Un sì donato a dio pUò cambiare il mondo!

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Poste Italiane S.p.a. Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)
art. 1, comma 2, DCB Rovigo - Trimestrale
Periodico
del centro maria bolognesi
attore della causa
di canonizzazione
della serva di dio
maria bolognesi
anno XVII n. 4
ottobre - novembre - diceMBRE 2009
internet: www.mariabolognesi.itE-mail: [email protected]
“Sono la serva
del Signore,
avvenga di me
quello che hai det
to”
In caso di mancato recapito si prega di restituire al mittente che si impegna a pagare la tassa dovuta.
(Lc 1,38)
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Un sì donato a Dio
può cambiare il mondo!
Editoriale
“Ecco, io vengo…
IL SENSO DEL NATALE RACCHIUSO IN UN “SÌ”
…per compiere, o Dio, la tua volontà” (Salmo 39)
Q
uest’anno, come preannuncia l’immagine in copertina – L’Annunciata di Antonello da Messina –, sento
la necessità di proporre la consueta riflessione natalizia
partendo dai nove mesi precedenti la nascita di Gesù per
arrivare con maggior consapevolezza al fatidico giorno.
Ripercorriamo il calendario a ritroso. Il 25 marzo la
Chiesa celebra la solennità dell’Annunciazione del Signore
a Maria Vergine.
L’incarnazione del Verbo rappresenta anche l’inizio
della sua Pasqua, proprio per questo la festività dell’Annunciazione, già tra il IV e il V secolo – come testimonia
Giovanni Crisostomo – era considerata la radice delle
feste.
Uno dei punti focali sta nel fatto che è lo Spirito ad
annunciare il Signore a Maria (Lc 1,26-38). L’Evangelista
Luca lascia emergere con sufficiente evidenza l’analogia
tra la discesa dello Spirito su Maria nel momento dell’Annunciazione e sulla Chiesa apostolica a Pentecoste. Del
resto l’Annunciazione è giustamente detta “la Pentecoste
di Maria”. È l’inizio dell’Oméga, l’inaugurazione della
Nuova Alleanza nel Sangue del Dio-Uomo.
L’Annuncio a Maria supera ogni vecchio schema delle
annunciazioni dell’Antico Testamento. I temi narrati sono
completamente nuovi: il concepimento verginale del Figlio
di Dio, la compartecipazione della Madre ai Misteri salvifici, la Maternità divina – e perciò Maternità verginale – propria ed esclusiva dei tempi messianici. Anche le Promesse
dell’Antico Testamento si compiono in un modo del tutto
inatteso, nella novità che è Cristo.
L’obbedienza del Figlio si rispecchia nell’obbedienza
della Madre e così, per l’incontro di questi due “sì”, Dio
ha potuto assumere un
O
volto di uomo. Ecco il
RS
O
C
motivo per cui l’AnIN
I
nunciazione è anche
OR
V
una festa cristologiLA
ca, perché celebra un
mistero centrale di Cristo, cioè la sua Incarnazione.
Seguendo l’ipotesi che spiega la festa
del Natale fissata al 25
dicembre in dipendenza dal 25 marzo, e non
viceversa, si scopre che
i Padri credevano che
questo giorno, equinozio di primavera –
2
prima che nel 325 d.C. il Concilio di Nicea lo spostasse
al 21 marzo – segnasse l’inizio della creazione del mondo
e dell’uomo. Perciò era ritenuto come una data simbolica
del concepimento del Verbo di Dio: il Signore si sarebbe
incarnato e sarebbe anche morto il 25 marzo.
Non dimentichiamo che il Signore Risorto, annunciato
a Maria, è annunciato quotidianamente alla Comunità dei
fedeli durante la Santa Messa.
Sotto questa luce l’Annunciazione non è solo l’inizio
della Redenzione, è la chiave di lettura e di comprensione
di tutta la vicenda di Cristo che segue ad essa.
Impossibile, dunque, accostarsi al Natale spiritualmente
pronti se prima non si approfondisce adeguatamente il “sì”
della Vergine Maria.
Dio invita, l’uomo decide
Il Vangelo dell’Annunciazione, uno dei brani più commoventi, ci racconta in quale modo Dio ha introdotto nel
mistero della salvezza la Vergine Maria, umile donna della
terra, facendo di lei la Madre del Salvatore.
Invece di metterla di fronte ad una decisione autoritaria,
il Signore le fa prima sapere ciò che si aspetta da lei. Perciò è con cognizione di causa che Maria si impegna nella
grande avventura messianica.
Il dialogo che si svolge tra Maria e l’angelo Gabriele
manifesta la sua progressiva comprensione del mistero e la
partecipazione personale che le è richiesta: Maria risponderà liberamente all’invito divino.
Ciascuno di noi è invitato a cooperare all’opera della
salvezza. Sapremo, sull’esempio di Maria, pronunciare
un “fiat” di amorosa
sottomissione a Dio,
impegnarci nell’avventura della fede, che
è incontro con Dio in
Gesù Cristo?
Ogni
vocazione
cristiana è una progressiva scoperta della
chiamata che il Signore senza sosta rivolge a
ciascuno. Rispondervi
generosamente, giorno
per giorno, costituisce
la vita di fede. In questo Maria è per tutti un
modello perfetto.
Che bisogno aveva
Finestre Aperte
Dio dell’uomo? Ma egli è l’amore. Questa è la sua definizione, rivelata da suo Figlio. La creazione dell’universo,
quella dell’uomo, gli interventi di Dio nel corso della storia,
e l’evento più incredibile di tutti, l’incarnazione di Cristo,
non hanno altra spiegazione che questa: Dio è amore. Egli
vuole che gli esseri umani siano felici. Egli ha concepito
il disegno di elevare l’uomo alla dignità di figlio, per farlo
partecipe della sua gloria e della sua beatitudine. Questa
è la buona novella portata dal Signore Gesù agli uomini e
custodita nel Vangelo.
Ma il progetto di Dio è condizionato all’accettazione
dell’uomo. L’offerta di Dio è ispirata dall’amore, quindi
la risposta deve essere anch’essa ispirata dall’amore: non
deve essere viziata da alcuna costrizione, ma sgorgare
da un cuore perfettamente libero. Il più bell’esempio del
modo di agire di Dio ci è dato proprio dalla scena dell’annunciazione: Dio ha scelto una fanciulla del popolo ebreo
per realizzare il suo piano di salvezza. Ma il messaggio che
l’angelo le porta in nome di Dio le lascia la più completa
libertà di accettare o di rifiutare.
Bastano due sillabe
Non può che esserci chiaro: il Bambino che sta per
nascere aspetta un nostro “sì”. Vogliamo deluderlo?
Nella vita di tutti i giorni cerchiamo di sfuggire alle
domande che ci vengono rivolte e la cui risposta affermativa implicherebbe sacrificio da parte nostra.
Il suono breve dell’affermazione, a volte, ci inganna e a
conti fatti non siamo coerenti alla parola data.
Gesù in realtà non ci chiede di firmare un foglio in bianco, ma una dichiarazione d’amore scritta con l’inchiostro
simpatico e che solo alla luce della fede diventa leggibile.
Annuire con il capo deriva dal tradizionale gesto
dell’inchino, che a sua volta è legato al mostrare il collo in
segno di sottomissione. Con il tempo è diventato un “sì”,
ma nasce da un’accettazione di superiorità altrui. Il contrario, ossia scuotere il capo per dire no, è figlio del distogliere
lo sguardo dall’interlocutore.
Dobbiamo spogliarci di ogni superbia, proprio come
fece Maria Bolognesi per ammettere la superiorità di Dio
e affidarci a Lui.
Il nostro deve essere un “sì” alla vita, con le sue contraddizioni irrisolte; un “sì” pronunciato guardando negli
occhi chi ci sta di fronte, un “sì” che nega l’atteggiamento
di cristiani pigri e di chi ha pronta per ogni circostanza una
risposta preconfezionata.
Bastano due sillabe e tanta forza di volontà, perché
quando rispondiamo alla “chiamata” in realtà non facciamo
altro che scegliere quello che è meglio per noi, anche se in
quel momento non siamo in grado di comprenderlo.
Al Padre basta anche un “sì” detto sotto voce ma reso
forte dai fatti.
Proponiamoci di trascorrere questo Santo Natale allenando il nostro spirito a dire di “sì”, in una specie di “Yes
man”, titolo dell’autobiografia e del film ispirato alla vita
dell’umorista inglese Danny Wallace.
Sì, a chi chiede il nostro aiuto. La nostra risposta al
bisognoso sarà una risposta a Dio.
continua a pag. 4
Finestre Aperte
so m m a r io
Editoriale
Il senso del Natale racchiuso in un “sì”... pag. 2
Il diario
“Io, Gesù, ti preparo il presepio...” . ........ »
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Radio Kolbe “vola”
con Maria Bolognesi................................. »
5
Missâo Belém chiama Maria Bolognesi
L’importanza del diario spirituale............. »
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Padre Gianpietro Carraro
tra gli “amici” di Maria Bolognesi........... »
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Passa il testimone....................................... »
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La meta del pellegrino
La natura che parla di Dio........................ »
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Sulle ali della Poesia
Una poesia per una stella . ....................... » 10
85° anniversario della nascita
di Maria Bolognesi . ................................. » 12
Oltre lo spazio e il tempo
Insegnaci a contare i nostri giorni............. » 15
30° Anniversario della Nascita al Cielo
di Maria Bolognesi....................................... » 16
Una poesia per Maria Bolognesi .............. » 17
“Vado a prepararvi un posto”
Un amico con noi dal cielo........................ » 18
Appuntamenti ............................................ » 20
In ossequio al decreto di Urbano
VIII, si dichiara di non voler attribuire
a quanto di straordinario è narrato
in questo giornale altra fede se non
umana e di non voler prevenire il
giudizio definitivo della Chiesa, al
quale la Redazione intende sottomettere in tutto il suo.
Il Consiglio Direttivo
del Centro ringrazia per le offerte
pervenute per la Causa
e le opere di Maria.
Per offerte:
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del 30/07/1992
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Piazzola sul Brenta (Pd)
3
continua da pag. 3
La Stella che orienta il nostro “sì”
Dobbiamo essere consapevoli che non dare la nostra
adesione al progetto di Salvezza significa rifiutare la nascita di Gesù, proprio come se Maria avesse risposto di “no”
all’Angelo. Il Natale non avrebbe più senso.
In questa esperienza impegnativa del “sì”, però, non
siamo soli. Papa Benedetto XVI ha sottolineato che “la Vergine Maria è la stella che ci guida in ogni area di santità”
e che “i Santi sono le stelle all’orizzonte della nostra storia
che irradiano in continuazione luce nel mondo in mezzo
agli annuvolamenti di questo tempo, cosicché possiamo
vedere qualcosa della luce di Dio”.
Proprio in questo numero la nostra rubrica “Sulle ali
della Poesia” ospita le poesie ispirate alle stelle. Ci appelliamo alla Madonna, Stella tra le stelle, con l’intercessione
di tutti i Santi, affinché nel nostro cuore possa germogliare
un “fiat” pieno e sincero.
“O tu che hai l’impressione di essere sballottato dai
flutti di questo mondo tra burrasche e tempeste invece
che camminare per terra, non distogliere lo sguardo dallo
splendore di questa stella, se non vuoi essere travolto dalle
tempeste! Se insorgono i venti delle tentazioni, se ti imbatti
negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca
Maria! Se sei assalito dalle ondate della superbia, dell’ambizione, della calunnia, della gelosia, guarda la stella,
chiama Maria! Se l’ira, o l’avarizia, o le lusinghe della
carne hanno scosso la navicella della tua anima, guarda
Maria! Se, turbato dall’enormità dei peccati, confuso per
le brutture della tua coscienza, impaurito dal rigore del
giudizio, cominci ad essere risucchiato dal baratro della
tristezza e dall’abisso della disperazione, pensa a Maria!
Nei pericoli, nelle difficoltà, nei dubbi, pensa a Maria,
invoca Maria! Non si allontani dalla tua bocca, non si
allontani dal tuo cuore e per ottenere l’aiuto della sua
preghiera, non tralasciare di seguire l’esempio della sua
condotta di vita” (San Bernardo).
In particolare, in vista del 2010, anno in cui ricorre il
30° anniversario della nascita al Cielo di Maria Bolognesi,
preghiamo la Serva di Dio perché il suo magistrale “sì”
diventi il nostro: le nostre voci partano sempre dai recinti
del mistero e rechino il profumo del silenzio.
Buon Natale!
Ludovica Mazzuccato
Curiosità
In Bulgaria, in alcuni parti della Grecia, nei Paesi
dell’ex Jugolavia, in Turchia, in Iran e
in Bengala, si annuisce muovendo la testa da destra a sinistra, mentre per manifestare un
rifiuto, dall’alto al basso.
Esattamente il contrario di
quanto avviene nella gestualità
del resto del mondo.
4
Il Diario
“Io, Gesù, ti preparo
il presepio...”
La Serva di Dio per consolare Gesù e la Madonna si
prodigò, anno dopo anno, nella costruzione del Presepe.
Abitualmente ella sollevava dalla mangiatoia il Bambino
Gesù e Lo stringeva con immenso amore materno, al suo
cuore, pieno di calore, ma anche di un dolore infinito,
ripensando alla Via Crucis del Salvatore.
Il primo Presepio, inteso come atto di dedizione, di
pietà e di disponibilità verso il Creatore, nacque nel mese di
novembre del 1944.
I Presepi di Maria, Loc. Passetto di San Cassiano (RO)
Il primo presepio realizzato da Maria
di anno in anno, divennero sempre più belli e
non mancarono mai di
ricevere un premio o
un riconoscimento.
Anche se Maria,
sempre umile e discreta, non andò mai a ritirare alcun premio, ci sembrerebbe
assolutamente umano che anche lei, dopo tanto impegno
e dedizione, si sentisse un po’ orgogliosa di quanto realizzato.
Invece, grazie all’episodio del 30 ottobre del 1959,
capiamo chiaramente che nel cuore della Serva di Dio c’è
posto solo per il Signore.
Maria sta lavorando nello scantinato di casa Mantovani
per preparare il necessario all’allestimento di un nuovo
presepio. Gesù nella visione estatica le chiede il motivo di
tanto lavoro e Maria con grande semplicità gli risponde:
«Gesù, non ho nulla da darti e voglio che Tu veda quanto ti amo. Sento già il Natale, io. Quando riesco a fare bene
il presepio, per me è una gioia d’amore, meditando tutta la
sofferenza della Madonnina e anche la sua gioia nel vederti
piccino tra le sue braccia. Io, Gesù, ti preparo il presepio
come la Madonnina ti allargava le sue braccia materne»
«Maria, non lavori per arricchire il tuo presepio per i
visitatori, per far contemplare loro le tue bravure?» «Gesù,
non m’importa delle lodi degli uomini, faccio per lodare Te
e gustare, proprio nella meditazione, la tua nascita».
Dopo quanto appena detto non è difficile capire il
motivo per cui il presepio della Serva di Dio era diventato
famoso e visitato da molta gente.
Perché Maria era così abile nel rappresentare la Natività? Perché essa, prima di tutto, avveniva nel suo cuore.
Finestre Aperte
Trasmissione radiofonica sulla vita di Maria Bolognesi
RADIO KOLBE “VOLA”
CON MARIA BOLOGNESI
“La radio è il teatro della mente”
scriveva l’attore e compositore americano Steve Allen.
Sacrosanta verità, se si pensa a
come questo mezzo di comunicazione
sia in grado di entrare nell’intimità
della gente, in qualunque luogo essa si
trovi, senza bisogno di ipnotizzarla con
una cascata di immagini.
Perciò, avere una Radio diocesana –
nel nostro caso, Radio Kolbe – è un dono
immenso che non va sottovalutato.
Proprio in virtù di questo, il Centro
Maria Bolognesi ha sentito l’esigenza
di suggellare una collaborazione con
Radio Kolbe in vista del 30° anniversario della nascita al Cielo della
Serva di Dio Maria Bolognesi, che
ricorrerà il 30 gennaio 2010.
L’idea, nata spontaneamente, ha
trovato la piena ed immediata disponibilità del Direttore di Radio Kolbe,
Mons. Bruno Cappato, fucina di ottimi
suggerimenti per la riuscita di questa
iniziativa.
Grazie a persone che donano tempo
e “ingegno”, cimentandosi in un’esperienza totalmente nuova per loro, il
progetto si è concretizzato in una trasmissione radiofonica, a cura dello
stesso Centro, che permetterà agli
ascoltatori di ripercorrere la vita di
Maria Bolognesi.
Non bisogna dimenticare che, nella
vita della Serva di Dio, sono presenti
dei denominatori comuni con la vita
di ogni polesano nato negli anni 20 del
secolo scorso: la terra da strappare alla
palude, la povertà dei braccianti agricoli, le piene dei fiumi, le epidemie, oltre
ai fatti storici susseguenti la Grande
Guerra.
Proporre il vissuto di Maria Bolognesi, perciò, significa offrire anche
uno spaccato del nostro territorio pregno di tradizioni, che negli ascoltatori
più maturi rievocherà la nostalgia dei
ricordi, mentre ai più giovani darà
modo di venire a contatto con le radici
del loro patrimonio culturale.
Il titolo della trasmissione è già un
preludio: “Sulle ali di Maria Bolognesi”, una narrazione che osserva
dall’alto i fatti per proporre una verità
documentata, ben lontana da dare giudizi nei confronti delle persone citate,
ma semplicemente volta a evidenziare
le virtù della Serva di Dio, “fiore del
Polesine” il cui soave profumo inebria
di fede anime e cuori, trascinandoli più
vicini al divino Amore.
Il “format” è strutturato in contenitori che per una mezz’ora alla settimana accompagneranno gli ascoltatori
per un intero anno, alla scoperta di
quest’anima speciale.
Si parte con “Il Fatto”, ovvero la
narrazione di un episodio della vita
di Maria, attingendo da una biografia
inedita redatta nel 1990 da Giuseppina Giacomini per accompagnare in
Diocesi l’avvio dell’iter della Causa di
Beatificazione della Serva di Dio.
Si continua con “La Parola”, in cui
viene data lettura di un brano della Bibbia – dai Salmi al Vangelo – in concordanza con il racconto della puntata.
Segue “La TestiLe voci de “Sulle ali
monianza”, ovvero di Maria Bolognesi”
fatti riportati con
parole autografe di
persone che hanno
conosciuto Maria
Bolognesi.
Si continua con
“La Riflessione” in
cui si attualizza il
messaggio di fede
lasciato dalla Serva
di Dio, e poi con il
Finestre Aperte
“Grazie Maria!”, spazio aperto agli
ascoltatori, che possono far pervenire – ai recapiti indicati nella sigla di
chiusura – pensieri, poesie, personali
testimonianze di grazia ricevuta per
l’intercessione di Maria Bolognesi e
quant’altro possa sgorgare dal loro
cuore in suo nome.
La preghiera per la Beatificazione
della Serva di Dio conclude la trasmissione, la quale – ripetiamo – avrà una
cadenza settimanale.
Ogni puntata sarà trasmessa:
domenica, ore 21.30 – martedì, ore
18.20 – giovedì, ore 11.00 – sabato,
ore 11.00.
Le voci che si alternano al microfono sono generosamente “offerte” dagli
“amici” di Maria Bolognesi: Luigi
Ambrosini, Ludovica Mazzuccato,
Antonietta Rossato e Giuseppe Tesi.
In regia, Roberto Giannese e Federica
Mazzuccato.
La sigla musicale trasmessa in apertura e in chiusura del programma è
“L’inno a Maria Bolognesi”, composto
e donato al Centro dal Maestro Rocco
Fodale di Messina.
È auspicabile che questa trasmissione possa far scoprire e far maggiormente conoscere la Serva di Dio a tutti
gli ascoltatori che si sintonizzeranno
sulle frequenze di Radio Kolbe.
Ricordiamo agli amici naviganti
che Radio Kolbe si può ascoltare in
FM nella provincia di Rovigo sulle
frequenze 91.200 e 94.500 mhz.
5
Missâo Belém chiama Maria Bolognesi di Luigi Ambrosini
L’IMPORTANZA DEL DIARIO SPIRITUALE
Per specificare chiaramente quanto anticipato nello
scorso numero, questa volta poniamo l’accento su uno
dei punti fondamentali sui quali si è cementata la Missâo
Belém: si tratta del “diario spirituale”, un mezzo straordinario di crescita spirituale per grandi e piccoli.
Esso è divenuto la colonna portante di questa realtà,
che vive e cresce come una creatura portata avanti tramite
Padre Gianpietro, ma voluta fin dall’inizio, proprio da
nostro Signore Gesù Cristo.
Il Diario è lo strumento privilegiato che Dio ha concesso in dono al Sacerdote missionario, perché i poveri
siano “evangelizzati”.
Il diario è la Cristo-terapia! È il “pane” per chi inizia
il cammino di consacrazione; è il combustibile per il cammino di restaurazione; è il maggior strumento di unità fra
tutti i membri della Missâo Belém, sparsi per il mondo.
Lasciamo subito la parola a Padre Gianpietro Carraro,
che dice:
“Crediamo siano circa 4500 coloro che fanno tutti i
giorni il diario spirituale. È incredibile come la Parola
di Dio, sempre uguale, parli al cuore di persone completamente differenti: con noi, abbiamo bambini di 6 anni e
vecchietti di 70 anni, sacerdoti ed ex-assassini, uomini e
donne, fratelli di strada e consacrati, Per tutti, il diario è
una stella che orienta la vita”. Ecco il metodo che Padre Gianpietro indica a ciascuno
di noi:
1) scegli un luogo adatto, se puoi, riunisciti con gli amici
e fissa la durata della meditazione (almeno 30 minuti);
se possibile, recita prima il rosario o, almeno, fai il
segno della croce, poi prega recitando il Padre nostro
e 3 Ave Maria.
2) leggi il testo in grassetto scritto da Padre Gianpietro,
sottolineato doppio, senza preoccuparti di evidenziarlo
in seguito; leggi il testo del Vangelo, sottolineando
ed evidenziando le frasi che più hanno toccato il tuo
cuore e ti hanno colpito.
3) prendi il tuo quaderno spirituale, metti - in alto a sinistra della pagina - la data del giorno e la citazione del
brano del Vangelo che stai leggendo; in seguito, scrivi
tutte le frasi che hai sottolineato; per terminare, scrivi
di nuovo la frase che, fra tutte, ti ha maggiormente
colpito.
4) Ora chiediti: come posso mettere in pratica - oggi questa frase? Quale gesto concreto farò per realizzare
questa parola nella mia vita? Deve essere qualcosa di
molto concreto!
Che cosa farò - oggi - per realizzare questa parola?
Scegli perciò un proposito: piccolo, concreto, preciso,
6
un gesto, qualcosa che la parola ci invita a fare per
migliorare, una piccola cosa, ogni giorno.
È la cosa più importante del diario. Gesù ha detto
“beati quelli che leggono o meditano la mia parola”,
ma ha anche aggiunto: “beati coloro che la mettono in
pratica”: questa è la grande differenza!
5) scrivi ora il tuo proposito sul palmo della mano e nel
tuo diario: questo proposito stia, per tutto il giorno,
nel tuo cuore e nella tua mente, per viverlo il più possibile.
6) la notte dedica almeno 20 minuti per riflettere sulla
giornata: nella pagina di destra del tuo quaderno, fai
il “diario del giorno” rispondendo a queste tre domande:
a) Che cosa Gesù ha fatto per me, oggi? Quali grazie
ho ricevuto da lui, in questo giorno?
b) Che cosa ho fatto io per Gesù, oggi? Racconta
come hai vissuto il proposito e scrivi almeno 10
righe raccontando le esperienze, che hai vissuto,
quando ti sei ricordato del proposito.
c) Signore, ti chiedo perdono per............... scrivi con
sincerità i peccati commessi nella giornata: in questo modo sarà semplice confessarsi e non dimenticarsi nulla.
Se qualche lettore vorrà provare, si renderà conto di
quanto sia utile questo strumento per avvicinarsi il
più possibile a Dio, seguendo altresì le orme della
carissima Maria Bolognesi che, pur non praticando
per ovvi motivi il diario spirituale, in un certo senso
lo ha perfettamente vissuto in ogni istante della sua
vita terrena.
Finestre Aperte
Bosaro – Domenica 6 settembre 2009
Chiesa di San Sebastiano Martire
Padre Gianpietro Carraro
tra gli “amici” di Maria Bolognesi
Carissimi tutti - amici di Maria
Bolognesi e lettori di Finestre Aperte Da non “addetta ai lavori” desidero
condividere con voi le emozioni ed il
messaggio che ho percepito, domenica
6 settembre 2009, durante la celebrazione della S. Messa presieduta da
Padre Gianpietro Carraro, il missionario che avete iniziato a conoscere
attraverso la Rubrica “Missâo Belém
chiama Maria Bolognesi”.
La S. Messa si è svolta a Bosaro
(RO) in una struttura attrezzata, adiacente la chiesa parrocchiale, che è in
fase di ristrutturazione, quindi ancora
chiusa al pubblico.
Le letture e la pagina evangelica della XXIII Domenica del Tempo
Ordinario vertevano sulla Misericordia
di Gesù, che faceva udire i sordi e parlare i muti: dell’attenzione agli ultimi,
ai più piccoli.
Quell’attenzione che la Serva di
Dio Maria Bolognesi esercitò durante
la sua vita (e ancora oggi); quella stessa
attenzione che Padre Gianpietro porta
per le strade desolate del Brasile più
povero.
Dal Maestro entrambi hanno appreso a farsi poveri tra i poveri. Ricordiamo allora che Dio abbandonò il suo
Inizio della S. Messa
Essere Dio per farsi uomo, un piccolo
uomo, come lo è un neonato, e che
venne così ad abitare tra noi per farci
poi partecipi, nella pienezza dei tempi,
della Sua Risurrezione e della Vita
Eterna.
Maria Bolognesi, nata povera, non
rigettò mai la sua piccolezza e la sua
umiltà, ma svuotandosi ancor più di se
stessa, lasciò spazio a Cristo, vivo nella
sua persona!
Anche dalle parole di Padre Gianpietro si è potuto evincere che pure ha
lasciato tutto per mettersi alla sequela
del Maestro: Gesù.
In che modo? Ascoltiamo il suo
dire: “Dormo nel più bell’Hôtel del
mondo, non a quattro o cinque stelle,
ma sotto un manto di stelle, fuori,
all’aperto, sotto i ponti, per le strade.
Mai da solo, ma con gli ultimi,
condividendo un pezzo di cartone, che
funge da coperta nelle notti più fredde,
lasciando che il primo sole del mattino
riscaldi i nostri corpi intirizziti, ricchi
di nulla”.
Ci raccontò di come un meniño
de rua lo aiutò nella sua prima notte
all’addiaccio e di come il mattino
seguente gli procurò un caffè caldo:
Dio sa nascondersi in molti modi, specialmente tra i mendicanti e i poveri.
È
veramente stupefacente di
come un bimbo
abbandonato continui ad avere
fiducia nei grandi,
ad aprire il cuore,
chiedendo in cambio una “novella” su Gesù – La
Buona
Novella
– ma noi, cosa
facciamo? Molto
spesso le nostre
porte rimangono
chiuse a doppia
mandata, ed è così
Finestre Aperte
P. Carraro davanti alla tomba
di Maria Bolognesi
che possiamo perdere l’occasione di
accogliere Gesù.
Penso che tutti i presenti abbiano
percepito la semplicità con la quale
il Santo Vangelo è stato annunciato,
ma soprattutto vissuto! Spontaneo nel
cuore il pensare che: “Sì, era ed è
possibile” rinunciare a qualche cosa
in favore dei più bisognosi. Non ci è
chiesto di fare delle scelte radicali,
ma di smuoverci dalle incrostazioni
del superfluo. Sarebbe veramente un
balzo verso una grandezza che sgorga
dall’essere, dal farsi più piccoli.
Gli esempi non ci mancano! Gesù
disse: “Chi vuol venire dietro di me,
rinneghi se stesso e mi segua”. I tempi
ci aiutano: difficoltà di lavoro, crisi
economica, problemi ecologici… tutte
occasioni per fare esperienza della
purezza del Vangelo.
Dice San Paolo: “Quando sono
debole è allora che sono forte e la
nostra forza è Cristo!”.
Un abbraccio a tutti gli amici della
mia amica Maria Bolognesi da una
sorella in Cristo del Gruppo Comunità
dei Figli di Dio di don Divo Barsotti di
Stanghella (PD) affidato alla protezione della Serva di Dio.
Garda Gardina
7
Passa il testimone
Proponiamo due “testimonianze” suggestive per ricordare ai lettori quanto sia importante
“passare il testimone”. Solo in questo modo sempre più persone avranno modo di conoscere
il nostro “testimone”, Maria Bolognesi, e per trovare in lei esempio e conforto. Scriveva
Tolstoj “come una candela ne accende un’altra e così si trovano accese migliaia di candele,
un cuore ne accende un altro e così si accendono migliaia di cuori”.
Un piccolo e prezioso contributo
Sono una ragazza di Milano e scrivo questo articolo come
piccolo contributo per la causa di beatificazione di Maria
Bolognesi.
Con un breve testo non è possibile ricordare le tante cose
importanti che Maria ha fatto, nonostante la sua infanzia difficile vissuta fra profonde sofferenze, povertà, fatiche, spostamenti, bocciature, derisioni, umiliazioni … Lei ebbe il coraggio di trascorrere una vita dedicata totalmente a Dio, aiutando
le persone in difficoltà attorno a sé, dalle più giovani alle più
anziane; il segreto della sua esistenza buona e luminosa fu il
“matrimonio” col suo unico grande amore: Gesù.
Maria non fece del bene solo durante la sua vita terrena
ma anche dopo la morte. Tra i tanti “favori” che ha compiuto,
sono venuta a conoscenza di un fatto che mi ha molto colpito
e di cui vorrei parlare: si tratta della guarigione di un bambino
avvenuta un po’ di anni fa.
Marco Ferrari – questo è nome del “protagonista”– quando aveva poco più di due anni, fu colpito da una malattia rara
e molto pericolosa: la sindrome di Lyell, la cui causa tuttora
resta ignota, come pure la cura. All’ospedale di Padova i medici constatarono che il suo corpo si stava progressivamente
coprendo di piaghe che nel giro di poche ore ustionarono per
più del 90% la sua pelle. Le sue condizioni quindi apparirono
subito disperate. Dopo una settimana di lotta tra la vita e la
morte, il suo cuore si arrestò; anche se il cervello risultava
compromesso, gli venne praticato un estenuante massaggio
cardiaco. Per il bambino sembrava persa ogni speranza, ma
non fu così.
Nella mattina in cui per Marco sembrava chiudersi ogni
possibilità di vita, alla nonna del piccolo successe una cosa
insolita: trovò per caso una foto di Maria Bolognesi e quell’immagine le richiamò immediatamente alla memoria uno strano
sogno – fatto in precedenza e completamente dimenticato –
nel quale compariva una donna sconosciuta che ora si rivelava
essere Maria Bolognesi; in tale sogno c’erano dei fiori e un
accenno “profetico” al futuro di un bambino… .
La nonna comprese subito che l’incontro con quell’immagine, e la forte “intuizione di fede” che ne era scaturita, poteva
essere il messaggio con cui Dio indicava colei che veniva in
aiuto per la guarigione tanto richiesta. Da quel momento la
nonna, i famigliari e molte altre persone si rivolsero a Maria
chiedendole di ottenere dal Signore la grazia. Le preghiere
furono il farmaco della vita, Marco guarì, in modo rapido e
completo. Ora ha 17 anni e frequenta il seminario di Vicenza.
Questo è solo uno dei tanti fatti prodigiosi attribuiti all’intercessione di Maria. Io non ne sono testimone diretta, mentre
lo è stata la mia prof. di religione, zia di Marco, che in classe
8
ci ha parlato dell’evento. Tutti noi ragazzi abbiamo seguito il
racconto con molta partecipazione e col fiato sospeso, abbiamo guardato con fatica le foto che mostravano le gravissime
condizioni del bambino e al termine siamo rimasti molto sorpresi e contenti, convinti della grandezza del “favore” che gli
era stato donato.
Termino con un’espressione che sintetizzano una verità
importante e l’intera vita di quella meravigliosa donna:
“Maria Bolognesi, anima semplice ed umile, ricorda a
tutti che Dio sceglie i poveri e gli stolti di questo mondo per
confondere i forti ed i sapienti”.
Eleonora Golini
La forza della poesia
“DONNA MAI TRISTE” (A Maria Bolognesi)
Cara Maria, tu hai conosciuto la fame,
cara Maria tu hai conosciuto il dolore e
la fatica del vivere, ma ti sei aggrappata
a Dio sempre fiduciosa...!
Bello il tuo viso e bello pure il cuore,
perché pieno d’amore, di tanto Amore...!
Hai saputo soffrire, hai saputo amare e donare
perché hai saputo sempre perdonare; pur con
tanto dolore; e... dell’essere umano, hai visto
il bene e mai il male...!
Grande nell’Amore e laboriosa tanto, nella vigna
del Padre, curasti i tralci per non farli disseccare.
E poi… dipingesti di colori le tele, per parlare
ancora di Dio e dell’Amore sublime...!
Che dolce Maria, quando insegnavi alla gente
che dolce anche quando portavi le croci per
salvare il mondo, offrivi il tuo dolore a Dio
per salvare ogni cuore...!
Le tue fattezze simili alla tua anima, perché
niente Dio fa a caso, perché niente è fortuito.
In cielo ora abiti in pace e la comunione dei
Santi conosci in cielo…!
ma tu operi ancora perché tra cielo e terra
ci sia sempre amore e pace…!
Prega per tutti noi che siamo ancora in questa
valle di lacrime e che sospiriamo al cielo,
chiedendo sempre tanti doni…!
Brancatisano Maria Stella
di Samo (RC)
Finestre Aperte
La meta del Pellegrino
Se anche voi avete una chiesa del “cuore” che volete raccontare ai lettori di Finestre Aperte, non esitate a scriverci.
Questa rubrica permette di scoprire i luoghi di culto che magari non si trovano
nelle guide turistiche, ma che lasciano un segno nell’anima del “pellegrino”.
La natura che parla di Dio
Casa Alpina: una chiesetta di montagna circondata da una natura “divina”
Piemonte, Pragelato (To), agosto
2006 - È stata la scrittura a condurmi
sui passi delle fede, anzi di una fede
ritrovata, in una terra non ancora
conosciuta sino alla fine dell’agosto
2006. Parola dopo parola, senza che
mi accorgessi dei passi importanti
che stavo imprimendo in un sentiero
speciale… Ho partecipato per caso ad
un concorso letterario scoperto “navigando on line”. Si intitolava “Lettera
al Padre”. Avevo davvero qualcosa da
dirgli?
Ebbene, andai lì! Non ero mai stata
in Piemonte, né a Pinerolo, e neppure
a Pragelato, paese vicinissimo alla
ben più rinomata Sestriere. La località
montana di cui parlo, ove è situata la
graziosa chiesetta di montagna, è in
provincia di Torino, tra le Alpi, ma
poco distante dalla vita frenetica della
grande città, e ad un passo dalle colline che anticipano i rilievi montuosi.
Le scoperte casuali, talvolta, regalano la conoscenza di se stessi nei
momenti di maggiore difficoltà. Ed è
stata proprio quella chiesa a sconvol-
Foto storica della chiesetta
gere i miei sentimenti, in cima a
quelle Alpi prima
da me ignorate,
presso la residenza voluta dal
Beato Don Giovanni Barra, la
Casa Alpina.
Non si trattava
di arte “umana”,
e nemmeno di Panorama di Pragelato (TO)
sovrastrutture che
fanno restare d’incanto i turisti, con chiese così artistiche e arzigogolate,
la testa all’insù, dispersi tra fregi e magari dominate da sovrapposizioni
colonne: c’era soltanto la divina sem- di stili diversi, vedevo solamente un
plicità della natura, l’espressione più tempio, pur bellissimo, ma dell’uomo,
pura dell’emanazione del Signore. ed eretto dall’uomo.
Che il divino sia natura? Non spetNon un rosone al di là dell’altare –
l’opera che vedono i fedeli durante ta a me dilungarmi in elucubrazioni
la messa e le loro preghiere – bensì teologiche, ma mi ha colta di sorpreuna vetrata trasparente, dalla quale si sa la sensazione provata al cospetto
potevano ammirare i colori del prato e del paesaggio filtrato attraverso una
del bosco adiacenti: dal verde dei folti chiesetta di montagna, tanto piccola
alberi, al rosa delle piante, al violetto, e incastonata tra le alture, quanto preal glicine e alle altre tinte delicate che ziosa e dall’enorme coinvolgimento
in mille modi avevano il profumo e dei sensi… .
Ogni volta in cui attraverso un
la freschezza della
mano divina del momento di difficoltà, mi piace ricordare quella chiesetta che già una volta
Creatore.
Non mi ero mi ha ridato la luce, e che spero presto,
mai soffermata, potrò tornare a visitare, ma anche quelprima di allora, le persone dal cuore puro, che, sia pur
ad analizzare e ad inconsapevolmente, mi hanno presa
afferrare quello per mano, nel cammino della mia fede.
spirito che scon- Torna subito alla mente, allora, l’imvolge, che soccor- magine di quella vetrata, rivedo il mio
re e dà la vita. Di sguardo e l’estasi provata, e mi sento
arte sacra ne avevo ancora come un bambino davanti al
studiata abbastan- quale si disvela il mondo… .
za, e probabilmenChiara Sorino
te per questo nelle
Finestre Aperte
9
Rubrica a cura di Ludovica Mazzuccato
una poesia PER una stella
Le poesie premiate
U
no, due, tre… stella! Anche quest’avventura poetica si è conclusa. La generosità con cui i poeti rispondono alle nostre “chiamate”
non può che infonderci fiducia e soddisfazione.
Ogni componimento, tra i circa duecento pervenuti, ha affrontato la tematica in maniera del tutto originale, evitando di cadere
nello “scontato”. I versi, indipendentemente dalla loro efficacia e dal significato che hanno attribuito alla parola “stella”, ci hanno fatto
intravedere quel palpitare stellare che da sempre affascina ed emoziona l’uomo.
Dall’insieme si deduce ciò che Christian Bobin – poeta e scrittore francese – riassume magistralmente con queste parole: “In cielo
c’è una stella per ognuno di noi, sufficientemente lontana perché i nostri errori non possano mai offuscarla”.
Prima di lasciarvi alle poesie selezionate, desidero rivolgervi un appello. A pag. 17 trovate il regolamento della
nuova iniziativa poetica: ricordiamo che la vostra partecipazione è fondamentale perché il progetto è collegato al
30° anniversario della nascita al Cielo della Serva di Dio Maria Bolognesi.
La stella della speranza
Santina Russo
di Barrafranca (EN)
Anima triste e oscurata
soffocata da un peccato tenebroso
tremi come un fanciullo abbandonato
al buio di una notte cupa e misteriosa.
Fulmineo ti risvegli il bagliore
di una stella brillante e fuggitiva
luminoso messaggio di speranza
che viene a rischiararti il cuore.
Solleva il capo e non temere
segui la scia dell’astro maestro:
alla notte seguirà il giorno
al peccato seguirà il perdono.
In una sorta di Natale perpetuo il perdono
del Padre sfavilla come una cometa capace
di riportare la sua luce nel cuore, precedentemente oscurato dal peccato.
UNA STELLA
Anna Maria Zama
di Ravenna
Ho seguito una
stella in cima
a un monte.
Ho guardato in una
povera capanna,
sperduta in un
deserto di dolore.
Ho abbracciato un
bimbo appena nato
e ho pregato
perché al mondo
torni amore.
Semplice e diretta ci trascina come una
cometa davanti al Bambino.
10
POESIA PER UNA STELLA)
Alessandra Fortini
di Casole d’Elsa (SI)
È in cucina che prepara
deliziosi bocconcini,
direi quasi: “Son divini!”
Con il mestolo separa
nebulose da pianeti,
ma delle ricette mai
Lui rivela i suoi segreti.
Se lo spii vai nei guai,
e i castighi son concreti.
Ecco che mette sul fuoco,
della bella stella Sole,
il Divino nostro cuoco
un bel pasto di gran mole:
ci son dentro fil di luce,
gli asteroidi e le comete,
che finiscon lì veloce
ma che mettono un po’ sete;
per condire ecco una stella,
poi un’altra e un’altra ancora
e la Luna fa l’ancella
della Terra: nasce ora,
come fosse un bel convito
il creato del Signore,
ora Cuoco divertito
dall’insipido sapore…
…perché sì, in effetti manca,
quel qualcosa dolce-amara,
e dalla fucina stanca
esce la creatura cara.
Ecco l’uomo: penso e sono.
Raccontami
di una… Stella
Massimo Scotti
di Castro (VT)
Cinque pezzi d’anima
come dita d’una mano,
indicano lembi d’infinito.
Un solo cuore,
che riflette la luce de l’anima
e dona ad ogni notte
la fiaba de l’eternità.
Sei così grande eppur,
racchiusa fra due dita.
Piccolo punto di luce
disegnato nel cielo.
Diva tra tante
umile
e così lontana,
preda de l’uman pensiero
che s’illude…
di contenere l’immenso Silenzio.
Solo la luce del Sole
cela il tuo volto
laddove,
risaltano le antiche magie del Creato.
Poesia che brilla di luce propria come il suo
soggetto. Emozionante, quasi un monologo
in cui la stella sembra rispondere con il suo
luminoso silenzio.
Versi originalissimi in cui la Creazione
diviene “ricetta divina” e le stelle un condimento saporito.
Finestre Aperte
Sulle ali della Poesia
SGUARDO AL CIELO
Luci nell’ombra
Incanto di una stella
Antonio Cannistrà
di Maria di Catanzaro (CZ)
Dorina Xhaxho
di Collesano (PA)
Fátima Rocío, Peralta García
di Santiago de Surco, Lima (Perù)
Lo sguardo rivolto nell’infinito firmamento,
con gli occhi cerco di scorgerti,
ma non ti vedo.
Preziose e rare
Magiche e care
Come le stelle
Le mie sorelle
Delineando il cielo
con le foglie degli alberi
sotto le note di un valzer
incanto di una stella
farfalla dell’oscurità.
Il tiepido sole,
il tenue rumore delle onde,
disteso sulla spiaggia,
dolcemente sonnecchiando sto.
So che tu puoi sentirmi,
con il pensiero nei miei sogni ti
chiamo Signore.
Nell’azzurro cielo immenso,
mimetizzato fra le stelle,
non rispondi, stai là ad ascoltare.
Nel cuor mio sento che tu mi stai accanto,
con una mano sulla spalla.
Con l’amore di padre celeste stai lì attento,
lì pronto a proteggermi.
L’osservazione della volta celeste ci avvicina a Dio. Una gran bella verità che questa
poesia esalta con estrema dolcezza.
Per scoprire il tema
della prossima iniziativa
andare a pag. 17!
Luci nell’oscurità
Sogni nella realtà
Gioie nella tristezza
Dolci nell’amarezza
Gioiose e brillanti
Amiche affascinanti
Comete incandescenti
Nei gelidi venti
Mi trasmettono calore
Affetto e amore
Quando le ho accanto
Mi circondo d’incanto
Quando sono in malattia
Sono una terapia
Non conosco la malinconia
Ignota mi è la monotonia
Versi freschi e giovani, ma ebbri di quel
calore familiare che contribuisce a renderci
persone migliori. Originale individuare “le
stelle” nelle proprie sorelle.
Le tue mani
Daniela Sias
di Porto Ceresio (VA)
Mamma perché il sole splende ancora
e cinguettan gli uccelli al chiarore dell’aurora?
Mamma perché il prato è già fiorito,
saltellano i grilli anche se papà è partito?
Guarda lassù nel cielo c’è una stella,
è luminosa di tutte la più bella.
La vedo mamma la luce sua mi assale
ma son confusa perché non è Natale.
Quella è la stella che porta il tuo sorriso
e su di te veglia dal paradiso.
Ora ho capito, chetato è il mio dolore,
chi tanto è amato per sempre più non muore.
Un colloquio tra madre e figlio/a che diventa
poesia. Ci consola pensare che i nostri cari
scomparsi siano le stelle, attente e premurose, sopra di noi.
Paesaggi di solitudine e libertà
mi accarezzano,
tra sorrisi e lacrime
rivelando i miei segreti
sulla linea del cammino.
Incanto di una stella
misteriosa e lontana
luce ardente
che abbraccia in silenzio
come l’amore di Dio.
Versi profondi e agili che trasmettono con
grazia l’incanto dell’animo umano davanti
al pulsare di una stella.
Anna
Luigi Brasili
di Tivoli (RM)
Partecipate numerosi!
UNA STELLA NUOVA
Sogno che avvolge
l’aria triste
profondo sospiro
che libera dalla paura
e riempie d’amore.
Sara Santoni
di Assisi (PG)
Hanno cinque punte e sono due…
Raccontano di mondi ormai lontani,
volteggiano come rami, nei venti del tempo
e sembrano gridare “non m’arrendo”!
Profumano di marmellata e viole
e riportano il sole,
se nel tuo cuore s’è spento.
Solcate dalla luce degli anni che han toccato…
Dalla fortuna che non sempre t’ha trovato…
Da tutte lacrime che hanno asciugato…
L’universo pieno di stelle
dà l’impressione di un cielo ribelle.
Rende la notte un enorme ritratto,
la luna al centro come l’occhio di un gatto,
un gatto nascosto, un gatto soriano
che con il muso ti lecca la mano,
che fa le fusa, e ti fa innamorare,
come fosse una stella, la stella polare.
E dal profondo del cielo stellato
un viso ti appare, un volto incantato.
Poi da quel viso un lampo si espande
e nel mio cuore qualcosa si accende.
È un fuoco d’amore, una stella brillante
che cambia colore e diventa rovente,
per poi svanire nel vuoto silente.
Nonna, sono stelle le tue mani!
Ora il mio cuore si spegne, si arresta
ed il mio sguardo si perde nel vuoto.
Cercando nel cielo si strugge, si affanna,
alla ricerca della stella più bella,
il volto di Anna.
Originalissima l’idea di paragonare le mani
alle stelle. Aggiunge pathos il fatto che le
mani siano quelle della nonna.
La persona amata è la stella che ci indica
la via: senza di lei siamo disorientati. Versi
agili e ricchi di delicate metafore, per una
poesia che tocca il cuore.
Carezze di mamma che forti spingono in salita
Non si stancano mai di impastare la vita…
Le appoggio sulla fronte quando temo il domani…
Finestre Aperte
11
85° anniversario della nascita di Maria Bolognesi
Anche noi “buoni amministratori”
come la Serva di Dio Maria Bolognesi
Mercoledì 21 ottobre 2009, alle ore 10.30, presso la struttura attrezzata adiacente la Chiesa di San Sebastiano Martire, in Bosaro (RO), si è celebrata la gioiosa ricorrenza della nascita di Maria Bolognesi.
Il ritrovarsi insieme - anno dopo anno - per questa celebrazione è anche percorso di crescita spirituale per coloro che
accolgono l’esempio illuminante e radioso, lasciatoci in eredità dalla Serva di Dio.
Ha presieduto la Santa Messa, P. Tito M. Sartori, Postulatore della Causa di Canonizzazione, che ha guidato la folta
assemblea in una meditazione parallela tra la pagina del Vangelo (Lc 12, 39-48) e la condotta di vita della Serva di Dio.
Nell’Omelia Padre Sartori ha colto in Maria Bolognesi la personificazione pratica e fedele del “buon amministratore”.
In ragione di quanto esposto, non si dovrebbe sottovalutare il dono che ci fa il Signore, ponendo tra noi anime speciali
come quella della Serva di Dio; il messaggio evangelico, vissuto da un candidato alla santità, è sempre uno sprone per
ogni cristiano a seguire quelle impronte per raggiungere la vita eterna.
Spesso, nell’accostarsi alla vita dei Santi, si è colpiti maggiormente dagli eventi soprannaturali, mentre invece
dovremmo lasciarci affascinare dal loro donarsi quotidiano a Dio e ai fratelli in un crescendo di Beatitudini.
Durante la S. Messa è stato possibile ricevere l’indulgenza plenaria, concessa dal Vescovo della Diocesi di AdriaRovigo, Mons. Lucio Soravito de Franceschi, secondo il Decreto del 25 aprile 2009 della Penitenzieria Apostolica per
l’Anno Sacerdotale.
Il Postulatore, nel dare notizie riguardanti la Causa, ci ha fatto sperare in una rapida conclusione dell’iter per la
Beatificazione.
Terminata la celebrazione eucaristica, i fedeli si sono portati come in pellegrinaggio all’interno della chiesa per
onorare la salma di Maria Bolognesi e per ammirare anche il fonte battesimale, già restaurato, dove Maria ricevette il
santo Battesimo nel mese di dicembre del 1924.
Anniversario, dopo anniversario, Maria Bolognesi entra nel cuore delle persone, seminando il suo messaggio di
amore: un messaggio chiaro e concreto, che non può lasciarci indifferenti.
L’OMELIA di P. Tito M. Sartori
Il Postulatore, P. Tito M. Sartori
12
Abbiamo udito un brano evangelico che ci invita a
riflettere tutti: ciascuno di noi è invitato ad essere un buon
amministratore dei doni che Dio gli ha dato. E lo sa il
Signore se finora siamo stati buoni amministratori o no. Ma
lo sapremo anche noi, quando Egli verrà all’improvviso,
come dice esattamente il brano che abbiamo appena ascoltato, purché Lui è il Padrone!
Cosa significa avere nitida coscienza dell’attimo che
passa? Il «buon amministratore» si rivela colui che nell’agire è sempre attento a quello che fa, per non incorrere in
errore. Infatti, avere coscienza dell’attimo che passa, altro
non significa che avere coscienza, per quanto ci riguarda,
che ogni attimo ci introduce nell’eternità. Gesù, con un
esempio clamoroso, lo disse nel Vangelo, parlando del
bicchiere d’acqua dato all’assetato per amore suo. Disse:
“Quel bicchier d’acqua, dato per amore mio, è un bicchier
d’acqua che dal tempo ti immette nell’eterno”. Un semplice bicchier d’acqua!
Per aver coscienza del Dio che passa nell’attimo che
stiamo vivendo, bisogna avere sempre la coscienza pura,
nella incessante ricerca di fare come dice Lui: “Cercate
prima di tutto il Regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in
sovrappiù”. Cercare anzitutto il Regno di Dio cosa significa? Significa cercare Lui, vedere Lui, prendere coscienza
Finestre Aperte
Bosaro - 21 ottobre 2009
L’assemblea durante la S. Messa
che Lui ti guarda, che Lui ti segue, che Lui ti ama, che ti
vuole possedere totalmente.
Per farci capire bene tutto ciò, Gesù illustrò la figura dell’amministratore. L’amministratore diventa così un
punto di riferimento per distinguere la sana dalla cattiva
amministrazione. Bisogna cioè respingere la tentazione di
adorare se stessi, come fa il cattivo amministratore, che
si dimentica di essere lui pure soggetto ad altri e diventa
cattivo, pensa agli interessi propri, non pensa agli interessi
del padrone, e si comporta severamente con i sottoposti.
Affinché ciò non avvenga, bisogna avere sempre lo sguardo
interiore rivolto a Dio e ciò significa avere tanta fede, anzi
vivere di fede.
Quanto è difficile! Quanto è difficile la fede! Più vecchio divento, più capisco la difficoltà di avere fede viva,
costante.
Nel lasciare il confessionale, vede una
bambina. Come la vede? Così: “A San
Francesco ho trovato una bambina
malvestita, un vestitino e il cappotto
leggeri” - notate che è il 10 gennaio, il
periodo più freddo dell’anno – “La portai a casa, le misi un bel cappotto, scarpe, calze, cappellino. Sembrava un’altra
bambina. Le dissi: quando ho qualcosa,
ti chiamerò ancora. Le ho dato da farsi
un vestitino e due grembiulini quasi
nuovi per andare a scuola”.
L’incontro con la bambina povera è
scambiato come un appuntamento con
Dio. Di qui le attenzioni che seguono: cappotto, scarpe, calze, cappellino,
due grembiulini e stoffa per farsi un
vestitino. Nella bambina povera Maria
Bolognesi ha incontrato Gesù.
Dio si cela nell’avvenimento ordinario. Quante volte anche noi incontriamo un povero, ma
c’è modo e modo di vederlo e di incontrarlo. Nel caso che
abbiamo ascoltato, Maria Bolognesi incontra questa bambina e legge in lei Gesù povero, infreddolito, bisognoso di
essere curato con amore.
Poi la Bolognesi continua e scrive: “Quando ero piccola, io ero nuda; nessuno mi guardava, ed era umiliante
vedermi. Così, temendo che la gente disprezzasse i miei
genitori, che non avessero cura dei propri figlioli, mentre
era perché avevamo tanto male in casa e nessuno poteva
guadagnare...” Notate: “ero nuda, nessuno mi guardava”,
questa era la facciata esterna. Il mistero della povertà è dietro la facciata. Dietro la facciata c’è un dramma. Per capire
quel dramma, per penetrare in esso, bisogna avere un cuore
pieno di amore, altrimenti tu quel dramma non lo conoscerai mai, perché solo il povero capisce il povero.
Maria Bolognesi, esempio concreto
Vorrei allora portare un esempio
di come Maria Bolognesi sia stata un
buon amministratore. Voi vi aspetterete
che io vi parli dei colloqui di Maria
con Gesù. No! Non vi parlerò oggi
dei colloqui che Maria ebbe con Gesù.
È troppo facile volgere lo sguardo su
un’anima privilegiata e che pertanto,
in quanto privilegiata, non è imitabile.
No, vi parlerò di Maria sotto l’aspetto
dell’imitazione, come se da Dio non
avesse mai avuto privilegio alcuno. Lo
farò leggendovi un piccolo brano del
diario di domenica 10 gennaio 1965.
Era andata a confessarsi da Don Aldo
Balduin nella chiesa di S. Francesco.
I celebranti
Finestre Aperte
13
Lo apprendiamo da ciò che segue
e con il quale termino la lettura del
piccolo brano scelto per oggi: “Quando
posso fare del bene, lo faccio con piacere, e sento dolore per questi poveretti.
Ho spedito due camice nuove a una
ammalata che da 34 anni è inferma in
un letto. Quanti dolori nella vita! Quante sofferenze!”.
Si noti il programma che Maria
Bolognesi enuncia in queste poche
righe. Sono due i punti fondamentali:
“Quando posso fare del bene, lo faccio
con piacere”, ossia con distacco da me
stessa e dai beni che possiedo. E questa
è la traduzione del principio enunciato:
“quando posso fare del bene, lo faccio”.
Poi il secondo punto del programma dice: “Sento dolore per questi poveretti”. Il dolore, in questo caso, è il
riflesso dell’amore. Amore e dolore
significano compartecipazione, disponibilità, capacità di rinuncia al proprio,
per arricchire l’altro, bisognoso, indigente. Questo è il secondo principio,
che lei enuncia come un programma da
seguire, da realizzare.
L’assemblea in visita alla tomba
della Serva di Dio
Chi è il buon amministratore?
Concludendo, chi è il buon amministratore? Buon amministratore è colui
che vede e capisce la necessità altrui,
che legge nell’altro senza che l’altro
sveli se stesso. Come è accaduto con
quella bambina che nulla chiese. Lei
l’ha vista e siccome il povero legge il
P. Tito e don Camillo presso
la tomba di Maria Bolognesi
Il Battistero restaurato, dove la Serva di Dio
ha ricevuto il S. Battesimo
povero e conosce il povero, ha capito,
celato sotto quella veste di povertà, il
dramma antico suo, quando era bambina, intuendo in quella bambina il
ripetersi della sua tragedia antica. Si è
curvata con amore, l’ha coperta di ogni
bene, perchè poteva farlo ed era felice
di farlo. Questo è il buon amministratore. Per agire così, non ci sono orari
e nemmeno appuntamenti, perché il
padrone verrà quando meno te l’aspetti,
perchè ogni momento è buono, perché
ogni momento è momento di Dio.
Adesso voglio chiudere con un argomento di consolazione per tutti noi.
Quello che vi ho detto, è molto e molto
difficile a farsi! Mi direte: se è difficile,
allora cosa facciamo?
Il Signore conosce le nostre difficoltà!
Quando io leggo il capitolo 25 di
Matteo, c’è una realtà che mi consola,
una sola. Essa riguarda l’interrogativo
che i giusti rivolgono a Gesù: “Quando
mai, Signore?”. Lui aveva detto: “Ero
povero, ero assetato, ero indigente, ero
ammalato, ero in carcere e siete venuti
a sollevarmi”. Allora i giusti gli chiedono: “Ma quando mai, Signore?”.
Ed ecco la bontà di Gesù: “Quando
l’avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatto a me”.
Hanno fatto il bene e non lo sapevano. Ma lo sapeva Lui, il Padrone!
(da la Settimana,
1 novembre 2009)
14
Finestre Aperte
Oltre lo spazio e il tempo
insegnaci a contare i nostri giorni
Nel silenzio della sera, quando la mente si svuota dai
problemi del quotidiano, mi è spontaneo pensare alla
“breve vita” di Silvia Marenda, così come mi è facile sentire, o far risuonare nella mente, alcuni versetti del Salmo
89, che qui riporto:“Insegnaci a contare i nostri giorni/e
giungeremo alla sapienza del cuore”.
Mi sono chiesta ed ancora mi chiedo: perché i giorni
vanno contati? E poi ancora: cos’è mai la sapienza del
cuore?
Le risposte a queste due domande, pur se difficili nella
sostanza, diventano semplici se lasciamo che esse siano
avvolte dalla luce della Fede, che ci introduce nel mistero
dell’eternità.
E subito il cuore sussulta e poi mi ricorda altri versetti
dello stesso Salmo: “Ai tuoi occhi mille anni/ sono come il
giorno di ieri che è passato/come un turno di veglia nella
notte”.
Ecco perché i giorni debbono essere tutti contati: il
tempo non appartiene all’uomo, ma a Dio, dunque anche
il tempo è sacro!
Davanti alla sacralità del tempo, noi dovremo capire che
i giorni scorrono secondo
Silvia bambina
una logica divina e danno
un senso alla nostra vita:
a ognuno di noi il Padre
Celeste concede uno spazio di tempo nel quale
operare per conseguire
un’opportunità, piuttosto
che un’altra; ma a tutti, a
tutti, indistintamente, Lui
chiede di diventare “presenze d’amore, di ascolto,
di compassione, di luce”.
Lo ha chiesto anche
alla piccola Silvia, quando
l’ha chiamata alla vita, non
solo, ma a condividere un tratto di Calvario e a portare la
Croce.
Silvia di certo non ha voluto né potuto contare i giorni,
ma sicuramente ha imparato a “contare” i battiti del suo
piccolo cuore, sempre più innamorato di Gesù e della
Mamma sua, sempre più disponibile a ripetere quel sublime
“Fiat”, che rendeva radioso il suo volto.
Pur nella quotidianità permeata di dolori lancinanti,
che i farmaci non riuscivano a debellare, Silvia non ha mai
perso il suo sorriso, né mai si è lasciata deprimere o scoraggiare da una serie infinita di mali e malanni che hanno
trasformato sia il suo corpo, sia il suo essere.
Resa presenza d’amore, Silvia irradiava pace e calore
intorno a sé; non potendo parlare, lasciava parlare i suoi
occhi: essi penetravano nelle pieghe più intime del cuore
Finestre Aperte
umano, consolavano gli animi afflitti, rasserenavano le
menti dubbiose.
Sono queste le espressioni più frequenti che i genitori
di Silvia – mamma Assunta e papà Aldo – mi hanno riportato sia durante alcuni incontri avvenuti nella loro casa di
Cadignano in provincia di Brescia nel corso di dieci anni,
sia durante le telefonate settimanali degli stessi genitori,
telefonate amichevoli, fatte anche per permettermi di conoscere più da vicino e in profondità il valore di questa “vita”,
ancora tutta da scoprire, vita che conserva – credo di non
sbagliare – “l’odore degli angeli”, come dice una poetessa
nella sua lirica “Piccola vita”.
È stata, quella di Silvia, una vita che ha “portato
vita”nel cuore di chi le stava attorno e sarà così per sempre, perché la “missione terrena” di Silvia continua anche
in cielo.
Silvia è stata grande anche nell’ascolto! Con quanto
amore ha ascoltato la mamma, il papà, ma anche il fratello Sandro, sempre pronti a sostenerla e a confortarla per
rendere più “vivibili” le sue lunghe giornate, mentre era
“inchiodata”ad un letto o ad una carrozzina speciale per
la complessità della sua
patologia.
È commovente ripensare a questa famiglia così
provata dalla sofferenza e
così unita per proteggere fino in fondo la vita
di Silvia, che si è fatta
– per dono dell’Altissimo
– “faro di luce”per aiutare
gli uomini tutti a vincere
ogni forma di miopia e di
egoismo.
A questo punto, non
so se mi è lecito porre
una domanda ai lettori del
nostro Periodico, eppure lo faccio nella speranza di ottenere, nel tempo, qualche risposta. Eccola: “È lecito dimenticare Silvia?”
No, non la possiamo dimenticare, sarebbe un peccato
fare questo!
E perché non ne vada perduta la memoria, mi è parso
utile proseguire in prima persona questa “scansione atemporale della sua vita, in attesa di ricevere la giusta luce per
camminare più speditamente nella volontà di Dio.
Silvia: io lo so che il tuo sorriso sta volando dentro gli
spazi dell’aurora; io lo so che la tua bontà sta penetrando i
cuori, per far vibrare ogni anima di tanto amore.
Giuseppina Giacomini
15
30° anniversario della Nascita al Cielo di Maria Bolognesi
30 gennaio 1980 – 30 gennaio 2010
Trent’anni dalla morte della Serva di Dio:
un momento da vivere insieme!
Cari lettori,
ci viene spontaneo rivolgerci direttamente a voi, poiché se state
leggendo queste nostre righe significa che, in qualche modo, fate
parte della “famiglia” di Maria Bolognesi.
Non a caso usiamo il sostantivo “famiglia”, infatti non è il legame di sangue ad unirci ma un filo di seta rosso, altrettanto resistente:
l’amore per la Serva di Dio, per quest’anima che continua a rasserenarci con il suo profumo di rose.
Così, raccolti nell’abbraccio confortante di Maria Bolognesi,
in questi anni di attività del Centro ci siamo comportati come una
famiglia e non come un “circolo chiuso”.
Tra di noi ci siamo aiutati e ascoltati, consigliati e consolati,
abbiamo gioito quando qualcuno si è avvicinato alla Serva di Dio e
ci siamo dispiaciuti quando qualcun altro se ne è allontanato.
La porta è sempre socchiusa per non lasciare “fuori” nessuno.
Questo il motivo per il quale, in occasione del 30° anniversario
della nascita al Cielo di Maria Bolognesi, desideriamo coinvolgervi
in prima persona.
Non importa se è la prima volta che sentite parlare della Serva
di Dio, il solo fatto che ne siete venuti a contatto è da interpretare
come un incontro voluto dal Padre, il quale non lascia nulla al caso.
Conta altrettanto poco che l’esempio di Maria Bolognesi vi sembri
troppo “maestoso” per le vostre possibilità; immaginate di cimentarvi nella pittura: non scegliereste, forse, di ispirarvi ad un’opera di un
eccellente pittore perché la vostra “imitazione” sia proiettata verso
il superamento della mediocrità? Lo stesso vale per chi decide di
prendere a modello la vita della Serva di Dio, con la consapevolezza
che solo certe anime elette ricevono particolari doni dal Signore, ma
che tutti – e ripeto tutti – siamo chiamati a seguire la via della santità
perché essa non viene a priori negata a nessuno.
Nemmeno uno di voi, dunque, si deve sentire escluso; proprio
come quando nelle famiglie ci si riunisce per organizzare un evento
importante, ci preme che ognuno di voi sia parte attiva nella celebrazione di questo particolare momento.
Prima di scoprire il “come” donare il vostro contributo, permetteteci una riflessione.
Sono trascorsi trent’anni da quando Maria Bolognesi ha terminato la sua opera in questa vita terrena, eppure si ha la sensazione che
lei sia ancora tra noi.
Le sue mani possono continuare a lavorare per gli altri attraverso
le nostre mani; i suoi piedi possono continuare a muoversi attraverso
i nostri passi per seminare amore ovunque; i suoi occhi nei nostri
possono continuare a brillare per infondere speranza al prossimo; le
sue labbra, nutrendo le nostre, possono non smettere di pronunciare
parole sincere e piene di fiducia nel Signore.
Non è importante “quanto” facciamo in nome delle Serva di Dio,
l’indispensabile è “fare”.
Anche solo una carezza ad un bambino piangente, piuttosto che
rimanere avvolti in quella carenza di azioni che ci renderebbe testimoni poco credibili.
16
Questo anniversario lo dobbiamo vivere a pieni polmoni perché
è ossigeno puro per la nostra anima; attraverso di esso possiamo
comprendere che la nostra condotta in questa vita, non solo è in preparazione al ritorno alla casa del Padre, ma è anche un’eredità che
lasciamo sulla terra a chi verrà dopo di noi. Sì, è una responsabilità,
ma se ci pensiamo bene, si tratta di una gran bella responsabilità
sapere di poter contribuire al Regno di Dio.
Veniamo finalmente alle maniere in cui si può “partecipare” al
30° anniversario della nascita al Cielo di Maria Bolognesi.
Con la preghiera
Non costa nulla ed è più preziosa di qualsiasi forziere pieno di
monete d’oro. Il suo potere è incommensurabile.
Gesù raccomandava sempre a Maria Bolognesi di pregare e, in
modo particolare, di recitare il Rosario.
Per questo anche una preghiera, detta con cuore e con costanza,
è sicuramente un dono gradito.
Sarebbe bello che tutti noi, durante l’intero anno 2010, recitassimo almeno una volta al giorno la preghiera per la glorificazione della
Serva di Dio.
L’intento non è di mettere fretta alla Chiesa, ma di manifestare a
Dio i nostri desideri.
Con la testimonianza
Le strade per testimoniare che Maria Bolognesi è nel nostro
cuore, sono molteplici.
Ad esempio, parlando di lei negli ambienti che frequentiamo e
agendo come lei avrebbe agito, perseguendo i suoi obiettivi.
In entrambi i casi è necessario “conoscere” la sua vita e parlare
con cognizione di causa. Per questo ci sono le biografie che il Centro
ha pubblicato e mette a disposizione.
Altrettanto importante è comunicare al Centro se si è in possesso
di materiale riguardante la Serva di Dio, come lettere o foto.
Una testimonianza è anche una lettera, scritta così come viene
dettata dal cuore, da inviare ai nostri recapiti per raccontare come
Maria Bolognesi è entrata nella vostra esistenza e quanto è riuscita
a migliorarla.
Basta anche un messaggio sul “guestbook” del sito www.mariabolognesi.it
Avere qualcosa da testimoniare riguardante la Serva di Dio e
tenerlo per sé è come avere un bel fiore e lasciarlo seccare tra le
pagine del cuore senza condividerlo con gli altri.
Con il passa parola
La Provvidenza ci accompagna da sempre in questo percorso,
fianco a fianco, a Maria Bolognesi, ma ci rendiamo conto di quanto
sia importante il “passa parola”. Conoscete qualcuno che sta soffrendo? Donategli l’immaginetta della Serva di Dio, incoraggiatelo ad
avere fiducia.
Ricordiamo però che la parola è sempre un’arma a doppio
taglio, quindi siate prudenti e nello stesso tempo pronti a “difendere”
Finestre Aperte
Maria quando il suo nome viene accostato alla maldicenza o usato
impropriamente anche per “sponsorizzare” attività non autorizzate
dal Centro.
Con la partecipazione
Partecipare alle S. Messe celebrate per la Serva di Dio, prendere
parte ai progetti organizzati, contribuire secondo il vostro “talento” a
quanto viene proposto anche da Finestre Aperte. Trovare la via giusta
per dire “io ci sono, sono con Maria Bolognesi”.
La nostra tavola è apparecchiata per ciascuno di voi, anche per
chi ancora non conosciamo, e se non partecipate a questo banchetto
della gioia il vostro posto resterà vuoto e ogni occhio che si poserà
su di esso proverà tristezza per la vostra assenza.
Con un francobollo
Il francobollo è il simbolo dell’offerta. L’offerta generosa che
ci permette di andare avanti. Pensate a questo trimestrale, Finestre
Aperte: il suo migliorare rimane sempre gratuito.
Pensate alla Causa che richiede delle spese effettive e onerose.
Pensate ai tanti aiuti che il Centro distribuisce ai poveri in modo tangibile ma “nel nascondimento” proprio come agiva Maria Bolognesi.
Sono tempi duri per tutti: il nostro poco, messo insieme, fa quel
“tanto” che ci offre il grande dono di crescere.
Con ciò che ci suggerisce il nostro cuore
Non ultimo in ordine di importanza: ascoltare il nostro cuore.
Cosa ci suggerisce di fare?
Non sapete quale gioia è ricevere un ritratto della Serva di Dio
donato da un pittore che da lei si è sentito ispirato; o ancora il Maestro che ci ha donato un inno a Maria Bolognesi.
Vi piacerebbe organizzare nel luogo dove abitate una conferenza
sulla vita di Maria, oppure una mostra dei suoi quadri? Contattate
il Centro che, come parte attrice della Causa, è l’unico in grado di
“esaudire” e indirizzare i vostri progetti.
Qualsiasi cosa la vostra anima vi suggerisca sarà sicuramente un
fiore che andrà a formare la corona di fiori per la Serva di Dio.
Ci stiamo prodigando per programmare un 2010 ricco di iniziative proprio per onorare questo anniversario. Non sappiamo ancora
quante ne porteremo a termine, ma siamo certi che con la vostra
vicinanza riusciremo a rendere omaggio come merita a questo fiore
del Polesine.
Il Centro Maria Bolognesi
Martedì
Tuesday
Mardi
Dienstag
Martes
Terça
EMBER /
1
NOVEMB
RE
2
Mercoledì
Wednesday
Mercredi
Mittwoch
Miércoles
Quarta
DEZEMB
3
Giovedì
Thursday
Jeudi
Donnerstag
Jueves
Quinta
4
Venerdì
Friday
Vendredi
Freitag
Viernes
Sexta
ER / DIC
IEMBRE
/ DEZEMB
Sabato
Saturday
Samedi
Samstag
Sábado
Sábado
S. Barbara
Ecco come
sarebbe stata
l’agenda di
Maria Bolognesi
Statua dell’Im
macolata
della casa
nel giardi
di Maria
no
5
Domenica
Sunday
Dimanche
Sonntag
Domingo
Domingo
S. Saturni
no martire
S. Andrea
apostolo
ore 9.00 S. Messa
presso il Tempio
“La
Rotonda” di
Rovigo
S. Eligio vescovo
S. Bibiana
martire
S. Frances
co Saverio
II. d’Avven
to
S. Giulio
martire
“Gesù mi
ha dato anche
ta alla mano
la ferisinistra, da
silenzio e
sola nel
nel nascondim
ento in
una piccola
cameretta.
O Gesù
le mie inten
zioni
dalla Tua grazi siano purificate
a e carità,
esse non
abbiano mai
altro fine
che darti
gloria...”.
RO
Nel 2010 la rubrica taglierà il traguardo dei 4 anni. Crediamo, pertanto, che la figura della Serva di Dio sia sufficientemente divulgata anche in ambito artistico e che
facilmente Maria ispirerà i poeti.
Chi non si sentisse sufficientemente informato oltre a visitare il sito può contattare il Centro.
È nostro desiderio – dopo l’esperienza del 21 marzo 2009
– organizzare un’ulteriore cerimonia di premiazione in
coincidenza con la Giornata Mondiale della Poesia. A Dio
piacendo, vorremmo anche realizzare una pubblicazione
con le poesie selezionate: un’antologia che possa rimanere
di testimonianza nel futuro.
Per partecipare è sufficiente inviare entro il 10 febbraio
2010, le poesie ispirate alla figura della Serva di Dio
Maria Bolognesi, che non superino i 30 versi, in un’unica
copia, corredata delle proprie generalità e dell’autorizzazione al trattamento dei dati personali. Per spedire le opere
(per posta, per fax o per e-mail in file .doc), per richiedere
Finestre Aperte e ricevere informazioni, rivolgersi a:
Centro Maria Bolognesi
Via G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo
Telefax: 0425.27931
e-mail: [email protected]
www.mariabolognesi.it
Invitiamo anche i più giovani, bambini e ragazzi, a partecipare! Per l’invio tramite mail si precisa che se il partecipante non riceve nel giro di qualche giorno una risposta
di avvenuta lettura, di fare un nuovo inoltro.
Per eventuali richieste di risposta scritta, per avere la risposta di avvenuto ricevimento in Maria p
repa
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caso di invii postali o
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di ulteriore spedizo
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è
gradito far
pervenire
alla Redazione il
rimborso
delle spese postali
mediante
francobolli.
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UNA POESIA PER MARIA BOLOGNESI
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Lunedì
Monday
Lundi
Montag
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Segunda
In occasione del 30° anniversario della Nascita al Cielo
della Serva di Dio il tema dell’iniziativa poetica promossa
dalla rubrica “Sulle ali della Poesia” è:
ai
Comunichiamo, con grande rammarico, che
non siamo in grado di pubblicare l’agenda di
Maria Bolognesi essendo pervenute soltanto 40 prenotazioni. Speriamo si realizzi per
l’anno prossimo. 29 30
UNA POESIA PER
MARIA BOLOGNESI
(1955)
Finestre Aperte
17
“Vado a prepararvi un posto”
UN AMICO CON NOI DAL CIELO
Mons. Martino Gomiero
Il 20 novembre 2009, in un rispettoso silenzio circondato da tanta preghiera, ritornava alla Casa del Padre l’anima
benedetta di Mons. Martino Gomiero, Vescovo Emerito
della nostra Diocesi.
Egli guidò la Chiesa di Dio, che è nel Polesine, per 12
anni: dal 1988 al 2000.
La notizia della sua dipartita, giunta improvvisamente
in Redazione, ci ha colti di sorpresa e forse anche impreparati per dare il giusto rilievo alla sua azione apostolica di
Pastore illuminato, saggio e paziente con tutti.
La sottoscritta,
a nome del Centro
Maria Bolognesi,
desidera comunque
rendere omaggio a
Mons. Gomiero per
lo straordinario e
determinante contributo che volle
dare anche all’avvio della Causa di
Canonizzazione
della Serva di Dio.
Voglio nuovamente ringraziarlo
per aver accolto
benevolmente e
paternamente la
nostra domanda,
risalente al 1989,
quella di avere
come Postulatore della Causa, Padre Tito M. Sartori e poi
anche la successiva, redatta nel 1990 dallo stesso Postulatore, per poter avviare il Processo Informativo Diocesano.
In questo momento risuonano nella mente alcune
espressioni tratte dalla lettera di Giovanni apostolo (4, 7):
“Amiamoci gli uni gli altri perché l’amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio”.
Sono propensa a credere che la sua “conoscenza di Dio”,
ovvero la sua personale, intima comunione con l’Altissimo,
gli abbia permesso di capire fino in fondo la grandezza
spirituale della Serva di Dio, a tal punto da “difendere” la
sua Causa, senza mai lasciarsi intimorire dalle inevitabili
difficoltà, che ne hanno accompagnato l’iter diocesano.
Ora, accanto a questo semplice scritto, propongo un
rapidissimo excursus fotografico, che consentirà ai nostri
amici e lettori di Finestre Aperte di rivivere i passi compiuti
dal nostro Pastore, nella speranza di consegnare alla Chiesa
18
un nuovo modello di santità laica, ovvero quello lasciatoci
in eredità dalla Serva di Dio Maria Bolognesi.
Nel rivolgermi a tutti i lettori che ci seguono, chiedo
loro – da un lato – una preghiera speciale per l’anima di
Mons. Gomiero perché la Chiesa ci insegna di ricordare e
di pregare sempre per tutti i defunti; dall’altro – allo stesso
Vescovo – amo rivolgere una pressante supplica affinché
dal Cielo continui a mandarci la benedizione del Signore.
Impossibile per me dimenticare il suo sorriso, quando
entravo nel suo studio per tenerlo informato dei passi compiuti dalla parte
attrice nel corso
di otto anni: tanto
è durata la Causa
nella fase iniziale!
Non solo, andavo
ad ossequiare il
Pastore per ricevere da Lui anche
quel conforto e
quelle conferme
indisp ensabili,
così da procedere
tranquillamente
nel nostro operato, senza alcun
personalismo, e
sempre nel massimo rispetto della
sua volontà!
Nel momento
del commiato, un augurio spontaneo usciva sempre dal suo
cuore, rivolto a tutti coloro che stavano impegnandosi per
far camminare la Causa ed anche una preghiera particolare
per quanti fossero nella sofferenza.
Penso doveroso terminare con questa preghiera tratta
dalla “Dottrina dei dodici Apostoli” (14,1):
Ricordati Signore della tua Chiesa,
preservala da ogni male
e rendila perfetta nella tua carità.
Giuseppina Giacomini
Presidente del Centro Maria Bolognesi
Nella foto: Mons. Martino Gomiero firma – il 21 ottobre 1992 – il
Decreto di apertura del Processo Informativo Diocesano per la Canonizzazione della Serva di Dio Maria Bolognesi
Finestre Aperte
Possa il nostro cuore, con l’intercessione
della Serva di Dio Maria Bolognesi,
accogliere e custodire la buona novella,
per raccontarla attraverso la nostra fedele
testimonianza quotidiana.
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La Redazione
e il Centro Maria Bolognesi
Mons. Martino Gomiero presiede la S. Messa del 29 gennaio 2000 nella
chiesa dei SS. Francesco e Giustina di Rovigo, celebrata per il 20° Anniversario della nascita al Cielo della Serva di Dio
Mons. Martino Gomiero durante la S. Messa dell’8 luglio 2000, celebrata
presso il Tempio “La Rotonda” di Rovigo, per la chiusura del Processo
Informativo Diocesano. Davanti al Vescovo i plichi contenenti parte
della documentazione riguardante la Causa di Canonizzazione di Maria
Bolognesi
“Onorerò il Natale
nel mio cuore
e cercherò di tenerlo con me
tutto l’anno”
Charles Dickens
Comunicazione per chi riceve Finestre Aperte
TUTELA DATI PERSONALI
Nel rispetto di quanto disposto dal D. Lgs 196/2003 Le comunichiamo che
i suoi dati fanno parte dell’archivio elettronico del Centro Maria Bolognesi
e saranno usati esclusivamente per comunicarLe le nostre iniziative.
In qualsiasi momento e gratuitamente Lei potrà richiedere modifiche,
aggiornamenti, integrazione o cancellazione degli stessi attraverso richiesta
scritta da inviare a:
CENTRO MARIA BOLOGNESI - via G. Tasso, 49 - 45100 ROVIGO
In caso di cancellazione del nominativo non potremmo più spedirLe alcuna
informazione.
Non ricevendo nessuna comunicazione in merito, ci consideriamo autorizzati a conservare nel nostro archivio elettronico i Suoi dati personali nel
rispetto del D. Lgs 196/2003.
La ringraziamo per l’attenzione e cogliamo l’occasione per augurare pace e
serenità a Lei e a tutti i suoi cari, con un ricordo nella preghiera.
Mons. Martino Gomiero e i concelebranti al momento della Consacrazione nella Celebrazione Eucaristica dell’8 luglio 2000
Finestre Aperte
Centro Maria Bolognesi
19
sabato
26 dicembre 2009
ore 16.00
sabato
30 gennaio 2010
ore 10.30
Chiesa di S. Sebastiano
Bosaro (RO)
Chiesa dei S.s. Francesco e Giustina
Rovigo
S. Messa
S. Messa
in ricordo
del Battesimo
della Serva di Dio
Maria Bolognesi
per il 30° Anniversario
della nascita al cielo
della Serva di Dio
Maria Bolognesi
presiede
presiede
Don Adriano Frigato
Padre Tito M. Sartori O.S.M.
Parroco di San Martino di Venezze (RO)
a
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e
n
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Compila e spedisci questo tagliando per ricevere il materiale desiderato
riguardante Maria Bolognesi e per segnalare eventuali variazioni di indirizzo.
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Cognome
q Finestre Aperte
Nome
q Biografia
Via
q Breve profilo
Cap. Città
q Preghiera
q Variazione Indirizzo
Spedire a: Centro Maria Bolognesi - Via G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo
Postulatore della Causa di Canonizzazione
Ogni mese, il giorno 30, alle ore 9.00
(se festivo ore 10.30),
viene celebrata una S. Messa
per la Serva di Dio
Maria Bolognesi
presso il Tempio cittadino
“La Rotonda” di Rovigo
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