Luisastella Bergomi, l`editrice che ha dato voce a San Vittore Talenti

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10 - Il Corriere Artigiano del Lodigiano
Febbraio 2011
Talenti lodigiani
Uno spazio per i carcerati sulla rivista Aksai News
Luisastella Bergomi, l’editrice
che ha dato voce a San Vittore
EUGENIO LOMBARDO
I
n questi ultimi anni si è
fatta spazio a Milano,
dopo che nel Lodigiano
tante iniziative avevano
esaurito la propria linfa, e
ha così dimostrato che la
cultura mantiene propositivi, sollecita entusiasmi, lega persone anche tra loro
molto distanti, nobilita gli
animi.
La lodigiana Luisastella Bergomi, dopo aver rappresentato nel recente passato
una parte importante della
cultura locale, si dedica oggi
ad una rivista bimestrale,
«Aksai news», che coniuga
valori letterari, sociali ed
umani: il periodico, prima
stampato ed ora anche on
line, promuove i rapporti
culturali tra l’Italia ed il Kazakhstan, ed ha l’indiscusso
merito di riservare alcune
pagine alle testimonianze di
vita dei detenuti del carcere
San Vittore di Milano. Attraverso il giornale, allora, la
cultura entra nel penitenziario ed offre una possibilità se non di riscatto, quanto
meno di interesse agli internati. Luisastella Bergomi è
impegnata nel Sesto Raggio
II, dove vengono collocati i
detenuti rei o sospettati di
colpe ritenute probabilmente più infamanti di altre: «In
generale - chiarisce Luisastella - lo scambio umano
con i detenuti è ricchissimo;
chi frequenta da libero il
carcere porta all’interno
della struttura una ventata
di libertà, che l’internato
percepisce immediatamente; ma la persona libera, a
propria volta, assimila lo
straordinario desiderio di
vivere da parte di chi è dentro. Si dona il senso della libertà, dunque, e si ricevere
il desiderio di vivere».
Ma il carcere, anche per i liberi, è un ambiente che si
appiccica sulla propria pelle: «Mi chiedevo cosa potessi fare per queste persone recluse, ed allora ho pensato che di mettere a loro
disposizione qualche pagina
di «Aksai news»; questa intuizione ha avuto successo:
per i detenuti vedere pubblicato un proprio scritto,
che sia una pagina di prosa
o una poesia, è motivo di
conforto».
Così «Aksai news» è divenuto un approdo ed anche
uno sbocco per molti autori:
«Essere pubblicati, nell’ambiente dell’editoria, come in
quello letterario, è diventato ormai difficilissimo: nel
suo piccolo, il mio giornale,
che è registrato a Lodi, e di
cui faccio il direttore responsabile, offre questa
possibilità. Sono veramente
tantissime le persone che
inviano i loro lavori: e a me
piace svolgere l’attività di
talent scout perchè premio,
con la pubblicazione, gli
scritti migliori».
Come donna di cultura, Luisastella vanta un lunghissimo curriculum, e sentirla
raccontare delle sue esperienze lodigiane è ripercorre
una fase storica e sociale
che fu alquanto complessa:
«Ho iniziato a scrivere come
giornalista sul settimanale
«Lodisette»; era questo un
periodico che si occupava di
sport locale ed era pubblicato il lunedì; ma il direttore, il
grandissimo Todisco, riteneva che in quelle pagine ci
dovesse anche stare la cultura, e così mi diede l’incarico di scriverne».
Qualche tempo dopo divenne anche corrispondente
per la «Libertà» di Piacenza,
quotidiano che nel passato
dedicava una pagina agli
eventi culturali promossi
nella limitrofa Lodi.
Fu quello anche un periodo
divertente per Luisastella:
«Dovendo curare le recensioni, andavo alle mostre in
modo assolutamente anonimo, tanto non mi conosceva nessuno; e tutti si domandavano chi fosse questa nuova giornalista locale
che in modo così appropriato scriveva sui pittori e sulla
loro arte».
Ma il periodo di anonimato
durò poco: da giornalista le
fu chiesto di diventare critica d’arte, e fu lei, per alcuni
anni, a curare le presentazioni, i vernissage, delle
mostre che si tenevano alla
ex chiesa dell’Angelo o nei
principali Circoli Cultura di
Lodi: «Credo che il nostro
ambiente abbia un grande
torto: dimentica troppo fa-
Nella foto in alto,
Luisastella Bergomi,
che guida la rivista
bimestrale
Aksai News
che promuove
i rapporti tra l’Italia
ed il Kazakhstan
e che offre spazio
ai detenuti
del carcere
di San Vittore
cilmente chi si
è impegnato
per la comunità cittadina.
Carlo Santambrogio e
Kezia Scagnelli sono
state persone
fondamentali, su cui tantissimi artisti od aspiranti tali
trovavano appoggio. Tutto
dimenticato. Tra i pittori lodigiani credo che un ruolo di
rilievo lo abbia avuto Alfredo Angelini, che oltre alle
qualità tecniche ha sempre
avuto doti umane veramente straordinarie».
Nel frattempo, Luisastella
aveva avviato anche un’altra importante collaborazione con un periodico che fu,
per gli amanti della cultura
lodigiana, un approdo essenziale e prestigioso:
quello del «Corriere dell’Adda»; racconta la Bergomi:
«Era un giornale confezionata con vera maestria. Io
vi scrissi a lungo, pubblicando una serie di articoli
sulle più antiche edicole votive di Lodi e del suo circondario: divenni così
un’esperta del culto della
Mariologia». Questa raccolta fu poi pubblicata nel
1989 durante il XX Sinodo
lodigiano indetto dal vescovo della Diocesi.
La Bergomi, oltre alle doti di
scrittrice, aveva affinato,
già da tempo, anche quella
di appassionata storica del
territorio: supportata dai
sodali dell’«Associazione
Amici della Poesia Ada Negri», associazione fondata
da Roberto Masticò, in occasione del Bicentenario del
passaggio di Napoleone sul
ponte di Lodi, scrisse un’apprezzata opera, arricchita
anch da una cartina realizzata dall’ingegnere Sandro
De Palma: «E da quel lavoro
- spiega Luisastella - ne derivarono altri. Scrissi infatti
un libro sul castello di Pandino e quindi una biografia
sul vescovo Pallavicino, dove fu approfondita la storia
dell’Ospedale di Lodi e quella della chiesa dell’Incoronata, oltre che le vicende
della Rocca di Monticelli
d’Ongina, dove si trova una
stanza affrescata in modo
straordinario dal Bonifacio
Bembo, pittore e miniatore
di eccelsa fama».
Queste opere ebbero un generale plauso di riconoscimento: «Ebbero il merito di
coinvolgere i lodigiani nel ripassare parte della propria
storia. Molte della mie opere
sono state presentate da
Giovanni Devecchi, mancato
davvero troppo presto alla
città ed alla sua cultura. Nella realizzazione delle mie
opere ho avuto un sostegno
fondamentale in mio fratello,
professore di francese ed inglese, e come me grande appassionato di storia».
Luisastella Bergomi, solo alla fine di questa chiacchierata, ripropone la molla da cui
scaturì ogni cosa, e cioè la
passione per la poesia: il suo
libro di liriche è intitolato
«Echi d’attesa», ed è arricchito dai disegni surreali del
pittore Giovanni Cerri, che
ha avuto anche di recente
brillanti affermazioni.
E la poesia potrebbe essere
ancora il suo nuovo approdo:
Luisastella ha infatti frequentato un corso di disegno
mandala, che pare esprima,
nella sua realizzazione, gli
stati d’animo del compositore, e l’dea è quella di abbinare a ciascun disegno una lirica: «E’ un progetto che matura a poco a poco: vedremo
nel futuro se realizzarlo....».
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