Antonino Pio Nome reale Cesare Tito Elio Adriano Antonino Augusto Pio. Nato come Tito Aurelio Fulvo Boionio Arrio Antonino. Nato il 19 settembre 86. Morto il 7 marzo 161. Morto Adriano, Antonino ne portò a Roma le ceneri e chiese che gli venisse tributata l'apoteosi; ma il Senato si oppose e minacciò la damnatio memoriae su Adriano. Non perdonava al passato imperatore i privilegi tolti ai Senatori e una certa crudeltà contro di loro degli ultimi anni. Antonino però aveva dalla sua l'esercito, per cui riuscì a vincere l'opposizione del Senato. In cambio però dovette abrogare l'organo di governo formato dai quattro giudici circoscrizionali. Gli fu dato il titolo di Pio per il buon carattere: non prese provvedimenti contro gli oppositori dell'apoteosi di Adriano e amnistiò i condannati dal predecessore. Dette sempre prova di grande clemenza: quando un certo Attilio Tiziano fu esiliato dai Senatori per aver cospirato contro di lui, non volle se ne cercassero i complici, e quando un certo Prisciano, accusato anch'egli di congiura, si tolse la vita per non essere condannato, Antonino ne aiutò il figlio con generosità. Come Adriano curò molto la giustizia, assistito anche lui dai più illustri giureconsulti. Abolì i quattro giudici circoscrizionali istituiti da Adriano. Restituì ai Senatori i vecchi privilegi. Aumentò le elargizioni alla plebe di Roma, oltre ai 200.000 cittadini che avevano grano e acqua senza lavorare per la legge di Augusto, fece distribuire anche olio e vino. Migliorò la condizione della donna decretando che il marito potesse punire l'infedeltà solo se lui stesso fosse stato fedele. Migliorò la condizione degli schiavi deliberando che i padroni che uccidessero i loro schiavi fossero puniti come omicidi. Abolì la confisca dei beni paterni per i figli dei funzionari condannati per concussione purchè restituissero alle province il mal tolto del padre. Punì coloro che nella riscossione dei tributi non si comportassero con umanità. L'oro offerto per la sua adozione lo restituì per metà alle province, e il resto a Roma. Distribuì denaro al popolo e ai soldati. Spese considerevoli somme in feste e spettacoli, e per la celebrazione del nono centenario di Roma, ridusse le imposte. Nel 148, revisionando le imposte, condonò ai contribuenti gli arretrati di quindici anni. Fu generosissimo negli aiuti a Rodi e in Asia Minore, devastate da un terremoto e con le città di Narbona, Antiochia e Cartagine, danneggiate da incendi, facendo tra l'altro sospendere i tributi per anni. Molto denaro spese pure per Roma, che aveva perso in un incendio trecentoquaranta insulae (caseggiati), che era stata inondata dal Tevere, afflitta per giunta da una grave carestia e dalla rovina del circo durante i giuochi apollinari, in cui morì un migliaio di persone. Costruì acquedotti, migliorò i porti di Puteoli, Terracina e Gaeta. Costruì strade in Africa, nella Gallia, in Italia e nella Pannonia. Costruì un tempio ad Adriano e ne terminò il bellissimo mausoleo, in cui vennero deposte le ceneri di Adriano, di Cejonio e poi dei figli e della moglie di Antonino, Faustina. Questa morì nel 141 e, sebbene di costumi opinabili, le fece decretare l'apoteosi e innalzare un tempio sulla via Sacra. In memoria di Faustina fondò una istituzione di beneficienza per fanciulle orfane, dette le Faustiniane. Rinnovò l'incarico anche per sei o nove anni ai governatori delle province più capaci, attento peraltro ai reclami giuridici verso gli abusi dei procuratori del fisco nelle province. Antonino pur andando incontro a molte spese lasciò un bilancio statale floridissimo, di oltre due miliardi e mezzo di sesterzi. le rivolte si ebbero in Acaja, Egitto e sul suolo ebraico, e combattè contro Germani, Alani, Baci, Mauntam e Britanni. Questi ultimi furono i più pericolosi, soprattutto per i Briganti, gli adoratori della Dea Brigantia, e i Caledoni (odierni scozzesi) che minacciavano il Vallo di Adriano. Il legato Quinto Lollio Urbino li sconfisse e li ricacciò più a nord costruendo un vallo provvisorio oltre il Vallo di Adriano. Stranamente ancor oggi la Scozia adotta il Diritto Romano, mentre se ne discosta di più l'Inghilterra, per quanto la conquista romana abbia pesato più su quest'ultima e poco sulla Scozia. Fu come il "Benefattore dell'umanità", "Il piu' santo di tutti i tempi", "Il piu' grande e visibile degli Dei", "Il più caro agli Dei". Per trecento anni, quando si procedeva all'investitura di un nuovo imperatore si terminava con l'augurio "Che tu possa essere come Antonino il Pio".