MC NAMARA, L’UOMO DELLA GUERRA FREDDA Giovedì 09 Luglio 2009 01:06 di Elena Ferrara E’ morto a Washington all’età di 93 anni. “Cause naturali” è scritto nel comunicato dei medici. Ma per lui - Robert Strange McNamara, nato a San Francisco - nulla al mondo era mai stato una causa naturale. Perché tutta la sua vita politica e diplomatica – da superman selvaggio era stata caratterizzata dagli intrighi della guerra fredda e dall’organizzazione su molti tavoli insieme di vere e proprie battaglie contro il diretto avversario della Casa Bianca, il Cremlino dell’Unione Sovietica. Scompare quindi, con lui, l’ultimo residuo della guerra fredda. Era stato Segretario alla Difesa degli Usa tra il 1961 e il 1968 negli anni cruciali della guerra del Vietnam, era un falco, almeno in quegli anni, ed è stato sempre considerato il segretario alla Difesa americano più influente del Novecento. Aveva però lasciato il Pentagono in polemica con la Casa Bianca, ed era stato per 13 anni, fino al 1981, presidente della Banca Mondiale, una delle istituzioni di Bretton Woods, riuscendo ad ampliarne il ruolo e l'influenza. Il suo nome, in tutti questi anni, è sempre stato associato alla guerra del Vietnam. Fu un convinto sostenitore di quell’avventura militare, ma poi - quando già il massacro era stato attuato - si ricredette. La sua confessione pubblica contro la guerra giunse, infatti, solo nel 1955 quando dalle pagine delle sue memorie definì il conflitto contro il Vietnam: "Sbagliato, decisamente sbagliato". Ma il McNamara che passa alla storia è anche e soprattutto quello fortemente anticomunista e antisovietico. Svolse, in proposito, un ruolo di spicco nella crisi dei missili sovietici a Cuba nel 1962, presentandosi sull’arena della diplomazia come uno dei fautori della linea più dura. Cultore delle teorie di Von Clausewitz, era convinto che la guerra fosse sempre politica, anche quando era affidata ai generali. E così il primo tentativo organico di far riguadagnare al Pentagono il pieno controllo del processo di pianificazione della guerra globale (il cosiddetto Siop, Single Integrated Operational Plan), si ebbe proprio per iniziativa di McNamara pur se non riuscì pienamente. Perché le "teste d’uovo" civili inventarono la strategia della risposta flessibile, proprio per sfuggire alla logica dei grandi numeri e dell’attacco preventivo che invece permeava gli alti gradi militari. La strategia della risposta flessibile venne accettata di malavoglia dai militari e poi sostanzialmente snaturata, tramutandola in uno strumento per ottenere un numero sempre maggiore di armi nucleari strategiche. McNamara, praticamente sconfitto, tentò quindi la via a lui più congeniale del controllo finanziario, riformando da cima a fondo il meccanismo di pianificazione del bilancio della difesa. Cercò così di rivoluzionare il Pentagono. Ma condivise sempre la causa anticomunista statunitense, sostenendo allo stesso tempo che eliminando le cause della sofferenza umana ci sarebbe stato terreno meno fertile per le rivoluzioni socialiste. Figura, quindi, in parte anche contraddittoria. 1/2 MC NAMARA, L’UOMO DELLA GUERRA FREDDA Giovedì 09 Luglio 2009 01:06 Nella storia della diplomazia mondiale, il suo nome, resta anche legato al rapporto che ebbe con Mosca nel periodo della crisi dei missili con Cuba. Ora i politologi di Mosca - quelli che ricordano i tempi dell’Urss - gli rendono l’onore delle armi. Lo ricordano come un nemico che parlava a voce alta e che non nascondeva mai i suoi obiettivi, che erano tutti indirizzati a colpire il Cremlino. Lo ricordano come un tecnocrate, targato Harvard, refrattario al sorriso, freddo calcolatore, che però aveva una risposta a tutte le domande. E quando la polvere della storia andò a coprire l’avventura vietnamita non mancò a McNamara il gusto della critica di se stesso. Disse che "Se i popoli non dimostrano saggezza si scontrano come talpe e si annientano l'un altro". Forse fu un pentimento tardivo oppure una lucida capacità retrospettiva. Certo è che nelle sue memorie ha lasciato questa epigrafe: "Molti non hanno capito il Vietnam e non hanno capito me. Molti pensano che io sia solo un figlio di puttana". 2/2