ENERGIA NUCLEARE DA FUSIONE Laura Savoldi Richard DENER - Dipartimento di Energetica Politecnico di Torino Sistemi energetici per il futuro: i reattori a fusione nucleare L. Savoldi Richard Dipartimento di Energetica, Politecnico, Torino, Italy Con contributi di R.Zanino e F. Subba Progetto “Scienza attiva” 2009 2 Sommario • Introduzione • La fusione nucleare • Il confinamento del plasma: – inerziale – magnetico • Il tokamak • Il reattore ITER Progetto “Scienza attiva” 2009 3 Introduzione (I) •L’energia di legame corrisponde a energia di fatto rilasciata alla formazione dell’atomo • Maggiore e’ l’energia di legame, maggiore e’ la stabilita’ del nucleo dell’atomo Energia di legame per nucleone (MeV) • La massa di un nucleo e’ sempre inferiore alla massa dei suoi componenti (protoni + neutroni) la massa mancante (“difetto di massa”) viene convertita, secondo la formula di Einstein E = mc2 , in energia di legame del nucleo Progetto “Scienza attiva” 2009 Il nucleo piu’ stabile e’ quello del Ni 4 FUSION E Energia di legame per nucleone (MeV) Introduzione (II) FISSIO NE •Nel passaggio da un nucleo meno stabile a uno piu’ stabile si ha rilascio di energia (L’energia rilasciata dai nuclei si puo’ misurare in MeV: 1 eV ~ 11605 K) • Ci sono DUE modalita’ per sfruttare la liberazione di energia che si ha nel passaggio da nuclei meno stabili a nuclei piu’ stabili: la FISSIONE e la FUSIONE nucleare Progetto “Scienza attiva” 2009 5 La fusione nucleare (I) • Attraverso la “fusione” dei nuclei di elementi “leggeri” (= a basso numero atomico) e’ possibile liberare energia • Il processo e’ analogo a quello che avviene nel sole e nelle altre stelle! La fusione nucleare e’ certamente la maggiore sorgente di energia primaria per la Terra! Attraverso l’irraggiamento solare, i processi di fusione nucleare nel Sole hanno alimentato i processi biologici (fotosintesi, …), producendo quindi le riserve di materiali ad alto contenuto di carbonio Progetto “Scienza attiva” 2009 6 Potenziali attrattive della produzione di energia da fusione • • • • • Alta energia per unita’ di massa prodotta Larga disponibilita’ del conbustibile primario Emissione di gas ad effetto serra (CO2) nulla Assenza di prodotti di reazione (scorie pimarie) radioattivi Tempi di dimezzamento delle scorie secondarie (materiali attivati dal funzionamento del reattore) di ~ 80 anni • Operazione intrinsecamente sicura del reattore a fusione • Anche nel caso di perdita di confinamento totale la contaminazione atmosferica e’ inferiore ai limiti di pericolosita’ Cerchiamo di spiegare i principali tra questi punti Progetto “Scienza attiva” 2009 7 Energia prodotta da fusione • 1 g di idrogeno (miscela deuterio-trizio), fornisce da fusione tanta energia quanta è fornita da 18 tonnellate di benzina! • La FUSIONE e’ MOLTO INTERESSANTE dal punto di vista energetico Energia media sviluppata per nucleone ~ 5-6 MeV, da confrontare con FISSIONE – U235: energia media sviluppata per nucleone ~ 0.8 MeV • La reazione piu’ interessante dal punto di vista tecnologico (elevato “tasso di reazione”, elevata liberazione di energia) coinvolge due isotopi dell’idrogeno: Deuterio (D) Stabile, presente nell’acqua (33 g di D ogni m3 di H2O) potenzialmente infinito! Trizio (T) Instabile (Non si trova in natura, ma deve essere prodotto “in loco”) Progetto “Scienza attiva” 2009 8 La reazione di fusione D-T (I) La reazione di fusione libera un neutrone e una particella (nucleo di elio) con elevata energia cinetica 2D + 3T n (14.1 MeV) + 4 He (3.5 MeV) Per sfruttare l’energia della fusione bisogna saper estrarre in modo efficiente l’energia dai neutroni MA il bombardamento dei materiali strutturali da parte dei neutroni veloci provoca danni molto seri frequenti sostituzioni con tecniche da remoto Progetto “Scienza attiva” 2009 (problemi di attivazione) Bisogna poter smaltire le ceneri di He 9 Ma dove prendo il Trizio? • Il Trizio non e’ disponibile in natura perche’ e’ radioattivo e quindi “decade”, si trasforma cioe’ in atomi piu’ stabili • Si pensa alla produzione di 3T in ciclo chiuso nel reattore il 3T necessario alle reazioni di fusione puo’ essere prodotto sfruttando l’assorbimento di un neutrone veloce da parte del litio: Li7 + n T + He4 + n – 2.5 MeV Se il neutrone proviene dalla reazione D+T, nella macchina a fusione si puo’ instaurare ciclo rigenerativo! Progetto “Scienza attiva” 2009 10 Come si puo’ ottenere la fusione tra nuclei? • La reazione di fusione richiede inizialmente una energia sufficiente per vincere la forza di repulsione tra i nuclei i reagenti vanno riscaldati fino a temperature per le quali il moto di agitazione termica sia sufficiente per realizzare la fusione tra i nuclei = diversi milioni di gradi! • In queste condizioni gli atomi sono completamente IONIZZATI, sono cioe’ completamente scissi in particelle cariche: nuclei (ioni +) ed elettroni (ioni -) stato di aggrezione di PLASMA Lo sviluppo di un reattore a fusione richiede la creazione di PLASMA ad elevata temperatura, che va mantenuto per un tempo sufficiente ( = tempo di confinamento) a far avvenire un numero di reazioni di fusione tale da garantire GUADAGNO di energia Bisogna scaldare il PLASMA Bisogna confinare il per portarlo a temperature di PLASMA per evitare che si milioni di gradi espanda a causa della sua energia termica, Progetto “Scienza attiva” 2009 11 dissipandola Il fattore di guadagno o di amplificazione • Il fattore di guadagno o di amplificazione Q in un reattore a fusione è definito come il rapporto fra la potenza prodotta nel reattore, e la potenza spesa per mantenere il PLASMA del reattore in equilibrio (cioe’ in condizioni stazionarie): Potenza prodotta dalle reazioni di fusione Potenza spesa per il riscaldamento • La condizione minima per mantenere “viva” la reazione di fusione è che la potenza immessa nel plasma eguagli la potenza prodotta dalle reazioni di fusione Q = 1 = condizione di pareggio o di breakeven. • La condizione in cui la temperatura del plasma si autosostiene, senza la necessità di immettere potenza dall'esterno ( PR = 0) e corrisponde a Q = = condizione di ignizione. Progetto “Scienza attiva” 2009 12 Confinamento del plasma termonucleare • Per raggiungere le condizioni vantaggiose per la fusione nucleare in un reattore (= produrre piu’ energia di quanta ne consumi), si deve realizzare la condizione (criterio di Lawson): Temperatura Densita’ del plasma “prodotto triplo” Tempo di confinamento del plasma • I reattori possono in linea di principio operare in due regimi: – A densità estremamente elevate, e tempi di confinamento del plasma piccoli confinamento inerziale – A temperature elevate, basse densità, e tempi di confinamento del plasma relativamente alti confinamento magnetico, ottenuto ad es. nelle macchine di tipo TOKAMAK Progetto “Scienza attiva” 2009 13 Il confinamento inerziale • Il combustibile nucleare può essere compresso in tempi sufficientemente brevi con un bombardamento di fotoni, di altre particelle o tramite un'esplosione. • Il confinamento inerziale e’ stato realizzato (in maniera incontrollata) nelle bombe all’idrogeno, dove una esplosione provocata da una bomba a fissione nucleare genera raggi X che creano un'onda termica che, propagandosi nella testata, comprime un piccolo cilindro di combustibile per fusione (D + T) Progetto “Scienza attiva” 2009 14 Il confinamento inerziale in laboratorio In laboratorio il processo di fusione inerziale puo’ essere realizzato da fasci di raggi laser o fasci di particelle accelerate focalizzati su una microsfera di alcuni millimetri di diametro contenente come combustibile una miscela di deuterio e trizio allo stato liquido. Approfondimento sulla fusione inerziale Progetto “Scienza attiva” 2009 15 Il confinamento magnetico • Il PLASMA, costituito da particelle cariche, puo’ essere confinato sfruttando la forza di Lorentz attraverso opportuni CAMPI MAGNETICI esterni. • La geometria piu’ interessante per confinare il plasma termonucleare e’ quella TOROIDALE: - Tokamak (…) - Stellarator - (Reversed-field pinch) Progetto “Scienza attiva” 2009 16 Tokamak: storia •La configurazione magnetica tipo Tokamak è il risultato delle ricerche condotte nel 1950 dagli scienziati russi Andrei Sakharov e Igor Tamm - in Occidente •Nel 1955 gli scienziati questa configurazione era ignota. occidentali, alla Conferenza Nello stesso periodo, negli USA Lyman Spitzer, a internazionale sull’uso pacifico Princeton, studiava la configurazione tipo Stellarator. dell’energia atomica a Ginevra, scoprirono l'esistenza del •Nel 1958, nella seconda conferenza di Tokamak Ginevra, furono resi noti i dettagli di come costruire una macchina basandosi sul principio del Tokamak. •Nel 1968, gli scienziati russi resero noto di avere •Gli scienziati continuarono quindi i raggiunto una temperatura degli elettroni di oltre 1 keV in un Tokamak, prestazioni di molto test sulla fusione utilizzando superiori a quelle ottenute fino ad allora. principalmente il Tokamak (ma anche sugli Stellarator si fa ancora ricerca!) • Il Tokamak è a oggi considerato come una delle più promettenti vie per generare energia tramite fusione nucleare: e’ un Tokamak anche Progetto “Scienza attiva” 2009 il reattore nucleare a fusione ITER, in costruzione in Francia. 17 Tokamak Tokamak principle back Camera a vuoto nel reattore JET (UK) e … … scarica del plasma Approfondimento Sul principio e funzionamento dei tokamak Progetto “Scienza attiva” 2009 18 Schema di principio di un reattore “di potenza” a fusione Preparazione e immissione del combustibile TOKAMAK Parte “convenzionale” dell’installazione Progetto “Scienza attiva” 2009 19 Le macchine tokamak • Le macchine tokamak costruite ad oggi mostrano un raddoppio del “triplo prodotto” ogni 2 anni circa • Siamo ancora un fattore 10 circa sotto quello che servirebbe per un reattore “di potenza” Progetto “Scienza attiva” 2009 20 Il reattore ITER • La costruzione del reattore a fusione ITER e’ stata approvata nel giugno 2005 • Il progetto prevede una spesa di ~ 10 GEuro (50 % EU, 50 % da dividere tra JA, US, RF, CN, KO, IN) • Sono previsti 10 anni per la costruzione (inizio dal 2007) + 20 anni di operazione • Il sito del reattore e’ a Cadarache (F) Progetto “Scienza attiva” 2009 21 Dove? ~ 310 km Progetto “Scienza attiva” 2009 22 Il sito di ITER e CEA Cadarache Progetto “Scienza attiva” 2009 23 Scopo di ITER • Lo scopo programmatico di ITER e’: “to demonstrate the scientific and technological feasibility of fusion power for peaceful purposes”: – ITER dovra’ produrre piu’ energia di quanta ne consumi (l’obbiettivo e’ arrivare a fattori di guadagno Q = 10, o comunque > 5) nel plasma la maggior parte del riscaldamento deve provenire dalle reazioni di fusione nucleare. – ITER dovra’ sperimentare le tecnologie e i processi chiave necessari per i futuri reattori a fusione nucleare: magneti superconduttori, componenti in grado di sopportare flussi termici elevatissimi, manutenzione da remoto. – ITER dovrebbe sviluppare e provare le tecnologie per ottenere il trizio dai materiali contenenti litio, posti all’interno del mantello o “blanket”, in grado di sopportare in maniera efficace le elevate temperature che ci sono nella zona che circonda il plasma. Progetto “Scienza attiva” 2009 24 I magneti superconduttori di ITER Solenoide centrale Magneti del campo toroidale Tutti i magneti in ITER utilizzano cavi SUPERCONDUTTORI Magneti del campo poloidale Progetto “Scienza attiva” 2009 25 Cavi e magneti superconduttori per ITER I magneti superconduttori per i tokamak devono trasportare elevatissime correnti (fino a ~ 70-80 kA) per generare alti campi magnetici (fino a ~ 13 T) Nei cavi per i magneti vengono impiegato materiali superconduttori a bassa temperatura critica (Nb3Sn o NbTi) Progetto “Scienza attiva” 2009 26 I moduli del “blanket” • Il componente di un reattore tokamak preposto alla produzione del trizio, come pure all’assorbimento del calore dei neutroni si chiama MANTELLO o BLANKET. • In ITER verrano provati moduli di mantelli triziogeni, che devono avere i seguenti requisiti: – Efficienza di produzione ed estrazione del litio – Buone proprieta’ termomeccaniche sotto irraggiamento neutronico – Temperatura di lavoro adeguata e compatibile – Buona sicurezza e affidabilita’ Modulo di – Fattibilita’ tecnologica blanket – Compatibilita’ con i Progetto “Scienza attiva” 2009 materiali presenti 27 Oltre ITER il “Next Step”: i reattori DEMO e PROTO La “corsia veloce” per la fusione (“fast track to fusion”) prevede, dopo ITER, la costruzione di: – Reattore DEMO, che sarà utilizzato per dimostrare tutte le tecnologie che accompagnano il reattore e per produrre, per la prima volta, quantità significative di elettricità a partire dall'energia di fusione . TEMPO STIMATO per l’inizio della costruzione ~ 15 anni, per l’operazione ~ 30 anni – Reattore PROTO, funzionerà come un prototipo di centrale elettrica, che integrerà gli eventuali dettagli tecnologici restanti e dimostrerà la fattibilità della produzione elettrica a titolo commerciale a costi competitivi. TEMPO STIMATO per l’inizio della costruzione ~ 35 anni, per l’operazione ~ 50 anni Progetto “Scienza attiva” 2009 28 Dove trovare altre informazioni? • • • • www.iter.org www.efda.org http://fusionforenergy.europa.eu/ http://www.enea.it/attivita_ricerca/tecnologie_futuro.html Progetto “Scienza attiva” 2009 29 Fusione a confinamento inerziale •I fasci laser riscaldano velocemente lo strato superficiale della microsfera provocando, per ablazione dello stesso, l'implosione del combustibile contenuto nella microsfera. • La compressione adiabatica prodotta nel combustibile ne innalza la temperatura e la densità fino a raggiungere le condizioni di ignizione. • L'inerzia dei nuclei D e T mantiene unito il combustibile per il tempo necessario allo sviluppo di un numero di reazioni di fusione sufficiente ad avere un bilancio energetico globale positivo. • Terminata la spinta di compressione inerziale il numero di reazioni di fusione si riduce drasticamente fino all'annullamento mano mano che la miscela combustibile si Progetto “Scienza attiva” 2009 espande. Ritorna alla presentazione 30 Il tokamak: sistema dei magneti • In un tokamak il plasma e’ confinato mediante da un campo magnetico elicoidale • Questo e’ ottenuto dalla combinazione di un campo magnetico toroidale (prodotto da magneti posti intorno alla “ciambella”) con un campo magnetico poloidale realizzato mediante la corrente indotta nel plasma dall' esterno (si ottiene da un solenoide posto al centro del toro, che opera come il primario di un trasformatore) • Altre bobine controllano la posizione del plasma Le particelle di plasma si avvitano intorno alle Progetto “Scienza attiva” 2009 linee di forza del campo 31 Tokamak: principio di funzionamento • In un tokamak, come condizione iniziale viene creato un vuoto spinto o ultraspinto (10-3 torr), mediante apposite pompe a vuoto. • L'accensione della corrente di plasma nella camera toroidale avviene in tre tempi: – Si immette corrente nei magneti del campo toroidale; – Si immette una piccolissima quantità di gas (pochi grammi di D e T) nella camera a vuoto – Si immette corrente nel solenoide centrale Facendo calare bruscamente la corrente nel solenoide centrale, il combustibile viene ionizzato (come in presenza di un fulmine), si crea una scarica con elettroni via via più numerosi per effetto degli urti fra elettroni e atomi il gas non è più neutro, ma è diventato plasma • Si scalda il plasma a temperature termonucleari (~ 20 keV) Progetto “Scienza attiva” 2009 32 Tokamak: riscaldamento del plasma • Per il raggiungimento delle condizioni di fusione un fattore importante è la temperatura del plasma, per l'innalzamento della quale viene trasmessa altissima energia al plasma attraverso varie tecniche: – Riscaldamento ohmico: consiste nello sfruttare il riscaldamento indotto dalla –Riscaldamento attraverso corrente nel plasma; microonde: un sistema di antenne emette radiazioni – Riscaldamento per iniezione di fasci di atomi con la stessa frequenza con neutri (che possono penetrare nel plasma senza cui “vibrano” le particelle subire disturbo dalle cariche elettriche che lo del plasma, scaldandolo; costituiscono) nel penetrare nel plasma questi fasci neutri si ionizzano e trasferiscono parte della loro energia cinetica al plasma per urto. • Il riscaldamento del plasma richiede il dispendio di grandi quantita’ di energia Ritorna alla presentazione Progetto “Scienza attiva” 2009 33