Sicilia, Regione rispolvera schede monitoraggio
su antibiotici iniettabili.
(ferderfarma 15.11.16)
Ancora dev’essere pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione ma sta già
provocando malumori, tra i medici così come tra i farmacisti, la determina siciliana
che impone ai prescrittori di accompagnare le ricette di antibiotici iniettabili con una
scheda per il monitoraggio dell’appropriatezza.
Il provvedimento, proveniente dall’assessorato alla Salute e datato 7 novembre,
motiva la disposizione con il «marcato disallineamento» dalle medie nazionali che
il consumo di antibiotici fa registrare nell’Isola.
Di qui l‘idea della scheda, nella quale il medico (generalista,
pediatra e ospedaliero) deve riportare i dati anagrafici del paziente, l’indicazione
terapeutica e la motivazione a base della scelta terapeutica.
Questa non è la prima volta che la Regione ricorre a tali misure per raffreddare i
consumi di alcune classi di farmaci: nella primavera dell’anno scorso una delibera
provò a imporre oneri burocratici analoghi ai medici che prescrivevano ceftriaxone,
salvo fare poi marcia indietro dopo un parere dell’Aifa stimolato da Fimmg Sicilia.
E ora? «Valuteremo il nuovo provvedimento nel consiglio direttivo in programma la
prossima settimana» spiega a Filodiretto Luigi Galvano, segretario regionale del sindacato della mg «di certo scriveremo ad Asl e ospedali perché responsabilizzino i
loro medici: la prescrizione di antibiotici iniettabili è un fenomeno da ricondurre innanzitutto agli specialisti e la Regione non sbaglia quando cerca di contrastare la
tendenza.
Nei Paesi più evoluti questi farmaci non si prescrivono sul territorio, se l’Italia è al quarto posto nel mondo per antibioticoresistenze è
perché ci sono abitudini che vanno combattute.
Detto questo, è anche vero che la Regione avrebbe fatto meglio a ricorrere ad altri strumenti».
Considerazioni dello stesso tenore anche da Federfarma Sicilia: «Gli intenti sono condivisibili» osserva il presidente del sindacato
regionale, Francesco Mangano «la soluzione no.
L’impressione è che si voglia frenare i consumi mettendo in difficoltà medici e farmacisti, ai quali toccherà verificare che il prescrittore
abbia allegato la scheda alla ricetta.
Non ci sembra la strada giusta come non lo era per il ceftriaxone, sarebbe stato meglio ricorrere a strumenti di impatto più persistente come corsi di aggiornamento e
formazione, oppure incontri di orientamento a livello di Asl.
Così invece si complicano soltanto i rapporti tra medici e farmacie».
«In precedenti occasioni» riprende Galvano «avevamo presentato diverse proposte per contrastare il sovraconsumo di antibiotici in Sicilia, tra le quali vietare la
prescrizione degli iniettabili sul territorio e varare campagne di informazione sulle antibioticoresistenze e sul corretto uso di questi medicinali.
Norme restrittive come quella in via di adozione rischiano soltanto di provocare un effetto palloncino, cioè spostare i consumi su altre categorie di antibiotici». (AS)