Scarica pdf - Medicina Estetica dott. Montironi Rimini

LE IMMAGINI NELLE STELLE
L’ASTROLOGIA NELL’ARTE
Lo studio delle origini dell’astrologia è un argomento molto complesso che a partire dagli
storici delle religioni, agli antropologi, agli etnologi, richiama l’attenzione sulle usanze e la
mentalità degli uomini primitivi. Lo scopo degli studiosi non è soltanto pura attrazione, ma è lo
studio di logiche e dinamiche sociali “primitive”, e la ricerca di relazioni con le dinamiche del
mondo “civilizzato”.1
La nascita del senso religioso, a partire dalle popolazioni primitive sino ai giorni nostri, si
sviluppa di pari passo con l’evoluzione della coscienza umana e si colloca in senso antropologico ad
un livello intermedio della mente umana tra logica e predisposizione magico- superstiziosa. La fase
dell’evoluzione in cui l’uomo primitivo sviluppa il senso di sopravvivenza e di stanzialità delle
tribù, si manifesta con il passaggio dell’uomo dalla caccia all’agricoltura. Questa fase
dell’evoluzione diventa il momento in cui l’osservazione del cielo si innesta direttamente sui cicli
vitali dell’uomo; cicli che vanno da quello giornaliero del sorgere e tramontare del sole a quello
annuale del caldo e del freddo, dell’umido e del secco fino all’accorgersi dell’esistenza dei cicli
stagionali. Un fattore primario del carattere delle religioni primitive è dato dal senso della ciclicità
del tempo: si prega il dio o gli déi per la propria prosperità, per la pace, per il buon fine delle azioni
quotidiane; si osserva la ciclicità della vita, delle stagioni.2 Aby Warburg, noto studioso dei primi
del Novecento, avrebbe riportato una definizione di Jean Paul: “logica e magia fioriscono sul
medesimo stelo gettando le basi sulla storia dell’astrologia”, per indicare l’associazione bipolare
della mente ed esigenze umane.3 Gli inizi dell’Astrologia e dell’Astronomia si collocano in
Mesopotamia, dove testimonianze figurative datano la loro nascita intorno al XVI secolo a.C. In
seguito all’epoca di re Assurbanipal (668-626 a. C) risalgono alcune tavolette votive babilonesi a
cui si riconduce il movimento dei pianeti alle predizioni per il re ed il suo popolo da parte di
osservatori del cielo stellato. Le prime costellazioni ad essere identificate dagli studiosi furono
quelle zodiacali, ovvero gruppi stellari posti lungo l’eclittica e ripartiti fra i dodici mesi dell’anno
1
FORSTER KURT W, MAZZUCCO K; Genesi di un’opera “non finibile”, in “Introduzione ad Aby Warburg e
all’Atlante della Memoria”. Milano, 2002, Ed. Bruno Mondadori, p. 72.
2
MIRCEA E., Il Mito dell’Eterno Ritorno. Roma, 1999, Classici Borla.
3
BERTOZZI M., Progresso senza fine, in “Lo sguardo di Giano”, Torino, 2004, Ed Aragno, pp.41.51.
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Le stelle fisse e le costellazioni vennero col tempo associate dai babilonesi agli dei ed alle divinità,
fino ad assumere grazie ai Greci sembianze umane o animali per poi essere venerate.4
Il lavoro degli astrologi diviene in definitiva quello di studiare la posizione degli Astri a
partire dal Sole e dalla Luna; comprendere i disegni che si formano a partire dall’associazione di più
Stelle e più Pianeti; venerare i Pianeti stessi come dèi ed interpretare i loro messaggi per una vita
migliore sulla terra.5 Fu così che i Greci impararono dai Babilonesi le nozioni fondamentali di
Astronomia e Astrologia apportando poi i propri cambiamenti. È interessante osservare come,
all’epoca del poema di Gilgamesch, il numero dei segni dello zodiaco corrispondeva ad undici e
non dodici; l’immagine della Bilancia, prima di assumere la sua individualità, era compresa nelle
chele dello Scorpione6.
Dall’Antichità arcaica, alla cultura greco – classica incontriamo testimonianze letterarie la
cui interpretazione da vita ad opere artistiche. A partire da Omero, nel cui VIII libro dell’Iliade si
descrive lo “Scudo di Achille”7, all’opera di Esiodo “Le Opere e i giorni”, ai “Saturnali”di
Macrobio dell’epoca romana, fino alle raffigurazioni medievali miniate dei fratelli Lindburg8,
vediamo come la più antica opera d’arte astrologica, ovvero una rappresentazione del cielo e degli
déi, è collocata al tempo mitico degli déi stessi. Vediamo così come il legame tra l’arte e
l’osservazione del cielo diventa espressione del valore e testimonianza del diretto legame dell’uomo
alla terra, alla sua sopravvivenza, ed alla sua spiritualità. Nonostante l’interpretazione dei fenomeni
celesti diviene per i greci una scienza razionale a tal punto da chiamare i suoi cultori “mathematici”
(a tale proposito si ricorda che per mathesis9 si considera la scienza per eccellenza), a partire
4
MORI G., Arte e Astrologia, Milano, 1987, Ed. Giunti,p. 64
FARACOVI O.P., Encomio dell’astrologia, in “I saggi .Parol on line quaderni d’arte e di epistemologia”, pp. 59-74;
cfr. FARACOVI O.P., Scritto negli astri. L'astrologia nella cultura dell' Occidente, Venezia, 1996, Ed Marsilio.
6
MORI G., Arte e Astrologia, Milano, 1987, Ed. Giunti, p. 64
7
MORI G., Arte e Astrologia, Milano, 1987, Ed. Giunti, p. 5: Lo scudo di Achille realizzato da Efesto viene decritto da
Omero nel passo XVIII dell’Iliade: “E fece per primo uno scudo grande e pesante […] ornandolo dappertutto; un orlo vi
fece, lucido, […] triplo, scintillante, e una tracolla d’argento. […] Erano cinque le zone dello scudo, e in esso […] fece
molti ornamenti coi suoi sapenti pensieri. […] Vi fece la terra, il cielo e il mare, […] l’infaticabile sole e la luna piena,
[…] e tutti quanti i segni che incoronano il cielo, […] le Pleiadi, l’Iadi e la forza di Orione […] e l’Orsa, che chiamiamo
col nome di Carro: […] ella gira sopra se stessa e guarda Orione, […] e sola non ha parte dei lavacri d’Oceano”.
8
Ibidem p. 5: Fratelli Lindbourg “Les trés Heures du Duc de Berry”, miniature del XV secolo Chantilly Musée Condé.
È una chiara sintesi della teoria del microcosmo che rispecchia il macrocosmo. L’uomo, posto sotto il dominio degli
astri diventa una mappa celeste; a ogni segno zodiacale viene fatta corrispondere una parte del corpo. Così, anche la
medicina diventa astrologia (Melothesia) secondo una dottrina di origine romana. Si evita dunque di operare se la Luna
è nel segno dell’organo del malato; si sceglie invece di curare il malato utilizzando le erbe poste sotto quel segno.
9
BOLL F., Astronomia e Astrologia nel mondo antico, Milano, 2008, Ed Aragno, p. 4, nota 7: “Giulio Firmico
Materno, uomo politico ed erudito del IV secolo d. C., è autore di Mathesis l’opera considerata il più ampio trattato di
astrologia tramandatoci dall’antichità, ispirata alle teorie di Tolomeo”.
5
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dall’età ellenistica grazie a Ipparco10 prima e Posidonio11 dopo, si legge l’Astrologia come una fede
che crede in una sorta di parentela tra l’anima umana e le Stelle; convivono fede e matematica.12
Non disponendo le nozioni di come i Caldei13 e gli Egizi siano riusciti ad abbracciare il quadro
astrale, Posidonio, in un secondo tempo, ci permette di capire che il presupposto necessario
dell’astrologia dei Greci sta nello sviluppo della loro filosofia e della loro scienza. Sarà solo con i
Pitagorici che si vedrà il superbo sviluppo dell’Astrologia greca, che porterà grazie ad Aristarco di
Samo14 alla conoscenza dell’eliocentrismo.
Il sistema astrologico si trova a disporre del sostegno di una concezione filosofica del
mondo e di un suo impianto sistematicamente organizzato dalla matematica. F. Boll nel suo trattato
ci parla di “Religione astrale”, ovvero di una religione, di un credo che crea il culto degli animali, li
collega alle stelle e li trasforma in divinità creando lo zodiaco. Nel contempo F. Boll sottolinea e
conferma l’importanza della componente scientifica dell’astrologia, ovvero l’Astronomia, intesa
come essenza e sostegno all’osservazione del cielo stellato.15 L’attecchimento di una qualsiasi
interpretazione astrale non si sarebbe verificata se già agli esordi del pensiero Greco, all’epoca
Arcaica, VI sec a.C., non avessero fatto comparsa alcuni elementi precursori della filosofia greca
classica, capaci di far emergere il pensiero astrologico nel periodo della Grecia Ellenica16. Boll
afferma che l’uomo ha sempre creduto in una tendenza spontanea ad individuare in ogni cosa
presagi e a presupporre l’esistenza, al di là di una realtà evidente, di una “Sympatheia” di tutte le
cose, di un grande collegamento tra tutte le cose e tra tutte le sue componenti.17 Uno degli aspetti
del pensiero greco arcaico è la Reductio ad unum, ovvero la ricerca di un principio capace di
unificare e dare ragione degli innumerevoli aspetti del reale. In tal modo l’Astrologia diviene
attraverso la filosofia presocratica dell’epoca Arcaica, piena espressione dello stoicismo dell’epoca
ellenistica18, che esprime nella scienza della natura la dottrina del “fato”. Gli Stoici giustificavano la
10
Ipparco di Nicea, fa raggiungere il culmine dell’astronomia ellenistica. A lui si devono la scoperta della processione
degli equinozi, il perfezionamento del calcolo dell’anno solare, e la catalogazione di miglia di stelle.
11
Posidonio: storico di matrice stoica, di età ellenistica, 135 a. C.
12
Ibidem pp. 8-9.; p. 21
13
Ibidem p. 17, nota 39: Al riguardo F. Cumont osserva che l’Astrologia caldea, suscitando l’entusiasmo dei sacerdoti
in Siria, forniva loro gli elementi di una teoria scientifica
14
GUIDORIZZI G., Letteratura Greca. Da Omero al secolo VI d. C., Firenze, 2002, Ed Mondadori Università, p. 419:
“Aristarco di Samo, visse tra il 310-230 a C., sviluppò un modello eliocentrico secondo il quale la terra e i Pianeti
ruotano intorno la Sole seguendo orbite circolari. Questa teoria non ebbe seguita nell’Antichità, ma sarà confermata da
Galileo Galilei nell’epoca moderna”; Cfr, BOLL F., Astronomia e Astrologia nel mondo antico, Milano, 2008, Ed
Aragno, pp. 86-87.
15
BOLL F., Astronomia e Astrologia nel mondo antico, Milano, 2008, Ed Aragno, p. 11
16
GUIDORIZZI G., Letteratura Greca. Da Omero al secolo VI d. C., Firenze, 2002, Ed Mondadori Università, p. 108.
17
BOLL F., Astronomia e Astrologia nel mondo antico, Milano, 2008, Ed Aragno p. 81
18
CAMPION N., Astrologia, Storia e Apocalisse, Roma, 2007, Ed. Astrolabio, p. 47: Lo stoicismo fondato dal filosofo
Zenone, nato intorno al 311 a. C., insegnava ad Atene sotto una Stoà, ovvero ad un portico, da cui il nome stoicismo.
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mantica in base alla loro idea di una grande “Sympatheia” universale, o di Destino. Ecco che
leggendo l’Astrologia sotto questa filosofia, l’uomo si trova ad essere inserito pienamente nel
contesto della natura e quindi nel pieno verificarsi degli eventi dell’Universo, fino a sperimentare su
se stesso, sul proprio corpo e sulla propria anima l’azione delle più potenti forze dell’Universo
stesso19
Il più importante filosofo greco, a cavallo tra il III e II sec a. C., ad influenzare l’astrologia
fu Platone20. Attraverso alcune sue opere come il Timeo, nel quale assegna a ciascuno un’Anima,
ovvero un astro come veicolo21; la Repubblica ed infine l’Epinomide, egli esprime la sua dottrina.22.
Come seguace di Pitagora, Platone pensava l’universo come costruito geometricamente tale da
essere descritto in termini matematici. Platone credeva che l’Anima nella sua discesa sulla terra, si
incarnasse nell’uomo prima della sua nascita e che poi ritornasse dopo la sua morte, attraverso le
sfere planetarie alle Stelle. Le differenti idee del sistema filosofico di Platone a favore
dell’Astrologia, riguardano la considerazione dei Pianeti come divini e più vicini al mondo
dell’Essere di quanto lo siamo noi, e riguardano il tempo, che viene determinato dal moto dei
Pianeti. Ne consegue, direbbero gli astrologi, la necessità di stendere una carta di nascita del
momento presente, per stabilire lo stato spirituale dell’individuo, la qualità del momento; occorre
analizzare la posizione dei Pianeti, ovvero individuare i “marcatori del tempo”. Nasce l’Astrologia
divinatoria, che viene così legittimata.23 Se in Platone è la corrente mistica ad accogliere
l’Astrologia, in Aristotele è la costruzione definita e rigorosa di un sistema cosmico, con la Terra al
centro circondata dai cerchi dei Pianeti, a loro volta attorniati dai cerchi delle stelle fisse. Ogni
mondo astrale in definitiva obbedisce ad Una forza.24 A differenza di Platone, Aristotele considera i
Pianeti come cause secondarie, intendendo i Pianeti come mediatori tra Dio e l’umanità.
Egli sosteneva che si può fare poco e niente per evitare il proprio destino, e che la libertà deriva dallo sviluppo della
propria interiorità, dello spirito, dell’anima o della mente, o dal condurre una vita da filosofi, come avrebbe poi detto
Platone.
19
BOLL F., Astronomia e Astrologia nel mondo antico, Milano, 2008, Ed Aragno, p. 4, pp. 41, 43-44; Cfr. Ibidem p. 46
20
Platone visse tra il 428 -348 a. C.
21
Ibidem, p. 86.
22
CAMPION N., Astrologia, Storia e Apocalisse, Roma, 2007, Ed. Astrolabio, pp. 9-16; 33-78: “ […] nel mito
platonico della creazione tutto inizia con Dio. Il Dio di Platone e' il Dio di Pitagora, un divino architetto, un matematico,
un esperto di geometria; egli e' nella dimensione teorizzata da Eraclito conosciuta come mondo dell’Essere, che e'
eterno immutabile, senza forma ne tempo. Esso contiene le Idee che sono perfettamente rappresentate da Platone come
le forme geometriche e i numeri di Pitagora che sono alla base del mondo così come noi lo conosciamo (le idee
platoniche furono riprese da Jung nella sua teoria degli archetipi). Anche nella teoria cabalistica della creazione, l’inizia
ho si ha nel momento in cui Dio formula un pensiero. Essendo Dio un essere dotato di coscienza, elaborando un
pensiero questo esiste nel tempo, nel mondo del divenire ed il processo della creazione ha inizio; il tempo domina il
mondo del Divenire che è quindi soggetto ad un continuo mutamento, trasformazione.
23
CAMPION N., Astrologia, Storia e Apocalisse, Roma, 2007, Ed. Astrolabio, p. 41.
24
BOLL F., Astronomia e Astrologia nel mondo antico, Milano, 2008, Ed Aragno, p. 87.
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Da Dio, Causa Prima o Primo Motore, deriva ogni cosa.
Ecco che per conoscere il volere di Dio, occorre studiare le Stelle, ed il mezzo migliore per
farlo è stendere un oroscopo. Ma la peculiarità sta che mentre per Platone la verità può essere
accertata con mezzi astratti e teorici, in Aristotele si ha la necessità di un’attendibilità ripetibile fatta
di misurazioni matematiche, ovvero di un metodo scientifico.25 Dopo i calcoli delle eclissi di Sole
di Talete26 assieme a quello delle orbite dei pianeti, nel V secolo a.C. la scuola pitagorica codifica
un calcolo approfondito sulle leggi del cosmo. Contemporaneamente i pitagorici sviluppano una
mistica astrologica con il culto delle divinità visibili, comprovando ufficialmente la presenza di
qualche elemento tipico astrologico nella cultura greca delle origini. I testi che seguiranno tra il IV
sec a. C ed il II sec d. C, codificheranno in modo sistematico i Pianeti, in particolare le “Stelle
viaggianti” che diventano degli déi, fino ad arrivare alla completa identificazione del Pianeta con il
dio. Il Pianeta non sarà più “la stella di…”, ma diventerà dio stesso assumendone anche le
peculiarità.
I cataloghi illustrati, che in ordine storico caratterizzano questo passaggio, partono dagli
scritti di Eudosso di Cnido nel 375 a.C.27, che influenzerà i Phaenomena di Arato di Soli28; seguirà
lo scritto di Eratostene (275-194), Catasterismi29, con il quale si porta compimento il processo di
mitologizzazione in cui astri e costellazioni hanno una storia legata agli antichi eroi del mito.
All’insieme di questi scritti greci, che vanno sotto il nome di Sphaera graecanica, si aggiunge nel I
sec a. C la Sphaera barbarica30 di Teucro di Babilonia che aggiunge al pantheon greco anche
costellazioni di origine caldea ed egizia, come i “decani” la cui prima comparsa risale a documenti
del 2150 circa a. C. Seguirà nello stesso periodo Tolomeo che compone due testi, l’Almagesto per la
cognizione matematica, e il Tetrabiblos per le previsioni. I Romani accoglieranno pienamente la
scienza Greca a tal punto che alcuni Imperatori, quale Augusto e Tiberio, Nerone e Vespasiano, ed
25
CAMPION N., Astrologia, Storia e Apocalisse, Roma, 2007, Ed. Astrolabio, pp. 43-44.
GUIDORIZZI G., Letteratura Greca. Da Omero al secolo VI d. C., Firenze, 2002, Ed Mondadori Università, p. 111:
“Talete, vissuto nella prima metà del VI sec.a.C.,si da comunemente l’appellativo di padre della filosofia”.
27
Ibidem, p. 419,:” Considerato un precursore dello studio dell’Astronomia, allievo di Platone, delineò un modello
cosmologico geocentrico, che prevedeva numerose sfere ruotanti a diversa velocità attorno alla Terra”.
28
Ibidem, p. 368: “ Arato di Soli, figura più rappresentativa del primo Ellenismo; nato nel IV sec a.C., scisse il poema
didascalico i Fenomeni, ossia Le cose che accadono, descrivendo le costellazioni ed alcuni fenomeni metereologici”.
29
BOLL F., Astronomia e Astrologia nel mondo antico, Milano, 2008, Ed Aragno nota 46: “ Catasterismo dal greco
”collocato tra gli astri”, significa costellazione; Cfr. GUIDORIZZI G., Letteratura Greca. Da Omero al secolo VI d. C.,
Firenze, 2002, Ed Mondadori Università, p. 416: “ I Catasterismi sono una raccolta di racconti mitologici sull’origine
delle costellazioni”.
30
Ibidem, p.19, nota 47: “Si tratta di una descrizione del cielo delle stelle fisse, arricchita da nomi astrali egiziani,
babilonesi e dell’Asia Minore; creata in Asia Minore da un certo Teucro. F. Boll ne fa un oggetto di studio nle suo
trattato Sphaera tracciandone le tappe fondamentali della sua migrazione da Oriente fino in Europa”.
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infine ad Adriano si fecero fare il proprio oroscopo.31 Qualche secolo dopo, vennero redatti in latino
alcuni testi astrologici autorevoli fra cui il Liber fabularum di Igino, poeta dell’età augustea e gli
Astronomica di Manilio che in particolare associano i Pianeti alle diverse parti del corpo umano
dando inizio alla scienza del micro e macrocosmo. La teoria del microcosmo che rispecchia il
macrocosmo lega tutti gli elementi in una sorta di magia “simpatetica” che rimanda all’immagine
dell’ordine cosmico creato da Dio. Così facendo si cercò di evitare la frattura con la teologia
cristiana.32 Il testo Mathesis di Firmico Materno darà inizio alla dottrina della “moirogenesi” per la
quale ogni segno zodiacale viene diviso in 30 parti o gradi a seconda del punto di nascita. Tale
dottrina trasmigrò in Albumasar e poi in Pietro d’Abano. Col passar del tempo attraverso
l’evoluzione del pensiero umano e di tutte le sue sovrastrutture psicologiche, gli aspetti religiosoculturali si sovrapposero con una commistione di miti e riti.
Fin da sempre l’Astrologia viene considerata la prima “teologia scientifica”33, ovvero la
prima forma di legittimazione dei dogmi, come quello della religione del Sole. A riguardo, con
l’ufficializzazione del rito cristiano da parte di Costantino nel 313 d.C. il fenomeno del sincretismo
raggiunse la sua massima espressione: il cristianesimo, religione ufficiale dell’Impero ostile
all’astrologia in quanto espressione pagana, in silenzio inglobò la sua essenza lasciandone una
testimonianza attraverso simboli celati nelle immagini. Tale forma di sincretismo, Déi – Pianeti,
determinerà ad una certa fase dello sviluppo storico della cultura umana, la nascita di forme di
superstizione e di adorazione che veleranno i confini netti tra scienza e superstizione magico religiosa.34
A proposito delle religioni vorrei sottolineare l’azione di Ruggero Bacone35 che collega le
quattro religioni del mondo a quattro costellazioni dei pianeti: la congiunzione di Giove con Saturno
produrrebbe la religione dei Caldei, quella di Giove con il Sole la religione Egizia e infine quella di
Giove con Venere quella dello stesso pianeta con Mercurio darebbero origine rispettivamente alle
religioni Islamica e Cristiana.36 Nello specifico, il Cristianesimo darà poco spazio alla sapienza
pagana; al massimo si osserveranno i tentativi di integrazione di una teoria meccanicistica che non
31
MORI G., Arte e Astrologia, Milano, 1987, Ed. Giunti, p. 64
Ibidem p. 6
33
Ibidem, p. 45
34
CASSIRER E., Individuo e cosmo nella filosofia del Rinascimento, Piacenza 2001, Ed. La Nuova Italia: “(…)
l’astrologia presenta sin dall’inizio un duplice aspetto; in quanto teoria cerca di porci davanti le leggi eterne
dell’universo, in quanto prassi sta sotto il segno della paura dei demoni, della forma più primitiva di casualità religiosa”.
35
L’intellettuale Ruggero Bacone è considerato il fondatore del metodo scientifico nel XII secolo.
36
BOLL F., Astronomia e Astrologia nel mondo antico, Milano, 2008, Ed Aragno, p. 47; Cfr. CAMPION N.,
Astrologia, Storia e Apocalisse, Roma, 2007, Ed. Astrolabio
32
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lascia spazio al libero arbitrio dell’uomo.37 Seguirà nel IX sec d. C. il periodo della rinascenza
carolingia con il recupero dei testi astrologici antichi, copiati in codici miniati e conservati nelle
biblioteche dei maggiori monasteri europei. Nel periodo che va dall’IX-X sec d. C. verranno tradotti
i più importanti testi arabi basati su Aristotele e Tolomeo; nel tentativo di “cristianizzare” il cielo
con l’istituzione dell’equivalenza tra i dodici segni zodiacali e gli apostoli o personaggi biblici.38
Proprio nelle chiese si ebbe durante il Medioevo la maggior diffusione di immagini astrologiche,
con intenti didascalici o etici, dalla decorazione di pavimenti e di portali ai primi esempi di strutture
a calendario affrescate all’interno, con l’associazione dei Mesi dell’anno con i segni zodiacali
secondo la tradizione dei manoscritti. Nei pavimenti romanici a mosaico ricorrono delle immagini a
calendario, realizzate in bianco e nero come nei mosaici classici, la cui funzione diventa quella di
patrimonio letterario, di patrimonio storico e scientifico 39. L’intento era didascalico e le immagini,
come impaginate, rappresentano un codice illustrato destinato al vasto pubblico. Le immagini dello
zodiaco, associate alle personificazioni di Mesi o di lavori ad essi associati, raggiungono la massima
diffusione con le decorazioni delle facciate delle chiese.40 L’uomo si avvicina al cielo avviando lo
studio della volta celeste; pone dei segni di riferimento fissi che diventano nel tempo dei veri e
propri grafici. Egli osserva le stelle, le collega attraverso linee immaginarie che prendono forma
diversamente da una cultura all’altra travestendosi a seconda delle tradizioni. Nascono degli
interrogativi, e le domande che scaturiscono vengono elaborate dagli studiosi concependo
l’astrologia come un mezzo di comunicazione razionale e tangibilmente riproducibile. Tutto ciò
porta alla creazione di un linguaggio inizialmente muto e sordo fatto di semplici segni di
riferimento, basato sull’osservazione naturale di stelle e pianeti. Successivamente la necessità da
parte degli studiosi e degli astrologi di comunicare, dare forma e vita alle proprie osservazioni,
determina la nascita di una vera e propria scienza dell’immagine che caratterizzerà l’essere umano
in tutti i suoi ambiti. L’Arte diviene un modo diretto sia per la comunicazione che per
l’insegnamento; l’interpretazione degli artisti di opere letterarie accompagno sempre sia la scienza
che gli atteggiamenti di svago dei signori e delle corti. Nello stesso periodo Albumasar41 scrive la
sua Introductiorum majus, che attraverso un lungo percorso passando in Spagna arriva in Italia
attraverso la traduzione francese da parte di Pietro d’Abano l’Astolabium Planum.42 Sarà poi nel
Rinascimento che il patrimonio culturale pagano che il cristianesimo non è riuscito ad eliminare,
37
Ibidem p. 65
Ibidem p. 9, p. 64
39
Ibidem p. 10
40
Ibidem pp. 12-13
41
Ibidem p. 19
42
Ibidem p. 65
38
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ritrova il suo antico splendore. La decorazione astrologica diventò così commento e completamento
di immagini che illustravano vicende legate al committente o alla sua famiglia, distaccandosi
sempre più dalle figurazioni medievali improntate su una descrizione didascalica ed etica.43 A
Firenze, sopra la Sagrestia Vecchia di San Lorenzo, fu eseguito il primo oroscopo dipinto. Venne
riprodotta una carta del cielo con tutti gli elementi astronomici rilevati con estrema precisione.
Nella cupola di San Lorenzo la posizione delle stelle è quella osservata sul cielo di Firenze in un
determinato momento di un determinato giorno: è quindi un oroscopo.44 Con Cosimo il Vecchio
iniziò una tradizione di interesse per l’Astrologia da parte della famiglia Medici.45
Fu comunque durante il concilio del 1439, finanziato dai Medici stessi, che penetrarono a
Firenze la tradizione ermetica e la filosofia neoplatonica, tanto che Cosimo I farà introdurre da
Marsilio Ficino il Corpus Hermeticum.46 Un oroscopo molto più vicino a noi è quello conservato
nel tempio Malatestiano di Rimini, ciclo scultoreo collocato nella Cappella dei Pianeti,
commissionato dal signore di Rimini Sigismondo Pandolfo Malatesta e completato nel 1450 circa
dallo scultore fiorentino Agostino di Duccio. I bassorilievi in marmo che rivestono tre lati degli
archi di ingresso della Cappella presentano i Pianeti, alcuni raffigurati stanti, altri su carri trionfali
affiancati dai loro segni.47 All’ideazione partecipò direttamente Sigismondo Malatesta, uomo di
profonda cultura astrologica con accanto il consigliere di corte, l’astrologo Basinio da Parma autore
del testo l’Astronomicon.48 In questo caso, le immagini delle divinità planetarie, reggenti i segni
dello zodiaco, subiscono influssi orientaleggianti e rappresentano, oltre uno spettacolare impianto di
simbologie solari; esempio di “imbarbarimento della tipologia greco-romana”.49
Il culto del cielo e degli astri, la convinzione del loro influsso sul destino umano, erano
profondamente radicati alla corte dei Malatesta: un ciclo propiziatorio ricamato su un arazzo,
cosparso di stelle e pianeti, copriva nel 1475 la sala del palazzo in cui avvenivano i festeggiamenti
per il matrimonio del figlio di Sigismondo, Roberto, con Isabella figlia di Federico di Montefeltro.
Allo stesso modo, se non più ampiamente della corte di Rimini, a Ferrara veniva concluso a Palazzo
Schifanoia il ciclo parietale del Salone dei Mesi, commissionato nel 1467 da Borso d’Este, e dipinto
43
Ibidem p. 22
Ibidem p. 24
45
Ibidem p. 51
46
Ibidem p. 26; Cfr. CAMPION N., Astrologia, Storia e Apocalisse, Roma, 2007, Ed. Astrolabio, p. 71: “Il
Rinascimento, epoca che si stende dal 1450 al 1650, inizia in Italia con la produzione di numerose opere artistiche e
scritti letterari. In tale ambito, Marsilio Ficino fu uno degli intellettuali che lavorando per la famiglia Medici, tradusse
un numero elevatissimo di manoscritti greci favorendo la diffusione delle teorie e culti Orientali.
47
Ibidem p. 27
48
Ibidem p. 29
49
BERTOZZI M., Progresso sena fine, in “Lo sguardo di Giano”, Torino, 2004, Ed. Aragno, p.46; cfr, GOMBRICH E
H, “Aby Warburg. Una biografia intellettuale”. Milano, 2003, Ed Feltrinelli, p 164-167.
44
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da Cosmè Tura, Ercole de Roberti, Francesco Cossa.50 La particolarità di tali raffigurazioni,
scoperta da Aby Warburg, fu il collegamento con il sistema dei “decani” egizi. Le raffigurazioni
parietali presentano una suddivisione in tre registri sovrapposti. In quella più alta viene
rappresentato il Trionfo del dio protettore del mese, circondato dai propri “figli” impegnati nelle
attività favorite dall’influsso del dio; al centro c’è l’immagine del segno zodiacale relativo al Mese
accompagnato dai tre decani, mentre nel registro inferiore ci sono raffigurate le attività di corte
estense.51 I pittori di Schifanoia nei tre mondi sovrapposti, corte, cielo, Olimpo, hanno elementi di
impronta classica che rimandano al Leon Battista Alberti e spesso sono in sintonia con il gusto del
colore di origine mantegnesca: dalla vita terrena a quella dell’Olimpo i paesaggi si fanno trasparenti
dai colori gemmei, metallici e rarefatti.52
Per quanto riguarda il ciclo pittorico di stampo astrologico più importante della Roma del
Quattrocento legato ad una commissione papale, ricordiamo quello disegnato dal Pinturicchio nella
Sala delle Sibille dell’Appartamento Borgia tra il 1492-1494.53 La tradizione astrologica del
Rinascimento sarebbe stata forse poca cosa senza il crescere ed il formarsi dell’astrologia araba che
superava nella tecnica astronomica la scienza greca e che forniva agli astrologi di un sostegno
logico e filosofico.54 L’iconologia di stampo nordico si diffuse in Italia tramite incisioni. Se ne
trovano testimonianze in alcuni manoscritti, tra i quali il De Sphaera della Biblioteca Estense di
Modena, raffinato codice di provenienza lombarda in cui il dio planetario domina la scena
sottostante in cui gli uomini svolgono le azioni che egli determina. Inoltre, una serie di importanti
incisioni con i “figli” dei Pianeti è quella prodotta intorno al 1460 da un artista fiorentino della
cerchia di Maso di Finiguerra, identificato come Baccio Baldini. Il Perugino dipinge dei trionfi di
déi planetari in modo simile al Pinturicchio nella Sala delle Udienze del Cambio a Perugia tra il
1496-1500. Essi sono il completamento del programma decorativo previsto dall’umanista Francesco
Maturanzio, che elaborò uno schema di corrispondenze tra la civiltà pagana e quella cristiana.55 Nel
Cinquecento l’interesse per l’Astrologia crebbe a tal punto da determinare la realizzazione di una
50
Ibidem
Ibidem
52
Ibidem p. 31
53
Ibidem p. 32
54
SEZNEC J., La sopravvivenza degli antichi déi. Torino,2001, Ed. Bollati Boringhieri, pp. 34-35; 45-49.
[…] il suo discorso sul pianeta dominante riporta al demone di Plotino e Socrate, all’intelligenza di Avicenna. Per
Picatrix l’uomo riceve questo suo particolare intelletto nascendo; esso gli viene direttamente dalla costituzione
temporanea dello spazio celeste e,quindi dal suo tema di genitura: li il pianeta dominante è il suo IO celeste al quale egli
si conforma e non consustanziale all’uomo le cui origini persiane sono rintracciabili nella religione di Zoroastro; cfr,
GARIN E., Lo zodiaco della vita. La polemica sull'astrologia dal Trecento al Cinquecento, Roma-Bari,2007, Ed.
Laterza, pp.33-60.
55
Ibidem p. 33
51
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serie di pitture che contraddistinsero vari spazi del Vaticano a partire dai papi Giulio II, Leone X
fino a Gregorio XIII della fine del secolo.
Nell’opera più grandiosa realizzata da Raffaello, “La stanza della Segnatura”, che può
essere identificata come la biblioteca personale del papa, i Pianeti e le Stelle appaiono dipinti sia
nella sfera celeste della Scuola di Atene, quanto in uno scomparto del soffitto con l’immagine
dell’Astronomia che scruta un globo trasparente, a sua volta percorso dalla raffigurazione di alcune
costellazioni.56 L’affresco dipinto da Raffaello nel 1508 è l’immagine commemorativa dell’ascesa
al trono pontificio di Giulio II. Nella sua villa della Farnesina, Agostino Chigi fa realizzare per
opera di Baldassarre Peruzzi un ciclo astrologico molto complesso. L’intera opera pittorica decifrata
da Saxl nel 1934, si presenta come una carta del cielo in cui sono raffigurati gli elementi astrali
necessari per il calcolo di un oroscopo: i Pianeti raffigurati negli scomparti esagonali e la loro
posizione nelle costellazioni zodiacali.57 Se per la propria Villa Agostino Chigi commissiona una
rappresentazione della propria gloria, Raffaello per la volta della Cappella Chigi in Santa Maria del
Popolo, realizza il potere delle stelle come sottoposto al volere divino.58 Leone X figlio di Lorenzo
il Magnifico, come tutta la famiglia Medici, ebbe una notevole cultura astrologica. Nel 1520
commissionò la decorazione della Sala dei Pontefici dei Palazzi Vaticani, affidandone la
realizzazione ai pittori della cerchia di Raffaello, Perin del Vaga e Giovanni da Udine. La volta
della Sala dei Pontefici59 presenta un soffitto decorato con immagini astrologiche. Al centro, attorno
alle immagini delle Vittorie alate che portano i trionfo la Tiara con le chiavi di San Pietro, ci sono
Apollo –Sole e il segno del Leone che rimanda al committente.60
Nel 1566 fu stampato a Venezia il testo di Vincenzo Cartari “Le immagini de i déi de gli
antichi”, che dichiaratamente si proponeva di essere un manuale per chi si interessava di antichità,
come i pittori, gli scultori ed i poeti, in una concezione in cui il rapporto parola-immagine diventa il
mezzo della Filosofia. Un altro testo di notevole importanza è “Iconologia” di Cesare Ripa in cui si
stabiliscono le norme per le invenzioni di allegorie e personificazioni di concetti astratti e morali.61
Ecco che le decorazioni del secondo Cinquecento furono spesso concepite come sistemazioni
erudite e tese al recupero filologico di tradizioni letterarie. Risale al 1573 la decorazione a motivi
astrologici del Vanosino che dipinge su commissione del papa Gregorio XIII la Sala del
Mappamondo nella volta del Palazzo Farnese di Caprarola, rifacendosi all’immaginario di un antico
56
Ibidem p. 34
Ibidem p. 36
58
Ibidem pp. 39-39
59
Ibidem p. 40
60
Ibidem p. 41
61
Ibidem p. 54
57
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codice di Orazio. L’Atlante Farnese al pari delle decorazioni parietali rappresenta il livello più alto
raggiunto da una manifattura scultorea con tema astrologico. Di epoca adrianea, tra il 117 a C. ed il
138 d. C, decorava probabilmente una Biblioteca. È il reperto più antico in cui sia raffigurato il
cielo come globo con le costellazioni dei due emisferi. Sono tracciati a rilievo l’equatore, i tropici, i
solstizi e gli equinozi.
L’invenzione di questi globi celesti è attribuita ai mitici Atlante e Museo ed ai filosofi
Anassimandro, Talete di Mileto, Eudosso di Cnidio.62 Valutando il nesso tra i culti planetari e la
divinazione pagana, attraverso codici matematici, si è spesso accompagnato l’identificazione
dell’astrologia come progenitrice dell’astrono-mia. La ricerca storica sull’astrologia ha accumulato
materiali e notizie erudite, abbondanti nel caso dell’astrologia antica, ma ha eluso le domande più
prettamente epistemologiche. Studiosi come Galilei, Keplero ed altri astronomi ribaltarono dal
Seicento in poi completamente l’intera cosmologia.63 Espulsa dagli ambienti colti, l’Astrologia
conosce un lungo periodo di oscurità, vivendo alle spalle di società segrete con funzione
antillumistica. Solo a partire dalla fine dell’Ottocento si ricomincerà a studiare l’Astrologia come
scienza degli astri, delle stelle e la loro azione sui temperamenti umani.64 Il taglio scientifico
dell’analisi predittiva delle concatenazioni tra Pianeti nel segno dell’interessato, scarta il carattere
predittivo al fine di una sorta di statistica delle congiunzioni tra gli astri e gli effetti probabilistici
che ne conseguono.
Nel Novecento l’Astrologia assume un carattere ben definito, e anziché osservare una
concezione complessiva del mondo, si preferisce osservare l’Astrologia associata a discipline
specifiche, come statistica e psicologia. Carl Jung65 sostenne che l’indagine astrologica fosse anche
mezzo e veicolo di lettura psicologica in cui l’indagine individuale viene vista nella molteplicità dei
livelli psicologici. Sulla base dell’osservazione del mito e della sua interpretazione attraverso
l’Astrologia, le antiche divinità si sono rivelate proiezioni di attributi umani; su tutto ha continuato
ad operare lo schema della prevalenza del dato religioso-fantastico caratteristico della fase primitiva
62
Ibidem p. 57
CAMPION N., Astrologia, Storia e Apocalisse, Roma, 2007, Ed. Astrolabio, p. 83
64
BEZZA G., L’Astrologia storia e metodi. Compendio di storia ed astrologia sulla cultura astrologia dell’età
classica, Milano, 1980, Ed. Teti
65
FARACOVI O.P., Scritto negli Astri. L’astrologia nella cultura dell’Occidente, Venezia, 1996, Ed. Marsilio, p.278.
“Poiché sono uno psicologo, sono soprattutto interessato alla particolare luce che l’oroscopo getta su alcune
complicazioni del carattere. In casi di difficile diagnosi psicologica io abitualmente faccio un oroscopo per avere un
ulteriore punto di vista da un angolo completamente diverso.[...] Da tali esperienze mi sono fatto l’idea che l’astrologia
è di particolare interesse per lo psicologo. […] Ciò che mi manca nella letteratura astrologica è il metodo statistico,
attraverso il quale si potrebbe scientificamente stabilire certi fatti fondamentali.”
63
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dello sviluppo della civiltà, mentre il dato logico-razionale sarebbe sempre di competenza delle fasi
più evolute della civiltà stessa. 66
L’astrologia diviene un crogiuolo di memorie, di esperienze passate la cui energia che si
preserva negli engrammi o simboli dell’umanità, può essere incanalata in forme espressive
differenti. Il simbolo o engramma è un’energia latente, ovvero un’energia che può essere liberata in
senso positivo o negativo. Tale energia latente la possiamo definire neutra, ma la si può vedere
come una sorta di carica potenziale che si polarizza in base allo stimolo mnemico67, in base alla
volontà selettiva di un’epoca. Così accade per gli antichi simboli astrali, dopo che creati ad “illo
tempore” nell’oscurità della memoria, mantengono la stessa ambivalenza dell’arte antica,
presentandosi come forme di energia in potenza. Anche questi simboli sembrano carichi
dell’energia di un’esistenza primitiva e mitopoietica. Fra gli orientamenti più importanti
dell’Astrologia contemporanea, si possono indicare l’Astrologia come ricerca empirica di Heinrich
von Klockeler; la Psicoastrologia di Andreé Barbault; l’Astrologia dialettica di Lisa Morpurgo; le
connessioni tra Astrologia e Psicologia analitica, operate in forme diverse da Louise Huber, Litz
Greene; in ultimo l’Astrologia umanistica di Dane Rudhyar.68
Come affermava Jung, l’astrologia è una sorta di summa di tutte le conoscenze psicologiche
dell’antichità, ed ha svolto una funzione storica di secolarizzazione di riferimento alle antiche
divinità trasformate da lei in altrettanti attributi umani.69
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BOLL F., Astronomia e Astrologia nel mondo antico, Milano, 2008, Ed Aragno;
66
Ibidem, pp. 275-279.
GOMBRICH E.H, La teoria della memoria sociale, in “Aby Warburg. Una biografia intellettuale”, Milano, 2003, Ed
Feltrinelli, Le Comete, p. 210: “Warburg si basò sullo scritto di uno dei più ferventi seguaci di Hering, R. Semon, di cui
possedeva il libro sulla Mneme. […]. Ogni evento che influenza la materia vivente lascia una traccia che Semon chiama
“Engramma”, la cui energia in circostanze particolari può esser riattivata facendo sì che l’organismo ricordi l’evento
precedente. […], nella storia delle culture il corrispondente dell’ “Engramma” di Semon è il Simbolo. Nel suo interno
troviamo racchiuse quelle energie, che nel caso delle civiltà scaturiscono da intense esperienze che s’imprimono sulla
vita dell’uomo primitivo, proprio in quegli strati arcaici della mente in cui Warburg sperava di rinvenire le radici dei
due aspetti fondamentali della civiltà, che chiamava espressione e orientamento.”
68
Ibidem, p. 279, nota 11.
69
POMPEO FARACOVI O., Encomio dell’Astrologia, in “I Saggi”, p. 69, www.unife.it
67
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