Le braccia Dalla nostra vocazione, in preghiera per le vocazioni Marzo 2016 Canto: Apri le tue braccia (o altro conosciuto dalla comunità) G Abbracciare o essere abbracciati non ci lascia indifferenti, non è un’esperienza qualunque, è un atto di amore; un atto di fiducia. Con l’abbraccio noi esprimiamo all’altro, il nostro affetto, la nostra accoglienza, la nostra solidarietà, il nostro sostegno… Tutto ciò è possibile perché noi stesse abbiamo fatto esperienza dell’abbraccio di Dio nel Figlio Gesù. Tale esperienza ci invita ad essere anche noi, braccia aperte, protese verso le sorelle, i fratelli, e non chiuse, a difesa, in segno di rifiuto e di esclusione dell’altro… Dal Vangelo di Luca (2,25-38) 25 Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: 29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, 30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, 31preparata da te davanti a tutti i popoli: 32luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». 33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35 e anche a te una spada trafiggerà l'anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». 36C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. 1 G. Madre Elisabetta invita le figlie a lasciarsi abbracciare… dalla virtù… da Dio per poter distinguere ciò che è da Lui, e ciò che è dal nemico…. Affidarsi alle braccia paterne, nell’umiltà, nella semplicità, nella fiducia affinché possiamo anche noi abbracciare il prossimo… Dagli Scritti della beata Elisabetta Vendramini Voglia rendere l'anima tua bella e ricca di virtù, come tu ti affatichi a rendere quella dei tuoi prossimi. Mille corone ti circondino, procurandole tu ad altri; pace e vittorie dei tuoi nemici siano sempre teco ed il sorriso sia sempre nelle tue labbra per vedere questi caderti a destra ed a sinistra sconfitti ed avviliti: ecco, o mia cara figlia, i voti del mio cuore a tuo riguardo; questi tu nascer mi facesti nell'anima qualora mi ti mostrasti amante del tuo prossimo e del tuo profitto. Sii semplice, che pregherò per te ancora, acciò conosca l'arti tutte del nemico, acciò eviti le vere colpe, acciò distingua il vero male, acciò si partano da te le oscurità che il vero bene ti nascondono, acciò conosca le vere ispirazioni e le artificiose tentazioni, acciò ti procuri i veri mezzi di abbracciare la virtù, acciò distingua la virtù vera dalla virtù apparente, acciò il vero amore ti possieda e non quello che, falso essendo, scoraggia l'anima, la tortura e pusillanime la rende, acciò in fine conoscer tu possa la vera umiltà dalla falsa, la vera confidenza in Dio e il vero timore di te ed in quali circostanze averla tu debba. Sì, per tutto ciò pregherò a tuo vantaggio. (cfr E172) Silenzio Salmo: 112 (113) 1 Lodate, servi del Signore, lodate il nome del Signore. 2Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre. 3Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore. 4Su tutte le genti eccelso è il Signore, più alta dei cieli è la sua gloria. 5 Chi è come il Signore, nostro Dio, che siede nell’alto 6e si china a guardare sui cieli e sulla terra? 7Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero, 8per farlo sedere tra i prìncipi, tra i prìncipi del suo popolo. 9Fa abitare nella casa la sterile,come madre gioiosa di figli. Gloria al Padre… 2 Silenzio Aneliti di un mondo nuovo (lettura personale) Un giorno, alcuni anni fa, un bambino gravemente paralitico, in mezzo alla confusione di una pausa di un ritiro spirituale, per famiglie, che stavo predicando, si spinse dalla sedia a rotelle nella quale sprofondava e si aggrappò a me. Io, fino a quel momento, non avevo mai preso in braccio un bambino paralitico. Mi era capitato di avere un contatto fisico con dei moribondi, e perfino che qualcuno spirasse tra le mie braccia mentre stavo impartendo l’ultima assoluzione e il viatico. Fu per me una esperienza terrificante. Ero giovanissimo prete, primissimi anni di sacerdozio. Ma un bambino paralitico… qualcosa dentro di me mi spingeva lontano quando, negli anni in cui stavo ancora dentro in parrocchia, mi si avvinava un genitore per chiedere una benedizione per un figlio ammalato. Impartivo la benedizione…ma dentro di me supplicavo che non mi chiedessero di toccarlo. Mi era andato “bene” fino a quel momento. Nella confusione di quella pausa, mentre parlavo con degli amici che partecipavano al ritiro, mi sentii tirare la giacca. Capii che era un bambino che voleva essere preso in braccio. Avevo da sempre un rapporto speciale con i bambini. Quelli sani. Mi riconoscevano istintivamente… uno di loro… Senza guardare, continuando a parlare, allargai le braccia e mi ritrovai un bambino, piccolo piccolo che mi stringeva il collo. Qualcosa non andava. La gestualità non era quella usuale di un normale bambino. Mi girai… ed era un bambino… paralitico. Non avevo pregiudizi verso i bambini malati. Avevo paura. E la paura si estendeva a quella di toccarli. Rimasi agghiacciato. Gli amici con cui parlavo se ne accorsero. Non sapevo cosa dire. Io… stavo predicando un ritiro spirituale!!!! In un attimo, quel bambino mi svelò quanto fossi io… il paralizzato! Rimasi di ghiaccio. Ero in panico. Per un attimo volevo darlo a qualcuno. Al primo che se lo sarebbe preso. Cercavo la mamma, non la trovavo. Il bambino si stringeva a me. Non sono un prete da mezze parole né da parole nascoste… La paura, il panico, il cedimento, l’accettazione, la resistenza, i rigurgiti di rifiuto. Alla fine, anche se non avevo superato del tutto il disagio, avevo scoperto una dimensione essenziale della mia vocazione al sacerdozio, una che avevo volentieri seppellito sotto la veste del predicatore: quella di essere PADRE per questi ultimi. Ma il vero miracolo era che Dio si stava rivelando PADRE verso di me, attraverso l’abbraccio di questo suo piccolo crocifisso prediletto. 3 Che mi teneva stretto dentro una morsa. Alla fine cedetti anche io. E l’ho stretto con tutte le energie che avevo. E ho continuato a stringerlo… Dio si rivelava PADRE di tutti, soprattutto dei più deboli. E io scoprivo la dimensione PATERNA della mia vocazione, per mezzo del gesto inatteso di uno dei piccoli di Dio. E questo piccolo si presentava a me FIGLIO. Figlio in tutti coloro che dal quel momento in poi avrei incontrato sulla mia strada, per sempre. (www.enzocaruso.net) Segno possibile Ciascuna si avvicina al crocifisso, affidando a Lui, tutto ciò che porta in cuore. Segue liberamente l’abbraccio fraterno. Silenzio - Tempo di riflessione Sono consapevole e grata al Signore per i tanti abbracci ricevuti e dati? Cosa hanno suscitato in me? “… perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza”: So riconoscere segni di salvezza intorno a me? So dare segni di benevolenza, di aiuto, di sostegno, di consolazione, con la mia persona, laddove vivo e opero? Padre Nostro Benedizione Dio vi benedica, o mie figlie, con la benedizione la più copiosa, benedizione che vi renda signore dei cuori dei peccatori tutti, e vi faccia aprire nel cuore del Signore i tesori tutti di misericordia, per spargerli nei cuori tutti bisognosi. (cfr Istr. 9,5) Canto: Vivere dentro (o altro canto mariano conosciuto dalla comunità) 4