TAXE PERÇUE TASSA RISCOSSA Periodico Mensile dell’INPAL per i Siciliani nel Mondo - Anno XVIII - N. 1 GENNAIO 2007 - P.I. Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 comma 20/B - Legge 662/96 D.C.I. Sicilia Prov. CT Direzione, redazione e Amministrazione: Ufficio Zona INPAL - 95031 Adrano - Piazza Mercato, 72 - Tel. 095 7692946 - Fax 095 7602814-7153840 - e-mail [email protected] La Fondazione Saragat ricorda a Roma il 60° anniversario della fondazione del PSDI Il messaggio del Capo dello Stato Nella storica cornice di Palazzo Barberini, oggi sede della Galleria Nazionale d’Arte Antica, dove l’11 gennaio del 1947 nacque il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (poi diventato PSDI), con una forte prolusione dell’On. Franco Nicolazzi è stato celebrato il 60 ‹ anniversario della nascita della Socialdemocrazia italiana ed è stata ricordata al contempo la straordinaria figura del suo Fondatore, Giuseppe Saragat. L’iniziativa della Fondazione Saragat, della quale l’On. Nicolazzi è il Presidente, ha visto la presenza di numerosissimi esponenti di rilievo del mondo socialdemocratico e socialista, provenienti da tutte le parti d’Italia, fra cui gli ex Segretari Nazionali del PSDI Antonio Cariglia e Pietro Longo ed i parlamentari Stefania Craxi, Gianni De Michelis, Valdo Spini ed Ugo Intini. Molti i messaggi di saluto pervenuti, fra cui quello del Presidente Nazionale della FNPAIC, Vincenzo Castiglione. Il Presidente Onorario e decano dei socialdemocratici italiani, l’ex Ministro On. Luigi Preti, che era già parlamentare socialista ai tempi della fondazione del PSLI - alla quale prese attivamente L’ex Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, fondatore del PSDI. parte - ha ricordato il contributo essenziale dei socialdemocratici alla libertà ed alla democrazia dell’Italia in un saggio che riportiamo a parte. La scelta di campo riformista ed in favore dell’Occidente democratico - compiuta da Saragat quando tutto il resto della sinistra italiana guardava a StaContinua a pag. 7 Antonino Gennaro Confesercenti: I cambiamenti climatici la nuova paura degli italiani L’ombra del disastro climatico è la nuova paura degli italiani che, però, continuano a temere il dilagare della criminalità diffusa. E’ questo, in sintesi, quanto emerge dall’indagine ResPublica Swg - Confesercenti sulle paure per il presente e il futuro degli italiani che vedono nel clima una nuova minaccia. Secondo il 15 per cento degli intervistati (+4 per cento rispetto al 2005) sono infatti i cambiamenti del clima i nuovi incubi. Le risposte sottolineano come la situazione climatica e ambientale rappresenti un problema con il quale fare i conti che sta cambiando le abitudini di vita, anche a causa dell’impatto economico e finanziario sulle famiglie. C’è quindi un sentire diffuso tra i cittadini che fotografa un quadro preoccupante per il pianeta e i suoi abitanti, così come delineato nel recente rapporto della Commissione europea dove si paventano conseguenze drammatiche per le aree meridionali del continente. In particolare emerge un protagonismo, nel bene e nel male, del Mediterraneo. Oggi al centro delle previsioni di surriscaldamento climatico, ieri luogo di tensioni terroristiche, di conflitti e tensioni economico-religiose. Non a caso all’aumento del timore per il surriscaldamento, si contrappone un “raffreddamento” della paura del terrorismo e delle guerre, che sommati passano dal 63 per cento del 2005, al 39 per cento del 2006. I timori degli italiani si spostano secondo un principio simile a quello dei vasi comunicanti: nel 2005 le ansie avevano abbandonato il riContinua a pag. 7 Pasqualino Santoianni Napolitano a RAI International: “vicino agli italiani nel mondo” “Io ho rivolto un augurio per il nuovo anno a tutti gli italiani, a quelli che sono in Patria e a quelli che sono all’estero: questi ultimi sono molto vicini alla mia attenzione, alla mia sensibilità e al mio impegno. Naturalmente, l’impegno è dare risposte che servano al Paese, che facciano progredire e crescere il nostro Paese nel suo insieme e che valgano anche come punto di riferimento per coloro che vivono e operano, talvolta da lungo tempo, lontano dall’Italia”. Così inizia l’intervista che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha rilasciato al direttore di Rai International Piero Bada- loni. Parlando dell’accesso dell’Italia al Consiglio di sicurezza dell’Onu, il Capo dello Stato ha sottolineato come si tratti di “un riconoscimento molto importante” e che “non era affatto scontato”. “L’ambizione dell’Italia è di non rappresentare solo se stessa, di parlare il più possibile anche a nome dell’Europa – ha spiegato l’inquilino del Quirinale –. Ora, è vero che ci sono due grandi Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza: la Francia e la Gran Bretagna che sono grandi Paesi europei, però noi vorremmo portare una voce unitaria dell’Europa in quell’importante consesso e, siccome Benedetto XVI: “La dignità della persona fondamento della pace” “Quest’oggi contempliamo Gesù, nato da Maria Vergine, nella sua prerogativa di vero ‘Principe della Pace’. Egli ‘è la nostra pace’, venuto ad abbattere il ‘muro di separazione’ che divide gli uomini e i popoli, cioè ‘l’inimicizia’. Per questo, sempre Paolo VI, di venerata memoria, volle che il 1° gennaio diventasse anche la Giornata Mondiale della Pace: perché ogni nuovo anno incominci nella luce di Cristo, il grande pacificatore dell’umanità”. Lo ha detto, prima dell’Angelus, Benedetto VXI ai fedeli che affollavano piazza San Pietro nel giorno di Capodanno. “Rinnovo quest’oggi il mio augurio di pace ai Governanti e ai Responsabili delle Nazioni e degli Organismi internazionali e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà”, ha proseguito il Papa. “Lo faccio particolarmente con lo speciale Messaggio che ho preparato insieme ai miei collaboratori del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, e che quest’anno ha per tema: “La persona umana, cuore della pace”. Esso tocca un punto essenziale, il valore della persona umana, che è la colonna portante dell’intero grande edificio della pace”. “Oggi si parla molto di diritti umani – ha proseguito Benedetto XVI - ma spesso si dimentica che essi hanno bisogno di un fondamento stabile, non relativo, non opinabile. E questo non può che essere la dignità della persona. Il rispetto per questa dignità comincia dal riconoscimento e dalla tutela del suo diritto a vivere e a professare liberamente la propria religione. Alla Santa Madre di Dio rivolgiamo con fiducia la nostra preghiera, perchè si sviluppi nelle coscienze il sacro rispetto per ogni persona umana e il fermo ripudio della guerra e della violenza. Aiutaci, Maria, Tu che hai dato al mondo Gesù, ad accogliere da Lui il dono della pace e ad essere sinceri e coraggiosi costruttori di pace”, ha concluso il pontefice. Francesco Forte abbiamo davanti a noi sfide e anche rischi molto gravi, la voce dell’Europa deve risuonare con forza e noi ci auguriamo che riesca a farlo attraverso i rappresentanti italiani”. Un’Europa che, secondo Napolitano, deve parlare “con una voce sola”, concertando “il più possibile le posizioni” e affrontando “per tempo i problemi, prima che giunga il momento della presa di posizione”. “Io credo che aiuterebbe moltissimo l’avere un ministro europeo degli affari Esteri, che è una delle principali innovazioni previste dal Trattato costituzionale, quel Trattato che é sta- to già ratificato da ben diciotto Paesi – argomenta Napolitano –. Purtroppo, due lo anno bocciato con dei referendum e ancora non é chiara la via d’uscita da questa situazione che é una situazione di crisi istituzionale”. Continua a pag. 7 Scoop-Tach Chiti: “Entro l’anno la riforma sulla legge elettorale” “Entro l’anno”. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti fissa i tempi per la riforma della legge elettorale. “Ben vengano le iniziative che portino a un approfondimento”, spiega commentando la nascita del comitato anti-referendum con Udeur e Lega, a patto che non siano “iniziative strumentali”. Il ministro auspica infatti il varo di una riforma con “larga condivisione tra maggioranza ed opposizione”. Legge e non referendum: “E’ importante – sottolinea - che ci sia un dibattito alto e un approfondimento serio. Tutta la maggioranza e l’opposizione che ho incontrato – ha precisato - hanno mostrato un’intesa attorno a due ipotesi: o correzione profonda dell’attuale legge o assunzione di un modello riferito a quello dei Comuni o delle Regioni. Naturalmente questo è un modello di fondo, poi si tratta di articolarlo, ma su questo – conclude il ministro - ho registrato intese che non sono banali e non sono risicate”. Tra i Ds c’è pieno sostegno alle parole di Chiti. “Io sono convinta - spiega la capogruppo dell’Ulivo al Senato Anna Finocchiaro a proposito della riforma della legge elettorale – che vada fatta, visto che c’è la scadenza referendaria che incombe, visto che siamo in ballo allora facciamola”. “Nel referendum – precisa - resta irrisolto il nodo sulle rappresentanze elettorale, ora predefinite dalle segreterie dei partiti e non c’è nessuna libertà di scelta da parte dei cittadini”. Secondo il segretario dei Ds Piero Fassino “è necessario che il ministro Chiti concluda la sua ricognizione per determinare un orientamento unitario sulla legge elettorale e vedere se c’è una soluzione che eviti l’uso strumentale del referendum che la destra sta mettendo in campo”. “Sulla legge elettorale - sostiene Fassino - è in campo un’iniziativa referendaria non sollecitata né promossa dal centrosinistra. Nelle ultime settimane sta maturando la scelta da parte del centrodestra, quanto meno di Forza Italia e An, di assumere il referendum come uno strumento per accorciare la legislatura e portarci al voto. Di Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti. fronte a questa strategia – ha proseguito il leader della Quercia – non solo dobbiamo dire che è sbagliata, ma prendere un’iniziativa unitaria del centrosinistra”. Il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli ritiene che “fissare la data è già un elemento importante perché la riforma elettorale è bene che si faccia a inizio legislatura e l’intesa si può trovare e si deve trovare attraverso un sistema che garantisca governabilità e pluralismo”. “E’ positivo – commenta anche il capogruppo di Rifondazione alla Camera, Gennaro Migliore - che si continui il percorso di confronto per una riforma che tenga conto della complessità politica e sociale del nostro Paese, al di là dei modelli. La strada del referendum, inopportunamente proposto da settori trasversali della maggioranza e dell’opposizione va resa impraticabile nei fatti, costruendo le condizioni per una riforma in Parlamento”. Secondo il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena “il tracciato indicato da Chiti per ridisegnare la legge elettorale è un interesContinua a pag. 7 Taità 2 GENNAIO 2007 UNIVERSO SICILIA Autolinee, in Sicilia riduzione corse e licenziamenti Il comitato esecutivo dell’Anav Sicilia, l’associazione delle imprese private di trasporto pubblico locale in concessione, riunitosi in seduta straordinaria, ha approvato all’unanimità le linee guida e le procedure da seguire per l’attivazione ed il conseguente invio delle formali comunicazioni ai dipendenti delle aziende per i licenziamenti collettivi per riduzione di personale di cui agli artt. 4 e 24 della legge nazionale 223/1991. “I motivi che, purtroppo, costringono le aziende a ridurre il personale impiegato sono ben noti – si legge in una nota. Nonostante gli impegni di legge per il settore decorressero dal 2006, la Regione Siciliana non ha ancora attuato la legge 19/2005, né ciò è previsto nei disegni di legge della Finanziaria 2007 e del bilancio regionale 2007. Il Parlamento siciliano, con la legge 19, aveva previsto la trasformazione delle attuali concessioni in contratti triennali di affidamento provvisori e aveva statuito l’aggiornamento dei corrispettivi secondo gli indici Istat, al fine di compensare parzialmente il divario tra i costi sostenuti dalle aziende esercenti il servizio ed i ricavi derivanti dall’espletamento dell’attività. Tale situazione mette le aziende private nelle condizioni di non poter più far fronte agli attuali programmi di esercizio, in quanto andrebbero incontro al dissesto finanziario”. Di conseguenza, dalla fine di febbraio sarà ridotto il numero delle corse di alcune concessioni, a partire da quelle meno frequentate, e saranno esternalizzati alcuni servizi quali le officine e le manutenzioni, con conseguente riduzione del personale dipendente. Tutta la documentazione relativa all’avvio delle procedure di mobilità è nelle mani delle aziende, che stanno individualmente predisponendo le comunicazioni per iniziare il relativo iter. A.P. Palermo, Orlando: basta falsità dall’ufficio stampa comunale “Presso il Comune di Palermo si sta sempre più diffondendo la prassi di attribuire ai giornalisti dell’ufficio stampa l’infelice incarico di diffondere notizie false di cui evidentemente gli assessori competenti non vogliono prendersi la responsabilità”. La denuncia viene da Leoluca Orlando, candidato del centrosinistra alle elezioni primarie del comune di Palermo, e riguarda quella che lo stesso Orlando definisce “la prassi scandalosa di dare informazioni assolutamente e sfacciatamente false su temi delicatissimi che hanno anche a che fare anche con la salute dei cittadini, con note diffuse dall’ufficio stampa, non firmate e senza che le stesse informazioni siano attribuite ad alcun componente dell’Amministrazione”. Orlando, che chiede all’Ordine dei giornalisti di intervenire “a tutela della professionalità e dei diritti dei professionisti dell’Ufficio stampa di Palermo”, cita in particolare due casi: “Quello della diffusione di dati a dir poco fantasiosi sull’inquinamento dell’aria a Palermo, smentiti dall’Arpa, dal ministero e dalla Protezione Civile e quello di oggi, quando in un comunicato non firmato si afferma che la sentenza della Cassazione sulle zone blu, non ha alcun effetto in città perché ad ogni zona blu ne corrisponde un’altra libera”. Si tratta con tutta evidenza, e come bene sanno gli abitanti di tutto il centro cittadino, di una affermazione falsa di cui però nessuno, visto che il comunicato stampa non è attribuito ad alcun assessore, vuol prendersi la paternità, scaricando la responsabilità formale e professionale sui giornalisti dell’ufficio stampa”. “Anche in questo caso - conclude Orlando - siamo di fronte ad una non-amministrazione comunale”. S.G. Web, parte il TG della Regione Siciliana L’informazione della Presidenza della Regione siciliana arriva sul web e sul satellite. E’ in rete la prima edizione del tg realizzato dall’Ufficio stampa sulle attività dell’Amministrazione. Il telegiornale ha una durata di dieci minuti, è visibile in qualsiasi momento sul sito www.regione.sicilia.it e andrà in onda ogni giorno alle 12, sul canale Administra.it (887 della piattaforma Sky). In questa prima fase sperimentale la cadenza del tg sarà settimanale. Sul canale satellitare è previsto anche un aggiornamento delle news in tempo reale. “Siamo convinti - spiega il presidente Salvatore Cuffaro - che tali strumenti possano costituire un veicolo moderno e veloce per mettere ancora di più la pubblica amministrazione al servizio della gente. Non una tv del presidente o del governo, ma una tv del cittadino e per il cittadino, con il vantaggio di non avere confini e di essere visibile in ogni parte del globo”. Sono decine le amministrazioni che, nel nostro Paese, hanno già investito nei nuovi servizi di e-government. La Regione siciliana, nell’aprile del 2005, ha aderito al progetto di ricerca “Administra” co-finanziato dall’Agenzia spaziale europea. “Adesso - aggiunge Cuffaro - siamo pronti a partire impegnandoci a utilizzare un linguaggio semplice ed efficace, così come richiedono le tecniche di una corretta e imparziale informazione giornalistica”. A.T. Il cantastorie Trincale va in pensione, Catania gli dedica un museo Il cantastorie siciliano Franco Trincale va in pensione dopo cinquanta anni di attività e la Provincia di Catania allestirà un museo permanente delle sue opere d’arte. Il presidente della Provincia Raffaele Lombardo e l’assessore alla cultura Serafina Perra hanno presentato il progetto di un museo stabile del vasto archivio storico delle opere collezionate da Trincale durante l’arco di circa 50 anni di attività nel mondo. Nell’occasione Trincale ha presentato una piccola campionatura di ogni sezione delle opere prodotte e si esibirà con brevi ballate e poesie “imbracciando” la storica chitarra costruita negli anni ‘60 dal celebre liutaio milanese Antonio Monzino e che gli fu donata, nel 1968, dagli operai dell’Alfa Romeo in lotta. Franco Trincale, cantastorie, classe 1935, originario di Militello (CT) ma da una vita cittadino milanese, per anni ha cantato in Corso Vittorio Emanuele, dietro l’abside del Duomo (finché un’ordinanza comunale, nel 2002, vietò l’uso di qualunque impianto di amplificazione, “in quanto causa di molestie alla cittadinanza”). Trincale cantava le vicende del Paese e della sua città adottiva con lo stile del “cunto” siciliano, sullo sfondo dei cartelloni allegorici: una produzione musicale e pittorica che oggi riassume mezzo secolo di storia italiana ed internazionale, raccontata con ironia e spirito critico (dalle vicende degli immigrati del sud, delle lotte operaie e degli anni di piombo, a Tangentopoli e alle invettive contro la guerra e le difficoltà della gente comune; da Maradona e Cicciolina a San Berlusca). Ballate che gli sono valse popolarità e un posto nella storia della città di Milano, oltre a una citazione di Silvio Berlusconi presso il tribunale di Milano nel 2002. C.R. Adrano I nuovi organi dell’A.I.C - F.N.P. Adrano – Sabato 6 gennaio l’assemblea degli iscritti all’A. I.C. ha eletto i nuovi organismi statutari, giusto come previsto dallo statuto dell’Associazione. L’assemblea è stata presieduta dal presidente provinciale dell’A. I.C. Vincenzo Castiglione il quale dopo avere insediato l’ufficio di presidenza ha ringraziato i nuovi associati che si accostano all’associazione dei pensionati dell’A.I.C.. Subito dopo la relazione di D’agate in nome del comitato di segreteria sono intervenuti nel dibattito numerosi iscritti. Ai lavori dell’Assemblea ha parte- cipato il dott. Pippo Leocata il quale ha portato il saluto della UIL di Adrano, sottolineando i problemi che travagliano la comunità Adranita e in particolare le categorie più deboli fra cui i pensionati e i disoccupati. Ha concluso i lavori il segretario dell’associazione sig. Michele Catalano che appena eletto ha ringraziato tutti i presenti per la fiducia accordatagli Del comitato di presidenza fanno inoltre parte Pietro la Rosa, Antonino D’Agate, Angelo Lo Cicero, Nicolò Liotta, Salvatore Pantò, Alfredo Torrisi. A. T. Festival di Sanremo: scelti i 20 big in gara Sono stati comunicati i nomi dei 20 cantanti che il direttore artistico del Festival di Sanremo Pippo Baudo, in accordo con la Commissione Artistica (Paolo Buonvino, Patrizia Ricci e Dario Salvatori), ha invitato a partecipare alla 57esima edizione del Festival (in programma dal 27 febbraio al 3 marzo) nella sezione “Campioni”. Ecco l’elenco: Al Bano - Nel perdono Leda Battisti - Senza me ti pentirai Gianni e Marcella Bella - Forever (Per sempre) Fabio Concato - Oltre il giardino Simone Cristicchi - Ti regalerò una rosa Johnny Dorelli - Meglio così Francesco con Roby Facchinetti - Vivere normale Amalia Grè - Amami per sempre Mango - Chissà se nevica Piero Mazzocchetti - Schiavo d’amore Paolo Meneguzzi - Musica Milva - The show must go on (Titolo Provvisorio) Nada - Luna in piena Paolo Rossi - In Italia si sta male Antonella Ruggiero - Canzone fra le guerre Daniele Silvestri - La paranza Stadio - Guardami Tosca - Il terzo fuochista Velvet - Tutto da rifare Zero Assoluto - Appena prima di partire «Premio giornalismo», ad Azzia (Sicilia Mondo) il Garofano d’Argento Il cantastorie siciliano Franco Trincale. Anche quest’anno, è stata celebrata a Giarre, in provincia di Catania, la tradizionale Festa “Piante e Fiori per l’Europa” giunta alla XXXII edizione con la conse gna a Palazzo Municipale del premio internazionale “Garofano d’argento 2006” alle personalità che si sono distinte per i diritti umani e civili, la donna ed il lavoro, la professionalità, il giornalismo, il florovivaismo e l’agricoltura. In questa edizione, il “Premio Internazionale Giornalismo” è stato conferito con la consegna del “Garofano d’argento 2006” a Domenico Azzia direttore del periodico “Sicilia Mondo”, che con brevi parole, ha voluto dedicare l’ambito riconoscimento ai siciliani sparsi nel mondo in occasione delle Feste natalizie. La Festa dei fiori di Giarre, guidata fin dal suo nascere nel 1975 dal patron Carlo Calì, presidente dell’associazione culturale “I fio- Domenico Azzia direttore del periodico “Sicilia Mondo”. ri di Giarre e dell’Etna”, è entrata nel calendario nazionale delle manifestazioni del florovivaismo diventando il punto di riferimento e di incontro promozionale e di scambio commerciale degli operatori nazionali ed europei del florovivaismo e dei prodotti tipici etnei ed europei D.A. UNIVERSO SICILIA GENNAIO 2007 Quel discorso a Palazzo Barberini che cambiò la storia dell’Italia di Luigi Preti Io fui eletto deputato alla Costituente nel giugno 1946 e mi impegnai molto per realizzare la Costituzione. Allora c’era un solo Partito socialista, del quale era segretario Pietro Nenni. Giuseppe Saragat era stato eletto presidente dell’Assemblea costituente e tale rimase fino a quando, dopo Palazzo Barberini, diede ovviamente le dimissioni. Alla Costituente eravamo un po’ più di cento deputati socialisti, ed io ero fra i pochissimi giovani. Non condividevo le idee del segretario del Partito, Pietro Nenni, il quale insisteva sul patto d’unità d’azione col Partito comunista, allora legatissimo all’Urss e a Stalin. Presi contatto con i parlamentari contrari al patto d’unità d’azione: buona parte degli anziani la pensavano come me. Andai anche a parlare con Saragat a Montecitorio nel suo ufficio particolare del quale disponeva come presidente della Costituente. Gli esposi il mio pensiero, che era assai simile al suo, ma devo riconoscere che in quel colloquio egli non si sbilanciò, forse perchè mi conosceva poco e non poteva fidarsi di me. La situazione politica era difficile e nelle elezioni amministrative il collegamento tra Partito socialista e quello comunista aveva dato risultati assai positivi. Come altri, io temevo che se alle elezioni politiche successive alla Costituente il Partito socialista unito, guidato sempre da Nenni, si fosse collegato con il Partito comunista, del quale era segretario Palmiro Togliatti, era molto probabile che quella coalizione vincesse le elezioni e realizzasse un governo democratico sì, ma un po’ troppo legato all’Unione Sovietica e non all’Occidente. La Democrazia Cristiana era il partito più forte, a la superava un accordo tra il Partito socialista di Nenni e quello di Togliatti. Assai notevole era la preoccupazione di quei laici i quali temevano un accordo tra il Psi e i comunisti. Molti miei amici dicevano: “Se questi vincono le elezioni ci allontaneremo dall’Occidente per andare verso l’Unione Sovietica con Nenni presidente del Consiglio e Togliatti suo ispiratore”. Evidentemente così la pensava anche Saragat e l’11 gennaio si presentò a Palazzo Barberini per tenere il discorso fondamentale, mentre all’Università si teneva il congresso del Partito socialista. Molti socialisti moderati non andarono al congresso e preferirono ascoltare a Palazzo Barberini il discorso di Saragat. Poiché io ero deputato, fui sollecitato da molti amici di Nenni a partecipare al congresso voluto, oltre che dallo stesso Nenni, da Lelio Basso, uomo molto intelligente e preparato ma troppo sinistroide. Mi rifiutai di andare e preferii ascoltare il discorso di Saragat a Palazzo Barberini. I giornali facevano capire che ci sarebbe stata una rottura tra i due maggiori esponenti del socialismo. La grande sala di Palazzo Barberini era piena di socialisti moderati di tutta l’Italia, che speravano molto in Saragat. Io avevo un posto importante nel salone perché ero membro del Parlamento. Il discorso di Saragat fu fondamentale e applauditissimo. Egli denunciò l’Unione Sovietica, sostenendo che non era un Paese democratico, ed esaltò con grande calore la democrazia politica occidentale. Era ciò che volevano i suoi ascoltatori moderati, i quali avevano aderito al Partito socialista ritenendolo un movimento politico di sana democrazia, e si erano accorti che Pietro Nenni lo indirizzava diversamente. I cat- Luigi Preti, «il padre nobile» della politica italiana Coerenza e passione di un socialista democratico in un laavoro autobiografico di recente pubblicazione tolici della Democrazia Cristiana erano nettamente contrari all’Unione Sovietica, ma mancava un partito democratico forte che sostenesse la democrazia e le idee occidentali. Tra infiniti applausi Saragat proclamò la creazione del Partito socialdemocratico, ma non era questa la cosa fondamentale. Egli si rivolgeva a tutti i cittadini laici incerti, i quali non credevano in Nenni, ma non erano riusciti a costituire un grande partito liberale per mancanza di una adeguata propaganda. Tutta la stampa italiana esaltò il grande discorso di Saragat, che era un invito a rivolgersi all’Occidente e a riconoscere che l’Unione Sovietica era avversa alla democrazia. Quello di Saragat fu il primo discorso decisamente avverso all’Urss ed esaltato dalla grande maggioranza dei giornali e da quasi tutte le associazioni di categoria. Saragat costituì in quell’occasione il Partito socialdemocratico al quale aderirono circa la metà dei deputati del Psi eletti alla Costituente. Immenso fu l’entusiasmo e c’erano a Palazzo Barberini, oltre agli anziani deputati socialisti anteriori al fascismo, tantissimi giovani che avevano aderito al Partito di Parigi: torna sulla Senna il Presepe di Caltagirone Per il quarto anno consecutivo, la chiesa di Sant Sulpice di Parigi ha ospitato il monumentale presepe animato di Caltagirone, prodotto eccellente della tradizione ceramistica siciliana. Alla presenza di un pubblico numeroso, è stato Fortunato Bertelli, Nunzio Apostolico di Parigi, a benedire il presepe e pronunciare parole di vivo ringraziamento per l’iniziativa della Provincia di Catania, che testimonia “la fedeltà alle tradizioni cristiane di tutta la Sicilia”. In rappresentanza della suddetta Provincia, erano presenti all’evento inaugurale: l’assessore al Turismo Antonino Amendolia, i consiglieri provinciali Mario Grancagnolo ed Elio Tagliaferro, il console Generale d’Italia Alessandro Levi Sandri, e il consigliere agli affari culturali dell’Ambasciata d’Italia, Roberto Martini. La superba chiesa di Saint Sulpice, conosciuta dai parigini per gli affreschi della sua volta, dipinti dal Delacroix, e per il suo monumentale Organo, il più grande della città, è una delle chiese più visitate dai turisti negli ultimi tempi, stimolati, soprattutto, di poter conoscere e scrutare i luoghi dove Dan Brown ha ambientato il suo “Codice Da Vinci”. L’iniziativa è stata resa possibile per la riconfermata collaborazione attivata con la “Casa Sicilia” di Parigi, guidata dal suo presidente Antonino Lagumina. Tra le navate della chiesa 3 gotica, i coreografi calatini hanno ricostruito un vero e proprio borgo siciliano: con case di gesso, calce, pietra e legno, così come si costruivano un tempo, contornate da mille lampadine colorate. “Quest’anno siamo impegnati in contemporanea su de fronti – ha tenuto a sottolineare l’eurodeputato Raffaele Lombardo - quello di Dublino e questo di Parigi, dove torniamo convinti confortati soprattutto dalle presenze di visitatori degli anni passati e dall’incremento del movimento turistico francese registrato nel corso dell’anno verso la nostra provincia. Siamo oltremodo convinti che l’iniziativa lanciata dalla Provincia di Catania per la promozione dell’immagine turistica della provincia dell’Etna all’estero e l’intercettazione di flussi turistici passa, anche, attraverso la conoscenza della cultura legata al territorio e alle sue tradizioni, come quella della nostra arte della ceramica”. La cerimonia di inaugurazione del presepe si è conclusa con un ricco cocktail di prodotti siciliani nello spazio occupato da Casa Sicilia nell’antistante “Mercato di Natale” di piazza Saint Sulpice. In questo mercato, Casa Sicilia ha aperto un ristorante, un bar e varie boutiques per la vendita di prodotti dell’artigianato e dell’alimentare siciliano. C.C. Nenni in mancanza di un altro, ma che si sentivano profondamente legati all’Occidente. Io ricordo, quando uscì da Palazzo Barberini, il fervore del gran numero dei partecipanti, i quali mi conoscevano come membro del Parlamento. Il discorso di Saragat fu essenziale perché riuscì a cambiare la situazione politica italiana, anche se il nuovo Partito socialdemocratico da lui creato non raggiunse alle elezioni del 1948 il numero di voti che noi speravamo. Esso contribuì moltissimo ad abbassare il prestigio non solo del Partito comunista di Togliatti, ma anche del Partito socialista di Nenni. Togliatti e Nenni si presentarono insieme alle elezioni del cosiddetto Fronte popolare, ma furono strabattuti perché le idee di Saragat avevano convinto molti cittadini, anche se solamente una parte di essi votarono per il Partito socialdemocratico. Il discorso di Saragat a Palazzo Barberini segna un cambiamento della storia italiana. Solo dopo di esso si poté concludere che la nazione italiana rimaneva legata all’Occidente e che Togliatti, e chiunque lo appoggiasse, non avrebbe mai cambiato il destino italiano. Personaggio emblematico della socialdemocrazia, Luigi Preti stupisce per l’instancabile attività e rappresenta un modello esemplare per la sua fedeltà ai princìpi democratici. A queste doti, oggi scarsamente coltivate dai giovani, deve aggiungersi una non comune generosità, che lo ha portato nel giugno scorso a donare all’Università di Ferrara la sua ricca biblioteca composta di circa otto mila volumi, prevalentemente di argomento giuridico, storico e politico. Queste qualità risaltano con vivida nitidezza nella sua recente opera autobiografica «Ricordi di ottanta anni di vita italiana» (Gangemi, Roma 2006, pp. 254). L’ex deputato, oggi novantaduenne (è nato a Ferrara il 23 ottobre 1914) ricostruisce con dovizia di particolari la sua militanza politica, che – cominciata nel 1945 con alcuni interventi sulla questione socialista – si protrae con passione per oltre quarant’anni di attività parlamentare. Nel giugno 1946 la sua elezione alla Costituente gli permette di condurre una tenace battaglia a favore dei cittadini di origine ebraica per il «risarcimento di danni», ma non manca d’intervenire sulla libertà religiosa e sulle funzioni politiche che un nuovo ordinamento democratico dovrebbe assumere nell’avvio delle istituzioni repubblicane. In quell’assise gli si deve riconoscere il merito se la magistratura è considerata non un «potere», ma un «ordine autonomo», come si ricava da un suo emendamento compreso negli atti parlamentari e richiamato con orgoglio nel volume. Prima di approdare alla Costituente, nel 1934 il giovane Preti partecipa ai «Littoriali dello Sport e della Cultura», una sorta di Olimpiade per i Guf (Gruppi universitari fascisti). Dei premi ottenuti in quella gara – insieme a Ingrao, a Moro e a Taviani – egli non si considera un «pentito». Anzi quella scelta non è stata mai nascosta e neppure giustificata dalla giovane età e l’immaturità politica. Negli anni successivi si distingue come avvocato, docente di Istituzioni di diritto pubblico presso l’Ateneo estense e autore di diverse pubblicazioni, tra le quali l’opera «Gli inglesi a Malta» (1938) e «Note sul concetto di “Status” e in particolare su alcune applicazioni nell’attuale diritto» (1942). Nel gennaio 1947, con la costituzione del Psli, segue Giuseppe Saragat nella scelta socialdemocratica e partecipa come protagonista alla vicenda storica che si svolge a Palazzo Barberini con la scissione dal Partito socialista, respingendo il patto di unità con il Pci dichiaratamente stalinista. Nella definizione d’una linea politica autenticamente democratica, Preti – durante i congressi del nuovo partito – si batte per il superamento del frazionismo e per «una sintesi più approfondita delle esigenze di una politica socialista nel Paese». Dalla nascita del Psdi (gennaio 1952) al suo XI congresso (ottobre 1957) egli ribadisce più volte la necessità di risolvere i problemi che ostacolano la realizzazione di uno Stato moderno e democratico: «rendere efficiente l’amministrazione pubblica; risolvere il problema della giustizia tributaria, far rispettare la Costituzione in materia di pubblica istruzione; mantenere la tradizionale separazione tra Stato e Chiesa». Particolarmente significativa è la posizione che egli assume al IX congresso (novembre 1959), durante il quale coniuga gli «ideali di giustizia e libertà» per invocare un legame più stretto con il sindacato, invitare i socialisti democratici ad impegnarsi «maggiormente nel settore cooperativistico» e nel mondo del lavoro. Dalla storia del Psdi all’esperienza del Centro-sinistra Preti ricostruisce gli anni difficili del partito, l’avvio del miracolo economico sino alla crisi del ’68. Ma oltre all’attività politica, che lo vede partecipe a tutti i dibattiti connessi alle vicende del socialismo italiano, egli rivolge particolare attenzione alla ricerca storica, come dimostrano i volumi «Giovinezza, giovinezza» (1964) oppure «Impero fascista africani ed ebrei» (1968), che gli valgono numerosi encomi per la puntigliosità della ricerca e per la precisa spiegazione delle cause del totalitarismo fascista, di cui rifugge il monopartitismo politico e la politica guerrafondaia di Mussolini. A questi studi faranno seguito altri volumi come il fortunato «Italia malata» (1972), quello più problematico «Il compromesso storico. Un problema che divide gli italiani» (1975) o «Giolitti i riformisti e gli altri (1900-1911)» (1985). Quella di Preti è una storia vissuta in prima persona come storico, ma anche come deputato e responsabile di vari dicasteri (Finanze, Riforma della Pubblica amministrazione, Commercio Estero, Bilancio, Trasporti, Marina Mercantile ecc.). Dalle riflessioni sull’«età giolittiana» e sul fascismo fino alle considerazioni sul compromesso storico e a quelle più recenti sulla questione degli immigrati e sull’analisi dei rischi e dei difetti di una riforma di tipo federalista, Preti rivive un vissuto personale che egli non manca di documentare, ripensando il passato con obiettività e con passione. Euroscettico della prima ora, Preti boccia l’unione monetaria (un «vero errore») ed esprime la sua contrarietà all’introduzione della moneta unica, preferendo lo Sme, considerato un sistema capace di assicurare equilibrio effettivo fra le varie monete. Sono trascorsi sessant’anni dall’esperienza alla Costituente, ma Preti non tradisce la fedeltà ai dettami costituzionali per una scelta democratica e socialista, con la quale può rivendicare a ragione l’attribuzione di «Padre nobile» della politica italiana. Nunzio Dell’Erba 4 GENNAIO 2007 UNIVERSO SICILIA Coppie di fatto: non si spegne la polemica sui Pacs Non accenna a placarsi la polemica sui Pacs dopo le nuove parole di condanna alle unioni di fatto pronunciate nei giorni scorsi dal Pontefice. “Sembra che il Papa non si possa criticare”, si è lamentato Franco Grillini, deputato Ds e presidente onorario di Arcigay. “Vorrei ricordare che il Papa non è il capo dello Stato in Italia e che se ci si esprime con tanta pesantezza sugli affari interni italiani è inevitabile che ognuno dica la sua”, aggiunge Grillini, ricordando la presenza definita “debordante” del clero sui media italiani e un’indagine di Eurobarometro in cui “si afferma che il 63% degli italiani ritiene eccessiva la presenza della religione nella nostra società”. L’esponente diessino attacca poi Vittorio Sgarbi, che aveva difeso Benedetto XVI definendo i rapporti tra omosessuali “fugaci e provvisori” e criticando le unioni di fatto: “Non è lui a decidere quali sono i diritti da riconoscere alla comunità Lgbt italiana, ma sono gli interessati a pronunciarsi sui propri diritti e i propri bisogni”. E proprio sulla normativa che il governo si è impegnato a varare riguardo alle unioni di fatto si accende il dibattito. Tutto inizia con l’annuncio da parte di Rosy Bindi, ministro della Famiglia, e Barbara Pollastrini, ministro per le Pari opportunità, di essere a lavoro per partorire un disegno di legge sull’argomento. Pino Sgobio, capogruppo del Pdci alla Camera, sbotta in loro sostegno: “Basta discussioni capziose e sofismi inutili: è chiaro che serve una legge”. Sgobio insiste argomentando che “uno Stato laico non può voltarsi dall’altra parte e far finta di non vedere la realtà per quella che è, verrebbe meno al suo dovere”. Ivana Bartoletti, responsabile nazionale Diritti civili dei Ds, afferma che “il paese ha bisogno di una legge che tuteli i diritti e le scelte delle persone. Le aspettative non vanno deluse, come del resto già definiva il programma dell’Unione”. “Questa contrapposizione – conclude la Bar- toletti - è puramente strumentale, come dimostra anche la trasversalità di chi è a favore di una legge sulle unioni civili, spesso anche tra i cattolici”. A dare conferma a queste ultime parole è la posizione del senator Gianfranco Rotondi, segretario della Democrazia Cristiana. “Per noi cattolici il matrimonio è indissolubile, ma accettiamo una legge che disciplina i diritti di chi non lo ritiene tale”, dice Rotondi. Affermazioni non condivise dal capogruppo alla Camera Luca Volontè: “Pur di far passare i Pacs, il Governo non disdegna il giochino delle tre carte: da una parte sostiene che la riforma non creerà famiglie di serie A e altre di B, ma dall’altra vuole riconoscere alle coppie di fatto una nutrita serie di diritti propri ed esclusivi delle ‘società naturali fondate sul matrimonio’”. Parole simili giungono anche da Riccardo Pedrizzi, responsabile Famiglia di Alleanza Nazionale, che attacca la Bindi addebitandole la volontà di negoziare il “principio non negoziabile della difesa e della promozione della famiglia naturale, legittima e costituzionale fondata sul matrimonio”. Anche Isabella Bertolini, deputato di Forza Italia, critica l’operato dell’esecutivo in materia di Pacs, ricordando quanto detto dal Papa: “Qualunque forma di riconoscimento di forme di convivenza – dice la Bertolini - costituisce una strada ed un percorso che si pone in alternativa ed in opposizione all’istituto della famiglia così come riconosciuto dalla dottrina cattolica”. E sempre sui moniti etici di Benedetto XVI ritorna lo scontro politico. Il segretario dello Sdi, Enrico Boselli, si lamenta che “in Italia viene posto un vero e proprio sbarramento da parte della Chiesa cattolica e dal Papa in prima persona che scende in campo non solo per riaffermare liberamente il suo magistero ma anche perché nella legislazione della nostra Repubblica i peccati siano trasformati in reati”. A.A. Festa del tricolore Al Museo del Tricolore di Reggio Emilia si è celebrato il 7 gennaio il 210° anniversario della nascita del Tricolore. Il tricolore italiano quale bandiera nazionale nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta “che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”. Ma perché proprio questi tre colori? Nell’Italia del 1796, attraversata dalle vittoriose armate napoleoniche, le numerose repubbliche di ispirazione giacobina che avevano soppiantato gli antichi Stati assoluti adottarono quasi tutte, con varianti di colore, bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, chiaramente ispirate al modello francese del 1790. E anche i reparti militari “italiani”, costituiti all’epoca per affiancare l’esercito di Bonaparte, ebbero stendardi che riproponevano la medesima foggia. In particolare, i vessilli reggimentali della Legione Lombarda presenta- SCANDALO SANITÀ Ispezioni dei Carabinieri negli ospedali italiani Da Torino a Palermo, da Milano a Napoli, da Nord a Sud e nelle Isole è scatta l’operazione “igiene sanitaria”. I Nas dei carabinieri hanno passato al setaccio l’8 gennaio gli ospedali di tutta Italia così come richiesto dal ministro della Salute Livia Turco in seguito all’inchiesta-denuncia del reporter dell’Espresso Fabrizio Gatti. “Verificare il livello di osservanza delle normative di settore poste a tutela della salute dei pazienti ricoverati e a presidio del corretto esercizio delle attività ospedaliere, con particolare riferimento ai profili strutturali e igienici”, l’imperativo del ministero della Salute che riceverà i risultati delle ispezioni e li valuterà con il presidente del Consiglio Romano Prodi e con il presidente della Conferenza dei presidenti delle Regioni Vasco Errani. Nel frattempo la procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo sulle carenze igienico sanitarie nel Policlinico Umberto I, l’ospedale messo sotto accusa dall’inchiesta giornalistica. Il fascicolo è per il momento senza indagati e contiene il rapporto dei carabinieri della sanità relativo alla prima ispezione eseguita nei giorni scorsi. Secondo quanto si è appreso nel primo rapporto stilato dal Nas non si configurerebbero responsabilità penali a carico di amministratori o responsabili di cliniche universitarie. Nella relazione dei carabinieri si fa riferimento piuttosto a generiche violazioni delle norme igieniche e infortunistiche punibili, in caso di identificazione di responsabili, con sanzioni pecuniarie che comprese tra mille e duemila euro. I Nas sono dunque tornati a far visita a Policlinico con un’ispezione, e contemporaneamente, sempre nella Capitale, i carabinieri hanno visitato l’ospedale Gemelli ispezionando varie unità di degenza e soffermandosi per alcune ore anche con la direzione sanitaria, e più tardi il Sant’Andrea, dove hanno girato per i vari reparti ma senza trovare niente di particolare. Ispezioni anche negli ospedali di Milano: Policlinico, clinica Il Policlinico Umberto I di Roma. Mangiagalli e San Paolo: “Complessivamente queste strutture - hanno spiegato i Nas - non presentano mancanze eclatanti. Solo alcune strutture come il Policlinico che hanno diversi cantieri aperti, presentano alcune carenze, ma sono aspetti già conosciuti dalla direzione sanitaria”. A Napoli, il Cardarelli, il più grande ospedale del Mezzogiorno, il San Giovanni Bosco e il San Paolo sono stati ispezionati da cima a fondo, a Palermo sono stati effettuati accertamenti al Policlinico universitario, all’ospedale Villa Sofia e, in provincia, all’ospedale Civile di Partinico. In Piemonte, l’assessore alla Sanità Mario Valpreda ha assicurato: “Gli ospedali non sono affatto in cattive condizioni sotto il profilo dell’igiene, ma in condizioni non ideali di disagio strutturale, essendo molto vecchi”. P.S. I 210 anni della bandiera Italiana vano, appunto, i colori bianco, rosso e verde, fortemente radicati nel patrimonio collettivo di quella regione: il bianco e il rosso, infatti, comparivano nell’antichissimo stemma comunale di Milano (croce rossa su campo bianco), mentre verdi erano, fin dal 1782, le uniformi della Guardia civica milanese. Gli stessi colori, poi, furono adottati anche negli stendardi della Legione Italiana, che raccoglieva i soldati delle terre dell’Emilia e della Romagna, e fu probabilmente questo il motivo che spinse la Repubblica Cispadana a confermarli nella propria bandiera. Al centro della fascia bianca, lo stemma della Repubblica, un turcasso contenente quattro frecce, circondato da un serto di alloro e ornato da un trofeo di armi. La prima campagna d’Italia, che Napoleone conduce tra il 1796 e il 1799, sgretola l’antico sistema di Stati in cui era divisa la penisola. Al loro posto sorgono numerose repubbliche giacobine, di chiara impronta democratica: la Repubblica Ligure, la Repubblica Romana, la Repubblica Partenopea, la Repubblica Anconitana. La maggior parte non sopravvisse alla controffen- siva austro-russa del 1799, altre confluirono, dopo la seconda campagna d’Italia, nel Regno Italico, che sarebbe durato fino al 1814. Tuttavia, esse rappresentano la prima espressione di quegli ideali di indipendenza che alimentarono il nostro Risorgimento. E fu proprio in quegli anni – sottolinea il dossier storico del Quirinale che la bandiera venne avvertita non più c o m e segno dinastico o militare, ma come simbolo del popolo, delle libertà conquistate e, dunque, della nazione stessa. Nei tre decenni che seguirono il Congresso di Vienna, il vessillo tricolore fu soffocato dalla Restaurazio- ne, ma continuò ad essere innalzato, quale emblema di libertà, nei moti del 1831, nelle rivolte mazziniane, nella disperata impresa dei fratelli Bandiera, nelle sollevazioni negli Stati della Chiesa. Dovunque in Italia, il bianco, il rosso e il verde –prosegue lo speciale del Quirinale - esprimono una comune speranza, che accende gli entusiasmi e ispira i poeti: “Raccolgaci un’unica bandiera, una speme”, scrive, nel 1847, Goffredo Mameli nel suo Canto degli Italiani. E quando si dischiuse la stagione del ‘48 e della concessione delle Costituzioni, quella bandiera divenne il simbolo di una riscossa ormai nazionale, da Milano a Venezia, da Roma a Palermo. Il 23 marzo 1848 Carlo Alberto rivolge alle popolazioni del Lombardo Veneto il famoso proclama che annuncia la prima guerra d’indipendenza e che termina con queste parole:”(…) per viemmeglio dimostrare con segni esteriori il sentimento dell’unione italiana vogliamo che le Nostre Truppe(…) portino lo Scudo di Savoia sovrapposto alla Bandiera tricolore italiana”. Allo stemma dinastico fu aggiunta una bordatura di azzurro, per evitare che la cro- ce e il campo dello scudo si confondessero con il bianco e il rosso delle bande del vessillo. Il 14 marzo 1861 venne proclamato il Regno d’Italia e la sua bandiera continuò ad essere, per consuetudine, quella della prima guerra d’indipendenza – prosegue la ricostruzione storica sul sito internet del Quirinale -. Ma la mancanza di una apposita legge al riguardo - emanata soltanto per gli stendardi militari - portò alla realizzazione di vessilli di foggia diversa dall’originaria, spesso addirittura arbitrarie. Soltanto nel 1925 si definirono, per legge, i modelli della bandiera nazionale e della bandiera di Stato. Quest’ultima (da usarsi nelle residenze dei sovrani, nelle sedi parlamentari, negli uffici e nelle rappresentanze diplomatiche) avrebbe aggiunto allo stemma la corona reale. Dopo la nascita della Repubblica, un decreto legislativo presidenziale del 19 giugno 1946 stabilì la foggia provvisoria della nuova bandiera, confermata dall’Assemblea Costituente nella seduta del 24 marzo 1947 e inserita all’articolo 12 della nostra Carta Costituzionale. Pasqualino Santoianni UNIVERSO SICILIA GENNAIO 2007 Lo storico viaggio di Benedetto XVI in Turchia In un altro articolo abbiamo parlato del viaggio in Turchia del Papa sotto l’aspetto apostolico o spirituale. Adesso, cercando di non ripeterci, ci sembra opportuno soffermarci sull’importanza “politica” di questo viaggio. E sono cose ben diverse. Cominciamo col dire che le premesse non erano certo incoraggianti, visto l’annunciata assenza “diplomatica” del Leader turco Erdogan e vle minacciose invettive degli integralisti di Al Qaeda e dei Lupi grigi. Un viaggio nel quale il Papa ha ritenuto mettersi in gioco perché troppo alta era la posta: cercare le vie per un appello alla fraternità tra gli uomini. Il successo è stato alla fine rilevante ed ha ribaltato così i cupi presagi della vigilia. Un successo personale del Papa, ma anche della diplomazia vaticana, e con un buon ritorno per l’immagine della Turchia che ancora fatica ad accreditarsi nello scenario internazionale come pronta affidabile tra Europa ed Oriente. È bastato un viaggio perchè fosse posta nel fodero quella secolare spada che ancora si voleva brandita tra Cristianesimo e Islam e che tante divisioni e ostilità ha prodotto. Alla fine la spada si è trasformata in vòmero, o meglio, in una colomba. Merito certamente di Papa Benedetto che, pur mantenendo nei vari discorsi quel parlare chiaro che gli è proprio, ha saputo imporsi all’attenzione per la sua mitezza, a volte quasi smarrita. Ricordiamo quella preghiera - fatta a piedi scalzi e rivolto alla Mecca – alla Moschea blu di Istambul: un gesto semplice ma carico di amore ha smontato in pochi secondi una polemica che durava da oltre due mesi. Ed ha pure incrinato uno steccato che durava da secoli. Non sono, dunque, principalmente i discorsi o i proclami a costruire ponti tra sponde accidentate a causa della storia e dei pregiudizi, ma i segni del dialogo e della ricerca sincera della fratellanza. Fatti con umiltà e chiarezza. Un metodo esemplare quello indicato e percorso dal Papa. Che suona come monito a quei cristiani che in nome della difesa di una vera o presunta minaccia alla propria e a volte della intolleranza e ad erigere steccati con i “distinguono” che non a rafforzare tale identità. Quel “lascio il cuore in Turchia” non avrà certo soddisfatto alcuni ma certamente avrà fatto riflettere molti. Il viaggio, programmato ufficialmente per sostenere e confermare nella fede la piccolissima comunità cattolica turca (circa 32.000 persone) ha di fatto assunto un grande significato politico: infatti resterà l’imprevisto, perché evitato fino all’ultimo, incontro all’aerioporto con il Premier Erogan, il quale alla fine ha trovato proprio nella Santa Sede l’unica apertura di credito al suo faticoso processo di avvicinamento all’Europa, rinviato sine die proprio in quei giorni dalle Cancellerie europee riunite a Riga. Se è vero che l’apertura delle frontiere europee a quasi settanta milioni di musulmani fa comunque un problema, è altrettanto vero che l’Europa non potrà evitare il passaggio del Bosforo se vuole dialogare con il Medioriente e con il variegato molto islamico. E questo la Santa Sede l’ha capito prima di altri o, perlomeno, non si è lasciata imprigionare da remore politiche e ideologiche. Se poi questo incontro porterà da parte turca ad una maggiore tutela legislativa delle minoranze religiose, soprattutto cattolica e ortodossa, allora il successo “politico” del viaggio sarà davvero notevole. E sappiamo che su questo problema in Benedetto XVI no vi e ambiguità perché quello dell’unità e il primo aspetto del programma del duo Pontificato. Voglio sperare di avere inquadrato bene il significato di questo viaggio; in ogni caso lascio ai lettori una loro libera interpretazione. Giuseppe Miraglia Associazione Siciliana Produttori Vitivinicoli Piazza S. Maria di Gesù, 3 - 95124 - CATANIA La viticoltura siciliana ha da sempre assunto una importanza non secondaria nell’intera economia isolana. Le migliaia di aziende vitivinicole hanno bisogno una puntuale e competente assistenza per conseguire risultati in termini di qualità e tipicità dei prodotti. L’Associazione dei produttori vitivinicoli con i suoi punti di riferimento organizzativo è a disposizione dei produttori per una utile assistenza a favore dei produttori. Per ricevere utili informazioni potete scrivere c/o AIC Catania Piazza Santa Maria di Gesù, 3 - 95124 CATANIA Schegge 5 di Carmelo Ambra COALIZIONI… Chiunque di noi si sarà chiesto: “Com’è possibile che tutto quanto fa il centrosinistra sia sbagliato e dannoso per il Paese?”. Oppure: “Com’è possibile che tutto quanto fa il centrodestra sia sbagliato e dannoso per il Paese?”. Sia il centrosinistra sia il centrodestra adoperano le stesse parole per denigrarsi a vicenda. Se le invettive, le polemiche, le feroci contrapposizioni si fondassero sulle diverse ideologie, probabilmente si potrebbe trovare qualche ragione alla base di questo modo di procedere, ma nella stragrande maggioranza dei casi così non è. Si può capire che i partiti rappresentino “parti” della società e per quelle “parti” si battano; si può capire che i loro membri abbiano tutto l’interesse di mostrare quanto forti siano le motivazioni che li animano, cosicché alla scadenza del mandato riescano ad ottenerne il rinnovo; si possono capire mille altre cose, ma ciò che non si potrà mai capire è la perenne gazzarra che entrambi gli schieramenti alimentano dal primo fino all’ultimo giorno d’ogni legislatura. È come se il Paese vivesse in condizione di continua emergenza e fosse sempre ad un passo dall’andare in rovina; e col Paese, ciascuno di noi. Possibile che questi nostri rappresentanti non si rendano conto che la gente non ne può più di questo andazzo? Ma non facciamo di tutta l’erba un fascio: ci sono anche le persone serie, che non mentono, non fanno sceneggiate, non urlano come imbonitori di piazza. Chi sono? Ognuno se li trovi per conto proprio. Per fortuna questa politicaccia presenta anche qualche aspetto dal sapore umoristico. Non è cosa di adesso e non appartiene solo a noi: fulgidi esempi si ebbero specialmente ai tempi del Ventennio. Chi scrive non è abbastanza decrepito da ricordare in prima persona i discorsi del Duce e quelli dei suoi seguaci più devoti, ma ha letto qualcosa e visto qualche documentario su quell’epoca sciagurata. Ricordate le espressioni e i toni del DUX davanti alle cineprese dell’Istituto Luce? Lui diceva le sue cosine e subito dopo i suoi luogotenenti facevano a gara per imitarlo. Ciò avviene anche oggi. Non è uno spasso? Uno spasso assai triste. Legambiente: Ecco le città italiane a misura di bambino E’ stato presentato il decimo rapporto di Legambiente sulle politiche per l’infanzia delle città capoluogo di provincia. La classifica valuta le forme di partecipazione avviate per gli under 14, le strutture dedicate alle politiche per l’infanzia, i servizi e le iniziative di aggregazione e di animazione culturale. Prime in classifica Torino, Ravenna, Firenze e Roma. La classifica di Ecosistema Bambino viene stilata in base ai dati - relativi al 2005 - che le stesse amministrazioni forniscono rispondendo al questionario redatto da Legambiente, che valuta le forme di partecipazione avviate per favorire un ruolo attivo dei bambini nella città, le strutture dedicate alle politiche per l’infanzia, il rapporto di collaborazione tra amministrazione comunale e associazioni no profit, i servizi e le iniziative di aggregazione e di animazione culturale. Nella calza di Legambiente, dunque, caramelle e cioccolatini per le amministrazioni che si sono distinte nell’attenzione per i cittadini più piccoli. Gli incontri con il sindaco (il 58% delle città ha appuntamenti periodici tra primo cittadino e bambini), i consigli comunali dei ragazzi (56%) e la consultazione dei ragazzi sulle politiche urbane (45%) sono gli strumenti di partecipazione più utilizzati dalle amministrazioni per dar voce ai giovanissimi. Sul fronte delle strutture e dei progetti culturali si prediligono le ludoteche (71%) e le mostre (58%) mentre tra le iniziative di comunicazione e di gioco ci sono feste all’aperto (77%), rassegne di cinema e teatro (76%), corsi e laboratori (77%). Partecipazione, aggregazione e strutture dedicate agli under 14 sono la ricetta del successo delle prime in classifica, nell’ordine Torino, Ravenna, Firenze e Roma. Seguono nella fascia più alta (buono) ben 9 città: Pesaro, Genova, Modena, Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Piacenza, Napoli e Udine. Il primo posto di Torino è frutto di un progetto antico, stabile e consolidato di formazione dei cittadini bambini. E se si può parlare di conferme anche per Ravenna e Firenze, va sottolineato invece il salto di Roma, che ha sviluppato la partecipazione dei più giovani non solo con manifestazioni e iniziative temporanee ma con strutture permanenti e qualificate. Da sot- tolineare anche il balzo in avanti di Napoli - dodicesima nella fascia del buono dalla cinquantatreesima posizione dello scorso anno - grazie all’avvio di progetti di partecipazione e di cittadinanza attiva degli under 14. Sono 12 le città nella fascia del discreto, tutte del nord e del centro, ad eccezione di Caltanissetta - contro le 31 della scorsa edizione. A dimostrazione, secondo Legambiente, della forbice acuita dalla politica dei tagli, ma anche dello scarso impegno delle amministrazioni comunali del sud. E’ sintomatica, in questo senso, la retrocessione di Caltanissetta (da decima a venticinquesima) sempre ben posizionata in passato e fiore all’occhiello del meridione. P.L. Bersani: “Aboliamo i costi di ricarica per i telefonini” “Se l’Authority per le Comunicazioni non interverrà sulla questione della ricarica dei telefoni cellulari il governo proporrà al Parlamento una norma per superare questo meccanismo”. Il ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani interviene così sulla questione del balzello sulla ricarica, nel corso della presentazione del primo rapporto sullo stato di attuazio- ne della legge sulle liberalizzazioni. “Attualmente – sottolinea Bersani – chi consuma meno paga di più, e questo mi sembra un meccanismo redistributivo inverso, che danneggia soprattutto i giovani”. Il ministro ci tiene anche a precisare che “lo strumento principe sarà un progetto di legge, non credo che sarà un decreto”. L’indagine conoscitiva predisposta dall’Authority dovrebbe essere a buon punto, ma se l’autorità “non riuscirà a provvedere, noi predisporremo la norma. Non pretendo un taglio da 1,7 miliardi alle compagnie telefoniche – spiega Bersani – ma cerco trasparenza e questa pratica sulle ricariche è anticoncorrenziale”. “E’ un fatto positivo – ha commentato Gianni Pittella, presidente della delegazione italiana nel Pse - che esponenti del governo italiano pongano final- mente al centro dell’attenzione la questione dei cosiddetti ‘costi di ricarica’ applicati dai gestori di telefonia mobile.Che si tratta di un’anomalia tutta italiana, rispetto al resto d’Europa, lo dimostra l’invito rivolto già da tempo dalla Commissione europea alle Autorità competenti italiane di investigare in merito. Le stesse conclusioni dell’Autorità garante della Concorrenza sul mercato e dell’Autorità per le Garanzie nelle telecomunicazioni dimostrano come l’attuale comportamento dei gestori mobili nazionali produca effetti distorsivi sul libero funzionamento del mercato, con conseguenze negative sul benessere dei consumatori”. “Un intervento correttivo – conclude Pittella - in tal senso ci metterebbe al passo con il resto d’Europa”. V.A. 6 GENNAIO 2007 UNIVERSO SICILIA Al largo di Catania primo test sottomarino per neutrini Si è svolta secondo i piani e si è conclusa così con successo l’operazione marina durante la quale, nei giorni scorsi, è stata completata l’installazione dell’apparato Nemo Fase-1 a 2100 metri di profondità, al largo di Catania, nel test site sottomarino dei Laboratori Nazionali del Sud (Lns) dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Il progetto, cofinanziato dal Miur, consiste in un prototipo dei principali componenti che costituiranno Nemo, il futuro telescopio sottomarino per neutrini che avrà le dimensioni di un chilometro cubo e che sarà collocato, nella sua sede definitiva, a 3500 m di profondità, nel mare al largo di Capo Passero in Sicilia. Nemo Fase-1 rappresenta quindi un primo passo verso la realizzazione del rivelatore di neutrini abissale e ha lo scopo di verificarne le tecnologie d’avanguardia sviluppate dalla collaborazione Nemo. Nemo Fase-1 è un apparato collegato a un cavo elettro-ottico (già installato nel test site), il quale consente di fornire alimentazione elettrica alla strumentazione sottomarina e di trasmettere i dati su fibra ottica alla stazione di terra che si trova nel porto di Catania. Esso è costituito da una junction box, che è il nodo che permette di distribuire la potenza e i canali per i dati verso più utenze, e da una struttura a torre, sulla quale sono montati i sensori ottici necessari a rivelare le tracce delle particelle cosmiche; ma anche tutti i sensori per la caratterizzazione completa dell’ambiente sottomarino in cui il rivelatore è installato. Inoltre, un insieme di trasmettitori e ricevitori acustici consente di conoscere istante per istante con una precisione dell’ordine dei 10 cm la posizione di ogni elemento della torre. Le operazioni di collocamento dell’apparecchiatura sul fondo marino, eseguite grazie alla nave Teliri dai tecnici specializzati dell’Elettra Tlc e dal personale dell’Infn, si sono svolte con successo, installando e collegando dapprima la junction box e poi la torre. Per le connessioni, è stato utilizzato un robot sottomarino, pilotato dalla superficie, in grado di operare alla profondità di 2000 m. L’operazione di installazione si è conclusa innalzando la torre, di 250 me- ottimistiche previsioni. Perché rivelare i neutrini dal fondo del mare con un dispositivo delle dimensioni di un chilometro cubo? La peculiarità dei neutrini sta nella probabilità estremamente bassa di interagire con la materia: questa caratteristica consente loro di non essere tri di altezza, fino al raggiungimento della sua posizione operativa. Il sistema è stato quindi alimentato: esso ha cominciato subito a trasmettere dati ai ricercatori a terra, confermando il buon risultato dell’operazione che si è svolta così secondo le più assorbiti dalla radiazione di fondo e di attraversare imperturbati regioni che sono opache alla radiazione elettromagnetica, come l’interno delle sorgenti astrofisiche. Inoltre, essendo particelle neutre, non subiscono deflessioni causate dai campi magnetici Cinema e Ambiente, a Palermo torna l’Ecovision Festival Si terrà alla fine di maggio, a Palermo, la terza edizione dell’EcoVision, il festival internazionale dedicato al cinema e all’ambiente. Il nuovo regolamento e la scheda di iscrizione dell’Ecovisionfestival sono ora disponibili on-line al sito www.ecovisionfestival.com. Termine ultimo per l’ammissione delle opere: 9 marzo. Lo scopo del festival è quello di esaltare e promuovere la produzione cinematografica e documentaristica avente come tematiche il problema uomo-ambiente, la salvaguardia del territorio, i diritti umani, l’abbattimento delle foreste, il rapporto con la città e con le nuove tecnologie, gli esperimenti radioattivi nelle varie parti del mondo, lo sviluppo eco-sostenibile, il divario del concetto di ambiente tra i Paesi più ricchi e quelli più poveri, ma anche la sola descrizione di luoghi ecologicamente significativi, nonché tutte le produzioni che riguardano l’ambiente e la natura sotto qualsiasi aspetto. Possono partecipare all’EcoVisionFestival opere prodotte in tutto il mondo dal 2004 al 2007 quali fiction e documentari, reportages e film d’animazione, della durata massima di 30 minuti. Saranno accettati, in ogni caso, film di durata superiore ai 30 minuti che potranno essere proiettati sia in concorso che fuori concorso a discrezione della giuria nella sezione speciale del festival. C.C. galattici e intergalattici che impedirebbero di risalire alla direzione di provenienza. Il prezzo da pagare per osservare queste particelle così sfuggenti è la necessità di realizzare rivelatori di dimensioni enormi: le stime teoriche indicano che un telescopio per neutrini di alta energia debba avere un volume di almeno un chilometro cubo. Inoltre, per schermarsi dalla pioggia di radiazione cosmica che bersaglia la Terra, questi rivelatori devono essere installati in luoghi fortemente schermati. È però evidente che dispositivi di queste dimensioni non possono essere collocati in laboratori sotterranei. Una possibile soluzione, allora, è quella di utilizzare grandi volumi di un mezzo naturale, dotandolo di opportuni strumenti. In un mezzo trasparente, come l’acqua delle profondità marine o i ghiacci polari, è possibile rivelare la radiazione luminosa prodotta per effetto Cherenkov dalle particelle secondarie (muoni), che i neutrini generano interagendo con la materia. Una griglia di alcune migliaia di sensori ottici disposti in un volume di circa un chilometro cubo è in grado di rivelare la debole luce prodotta permettendo di ricostruire la traccia del muone. Poiché quest’ultimo ha una direzione sostanzialmente uguale a quella del neutrino che l’ha prodotto, la sua rivelazione permette di risalire anche alla direzione del neutrino e di conseguenza all’osservazione della sua sorgente. Inoltre, se poniamo il rivelatore nelle profondità marine (o dei ghiacci polari), la materia sovrastante funge anche da schermo contro il fondo di particelle cosmiche, che in superficie “accecherebbe” il rivelatore. L’acqua (o il ghiaccio) assolve, così, a un triplice compito: schermo protettivo dai raggi cosmici, bersaglio per l’interazione di neutrini e mezzo trasparente attraverso il quale si propaga la luce Cherenkov. N.G. MADE IN ITALY Boom dell’export per la dieta mediterranea E’ boom per la dieta mediterranea Made in Italy all’estero con un aumento record nel valore delle esportazioni di olio del 20 per cento, di vino del 6,4 per cento, di pasta del 3,2 per cento, di verdure del 5,8, della frutta del 3,2 e anche della conserva di pomodoro dell’1,4 per cento, dopo anni di stagnazione. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che, per il consolidarsi dell’imagine positiva del made in Italy nel mondo, la crescente sensibilità sugli effetti sulla salute dell’alimentazione ma anche per i riscontri positivi sui mercati mondiali della vittoria italiana dei mondiali di calcio, complessivamente le esportazioni del made in Italy agroalimentare fanno registrare un aumento del 6 per cento nei primi nove mesi del 2006. Se la tendenza sarà confermata a fine anno - sottolinea la Coldiretti le esportazioni dell’agroalimentare nazionale potrebbero raggiungere la cifra record di oltre 20 miliardi di Euro contribuendo alla riduzione del disavanzo commerciale che nel settore resta comunque particolarmente pesante. Tra i Paesi che apprezzano di più l’Italia a tavola la Germania si classifica in pole position seguita - precisa la Coldiretti - da Francia, Stati Uniti e Spagna mentre tra le bevande e i cibi Made in Italy più richiesti all’estero in testa c’è il vino che rappresenta il prodotto italiano più venduto “fuori casa” con un valore dell’export stimato nel 2006 pari a 3 miliardi di euro, ma importanti quote di mercato sono state conquistate anche da pasta, formaggi, olio, salumi e conserve che contribuiscono a rendere vincente l’immagine della gastronomia nazionale nel mondo. Tra i nuovi clienti si afferma la Cina dove l’agroalimentare raddoppia e con un aumento del 129 per cento è il settore economico nazionale che fa registrare nel 2006 il più elevato tasso di crescita delle esportazioni nel paese asiatico con valori record per i vini (+117 per cento), oli e grassi (+148 per cento), formaggi e lattiero caseari (+1077 per cento) e pasta (+49 per cento) anche se i valori assoluti restano contenuti e - secondo le stime della Coldiretti - a fine anno le esportazioni agroalimentari nazionali in Cina potrebbero raggiungere i 50 milioni di euro sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi dell’anno. Si tratta di risultati positivi - continua la Coldiretti - consolidati nel periodo delle Feste di Natale e Capodanno durante le quali si è verificato un successo del tipico Made in Italy in Italia e all’estero dove quest’anno sono state spedite ben cento milioni di bottiglie di spumante con un aumento record del 20 per cento nel valore delle esportazioni che sono dirette principalmente in Germania (+18 per cento), ma anche in Usa (+9,4 per cento), in Giappone (+62 per cento) e addirittura in Francia (+30 per cento). I risultati positivi conquistati dalle imprese italiane potrebbero migliorare ulteriormente se dai negoziati internazionali venisse un chiaro stop alla contraffazione e alla pirateria agroalimentare con un mercato mondiale delle imitazioni di prodotti alimentari Made in Italy che vale 50 miliardi di euro pari a circa la metà dell’intero fatturato del settore originale. Per questo - conclude la Coldiretti - bisogna lavorare sulla valorizzazione dell’identità territoriale con l’informazione e l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti perchè ciò che nei prossimi anni si venderà meglio sarà quello che i francesi chiamano il prodotto del “terroir”, legato alla terra del luogo. B.G. UNIVERSO SICILIA GENNAIO 2007 Continua dalla prima pagina Napolitano a RAI International: “vicino agli italiani nel mondo” Sullo sviluppo dell’Italia, il presidente ha sottolineato che “non dipende solo dal governo, da chi ha la responsabilità di governo, dipende dalle iniziative e dal contributo di molti. E quindi, bisogna che ci sia grande impegno e capacità di iniziative e di innovazione delle imprese, occorre che ci sia anche un forte contributo dei lavoratori che devono essere aperti al cambiamento. Le istituzioni ovviamente possono avere un ruolo determinante purché si rafforzino, si rinnovino, e questo è un altro dei grandi capitoli da affrontare nel prossimo anno”. Capitolo viaggi all’estero: nell’agenda del Capo dello Stato ce ne dovrebbe essere uno in Asia e, forse in Africa, ma intanto si inizia dalla Spagna, “un importante appuntamento dopo essere stato in Francia e in Gran Bretagna e, innanzitutto, in Germania. La Spagna è un altro dei grandi partner europei dell’Italia ed è anche particolarmente vicino all’Italia per la sua mediterraneità. Poi, mi recherò ancora brevemente in Germania per un dibattito sull’Europa in un’università tedesca con il presidente Köhler, e poi sarò, cosa che a me preme molto, il 14 febbraio a Strasburgo, per rivolgere un discorso al Parlamento Europeo”. Intanto, si è animato il consueto dibattito politico sul discorso di Capodanno rivolto dal presidente della Repubblica agli italiani. La parole di Napolitano sono arrivate con uguale incisività a tutto il mondo politico, che ha salutato all’unisono i richiami al dialogo, all’etica e ai principi su cui deve fondarsi il lavoro delle istituzioni. Il premier Romano Prodi ha apprezzato l’appello a un’etica politica che possa “costruire coesione tra gli italiani”, eliminando così il “principale problema” del nostro Paese. Prodi ha insistito sulle “potenzialità” che l’Italia ha per “vincere nella competizione internazionale”, frenate invece dalle “troppe divisioni e dai troppi particolarismi”. Il capo di governo ha sottolineato poi i richiami del presidente alla difesa dei deboli e il messaggio sul ruolo svolto dall’Italia nelle missioni di pace internazionali. Ancora dal centrosinistra, Piero Fassino parla di “appello forte al valore della politica” e di “giusta sollecitazione a istituzioni e partiti ad essere all’altezza delle aspettative degli italiani”, un popolo pieno di “risorse materiali, intellettuali e morali” che può contare sulla forza congiunta di operai, imprese, donne e giovani. Secondo il segretario dei Ds, il “messaggio di speranza” di Napolitano invita tutti “a guardare con fiducia al futuro”, in particolare con il suo appello a considerare i bambini “il simbolo di una società capace di offrire ai suoi figli serenità, certezze e pace”. L’invito al “dialogo”, raccolto anche dal leader della Margherita Francesco Rutelli, è il punto su cui si accordano le voci usualmente divergenti del mondo politico: grande attenzione infatti gli è stata rivolta anche dagli esponenti del centrodestra, che hanno parlato, come nel caso di Roberto Calderoli (Lega), di “un discorso di alto livello, pieno di passione e che parla di fatti”. Per il presidente dei senatori di Fi, Renato Schifani, che richiama anch’egli l’attenzione sul dialogo e sulla coesione, le parole di Napolitano sono “ricche di stimoli politici”, esprimendo l’augurio che “possano costituire un monito per chi in questi mesi sta governando l’Italia come se avesse una maggioranza dei due terzi, azzerando quanto di buono è stato fatto dal precedente governo”. Sulla stessa lunghezza d’onda, ma con una carica polemica più evidente, anche i commenti giunti da An: Maurizio Gasparri ha sottolineato che “gli appelli al dialogo vanno rivolti al governo che, senza forse avere neppure la maggioranza, si è impossessato delle istituzioni”. L’Udc, “fondato – come ricorda il segretario Lorenzo Cesa – sulla moderazione e sulla volontà di dialogo”, condivide pienamente l’appello del Capo dello Stato e mette in evidenza “la sottolineatura della sintonia tra le istituzioni repubblicane e la Chiesa cattolica”. Scop-Tach La Fondazione Saragat ricorda a Roma il 60° anniversario della fondazione del PSDI lin ed all’URSS come riferimento - è stata evidenziata anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha rivolto, tramite il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, un saluto augurale alla Fondazione Giuseppe Saragat, indirizzato al Presidente On. Franco Nicolazzi: “Giuseppe Saragat - ha scritto il Presidente Napolitano, ricordando il suo illustre predecessore - fu ispiratore e promotore di questa scelta, tesa a portare il socialismo italiano in uno spazio autonomo, sul modello delle grandi socialdemocrazie europee. Collocandosi su una linea riformista spesso in aspra dialettica con altre forze della sinistra, egli ha tenacemente continuato nell’impegno antifa- scista e nel perseguimento degli obiettivi di democrazia, giustizia sociale e libertà. Questo percorso è proseguito con la fondazione del Partito Socialista Democratico Italiano senza mai lasciar cadere l’obiettivo di sanare la separazione di Palazzo Barberini per attuare la più ampia unità del movimento dei lavoratori in difesa dei comuni valori della democrazia e della pace”. L’On. Nicolazzi a conclusione dell’affollato incontro ha annunciato che a breve la Fondazione da lui presieduta si farà promotrice di un convegno nazionale al quale saranno invitate tutte le componenti socialiste che si ispirano alle scelte riformiste fatte da Giuseppe Saragat. Antonino Gennaro Chiti: “entro l’anno la riforma sulla legge elettorale” sante terreno di confronto”. Non è d’accordo invece con Chiti il leader dello Sdi Enrico Boselli: “Non si capisce - afferma - che fretta c’è. Tutti sembrano preoccuparsi più della stabilità del governo che verrà nella prossima legislatura, piuttosto che della stabilità del governo che c’è”. Al vetriolo i commenti dell’opposizione. Il senatore di An Francesco Storace afferma: “Chiti ci prende a schiaffi. E’ arrivato a dire che “è l’opposizione a bocciare la legge attuale. Se è vero, perché l’abbiamo approvata? Chi lo ha detto al ministro di Prodi? Chi si candida a pentirsi, fra qualche tempo, del sostegno al referendum-porcata?”. Tra il polemico e l’ironico anche il capogruppo di An al Senato Altero Matteoli: “Visto che Chiti e altri autorevoli esponenti dei Ds e della maggioranza annunciano che la nuova legge elettorale va fatta necessariamente entro l’anno, vuol dire che ci libereremo di Prodi e di questo governo almeno entro l’anno”. “E’ una notizia - aggiunge - anche se noi in verità ci auguriamo di liberare il Paese da Prodi molto prima, ma almeno oggi abbiamo una data certa”. Gianfranco Rotondi, segretario della Democrazia cristiana, annuncia: “Vedrò il ministro Chiti la settimana prossima, sin d’ora chiarisco il no al sistema francese e a quello tedesco. C’è spazio solo per una riforma limitata che salvi l’impianto di questa legge. Altrimenti è meglio il referendum”. Taità Calcio, Blatter ammette: “fu un errore non premiare gli azzurri” “La storia ha detto che è stato un errore che il presidente della Fifa non abbia premiato gli azzurri campioni del mondo”. Così Joseph Blatter ha recitato l’8 gennaio, in occasione della premiazione da parte del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, degli atleti italiani al Quirinale, il mea culpa per aver disertato la cerimonia di premiazione ai mondiali di Germania. “Mi ero già scusato con le autorità sportive e politiche e ora lo faccio con voi - ha dichiarato il massimo dirigente della Fifa - Complimenti, avete dimostrato che i giocatori non c’entravano nulla con calciopoli e che i principali attori siete voi, non i dirigenti”. “In Italia il mio gesto è stato interpretato come un’ostilità - ha continuato Blatter -. E’ esattamente il contrario. L’Italia ha vinto con merito. Il loro titolo è stato meritato, non ho mai detto il contrario. L’intervista sull’Australia? Se chi l’ha diffusa in Italia avesse ascoltato la registrazione, avrebbe capito che non c’era nulla contro gli azzurri”. Blatter conclude spendendo parole di elogio nei confronti dell’ex commissario tecnico, Marcello Lippi: “Lei è un maestro del calcio”. In chiave nazionale destano però preoccupazione le parole di Francesco Totti. “I tifosi vogliono sapere quando tornerò in azzurro, ma prima bisogna vedere se tornerò”, ha commentato il capitano della Roma. “Tra me e Donadoni non c’è stato niente di particolare, ma non so ancora se tornerò in nazionale - prosegue Totti - La finale di Berlino potrebbe essere stata la mia ultima partita con l’Italia”. Nella circostanza è intervenuto anche Gianluigi Buffon, premiato da Blatter come miglior portiere del 2006: “Il riconoscimento non è un premio di consolazione rispetto alla mancata vittoria del Pallone d’oro, non si può vincere tutto nella vita. Blanc (l’amministratore delegato della Juventus, ndr) ha detto che parlerà con i giocatori bianconeri? Fa piacere, anche perché non ci sono solo io. Quanto al mio futuro, non credo di poter decidere solo io, non sono così importante”. Di rilievo anche le dichiarazioni di Lippi: “Chi dice che senza di me non avremmo vinto il Mondiale o addirittura saremmo usciti subito sostiene una grande esagerazione. Quel titolo è stato il frutto del lavoro di due anni e di un gruppo unito. I momenti cruciali sono stati il rigore di Totti contro l’Australia e la partita con la Germania. Decisi di mettere Del Piero e Iaquinta, Il presidente della Fifa Joseph Blatter. salendo a quattro punte, perché la nostra difesa era molto più forte della loro e sopportava gli attaccanti tedeschi: volevo vedere se la loro sopportava le nostre punte...”. Poi Lippi parla del suo futuro: “Leggo tante ipotesi, del Milan o di altre squadre. Ma per ora ho ricevuto proposte solo dall’estero, tante. Inghilterra, Spagna, Paesi dell’est europeo e Paesi arabi. Non sono neanche andato a parlare, ma non per scortesia - conclude l’ex ct -. Da aprile in poi se arrivano altre proposte mi siederò a discuterne”. P.D. Sicilia, con i fondi del ponte la variante ferroviaria di Palermo E’ stato firmato il protocollo d’intesa tra ministero delle Infrastrutture, Regione siciliana, Comune di Palermo e Rfi per la realizzazione della variante nella costruzione del passante ferroviario di Palermo. A siglare il documento, il ministro Antonio Di Pietro, il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, il sindaco di Palermo, Diego Cammarata e l’amministratore di Rete Ferroviaria italiana, Michele Mario Elia. L’accordo sottoscritto individua il percorso e le relative scadenze per giungere all’inizio dei lavori, nei primi mesi del 2007, del passante ferroviario a doppio binario e del collegamento con l’aeroporto, così come previsto dall’Apq del 2001. La variante si è resa necessaria per limitare l’impatto ambientale dell’infrastruttura sulla città di Palermo. E’ stato, dunque, previsto l’interramento parziale del tracciato, nel tratto Orleans-Belgio, per un totale di 7,5 km, con un incremento dei costi stimato in 125 milioni di euro. Con la firma del protocollo d’intesa, Rfi si è impegnata a presentare, entro il prossimo 31 gennaio, la proposta di variante. Il Comune di Palermo, invece, dovrà farsi carico di predisporre, entro il 31 marzo, l’analisi costi-benefici sulla proposta avanzata da Rfi. Sarà compito del ministero delle Infrastrutture agevolare l’ottenimento dei pareri e delle autorizzazioni per limitare al massimo i tempi di approvazione del progetto e di esecuzione dell’opera. La copertura finanziaria del maggior costo sarà assicurata con le risorse provenienti dai fondi che erano stato destinati alla realizzazione del ponte sullo Stretto o, in alternativa dalla Regione siciliana, con il Por 2007-2013. “Ribadiamo – ha detto peraltro il presidente della Regione, Cuffaro - la richiesta al governo nazionale di esprimere almeno la disponibilità che il Ponte si realizzi, anche senza stanziare risorse. E’ infatti impensabile andare sui mercati internazionali a cercare investitori privati che finanzino l’opera, se da Roma non arrivasse il via libera”. Autore Associazione Regionale Sicilgrano - Catania 95124 - CATANIA Piazza S. Maria di Gesù n. 3 Uffici zonali sono aperti a: Confesercenti: i cambiamenti climatici la nuova paura degli italiani schio dovuto alla criminalità e si erano concentrate sul terrorismo e guerre, ora con l’attenuazione di queste paure, torna nuovamente la preoccupazione per la criminalità (+23 per cento) in ogni sua forma. Le forze dell’ordine sono un baluardo contro i criminali per il 12 per cento, la famiglia rappresenta invece la certezza per il 39 per cento degli italiani, come la religione indicata all’11 per cento. L’amicizia viene considerata come un fattore che garantisce sempre più (+6 per cento) tranquillità per il futuro. Secondo Confesercenti dai recenti rapporti diffusi dall’Unione Europea emerge un quadro preoccupante sul futuro del pianeta. Sono ormai irrinunciabili nuove strategie del governo e nuove misure per far fronte al riscaldamento planetario. Preoccupa la non attuazione del protocollo di Kyoto e l’indifferenza da sempre manifestata dagli organi istituzionali sulle fonti di energia rinnovabili. Pasqualino Santoianni 7 — Maniace — Bronte — Grammichele — Raddusa — Castel di Iudica — San Cono Tutte le sedi di cui sopra sono ubicate presso le sedi comunali dell’A.I.C. Per una puntuale assistenza tecnica in grado di garantire uno sviluppo adeguato alle nuove tecniche di produzione rivolgetevi all’Associazione Regionale Sicilgrano. 8 GENNAIO 2007 UNIVERSO SICILIA Web: Portale RAI per agroalimentare siciliano Il presidente di Rainet, Giampaolo Rossi, l’assessore regionale all’Agricoltura Giovanni La Via e il consigliere di Confindustria Sicilia delegato all’agroalimentare, Nino Grippali, hanno sottoscritto a Palermo la convenzione per il lancio di un portale su web dedicato al settore agroalimentare dell’Isola. Il nuovo spazio on line sarà accessibile entro una settimana tramite il sito della Rai ed un indirizzo autonomo. Fino ad oggi, hanno aderito al progetto di promozione on line 50 aziende della regione. Ognuna di queste imprese sarà inserita nel database telematico ed avrà a disposizione banner, creatività e articoli, per presenta- re l’attività e il catalogo. Il nuovo portale si avvarrà delle immagini sulle filiere di produzione realizzate dalla Rai e dei contenuti tecnici messi a disposizione dall’assessorato regionale Agricoltura. “Oggi – ha dichiarato il Consigliere di Confindustria, Nino Grippaldi – l’industria alimentare siciliana conta 7.500 aziende con 23 mila addetti e fattura 3 miliardi l’anno, rappresentando l’11% del tessuto produttivo nazionale, ma esporta appena il 12% della produzione. Grazie al portale dedicato ci siamo posti l’obiettivo di salire ad almeno il 30% di quota export entro il 2008”. ■ CINEMA Morto Carlo Ponti, produttore di capolavori E’ morto il 10 gennaio, all’età di 94 anni, a Ginevra, il produttore cinematografico Carlo Ponti. Era nato a Magenta, in provincia di Milano, l’11 dicembre del 1912. Marito di Sofia Loren, dalla quale ha avuto due figli, Carlo Jr. e Edoardo, Ponti nella sua lunga e fortunata carriera ha prodotto oltre 140 pellicole molte delle quali sono diventate vere e proprie icone del cinema internazionale: da “La Strada” di Federico Fellini (1954) a “Boccaccio ’70” di Vittorio De Sica (1962), da “Il dottor Zivago” di David Lean (1965) a “Blow-Up” di Michelangelo Antonioni (1966). Ed ancora “La Ciociara” di De Sica (1960) interpretato da Jean-Paul Belmondo e dalla Loren che per quella pellicola vinse il premio Oscar come migliore attrice protagonista nel 1962. La storia d’amore tra lui e la grande diva ha rappresentato un piccolo grande scandalo per l’Italia e non solo per la differenza d’età tra i due. Ponti, al suo secondo matrimonio, sposò la Loren nel ’57 in Messico quando la sua precedente unione non era ancora stata annullata. La notizia suscitò un vespaio di polemiche soprattutto nel mondo cattolico di casa nostra tanto da costringere il produttore a prendere la cittadinanza francese e annullare, nel 1962, il matrimonio con l’attrice italiana. Ovviamente si trattò solo di un modo per mettere a tacere le polemiche visto che i due, il 9 aprile del 1966, si risposarono nuovamente in Italia. Ma nonostante ciò la coppia subì le ritorsioni di alcune riviste di settore che snobbarono le loro pelli- Carlo Ponti, produttore cinematografico. cole. Il ’66 però fu l’anno di un capolavoro: “Blow-Up” che nel ‘67 si aggiudicò la Palma d’Oro al Festival di Cannes e fu candidato a due premi Oscar: come miglior regia e miglior sceneggiatura. Nel 1968 Ponti firmò la produzione anche di “Questi Fantasmi”, un film tratto da una commedia di Eduardo De Filippo che vede la Loren al fianco di Vittorio Gassman. Per volere della famiglia, i funerali di Carlo Ponti si svolgeranno in forma strettamente privata. Autore UIM: Fotografie catanesi in mostra a Montevideo Dopo aver curato delle iniziative promozionale a Milano, Colonia, Brasilia, San Paolo e Londra, per volontà del presidente della Provincia di Catania, Raffaele Lombardo, l’etneo Paolo Barone ha inaugurato, presso la sede dell’Unione Italiani nel Mondo (Uim) di Montevideo, la mostra fotografica con protagonista lo splendido territorio catanese. Sedici immagini suggestive, di grande formato (1 metro per 2), su natura, arte, architettura, cultura, storia e tradizioni che portano il fascino della terra dell’Etna in Uruguay: quasi un “ponte ideale” che si lancia verso la comunità italiana, composta da siciliani in particolare, da generazioni ormai ramificata in questo paese. All’inaugurazione, che è stata preceduta dalla proiezione del documentario sulle bellezze catanesi, intitolato “La terra dove nasce il colore”, sempre a cura di Barone, hanno partecipato, oltre ai responsabili della Uim uruguaiana, brasiliana e dell’America del sud, anche rappresentanti delle istituzioni culturali, dei circoli e delle associazioni italiane e siciliane a Montevideo. La mostra, che ha già avuto diversi positivi riscontri da parte della stampa della capitale, resterà aperta fino alla metà di marzo per permettere, con la ripresa delle attività post-feriali (in Uruguay ora è estate), e in raccordo con l’Ambasciata d’Italia a Montevideo, ulteriori occasioni per la sua pubblicazio ne.“Iniziative come queste – sottolinea il presidente Lombardo –, che spiccano per l’agilità organizzativa e i bassissimi costi di realizzazione, vogliono dimostrare che è possibile sperimentare modelli nuovi ed efficaci di promozione basati innanzitutto su di un grandissimo attaccamento alla nostra terra”. C.V. Ferrari, Raikkonen si presenta: “sono Kimi, non Schumi” “Michael Schumacher è stato un grandissimo di questo sport, ma io sono Kimi e non Michael. Ho il mio modo di lavorare e non ho intenzione di cambiarlo”. Queste le prime parole del neo pilota della Ferrari, Kimi Raikkonen, nella prima apparizione ufficiale con la Rossa al tradizionale meeting di Madonna di Campiglio. “I paragoni si devono fare soltanto dopo qualche gara, non prima - spiega il finlandese - So che qui c’è un pubblico molto caloroso, ma non sento la pressione, del resto c’era anche negli altri team, ma qui sono in una squadra speciale come la Ferrari. In ogni caso dovrò abituarmi”. Il driver finlandese esordirà a fine mese alla guida della monoposto del Cavallino, circa 15 giorni dopo il suo compagno di squadra, Felipe Massa. “Per me non è un problema - afferma Raikkonen - so che partiamo alla pari, con lo stesso materiale e con gli obiettivi di ogni anno: provare a vincere le gare e il campionato del mondo”. Prima di Raikkonen ha parlato il brasiliano della Rossa, Massa: “Partiamo alla pari, con gli stessi obiettivi, ma io so che ho un’opportunità unica: Il neo pilota della Ferrari, Kimi Raikkonen. quella di essere al posto giusto nel momento giusto”. Il pilota carioca, infatti, rispetto al collega nordico ha il vantaggio di avere un anno in più di esperienza alla Ferrari: “Saranno importantissime le prime gare per capire chi sarà il più veloce - dice Massa - ma non sono matto e penso giorno per giorno, sapendo di avere un’opportunità unica e i mezzi per raggiungerla”. Non poteva mancare un riferimento all’assenza di Schumacher: “Quest’anno sarà un campionato molto più combattuto per l’assenza di Schumi - prosegue il brasiliano - ma ci sono piloti come Alonso e lo stesso Raikkonen che sono molto forti. Poi bisogna vedere come si comporteranno la Renault e le altre squadre”. Massa si sofferma anche sulla questione legata alle gomme, sempre determinante nell’ottica iridata: “Un altro elemento importante sarà quello delle gomme che saranno uguali per tutti, noi siamo più lenti, ma questo vale per tutte le squadre - conclude Massa - So di avere grande considerazione all’interno della squadra e credo di poter essere competitivo”. P.L: Canada: Merito di guerra a siciliano di Toronto L’ottantatreenne siciliano Corrado Cianchino, unico membro della sua famiglia ad essere stato arruolato nell’esercito italiano durante la seconda guerra mondiale, è stato insignito dal console generale d’Italia a Toronto, Emanuele Punzo, di una “Croce al Merito di Guerra”. Un riconoscimento che ha commosso e riempito di orgoglio Cianchino, così come testimoniano le parole della figlia Rose: “Ogni Remembrance Day mio padre si sentiva tagliato fuori, così due anni fa ho contattato il governo italiano chiedendo di riconoscere l’impegno di mio padre durante la guerra del 1942, in qualità di membro del reparto di fanteria del Regio esercito, sotto il re Vittorio Emanuele terzo. Ora che ha ricevuto la medaglia – continua Rose – è contento come un bambino”. Arruolatosi nel 1942, Cianchino fu catturato un anno dopo dagli Alleati a Nicosia, in Sicilia, divenendo prigioniero nonostante stesse lottando contro Mussolini. Durante i tre anni successivi Cianchino fu trasferito nei campi di prigionieri dell’Africa e delle isole britanniche. “Della guerra comunque non parla mai male”, precisa la figlia Rose. Allora analfabeta, Cianchino non poté mai quindi scrivere una lettera alla famiglia, che, fino a quando venne liberato (1946), lo credé morto. Tornato a casa, Cianchino si dedicò per diversi anni all’agricoltura; solo dopo aver conosciuto la sua futura moglie, decise di trasferirsi assieme a lei in Canada nel 1960, per cominciare una nuova vita, cercando di cancellare le ferite lasciate dal secondo conflitto mondale. U.S. UNIVERSO SICILIA Editore: AIC - INPAL Sede: Via Dante, 130 - 90100 Palermo Direttore responsabile: Vincenzo Castiglione Vice Direttore: Giuseppe Miraglia Hanno collaborato: Carmelo Ambra - Giuseppe Miraglia Orazio Sciortino - Pasqualino Santoianni Pippo Leocata - Francesco Forte - Pasquale Santoianni Chiuso in redazione il 20 Gennaio 2007 Amministratore: Alfredo Torrisi Questo periodico viene spedito in: Australia, Argentina, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Olanda, Spagna, Gran Bretagna, Irlanda, Ungheria, Brasile, Stati Uniti, Luxembourg, Venezuela. Stampa: Tipo-Lito Placido Dell’Erba 95033 Biancavilla (CT) - Via Imperia, 15 - Tel. 095.985167 - Fax 095.985414 Segreteria editoriale: 95124 Catania - Piazza S. Maria di Gesù, 3 - Tel. 095.311547 - Fax 095.7153840 Abbonamento e sottoscrizioni volontarie di sostegno: Versamento C.C.P. N. 14577951 intestato a ”Universo Sicilia” - Adrano - Tel. 095.769.29.46 Abbonamento annuale per i Soci € 6,23 € 12,45 Abbonamento ordinario Abbonamento sostenitore € 51,88 Iscrizione al N° 748 del registro stampa del Tribunale di Catania del 28/3/1989 Iscritto al ROC n. 4012 del 21-11-2001 Le inserzioni riportate nelle pagine di questo periodico costituiscono servizio senza corrispettivo ai sensi dell’art. 3, primo comma, del D.P.R. 26/10/72 n. 633. Associato al FUSIE Federazione Unitaria della Stampa Italiani all’estero Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana SULLA RISERVATEZZA DEI DATI PERSONALI Ai sensi del D. 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