viaggi Portogallo

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Il Portogallo e le scoperte geografiche del Quattrocento
( riadattato e ridotto da:
http://www.sitotecacapitello.eu/storia/index.php?option=com_content&view=article&id=214:ilportogallo-e-le-scoperte-geografiche-del-quattrocento&catid=3:articoli&Itemid=14)
1.I primi viaggi in Africa occidentale
I Portoghesi cominciarono ben presto ad interessarsi ai viaggi di
esplorazione. Enrico il Navigatore, figlio del re portoghese
Giovanni I, intuì il valore commerciale che le esplorazioni di queste terre
potevano avere e fece di tutto per promuoverle.
La prima direzione che presero queste imprese fu l'Africa
occidentale, perché era la più vicina zona ancora poco conosciuta e
perché si cercava un modo per arrivare all'India (ricca di spezie, molto
richieste dal mercato europeo) senza passare per forza dal Mediterraneo.
Fatto sta che, prima Enrico il Navigatore, poi il suo successore Alfonso V e
soprattutto Giovanni II, imbarcarono numerose flotte che dal porto di Lisbona
si spingevano di volta in volta sempre più a sud, lungo la cosa africana, col
compito di raccogliere più informazioni possibili su quelle terre ancora
sconosciute e, se capitava l'occasione, di catturare prigionieri e schiavi.
Inizialmente si
pensava che oltre l'equatore il continente
africano terminasse, si sarebbe perciò potuti risalire verso l'Oceano
Indiano e aprirsi la strada all'Oriente. Le prime perlustrazioni che si spinsero
oltre la costa compresa nella fascia equatoriale rivelarono che il continente
africano proseguiva ancora più a sud, per una distanza ancora sconosciuta.
2.
Bartolomeo Diaz. Dopo aver fatto abbondanti scorte di viveri,
Diaz partì da Lisbona nel 1487e giunse, in tappe successive, fino al
Capo di Buona Speranza, dove gli si stagliò davanti l'Oceano
Indiano. Venne tuttavia dissuaso dal proseguire, poiché l'equipaggio era
stanco e ansioso di fare ritorno..
3. Vasco da Gama
Ci vollero ancora dieci anni prima che un altro marinaio, Vasco
da
Gama ,affrontasse quel lungo viaggio, nel 1497. Nel frattempo infatti,
Colombo, al servizio della Corona Spagnola, si era imbarcato lungo la rotta
sconosciuta dell'Atlantico ed era approdato sulle ridenti coste caraibiche,
convinto di essere al capo estremo dell'Asia orientale. Se era vero ciò che
Colombo sosteneva, egli aveva trovato la via delle Indie passando
dall'Atlantico; il Portogallo allora, a causa della crescente rivalità con la
Spagna, avrebbe dovuto trovare una via diversa per giungere a quella stessa
meta, senza naturalmente passare per il Mediterraneo. Il
viaggio di
Vasco da Gama si configurava dunque come il
tentativo di contrastare la Spagna per trovare una
via alternativa alle Indie, seguendo la direzione
opposta a quella tentata da Colombo. Vasco da Gama
arrivò al Capo di Buona Speranza dopo tredici settimane di viaggio in mare
aperto. A Malindi, Vasco da Gama riuscì a fermarsi per diversi giorni, a far
riposare la flotta ormai stanca e rifornirsi di viveri e acqua. Qui ottenne anche
l'aiuto del più famoso navigatore dell'Oriente, Ahmed ibn Majid, che si
imbarcò con lui e lo giudò fino a Calicut, seguendo una rotta ancora
pressoché sconosciuta agli Europei.
Da Gama, dopo aver caricato sulle navi una certa quantità di pepe e
cannella, si vide costretto a riprendere la rotta verso Lisbona. Quando vi
giunse era il 1499; la sua flotta era stata in viaggio per due interi anni.
4. Pedro Alvares Cabral
Da Gama era riuscito ad arrivare in India, circumnavigando l'Africa: si trattava
di una grande vittoria per il Portogallo, che inaugurava in tal modo non solo
una rotta fino ad allora ignota, ma la possibilità di stabilire fiorentissimi
rapporti commerciali, battendo sul tempo la sua grande rivale, la Spagna.
Pochi mesi dopo il ritorno di Vasco da Gama, la Corona portoghese inviò
lungo le stesse rotte una nuova flotta, comandata questa volta da Pedro
Alvares Cabral. Egli arrivò alle isole di Capo Verde poi compì
una lunga deviazione in direzione sud-ovest che lo portò addirittura lungo le
coste del Brasile, mai prima d'ora toccate dagli Europei.
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