stato: italia regione: trentino alto adige provincia: trento

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STATO: ITALIA
REGIONE:
TRENTINO ALTO ADIGE
PROVINCIA: TRENTO
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IL TERRITORIO
Rovereto è una piccola città che si estende nella parte centrale della Vallagarina,
una valle glaciale alpina, ed è circondata da una cerchia di monti:
m. Finonchio (a Est)
m. Zugna (a Sud)
m. Biaena (a Ovest)
gruppo del Baldo (a Sud-Ovest)
m. Stivo (a Nord-Ovest)
m. Cornetto (a Nord)
m. Scanuppia (a Nord-Est)
m. Becco di Filadonna (a Nord-Est)
Rovereto gode di un clima mite e asciutto e si trova a 204 metri di altitudine sul
livello del mare. E’ attraversata lateralmente dal fiume ADIGE verso Ovest, in
direzione Nord-Sud, e dal Torrente Leno che l’attraversa in direzione Est-Ovest e
che si getta nell’Adige a
Sacco.
In
collina
abbondano
querce e faggi, la parte
coltivata del fondovalle è
prevalentemente
occupata da vigneti e
frutteti.
Rovereto si trova nella
parte meridionale del
Trentino Alto Adige. Con
più di 38mila abitanti, è la
seconda
città
del
Trentino.
Si
trova
sull’importante via del
Brennero che unisce l’Italia con l’Austria e gli stati del nord Europa.
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Lo stemma di Rovereto è una grande
quercia da cui deriva anche il suo
nome:
QUERCIA = ROVERE =
ROBORETUM = ROVEREDO =
ROVERETO
Lo stemma è circondato da una
scritta in lingua latina:
« Magno cum robore
quercus ingentes
tendet ramos.»
" La grande quercia tende i
frondosi rami con forza "
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Palazzo Pretorio sede del “ Comune di Rovereto”
Le origini
Le origini di Rovereto si perdono nella
preistoria, le prime notizie certe risalgono al
XIII secolo ( 1.200 d.C ) quando il borgo, sorto
attorno al castello, si affida alla protezione dei
Castelbarco succeduti ai signori di Lizzana.
Per i due secoli successivi l’abitato si sviluppa
oltre le mura dando origine ai borghi di San
Tomaso, Santa Maria, Santa Caterina e alla
Valbusa.
Periodo veneziano
Dal 1411 al 1509 Rovereto passa sotto il
governo della Repubblica di Venezia. Questo
è un secolo di grande importanza per la città
che:
• edifica la sua chiesa Principale dedicata a San Marco;
• amplia la città seguendo i
modelli dei Venezia ;
• dà un assetto definitivo al
''Castello" costruendo i bastioni
e i torrioni;
• edifica "il palazzo pretorio" per
ospitare il Potestà.
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I Veneziani introducono nella valle la coltivazione del gelso e l’allevamento del baco
da seta avviando Rovereto al suo sviluppo industriale e commerciale dei secoli
successivi
Periodo austriaco
Dai primi del 1500 Rovereto diventa
parte dei domini della Casa d’Austria e
passa quindi sotto il governo di
Massimiliano I. Rovereto perde l’aspetto
di una piccola città fortificata e viene
riconosciuta
il 3 novembre 1510 città a pieno titolo.
Da questo momento la città è in continuo sviluppo:
• La produzione e il commercio della seta diventano l’elemento principale dello
sviluppo e della città che nel 1700 sarà un centro economico all’avanguardia in
Europa mantenuto fino alla metà del 1800 ( quando l’attività serica comincia il suo
declino per la comparsa di una malattia del baco e per l’apertura del canale di
Suez)
• Seta e acqua sono la ricchezza di Rovereto. Il torrente Leno e le sue rogge
offrono infatti la forza motrice per le attività della produzione e lavorazione della
seta, mentre il fiume Adige ha un ruolo indispensabile per il trasporto delle merci.
Il periodo di trasformazione della città è il settecento:
•
vengono costruite nuove strade, ed edifici dalle architetture eleganti
(corso Bettini);
•
si assume un modo di vivere colto e
benestante;
•
si curano i viaggi e l’arte;
•
si aprono le prime scuole;
•
si forma l’Accademia degli Agiati (coloro che
riflettono);
•
viene aperta la Biblioteca Civica dedicata a
Gerolamo Tartarotti;
•
viene costruito il Teatro dedicato a Riccardo
Zandonai.
•
Alla fine del settecento, per iniziativa di
Teresa Vangher, nobildonna roveretana,
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sorge la prima scuola per ragazze diretta dalle suore dell’ Istituto Beata
Vergine Maria
che prosegue la sua opera educativa per più di 200 anni. (La
Scuola continua ancora oggi anche se la gestione è passata alla Diocesi
di
Trento che mediante la Scuola Arcivescovile assicura a Rovereto la presenza
della scuola Cattolica.)
Nel 1800 viene costruita la Manifattura Tabacchi, la più grande fabbrica della
regione e sorge il Museo Civico.
Molti sono i personaggi che si distinsero in questo periodo: Gerolamo Tartarotti,
l’architetto Ambrogio Rosmini, il sacerdote e filosofo Antonio Rosmini, Clementino
Vannetti, e più tardi Paolo Orsi, il musicista Riccardo Zandonai, Fortunato Depero,
Antonio Rossaro …
Periodo italiano
Dopo la guerra che si è conclusa il 4 novembre 1918, Rovereto con tutto il
Trentino Alto Adige viene annessa all’Italia di cui ancora oggi fa parte.
Di questo periodo conserva oggi un interessante percorso di testimonianze e
monumenti alla memoria:
• il Museo Storico Italiano della Guerra nel Castello di Rovereto,
• La Campana dei Caduti,
• il Sacrario Militare di Castel Dante,
• la strada degli Artiglieri.
Nel 1900-2000 Rovereto si espande: diventa gradualmente un importante centro
scolastico per le scuole superiori e ora anche per gli studi universitari, sviluppa
l’attività industriale, si arricchisce di servizi e assume l’aspetto della cittadina ricca
di iniziative culturali, dei nostri giorni.
Un’opera straordinaria che caratterizza l’inizio dell’anno 2000 è la costruzione di un
grandioso e moderno museo: IL MART (museo di arte moderna di Rovereto e
Trento).
Rovereto, oggi, si caratterizza per il suo impegno per la pace con numerose
iniziative per questo viene identificata come
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Il monumento simbolo di Rovereto è la Campana
Maria Dolens che si erge sul colle di Miravalle e che
ogni sera invita con i suoi 100 rintocchi a promuovere
la pace e la concordia fra tutti i popoli.
Dalla sua posizione, e grazie al Colle di Miravalle,
riesce ad inondare tutta la città con la sua forte "voce".
Per tradizione suona cento rintocchi di Pace ogni sera
alle 21.30, cento rintocchi in memoria dei Caduti di
tutto il Mondo senza alcuna distinzione, né di fede, né
di nazionalità.
In occasioni particolari, quando ci sono eventi di
grande importanza, suona anche durante il giorno. E'
possibile assistere, anche se raramente di persona, lì
nel piazzale, in quei minuti in cui comincia lentamente
a muoversi e poi lancia il suo forte monito. E' anche per ricordare ed invocare la
fratellanza dei Popoli che è stata circondata da 85 bandiere di gran parte del
Mondo. Queste sventolano una vicina all'altra e sono disposte a destra e a sinistra
di tutto il lungo viale ed in circolo nel piazzale che lei domina.
Il Sacrario Militare di Castel Dante, noto anche come Ossario, fu costruito tra il
1936 e il 1938 e venne inaugurato il 4 novembre del 1938.
La costruzione, di aspetto imponente, è a due piani, collegati da scale interne. Nel
suo interno conserva i resti di ventimila soldati, noti e ignoti, italiani, austriaci,
cecoslovacchi e ungheresi morti durante la prima guerra mondiale. Il Sacrario,
ricoperto da una cupola in metallo, custodisce anche le spoglie di Fabio Filzi e
Damiano Chiesa.
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A lato del pennone portabandiera
situato nel piazzale si trova una
vecchia quercia simbolo della città
di Rovereto.
La sede principale del Museo sorge in Corso
Bettini a Rovereto, incastonato tra due palazzi
settecenteschi e a due passi dal centro storico. Il
Mart è stato inaugurato a Rovereto il 15 dicembre
2002. L'edificio che ospita il museo è stato
progettato
dall'architetto ticinese
Mario
Botta
e
dall'ingegnere
roveretano
Giulio
Andreolli. Sotto la
cupola si trova una
piazza e al centro una
fontana. Nel caso del
rivestimento murale,
Botta ed Andreolli hanno scelto la pietra gialla di
Vicenza, tradizionalmente usata da Andrea Palladio.
L'edificio del Mart è stato definito un'opera d'arte
Depero, Fortunato
Il corteo della Gran Bambola, 1920
Tarsia in panni, cm 330 x 230
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già di per se stessa. Vi è custodita una collezione d'arte molto ricca: dal Futurismo
alla Pop Art, fino ai linguaggi della contemporaneità. Alcune delle oltre 3000 opere
di Fortunato Depero, donate dall'artista alla città di Rovereto e oggi affidate al
museo, costituiscono una delle parti di maggior rilievo nel patrimonio del Mart,
insieme a quelle di altri esponenti futuristi.
Fondata nel 1957 dall'artista, la Casa d'Arte Futurista Depero è l'unico esempio di
museo futurista realizzato in Italia da un futurista stesso. L'idea della Casa Museo
nacque nel 1957 tra Depero ed il Comune di Rovereto il quale destinava uno
stabile del centro storico per collocarvi permanentemente le opere del maestro
futurista Dal 1957 al 1959 Depero lavorò alacremente per il suo museo. L'artista
morì nel 1960 ma fu solo dopo la scomparsa della moglie, nel 1975, che il Comune
di Rovereto acquisì e gestì direttamente il patrimonio raccolto, procedendo così alla
inventariazione dei beni.
Nel 1987 la Galleria-Museo Depero divenne parte integrante del Museo d'Arte
Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.
Palazzo Pretorio è il nome del
palazzo dove si trova la sede del
Comune di Rovereto, in Piazza del
Podestà n.11 vicino al centro
storico ed al fiume Leno.
E’ stato fatto costruire nel 1417
come dimora personale del podestà
Andrea Valier e sede degli uffici del
Comune. All’inizio l’edificio era di
piccole dimensioni ma venne ampliato e nel novecento fu restaurato dall’ architetto
Sezanne, che sistemò la facciata posteriore verso il fiume Leno, la grande scala nel
piazzale e tutto il primo piano.
La facciata dell’edificio dove si trova l’ingresso è molto bella e rappresenta due
periodi storici importanti per la città. La parte quattrocentesca a destra rappresenta
il periodo del dominio della Repubblica veneta, la parte settecentesca a sinistra
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invece rappresenta il periodo dello sviluppo economico. L’ingresso principale
dell’edificio è caratterizzato da un balconcino in pietra sostenuto da due pilastri in
marmo. Il porticato sulla facciata principale ha tre archi con affreschi che
rappresentano alcune parti dell’albero della quercia che è il simbolo della città di
Rovereto.
Anche le decorazioni del soffitto in legno della Sala del Consiglio sono molto belle e
nella Sala del Sindaco ci sono due affreschi che rappresentano la dominazione
veneta.
Nella piazza davanti al
Comune di Rovereto c’è un
cannone che era stato usato
nella prima guerra mondiale
in
Russia.
Accanto
al
cannone c’è un monumento
in
memoria
dei
due
roveretani Fabio Filzi e
Damiano
Chiesa
che
morirono per la Patria. Vicino
al Palazzo Pretorio c’è anche
il museo della guerra che si
trova all’interno del Castello
di Rovereto, dove si possono vedere molti oggetti e reperti della guerra.
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Molti sono i personaggi che si distinsero in questo periodo: Gerolamo Tartarotti,
l’architetto Ambrogio Rosmini, il sacerdote e filosofo Antonio Rosmini, Clementino
Vannetti, e più tardi Paolo Orsi, il musicista Riccardo Zandonai, Fortunato Depero,
Antonio Rossaro…
FABIO FILZI
Fabio Filzi, giovane avvocato di Rovereto, ma nato
in Istria nel 1884, disertò dall’esercito austroungarico per combattere come volontario per l’Italia
nella prima guerra mondiale Fu catturato e fatto
prigioniero il 10 luglio 1916 assieme a Cesare
Battisti, fu condotto a Trento, processato e
condannato a morte per alto tradimento. Le spoglie
di Fabio Filzi giacciono nel Sacrario Militare di
Castel Dante a Rovereto insieme a quelle di altri
20.000 soldati di varie nazionalità dell’ex Impero
Asburgico.
DAMIANO CHIESA
Damiano Chiesa nacque a Rovereto nel 1894.
Nel 1915 non si arruolò nell’esercito austroungarico, ma entrò come volontario
Regio
Esercito italiano. Fu catturato sul monte Zugna e
fatto prigioniero, condotto a Trento, processato
per tradimento e fucilato il 19 maggio 1916. E’
ricordato presso il Museo storico italiano della
guerra di Rovereto, dove sono custoditi i suoi
effetti personali e la sua ultima lettera inviata alla
famiglia. Le sue spoglie sono conservate presso
l’Ossario di Castel Dante.
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FORTUNATO DEPERO
Fortunato Depero nasce a Fondo, in Val di Non, il
30 marzo 1892. A Rovereto, dove si trasferisce con
la famiglia, frequenta la Scuola Reale Elisabettiani,
un istituto tecnico dove rivela una particolare
attitudine all’arte. Artista per istinto ancor prima che
per scuola, Depero si avvicina presto ai movimenti
d’avanguardia. Nel 1914 ha i primi contatti con i
Futuristi
Depero vive a Rovereto ma, alla residenza nella
città della Quercia, alterna soggiorni tra i monti di
Serrada, a Milano e Torino. Gli ultimi anni li ha
dedicati alla progettazione e alla realizzazione del
Museo. Depero scompare a Rovereto il 29
novembre 1960.
ANTONIO ROSMINI
Pochi sono i nomi familiari ai roveretani come quello di Rosmini. Nel percorso
urbano numerosi sono infatti i rimandi ad Antonio Rosmini. A lui sono dedicati il
corso, che dalla stazione ferroviaria porta in
città, la piazza con la fontana circolare alla sua
sommità e il monumento, realizzato nella
seconda metà dell’Ottocento e collocato dal
1886 nell’ aiola antistante la sua casa natale.
Nato a Rovereto il 24 marzo 1797, Antonio
Rosmini prese l’ abito talare nel 1817. Egli fu
ordinato sacerdote il 21 aprile 1821 e celebrò la
sua prima messa nella chiesa di san Marco il 3
maggio dello stesso anno. Amante degli studi,
ereditò la biblioteca dello zio Ambrogio e
l’arricchì di moltissimi volumi; fu infatti egli
stesso autore di oltre duecento opere. Fondò
l’Istituto della Carità (Rosminiani), che continua
ancora ora la sua opera ed è presente a
Rovereto con uno studentato e alla casa Rosmini. gestita dai sacerdoti rosminiani.
e dalle suore della Carità presenti all’Asilo Rosmini. Antonio Rosmini morì a Stresa
in Piemonte il 1° luglio 1855.
Il 18 novembre 2007 è stato beatificato.
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Casa natale e monumento ad Antonio Rosmini
RICCARDO ZANDONAI
Riccardo Zandonai è nato a Sacco di Rovereto il 28 maggio 1883 in una famiglia
di modesta estrazione, nel 1894 si iscrive alla scuola
musicale di Rovereto dove frequenta lezioni di violino,
pianoforte e composizione sotto la guida dell’emiliano
Vincenzo Gianferrari. Nel 1898 si iscrive al liceo musicale
di Pesaro dove si diploma in composizione in soli tre anni.
Zandonai vive tra Pesaro, Milano e la natia Sacco. La città
di Rovereto ha intitolato alla sua memoria il Teatro
Comunale e la Scuola Musicale. Un busto in bronzo
realizzato dallo scultore e amico Carlo Fait nel 1954, ne
ritrae le sembianze nel monumento di piazza Rosmini.
ANTONIO ROSSARO
Conosciuto anche come il Prete della Campana, don
Antonio Rossaro nasce a Rovereto l’8 giugno 1883. Nel
primo dopoguerra don Rossaro torna nella nativa Rovereto
non prima di aver vissuto brevemente a Milano.
Particolarmente impegnato in attività sociali e culturali a
favore della città, don Rossaro intuisce la necessità di
realizzare a Rovereto un forte segnale di pace: la
costruzione di una grande campana che invitasse tutti alla
pace. Si adoperò a realizzarla e così la Campana dei
Caduti, chiamata “Maria Dolens”, iniziò la sua missione di
pace il 4 ottobre 1925 sul bastione Malipiero del castello di
Rovereto.
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Durante le uscite per la conoscenza di Rovereto organizzate dalle nostre maestre
ho potuto ammirare molti aspetti della città di Rovereto, io non credevo che
Rovereto fosse così bella!!! Sono molto felice di aver potuto conoscere la mia
città!!!
Caterina
Con questo progetto ho capito che Rovereto è una città bellissima, con tante
costruzione antiche. Mi ha interessato la sua storia e mi è piaciuto conoscere
alcune persone importanti del suo passato. Io ho capito che non serve andare
in giro per il mondo per vedere cose bellissime basta aprire gli occhi e visitare
con il cuore la propria città. Arianna
Rovereto è una città stupenda, ricca di monumenti da visitare!!! È una bella città e
anche molto grande. Ci sono: il palazzo Podestà, il Museo Civico, il Castello con il
museo della guerra, il Mart, un grande Museo d’arte moderna, e tante piazze e
molte fontane.
Danny, Luca, Pier Federico, Martina Ludovica, Giulia e Anna
L’uscita per andare a vedere il Palazzo Pretorio è stata favolosa: innanzitutto
perché la Sala Consigliare è meravigliosa con le sue pareti tutte affrescate e
poi perché ci siamo seduti su delle specie di sedie imbottite: quelle dei
Consiglieri Comunali! La guida ci ha anche fatto notare gli affreschi più
importanti tra cui lo stemma di Rovereto ripetuto più volte con sotto scritto il
nome “Rovereto” nella sua evoluzione.
Gabriele, Martina C, Azzurra , Isabella e Davide C
Questa visita è stata un’esperienza più unica che rara. Mi sono emozionato tanto
che sentivo il cuore battermi in gola. Quando mi sono seduto sulle poltrone del
Consiglio Comunale ho chiuso gli occhi e per un momento mi sono immaginato …
sindaco …wow!
Martino
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Grazie a questo progetto, ho scoperto una parte di Rovereto che io non conoscevo:
i palazzi fantastici come il palazzo Pretorio, l’ex Cassa di Risparmio, palazzo
dell’Istruzione, dell’Annona, palazzo Fedrigotti e tanti altri e le sue Chiese ricche di
arte e affreschi. Ho visto le sue numerose e graziose fontane e le antiche rogge,
segno della sua ricchezza d’ acqua. La storia di Rovereto mi ha incuriosito, mi ha
fatto capire che anche le città hanno una storia e ha suscitato in me il desiderio di
esplorare molte altre città.
Eleonora
La città di Rovereto è stupenda e molto interessante. Per noi le uscite sul
territorio sono state molto istruttive e coinvolgenti. Ci è piaciuto molto
conoscere la storia della seta e dell’allevamento del baco, visitare la Chiesa di
san Marco e soprattutto ammirare la gigantesca Pala dell’altare e gli affreschi
del suo soffitto.
Elisa , Giada, Alice , Luna, Michelangelo e Sofia
Ho scoperto che Rovereto è una città con una storia affascinante. I palazzi costruiti
dai roveretani sono stupendi: mi si è svelato un aspetto di Rovereto che prima era
avvolto nel mistero. La chiesa di San Marco mi ha stupito per il tocco d’arte che le
dona uno splendore unico. La storia su Rovereto mi ha arricchito di conoscenze
relative ai suoi personaggi famosi come Antonio Rosmini a cui sono dedicate molte
vie, piazze… Mi ha affascinato e coinvolto conoscere la Campana dei Caduti “
Maria Dolens”, un vero splendore soprattutto per il suo richiamo alla pace.
Gianfranco
Girando per le strade di Rovereto ci siamo resi conto di quanta storia e
bellezza siamo circondati.
Davide B, Davide C e Samuel
Le guide del Museo Civico ci hanno spiegato la nascita, i governi, le ricchezze di
questa città e ci hanno guidato nel centro storico alla scoperta dei suoi segreti.
Queste visite alla città mi sono piaciute molto e mi hanno fatto rivivere molto bene
la storia della nostra piccola città che ha un tesoro molto grande da offrirci: la
cultura.
Leonardo
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L’esplorazione della nostra città si è
conclusa con una mattinata speciale
trascorsa al colle di Miravalle e a Castel
Dante per vedere La campana “Maria
Dolens” e il Sacrario.
Avvicinandoci alla Campana siamo stati
colpiti dalla sua grandezza e abbiamo
osservato attentamente il susseguirsi dei
rilievi incisi sul suo manto che descrivono
gli orrori della guerra: siamo rimasti stupiti
e ammutoliti. Questa visita ha lasciato in
noi il desiderio di proclamare a tutti che:
“ La guerra è come un mostro che spacca tutto, non ha pietà di nessuno,
porta odio, dolore, nega l’amore ed è inutile
perché alla fine non c’è nessuna vittoria,
ma solo il rimorso che opprime l’anima di tutti”
A Maria Dolens abbiamo dedicato una piccola coreografia accompagnati dal canto
a lei dedicato. Ci siamo messi a forma di campana e durante il canto questa
campana si è trasformata in un grande cuore:
Sì, solo l’amore, la volontà di dialogo e di perdono
possono preparare un futuro di pace per tutti!
È questo il messaggio che questa visita ha lasciato nei nostri cuori.
Ci piace sapere che tutte le sere Maria Dolens suona per invitare tutti a trovare le
vie della pace e siamo orgogliosi di abitare nella città che ospita la Campana della
Pace.
Quando la Campana della Pace suona i suoi 100 rintocchi è come se sopra la città
vibrasse un cuore che batte e che invita all’amore, al perdono, alla pace.
Gli alunni di classe IV Scuola Primaria Arcivescovile “ Dame Inglesi” di Rovereto.
Coordinamento delle insegnanti Losa Antonia e Dallapè Rosanna.
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