Ugo Foscolo La poesia, il genio e l`Europa

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I classici • Ugo Foscolo
Discorso sul testo della Commedia di Dante,
La poesia, il genio e l’Europa
VOLUME 2
Il Neoclassicismo e il Romanticismo
Ugo Foscolo
La poesia, il genio e l’Europa
Opera: Discorso sul testo della Commedia di Dante, V, VI, VIII
Punti chiave:
La separazione tra poesia antica e poesia moderna
Ispirazione e rielaborazione
La Commedia dantesca, poema europeo
P
roponiamo la lettura di tre capitoli del Discorso sul testo della Commedia di Dante. Nel
primo (cap. V), l’autore stabilisce un confronto tra
la poesia primitiva e quella moderna. Nel secondo
(cap. VI), il riferimento va al «Genio» e ai caratteri
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V. La poesia primitiva sgorgava spontanea da quelle epoche singolari insieme e brevissime1, e più meritevoli d’osservazione, nelle quali i fantasmi2 dell’immaginazione erano
immedesimati nelle anime, nella religione, nella storia, e in tutte le imprese, e per lo più
nella vita giornaliera3 de’ popoli. Oggi la finzione poetica, e le dottrine filosofiche e religiose, e la pratica della vita, e fin anche le più generose fra le passioni del cuore, sembrano
non pure dissimili, ma separate nella mente d’ogni uomo da larghi intervalli4. Pur dove
la poesia viene stimata fittizia5, riesce meno efficace, e giova appena di stimolo empirico
al torpore morboso della fantasia – se pur giova. Perché oggimai non siamo eccitati dalla
materia né dal lavoro; bensì dalla ammirazione per l’arte e l’artefice6. A che7, abbiamo
noi bisogno di critici, se non perché siamo tardissimi e freddi a sentire nell’arte il potere
della natura? Che gli uomini lontani ad un modo e dalla stupidità della barbarie e dalla
scientifica civiltà non fossero tocchi di mania, non direi8. Parrebbe, anzi che la fantasia
s’immedesimasse nelle passioni, negli organi della mente e ne’ sensi, come fosse facoltà
unica, o predominante sulle altre, e predominata potentemente essa pure da pochissime
idee fitte9 ardenti, profonde, che insistevano ad affaccendarla. Vedevano il mondo naturale nel teologico: confondevano la vita e la morte, e non per via d’astrazioni, ma vivevano
co’ morti, udivano demoni: conversavano con gli abitatori del cielo. Qualunque pur sia
il punto intermedio in che i popoli, nel loro corso invisibile dalla stupida infanzia dello
stato selvaggio alla corrottissima decrepitezza della civiltà, si sentono meno miseri, pur è
manifesto che l’umana ragione si sta fra gli estremi della mania e della fatuità10: forse ci
siamo; quand’oggi molti cercando la realtà in ogni cosa, vivono a ricredersi di ogni religione, e a morire paurosi di tutte. Ad ogni modo, fra l’età poetica e la scientifica il tempo s’è
frapposto sempre di tanto che l’una rimase oscurissima all’altra. E se pure non sorridiamo
1. singolari insieme e brevissime: uniche e di breve durata. Si noti l’iperbato.
2. fantasmi: i prodotti (dell’immaginazione).
3. giornaliera: quotidiana. Foscolo sostiene che nei tempi antichi l’immaginazione
era un vero e proprio carattere conoscitivo
per l’uomo, tanto da essere presente in
tutte le imprese umane: religione, politica, arte, vita quotidiana.
4. Oggi... intervalli: oggi, al contario, la
poesia (che è dominata dall’immaginazione e dunque è una finzione), le teorie filosofiche, le dottrine religiose, la vita pratica
di ogni giorno e le passioni umane sono
entità del tutto separate le une dalle altre
nell’uomo.
5. Pur... fittizia: Proprio (Pur) quando la
poesia viene considerata artificiosa, artefatta (cioè la poesia di oggi).
6. Perché oggimai... l’arte e l’artefice:
oggi i lettori non sono stimolati dall’argomento trattato e dalla qualità del lavoro
letterario di un autore, ma sono influenzati dall’ammirazione che è suscitata dalla sua fama.
7. A che: perché.
8. Che gli uomini lontani... non direi: non
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della scrittura. Nel terzo (cap. VIII), Foscolo lega
intimamente la Commedia al tempo che l’ha generata e suggerisce la necessità di liberarsi dalle letture
accessorie che il tempo ha fatto depositare sul vero
significato dell’opera dantesca.
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direi che gli uomini che vissero nel periodo della poesia primitiva (quello intermedio tra l’età della barbarie – cioè quella
prima della civiltà – e l’età moderna –
detta età scientifica) fossero privi di (non
fossero tocchi di) stranezze (manìe). Il periodo della poesia primitiva verrà poco più
avanti definito età poetica.
9. fitte: ferme, stabili.
10. pur è manifesto... e della fatuità:
Foscolo sostiene che carattere tipico della
ragione umana è di stare nel mezzo, evitando gli opposti dell’eccesso di passione
e della superficialità.
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Il Neoclassicismo e il Romanticismo
L’OPERA: DISCORSO SUL TESTO DELLA COMMEDIA
DI DANTE
Fin dal 1818 – anno in cui pubblica un saggio dantesco in
lingua inglese sulla “Edinburgh Review” – nella mente di
Foscolo inizia a delinearsi un ambizioso progetto di commento integrale della Divina Commedia. Tale disegno, che certo
avrebbe consentito al poeta un ingente introito economico,
era stimolato dall’interesse che proprio in quegli anni gli intellettuali inglesi stavano sviluppando per Dante, quale principale rappresentante della cultura italiana ed europea del periodo medievale. Tale attrazione rientrava in pieno nelle istanze
della sensibilità romantica, tesa ad approfondire la storia e la letteratura del Medioevo. Il commento dantesco
non venne però mai completato, anche per alcune incomprensioni con l’editore Pickering. Di questo ci rimane la parte
relativa alla prima cantica (l’Inferno), che Foscolo consegnò
all’editore londinese nel 1827, ma che rimarrà inedita fino al
1842, quando apparve grazie all’interessamento di Giuseppe
Mazzini. Inoltre, dell’intero progetto esegetico rimane quello
che doveva essere il testo introduttivo all’intero lavoro, ossia il
Discorso sul testo della Commedia di Dante. Composto nella
primavera del 1824, venne consegnato a Pickering nel novembre dell’anno successivo.
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arrogantemente di popoli a’ quali unica voluttà d’intelletto era la poesia, non però stiamo
meno attoniti11 a’ loro poeti, ridomandando quale si fosse la terra e l’epoca procreatrice
del Genio gigante.
VI. Il Genio nasce oggi sì12 come allora; meno infrequente, e più vigoroso ove gli organi
dell’animale umano crescono favoriti dal clima. Credo che in alcuni individui gli organi
intellettuali siano, non pure temprati di vigore sommo ed egualmente proporzionato, ma
velocissimi ne’ loro moti e di mobilità inconcepibile, e tuttavia in equilibrio perpetuo fra
loro. Quindi i vari poteri dell’anima cospirano simultanei a radunare affetti, reminiscenze,
riflessioni, immagini e suoni, forme e colori, e combinando tutte le idee in guise13 diverse
e nuovissime le fanno presumere14 creazioni. Certo, ad ogni pensiero ed immagine che il
poeta concepisca, ad ogni frase, vocabolo o sillaba ch’ei raccolga, muti o rimuti, esercita a
un tratto le facoltà tutte quante dell’uomo. E mentre sente le passioni ch’ei rappresenta e
riflette sugli effetti dell’arte, e medita la verità morale che ne risulta, l’orecchio suo pendendo attentissimo dalle minime dissonanze o consonanze delle parole, congiunge la melodia
all’armonia ne’ suoni dell’alfabeto con proporzioni esattissime di modulazioni nelle vocali,
e di articolazioni nelle consonanti, e l’occhio suo vede e guarda ed esamina tutti i fantasmi
e le loro forme e i loro atteggiamenti, e le scene ch’ei vuole creare e animare: e sembrano
ispirazioni15. La velocità di produrre fors’è la prima; ma la paziente longanimità16 a perfezionare non fu mai dote seconda, o divisa17 dal Genio. L’impeto e l’affluenza incredibile
de’ pensieri lo sollecita e insieme lo lascia perplesso intorno alla disposizione e alla scelta.
Quindi i pentimenti, le correzioni senza fine, i miglioramenti, e le incontenibili cure, le
quali talora fanno presumere che l’attitudine di immaginare sia mal secondata dalla faci-
11. attoniti: impressionati, stupiti.
12. sì: così, proprio.
13. guise: modi.
14. presumere: sembrare, risultare.
15. e l’occhio suo... ispirazioni: Foscolo
sta dicendo che quello che può sembra-
re pura ispirazione immediata, insieme
di pensieri e immagini (fantasmi) concepiti con immediatezza dalla mente
creatrice del poeta, è anche frutto di un
lento e accurato lavoro di rielaborazione e perfezionamento, che non è mai
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Nei 211 capitoli del Discorso, Foscolo tocca punti di estremo
interesse in relazione al testo della Commedia. Anzitutto, è
consapevole della necessità di ricostruire il testo corretto,
quello cioè realmente scritto da Dante, che nel corso dei secoli ha subito diversi rimaneggiamenti, con la conseguente
perdita del significato originale. Ma la vera innovazione di
Foscolo sta nell’interpretazione dell’opera dantesca come
significativa e mirabile espressione di un’intera cultura,
quella medievale; perciò va spiegato alla luce della civiltà,
delle passioni e delle vicende del suo tempo. In questo modo
anche il viaggio di Dante è visto non come una finzione poetica di valore allegorico, ma come una vera e propria “visione”
simile a quella di San Paolo o a quelle dell’Apocalisse, quale
proclama di rinnovamento religioso, di rinascita del mondo
in senso cristiano (Seriacopi). Inoltre, i commenti puntuali
alle figure tragiche dell’Inferno dantesco, come per esempio Francesca da Rimini, influenzeranno la critica successiva,
fino a De Sanctis. In Dante, «ghibellin fuggiasco», Foscolo
vedeva infine anche la proiezione di se stesso, condannato all’esilio: l’esule medievale (Dante) è emblema dell’esule
moderno (Foscolo). In questo modo Foscolo attua, anche sul
piano critico, un’ulteriore sovrapposizione tra dato biografico
e letteratura che è tipico di tutta la sua scrittura.
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disgiunta dal vero genio.
16. longanimità: attesa. Foscolo pone
sullo stesso piano il processo ispirativo,
immediato, e il lungo lavoro di rielaborazione su un testo.
17. divisa: separata, scissa.
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lità di eseguire18. Ma il sommo della immaginazione poetica sta nel vedere e tentare una
perfezione che ad altri non è dato d’intendere né ideare.
[...]
VIII. Oggi chi mai potrebbe immaginare quanta poesia primitiva e quante scientifiche
età, succedute dopo lungo intervallo di generazioni a’ poemi, si siano smarrite nell’eternità de’ tempi innanzi che il libro di Giobbe, e l’Iliade, e i Profeti Ebrei fossero privilegiati
a sopravvivere a tante nazioni19? Se non che le modificazioni della teologia mosaica in
più religioni avverse fra loro hanno fatto smarrire anche le poche circostanze storiche atte
appena a spargere indizi sulla epoca e la vita e le menti de’ poeti Ebrei; e diresti che tre
secoli dalla età probabile dell’Iliade sino alla diffusione della letteratura in Atene, tacquero
intorno ad Omero come per compiacere alla intenzione di lui di risplendere illustre ed
ignoto eternamente alla terra20. La Commedia di Dante è immedesimata nella patria, nella
religione, nella filosofia, nelle passioni, nell’indole dell’autore; e nel passato e nel presente
e nell’avvenire de’ tempi in che visse; ed in questa civiltà dell’Europa, che originava con
esso, se non da esso, e ne vediamo i progressi narrati da mille scrittori di padre in figlio. A
ogni modo era secolo eroico; e molti de’ suoi lineamenti21 sono alle volte fantastici; e dove
hanno del rozzo, furono trascurati; e gli altri bastò guardarli con meraviglia, quasi che tanto
sapere e tanta barbarie fossero inesplicabili. Ma l’affluenza e il silenzio22 delle storie tornano del pari dannosi. Così e narrazioni e tradizioni e opinioni si sono oggimai riaccumulate,
e confuse e spinose di dubbi; e quanto accolte, e quando smentite e neglette23; e tuttavia
richiamate alla loro volta. Pur tutte, tale più tale meno, sviarono la lingua, la poesia e la
interpretazione della Commedia dalle intenzioni del suo creatore.
18. Quindi... eseguire: le correzioni e
i successivi interventi sul testo fanno
(erroneamente) pensare che la facilità
dell’ispirazione non sia adeguatamente supportata dalla fase dell’esecuzione
dell’opera.
19. Oggi... nazioni: chi è in grado di considerare la quantità di documenti di età
antiche che sono andati smarriti perché
non ci sono state testimonianze che hanno consentito loro di sopravvivere fino ad
oggi? Il libro di Giobbe, l’Iliade e i libri dei
profeti ebrei sono considerati come i testi
più antichi conosciuti.
20. e diresti... terra: si potrebbe pensare
che la letteratura greca non fa riferimento
IN PRIMO PIANO
L’argomentazione
ANALISI DEL TESTO
Il distacco tra la poesia antica e quella moderna Il discorso di Foscolo inizia con la constatazione di un distacco tra la
poesia antica e quella moderna. La poesia antica sgorgava
spontanea, mentre quella moderna è avvertita come fittizia,
cioè falsa, ricercata, insincera. In questa distinzione agisce la
tipica convinzione preromantica e romantica che la poesia del
passato fosse portatrice di caratteri di freschezza e sincerità
che sono andati perduti con il tempo; ma Foscolo sembra
suggerire un tratto ulteriore: nella poesia antica, i fantasmi
dell’immaginazione vivono nell’uomo e sono presenti nella
religione, nella storia, nelle imprese e nelle faccende giornaliere dei popoli. Per indicare questa condizione, egli fa uso di
un concetto che tornerà più volte nel corso del testo: immedesimazione; quasi a voler dire che nei tempi antichi l’immaginazione era un tutt’uno con l’anima dell’uomo e,
anzi, costituiva il suo paradigma conoscitivo. Con la perdita
di questo carattere è andato perduto un modo unico di conoscere e rappresentare la realtà, al quale si sostituisce una forma
di rappresentazione, appunto, fittizia, artificosa. Tale artificioG. Langella, P. Frare, P. Gresti, U. Motta
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per tre lunghi secoli all’opera di Omero
(l’Iliade) per compiacere il desiderio di
questo autore di rimanere ignoto.
21. lineamenti: caratteri.
22. l’affluenza e il silenzio: tanto la molteplicità, quanto la scarsità.
23. quando... neglette: a volte vengono
accolte, altre sono rifiutate.
sità è dovuta alla maggiore complessità della civiltà moderna,
nella quale non vi è più corrispondenza diretta ed immediata
tra l’immaginazione e le varie attività dell’uomo. Proprio per
tale motivo, appare significativa la figura del critico, che è colui
che indica nella nuova arte il potere della natura, giacché essa
non ha smesso di ispirare l’uomo; al contrario gli uomini sono
diventati tardissimi e freddi a percepirne gli effetti.
Gli antichi, inoltre, vivevano in uno stato di “confusione”, in
quanto la vita e la morte erano percepite quali parti non scisse ma unite di un’unica realtà. Essi infatti vivevano co’ morti,
udivano demoni: conversavano con gli abitatori del cielo. Era
questa l’età poetica, dove la poesia era appunto un vero e
proprio strumento di conoscenza. Ora, lamenta Foscolo, ci si
trova in un’età scientifica che adotta altri strumenti conoscitivi. Perciò, come dirà più avanti, il testo della Commedia,
come qualsiasi altra opera di poesia antica, sembra pieno di
stranezze: si tratta in realtà di un modo diverso di conoscere e
rappresentare la realtà. Per leggere un testo antico è necessario
spogliarsi dei propri preconcetti.
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Il Genio: ispirazione e rielaborazione Come nei tempi
antichi, anche oggi nasce il Genio; anzi appare più vigoroso dove è favorito dal clima. Nel Genio i vari poteri dell’anima cospirano simultanei a radunare affetti, reminiscenze,
riflessioni, immagini [...], e combinando tutte le idee in guise
diverse e nuovissime le fanno presumere creazioni: il Genio
è dunque un creatore, un poeta che riflette sugli effetti
dell’arte e sulla verità morale che deriva dall’opera che sta
componendo. Ma non è solo questo: egli è anche attento
alla forma, alle parole da scegliere, al loro suono, alla loro
disposizione... Foscolo infatti, non autorizza la scrittura “di
getto” tipica dell’immaginario romantico. Anzi, pur essendo
ben consapevole che la velocità di produrre e l’impeto [...]
de’ pensieri costituiscono la spinta iniziale alla scrittura (o alla
produzione dell’opera d’arte), il paziente e continuo ritorno
sulla pagina scritta non è dote seconda: la correzione di un
testo, la sua revisione, cioè, non è parte marginale dell’at-
tività poetica, ma sostanziale. Il Genio, dunque, ha ben presente questo duplice carattere del processo scrittorio, fatto di
ispirazione e revisione. E questo Genio, da quanto si può
dedurre, è anche Foscolo stesso.
La Commedia: un’opera europea La Commedia di Dante è
senz’altro espressione del suo tempo (è immedesimata nella
patria, nella religione, nella filosofia, nelle passioni, nell’indole
dell’autore; e nel passato, e nel presente e nell’avvenire de’
tempi in che visse). Ma per Foscolo è qualcosa di più; egli infatti sottolinea il carattere non esclusivamente italiano, ma
più ampiamente europeo del poema dantesco, e di un’Europa oltretutto che originava con esso, cioè che nasceva contemporaneamente a esso. «Il Dante di Foscolo nasce, quindi,
dall’Europa, proprio perché il suo capolavoro è sentito come
un patrimonio di valori rispetto al quale le generazioni future
non potranno sottrarsi al confronto» (Lamberti).
SPAZIO
Per tornare al testo
Comprensione e analisi
1. Quali sono i caratteri della poesia primitiva? Quali, invece, quelli della poesia moderna?
2. Come vedevano gli antichi il mondo naturale?
3. Quali sono le caratteristiche principali del Genio?
COMPETENZE
Approfondimenti
4. Evidenzia, in particolare nell’ultimo capitolo, gli elementi che suggeriscono una nuova lettura della Commedia
da parte di Foscolo. Quali sono i caratteri dell’opera dantesca, secondo Foscolo, e per quale motivo poteva essere
considerata una lettura “attuale”? Scrivi le tue considerazioni in un breve testo. (massimo 10-15 righe)
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