passione e magia del t : passione e mag

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«Revelación»: passione e magia del tango al
Teatro Verdi
Redazione 21 Dicembre 2015
BRINDISI - Il tango argentino è il protagonista del terzo appuntamento della stagione al
Teatro Verdi di Brindisi. In scena la meravigliosa avventura del tango, martedì 29 dicembre
alle ore 20.30, con lo spettacolo «Revelación. A la sombra de un tango, abr
abrázame por
siempre», prima nazionale che arriva a Brindisi dopo l’esordio, lo scorso anno in qualità di
ospite d’onore, al «Festival internazionale del Tango» di Buenos Aires, la tradizionale
kermesse organizzata dal Governo argentino che richiama appassion
appassionati da tutto il mondo
nella culla del ballo della passione.
Una produzione che ha conquistato gli addetti ai lavori e la critica, che si è espressa in
termini di «spettacolo più bello dedicato al tango che si sia visto negli ultimi decenni!». Tutti
gli stilili del tango si fondono magicamente in uno stesso show, e l’originalità del ballo, della
musica e della sceneggiatura diventa la cifra di uno spettacolo che ha per unico protagonista il tango.
«Vi sono cose antiche in quegli accordi, il tango sfida gli anni
anni affaccendati; di polvere e di tempo, l’uomo dura meno della
più leggera melodia, ed il tango crea un torbido passato ch’è irreale e in parte vero, un assurdo ricordo». Con queste parole
Jorge Luis Borges tenta di definire cosa sia il tango: chi meglio di un argentino può cercare di far capire il mistero, la magia
e la sensualità di una musica dalle radici americane, africane ed europee indissolubilmente legate tra loro.
Una originale definizione cerca di darla anche lo spettacolo in programma a Brindisi, mise en scene firmata dalla compagnia
italo-argentina
argentina «Anita», l’accademia di tango che, attraverso la cultura del ballo argentino, promuove l’integrazione di popoli
che, pur con retaggi e folklori diversificati,
hannotrovato
trovato un comune elemento di coesione.
Otto musicisti accompagnano sul palcoscenico i
movimenti di altrettante coppie di ballerini, sulle
note originali di Lisandro Adrover, che danno vita a
un vero soggetto teatrale. «Revelación» esce dal
classico cliché e la sua storia segue il filo
originalissimo delle contaminazioni tra i generi: non
solo tra gli stili di tango (tango nuevo, tango
contemporaneo, tango escenario, tango salon) che
spaziano nelle coreografie di Laura Rotta, Romina
Levin e Adriano Mauriell
Mauriello,
o, ma anche tra la parte
narrativa dello spettacolo, con la presenza in scena
di un attore, e un quadro ispirato alla romanza «E
lucevan le stelle» di Giacomo Puccini, suonata per
la prima volta col bandoneon, lo strumento a
mantice tipico e simbolo del ta
tango
ngo argentino.
Dunque, uno spettacolo teatrale in piena regola, imbastito e raffinato, dopo la sua prima e unica rappresentazione nel 2014
a Buenos Aires, da Adriano Mauriello, ispiratore e direttore artistico dell’opera. Una mescolanza che trova nella reg
regia di
Mauriello il piano di lettura dello spettacolo, cioè l’espressione di un sentimento nostalgico per una terra lontana, per un
amore mancato, per un passato che non torna più.
«Suggestivo, intrigante, capace di lasciare aperta e bianca l’ultima pagina sulla quale il pubblico può immaginare e scrivere
il proprio finale»: così Mauriello definisce la sua nuova creazione, che conduce diritto nell’anima di un paese ricco
culturalmente, nel quale l’immaginazione viaggia velocemente. L’autore ha sviluppato ed affinato la sua passione con i più
grandi maestri del tango: da Nestor Ray a Pablo Veròn e Osvaldo Zotto. Con impegno e dedizione, nel 2005 ha fondato
l’«Anita», mentre l’anno successivo ha iniziato la sua inarrestabile ascesa come primo ballerino nello sp
spettacolo «Tango y
baile»: un crescendo di popolarità che gli è valso il titolo di «Acadèmico honoris causa» dell’«Academia Nacional del
Tango» di Buenos Aires.
«Con la danza - ha concluso Adriano Mauriello - cerco di comunicare l’intensità di sentimenti ed emozioni che provo,
coinvolgendo gli spettatori nella poetica del tango, fatta di varie atmosfere, di versi e ricordi nei caffè letterari, dove
sull’iniziare del Novecento nacquero i testi ancora oggi immortali dei più bei tanghi in assoluto».
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