Napolitano a RAI International: “vicino agli italiani nel mondo” Chiti

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TASSA RISCOSSA
Periodico Mensile dell’INPAL per i Siciliani nel Mondo - Anno XVIII - N. 1 GENNAIO 2007 - P.I. Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 comma 20/B - Legge 662/96 D.C.I. Sicilia Prov. CT
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La Fondazione Saragat
ricorda a Roma
il 60° anniversario
della fondazione del PSDI
Il messaggio del Capo dello Stato
Nella storica cornice di Palazzo Barberini, oggi sede della
Galleria Nazionale d’Arte Antica, dove l’11 gennaio del 1947
nacque il Partito Socialista dei
Lavoratori Italiani (poi diventato
PSDI), con una forte prolusione
dell’On. Franco Nicolazzi è stato celebrato il 60 ‹ anniversario
della nascita della Socialdemocrazia italiana ed è stata ricordata al contempo la straordinaria figura del suo Fondatore,
Giuseppe Saragat.
L’iniziativa della Fondazione
Saragat, della quale l’On. Nicolazzi è il Presidente, ha visto
la presenza di numerosissimi
esponenti di rilievo del mondo
socialdemocratico e socialista,
provenienti da tutte le parti d’Italia, fra cui gli ex Segretari Nazionali del PSDI Antonio Cariglia e
Pietro Longo ed i parlamentari
Stefania Craxi, Gianni De Michelis, Valdo Spini ed Ugo Intini.
Molti i messaggi di saluto
pervenuti, fra cui quello del Presidente Nazionale della FNPAIC, Vincenzo Castiglione. Il
Presidente Onorario e decano
dei socialdemocratici italiani, l’ex
Ministro On. Luigi Preti, che era
già parlamentare socialista ai
tempi della fondazione del PSLI
- alla quale prese attivamente
L’ex Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, fondatore del PSDI.
parte - ha ricordato il contributo
essenziale dei socialdemocratici alla libertà ed alla democrazia
dell’Italia in un saggio che riportiamo a parte.
La scelta di campo riformista ed in favore dell’Occidente
democratico - compiuta da Saragat quando tutto il resto della
sinistra italiana guardava a StaContinua a pag. 7
Antonino Gennaro
Confesercenti:
I cambiamenti climatici la
nuova paura degli italiani
L’ombra del disastro climatico è la nuova paura degli italiani
che, però, continuano a temere
il dilagare della criminalità diffusa. E’ questo, in sintesi, quanto
emerge dall’indagine ResPublica Swg - Confesercenti sulle
paure per il presente e il futuro
degli italiani che vedono nel clima una nuova minaccia. Secondo il 15 per cento degli intervistati (+4 per cento rispetto al 2005)
sono infatti i cambiamenti del
clima i nuovi incubi. Le risposte
sottolineano come la situazione
climatica e ambientale rappresenti un problema con il quale
fare i conti che sta cambiando le
abitudini di vita, anche a causa
dell’impatto economico e finanziario sulle famiglie. C’è quindi un
sentire diffuso tra i cittadini che
fotografa un quadro preoccupante per il pianeta e i suoi abitanti,
così come delineato nel recente
rapporto della Commissione europea dove si paventano conseguenze drammatiche per le aree
meridionali del continente. In
particolare emerge un protagonismo, nel bene e nel male, del
Mediterraneo. Oggi al centro delle previsioni di surriscaldamento
climatico, ieri luogo di tensioni
terroristiche, di conflitti e tensioni
economico-religiose.
Non a caso all’aumento del
timore per il surriscaldamento, si
contrappone un “raffreddamento” della paura del terrorismo e
delle guerre, che sommati passano dal 63 per cento del 2005,
al 39 per cento del 2006. I timori
degli italiani si spostano secondo un principio simile a quello
dei vasi comunicanti: nel 2005 le
ansie avevano abbandonato il riContinua a pag. 7
Pasqualino Santoianni
Napolitano a RAI International:
“vicino agli italiani nel mondo”
“Io ho rivolto un augurio per
il nuovo anno a tutti gli italiani,
a quelli che sono in Patria e a
quelli che sono all’estero: questi
ultimi sono molto vicini alla mia
attenzione, alla mia sensibilità e
al mio impegno. Naturalmente,
l’impegno è dare risposte che
servano al Paese, che facciano
progredire e crescere il nostro
Paese nel suo insieme e che
valgano anche come punto di
riferimento per coloro che vivono e operano, talvolta da lungo
tempo, lontano dall’Italia”. Così
inizia l’intervista che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha rilasciato al direttore
di Rai International Piero Bada-
loni. Parlando dell’accesso dell’Italia al Consiglio di sicurezza
dell’Onu, il Capo dello Stato ha
sottolineato come si tratti di “un
riconoscimento molto importante” e che “non era affatto scontato”. “L’ambizione dell’Italia è
di non rappresentare solo se
stessa, di parlare il più possibile
anche a nome dell’Europa – ha
spiegato l’inquilino del Quirinale
–. Ora, è vero che ci sono due
grandi Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza: la
Francia e la Gran Bretagna che
sono grandi Paesi europei, però
noi vorremmo portare una voce
unitaria dell’Europa in quell’importante consesso e, siccome
Benedetto XVI:
“La dignità
della persona
fondamento
della pace”
“Quest’oggi contempliamo Gesù, nato da Maria Vergine, nella sua prerogativa
di vero ‘Principe della Pace’.
Egli ‘è la nostra pace’, venuto
ad abbattere il ‘muro di separazione’ che divide gli uomini
e i popoli, cioè ‘l’inimicizia’.
Per questo, sempre Paolo
VI, di venerata memoria, volle che il 1° gennaio diventasse anche la Giornata Mondiale della Pace: perché ogni nuovo
anno incominci nella luce di Cristo, il grande
pacificatore dell’umanità”. Lo ha detto, prima
dell’Angelus, Benedetto VXI ai fedeli che affollavano piazza San Pietro nel giorno di Capodanno. “Rinnovo quest’oggi il mio augurio di
pace ai Governanti e ai Responsabili delle Nazioni e degli Organismi internazionali e a tutti
gli uomini e le donne di buona volontà”, ha proseguito il Papa. “Lo faccio particolarmente con
lo speciale Messaggio che ho preparato insieme ai miei collaboratori del Pontificio Consiglio
della Giustizia e della Pace, e che quest’anno
ha per tema: “La persona umana, cuore della
pace”. Esso tocca un punto essenziale, il valore della persona umana, che è la colonna portante dell’intero grande edificio della pace”.
“Oggi si parla molto di diritti umani – ha
proseguito Benedetto XVI - ma spesso si dimentica che essi hanno bisogno di un fondamento stabile, non relativo, non opinabile.
E questo non può che essere la dignità della
persona. Il rispetto per questa dignità comincia
dal riconoscimento e dalla tutela del suo diritto
a vivere e a professare liberamente la propria
religione. Alla Santa Madre di Dio rivolgiamo
con fiducia la nostra preghiera, perchè si sviluppi nelle coscienze il sacro rispetto per ogni
persona umana e il fermo ripudio della guerra
e della violenza. Aiutaci, Maria, Tu che hai dato
al mondo Gesù, ad accogliere da Lui il dono
della pace e ad essere sinceri e coraggiosi costruttori di pace”, ha concluso il pontefice.
Francesco Forte
abbiamo davanti a noi sfide e
anche rischi molto gravi, la voce
dell’Europa deve risuonare con
forza e noi ci auguriamo che
riesca a farlo attraverso i rappresentanti italiani”. Un’Europa
che, secondo Napolitano, deve
parlare “con una voce sola”,
concertando “il più possibile le
posizioni” e affrontando “per
tempo i problemi, prima che
giunga il momento della presa
di posizione”.
“Io credo che aiuterebbe
moltissimo l’avere un ministro
europeo degli affari Esteri, che
è una delle principali innovazioni previste dal Trattato costituzionale, quel Trattato che é sta-
to già ratificato da ben diciotto
Paesi – argomenta Napolitano
–. Purtroppo, due lo anno bocciato con dei referendum e ancora non é chiara la via d’uscita
da questa situazione che é una
situazione di crisi istituzionale”.
Continua a pag. 7
Scoop-Tach
Chiti: “Entro l’anno
la riforma sulla legge
elettorale”
“Entro l’anno”. Il ministro per i Rapporti
con il Parlamento Vannino Chiti fissa i tempi per la riforma della legge elettorale. “Ben
vengano le iniziative che portino a un approfondimento”, spiega commentando la
nascita del comitato anti-referendum con
Udeur e Lega, a patto che non siano “iniziative strumentali”. Il ministro auspica infatti il varo di una riforma con “larga condivisione tra maggioranza ed opposizione”.
Legge e non referendum: “E’ importante
– sottolinea - che ci sia un dibattito alto e
un approfondimento serio. Tutta la maggioranza e l’opposizione che ho incontrato
– ha precisato - hanno mostrato un’intesa
attorno a due ipotesi: o correzione profonda dell’attuale legge o assunzione di un
modello riferito a quello dei Comuni o delle
Regioni. Naturalmente questo è un modello di fondo, poi si tratta di articolarlo, ma su
questo – conclude il ministro - ho registrato intese che non sono banali e non sono
risicate”. Tra i Ds c’è pieno sostegno alle
parole di Chiti. “Io sono convinta - spiega
la capogruppo dell’Ulivo al Senato Anna
Finocchiaro a proposito della riforma della
legge elettorale – che vada fatta, visto che
c’è la scadenza referendaria che incombe, visto che siamo in ballo allora facciamola”. “Nel referendum – precisa - resta
irrisolto il nodo sulle rappresentanze elettorale, ora predefinite dalle segreterie dei
partiti e non c’è nessuna libertà di scelta
da parte dei cittadini”.
Secondo il segretario dei Ds Piero
Fassino “è necessario che il ministro Chiti
concluda la sua ricognizione per determinare un orientamento unitario sulla legge
elettorale e vedere se c’è una soluzione
che eviti l’uso strumentale del referendum che la destra sta mettendo in campo”.
“Sulla legge elettorale - sostiene Fassino
- è in campo un’iniziativa referendaria non
sollecitata né promossa dal centrosinistra.
Nelle ultime settimane sta maturando la
scelta da parte del centrodestra, quanto
meno di Forza Italia e An, di assumere il
referendum come uno strumento per accorciare la legislatura e portarci al voto. Di
Il ministro per i Rapporti
con il Parlamento Vannino Chiti.
fronte a questa strategia – ha proseguito il leader della Quercia – non solo dobbiamo dire che è sbagliata, ma prendere
un’iniziativa unitaria del centrosinistra”. Il
capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli ritiene che “fissare la data è già
un elemento importante perché la riforma
elettorale è bene che si faccia a inizio legislatura e l’intesa si può trovare e si deve
trovare attraverso un sistema che garantisca governabilità e pluralismo”. “E’ positivo – commenta anche il capogruppo di Rifondazione alla Camera, Gennaro Migliore - che si continui il percorso di confronto per una riforma che tenga conto della
complessità politica e sociale del nostro
Paese, al di là dei modelli. La strada del
referendum, inopportunamente proposto
da settori trasversali della maggioranza
e dell’opposizione va resa impraticabile
nei fatti, costruendo le condizioni per una
riforma in Parlamento”. Secondo il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo
Spena “il tracciato indicato da Chiti per ridisegnare la legge elettorale è un interesContinua a pag. 7
Taità
2
GENNAIO 2007
UNIVERSO SICILIA
Autolinee, in Sicilia riduzione
corse e licenziamenti
Il comitato esecutivo dell’Anav Sicilia, l’associazione delle imprese private di trasporto pubblico locale in concessione, riunitosi in seduta
straordinaria, ha approvato all’unanimità le linee
guida e le procedure da seguire per l’attivazione
ed il conseguente invio delle formali comunicazioni ai dipendenti delle aziende per i licenziamenti
collettivi per riduzione di personale di cui agli artt.
4 e 24 della legge nazionale 223/1991. “I motivi
che, purtroppo, costringono le aziende a ridurre il
personale impiegato sono ben noti – si legge in
una nota. Nonostante gli impegni di legge per il
settore decorressero dal 2006, la Regione Siciliana non ha ancora attuato la legge 19/2005, né ciò
è previsto nei disegni di legge della Finanziaria
2007 e del bilancio regionale 2007. Il Parlamento siciliano, con la legge 19, aveva previsto la trasformazione delle attuali concessioni in contratti
triennali di affidamento provvisori e aveva statuito
l’aggiornamento dei corrispettivi secondo gli indici
Istat, al fine di compensare parzialmente il divario tra i costi sostenuti dalle aziende esercenti il
servizio ed i ricavi derivanti dall’espletamento dell’attività. Tale situazione mette le aziende private
nelle condizioni di non poter più far fronte agli attuali programmi di esercizio, in quanto andrebbero
incontro al dissesto finanziario”. Di conseguenza,
dalla fine di febbraio sarà ridotto il numero delle
corse di alcune concessioni, a partire da quelle
meno frequentate, e saranno esternalizzati alcuni servizi quali le officine e le manutenzioni, con
conseguente riduzione del personale dipendente. Tutta la documentazione relativa all’avvio delle
procedure di mobilità è nelle mani delle aziende,
che stanno individualmente predisponendo le comunicazioni per iniziare il relativo iter.
A.P.
Palermo, Orlando: basta falsità
dall’ufficio stampa comunale
“Presso il Comune di Palermo si sta sempre più diffondendo
la prassi di attribuire ai giornalisti
dell’ufficio stampa l’infelice incarico di diffondere notizie false di
cui evidentemente gli assessori
competenti non vogliono prendersi la responsabilità”.
La denuncia viene da Leoluca Orlando, candidato del centrosinistra alle elezioni primarie
del comune di Palermo, e riguarda quella che lo stesso Orlando
definisce “la prassi scandalosa di
dare informazioni assolutamente e sfacciatamente false su temi
delicatissimi che hanno anche a
che fare anche con la salute dei
cittadini, con note diffuse dall’ufficio stampa, non firmate e senza
che le stesse informazioni siano
attribuite ad alcun componente
dell’Amministrazione”. Orlando,
che chiede all’Ordine dei giornalisti di intervenire “a tutela della professionalità e dei diritti dei
professionisti dell’Ufficio stampa
di Palermo”, cita in particolare
due casi: “Quello della diffusione
di dati a dir poco fantasiosi sull’inquinamento dell’aria a Palermo,
smentiti dall’Arpa, dal ministero
e dalla Protezione Civile e quello
di oggi, quando in un comunicato non firmato si afferma che la
sentenza della Cassazione sulle
zone blu, non ha alcun effetto in
città perché ad ogni zona blu ne
corrisponde un’altra libera”.
Si tratta con tutta evidenza,
e come bene sanno gli abitanti
di tutto il centro cittadino, di una
affermazione falsa di cui però
nessuno, visto che il comunicato
stampa non è attribuito ad alcun
assessore, vuol prendersi la paternità, scaricando la responsabilità formale e professionale sui
giornalisti dell’ufficio stampa”.
“Anche in questo caso - conclude Orlando - siamo di fronte ad
una non-amministrazione comunale”.
S.G.
Web,
parte il TG
della Regione
Siciliana
L’informazione della Presidenza della Regione siciliana arriva sul web e sul
satellite. E’ in rete la prima
edizione del tg realizzato
dall’Ufficio stampa sulle attività dell’Amministrazione.
Il telegiornale ha una durata
di dieci minuti, è visibile in
qualsiasi momento sul sito
www.regione.sicilia.it e andrà in onda ogni giorno alle
12, sul canale Administra.it
(887 della piattaforma Sky).
In questa prima fase sperimentale la cadenza del tg
sarà settimanale. Sul canale satellitare è previsto anche un aggiornamento delle
news in tempo reale. “Siamo
convinti - spiega il presidente Salvatore Cuffaro - che
tali strumenti possano costituire un veicolo moderno e
veloce per mettere ancora di
più la pubblica amministrazione al servizio della gente.
Non una tv del presidente o
del governo, ma una tv del
cittadino e per il cittadino,
con il vantaggio di non avere confini e di essere visibile in ogni parte del globo”.
Sono decine le amministrazioni che, nel nostro Paese,
hanno già investito nei nuovi
servizi di e-government. La
Regione siciliana, nell’aprile
del 2005, ha aderito al progetto di ricerca “Administra”
co-finanziato
dall’Agenzia
spaziale europea. “Adesso
- aggiunge Cuffaro - siamo
pronti a partire impegnandoci a utilizzare un linguaggio
semplice ed efficace, così
come richiedono le tecniche
di una corretta e imparziale
informazione giornalistica”.
A.T.
Il cantastorie Trincale
va in pensione,
Catania gli dedica
un museo
Il cantastorie siciliano Franco Trincale va in pensione dopo cinquanta
anni di attività e la Provincia di Catania allestirà un museo permanente
delle sue opere d’arte. Il presidente
della Provincia Raffaele Lombardo e
l’assessore alla cultura Serafina Perra hanno presentato il progetto di un
museo stabile del vasto archivio storico delle opere collezionate da Trincale durante l’arco di circa 50 anni
di attività nel mondo. Nell’occasione
Trincale ha presentato una piccola
campionatura di ogni sezione delle
opere prodotte e si esibirà con brevi ballate e poesie “imbracciando” la
storica chitarra costruita negli anni
‘60 dal celebre liutaio milanese Antonio Monzino e che gli fu donata, nel
1968, dagli operai dell’Alfa Romeo
in lotta. Franco Trincale, cantastorie, classe 1935, originario di Militello (CT) ma da una vita cittadino milanese, per anni ha cantato in Corso
Vittorio Emanuele, dietro l’abside del
Duomo (finché un’ordinanza comunale, nel 2002, vietò l’uso di qualunque
impianto di amplificazione, “in quanto
causa di molestie alla cittadinanza”).
Trincale cantava le vicende del Paese
e della sua città adottiva con lo stile
del “cunto” siciliano, sullo sfondo dei
cartelloni allegorici: una produzione
musicale e pittorica che oggi riassume mezzo secolo di storia italiana ed
internazionale, raccontata con ironia
e spirito critico (dalle vicende degli
immigrati del sud, delle lotte operaie
e degli anni di piombo, a Tangentopoli
e alle invettive contro la guerra e le
difficoltà della gente comune; da Maradona e Cicciolina a San Berlusca).
Ballate che gli sono valse popolarità
e un posto nella storia della città di
Milano, oltre a una citazione di Silvio
Berlusconi presso il tribunale di Milano nel 2002.
C.R.
Adrano
I nuovi organi
dell’A.I.C - F.N.P.
Adrano – Sabato 6 gennaio
l’assemblea degli iscritti all’A.
I.C. ha eletto i nuovi organismi
statutari, giusto come previsto
dallo statuto dell’Associazione.
L’assemblea è stata presieduta
dal presidente provinciale dell’A.
I.C. Vincenzo Castiglione il quale dopo avere insediato l’ufficio
di presidenza ha ringraziato i
nuovi associati che si accostano
all’associazione dei pensionati
dell’A.I.C..
Subito dopo la relazione di
D’agate in nome del comitato
di segreteria sono intervenuti
nel dibattito numerosi iscritti. Ai
lavori dell’Assemblea ha parte-
cipato il dott. Pippo Leocata il
quale ha portato il saluto della
UIL di Adrano, sottolineando i
problemi che travagliano la comunità Adranita e in particolare
le categorie più deboli fra cui i
pensionati e i disoccupati.
Ha concluso i lavori il segretario dell’associazione sig.
Michele Catalano che appena
eletto ha ringraziato tutti i presenti per la fiducia accordatagli
Del comitato di presidenza fanno inoltre parte Pietro la Rosa,
Antonino D’Agate, Angelo Lo
Cicero, Nicolò Liotta, Salvatore
Pantò, Alfredo Torrisi.
A. T.
Festival di Sanremo:
scelti i 20 big in gara
Sono stati comunicati i nomi dei 20 cantanti che il direttore
artistico del Festival di Sanremo Pippo Baudo, in accordo con
la Commissione Artistica (Paolo Buonvino, Patrizia Ricci e Dario Salvatori), ha invitato a partecipare alla 57esima edizione del
Festival (in programma dal 27 febbraio al 3 marzo) nella sezione
“Campioni”. Ecco l’elenco:
Al Bano - Nel perdono
Leda Battisti - Senza me ti pentirai
Gianni e Marcella Bella - Forever (Per sempre)
Fabio Concato - Oltre il giardino
Simone Cristicchi - Ti regalerò una rosa
Johnny Dorelli - Meglio così
Francesco con Roby Facchinetti - Vivere normale
Amalia Grè - Amami per sempre
Mango - Chissà se nevica
Piero Mazzocchetti - Schiavo d’amore
Paolo Meneguzzi - Musica
Milva - The show must go on (Titolo Provvisorio)
Nada - Luna in piena
Paolo Rossi - In Italia si sta male
Antonella Ruggiero - Canzone fra le guerre
Daniele Silvestri - La paranza
Stadio - Guardami
Tosca - Il terzo fuochista
Velvet - Tutto da rifare
Zero Assoluto - Appena prima di partire
«Premio giornalismo»,
ad Azzia (Sicilia Mondo)
il Garofano d’Argento
Il cantastorie siciliano Franco Trincale.
Anche quest’anno, è stata
celebrata a Giarre, in provincia
di Catania, la tradizionale Festa
“Piante e Fiori per l’Europa” giunta alla XXXII edizione con la conse gna a Palazzo Municipale del
premio internazionale “Garofano
d’argento 2006” alle personalità che si sono distinte per i diritti
umani e civili, la donna ed il lavoro, la professionalità, il giornalismo, il florovivaismo e l’agricoltura. In questa edizione, il “Premio
Internazionale Giornalismo” è
stato conferito con la consegna
del “Garofano d’argento 2006”
a Domenico Azzia direttore del
periodico “Sicilia Mondo”, che
con brevi parole, ha voluto dedicare l’ambito riconoscimento
ai siciliani sparsi nel mondo in
occasione delle Feste natalizie.
La Festa dei fiori di Giarre, guidata fin dal suo nascere nel 1975
dal patron Carlo Calì, presidente
dell’associazione culturale “I fio-
Domenico Azzia direttore del
periodico “Sicilia Mondo”.
ri di Giarre e dell’Etna”, è entrata nel calendario nazionale delle
manifestazioni del florovivaismo
diventando il punto di riferimento e di incontro promozionale e di
scambio commerciale degli operatori nazionali ed europei del
florovivaismo e dei prodotti tipici
etnei ed europei
D.A.
UNIVERSO SICILIA
GENNAIO 2007
Quel discorso a Palazzo Barberini
che cambiò la storia dell’Italia
di Luigi Preti
Io fui eletto deputato alla Costituente nel giugno 1946 e mi
impegnai molto per realizzare
la Costituzione. Allora c’era un
solo Partito socialista, del quale
era segretario Pietro Nenni.
Giuseppe Saragat era stato
eletto presidente dell’Assemblea costituente e tale rimase
fino a quando, dopo Palazzo
Barberini, diede ovviamente le
dimissioni.
Alla Costituente eravamo un
po’ più di cento deputati socialisti, ed io ero fra i pochissimi
giovani. Non condividevo le idee
del segretario del Partito, Pietro Nenni, il quale insisteva sul
patto d’unità d’azione col Partito
comunista, allora legatissimo all’Urss e a Stalin.
Presi contatto con i parlamentari contrari al patto d’unità d’azione: buona parte degli anziani la pensavano come
me. Andai anche a parlare con
Saragat a Montecitorio nel suo
ufficio particolare del quale disponeva come presidente della Costituente. Gli esposi il mio
pensiero, che era assai simile al
suo, ma devo riconoscere che in
quel colloquio egli non si sbilanciò, forse perchè mi conosceva
poco e non poteva fidarsi di me.
La situazione politica era
difficile e nelle elezioni amministrative il collegamento tra Partito socialista e quello comunista
aveva dato risultati assai positivi. Come altri, io temevo che se
alle elezioni politiche successive alla Costituente il Partito
socialista unito, guidato sempre
da Nenni, si fosse collegato con
il Partito comunista, del quale
era segretario Palmiro Togliatti,
era molto probabile che quella
coalizione vincesse le elezioni
e realizzasse un governo democratico sì, ma un po’ troppo legato all’Unione Sovietica e non
all’Occidente.
La Democrazia Cristiana era
il partito più forte, a la superava
un accordo tra il Partito socialista di Nenni e quello di Togliatti.
Assai notevole era la preoccupazione di quei laici i quali temevano un accordo tra il Psi e
i comunisti.
Molti miei amici dicevano:
“Se questi vincono le elezioni
ci allontaneremo dall’Occidente
per andare verso l’Unione Sovietica con Nenni presidente del
Consiglio e Togliatti suo ispiratore”.
Evidentemente così la pensava anche Saragat e l’11 gennaio si presentò a Palazzo Barberini per tenere il discorso fondamentale, mentre all’Università si teneva il congresso del
Partito socialista. Molti socialisti
moderati non andarono al congresso e preferirono ascoltare a
Palazzo Barberini il discorso di
Saragat. Poiché io ero deputato,
fui sollecitato da molti amici di
Nenni a partecipare al congresso voluto, oltre che dallo stesso
Nenni, da Lelio Basso, uomo
molto intelligente e preparato
ma troppo sinistroide. Mi rifiutai
di andare e preferii ascoltare il
discorso di Saragat a Palazzo
Barberini. I giornali facevano
capire che ci sarebbe stata una
rottura tra i due maggiori esponenti del socialismo.
La grande sala di Palazzo
Barberini era piena di socialisti moderati di tutta l’Italia, che
speravano molto in Saragat. Io
avevo un posto importante nel
salone perché ero membro del
Parlamento. Il discorso di Saragat fu fondamentale e applauditissimo. Egli denunciò l’Unione Sovietica, sostenendo che
non era un Paese democratico,
ed esaltò con grande calore la
democrazia politica occidentale. Era ciò che volevano i suoi
ascoltatori moderati, i quali avevano aderito al Partito socialista
ritenendolo un movimento politico di sana democrazia, e si erano accorti che Pietro Nenni lo
indirizzava diversamente. I cat-
Luigi Preti,
«il padre nobile»
della politica
italiana
Coerenza e passione di un socialista
democratico in un laavoro autobiografico
di recente pubblicazione
tolici della Democrazia Cristiana
erano nettamente contrari all’Unione Sovietica, ma mancava
un partito democratico forte che
sostenesse la democrazia e le
idee occidentali.
Tra infiniti applausi Saragat
proclamò la creazione del Partito socialdemocratico, ma non
era questa la cosa fondamentale. Egli si rivolgeva a tutti i cittadini laici incerti, i quali non credevano in Nenni, ma non erano
riusciti a costituire un grande
partito liberale per mancanza di
una adeguata propaganda.
Tutta la stampa italiana esaltò il grande discorso di Saragat,
che era un invito a rivolgersi all’Occidente e a riconoscere che
l’Unione Sovietica era avversa
alla democrazia. Quello di Saragat fu il primo discorso decisamente avverso all’Urss ed esaltato dalla grande maggioranza
dei giornali e da quasi tutte le
associazioni di categoria.
Saragat costituì in quell’occasione il Partito socialdemocratico al quale aderirono circa la metà dei deputati del Psi
eletti alla Costituente. Immenso
fu l’entusiasmo e c’erano a Palazzo Barberini, oltre agli anziani deputati socialisti anteriori al
fascismo, tantissimi giovani che
avevano aderito al Partito di
Parigi: torna sulla Senna
il Presepe di Caltagirone
Per il quarto anno consecutivo, la chiesa di
Sant Sulpice di Parigi ha ospitato il monumentale presepe animato di Caltagirone, prodotto
eccellente della tradizione ceramistica siciliana. Alla presenza di un pubblico numeroso,
è stato Fortunato Bertelli, Nunzio Apostolico
di Parigi, a benedire il presepe e pronunciare parole di vivo ringraziamento per l’iniziativa della Provincia di Catania, che testimonia
“la fedeltà alle tradizioni cristiane di tutta la
Sicilia”. In rappresentanza della suddetta Provincia, erano presenti all’evento inaugurale:
l’assessore al Turismo Antonino Amendolia, i
consiglieri provinciali Mario Grancagnolo ed
Elio Tagliaferro, il console Generale d’Italia
Alessandro Levi Sandri, e il consigliere agli
affari culturali dell’Ambasciata d’Italia, Roberto Martini. La superba chiesa di Saint Sulpice, conosciuta dai parigini per gli affreschi
della sua volta, dipinti dal Delacroix, e per il
suo monumentale Organo, il più grande della
città, è una delle chiese più visitate dai turisti negli ultimi tempi, stimolati, soprattutto, di
poter conoscere e scrutare i luoghi dove Dan
Brown ha ambientato il suo “Codice Da Vinci”.
L’iniziativa è stata resa possibile per la riconfermata collaborazione attivata con la “Casa
Sicilia” di Parigi, guidata dal suo presidente
Antonino Lagumina. Tra le navate della chiesa
3
gotica, i coreografi calatini hanno ricostruito
un vero e proprio borgo siciliano: con case di
gesso, calce, pietra e legno, così come si costruivano un tempo, contornate da mille lampadine colorate. “Quest’anno siamo impegnati in contemporanea su de fronti – ha tenuto a
sottolineare l’eurodeputato Raffaele Lombardo - quello di Dublino e questo di Parigi, dove
torniamo convinti confortati soprattutto dalle
presenze di visitatori degli anni passati e dall’incremento del movimento turistico francese
registrato nel corso dell’anno verso la nostra
provincia. Siamo oltremodo convinti che l’iniziativa lanciata dalla Provincia di Catania per
la promozione dell’immagine turistica della
provincia dell’Etna all’estero e l’intercettazione di flussi turistici passa, anche, attraverso
la conoscenza della cultura legata al territorio
e alle sue tradizioni, come quella della nostra
arte della ceramica”.
La cerimonia di inaugurazione del presepe si è conclusa con un ricco cocktail di prodotti siciliani nello spazio occupato da Casa
Sicilia nell’antistante “Mercato di Natale” di
piazza Saint Sulpice. In questo mercato, Casa
Sicilia ha aperto un ristorante, un bar e varie
boutiques per la vendita di prodotti dell’artigianato e dell’alimentare siciliano.
C.C.
Nenni in mancanza di un altro,
ma che si sentivano profondamente legati all’Occidente.
Io ricordo, quando uscì da
Palazzo Barberini, il fervore del
gran numero dei partecipanti,
i quali mi conoscevano come
membro del Parlamento. Il discorso di Saragat fu essenziale perché riuscì a cambiare la
situazione politica italiana, anche se il nuovo Partito socialdemocratico da lui creato non
raggiunse alle elezioni del 1948
il numero di voti che noi speravamo. Esso contribuì moltissimo ad abbassare il prestigio
non solo del Partito comunista
di Togliatti, ma anche del Partito
socialista di Nenni.
Togliatti e Nenni si presentarono insieme alle elezioni del
cosiddetto Fronte popolare, ma
furono strabattuti perché le idee
di Saragat avevano convinto
molti cittadini, anche se solamente una parte di essi votarono per il Partito socialdemocratico. Il discorso di Saragat
a Palazzo Barberini segna un
cambiamento della storia italiana. Solo dopo di esso si poté
concludere che la nazione italiana rimaneva legata all’Occidente e che Togliatti, e chiunque lo
appoggiasse, non avrebbe mai
cambiato il destino italiano.
Personaggio emblematico
della socialdemocrazia, Luigi
Preti stupisce per l’instancabile
attività e rappresenta un modello esemplare per la sua fedeltà
ai princìpi democratici. A queste
doti, oggi scarsamente coltivate dai giovani, deve aggiungersi
una non comune generosità, che
lo ha portato nel giugno scorso a
donare all’Università di Ferrara la
sua ricca biblioteca composta di
circa otto mila volumi, prevalentemente di argomento giuridico,
storico e politico.
Queste qualità risaltano con
vivida nitidezza nella sua recente opera autobiografica «Ricordi
di ottanta anni di vita italiana»
(Gangemi, Roma 2006, pp. 254).
L’ex deputato, oggi novantaduenne (è nato a Ferrara il 23 ottobre
1914) ricostruisce con dovizia di
particolari la sua militanza politica, che – cominciata nel 1945
con alcuni interventi sulla questione socialista – si protrae con
passione per oltre quarant’anni
di attività parlamentare. Nel giugno 1946 la sua elezione alla Costituente gli permette di condurre
una tenace battaglia a favore dei
cittadini di origine ebraica per il
«risarcimento di danni», ma non
manca d’intervenire sulla libertà
religiosa e sulle funzioni politiche
che un nuovo ordinamento democratico dovrebbe assumere
nell’avvio delle istituzioni repubblicane. In quell’assise gli si deve
riconoscere il merito se la magistratura è considerata non un
«potere», ma un «ordine autonomo», come si ricava da un suo
emendamento compreso negli
atti parlamentari e richiamato
con orgoglio nel volume.
Prima di approdare alla Costituente, nel 1934 il giovane
Preti partecipa ai «Littoriali dello
Sport e della Cultura», una sorta di Olimpiade per i Guf (Gruppi universitari fascisti). Dei premi
ottenuti in quella gara – insieme a Ingrao, a Moro e a Taviani
– egli non si considera un «pentito». Anzi quella scelta non è
stata mai nascosta e neppure
giustificata dalla giovane età e
l’immaturità politica. Negli anni
successivi si distingue come avvocato, docente di Istituzioni di
diritto pubblico presso l’Ateneo
estense e autore di diverse pubblicazioni, tra le quali l’opera «Gli
inglesi a Malta» (1938) e «Note
sul concetto di “Status” e in particolare su alcune applicazioni
nell’attuale diritto» (1942). Nel
gennaio 1947, con la costituzione del Psli, segue Giuseppe
Saragat nella scelta socialdemocratica e partecipa come protagonista alla vicenda storica che
si svolge a Palazzo Barberini con
la scissione dal Partito socialista,
respingendo il patto di unità con
il Pci dichiaratamente stalinista.
Nella definizione d’una linea politica autenticamente democratica, Preti – durante i congressi
del nuovo partito – si batte per
il superamento del frazionismo e
per «una sintesi più approfondita
delle esigenze di una politica socialista nel Paese». Dalla nascita
del Psdi (gennaio 1952) al suo XI
congresso (ottobre 1957) egli ribadisce più volte la necessità di
risolvere i problemi che ostacolano la realizzazione di uno Stato
moderno e democratico: «rendere efficiente l’amministrazione
pubblica; risolvere il problema
della giustizia tributaria, far rispettare la Costituzione in materia di pubblica istruzione; mantenere la tradizionale separazione
tra Stato e Chiesa». Particolarmente significativa è la posizione
che egli assume al IX congresso
(novembre 1959), durante il quale coniuga gli «ideali di giustizia
e libertà» per invocare un legame più stretto con il sindacato,
invitare i socialisti democratici ad
impegnarsi «maggiormente nel
settore cooperativistico» e nel
mondo del lavoro.
Dalla storia del Psdi all’esperienza del Centro-sinistra Preti
ricostruisce gli anni difficili del
partito, l’avvio del miracolo economico sino alla crisi del ’68. Ma
oltre all’attività politica, che lo
vede partecipe a tutti i dibattiti
connessi alle vicende del socialismo italiano, egli rivolge particolare attenzione alla ricerca
storica, come dimostrano i volumi «Giovinezza, giovinezza»
(1964) oppure «Impero fascista
africani ed ebrei» (1968), che gli
valgono numerosi encomi per la
puntigliosità della ricerca e per la
precisa spiegazione delle cause
del totalitarismo fascista, di cui rifugge il monopartitismo politico e
la politica guerrafondaia di Mussolini. A questi studi faranno seguito altri volumi come il fortunato «Italia malata» (1972), quello
più problematico «Il compromesso storico. Un problema che divide gli italiani» (1975) o «Giolitti i
riformisti e gli altri (1900-1911)»
(1985).
Quella di Preti è una storia
vissuta in prima persona come
storico, ma anche come deputato e responsabile di vari dicasteri
(Finanze, Riforma della Pubblica
amministrazione,
Commercio
Estero, Bilancio, Trasporti, Marina Mercantile ecc.). Dalle riflessioni sull’«età giolittiana» e sul
fascismo fino alle considerazioni sul compromesso storico e a
quelle più recenti sulla questione
degli immigrati e sull’analisi dei
rischi e dei difetti di una riforma
di tipo federalista, Preti rivive un
vissuto personale che egli non
manca di documentare, ripensando il passato con obiettività e
con passione. Euroscettico della
prima ora, Preti boccia l’unione
monetaria (un «vero errore») ed
esprime la sua contrarietà all’introduzione della moneta unica,
preferendo lo Sme, considerato
un sistema capace di assicurare
equilibrio effettivo fra le varie monete. Sono trascorsi sessant’anni
dall’esperienza alla Costituente,
ma Preti non tradisce la fedeltà
ai dettami costituzionali per una
scelta democratica e socialista,
con la quale può rivendicare a
ragione l’attribuzione di «Padre
nobile» della politica italiana.
Nunzio Dell’Erba
4
GENNAIO 2007
UNIVERSO SICILIA
Coppie di fatto:
non si spegne la polemica
sui Pacs
Non accenna a placarsi la polemica sui Pacs dopo le nuove parole
di condanna alle unioni di fatto pronunciate nei giorni scorsi dal Pontefice. “Sembra che il Papa non si possa
criticare”, si è lamentato Franco Grillini, deputato Ds e presidente onorario di Arcigay. “Vorrei ricordare che il
Papa non è il capo dello Stato in Italia
e che se ci si esprime con tanta pesantezza sugli affari interni italiani è
inevitabile che ognuno dica la sua”,
aggiunge Grillini, ricordando la presenza definita “debordante” del clero
sui media italiani e un’indagine di Eurobarometro in cui “si afferma che il
63% degli italiani ritiene eccessiva la
presenza della religione nella nostra
società”.
L’esponente diessino attacca poi
Vittorio Sgarbi, che aveva difeso Benedetto XVI definendo i rapporti tra
omosessuali “fugaci e provvisori” e
criticando le unioni di fatto: “Non è lui
a decidere quali sono i diritti da riconoscere alla comunità Lgbt italiana,
ma sono gli interessati a pronunciarsi
sui propri diritti e i propri bisogni”. E
proprio sulla normativa che il governo
si è impegnato a varare riguardo alle
unioni di fatto si accende il dibattito.
Tutto inizia con l’annuncio da parte di
Rosy Bindi, ministro della Famiglia,
e Barbara Pollastrini, ministro per le
Pari opportunità, di essere a lavoro per partorire un disegno di legge
sull’argomento. Pino Sgobio, capogruppo del Pdci alla Camera, sbotta
in loro sostegno: “Basta discussioni
capziose e sofismi inutili: è chiaro che
serve una legge”. Sgobio insiste argomentando che “uno Stato laico non
può voltarsi dall’altra parte e far finta
di non vedere la realtà per quella che
è, verrebbe meno al suo dovere”.
Ivana Bartoletti, responsabile nazionale Diritti civili dei Ds, afferma
che “il paese ha bisogno di una legge che tuteli i diritti e le scelte delle
persone. Le aspettative non vanno
deluse, come del resto già definiva
il programma dell’Unione”. “Questa
contrapposizione – conclude la Bar-
toletti - è puramente strumentale,
come dimostra anche la trasversalità di chi è a favore di una legge sulle
unioni civili, spesso anche tra i cattolici”. A dare conferma a queste ultime parole è la posizione del senator
Gianfranco Rotondi, segretario della
Democrazia Cristiana. “Per noi cattolici il matrimonio è indissolubile, ma
accettiamo una legge che disciplina i
diritti di chi non lo ritiene tale”, dice
Rotondi. Affermazioni non condivise
dal capogruppo alla Camera Luca
Volontè: “Pur di far passare i Pacs,
il Governo non disdegna il giochino
delle tre carte: da una parte sostiene
che la riforma non creerà famiglie di
serie A e altre di B, ma dall’altra vuole riconoscere alle coppie di fatto una
nutrita serie di diritti propri ed esclusivi delle ‘società naturali fondate sul
matrimonio’”. Parole simili giungono
anche da Riccardo Pedrizzi, responsabile Famiglia di Alleanza Nazionale, che attacca la Bindi addebitandole la volontà di negoziare il “principio
non negoziabile della difesa e della
promozione della famiglia naturale,
legittima e costituzionale fondata sul
matrimonio”.
Anche Isabella Bertolini, deputato di Forza Italia, critica l’operato dell’esecutivo in materia di Pacs, ricordando quanto detto dal Papa: “Qualunque forma di riconoscimento di
forme di convivenza – dice la Bertolini - costituisce una strada ed un percorso che si pone in alternativa ed in
opposizione all’istituto della famiglia
così come riconosciuto dalla dottrina
cattolica”. E sempre sui moniti etici di
Benedetto XVI ritorna lo scontro politico. Il segretario dello Sdi, Enrico
Boselli, si lamenta che “in Italia viene
posto un vero e proprio sbarramento
da parte della Chiesa cattolica e dal
Papa in prima persona che scende in
campo non solo per riaffermare liberamente il suo magistero ma anche
perché nella legislazione della nostra
Repubblica i peccati siano trasformati
in reati”.
A.A.
Festa del tricolore
Al Museo del Tricolore di Reggio Emilia si è celebrato il 7 gennaio
il 210° anniversario della nascita del
Tricolore. Il tricolore italiano quale
bandiera nazionale nasce a Reggio
Emilia il 7 gennaio 1797, quando il
Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta “che si
renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde,
Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da
tutti”. Ma perché proprio questi tre colori? Nell’Italia del 1796, attraversata
dalle vittoriose armate napoleoniche,
le numerose repubbliche di ispirazione giacobina che avevano soppiantato gli antichi Stati assoluti adottarono quasi tutte, con varianti di colore,
bandiere caratterizzate da tre fasce di
uguali dimensioni, chiaramente ispirate al modello francese del 1790. E
anche i reparti militari “italiani”, costituiti all’epoca per affiancare l’esercito
di Bonaparte, ebbero stendardi che riproponevano la medesima foggia.
In particolare, i vessilli reggimentali della Legione Lombarda presenta-
SCANDALO SANITÀ
Ispezioni dei Carabinieri
negli ospedali italiani
Da Torino a Palermo, da Milano a
Napoli, da Nord a Sud e nelle Isole è
scatta l’operazione “igiene sanitaria”. I
Nas dei carabinieri hanno passato al setaccio l’8 gennaio gli ospedali di tutta Italia così come richiesto dal ministro della
Salute Livia Turco in seguito all’inchiesta-denuncia del reporter dell’Espresso
Fabrizio Gatti. “Verificare il livello di osservanza delle normative di settore poste a tutela della salute dei pazienti ricoverati e a presidio del corretto esercizio
delle attività ospedaliere, con particolare
riferimento ai profili strutturali e igienici”,
l’imperativo del ministero della Salute
che riceverà i risultati delle ispezioni e li
valuterà con il presidente del Consiglio
Romano Prodi e con il presidente della
Conferenza dei presidenti delle Regioni
Vasco Errani. Nel frattempo la procura
della Repubblica di Roma ha aperto un
fascicolo sulle carenze igienico sanitarie nel Policlinico Umberto I, l’ospedale
messo sotto accusa dall’inchiesta giornalistica. Il fascicolo è per il momento
senza indagati e contiene il rapporto dei
carabinieri della sanità relativo alla prima ispezione eseguita nei giorni scorsi.
Secondo quanto si è appreso nel primo
rapporto stilato dal Nas non si configurerebbero responsabilità penali a carico di
amministratori o responsabili di cliniche
universitarie. Nella relazione dei carabinieri si fa riferimento piuttosto a generiche violazioni delle norme igieniche e
infortunistiche punibili, in caso di identificazione di responsabili, con sanzioni pecuniarie che comprese tra mille e duemila euro. I Nas sono dunque tornati a far
visita a Policlinico con un’ispezione, e
contemporaneamente, sempre nella Capitale, i carabinieri hanno visitato l’ospedale Gemelli ispezionando varie unità
di degenza e soffermandosi per alcune
ore anche con la direzione sanitaria, e
più tardi il Sant’Andrea, dove hanno girato per i vari reparti ma senza trovare
niente di particolare. Ispezioni anche negli ospedali di Milano: Policlinico, clinica
Il Policlinico Umberto I di Roma.
Mangiagalli e San Paolo: “Complessivamente queste strutture - hanno spiegato i Nas - non presentano mancanze
eclatanti.
Solo alcune strutture come il Policlinico che hanno diversi cantieri aperti,
presentano alcune carenze, ma sono
aspetti già conosciuti dalla direzione
sanitaria”. A Napoli, il Cardarelli, il più
grande ospedale del Mezzogiorno, il
San Giovanni Bosco e il San Paolo sono
stati ispezionati da cima a fondo, a Palermo sono stati effettuati accertamenti
al Policlinico universitario, all’ospedale
Villa Sofia e, in provincia, all’ospedale
Civile di Partinico. In Piemonte, l’assessore alla Sanità Mario Valpreda ha assicurato: “Gli ospedali non sono affatto in
cattive condizioni sotto il profilo dell’igiene, ma in condizioni non ideali di disagio strutturale, essendo molto vecchi”.
P.S.
I 210 anni della bandiera Italiana
vano, appunto, i colori bianco, rosso
e verde, fortemente radicati nel patrimonio collettivo di quella regione: il
bianco e il rosso, infatti, comparivano
nell’antichissimo stemma comunale di Milano (croce rossa su campo
bianco), mentre verdi erano, fin dal
1782, le uniformi della Guardia civica
milanese. Gli stessi colori, poi, furono adottati anche negli stendardi della Legione Italiana, che raccoglieva i
soldati delle terre dell’Emilia e della
Romagna, e fu probabilmente questo il motivo che spinse la Repubblica
Cispadana a confermarli nella propria bandiera. Al centro della fascia
bianca, lo stemma della Repubblica,
un turcasso contenente quattro frecce, circondato da un serto di alloro e
ornato da un trofeo di armi. La prima
campagna d’Italia, che Napoleone
conduce tra il 1796 e il 1799, sgretola l’antico sistema di Stati in cui era
divisa la penisola. Al loro posto sorgono numerose repubbliche giacobine, di chiara impronta democratica: la
Repubblica Ligure, la Repubblica Romana, la Repubblica Partenopea, la
Repubblica Anconitana. La maggior
parte non sopravvisse alla controffen-
siva austro-russa del 1799, altre confluirono, dopo la seconda campagna
d’Italia, nel Regno Italico, che sarebbe durato fino al 1814. Tuttavia, esse
rappresentano la prima espressione di quegli ideali di indipendenza che alimentarono il
nostro Risorgimento. E fu proprio in quegli anni – sottolinea
il dossier storico del Quirinale che la bandiera venne avvertita
non più
c o m e
segno dinastico o militare,
ma come simbolo
del popolo, delle libertà
conquistate e, dunque, della nazione stessa.
Nei tre decenni che seguirono
il Congresso di Vienna, il vessillo tricolore fu soffocato dalla Restaurazio-
ne, ma continuò ad essere innalzato,
quale emblema di libertà, nei moti del
1831, nelle rivolte mazziniane, nella
disperata impresa dei fratelli Bandiera, nelle sollevazioni negli Stati della
Chiesa. Dovunque in Italia, il bianco,
il rosso e il verde –prosegue lo speciale del Quirinale - esprimono una
comune speranza, che accende gli
entusiasmi e ispira i poeti: “Raccolgaci un’unica bandiera, una speme”,
scrive, nel 1847, Goffredo Mameli nel
suo Canto degli Italiani. E quando si
dischiuse la stagione del ‘48 e della
concessione delle Costituzioni, quella bandiera divenne il simbolo di una
riscossa ormai nazionale, da Milano
a Venezia, da Roma a Palermo. Il 23
marzo 1848 Carlo Alberto rivolge alle
popolazioni del Lombardo Veneto il famoso proclama che annuncia la prima
guerra d’indipendenza e che termina
con queste parole:”(…) per viemmeglio dimostrare con segni esteriori il
sentimento dell’unione italiana vogliamo che le Nostre Truppe(…) portino
lo Scudo di Savoia sovrapposto alla
Bandiera tricolore italiana”. Allo stemma dinastico fu aggiunta una bordatura di azzurro, per evitare che la cro-
ce e il campo dello scudo si confondessero con il bianco e il rosso delle
bande del vessillo. Il 14 marzo 1861
venne proclamato il Regno d’Italia e
la sua bandiera continuò ad essere,
per consuetudine, quella della prima
guerra d’indipendenza – prosegue la
ricostruzione storica sul sito internet
del Quirinale -. Ma la mancanza di
una apposita legge al riguardo - emanata soltanto per gli stendardi militari
- portò alla realizzazione di vessilli di
foggia diversa dall’originaria, spesso addirittura arbitrarie. Soltanto nel
1925 si definirono, per legge, i modelli
della bandiera nazionale e della bandiera di Stato. Quest’ultima (da usarsi
nelle residenze dei sovrani, nelle sedi
parlamentari, negli uffici e nelle rappresentanze diplomatiche) avrebbe
aggiunto allo stemma la corona reale.
Dopo la nascita della Repubblica, un
decreto legislativo presidenziale del
19 giugno 1946 stabilì la foggia provvisoria della nuova bandiera, confermata dall’Assemblea Costituente nella seduta del 24 marzo 1947 e inserita all’articolo 12 della nostra Carta
Costituzionale.
Pasqualino Santoianni
UNIVERSO SICILIA
GENNAIO 2007
Lo storico viaggio
di Benedetto XVI
in Turchia
In un altro articolo abbiamo
parlato del viaggio in Turchia del
Papa sotto l’aspetto apostolico
o spirituale. Adesso, cercando di non ripeterci, ci sembra
opportuno soffermarci sull’importanza “politica” di questo
viaggio. E sono cose ben diverse. Cominciamo col dire che le
premesse non erano certo incoraggianti, visto l’annunciata
assenza “diplomatica” del Leader turco Erdogan e vle minacciose invettive degli integralisti
di Al Qaeda e dei Lupi grigi. Un
viaggio nel quale il Papa ha ritenuto mettersi in gioco perché
troppo alta era la posta: cercare
le vie per un appello alla fraternità tra gli uomini. Il successo è
stato alla fine rilevante ed ha ribaltato così i cupi presagi della
vigilia. Un successo personale
del Papa, ma anche della diplomazia vaticana, e con un buon
ritorno per l’immagine della Turchia che ancora fatica ad accreditarsi nello scenario internazionale come pronta affidabile tra
Europa ed Oriente. È bastato un
viaggio perchè fosse posta nel
fodero quella secolare spada
che ancora si voleva brandita tra
Cristianesimo e Islam e che tante divisioni e ostilità ha prodotto.
Alla fine la spada si è trasformata in vòmero, o meglio, in una
colomba. Merito certamente di
Papa Benedetto che, pur mantenendo nei vari discorsi quel
parlare chiaro che gli è proprio,
ha saputo imporsi all’attenzione
per la sua mitezza, a volte quasi smarrita. Ricordiamo quella
preghiera - fatta a piedi scalzi
e rivolto alla Mecca – alla Moschea blu di Istambul: un gesto
semplice ma carico di amore ha
smontato in pochi secondi una
polemica che durava da oltre
due mesi. Ed ha pure incrinato uno steccato che durava da
secoli. Non sono, dunque, principalmente i discorsi o i proclami a costruire ponti tra sponde
accidentate a causa della storia
e dei pregiudizi, ma i segni del
dialogo e della ricerca sincera
della fratellanza. Fatti con umiltà
e chiarezza. Un metodo esemplare quello indicato e percorso
dal Papa. Che suona come monito a quei cristiani che in nome
della difesa di una vera o presunta minaccia alla propria e a
volte della intolleranza e ad erigere steccati con i “distinguono”
che non a rafforzare tale identità. Quel “lascio il cuore in Turchia” non avrà certo soddisfatto
alcuni ma certamente avrà fatto
riflettere molti. Il viaggio, programmato ufficialmente per sostenere e confermare nella fede
la piccolissima comunità cattolica turca (circa 32.000 persone)
ha di fatto assunto un grande
significato politico: infatti resterà
l’imprevisto, perché evitato fino
all’ultimo, incontro all’aerioporto
con il Premier Erogan, il quale
alla fine ha trovato proprio nella Santa Sede l’unica apertura
di credito al suo faticoso processo di avvicinamento all’Europa, rinviato sine die proprio
in quei giorni dalle Cancellerie
europee riunite a Riga. Se è
vero che l’apertura delle frontiere europee a quasi settanta milioni di musulmani fa comunque
un problema, è altrettanto vero
che l’Europa non potrà evitare il
passaggio del Bosforo se vuole
dialogare con il Medioriente e
con il variegato molto islamico.
E questo la Santa Sede l’ha capito prima di altri o, perlomeno,
non si è lasciata imprigionare da
remore politiche e ideologiche.
Se poi questo incontro porterà
da parte turca ad una maggiore
tutela legislativa delle minoranze religiose, soprattutto cattolica
e ortodossa, allora il successo
“politico” del viaggio sarà davvero notevole. E sappiamo che
su questo problema in Benedetto XVI no vi e ambiguità perché
quello dell’unità e il primo aspetto del programma del duo Pontificato. Voglio sperare di avere
inquadrato bene il significato di
questo viaggio; in ogni caso lascio ai lettori una loro libera interpretazione.
Giuseppe Miraglia
Associazione Siciliana
Produttori Vitivinicoli
Piazza S. Maria di Gesù, 3 - 95124 - CATANIA
La viticoltura siciliana ha da sempre assunto una importanza non secondaria nell’intera economia isolana.
Le migliaia di aziende vitivinicole hanno bisogno una
puntuale e competente assistenza per conseguire risultati in termini di qualità e tipicità dei prodotti.
L’Associazione dei produttori vitivinicoli con i suoi
punti di riferimento organizzativo è a disposizione dei
produttori per una utile assistenza a favore dei produttori.
Per ricevere utili informazioni potete scrivere c/o
AIC Catania
Piazza Santa Maria di Gesù, 3 - 95124 CATANIA
Schegge
5
di Carmelo Ambra
COALIZIONI…
Chiunque di noi si sarà chiesto:
“Com’è possibile che tutto quanto fa il centrosinistra sia sbagliato e dannoso per il Paese?”.
Oppure:
“Com’è possibile che tutto quanto fa il centrodestra sia sbagliato
e dannoso per il Paese?”.
Sia il centrosinistra sia il centrodestra adoperano le stesse parole per denigrarsi a vicenda. Se le invettive, le polemiche, le feroci contrapposizioni si fondassero sulle diverse ideologie, probabilmente si potrebbe trovare qualche ragione alla base di questo
modo di procedere, ma nella stragrande maggioranza dei casi così
non è. Si può capire che i partiti rappresentino “parti” della società e
per quelle “parti” si battano; si può capire che i loro membri abbiano
tutto l’interesse di mostrare quanto forti siano le motivazioni che
li animano, cosicché alla scadenza del mandato riescano ad ottenerne il rinnovo; si possono capire mille altre cose, ma ciò che non
si potrà mai capire è la perenne gazzarra che entrambi gli schieramenti alimentano dal primo fino all’ultimo giorno d’ogni legislatura.
È come se il Paese vivesse in condizione di continua emergenza e
fosse sempre ad un passo dall’andare in rovina; e col Paese, ciascuno di noi.
Possibile che questi nostri rappresentanti non si rendano conto
che la gente non ne può più di questo andazzo?
Ma non facciamo di tutta l’erba un fascio: ci sono anche le persone serie, che non mentono, non fanno sceneggiate, non urlano
come imbonitori di piazza. Chi sono? Ognuno se li trovi per conto
proprio.
Per fortuna questa politicaccia presenta anche qualche aspetto
dal sapore umoristico. Non è cosa di adesso e non appartiene solo
a noi: fulgidi esempi si ebbero specialmente ai tempi del Ventennio.
Chi scrive non è abbastanza decrepito da ricordare in prima persona i discorsi del Duce e quelli dei suoi seguaci più devoti, ma ha letto
qualcosa e visto qualche documentario su quell’epoca sciagurata.
Ricordate le espressioni e i toni del DUX davanti alle cineprese dell’Istituto Luce? Lui diceva le sue cosine e subito dopo i suoi luogotenenti facevano a gara per imitarlo. Ciò avviene anche oggi.
Non è uno spasso?
Uno spasso assai triste.
Legambiente: Ecco le città italiane
a misura di bambino
E’ stato presentato il decimo
rapporto di Legambiente sulle
politiche per l’infanzia delle città
capoluogo di provincia. La classifica valuta le forme di partecipazione avviate per gli under 14,
le strutture dedicate alle politiche
per l’infanzia, i servizi e le iniziative di aggregazione e di animazione culturale. Prime in classifica Torino, Ravenna, Firenze e
Roma. La classifica di Ecosistema Bambino viene stilata in base
ai dati - relativi al 2005 - che le
stesse amministrazioni forniscono rispondendo al questionario
redatto da Legambiente, che
valuta le forme di partecipazione avviate per favorire un ruolo
attivo dei bambini nella città, le
strutture dedicate alle politiche
per l’infanzia, il rapporto di collaborazione tra amministrazione
comunale e associazioni no profit, i servizi e le iniziative di aggregazione e di animazione culturale. Nella calza di Legambiente,
dunque, caramelle e cioccolatini per le amministrazioni che si
sono distinte nell’attenzione per
i cittadini più piccoli. Gli incontri
con il sindaco (il 58% delle città
ha appuntamenti periodici tra primo cittadino e bambini), i consigli
comunali dei ragazzi (56%) e la
consultazione dei ragazzi sulle
politiche urbane (45%) sono gli
strumenti di partecipazione più
utilizzati dalle amministrazioni per dar voce ai giovanissimi.
Sul fronte delle strutture e dei
progetti culturali si prediligono
le ludoteche (71%) e le mostre
(58%) mentre tra le iniziative di
comunicazione e di gioco ci sono
feste all’aperto (77%), rassegne
di cinema e teatro (76%), corsi e
laboratori (77%).
Partecipazione, aggregazione e strutture dedicate agli under
14 sono la ricetta del successo
delle prime in classifica, nell’ordine Torino, Ravenna, Firenze e
Roma. Seguono nella fascia più
alta (buono) ben 9 città: Pesaro,
Genova, Modena, Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Piacenza,
Napoli e Udine. Il primo posto di
Torino è frutto di un progetto antico, stabile e consolidato di formazione dei cittadini bambini.
E se si può parlare di conferme
anche per Ravenna e Firenze,
va sottolineato invece il salto di
Roma, che ha sviluppato la partecipazione dei più giovani non
solo con manifestazioni e iniziative temporanee ma con strutture
permanenti e qualificate. Da sot-
tolineare anche il balzo in avanti
di Napoli - dodicesima nella fascia del buono dalla cinquantatreesima posizione dello scorso
anno - grazie all’avvio di progetti
di partecipazione e di cittadinanza attiva degli under 14. Sono 12
le città nella fascia del discreto,
tutte del nord e del centro, ad eccezione di Caltanissetta - contro
le 31 della scorsa edizione.
A dimostrazione, secondo
Legambiente, della forbice acuita
dalla politica dei tagli, ma anche
dello scarso impegno delle amministrazioni comunali del sud.
E’ sintomatica, in questo senso,
la retrocessione di Caltanissetta
(da decima a venticinquesima)
sempre ben posizionata in passato e fiore all’occhiello del meridione.
P.L.
Bersani: “Aboliamo i costi di ricarica
per i telefonini”
“Se l’Authority per le Comunicazioni non interverrà sulla
questione della ricarica dei telefoni cellulari il governo proporrà
al Parlamento una norma per
superare questo meccanismo”.
Il ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani interviene così sulla questione del
balzello sulla ricarica, nel corso
della presentazione del primo
rapporto sullo stato di attuazio-
ne della legge sulle
liberalizzazioni.
“Attualmente – sottolinea
Bersani – chi consuma meno paga di più,
e questo mi sembra un
meccanismo redistributivo inverso, che
danneggia soprattutto
i giovani”. Il ministro ci
tiene anche a precisare che “lo strumento principe sarà un
progetto di legge, non
credo che sarà un decreto”. L’indagine conoscitiva predisposta dall’Authority dovrebbe essere a buon punto, ma se
l’autorità “non riuscirà a
provvedere, noi predisporremo la norma. Non pretendo un
taglio da 1,7 miliardi alle compagnie telefoniche – spiega Bersani – ma cerco trasparenza e
questa pratica sulle ricariche è
anticoncorrenziale”.
“E’ un fatto positivo – ha
commentato Gianni Pittella, presidente della delegazione italiana nel Pse - che esponenti del
governo italiano pongano final-
mente al centro dell’attenzione la questione dei cosiddetti ‘costi
di ricarica’ applicati
dai gestori di telefonia
mobile.Che si tratta di
un’anomalia tutta italiana, rispetto al resto
d’Europa, lo dimostra
l’invito rivolto già da
tempo dalla Commissione europea alle
Autorità competenti
italiane di investigare
in merito. Le stesse
conclusioni dell’Autorità garante della Concorrenza sul
mercato e dell’Autorità per le Garanzie nelle telecomunicazioni dimostrano come
l’attuale comportamento dei gestori mobili nazionali produca effetti distorsivi sul libero funzionamento del mercato, con conseguenze negative sul benessere
dei consumatori”. “Un intervento
correttivo – conclude Pittella - in
tal senso ci metterebbe al passo
con il resto d’Europa”.
V.A.
6
GENNAIO 2007
UNIVERSO SICILIA
Al largo di Catania primo test sottomarino per neutrini
Si è svolta secondo i piani e si è conclusa così
con successo l’operazione marina durante la quale, nei giorni scorsi, è stata completata l’installazione dell’apparato Nemo Fase-1 a 2100 metri di
profondità, al largo di Catania, nel test site sottomarino dei Laboratori Nazionali del Sud (Lns)
dell’Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare (Infn). Il progetto, cofinanziato dal Miur, consiste in un
prototipo dei principali componenti
che costituiranno Nemo, il futuro
telescopio sottomarino per neutrini che avrà le dimensioni di un chilometro cubo e che sarà collocato,
nella sua sede definitiva, a 3500
m di profondità, nel mare al largo
di Capo Passero in Sicilia. Nemo
Fase-1 rappresenta quindi un primo passo verso la realizzazione
del rivelatore di neutrini abissale
e ha lo scopo di verificarne le tecnologie d’avanguardia sviluppate
dalla collaborazione Nemo. Nemo
Fase-1 è un apparato collegato a
un cavo elettro-ottico (già installato nel test site), il quale consente
di fornire alimentazione elettrica
alla strumentazione sottomarina e
di trasmettere i dati su fibra ottica
alla stazione di terra che si trova
nel porto di Catania.
Esso è costituito da una junction box, che è il nodo che permette di distribuire la potenza e i
canali per i dati verso più utenze,
e da una struttura a torre, sulla
quale sono montati i sensori ottici
necessari a rivelare le tracce delle
particelle cosmiche; ma anche tutti i sensori per la caratterizzazione
completa dell’ambiente sottomarino in cui il rivelatore è installato.
Inoltre, un insieme di trasmettitori e ricevitori acustici consente di
conoscere istante per istante con
una precisione dell’ordine dei 10 cm la posizione
di ogni elemento della torre. Le operazioni di collocamento dell’apparecchiatura sul fondo marino,
eseguite grazie alla nave Teliri dai tecnici specializzati dell’Elettra Tlc e dal personale dell’Infn, si
sono svolte con successo, installando e collegando dapprima la junction box e poi la torre. Per le
connessioni, è stato utilizzato un robot sottomarino, pilotato dalla superficie, in grado di operare
alla profondità di 2000 m. L’operazione di installazione si è conclusa innalzando la torre, di 250 me-
ottimistiche previsioni. Perché rivelare i neutrini dal
fondo del mare con un dispositivo delle dimensioni
di un chilometro cubo?
La peculiarità dei neutrini sta nella probabilità
estremamente bassa di interagire con la materia:
questa caratteristica consente loro di non essere
tri di altezza, fino al raggiungimento della sua posizione operativa. Il sistema è stato quindi alimentato: esso ha cominciato subito a trasmettere dati
ai ricercatori a terra, confermando il buon risultato
dell’operazione che si è svolta così secondo le più
assorbiti dalla radiazione di fondo e di attraversare
imperturbati regioni che sono opache alla radiazione elettromagnetica, come l’interno delle sorgenti
astrofisiche. Inoltre, essendo particelle neutre, non
subiscono deflessioni causate dai campi magnetici
Cinema
e Ambiente,
a Palermo
torna
l’Ecovision
Festival
Si terrà alla fine di
maggio, a Palermo, la terza edizione dell’EcoVision, il festival internazionale dedicato al cinema e
all’ambiente. Il nuovo regolamento e la scheda di
iscrizione dell’Ecovisionfestival sono ora disponibili
on-line al sito www.ecovisionfestival.com. Termine
ultimo per l’ammissione
delle opere: 9 marzo. Lo
scopo del festival è quello
di esaltare e promuovere
la produzione cinematografica e documentaristica
avente come tematiche il
problema uomo-ambiente,
la salvaguardia del territorio, i diritti umani, l’abbattimento delle foreste, il
rapporto con la città e con
le nuove tecnologie, gli
esperimenti radioattivi nelle varie parti del mondo, lo
sviluppo eco-sostenibile, il
divario del concetto di ambiente tra i Paesi più ricchi
e quelli più poveri, ma anche la sola descrizione di
luoghi ecologicamente significativi, nonché tutte le
produzioni che riguardano
l’ambiente e la natura sotto
qualsiasi aspetto. Possono
partecipare all’EcoVisionFestival opere prodotte in
tutto il mondo dal 2004 al
2007 quali fiction e documentari, reportages e film
d’animazione, della durata massima di 30 minuti.
Saranno accettati, in ogni
caso, film di durata superiore ai 30 minuti che potranno essere proiettati sia
in concorso che fuori concorso a discrezione della
giuria nella sezione speciale del festival.
C.C.
galattici e intergalattici che impedirebbero di risalire alla direzione di provenienza. Il prezzo da pagare per osservare queste particelle così sfuggenti
è la necessità di realizzare rivelatori di dimensioni enormi: le stime teoriche indicano che un telescopio per neutrini di alta energia debba avere un
volume di almeno un chilometro
cubo. Inoltre, per schermarsi dalla
pioggia di radiazione cosmica che
bersaglia la Terra, questi rivelatori devono essere installati in luoghi fortemente schermati. È però
evidente che dispositivi di queste
dimensioni non possono essere
collocati in laboratori sotterranei.
Una possibile soluzione, allora, è
quella di utilizzare grandi volumi di
un mezzo naturale, dotandolo di
opportuni strumenti. In un mezzo
trasparente, come l’acqua delle
profondità marine o i ghiacci polari, è possibile rivelare la radiazione
luminosa prodotta per effetto Cherenkov dalle particelle secondarie
(muoni), che i neutrini generano
interagendo con la materia. Una
griglia di alcune migliaia di sensori
ottici disposti in un volume di circa un chilometro cubo è in grado
di rivelare la debole luce prodotta
permettendo di ricostruire la traccia del muone. Poiché quest’ultimo ha una direzione sostanzialmente uguale a quella del neutrino
che l’ha prodotto, la sua rivelazione permette di risalire anche alla
direzione del neutrino e di conseguenza all’osservazione della
sua sorgente. Inoltre, se poniamo
il rivelatore nelle profondità marine (o dei ghiacci polari), la materia sovrastante funge anche da
schermo contro il fondo di particelle cosmiche, che in superficie “accecherebbe” il rivelatore. L’acqua
(o il ghiaccio) assolve, così, a un triplice compito:
schermo protettivo dai raggi cosmici, bersaglio per
l’interazione di neutrini e mezzo trasparente attraverso il quale si propaga la luce Cherenkov.
N.G.
MADE IN ITALY
Boom dell’export per la dieta mediterranea
E’ boom per la dieta mediterranea Made in Italy all’estero con un
aumento record nel valore delle esportazioni di olio del 20 per cento,
di vino del 6,4 per cento, di pasta del 3,2 per cento, di verdure del 5,8,
della frutta del 3,2 e anche della conserva di pomodoro dell’1,4 per cento, dopo anni di stagnazione. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare
che, per il consolidarsi dell’imagine positiva del made in Italy nel mondo, la crescente sensibilità sugli effetti sulla salute dell’alimentazione
ma anche per i riscontri positivi sui
mercati mondiali della vittoria italiana dei mondiali di calcio, complessivamente le esportazioni del
made in Italy agroalimentare fanno registrare un aumento del 6 per
cento nei primi nove mesi del 2006.
Se la tendenza sarà confermata a
fine anno - sottolinea la Coldiretti le esportazioni dell’agroalimentare
nazionale potrebbero raggiungere
la cifra record di oltre 20 miliardi di
Euro contribuendo alla riduzione
del disavanzo commerciale che nel
settore resta comunque particolarmente pesante. Tra i Paesi che
apprezzano di più l’Italia a tavola la
Germania si classifica in pole position seguita - precisa la Coldiretti
- da Francia, Stati Uniti e Spagna
mentre tra le bevande e i cibi Made
in Italy più richiesti all’estero in testa c’è il vino che rappresenta il
prodotto italiano più venduto “fuori
casa” con un valore dell’export stimato nel 2006 pari a 3 miliardi di euro,
ma importanti quote di mercato sono state conquistate anche da pasta,
formaggi, olio, salumi e conserve che contribuiscono a rendere vincente
l’immagine della gastronomia nazionale nel mondo. Tra i nuovi clienti
si afferma la Cina dove l’agroalimentare raddoppia e con un aumento
del 129 per cento è il settore economico nazionale che fa registrare
nel 2006 il più elevato tasso di crescita delle esportazioni nel paese
asiatico con valori record per i vini (+117 per cento), oli e grassi (+148
per cento), formaggi e lattiero caseari (+1077 per cento) e pasta (+49
per cento) anche se i valori assoluti restano contenuti e - secondo le
stime della Coldiretti - a fine anno le esportazioni agroalimentari nazionali in Cina potrebbero raggiungere i 50 milioni di euro sulla base dei
dati Istat relativi ai primi sette mesi dell’anno. Si tratta di risultati positivi
- continua la Coldiretti - consolidati nel periodo delle Feste di Natale e Capodanno durante le quali si
è verificato un successo del tipico
Made in Italy in Italia e all’estero
dove quest’anno sono state spedite ben cento milioni di bottiglie di
spumante con un aumento record
del 20 per cento nel valore delle
esportazioni che sono dirette principalmente in Germania (+18 per
cento), ma anche in Usa (+9,4 per
cento), in Giappone (+62 per cento) e addirittura in Francia (+30 per
cento). I risultati positivi conquistati dalle imprese italiane potrebbero migliorare ulteriormente se dai
negoziati internazionali venisse
un chiaro stop alla contraffazione
e alla pirateria agroalimentare con
un mercato mondiale delle imitazioni di prodotti alimentari Made
in Italy che vale 50 miliardi di euro
pari a circa la metà dell’intero fatturato del settore originale. Per questo - conclude la Coldiretti - bisogna
lavorare sulla valorizzazione dell’identità territoriale con l’informazione
e l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti perchè ciò
che nei prossimi anni si venderà meglio sarà quello che i francesi chiamano il prodotto del “terroir”, legato alla terra del luogo.
B.G.
UNIVERSO SICILIA
GENNAIO 2007
Continua dalla prima pagina
Napolitano a RAI International: “vicino agli italiani nel mondo”
Sullo sviluppo dell’Italia, il presidente ha sottolineato che “non dipende solo dal governo, da
chi ha la responsabilità di governo, dipende dalle iniziative e dal contributo di molti. E quindi, bisogna che ci sia grande impegno e capacità di
iniziative e di innovazione delle imprese, occorre
che ci sia anche un forte contributo dei lavoratori che devono essere aperti al cambiamento.
Le istituzioni ovviamente possono avere un ruolo determinante purché si rafforzino, si rinnovino, e questo è un altro dei grandi capitoli da affrontare nel prossimo anno”. Capitolo viaggi all’estero: nell’agenda del Capo dello Stato ce ne
dovrebbe essere uno in Asia e, forse in Africa,
ma intanto si inizia dalla Spagna, “un importante appuntamento dopo essere stato in Francia e
in Gran Bretagna e, innanzitutto, in Germania.
La Spagna è un altro dei grandi partner europei
dell’Italia ed è anche particolarmente vicino all’Italia per la sua mediterraneità. Poi, mi recherò
ancora brevemente in Germania per un dibattito
sull’Europa in un’università tedesca con il presidente Köhler, e poi sarò, cosa che a me preme
molto, il 14 febbraio a Strasburgo, per rivolgere
un discorso al Parlamento Europeo”.
Intanto, si è animato il consueto dibattito politico sul discorso di Capodanno rivolto dal presidente della Repubblica agli italiani. La parole
di Napolitano sono arrivate con uguale incisività
a tutto il mondo politico, che ha salutato all’unisono i richiami al dialogo, all’etica e ai principi
su cui deve fondarsi il lavoro delle istituzioni. Il
premier Romano Prodi ha apprezzato l’appello
a un’etica politica che possa “costruire coesione
tra gli italiani”, eliminando così il “principale problema” del nostro Paese. Prodi ha insistito sulle “potenzialità” che l’Italia ha per “vincere nella
competizione internazionale”, frenate invece dalle “troppe divisioni e dai troppi particolarismi”. Il
capo di governo ha sottolineato poi i richiami del
presidente alla difesa dei deboli e il messaggio
sul ruolo svolto dall’Italia nelle missioni di pace
internazionali. Ancora dal centrosinistra, Piero Fassino parla di “appello forte al valore della
politica” e di “giusta sollecitazione a istituzioni e
partiti ad essere all’altezza delle aspettative degli italiani”, un popolo pieno di “risorse materiali,
intellettuali e morali” che può contare sulla forza
congiunta di operai, imprese, donne e giovani.
Secondo il segretario dei Ds, il “messaggio
di speranza” di Napolitano invita tutti “a guardare con fiducia al futuro”, in particolare con il suo
appello a considerare i bambini “il simbolo di una
società capace di offrire ai suoi figli serenità, certezze e pace”. L’invito al “dialogo”, raccolto anche
dal leader della Margherita Francesco Rutelli, è
il punto su cui si accordano le voci usualmente
divergenti del mondo politico: grande attenzione
infatti gli è stata rivolta anche dagli esponenti
del centrodestra, che hanno parlato, come nel
caso di Roberto Calderoli (Lega), di “un discorso di alto livello, pieno di passione e che parla di
fatti”. Per il presidente dei senatori di Fi, Renato
Schifani, che richiama anch’egli l’attenzione sul
dialogo e sulla coesione, le parole di Napolitano sono “ricche di stimoli politici”, esprimendo
l’augurio che “possano costituire un monito per
chi in questi mesi sta governando l’Italia come
se avesse una maggioranza dei due terzi, azzerando quanto di buono è stato fatto dal precedente governo”. Sulla stessa lunghezza d’onda,
ma con una carica polemica più evidente, anche
i commenti giunti da An: Maurizio Gasparri ha
sottolineato che “gli appelli al dialogo vanno rivolti al governo che, senza forse avere neppure
la maggioranza, si è impossessato delle istituzioni”. L’Udc, “fondato – come ricorda il segretario Lorenzo Cesa – sulla moderazione e sulla
volontà di dialogo”, condivide pienamente l’appello del Capo dello Stato e mette in evidenza
“la sottolineatura della sintonia tra le istituzioni
repubblicane e la Chiesa cattolica”.
Scop-Tach
La Fondazione Saragat ricorda a Roma il 60° anniversario della fondazione del PSDI
lin ed all’URSS come riferimento - è stata evidenziata anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha rivolto, tramite il
Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, un saluto augurale alla
Fondazione Giuseppe Saragat, indirizzato al
Presidente On. Franco Nicolazzi: “Giuseppe Saragat - ha scritto il Presidente Napolitano, ricordando il suo illustre predecessore - fu ispiratore
e promotore di questa scelta, tesa a portare il
socialismo italiano in uno spazio autonomo, sul
modello delle grandi socialdemocrazie europee.
Collocandosi su una linea riformista spesso in
aspra dialettica con altre forze della sinistra, egli
ha tenacemente continuato nell’impegno antifa-
scista e nel perseguimento degli obiettivi di democrazia, giustizia sociale e libertà. Questo percorso è proseguito con la fondazione del Partito
Socialista Democratico Italiano senza mai lasciar cadere l’obiettivo di sanare la separazione di Palazzo Barberini per attuare la più ampia
unità del movimento dei lavoratori in difesa dei
comuni valori della democrazia e della pace”.
L’On. Nicolazzi a conclusione dell’affollato incontro ha annunciato che a breve la Fondazione
da lui presieduta si farà promotrice di un convegno nazionale al quale saranno invitate tutte le
componenti socialiste che si ispirano alle scelte
riformiste fatte da Giuseppe Saragat.
Antonino Gennaro
Chiti: “entro l’anno la riforma sulla legge elettorale”
sante terreno di confronto”.
Non è d’accordo invece con Chiti il leader dello
Sdi Enrico Boselli: “Non si capisce - afferma - che
fretta c’è. Tutti sembrano preoccuparsi più della
stabilità del governo che verrà nella prossima legislatura, piuttosto che della stabilità del governo
che c’è”. Al vetriolo i commenti dell’opposizione. Il
senatore di An Francesco Storace afferma: “Chiti
ci prende a schiaffi. E’ arrivato a dire che “è l’opposizione a bocciare la legge attuale. Se è vero, perché l’abbiamo approvata? Chi lo ha detto al ministro di Prodi? Chi si candida a pentirsi, fra qualche
tempo, del sostegno al referendum-porcata?”. Tra
il polemico e l’ironico anche il capogruppo di An
al Senato Altero Matteoli: “Visto che Chiti e altri
autorevoli esponenti dei Ds e della maggioranza
annunciano che la nuova legge elettorale va fatta necessariamente entro l’anno, vuol dire che ci
libereremo di Prodi e di questo governo almeno
entro l’anno”. “E’ una notizia - aggiunge - anche
se noi in verità ci auguriamo di liberare il Paese da
Prodi molto prima, ma almeno oggi abbiamo una
data certa”. Gianfranco Rotondi, segretario della
Democrazia cristiana, annuncia: “Vedrò il ministro Chiti la settimana prossima, sin d’ora chiarisco il no al sistema francese e a quello tedesco.
C’è spazio solo per una riforma limitata che salvi
l’impianto di questa legge. Altrimenti è meglio il
referendum”.
Taità
Calcio, Blatter ammette:
“fu un errore non premiare gli azzurri”
“La storia ha detto che è
stato un errore che il presidente della Fifa non abbia premiato
gli azzurri campioni del mondo”.
Così Joseph Blatter ha recitato
l’8 gennaio, in occasione della
premiazione da parte del presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, degli atleti italiani al
Quirinale, il mea culpa per aver
disertato la cerimonia di premiazione ai mondiali di Germania.
“Mi ero già scusato con le autorità sportive e politiche e ora
lo faccio con voi - ha dichiarato
il massimo dirigente della Fifa
- Complimenti, avete dimostrato che i giocatori non c’entravano nulla con calciopoli e che
i principali attori siete voi, non i
dirigenti”. “In Italia il mio gesto è
stato interpretato come un’ostilità - ha continuato Blatter -. E’
esattamente il contrario. L’Italia
ha vinto con merito. Il loro titolo è stato meritato, non ho mai
detto il contrario. L’intervista sull’Australia? Se chi l’ha diffusa
in Italia avesse ascoltato la registrazione, avrebbe capito che
non c’era nulla contro gli azzurri”. Blatter conclude spendendo
parole di elogio nei confronti
dell’ex commissario tecnico,
Marcello Lippi: “Lei è un maestro
del calcio”. In chiave nazionale
destano però preoccupazione le
parole di Francesco Totti. “I tifosi
vogliono sapere quando tornerò in azzurro, ma prima bisogna
vedere se tornerò”, ha commentato il capitano della Roma. “Tra
me e Donadoni non c’è stato
niente di particolare, ma non so
ancora se tornerò in nazionale - prosegue Totti - La finale di
Berlino potrebbe essere stata la
mia ultima partita con l’Italia”.
Nella circostanza è intervenuto anche Gianluigi Buffon,
premiato da Blatter come miglior
portiere del 2006: “Il riconoscimento non è un premio di consolazione rispetto alla mancata
vittoria del Pallone d’oro, non
si può vincere tutto nella vita.
Blanc (l’amministratore delegato della Juventus, ndr) ha detto
che parlerà con i giocatori bianconeri? Fa piacere, anche perché non ci sono solo io. Quanto
al mio futuro, non credo di poter
decidere solo io, non sono così
importante”.
Di rilievo anche le dichiarazioni di Lippi: “Chi dice che senza di me non avremmo vinto il
Mondiale o addirittura saremmo
usciti subito sostiene una grande esagerazione. Quel titolo è
stato il frutto del lavoro di due
anni e di un gruppo unito. I momenti cruciali sono stati il rigore di Totti contro l’Australia e la
partita con la Germania. Decisi
di mettere Del Piero e Iaquinta,
Il presidente della Fifa
Joseph Blatter.
salendo a quattro punte, perché la nostra difesa era molto
più forte della loro e sopportava gli attaccanti tedeschi: volevo
vedere se la loro sopportava le
nostre punte...”. Poi Lippi parla
del suo futuro: “Leggo tante ipotesi, del Milan o di altre squadre.
Ma per ora ho ricevuto proposte
solo dall’estero, tante. Inghilterra, Spagna, Paesi dell’est europeo e Paesi arabi. Non sono
neanche andato a parlare, ma
non per scortesia - conclude
l’ex ct -. Da aprile in poi se arrivano altre proposte mi siederò a
discuterne”.
P.D.
Sicilia, con i fondi del ponte
la variante ferroviaria di Palermo
E’ stato firmato il protocollo d’intesa tra ministero delle Infrastrutture, Regione siciliana, Comune di Palermo e Rfi per la realizzazione della
variante nella costruzione del passante ferroviario
di Palermo. A siglare il documento, il ministro Antonio Di Pietro, il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, il sindaco di Palermo, Diego Cammarata e l’amministratore di Rete Ferroviaria italiana,
Michele Mario Elia.
L’accordo sottoscritto individua il percorso e le
relative scadenze per giungere all’inizio dei lavori,
nei primi mesi del 2007, del passante ferroviario a
doppio binario e del collegamento con l’aeroporto,
così come previsto dall’Apq del 2001. La variante si è resa necessaria per limitare l’impatto ambientale dell’infrastruttura sulla città di Palermo. E’
stato, dunque, previsto l’interramento parziale del
tracciato, nel tratto Orleans-Belgio, per un totale di
7,5 km, con un incremento dei costi stimato in 125
milioni di euro. Con la firma del protocollo d’intesa,
Rfi si è impegnata a presentare, entro il prossimo
31 gennaio, la proposta di variante. Il Comune di
Palermo, invece, dovrà farsi carico di predisporre,
entro il 31 marzo, l’analisi costi-benefici sulla proposta avanzata da Rfi.
Sarà compito del ministero delle Infrastrutture
agevolare l’ottenimento dei pareri e delle autorizzazioni per limitare al massimo i tempi di approvazione del progetto e di esecuzione dell’opera.
La copertura finanziaria del maggior costo sarà
assicurata con le risorse provenienti dai fondi che
erano stato destinati alla realizzazione del ponte
sullo Stretto o, in alternativa dalla Regione siciliana, con il Por 2007-2013. “Ribadiamo – ha detto
peraltro il presidente della Regione, Cuffaro - la
richiesta al governo nazionale di esprimere almeno la disponibilità che il Ponte si realizzi, anche
senza stanziare risorse. E’ infatti impensabile andare sui mercati internazionali a cercare investitori privati che finanzino l’opera, se da Roma non
arrivasse il via libera”.
Autore
Associazione Regionale Sicilgrano - Catania
95124 - CATANIA
Piazza S. Maria di Gesù n. 3
Uffici zonali sono aperti a:
Confesercenti: i cambiamenti climatici la nuova paura degli italiani
schio dovuto alla criminalità e si erano concentrate sul terrorismo e guerre, ora con l’attenuazione
di queste paure, torna nuovamente la preoccupazione per la criminalità (+23 per cento) in ogni
sua forma. Le forze dell’ordine sono un baluardo
contro i criminali per il 12 per cento, la famiglia
rappresenta invece la certezza per il 39 per cento degli italiani, come la religione indicata all’11
per cento. L’amicizia viene considerata come un
fattore che garantisce sempre più (+6 per cento)
tranquillità per il futuro. Secondo Confesercenti
dai recenti rapporti diffusi dall’Unione Europea
emerge un quadro preoccupante sul futuro del
pianeta. Sono ormai irrinunciabili nuove strategie
del governo e nuove misure per far fronte al riscaldamento planetario. Preoccupa la non attuazione
del protocollo di Kyoto e l’indifferenza da sempre
manifestata dagli organi istituzionali sulle fonti di
energia rinnovabili.
Pasqualino Santoianni
7
— Maniace
— Bronte
— Grammichele
— Raddusa
— Castel di Iudica
— San Cono
Tutte le sedi di cui sopra sono ubicate
presso le sedi comunali dell’A.I.C.
Per una puntuale assistenza tecnica in grado di garantire uno sviluppo adeguato
alle nuove tecniche di produzione rivolgetevi all’Associazione Regionale Sicilgrano.
8
GENNAIO 2007
UNIVERSO SICILIA
Web: Portale RAI per agroalimentare siciliano
Il presidente di Rainet, Giampaolo Rossi, l’assessore
regionale all’Agricoltura Giovanni La Via e il consigliere
di Confindustria Sicilia delegato all’agroalimentare, Nino
Grippali, hanno sottoscritto a Palermo la convenzione per
il lancio di un portale su web dedicato al settore agroalimentare dell’Isola. Il nuovo spazio on line sarà accessibile
entro una settimana tramite il sito della Rai ed un indirizzo
autonomo. Fino ad oggi, hanno aderito al progetto di promozione on line 50 aziende della regione. Ognuna di queste imprese sarà inserita nel database telematico ed avrà
a disposizione banner, creatività e articoli, per presenta-
re l’attività e il catalogo. Il nuovo portale si avvarrà delle
immagini sulle filiere di produzione realizzate dalla Rai e
dei contenuti tecnici messi a disposizione dall’assessorato
regionale Agricoltura. “Oggi – ha dichiarato il Consigliere
di Confindustria, Nino Grippaldi – l’industria alimentare siciliana conta 7.500 aziende con 23 mila addetti e fattura 3
miliardi l’anno, rappresentando l’11% del tessuto produttivo nazionale, ma esporta appena il 12% della produzione.
Grazie al portale dedicato ci siamo posti l’obiettivo di salire
ad almeno il 30% di quota export entro il 2008”.
■
CINEMA
Morto Carlo Ponti,
produttore di capolavori
E’ morto il 10 gennaio, all’età di
94 anni, a Ginevra, il produttore cinematografico Carlo Ponti. Era nato
a Magenta, in provincia di Milano,
l’11 dicembre del 1912. Marito di Sofia Loren, dalla quale ha avuto due
figli, Carlo Jr. e Edoardo, Ponti nella sua lunga e fortunata carriera ha
prodotto oltre 140 pellicole molte delle quali sono diventate vere e proprie
icone del cinema internazionale: da
“La Strada” di Federico Fellini (1954)
a “Boccaccio ’70” di Vittorio De Sica
(1962), da “Il dottor Zivago” di David
Lean (1965) a “Blow-Up” di Michelangelo Antonioni (1966). Ed ancora
“La Ciociara” di De Sica (1960) interpretato da Jean-Paul Belmondo e
dalla Loren che per quella pellicola
vinse il premio Oscar come migliore attrice protagonista nel 1962. La
storia d’amore tra lui e la grande diva
ha rappresentato un piccolo grande
scandalo per l’Italia e non solo per la
differenza d’età tra i due.
Ponti, al suo secondo matrimonio, sposò la Loren nel ’57 in Messico quando la sua precedente unione
non era ancora stata annullata.
La notizia suscitò un vespaio di
polemiche soprattutto nel mondo
cattolico di casa nostra tanto da costringere il produttore a prendere la
cittadinanza francese e annullare,
nel 1962, il matrimonio con l’attrice
italiana. Ovviamente si trattò solo di
un modo per mettere a tacere le polemiche visto che i due, il 9 aprile del
1966, si risposarono nuovamente in
Italia. Ma nonostante ciò la coppia
subì le ritorsioni di alcune riviste di
settore che snobbarono le loro pelli-
Carlo Ponti,
produttore cinematografico.
cole. Il ’66 però fu l’anno di un capolavoro: “Blow-Up” che nel ‘67 si aggiudicò la Palma d’Oro al Festival di
Cannes e fu candidato a due premi
Oscar: come miglior regia e miglior
sceneggiatura.
Nel 1968 Ponti firmò la produzione anche di “Questi Fantasmi”,
un film tratto da una commedia di
Eduardo De Filippo che vede la Loren al fianco di Vittorio Gassman. Per
volere della famiglia, i funerali di Carlo Ponti si svolgeranno in forma strettamente privata.
Autore
UIM:
Fotografie
catanesi
in mostra
a Montevideo
Dopo aver curato delle iniziative promozionale a Milano, Colonia, Brasilia, San
Paolo e Londra, per volontà del presidente
della Provincia di Catania, Raffaele Lombardo, l’etneo Paolo Barone ha inaugurato,
presso la sede dell’Unione Italiani nel Mondo (Uim) di Montevideo, la mostra fotografica con protagonista lo splendido territorio
catanese. Sedici immagini suggestive, di
grande formato (1 metro per 2), su natura,
arte, architettura, cultura, storia e tradizioni
che portano il fascino della terra dell’Etna
in Uruguay: quasi un “ponte ideale” che si
lancia verso la comunità italiana, composta
da siciliani in particolare, da generazioni
ormai ramificata in questo paese. All’inaugurazione, che è stata preceduta dalla
proiezione del documentario sulle bellezze
catanesi, intitolato “La terra dove nasce il
colore”, sempre a cura di Barone, hanno
partecipato, oltre ai responsabili della Uim
uruguaiana, brasiliana e dell’America del
sud, anche rappresentanti delle istituzioni
culturali, dei circoli e delle associazioni italiane e siciliane a Montevideo. La mostra,
che ha già avuto diversi positivi riscontri da
parte della stampa della capitale, resterà
aperta fino alla metà di marzo per permettere, con la ripresa delle attività post-feriali (in Uruguay ora è estate), e in raccordo
con l’Ambasciata d’Italia a Montevideo,
ulteriori occasioni per la sua pubblicazio
ne.“Iniziative come queste – sottolinea il
presidente Lombardo –, che spiccano per
l’agilità organizzativa e i bassissimi costi di
realizzazione, vogliono dimostrare che è
possibile sperimentare modelli nuovi ed efficaci di promozione basati innanzitutto su
di un grandissimo attaccamento alla nostra
terra”.
C.V.
Ferrari, Raikkonen si presenta:
“sono Kimi, non Schumi”
“Michael Schumacher è stato un grandissimo di questo sport,
ma io sono Kimi e non Michael.
Ho il mio modo di lavorare e non
ho intenzione di cambiarlo”. Queste le prime parole del neo pilota
della Ferrari, Kimi Raikkonen, nella prima apparizione ufficiale con
la Rossa al tradizionale meeting di
Madonna di Campiglio. “I paragoni
si devono fare soltanto dopo qualche gara, non prima - spiega il finlandese - So che qui c’è un pubblico molto caloroso, ma non sento
la pressione, del resto c’era anche
negli altri team, ma qui sono in una
squadra speciale come la Ferrari. In ogni caso dovrò abituarmi”.
Il driver finlandese esordirà a fine
mese alla guida della monoposto
del Cavallino, circa 15 giorni dopo
il suo compagno di squadra, Felipe
Massa. “Per me non è un problema - afferma Raikkonen - so che
partiamo alla pari, con lo stesso
materiale e con gli obiettivi di ogni
anno: provare a vincere le gare e
il campionato del mondo”. Prima
di Raikkonen ha parlato il brasiliano della Rossa, Massa: “Partiamo
alla pari, con gli stessi obiettivi, ma
io so che ho un’opportunità unica:
Il neo pilota della Ferrari, Kimi Raikkonen.
quella di essere al posto giusto nel
momento giusto”. Il pilota carioca,
infatti, rispetto al collega nordico ha
il vantaggio di avere un anno in più
di esperienza alla Ferrari: “Saranno
importantissime le prime gare per
capire chi sarà il più veloce - dice
Massa - ma non sono matto e penso giorno per giorno, sapendo di
avere un’opportunità unica e i mezzi per raggiungerla”.
Non poteva mancare un riferimento all’assenza di Schumacher:
“Quest’anno sarà un campionato
molto più combattuto per l’assenza
di Schumi - prosegue il brasiliano
- ma ci sono piloti come Alonso e
lo stesso Raikkonen che sono molto forti. Poi bisogna vedere come si
comporteranno la Renault e le altre
squadre”. Massa si sofferma anche
sulla questione legata alle gomme,
sempre determinante nell’ottica
iridata: “Un altro elemento importante sarà quello delle gomme che
saranno uguali per tutti, noi siamo
più lenti, ma questo vale per tutte le
squadre - conclude Massa - So di
avere grande considerazione all’interno della squadra e credo di poter
essere competitivo”.
P.L:
Canada:
Merito
di guerra
a siciliano
di Toronto
L’ottantatreenne siciliano Corrado Cianchino, unico membro della sua
famiglia ad essere stato arruolato nell’esercito italiano durante la seconda
guerra mondiale, è stato insignito dal
console generale d’Italia a Toronto,
Emanuele Punzo, di una “Croce al Merito di Guerra”. Un riconoscimento che
ha commosso e riempito di orgoglio
Cianchino, così come testimoniano le
parole della figlia Rose: “Ogni Remembrance Day mio padre si sentiva tagliato fuori, così due anni fa ho contattato
il governo italiano chiedendo di riconoscere l’impegno di mio padre durante
la guerra del 1942, in qualità di membro del reparto di fanteria del Regio
esercito, sotto il re Vittorio Emanuele
terzo. Ora che ha ricevuto la medaglia
– continua Rose – è contento come un
bambino”. Arruolatosi nel 1942, Cianchino fu catturato un anno dopo dagli
Alleati a Nicosia, in Sicilia, divenendo
prigioniero nonostante stesse lottando contro Mussolini. Durante i tre anni
successivi Cianchino fu trasferito nei
campi di prigionieri dell’Africa e delle
isole britanniche. “Della guerra comunque non parla mai male”, precisa la figlia Rose. Allora analfabeta, Cianchino
non poté mai quindi scrivere una lettera
alla famiglia, che, fino a quando venne
liberato (1946), lo credé morto. Tornato
a casa, Cianchino si dedicò per diversi
anni all’agricoltura; solo dopo aver conosciuto la sua futura moglie, decise di
trasferirsi assieme a lei in Canada nel
1960, per cominciare una nuova vita,
cercando di cancellare le ferite lasciate
dal secondo conflitto mondale.
U.S.
UNIVERSO SICILIA
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Hanno collaborato: Carmelo Ambra - Giuseppe Miraglia
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Chiuso in redazione il 20 Gennaio 2007
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