L’etica del linguaggio 9 marzo 2017 Ore 20,30 Sala consiliare Carvico «….. La filosofia è una lotta contro il fascino, contro l’incantesimo che le forme di espressione esercitano su di noi …» La peggiore tirannia è quella delle parole” La lingua della propaganda Il politichese “il solo coerente sistema di segni da cui può essere colta la storia come realtà materiale sembra essere la letteratura” Omero significa ostaggio “è una lotta quella della letteratura contro il potere, che cerca sempre di cancellare la nostra memoria per non farci avere consapevolezza del presente e non farci immaginare il futuro ὁ μὴ ὁρῶν (ho mè horôn) "colui che non vede" ὅμηρος (hómēros) "l'ostaggio", "pegno", ma anche "il cieco" "persona che si accompagna a qualcuno", Gustavo Zagrebelsky • l’uniformità della lingua • lo spostamento di parole da un contesto all’altro • e la loro continua ripetizione malattia degenerativa linguaggio stereotipato e kitsch Dietro le parole, una visione delle cose, una filosofia, un credo, un punto di vista, una cultura, un insieme di conoscenze, credenze costumi un contesto di significati inevitabilmente ci condiziona. che Tessuto ermeneutico Karl Otto Apel Etica della comunicazione "svolta linguistica" a priori è la comunità dialogica dei parlanti nessuno può usare un linguaggio e fare esperienza senza sottostare alle regole sociali della comunicazione …chi parla avanza sempre di fatto pretese di comprensibilità, verità, veridicità, giustezza la comunicazione è spesso impedita da fatti psicologici ideologici sociali ampliarla il più possibile con strumenti politici con la critica dell'ideologia Questione morale ….la scienza, con le sue applicazioni tecniche, mette in campo questioni morali circa la valutazione delle conseguenze di azioni collettive… … il singolo, oggi, è impotente di fronte ai problemi dell'umanità … si impone un'etica del discorso che sappia rendere consapevole la corresponsabilità degli uomini; di fronte alle sfide della crisi ecologica ed economica una macroetica che sappia fondare la responsabilità delle azioni Etica del discorso … è necessario organizzare in discorsi le divergenze di opinione, per approssimarsi all'interesse generale e mettere a frutto il sapere degli esperti diventa decisivo il ruolo dei mezzi di comunicazione di massa, che sottopongono all'attenzione dell'opinione pubblica soluzioni e idee, sviluppando in essa una coscienza critica mondiale Etiche del particolare Dall’etica della comunicazione alla macroetica «Inaggirabilità della ragione discorsiva e delle relative norme del discorso" …se egli argomenta seriamente, deve rivolgersi per così dire continuamente ad una comunità ideale della comunicazione in grado di controllare la validità dei suoi argomenti e in grado di fornire il consenso alle sue pretese di validità. Sotto questo profilo, sul piano di questa comunità della argomentazione, dobbiamo già sempre avere riconosciuto una etica: l’esistenza di determinate norme fondamentali della parità e della corresponsabilità di tutti i membri di questa comunità dell’argomentazione. Questo fu il modo in cui io allora trovai nel concetto della comunicazione o della comunità della comunicazione la via per uscire dal paradosso, dall’apparente impossibilità di fondare razionalmente l’etica nell’epoca della scienza. Florenskij “Il valore magico delle parole” tra creazione e patrimonio Tutta la vita è segnata dalla presenza del divino, (assoluto valore spirituale del mondo) e questa presenza è assenza poiché l’ansia di Dio resta nascosta. …l’uomo non possiede la parola come una suo tesoro, ma la trova come un dono. Il suo compito è coltivarla e portarla a maturazione, incrementando attraverso la propria energia il deposito da sempre esistente nei termini Dottrina della verità vivente .. vita e verità inscindibili. Quindi responsabilità nei confronti dell’esistenza nella sua globalità spirituale. Bisogna concepire un legame sostanziale tra il nome e ciò che viene nominato. Non è un semplice guscio o convenzione, bisogna cogliere la potenza creativa e la capacità di ogni nome di condensare strati differenti di significato. La parola è mediazione simbolica –potenza magica- e svolge una funzione fondante di identificazione della realtà. Il nome è principio metafisico dell’essere e della conoscenza. esperienza spirituale e mistica del mondo unità prospettica “…nella parola è il cosmo a parlare, è l’umanità a esprimersi” “ogni strato del semema va considerato il deposito di un processo spirituale sulla parola, come un precipitato dello spirito che in questa concentrazione di se stesso in un dato rapporto emerge per la prima volta dal mondo subconscio e semiconscio divenendo creativo… la formazione di ogni strato di semema è un’attenzione compatta.. è magica…. sovrapersonale” Nella parola io esco dai confini del mio limite e mi unisco alla volontà dell’intero popolo che supera infinitamente la mia volontà individuale … in modo profondo ..mi unisco con la volontà del popolo che ha trovato la sua espressione cosciente nella formazione proprio di questo semema in una data parola, la parola è sinergia.. la parola è un metodo di concentrazione. …nella parola io dispongo della volontà storica di un intero popolo raccolta in un punto focale …con le parole che io pronuncio si mette in moto la mia verità concentrata, la forza della mia attenzione accumulata. ..se incontro un oggetto in grado di ricevere un impulso della volontà allora la parola vi provoca quel cambiamento che quest’oggetto è capace di sperimentare …se è un uomo allora questa parola entra e produce in virtù di un’ingente spinta di volontà dell’intero popolo una pressione che obbliga a sperimentare gli strati sovrapposti del semema .. riflettervi… la parola è un condensatore della volontà, dell’attenzione, dell’intera vita dell’anima. …la comunicazione del sapere è una fecondazione ...... da singoli ci raccogliamo in unità, umanità, e comprendiamo nell’unità dell’essere umano tutto il mondo. … I simboli sono comunitari percorsi, agganci verso la realtà …, organi del nostro contatto con la realtà, fori, aperture nella soggettività. …. “la cultura è un linguaggio che unisce l’h ma non ci troviamo forse in una confusione linguistica in cui nessuno comprende l’altro e tutti i discorsi servono solo ad accentuare la reciproca alienazione? ….verrà giorno in cui l’h si libererà del giogo della civiltà rinascimentale….. la scienza non è la verità, non vuole esserlo, ma intende essere gradevole e utile Tullio De Mauro «Educare alla parola» Utilizziamo solo in parte le potenzialità di comunicazione che ci offrono il linguaggio e la parola. Possiamo fare ancora molti passi avanti sulla via della comprensione reciproca e dell’intelligenza del mondo, purché l’uso del linguaggio sia anche educazione alla parola. «…l’abilità di parlare e capire una lingua umana è una complessa miscela di natura e cultura». Agamben «…filosofia e poesia …due intensità che tendono l'unico campo del linguaggio in due direzioni opposte ..» Anche la politica è un’intensità. Filosofia e poesia una esperienza del linguaggio patria dell’umanità = il linguaggio è il comune che lega gli uomini La filosofia …un'intensità che può di colpo animare qualunque ambito: l'arte, la religione, l'economia, la poesia, il desiderio, l'amore, persino la noia. Assomiglia più a qualcosa come il vento o le nuvole o una tempesta: come queste, si produce all'improvviso, scuote, trasforma e perfino distrugge il luogo in cui si è prodotta, ma altrettanto imprevedibilmente passa e scompare". «….I filosofi, come i poeti, sono innanzitutto i custodi della lingua e questo è un compito genuinamente politico, soprattutto in un'epoca, com'è la nostra, che cerca con ogni mezzo di confondere e falsificare il significato delle parole". Garret Menill “è perfettamente corretto considerare il linguaggio come una colla che tiene insieme la società umana, che connette passato e il futuro nella tradizione istituzionale sociale intellettuale oggi si fa biopolitica in cui la posta è la vita - politicizzazione della nuda vita evento della modernità che ci è precipua l’esclusione inclusione della nuda vita avviene attraverso il linguaggio. La filosofia non è una sostanza, ma un'intensità che può di colpo animare qualunque ambito: l'arte, la religione, l'economia, la poesia, il desiderio, l'amore, persino la noia. Assomiglia più a qualcosa come il vento o le nuvole o una tempesta: come queste, si produce all'improvviso, scuote, trasforma e perfino distrugge il luogo in cui si è prodotta, ma altrettanto imprevedibilmente passa e scompare". "La filosofia, il pensiero è… un'intensità che può tendere, animare e percorrere ogni ambito. Essa condivide questo carattere tensivo con la politica. Anche la politica è un'intensità, anche la politica, contrariamente a quello che ritengono i politologi, non ha un luogo proprio: com'è evidente non soltanto nella storia recente, di colpo la religione, l'economia, perfino l'estetica possono acquisire una decisiva intensità politica, diventare occasione di inimicizia e di guerra. Va da sé che le intensità sono più interessanti delle sostanze. Se le sostanze e le discipline - come la vita, del resto - rimangono inerti, se non raggiungono una certa intensità, esse decadono a pratiche burocratiche". «….I filosofi, come i poeti, sono innanzitutto i custodi della lingua e questo è un compito genuinamente politico, soprattutto in un'epoca, com'è la nostra, che cerca con ogni mezzo di confondere e falsificare il significato delle parole". Pedullà, «Parole al potere. Discorsi politici italiani» L’oratoria politica di Mussolini, malgrado l’identità tra parola politica e letteraria, fu una forma di letteratura condotta con altri mezzi C’è discontinuità tra il linguaggio della politica in età risorgimentale e post-risorgimentale, con il fascismo l’italiano imperiale le formule: i giuramenti le adunate, i richiami al destino immortale di Roma, gli eroi, il sacrificio Meneghello – Le carte del 1974 – Dopo ci sarà il rifiuto di ogni patina classicheggiante Si imparò a decifrare tra le maglie della propaganda “uscendo dal ventennio era chiaro che l’ambiente in cui eravamo cresciuti era un sistema di balle. Di vero non c’era stato niente: non era vero che l’Italia fosse un paese prestigioso sulla scena mondiale, non era vero che il duce fosse stato il motore del secolo, neanche lo spinterogeno, tutt’al più il tubo di scappamento; non era vero che Roma domasse né che la maschia gioventù si apprestasse a combattere con romana volontà” . Ignazio Silone - fustigatore di ogni retorica «Uscita di sicurezza» “la peggiore tirannia è quella della parola” gli scrittori non possono permettersi di parlare ingenuamente dopo che la lingua è stata sfruttata dai dittatori per occultare i loro crimini. scollamento tra res e verba della propaganda totalitaria Nelle etimologie si annida la confutazione degli slogan Franco Venturi il fascismo ..“ un regno della parola che si muove in un mondo di fenomeni che finisce per credere reali” Acide de Gasperi scrive che si orienta per uno stile disadorno “e andare al nocciolo delle cose”. il mito dell’antifascismo degli ermetici: oppositori mascherati, alternativi Per le elezioni del 48 nulla si lasciò intentato: lettere a emigrati, regalie, scomuniche, comizi porta a porta, appelli, intimidazioni… Vincenzo Cuoco , Saggio sulla rivoluzione partenopea del 1799 attribuì la sconfitta alla incapacità dei patrioti italiani di trovare una lingua adatta ai tempi e alle forze messe in campo dai fatti del 1789 “eloquenza delle scuole”Turati: Sforzo di ri-educarsi alla semplicità per essere ascoltato dal popolo Libertà? Cosa era? Citazioni di storia romana, diritti? Parole latine? “parlare stampato” è noioso “a volte la politica aveva bisogno di mantenersi ambigua” …. “ora i politici parlano sempre in gergo evasivo e fumogeno, ma con ragione perché fine del discorso politico è quello di dire e non dire” U. Eco “maestri di arguzie barocche” politichese stile MORESCO La casta inizia con Moro • • • • • • • uso di figure intrico di premesse argomenti di cui si perde il filo involuzioni perifrasi Reticenze Scarsa attenzione ai congiuntivi, ai connettivi sintattici, al lessico specifico “nel quadro dei problemi generali dell’alimentazione avendo a mente le disfunzioni e i disagi che da molte parti si manifestano circa la non ricettività degli apparati dirigenti di molti organismi, abbiamo pensato che fosse nostro dovere creare le condizioni grazie alle quali taluni elementi dell’ambiente da noi solitamente frequentato avessero modo di ovviare alle disfunzioni suddette e creare le premesse per una assimilazione ragionevolmente più sollecita e facile di quelle materie che costituiscono la base di detta alimentazione nell’ambito della tradizione di civiltà e di cultura in cui agisce il cittadino italiano = ho offerto un aperitivo Fruttero e Lucentini l’Italia sotto il tallone, 1974 al Domorh – oggetto di satira Moro al congresso del 1962 parlò per 5 ore “linguaggio notturno, annebbiato. Neologismi moreschi: • cauta sperimentazione • equilibri bilanciati • alleanze organiche • strategia della attenzione • accordo programmatico • area di intesa • flessibilità costruttiva conii linguistici Formule: convergenze ……fu una trovata di E. Scalfari., Migliorini, Parole d’autore, 1975 – partitocrazia inventato da Labriola nel 46, statalismo da Sturzo , “lista arca di noè” da Fanfani nel 56, “sfascismo” da Pannella nel 80. Caso Berlinguer – imperizia oratoria ma portò il pc al 33 % Caso Craxi: • luoghi comuni • modi popolari • paratassi • termini inglesi carisma, immagine non parole = mutazione I. Calvino non credere fino in fondo APOTI “adesso fra le frasi che circolano in giro c’è quella che il desiderio è rivoluzionario. Mi pare che questa filosofia nasconda una mistificazione… bisogno, appetito, richiesta, obiettivo, progetto… … i nomi che portano sul vago, come desiderio, mi riempiono di diffidenza. Desiderio … ha senso come uno dei nomi del nulla” Dopo la D.C. semplificazione e radicalizzazione disinteresse a farsi capire “….solo sospettando che in 30 anni essa si sia assicurata il voto non attraverso la sollecitazione argomentativa del consenso ma attraverso altri mezzi (favori, sottogoverno, compravendita ) L’oratoria cambia discorsi in piazza rituale della adunata oceanica radio Padre Lombardi - il microfono di Dio nel 48. tv la mossa del “sono come voi” processi di identificazione Ignazio Silone Uscita di sicurezza nomina perdidimus rerum gli idealismi … abbiamo dimenticato il nome delle cose. infantile versione del mondo progresso pace armonia e verità da una parte, decadenza guerra disgregazione oscurantismo dall’altra. Che bazza per quelli che amano pescare nel torbido! Per apprendere di nuovo e seriamente a pensare con lealtà bisognerebbe cominciare a rimettere un po’ d’ordine nel nostro linguaggio specialmente politico « Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus» La forza del riso Liberarsi dalla paura del diavolo è sapienza