITOLO V L’analisi statistica dei dati Il metodo, definito nei precedenti capitoli, consente di stimare i più proba­ bili valori di un’unità immobiliare in funzione di quattro coefficienti (localiz­ zazione, posizione, tipologico e produttivo) che ne definiscono le caratteristi­ che intrinseche ed estrinseche. Analiticamente questo significa che il valore di stima rappresenta la varia­ bile dipendente del problema, mentre i singoli coefficienti costituiscono le va­ riabili indipendenti. Una volta noti i valori delle stime, si pone il problema di valutarne la signi­ ficatività statistica, cioè capire se tali valori sono il semplice risultato di un al­ goritmo risolutivo meramente matematico oppure se la variazione dei valori immobiliari in funzione delle variazioni dei coefficienti abbia una significati­ vità statistica, risultando quindi più o meno aderente alla realtà. Lo strumento utilizzato per studiare la significatività delle relazioni tra i coefficienti ed i valori di stima è l’analisi di regressione. Nel paragrafo successivo verrà svolta una breve illustrazione di quest’ultima, sottolineandone gli aspetti principali e le differenze tra i modelli di regressione semplice e multipla. 5.1 Il modello di regressione Lo studio di un fenomeno viene svolto, solitamente, su una serie di para­ metri caratteristici, con il fine di definirne quei particolari legami funzionali rappresentativi delle leggi che governano il fenomeno stesso. Il più semplice legame funzionale tra una variabile X indipendente ed una variabile Y dipendente è quello lineare, descritto dalla relazione: Y = β 0 + β1 X essendo β0 l’intercetta e (5.1) β1 il coefficiente angolare della retta. Tale relazione non rappresenta, tuttavia, un modello teoricamente soddi­ sfacente poiché implica che, assegnato il valore di X, sia determinato in modo assoluto il valore di Y. Le stesse conclusioni possono trarsi da qualsiasi tentativo di misurare il le­ game funzionale Y = f ( X ) tra due variabili X ed Y che intervengono in un processo; tutto questo ha molteplici motivazioni: − la conoscenza del fenomeno non si basa sulla totalità dei dati ma su un campione sia pur rappresentativo; GIAMPAOLO MARCHI 68 − le variabili del mondo reale sono soggette a fenomeni accidentali, come p. es. gli errori di misurazione, che sfuggono a qualsiasi considerazione di ti­ po deterministico; − le interrelazioni tra le variabili possono essere plurime, ed intervenire con pesi diversi in situazioni differenti. È possibile24 “pervenire ad una più compiuta formulazione del modello at­ traverso la relazione: Y = f (X ) + e , (5.2) essendo e una variabile casuale (v.c) che compendia l’insieme degli effetti e delle circostanze che impediscono alla (5.2) di costituire un legame teorico di tipo prettamente matematico. Ulteriori specificazioni sul modello richiederanno di esplicitare la forma funzionale f(X), per quanto riguarda la componente deterministica, e le pro­ prietà della variabile casuale e, per quanto riguarda la componente stocastica”. 5.1.1 Il modello di regressione lineare semplice Gli aspetti significativi del modello di regressione semplice (cioè a due va­ riabili) sono una generalizzazione di quelli relativi al modello di regressione multipla (a più di due variabili), quindi potrebbero essere ricavati dagli ultimi. Nella presente, illustrazione, tuttavia, si preferisce descrivere separatamen­ te i due modelli, poiché la maggiore semplicità del primo rispetto al secondo consente di comprendere più facilmente gli aspetti del problema, fondamentali per una giusta interpretazione statistica dei risultati ottenuti. Nel modello di regressione semplice f(X) assume la forma: f ( X ) = β 0 + β1h( X ) (5.3) ove h(X) è una funzione matematica nota della sola X. Nel modello di regressione lineare, h(X) = X, pertanto si avrà: Yi = β 0 + β1 X i + ei (i = 1, 2, …, N), (5.4) ove N rappresenta il numero di dati del campione statistico. 24 Piccolo D., Vitale C. (1984). Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 69 Per determinare l’equazione (5.4) occorre definire i valori dei due parame­ tri β 0 e β 1 ; questi si ottengono formulando alcune ipotesi sul modello linea­ re di regressione., due delle quali riguardano la varianza e la covarianza di una distribuzione. Data una distribuzione X di N elementi, di valore medio pari a µ , detta ni la frequenza del valore xi, la sua varianza è definita da: σ 2 ∑ = N i=1 (xi − µ ) 2 ni ∑ N i =1 i n Date due distribuzioni X e Y di N elementi ciascuna, rispettivamente di va­ lori medi µ x e µ y , si definisce covarianza: σ xy = Cov( X , Y ) = ∑i =1 ∑ j =1 ( xi − µ x )( x j − µ j ) pij N N Le ipotesi sul modello lineare di regressione sono le seguenti: 1) Yi = β 0 + β1 X i + ei (i = 1, 2, …, N) - definisce il modello da stimare, 2) valido per ogni osservazione del campione; E (ei ) = 0 (i = 1, 2, …, N) - deriva dalla necessità che gli scarsi positivi e negativi si compensino in media, coerentemente al carattere accidentale delle ei ; 3) Var (e) = σ 2 (i = 1, 2, …, N) - indica che la varianza delle variabili ca­ suali ei non cresca ne diminuisca al crescere o diminuire delle Yi (ipo­ tesi di omoschedasticità); 4) Cov(ei ,e j ) = 0 per i ≠ j - implica che le variabili casuali ei siano fra loro incorrelate, cioè abbiano covarianza nulla; 5) X è una variabile deterministica - quest’ultima ipotesi considera i dati re­ lativi alla variabile indipendente X come noti senza errore, per poter con­ sentire, sulla base di un opportuno criterio statistico, di determinare la ret­ ta β 0 + β1 X sulla base del campione considerato. GIAMPAOLO MARCHI 70 Sulla base di queste cinque ipotesi, si ricerca la retta dei minimi quadrati, cioè l’unica retta che rende minima la somma dei quadrati degli scarti. L’intercetta β 0 ed il coefficiente angolare β1 di tale retta si determinano applicando il metodo dei minimi quadrati di K. F. Gauss al nostro problema, la cui soluzione è data dalle due relazioni: β1 = ∑ (x − x )( y − y) = S S ∑ (x − x) i i 2 i xy 2 x (5.5) β 0 = y − β1 x Nelle (5.5) (xi yi) rappresentano i valori di stima, (xi , yi ) i valori medi tra quelli misurati, S xy = ∑ (xi − x)( yi − y) /N la covarianza campionaria, S xy = ∑ (xi − x) 2 / N la varianza campionaria di X. La valenza statistica della relazione (5.4) dipende dalla verifica della signi­ ficatività statistica dei parametri β 0 e β1 , e dalla bontà di accostamento della regressione ai dati osservati. La verifica della significatività statistica dei parametri β 0 e β1 consiste in un test delle ipotesi sugli stessi; in particolare il test H 0 : β1 = 0 contro l’alternativa H1 : β1 ≠ 0 è particolarmente indicativo, poiché se non si può rifiutare l’ipotesi H0 la regressione sarà del tipo Y = β 0 + e . In questo caso, infatti, la variabile X non ha alcun ruolo nello spiegare le variazioni di Y, poiché quest’ultima è una costante, rispetto ad X, a meno di variazioni di natura accidentale compendiate in e. Il valore di significatività di una regressione indica la probabilità che l’intercetta sia pari a zero; essa è funzione del t statistico, cioè del rapporto tra la stima campionaria del parametro ed il suo errore standard; tanto più prossi­ mo a zero risulta il valore di significatività, maggiore è la significatività stati­ stica della regressione. La misura della capacità della retta di regressione di interpolare i valori delle variabili può ottenersi graficamente, oppure analiticamente mediante l’indice di determinazione R2. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 71 Quest’ultimo metodo parte dalla relazione: Devianza totale = Devianza della regressione + Devianza residua in base alla quale25 “la variabilità totale del fenomeno Y, che si cerca di spiega­ re tramite la relazione lineare con il fenomeno X, si decompone sempre in una variabile dovuta alla retta di regressione e in una variabile dovuta ai residui. È evidente, allora, che maggiore sarà il contributo della deviazione della re­ gressione, tanto più la relazione lineare riuscirà a spiegare la variabilità di Y (e tanto minori saranno i residui e tanto più la retta passerà vicino ai dati campionari. Per contro, quanto più elevato sarà il contributo della deviazione residua, tanto più debole sarà la forza del legame lineare stimato con la regressione (tanto più rilevanti saranno i residui e tanto più elevata sarà la dispersione dei dati rispetto alla retta di regressione)”. In base a queste considerazioni si definisce indice di determinazione il rap­ porto R2 = Deviazione _ della _ regressione Deviazione _ residua (5.6) Dalla (5.6) si deduce che per R2 = 1 la retta di regressione passa per tutti i punti stimati (xi , yi ) , mentre per R2 = 0 la X non spiega assolutamente la va­ riazione della Y. Un valore interno all’intervallo (0..1), p. es. 0,86, sta ad indicare che “la re­ lazione lineare stimata fra X ed Y mediante la retta di regressione spiega l’86% della variabilità di Y, mentre esiste un residuo di variabilità non spiegata, pari al 14% ed attribuibile a quell’insieme di cause rappresentate dalle variabili ca­ suali ei”. 5.1.2 Il modello di regressione lineare multipla Nel caso in cui le variabili indipendenti siano più di una, e precisamente p 1, il modello di regressione lineare multipla prevede per la variabile indipen­ dente Y un legame funzionale del tipo (5.7) Y = β 0 + β1 X 1 + ... + β p −1 X p −1 + e1 In questo caso, oltre alle cinque ipotesi valide per il modello di regressione semplice, se ne aggiunge una sesta, secondo la quale fra due o più delle varia­ bili Xj non esiste una perfetta relazione lineare; se così non fosse infatti, le va­ riabili correlate darebbero le stesse informazioni su Y risultando ridondanti. Anche in questo caso, come nella regressione multipla, la significatività statistica di ciascun parametro dipende dal valore di significatività, e la bontà dell’accostamento dello spazio Rp-1 alla nuvola degli N valori stimati è misura­ 25 Piccolo D., Vitale C. (1984). GIAMPAOLO MARCHI 72 ta dall’indice di determinazione R2. Per la regressione multipla però si parla di indice di determinazione corretto. Quest’ultimo viene indicato con R 2 e tiene conto del numero delle varia­ bili indipendenti presenti nel modello. Tra i due indici esiste la seguente rela­ zione R 2 = 1 − (1 − R 2 ) N −1 N−p (5.8) 5.2 Il modello di regressione lineare applicato al mercato immobiliare di Cagliari L’analisi di regressione lineare non è stata svolta su tutti e quattro i valori di stima, bensì solo su quelli ricavati per comparazione diretta a prezzi di mer­ cato (Vd1), e per capitalizzazione dei redditi ad affitto corrente (Vi1), poiché questi ultimi sono gli unici commercialmente significativi in relazione alle condizioni reali di mercato. L’analisi di regressione è stata poi applicata anche alle stime dei valori ca­ tastali (Vd2) onde consentire un raffronto tra i valori fiscalmente significativi ed i valori espressi dal mercato. Il modello di regressione lineare è stato applicato a tre mercati differenti: − il primo costituito da tutte le unità immobiliari del campione di studio; − il secondo dalle 159 unità localizzate nelle aree intermedie; − il terzo dalle 67 unità site nelle aree centrali. La presenza di soli 11 immobili localizzati nelle aree periferiche, invece, non ha consentito di effettuare, per le stesse, analogo studio. 5.2.1 L’analisi dei valori Vd1 Nel paragrafo 4.1 è stato spiegato perché una parte dei valori Vd1 sia stata calcolata con una variante al procedimento standard. Alcuni di tali valori, nel seguito definiti outliers, sono riferibili ad immobi­ li che (in una scala dei prezzi definita dai rispettivi immobili di confronto) si collocano tra due valori i cui coefficienti totali risultavano inversamente pro­ porzionali ai rispettivi prezzi. Pertanto, valutata l’ipotesi che questi outliers potessero influenzare negati­ vamente la validità del campione di dati nell’analisi di regressione, si è cercato di classificarli statisticamente in base alla loro effettiva attendibilità. Tale classificazione è partita dall’ipotesi che gli scarti tra i valori dei due immobili di confronto, tra i quali si colloca l’unità oggetto di stima, presentas­ sero una curva di probabilità di tipo gaussiano. Il dominio della curva di probabilità normale di Gauss è stato suddiviso in tre intervalli, in funzione della varianza σ2 degli scarti e del loro valore medio M: Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 73 M + 0,3σ ; intervallo b) – valori compresi tra M − 0,3σ e M + 0,3σ ; intervallo c) – valori inferiori a M − 0,3σ . intervallo a) – valori superiori a Si è considerato un valore di 0,3σ poiché esso, solitamente, consente di ri­ cavare dal dominio tre intervalli tali da far corrispondere a ciascuno di essi 1/3 della probabilità totale. Una volta individuati i tre intervalli, ciascun outliers è stato quindi classifi­ cato con la stessa lettera dell’intervallo di appartenenza. Di seguito vengono riportate tre tabelle26: la tabella XII definisce la classi­ ficazione degli outliers, mentre le tabelle XIII e XIV illustrano i campioni immobiliari corrispondenti alle aree intermedie e centrali; in queste ultime so­ no indicati i relativi outliers. Per ciascuno dei tre mercati (generale, intermedio, centrale), l’analisi di re­ gressione ha riguardato quattro campioni27 differenti: − − − − il primo comprende i valori di tutte le unità immobiliari in esame; il secondo esclude i valori degli outliers di tipo a; il terzo esclude i valori degli outliers di tipo a – b; il quarto esclude i valori degli outliers di tipo a – b – c. Ciascun campione di valori è stato sottoposto ad analisi di regressione li­ neare multipla rispetto ai quattro coefficienti: − localizzazione (loc); − posizione (pos); − tipologico (tip); − produttivo (prod); nonché ad analisi di regressione lineare semplice rispetto al coefficiente totale (tot), somma dei quattro precedenti. I risultati delle regressioni sono riportati nei prospetti riassuntivi di seguito riportati. 26 Le tre Tabelle sono contenute nel C.D. nel Folder: Formato A5, con i seguenti nomi dei files: Tabella XII A5.xls, Tabella XIII A5.xls, Tabella XIV a5.xls. 27 Viene riportato a stampa solo l’output del primo campione, mentre gli altri tre, e cioè quelli con l'esclusione degli outliers a, a-b, a-b-c, sono direttamente consultabili sul C.D. al Folder: “Output regressioni” ed al Folder: “Grafici”. 74 GIAMPAOLO MARCHI 5.2.2 L’analisi dei valori Vi1 La stessa suddivisione del mercato vista nel paragrafo precedente è stata applicata all’analisi dei valori Vi1. In questo caso i valori Vi1 sono stati stimati con un unico procedimento e pertanto non è stato necessario individuare e classificare degli outliers. Analogamente a quanto visto nel paragrafo 5.2.1 per ciascuno dei tre mer­ cati (generale, intermedio, centrale) sono state svolte due analisi differenti28: − una regressione lineare multipla rispetto ai quattro coefficienti di localizza­ zione, posizione, tipologico e produttivo; − una regressione lineare semplice rispetto al coefficiente totale, somma dei precedenti quattro. I risultati ottenuti sono illustrati di seguito. 5.2.3 L’analisi dei valori Vd2 La stessa suddivisione del mercato vista nel paragrafo precedente è stata applicata all’analisi dei valori Vd2. In questo caso i valori Vd2 sono stati stimati con un unico procedimento e pertanto non è stato necessario individuare e classificare degli outliers. Diversamente da quanto visto nei paragrafi 5.2.1 e 5.2.2 per ciascuno dei tre mercati (generale, intermedio, centrale) è stata effettuata la sola analisi di regressione lineare semplice29 rispetto al coefficiente totale; somma dei fattori di localizzazione, posizione, tipologico e produttivo. I risultati ottenuti sono illustrati di seguito. 28 Anche in questo caso sia gli output che i grafici sono consultabili sul C.D. rispettivamente al Folder: “Output regressioni” ed al Folder “Grafici”. 29 Anche in questo caso sia gli output che i grafici sono consultabili sul C.D. rispettivamente al Folder: “Output regressioni” ed al Folder “Grafici”. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 75 CAPITOLO VI Conclusioni La ricerca ha permesso di definire alcune caratteristiche del mercato im­ mobiliare residenziale cagliaritano, ma ne ha anche confermato, qualora ve ne fosse bisogno, le contraddizioni peraltro tipiche della realtà italiana. Una prima incongruenza emerge dal confronto tra i valori di stima che si ottengono capitalizzando i redditi ritraibili dall’equo canone30 (Vi2) e quelli per comparazione diretta in base ai nuovi estimi catastali31 (Vd2). La normativa di riferimento, infatti, attribuisce al medesimo immobile un valore differente a seconda che questo scaturisca dalla potenzialità reddituale, legittimata dall’applicazione dell’equo canone, oppure dal vigente regime fi­ scale. In tal senso le norme giuridiche, tra loro contraddittorie nell’attribuire più “valori legittimati” ad un bene economico, si configurano, nei confronti del mercato immobiliare, quale forza esogena che agisce come propagatore istituzionale32. La differenza tra i predetti valori, oltre che contraddittoria, appare quantita­ tivamente abnorme. Nel caso in studio il valore catastale Vd2 è risultato, in taluni casi, cinque volte maggiore rispetto al valore per capitalizzazione da equo canone (Vi2). Ciò significa che per il medesimo immobile l’incidenza dell’ICI risulta molto diversa, a seconda che sia locato ad equo canone (cui corrisponde un valore d’uso da capitalizzazione dei redditi ritraibili per legge) ovvero che sia in uso diretto da parte del proprietario. Caso quest’ultimo che implica per il proprietario-conduttore un valore d’uso, da capitalizzazione dei redditi, secon­ do i fitti di libero mercato. 30 Nello specifico studio si è fatto riferimento alla Legge 27 luglio 1978 n° 392 (la così detta legge sull’equo canone), ma anche l’entrata in vigore della legge di 8 dicembre 1988 n° 431 sulla “Disciplina delle locazioni e del rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo” man­ tiene, sia pur modificandone la portata, sostanziali vincoli nei confronti del mercato immobi­ liare. 31 Per nuovi estimi catastali si intendono quelli in applicazione delle attuali tariffe (compresa la maggiorazione del 5%) e non certo quelli delle nuove tariffe che sulla base del Dlgs. N°112/98 ed in attuazione della Legge 662 del 1996, gli enti locali avrebbero dovuto deter­ minare. A tal riguardo si tenga presente che, sulla base dei dati forniti dal Ministero delle Finanze, solo 180 amministrazioni locali (vale a dire solo il 2% delle municipalità) ha prov­ veduto ha provveduto a stipulare le convenzioni, con il predetto Ministero, per l’aggiornamento del catasto. 32 Polelli M. (1997) 76 GIAMPAOLO MARCHI Ma poiché l’ICI, viene determinata33 secondo la medesima aliquota (ad es. il 4‰), applicata al valore catastale, risulta assolutamente evidente la diversa incidenza di tale imposta se alternativamente riferita al valore d’uso da equo canone o al valore d’uso diretto della medesima unità immobiliare. La recente approvazione della legge 431/88 dovrebbe mitigare tale con­ traddizione. I contratti di locazione potranno infatti essere stipulati secondo un doppio canale34: il primo basato sulla libera contrattazione tra proprietario e inquilino, ma con una durata fissata in quattro anni, più quattro di rinnovo; il secondo sulla base di contratti tipo, con durata non inferiore a tre anni più due di rinnovo. Un altro aspetto significativo emerso dallo studio è costituito dalla sostan­ ziale differenza riscontrabile tra il valore catastale Vd2 ed il valore per compa­ razione diretta a prezzi di mercato Vd1. Il fenomeno è, di per se, intuitivo e notorio. Ciò che invece non è intuitivo, e che lo studio ha consentito di evidenziare, è la assoluta irrazionalità dei valori catastali in rapporto alle politiche di equità contributiva e, in definitiva, in relazione ai problemi delle politiche sociali in senso lato. Basta solo considerare la “significatività” statistica dell’analisi di regres­ sione dei valori catastali, con un valore di R2 pari a poco più di 0,09, per com­ prendere la assoluta casualità di tali valori rispetto a quelli di mercato. Il Grafico, riportato alla pagina seguente35, pone a raffronto i diagrammi di dispersione e le relative rette di regressione, dell’intero campione, riferiti al valore di mercato ed al valore catastale. Da tale grafico si rileva come in corrispondenza del coefficiente totale di qualità, oscillante intorno al valore di 75, si abbiano valori catastali che posso­ no variare da un minimo di circa £./mq. 1.000.000 sino ad un massimo di qua­ si £./mq. 3.300.000. La divergenza della retta di regressione catastale36, rispetto alla retta e­ spressione dei valori correnti di mercato, costituisce una ulteriore singolarità peraltro non priva di teoriche conseguenze fiscali. Anche in questo caso è sufficiente far riferimento all’ICI considerando, in astratto, due immobili, assolutamente analoghi nonché caratterizzati da un co­ efficiente di qualità pari a 73 cui corrisponde, quale più probabile valore di mercato, un valore di £/mq. 2.300.000. 33 Ad eccezione di alcuni sgravi fiscali che comunque risultano quantificati in cifra fissa e non già proporzionali ai valori di riferimento. 34 Dal doppio canale sono esclusi gli alloggi di lusso, quelli vincolati, le case popolari e le residenze stagionali turistiche. 35 Nel C.D. al Folder: “Grafici”, il file: Grafico_C_d_Catasto A5.xls. 36 Pur caratterizzata da una inconsistente significatività statistica. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 77 Questi due immobili, dell’identico valore di mercato pari a £/mq 2.300.000, possono teoricamente avere un valore catastale di £/mq. 1.000.000 oppure di £/mq 3.300.00, con il conseguente risultato che l’ICI (pari ad es. al 4‰ del valore catastale), riferita al reale valore di mercato, comporterà: − per il primo un’incidenza fiscale pari all’1.75‰ di tale valore; − per il secondo un’incidenza pari al 5,75‰ di tale valore. In realtà tale situazione, teoricamente possibile, non è frequente. Ordina­ riamente si riscontra un valore catastale che esprime all’incirca 1/3 del valore reale dell’immobile giungendo, soprattutto nel caso di costruzioni recenti e di buon livello qualitativo, a coincidere con il valore di mercato da comparazione diretta. In alcuni casi37 il valore catastale sovrastima quello di mercato di circa 400.000 £/mq, con un’incidenza pari quasi il 20% di quest’ultimo. In qualche altro caso38 la sovrastima è di circa 700.000 £/mq, con un’incidenza pari circa il 25% del più probabile valore di mercato In generale resta comunque la significativa divergenza delle rette di regres­ sione per cui a coefficiente di qualità crescente corrisponde una marcata dimi­ nuzione dell’incidenza dell’aliquota nominale dell’ICI, riferita al reale valore dell’immobile. In altre parole a valori reali crescenti corrisponde un’aliquota impositiva decrescente. Il meccanismo naturalmente si ripropone in sede di compravendita con ri­ ferimento all’imposta di registro. L’ancora incerta39 riforma del catasto dovrebbe ridurre le differenze tra i valori fiscalmente rilevanti e quelli di mercato. Le nuove tariffe, riferite alla superficie e non più ai vani catastali, se da un alto porteranno sicuramente ad un adeguamento verso l’alto dei valori catastali che attualmente esprimono circa 1/3 del più probabile valore di mercato, dall’altro, specie se non adegua­ 37 Vedasi ad esempio la scheda di valutazione n° 112. Vedasi ad esempio la scheda di valutazione n° 170. 39 Il Dlgs. N° 112/98 di trasferimento delle funzioni alle Regioni ed agli Enti Locali distin­ gueva, per il catasto, tra funzioni regolamentari, facenti capo allo Stato, e funzioni ammini­ strative e gestionali conferite agli enti locali. Su tale base si sarebbero dovute attivare, da parte degli Enti locali, le convenzioni con il Ministero delle Finanze per l’aggiornamento del catasto come previsto dalla legge 662/96. Il decreto legislativo di riforma dei ministeri, ap­ provato dal Governo il 29 luglio 1999, parrebbe riformare ulteriormente la traballante “ri­ forma del catasto”. Vengono ricondotti in seno al nuovo Ministero dell’economia e delle finanze, con l’istituzione dell’Agenzia del territorio, i servizi relativi al catasto. L’agenzia costituisce infatti l’organismo tecnico previsto dall’art. 67del Dlgs 112/98 potendo gestire tali servizi. 38 GIAMPAOLO MARCHI 78 tamente supportate da più che accurate indagini conoscitive, potrebbero esa­ sperare i casi di sovrastima. La presente ricerca ha evidenziato, come in sede locale, i risultati relativi al Vd2 non possano costituire un valido supporto diretto per giungere alla defini­ zione delle nuove tariffe catastali riferite alle microzone urbane. È evidente, per la definizione di queste, la necessità non solo di appoggiarsi ai valori stati­ sticamente significativi definiti dalla Vd1 e dalla Vi1 ma soprattutto l’esigenza di ridefinire il coefficiente angolare della “nuova Vd2” in modo tale da elimi­ nare quanto meno gli aspetti sperequativi di tipo fiscale. Tra gli aspetti caratteristici del mercato locale va innanzi tutto sottolinea­ ta l’impossibilità di definire un valore unico per il saggio di capitalizzazione medio. Il confronto dei valori di stima per capitalizzazione dei redditi ad affitto corrente (Vi1) e per comparazione diretta (Vd1), ha evidenziato, nell'ipotesi di un unico valore di rm, l’esistenza di apprezzabili differenze tra i predetti valori. Questo conferma che non tutte le zone cittadine hanno la stessa valenza in termini di valore d’uso e di valore di scambio ed in definitiva segnala la diffe­ rente alea di rischio relativa all’investimento immobiliare nei diversi settori urbani. rm A) Is Mirrionis (parte alta) B) Is Mirrionis (parte bassa) C) Mulinu Becciu D) Zona Via Liguria – Via Campania E) Zona Via Castiglione – Viale Marconi F) Zona Via Biasi – Via dei Giudicati G) San Benedetto ovest H) San Benedetto est H) San Benedetto est I) Genneruxi L) Zona Viale Poetto M) Zona Amsicora – Via della Pineta N) Bonaria O) Zona Centrale 40 3,75% 4,00% 3,00% 3,50% 3,00% 3,00% 3, 25 % - 3,75 % 3,00 % - 3,50 % 3,00 % - 3,50 % 2,75% 2,75% 2,75% 3,00% 3,50% R/mq (R/mq)/ rm 40 L. 8.900 L. 2.373 L. 8.900 L. 2.225 L. 7.100 L. 2.367 L. 8.900 L. 2.543 L. 8.900 L. 2.967 L. 8.900 L. 2.967 L. 10.900 L. 3.354 - L. 2.907 L. 8.900 L. 2.967 - L. 2.543 L. 10.900 L. 3.633 - L. 3.114 L. 8.900 L. 3.236 L. 8.900 L. 3.236 L. 8.900 L. 3.236 L. 10.900 L. 3.633 L. 10.900 L. 3.114 Il rapporto (R/mq)/ rm è, per comodità di lettura, espresso in centesimi. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 79 La tabella sopra riportata riassume i valori del saggio medio di capitalizza­ zione (rm) per singola zona ed affianca a questi i valori unitari dei canoni41 mensili medi di locazione (R/mq) ed il rapporto42 tra quest’ultimi e rm. La tabella consente di delineare in modo sufficientemente chiaro la situa­ zione media in cui si articolano le differenti zone del mercato cagliaritano. Se si esamina il rapporto43 (R/mq)/rm è infatti possibile valutare quali aree, in relazione all’alea di rischio connessa, consentano, in media, una migliore redditività; aspetto questo che dovrebbe assumere importanza fondamentale per apprezzare la validità di un investimento immobiliare specie se effettuato in un’ottica reddituale. Il rapporto (R/mq)/rm risulterà infatti più elevato, e quindi indicativo di un buon equilibrio tra rischio connesso all’investimento e redditività lorda, al cre­ scere di quest’ultima ed al diminuire del saggio rm. Quanto osservato assume maggior rilievo se si considera il grafico relativo all’andamento dei valori immobiliari e dell’inflazione44. Chi avesse ad esempio acquistato un immobile nel 1976, si sarebbe ritrova­ to, ai primi del 1998, con un valore di scambio sostanzialmente invariato, in termini di potere d’acquisto, rispetto al capitale investito 22 anni prima. In questo caso la redditività totale dell’investimento essendo funzione dalla sola componente reddituale può indurre a meglio riflettere sull’importanza da attribuire al rapporto (R/mq)/rm. Nella situazione predetta, come nel resto in qualsiasi ipotesi di investimen­ to, l’alternativa tra le possibili opzioni risulta in definitiva dipendere dalla pro­ pensione al rischio dell’investitore. − Una elevata propensione al rischio, avrebbe suggerito di optare per l’investimento caratterizzato da un rm il più elevato possibile; indirizzando la propria attenzione ad es. verso la zona di Is Mirrionis (parte bassa) ove, ad un rm pari al 4%, corrispondono i più bassi valori di mercato degli im­ mobili. − Una equilibrata propensione al rischio, avrebbe suggerito di optare per l’investimento caratterizzato dal più elevato rapporto (R/mq)/rm,; indiriz­ zando la propria attenzione ad es. verso la zona di Bonaria o di San Bene­ detto est. Nell’area urbana infatti, il valore medio di rm oscilla tra un mi­ nimo45 del 2,75% ed un massimo46 del 4,00%. Tuttavia il miglior rapporto 41 Si tratta dei canoni lordi. Il rapporto (R/mq)/ rm è, per comodità di lettura, espresso in centesimi. 43 Vedi nota precedente. 44 Capitolo 3, paragrafo 3.4.1. 45 Valore minimo che sintetizza la maggior sicurezza dell’investimento. 46 Valore massimo che sinteticamente esprime la più elevata alea di rischio connessa all’investimento. 42 80 GIAMPAOLO MARCHI tra reddito lordo mensile e saggio medio di capitalizzazione viene espresso dalle su menzionate zone, in corrispondenza di un rm pari al 3,00%. − Una bassa propensione al rischio avrebbe suggerito di optare per l’investimento caratterizzato da un rm il più basso possibile; indirizzando la propria attenzione ad es. verso le zone di Genneruxi, Viale Poetto ed Am­ sicora, ove, ad un rm pari al 2,75%, corrispondono però elevati valori di mercato degli immobili. Come si è visto, il valore medio di rm oscilla tra un minimo del 2,75% ed un massimo del 4,00% e normalmente un unico valore medio caratterizza la singola zona insediativa. Unica eccezione il quartiere di San Benedetto; ove si riscontra una banda di oscillazione dei valori ricompresa tra un minimo del 3,25% ed un massimo del 3,75%. Tale banda di oscillazione risulta indicativa di una situazione di mercato vivace e dinamica, determinata dalla centralità insediativa, dalla rilevante solidità del tessuto insediativo ma anche dalle op­ portunità che il quartiere ancora offre agli operatori immobiliari. L’analisi statistica dei valori immobiliari ricavati dalle stime, al di la di quanto già osservato in merito agli aspetti catastali, ha prestato particolare at­ tenzione ai valori Vd1 e Vi1, essendo questi ultimi significativi sul mercato. La tabella47, riportata alla pagina seguente, ricapitola i valori di R2. Lo studio del campione di 237 unità immobiliari ha portato a dei risultati soddisfacenti dal punto di vista della loro significatività statistica. Nell’analisi dei valori Vd1, la successiva eliminazione dei differenti out­ liers non ha portato a sostanziali modifiche dei valori di R2, sia in riferimento al campione esteso all’intero mercato sia in riferimento al campione relativo alle aree centrali sia a quello delle aree intermedie. Nel solo caso delle aree centrali, ad un buon valore di R2 non è corrisposto un altrettanto soddisfacente valore del t statistico relativo al coefficiente di localizzazione, ma questo probabilmente è dovuto alle ridotte dimensioni del campione (67 unità contro il centinaio che sarebbero necessarie per considera­ re lo studio statisticamente valido). Anche per i valori Vi1 l’analisi di regressione ha condotto a risultati più che soddisfacenti; migliori di quelli ottenuti per Vd1. Dai risultati emerge che il coefficiente di localizzazione ha un’importanza marginale nella definizione del valore di mercato nelle aree centrali; questo è naturalmente comprensibile in quanto la centralità in questo caso è caratteristi­ ca comune ed omogenea per quasi tutti gli immobili. 47 Nel C.D. al Folder: Rormato A5, file denominato: Riepilogo valori R quadro. Analisi dei valori immobiliari. Cagliari 81 Le caratteristiche di localizzazione assumono invece significativa rilevanza nelle aree intermedie e periferiche, nelle quali la presenza di possibili centrali­ tà locali incide sensibilmente sul peso specifico di tali caratteristiche. Proprio nelle aree intermedie, la localizzazione e la tipologia sono risultate le caratteristiche più importanti nella definizione del valore di mercato. L’alta significatività statistica riscontrata dall’analisi dei risultati ottenuti consente, da una parte, la possibilità di utilizzare in maniera sistematica il mo­ dello di stima definito (in modo particolare nel caso della comparazione indi­ retta i cui valori di R2 sono dell’ordine di 0,60 – 0,70), dall’altra di non dovere necessariamente considerare quei parametri la cui rilevanza, dal punto di vista della formazione del valore di mercato, risulta marginale.