Il Coro ‘Orazio Vecchi’, fondato nel 1978 e costituitosi in Associazione nel
1983, è un complesso a cappella diretto sin dalla sua fondazione dal maestro
Alessandro Anniballli. Esso si propone come obiettivo lo studio della letteratura
polifonica classica e contemporanea, comprendendo nel suo repertorio dalle
prime espressioni polifoniche medievali al madrigale rinascimentale, dal Lied
romantico alle espressioni corali del ‘900. Il coro ha più volte partecipato a
spettacoli sul tema “Musica e Poesia”, promossi dal poeta Elio Pecora, tra cui
quello dedicato a Sandro Penna. Proprio la particolare attenzione che il coro ha
sempre avuto per la cultura contemporanea ha favorito rapporti di
collaborazione con i compositori Boris Porena, Fancesco Molfetta, Claudio
Anguillara e Oliver Wehlmann. Nel 1991 ha eseguito, presso la Basilica di S.
Eustachio a Roma, un programma medievale incentrato sulla “Messa di
Barcellona”, (in prima esecuzione moderna nazionale) registrato anche per la
Radio Vaticana e trasmesso da Radiotre-Suite. Nel 1992 il coro ha proposto,
con una serie di concerti segnalati dalla stampa specializzata, brani sacri e
profani dell’autore tedesco Hugo Distler (1908-1942) pressoché sconosciuto in
Italia, in coincidenza con il cinquantenario della sua morte.
Nel 1996 il coro ha preso parte al dramma sacro del XII secolo “Echi GoticiLudus de Antichristo” con la regia di Daniele Valmaggi, replicato
successivamente al Festival del Teatro Italiano di Terracina.
Nel 1999 ha collaborato con l’università “La Sapienza”di Roma in occasione
dell’inaugurazione del primo nucleo espositivo del Museo della Matematica. Di
recente ha partecipato ad una Settimana di Studi, promossa dal Museo
Canonica e dal Comune di Roma, sulla figura dello scultore e compositore
Pietro Canonica, presentando, a conclusione della stessa, una scelta di brani
corali dalle opere “Medea” e “La Sposa di Corinto”.
Negli ultimi anni il coro ha presentato repertori monografici approfondendo in tal
modo alcune importanti esperienze di polifonia vocale dell’Ottocento e del
Novecento, dalla letteratura inglese e americana alla sconosciuta produzione
polifonica italiana di fine Ottocento.
Nel 2002 ha presentato al Festival dei Due Mondi di Spoleto Magnificat, evento
poetico-musicale su testi di Alda Merini. Recentemente si è occupato della
coralità nel melodramma di G. Verdi, accostando in concerto i cori delle opere
con le meditazioni polifoniche della vecchiaia.
Nel 2004 il coro si è impegnato nella lettura dei lavori corali di Gioachino
Rossini, dai Péchés de viellesse alla Petite Messe Solennelle.
Nel 2007 ha presentato, in un concerto dal titolo Il Barocco musicale da Roma a
Venezia. L’Armonia della Luce, l’oratorio Jephte di Giacomo Carissimi e il Gloria
di Vivaldi. Questa occasione ha visto la nascita dell’ensemble strumentale
“Orazio Vecchi”, costituito da giovani strumentisti specializzati nell’esecuzione
della musica barocca. Il Coro "Orazio Vecchi" negli ultimi anni ha partecipato a
sei edizioni del Festival dei due Mondi di Spoleto.
Alessandro Anniballi, nato a Roma, ha studiato pianoforte, direzione di coro
e composizione presso il Conservatorio di Musica “Alfredo Casella “ de
L’Aquila. Si è diplomato sotto la guida di Fausto Razzi, Ermanno Pradella e
Francesco Molfetta.
Associazione di Polifonia Vocale ‘Orazio Vecchi’
dir. Alessandro Anniballi
www.corooraziovecchi.it - [email protected]
Coro Orazio Vecchi
LAUDES CREATURARUM
Coro ‘Orazio Vecchi’
dir. Alessandro Anniballi
pianista: Manlio Pinto
soprano: Monica Burgio – Raffaella Baioni
Venerdi 19 marzo 2010
Ore 19
Sutri (Vt) – Chiesa di S. Francesco
Il concerto di questa sera propone dei brani corali alternati a
brani per pianoforte o voce e pianoforte. Tutti hanno in comune
la ricerca di nuove prospettive linguistiche, sia che ci si riferisca
alla esplicita ricerca verdiana realizzata nell’Ave Maria e nelle
Laudi alla Vergine Maria, sia che riguardi il terso tessuto timbrico
corale dell’Elegia di Beethoven. Come spesso accade nelle ultime
opere di Verdi ogni innovazione linguistica non ha nulla di
artificioso e compiaciuto ma risponde a un’irrefrenabile
necessità espressiva, tanto più che si tratta di interpretare i versi
di Dante.
Il Cantico delle Creature, del compositore Francesco Molfetta, da
poco scomparso, è un’opera di grande respiro polifonico e di
forte fascinazione coloristica e armonica costruita sugli
entusiasmi incontenibili di Francesco d’Assisi. Il compositore,
tra i più brillanti della scuola romana e allievo di Ottorino
Respighi, fu sollecitato a comporre questo brano dal gruppo
corale giovanile che egli stesso dirigeva. Il brano si struttura
saldamente sulla poesia di Francesco d’Assisi, quasi
sovrapponendosi ad essa, rispettandone la successione in sette
strofe precedute da una breve e maestosa introduzione e seguite
da una celestiale conclusione. La traduzione musicale dei versi
di Francesco riesce a cogliere pienamente ogni sfumatura lirica
ed emotiva del testo nel suo succedersi drammatico e felice. Le
soluzioni armoniche e contrappuntistiche utilizzate con brillante
padronanza dal compositore mostrano una mistica fiducia nello
slancio umanistico francescano e una perfetta consapevolezza
del percorso storico polifonico italiano fin dal primo
rinascimento.
L’Agnus Dei di Barber è la trascrizione per coro a otto voci del
famoso Adagio per archi, compiuta dallo stesso compositore
americano nel 1967. La scelta del testo della messa, canto di
immolazione e di redenzione, si adatta perfettamente al contesto
emotivo creato dalla musica rendendo esplicito una richiesta di
pietà per l’uomo e le sue miserie. Dopo il climax dinamico e un
grande dispiegarsi polifonico delle voci il brano si conclude in
pianissimo sulle parole miserere.
Giuseppe Verdi
Laudi alla Vergine Maria
Francesco Molfetta
Cantico delle creature
Alessandro Anniballi
Pater Noster
Franz Listz
S. Francesco di Paola cammina sulle acque
Ludwig van Beethoven
Elegischer Gesang
Gabriel Fauré
Toujours op.21
Giuseppe Verdi
Ave Maria
Gustav Mahler
Hans und Grethe
Samuel Barber
Agnus Dei