Storia Veneta 009.vp:CorelVentura 7.0

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ST R I A
VENETA
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STORIA DI RELIQUIE RUBATE E
UN INCIDENTE DIPLOMATICO
ST RIA VENETA - anno II - dicembre 2010
DAL CADORE: LA VIA DI
ALEMAGNA
LA TIPOGRAFIA CASTION
E I CASTION GARIBALDINI
I CINEMATOGRAFI VENEZIANI
UN PONTE, UN CANALE E
L’ANTICA POSTA DI MESTRE
VIAGGIO TRA LA CORALITÀ
Briciole di storia
UVA PASSA - UNA RISORSA
D’ORO PER VENEZIA
POSTE ITALIANE S.p.A. - Spedizione in abbonamento
postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27 febbraio 2004 n. 46)
articolo 1, comma 1 DCB PD - Tassa Pagata - Taxe Perçue
10,00
ISBN 88-88939-22-9
STORIA VENETA
Rivista di divulgazione storica
per conoscere il passato dei Veneti
Iscrizione al Tribunale di Padova
n. 2169 del 5 marzo 2009
Sommario
Editore
Editrice Elzeviro - Tipografia B.G.M. snc
Via A. da Bassano, 31 - 35135 Padova
numero 9 - anno II - dicembre 2010
Direttore responsabile ed editoriale
Adriano Cattani
[email protected]
Storia di reliquie rubate e di un incidente
diplomatico tra Venezia e la Francia
2
di Tarcisio Bottani
Dal Cadore agli Stati Tedeschi: la Via di Alemagna
8
di Adriano Cattani
La tipografia Castion e i Castion garibaldini
20
di Patrizio Manoni
I cinematografi veneziani
28
di Claudio Dell'Orso
Un ponte, un canale e l'antica Posta di Mestre
34
Sede redazionale
Tipografia B.G.M. snc
Via A. da Bassano, 31 - 35135 Padova
Tel. / Fax 049 617066
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Composizione e stampa
Tipografia B.G.M. snc
35135 Padova
Collaborazione iconografica
Giampaolo Buzzanca
Luigi Sapienza
di Gruppo Valdemare (a cura di Stefano Zabeo)
Abbonamento 2011 (cinque numeri all’anno)
Euro 40,00 da versare come segue:
Viaggio tra la coralità veneta, in particolare
quella trevigiana
C/C Postale n. 96946462 intestato a
Tipografia B.G.M. snc - Padova
44
di Vesna Maria Brocca
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Supporto culturale
Associazione per lo Studio
della Storia Postale
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Banco Posta
IBAN: IT60 R076 0112 1000 0009 6946 462
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Abroad Euro 60,00 (no Cheque)
Uva passa - Una risorsa d'oro per Venezia
di Giorgio Plumidis
Abonnement 2011
Etranger Euro 60,00 (pas chèque)
Una copia Euro 10,00
Numero arretrato Euro 15,00
In copertina: Vistallo Zignoni fa prigioniero il valletto di Carlo VIII durante la battaglia di Fornovo. Dipinto di
Antonio Morali, primi dell'Ottocento, chiesa parrocchiale di S. Giovanni Bianco (Bergamo).
La collaborazione a “Storia Veneta” è aperta a tutti, purchè gli articoli e le illustrazioni siano
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gravato delle relative spese postali.
Hanno collaborato a questo numero
Massimo Benetton, Antonio Biasioli,
Tarcisio Bottani, Vesna Maria Brocca,
Adriano Cattani, Claudio Dell'Orso,
Gruppo Valdemare, Patrizio Manoni,
Giorgio Plumidis, Massimo Tonizzo,
François Vidoc, Thomas Wern,
www.elzeviroeditrice.com
ISBN 88-88939-22-9
Gruppo Valdemare (a cura di Stefano Zabeo)
Un ponte,
e l’antica Posta di Mestre
Avvenimenti della storia
europea lungo il Canal Salso
Le testimonianze storiche (Ponte di Marghera
- 1588, Cava Gradeniga - 1362, Posta AnticaGarage Reale - 1615), delle quali si vuole promuovere la tutela e la valorizzazione, sono situate nello spazio di circa 2400 metri. Esse,
tuttavia, sono legate, direttamente od indirettamente, a vicende di rilievo internazionale
svoltesi in ambiti geografici di ben più ampie
dimensioni, a grandi avvenimenti della storia
italiana ed europea che si intende qui documentare al fine di evidenziare il rilevante valore storico-testimoniale di detti manufatti.
Infatti noti e meno noti come:
– la realizzazione della via Annia nel 131 a.C.,
che collegava Padova, Altino, Concordia ed
infine Aquileia, ad opera del pretore T. Annio
Rufo,
– episodi della Guerra di Chioggia (1378),
– vicende ed aspetti della storia postale veneta
ed austriaca,
– il rapporto tra l’allontanamento dei fiumi dalla laguna e le trasformazioni urbanistiche
dell’antica Marghera (attuale Forte Marghera) e Piazza Barche,
– le ripercussioni della Guerra di Morea sulla
repressione del contrabbando lungo la Cava
Gradeniga (Canal Salso),
– l’assedio austriaco a Forte Marghera preso
per iniziativa della Guardia Civica di Mestre il
22 marzo 1848,
– il ruolo del Canal Salso nella difesa del forte
dall’assedio austriaco,
– la concessione di Vittorio Emanuele III di innalzare lo stemma dei Savoia sulla facciata
del Garage Reale concepito come “la porta
d’ingresso dei grandi percorsi europei”,
– l’attentato alla sede della questura presso la
Posta Antica (1944), episodio dell’epopea
partigiana a Mestre.
Mutatio “Ad Nonum”
Nel 131 a.C. il pretore T. Annio Rufo fece costruire un’importante strada denominata Annia; tale
via congiungeva Adria con Padova, Altino, Concordia ed infine Aquileia.
Con ogni probabilità la mutatio “Ad Nonum”, riportata nell’Itinerario Burdingalense, dove i corrieri potevano effettuare il cambio dei cavalli, dovrebbe corrispondere proprio all’antica Marghera
(attuale Forte Marghera).
pato dagli Scaligeri, l’espansione della Serenissima nella terraferma e meno di un secolo dopo
(1341) fu decretata, sotto il Dogado di Bartolomeo Gradenigo, la realizzazione di uno dei più
antichi manufatti presenti in questa area: la Cava Gradeniga detta anche Canale di Mestre ed attualmente Canal Salso.
L’importante via di comunicazione ebbe da sempre funzioni sia commerciali che militari, caratterizzando, in svariati modi, la vita e la storia di
questo territorio.
Durante la Guerra di Chioggia (1378), Venezia si
trovò a combattere i Genovesi lato mare, e lato terra la lega formata da Ungari, Friulani, Padovani
capeggiata da Francesco da Carrara Signore di Padova che fece costruire un ponte sulla Cava Gradeniga e dei grandi bastioni per impedire il trasporto di generi alimentari da Venezia a Mestre.
Sconfitto il Carrarese, la navigazione riprese ma
l’apporto continuo di detriti ed acqua dolce stava
determinando l’interramento della laguna con rilevanti problemi per la sicurezza di Venezia.
Per tale motivo venne costruito nel 1454 un argine da Marghera a Fusina e relativo canale dove
furono convogliati vari corsi d’acqua tra cui il
Marzenego ed il Bottenigo; fu quindi realizzato
un ulteriore argine posto di traverso alla Cava
Gradeniga che impediva il libero transito alle barche che dovevano essere sollevate e trasportate
dalle acque dolci alla laguna per mezzo di una
specie di gru detta ‘carro’ (1462).
Quest’opera ebbe notevoli conseguenze: le operazioni di sollevamento delle imbarcazioni richiedevano lunghe attese comportando la necessità di locali per il ricovero dei viaggiatori e degli
animali.
Aumentò così il numero delle osterie e degli stalli
di Marghera mentre diminuiva l’importanza della Cava Gradeniga.
Nel 1489 nasceva la Compagnia dei Corrieri Ve-
Mestre in una mappa di
Cristoforo Sabbadino del 1545.
Nel Medioevo
Notizie certe su questa area sono disponibili a
partire dall’epoca medievale: nel 1232, ad esempio, gli Statuti del Comune di Treviso, da cui Mestre dipendeva, stabilivano la tariffa (fino a 4 soldi) per il noleggio dei cavalli (De equis ad
naulum) da Treviso a Mestre e Marghera e le
eventuali penali per la ritardata restituzione
dell’animale.
Il 29 settembre 1337 (San Michele) ebbe poi inizio, con la conquista del Castello di Mestre, occu-
Mestre in una mappa del XVI
secolo.
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Un corriere postale settecentesco
con il corno postale a tracolla ed
il tipico copricapo di tasso.
Da: Luigi Weiss, "I Corrieri della
Serenissima", Editrice Elzeviro
Padova, 2001.
Mappa del 1775 dell'attuale
Piazza Barche con lo stabile de
"La Posta". Stampa acquerellata,
Decreto del Senato (ASV-SEA).
La Lega di Cambrai ed il Carro di Marghera
neti alla quale il Senato di Venezia assegnava l’esclusiva di tutti i servizi di corrispondenza, sia
pubblica che privata e l’appalto delle stazioni di
posta che gestivano in pieno regime di monopolio; portavano una giubba con l’insegna di S.
Marco, il corno ed il copricapo di tasso. Le strade
facenti capo al Canale dovevano essere interessate al frequente passaggio dei corrieri che portavano lettere e pacchi in varie parti d’Europa.
Nel 1513 le truppe imperiali e gli spagnoli della
Lega di Cambrai, occuparono il Veneto incendiando e distruggendo città e villaggi; giunti a
Mestre il 30 settembre, continuarono la loro
opera devastatrice, mettendo a fuoco il castello
e i borghi. La presenza del ‘carro’ di Marghera
ebbe la tragica conseguenza di impedire agli
abitanti della terraferma di mettersi in salvo in
laguna. L’aumento del traffico da Mestre a Marghera comportò l’esigenza di ricostruire il Ponte
che fu realizzato in mattoni poco dopo il 1588 e
che possiamo tuttora ammirare in tutta la sua
imponenza, sebbene abbia perso la sua funzione originaria.
Se il canale da Marghera a Fusina aveva risolto il
problema dell’interramento delle aree prossime a
Venezia, cominciava a farsi sentire quello dei
porti di San Nicoletto e Malamocco: la Repubblica intraprese quindi un'imponente programma
di diversione dei fiumi Sile, Brenta e Musone portandoli a sfociare fuori della laguna.
Dopo tali opere i danni causati dall’apporto di acqua dolce vennero fortemente ridimensionati. Fu
così possibile levare il ‘carro’ dando libero transito alle imbarcazioni, cosa che avvenne nel 1615.
Non è casuale forse, come si può dedurre da una
lettera dei nobili fratelli Duodo, che l’ “Hostaria
ai 3 Penacchi” sia stata edificata proprio nel
1615: questo potrebbe inquadrarsi nella ripresa
della navigazione lungo la Cava Gradeniga, l’aumentata importanza delle zone lungo ed a capo il
Canale e la conseguente diminuzione funzionale
delle infrastrutture di Marghera.
La Guerra di Morea: Dazi, Hostarie e contrabbando
Nel 1687 il Capitano da Mar Francesco Morosini
(futuro Doge) conquistò gran parte della Morea
(Peloponneso). Il Senato decise di rendere al Morosini onori senza precedenti elevando, nella sala del Consiglio dei Dieci, una statua di bronzo
sulla cui base venne incisa l’iscrizione: FRANCISCO
MAUROCENO/PELOPONNESIACO
SENATUS.
ADHUC
VIVENTI
/
La guerra aveva tuttavia un costo elevato che ricadeva sul bilancio dello stato, le cui entrate ordinarie erano costituite per circa 2/3 dagli introiti
dei Dazi. Ciò indusse il Senato ad una lotta più efficace al contrabbando di pane, farina e vino. Fu
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a tal fine nominato il nobile Sebastiano Capello
Inquisitore sopra il Dazio, il quale emise subito
un proclama stabilendo le pene per i contrabbandieri che sarebbero stati processati, i barcaioli ai
quali sarebbero state bruciate le barche, gli impiegati statali negligenti o collusi per i quali era
prevista anche l’impiccagione, ed altre pene per i
gestori delle bettole.
Per perseguire tali reati si sarebbero accettate anche denunce segrete da depositare nella Cassella
del Magistrato.
Maggior era il numero delle osterie, più difficile
era il controllo mentre maggiore erano le possibilità di praticare il contrabbando. L’Inquisitor fece chiudere tutte le 20 osterie lungo il Canale delle quali in futuro avrebbero potuto riaprire solo
due: una a Marghera e l’altra a Mestre. Gli stalli
comunque sarebbero rimasti aperti proibendo
tuttavia la vendita agli avventori di pane, farina
e vino.
Le due osterie pubbliche avrebbero avuto l’insegna di San Marco per quella di Mestre, di San
Teodoro quella di Marghera “Come i due santi
proteggevano Venezia dalla parte del mare, altrettanto avrebbero fatto dalla parte di terra”
(Giorgio Zoccoletto). Il Senato scelse nel 1689 come Pubblica Hostaria di Marghera quella della
N.D. Betta Correr (all’Anzolo). Per quella di Mestre si aprì invece una sorta di gara tra i proprie-
tari che offrivano la loro magnificando i pregi dei
rispettivi immobili; parteciparono alla gara i Foscarini con l’Hostaria alla Fornasa, i Falier, i
Duodo con l’Hostaria ai Tre Penacchi.
Nella loro offerta i nobili fratelli Duodo sostenevano in sintesi che, a prescindere dal proprio interesse, la loro era più adatta delle altre ad
essere prescelta come pubblica Hostaria per più
ragioni quali il numero degli alloggi, la vastità
delle stalle, la contiguità con il magazzino delle
merci tedesche e, soprattutto perché lo stabile,
posizionato a capo del Canale nel luogo più distante quindi dalla laguna e molto frequentato,
era quindi meno esposto degli altri alle attività
illegali dei contrabbandieri.
Le guide postali del ‘700: si consiglia di ‘far capo a Mestre’
Nel 1700 il più prolifico e minuzioso autore di
Guide Postali fu Giovanni Maria Vidari. La sua
guida, pubblicata in sette edizioni, tra il 1718 ed
il 1785 descrive molto fedelmente (avendoli lui
stesso compiuti, in quanto ex Corriere della Serenissima Repubblica) molti viaggi ed itinerari
postali.
Quella che segue è un estratto della descrizione
di un viaggio a Londra, tratta dalla Guida sopradescritta “IL VIAGGIO IN PRATICA”, dove fornisce altri
La Cava Gradeniga (Canal Salso)
che conduce dalla laguna alla
Posta di Mestre, fiancheggiata da
"Hosterie" che dimostrano la
grande attività di barche,
collegamento tra la via d'acqua
e via di terra.
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Gio. Maria Vidari, Il Viaggio in
pratica, importante guida postale
settecentesca.
avvertimenti necessari per la vettura ed elencando alcuni viaggi che effettuò nell’accompagnare
alquanti Eccellentissimi Ambasciatori in Varie
Corti dell’Europa: “S’avverte in simile Viaggio di
non pigliare che Vetturini Tedeschi, cioè di quelli
che frequentemente viaggiano per la Germania, e
far capo à Mestre, e non à Padova, né a Vicenza
poiché si restarà poco soddisfatto, ...”.
L’incisione del Canaletto ‘Mestre alle Barche’,
Giacomo Casanova e Pio VI
La celebre incisione dimostra
non solo la valenza pittorica
della Posta e delle Rive di
Mestre ma ne illustra la
dimensione etnografica
descrivendo, nei dettagli, un
mondo pieno di vitalità.
L’acquaforte di Antonio Canal (Canaletto)
‘Mestre alle Barche’ (Windsor Castle) fa parte di
un album di 31 incisioni eseguite tra il 1744 ed
1746, commissionate da Joseph Smith, console
inglese a Venezia. Joseph Smith vendette poi
gran parte della sua collezione a re Giorgio III,
creando la base per la grande collezione di dipinti
di Canaletto di proprietà della Royal Collection.
Tra le centinaia di possibili soggetti di elevato va38
lore architettonico, monumentale, paesaggistico
il Canaletto scelse di ritrarre il Porto e la Posta di
Mestre.
Vari sono stati i passaggi di personaggi celebri
tra i quali Giacomo Casanova che, in fuga dalle
prigioni veneziane, arrivando a Mestre in gondola cercò dei cavalli alla Posta e, non trovandoli, si
diresse all’Hostaria alla Campana.
Tra gli storici passaggi non possiamo dimenticare quello del 1782 del Pontefice Pio VI in viaggio
verso Vienna per incontrare l’imperatore Giuseppe II, intenzionato ad incamerare le proprietà ecclesiastiche.
Il Papa accompagnato dai Procuratori di San
Marco (alti funzionari), Alvise Contarini e Lodovico Manin, viaggiava su una delle due peote appossitamente allestite dall’architetto Gianantonio Selva (progettista del teatro ‘La Fenice’) con
interni foderati di rasi, fondo ricoperto di tappeti,
le insegne pontificie e dogali sulla cima dei due
alberi. Alla voga sedici barcaioli della Confraternita del Traghetto di Mestre, comandati dal gastaldo Andrea Grasso. In laguna migliaia di barche addobbate, di remi alzati e di evviva dei Veneziani accolsero il pontefice. Il corteo, imboccato il Canal Salso, raggiunse così l’approdo di
Marghera (attuale Forte Marghera) dove lo attendevano il Vescovo di Treviso Giustiniani, il parroco di Mestre Albrizzi, il Podestà di Mestre Priuli,
attorniati da una folla immensa e da uno squadrone di cavalleria.
Sulla riva erano pronte le carrozze predisposte
dal mastro di posta Paolo Breda. Vi erano una
trentina di staffieri, 23 pariglie di cavalli, ed un
carro alla todesca per il bagaglio. Al suono dell’Ave Maria il corteo si avviò verso l’attuale Piazza
Barche e, percorrendo un tratto della Strada Regia Postale giunse al palazzo degli Erizzo (sito
nell’attuale p.le Donatori di Sangue).
Spionaggio a Mestre, Napoleone a Marghera,
cade la Repubblica di Venezia
I regolamenti del Traghetto, la Ferrovia Ferdinandea
Nel 1797 gli Inquisitori di Stato vennero informati dai loro confidenti della presenza all’Hostaria alla Campana di due francesi sospetti di spionaggio. Venne pertanto intercettata la loro corrispondenza alla “Posta delle lettere delle Barche” e
pagati 4 lire al giorno ai delatori.
Misure ormai inutili: i Francesi avevano invaso il
Veneto e Napoleone si recò all’osteria di Marghera dove vi erano i nobili Alvise Moncenigo, Tommaso Condulmer e Giacomo Giustinian in qualità
di ambasciatori.
Napoleone, dopo aver scrutato Venezia con il binocolo, se ne andò senza degnare di un saluto i
tre nobili ai quali fu dato, dal commissario Haller, un foglio con le condizioni per la resa che
comprendevano l’abolizione dell’antico sistema
aristocratico, la liberazione dei simpatizzanti per
le idee francesi, le teste degli Inquisitori di Stato.
Il 12 maggio 1797 il Maggior Consiglio decretò la
fine della Repubblica.
Sulla gestione del Traghetto di Mestre, che agli
inizi dell’Ottocento era in piena attività, vennero
emanati due regolamenti. Quello francese del
1813 prevedeva tra l’altro l’obbligo della marchiature delle barche: con una "M" quelle di Mestre, più grandi ed affidabili in caso di burrasca,
con una "V" quelle di Venezia che potevano portare un numero minore di passeggeri. Quello austriaco del 1817 stabiliva che vi fosse un “incaricato politico” con il compito di far rispettare il regolamento del traghetto; nominato da Venezia
egli disponeva di un locale situato presso la riva
destra, presso l’attuale sottoportico dove stazionava un drappello di guardie e dove trovava posto un locale nel quale venivano rinchiusi i barcaioli che contravvenivano alle normative.
L’11 gennaio 1846 fu inaugurato il ponte ferroviario, progettato dall’ing. Tommaso Meduna e
modificato dall’ing. Luigi Duodo, posto su 222
arcate per una lunghezza di 3601 m., con un co39
Canaletto, "Veduta di Mestre",
vendita all’asta Christies 26
gennaio 2011. Il soggetto è lo
stesso dell’incisione dello stesso
Autore, il quale usava le incisioni
per pubblicizzare le proprie
opere ad olio. In primo piano a
sinistra, l’inconfondibile
immagine della posta di Mestre.
Piazza Barche e la stazione di
posta fine '800.
sto di quasi 6 milioni. Gran parte del trasporto
delle merci e dei passeggeri si spostò sulla ferrovia portando gravi conseguenze sul lavoro dei
barcaioli.
L’assedio di Forte Marghera del 1848-49 e
l’inaugurazione della Colonna della Sortita del
1886
Inaugurazione della "Colonna
della Sortita", foto scattata il 4
aprile 1886.
Il 17 marzo 1848 Venezia insorse ed il governatore austriaco Palffy, temendo l’ira della folla fece liberare i patrioti Daniele Manin e Niccolò
Tommaseo. Vennero cacciati gli austriaci ed il 22
marzo fu proclamata la Repubblica Veneta di San
Marco sotto la presidenza di Daniele Manin. Nello stesso giorno un manipolo di patrioti mestrini
occupò Forte Marghera.
La neonata Repubblica resistette all’assedio nemico fino al 22 agosto 1848, sola città italiana,
tra le molte insorte, a tener vivo per ben 17 mesi
l’ideale di un Italia libera ed indipendente.
Il Campiello delle Barche, cioè la parte terminale
dell’attuale piazza (tra la rotatoria ed il centro
commerciale) fu teatro di numerose vicende legate al lungo assedio del forte. Il 18 giugno 1848, al
ritorno delle truppe imperiali, vennero posti 2
cannoni “al principio della strada che guarda i
Forti” (via Forte Marghera) ed il giorno seguente
gli abitanti delle Barche furono trasferiti in luoghi più sicuri. Subito ebbero luogo i primi bom-
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bardamenti dal forte, alcuni giorni intensi, altri
meno; in alcune giornate i cannoni tacevano. Il
Canal Salso rappresentò un’importate risorsa
tattica per rallentare la realizzazione delle opere
d’assedio che gli Austriaci costruivano attorno al
forte. I difensori infatti oltre a operare incursioni
e cannoneggiamenti posero una diga di sbarramento sul Canal Salso, in modo da allagare il terreno, costringendo gli assedianti a lavorare in
mezzo all’acqua ed al fango.
L’8 luglio 1848 il direttore delle Poste Magliana
venne licenziato ed esiliato perché sospettato di
fare il corriere per il Governo Rivoluzionario di
Venezia.
Il 29 agosto 1848 l’ufficio postale venne spostato
vicino alle prigioni (via Palazzo), luogo non
esposto ai bombardamenti che provenivano dal
Forte.
Il 27 ottobre 1848 si svolse un’epica battaglia
nella quale i patrioti italiani, nettamente inferiori
per numero e dotazioni, usciti di sorpresa dal
Forte assediato dopo un furioso combattimento
sul Ponte della Campana (attuale via Poerio) costrinsero il nemico alla fuga.
Lo storico avvenimento fu ricordato con la collocazione di una colonna commemorativa situata
in Piazza Barche.
Una foto del 1866 ci mostra il grande afflusso di
gente, i labari ed i gonfaloni ed al centro il monumento che si eleva, contrariamente ad oggi,
‘sopra le teste’ dei manifestanti saldamente poggiato sulla possente gradinata; sullo sfondo la
Torre Civica e la Posta Antica di Mestre.
Il Garage Reale, l’esplosione del 1944, la stazione delle corriere, le biciclette di Zanessi
Il Garage Reale fu realizzato in Piazza Barche
agli inizi del Novecento riutilizzando l’edificio
che fino al 1848 era stato sede della stazione postale; veniva descritto come uno dei maggiori d’Italia, vasto 5000 mq., con 100 posti auto.
Era stato inoltre ristrutturato in modo da anticipare l’atmosfera in cui i viaggiatori si sarebbero
immersi negli alberghi lagunari: “Costituisce scriveva un cronista - la porta d’ingresso dei
grandi percorsi europei e si è voluto, con una prima impressione di modernità e di lusso intonarsi
ai magnifici alberghi della città e del Lido destinati ad ospitarli.”
Nel 1926 il Re Vittorio Emanuele III concesse di
esporre lo Stemma Reale sulla facciata dell’edificio “volendo dare alla Società Servizi Automolistici Veneti, uno speciale e pubblico attestato della
Sua benevola considerazione”; con questa effige
il garage appare in numerose foto e cartoline
dell’epoca.
Nel 1944 i partigiani del battaglione Felisati fecero esplodere una bomba nell’edificio, già sede del
garage Reale, che ospitava durante la guerra
(1940-45) un distaccamento della Questura.
L’azione costituiva un’azione di disturbo per favorire il contemporaneo assalto alla centrale del
latte di Carpenedo. L’esplosione causò la parziale
distruzione del lato sinistro dell’edificio e la morte dell’impiegato del dazio. Un testimone dell’evento ricorda che la porta dell’ufficio volò dall’altra parte della piazza. Roberto Zanessi, che abitava sopra il negozio di biciclette che il padre Ma-
rio aveva aperto dall’inizio degli anni trenta, si
era visto crollare, in seguito allo scoppio, il soffitto sulla testa.
Per più di 60 anni questa parziale mutilazione,
che non ha compromesso la statica dell’edificio,
è testimone di un avvenimento dell’epopea partigiana a Mestre che andrebbe a nostro avviso segnalato nell’auspicabile ricostruzione della parte
mancante.
L’Antica Posta-Garage Reale fino alla fine anni
'70 - inizio anni '80 del Novecento ospitava due
attività legate ai trasporti ed ai viaggi, proseguendo così la sua secolare vocazione:
– la biglietteria e la sala d’aspetto della società
di trasporti FAP che curava il servizio di corriere verso Jesolo-San Donà (nella parte sinistra);
– il negozio di biciclette Zanessi che era uno dei
più forniti di Mestre sia come bici che come
41
Da Sinistra:
L'ex stazione di posta, da:
Franco Rigo, "I luoghi della
scrittura e della posta", Editrice
Elzeviro Padova, 2008.
Piazza Barche nel 1995
(coincidente con lo stato
attuale).
Il lato ovest della ex stazione di
posta, da: Franco Rigo, "I luoghi
della scrittura e della posta",
Editrice Elzeviro Padova, 2008.
Petizione “Salviamo la Posta Antica di Mestre”
firmata da 31 associazioni
Al Sindaco del Comune di Venezia
Avv. Giorgio Orsoni
Oggetto: Integrità strutturale e Antica Posta di Mestre sita in Piazza Barche
Considerato che:
l’Ufficio Urbanistica rispondendo alle osservazioni presentate dal Gruppo Valdemare di Mestre ha
fatto proprio l’obiettivo di salvaguardare il valore storico testimoniale dell’edificio “Antica Posta”
nonché di garantirne la sua integrità fisica affermando testualmente nelle ‘Controdeduzioni’:
“In sede di progetto edilizio dovranno essere valorizzati e salvaguardati i segni storici dell’edificio
esistente tesi a garantire la sua integrità fisica, ponendo particolare attenzione al rapporto tra l’edificio storico e la nuova edificazione costruita in aderenza”; constatando invece che, in aperto
contrasto con tale dichiarazione di intenti, il proprietario è intervenuto circa 5 mesi fa asportando
quasi completamente la copertura del tetto in coppi (antichi?) esponendo l’edificio ai danni delle
precipitazioni meteoriche con sicuri e gravi rischi per la sua tenuta strutturale.
Le sottoscritta associazione chiede al Sindaco:
– che si faccia promotore di un accordo con il proprietario affinché ponga urgentemente in sicurezza l’edificio con una ricopertura anche provvisoria del tetto che lo metta al riparo da fenomeni di marcescenza tutte le componenti lignee (intelaiatura sommitale, eventuali travi dei solai, ecc.) ;
– di far effettuare in tempi brevi una perizia architettonica, che preveda indagini stratigrafiche
e dendrocronologiche, da eseguirsi a cura di un architetto specializzato nel restauro di edifici antichi.
L’intervento
Si chiede che la progettazione di dettaglio del Piano di Recupero che interessa parte dell’attuale
Piazza Barche di Mestre, sia preceduta da una preliminare perizia architettonica dell’edificio denominato Posta Antica (ex Stazione delle Corriere - Piazza XXVII Ottobre N. 23), onde stabilirne
l’esatta datazione e rilevarne tutti gli elementi superstiti di pregio e/o con valore testimoniale (davanzali ed elementi vari in Pietra d’Istria, archi, mattoni antichi, ...) ed al fine di effettuare un restauro conservativo che tuteli e valorizzi al massimo tali elementi.
(Vedi mail del Prof. Francesco Doglioni dell’Università di Ca’ Foscari di Venezia.)
Si ritiene altresì che la destinazione ideale per tale irripetibile edificio, sia quello di recuperare
il suo utilizzo come Hostaria (Ristorante/Locanda) con annesso Museo della Storia Postale
Veneta.
Stefano Zabeo
Gruppo Valdemare
Mestre, 25 novembre 2010
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parti di ricambio e che forniva inoltre servizi
di riparazione (nella parte destra).
Guppo Valdemare
– Cessi Roberto, Storia della Repubblica di Venezia, Giunti
Amrtello, Firenze, 1981.
– Checchin Alessandra, La Scuola e l’Ospedale dei Battuti di
Mestre dalle origini al 1520, Mestre, 1996.
– Foffano R. - Lugato D., Da Margeraa Forte Marghera,
Edizioni Multigraf.
BIBLIOGRAFIA
– Autori vari, La Via Annia - Memoria e presente, Arsenale
Editrice, Venezia, 1894.
– Autori vari, Il Quarantotto a Mestre - La Rivoluzione e la
Popolazione, Centro Studi Storici di Mestre, Mestre, 2000.
– Autori vari, Storia di Mestre, Centro Studi Storici di
Mestre, Mestre, 1999.
– Autori vari, Cronologia Universale, Avalardi - Garzanti,
1994.
– Fusati Andrea, Storia dei bolli postali in uso all’ufficio
postale di Mestre, dalle origini al 1866, 2006.
– Hauschka Heinrich - Gustav Ritter Amon Von Trevenfest Dotto, L’assedio di Marghera e Venezia, Centro Studi
Storici Di Mestre, Mestre.
– Merotto Rosetta - Rigo Silvia, La Via Augusta (per la via di
Bassano): ipotesi di recupero storico dell’architettura
postale nella Repubblica di Venezia (1489-1787), Edityrice Elzeviro, Padova, 2005.
– Autori vari, Quaderno nn - CSSM, Centro Studi Storici di
Mestre.
– Rendina Claudio, I Dogi - Storia e segreti, Newton.
– Autori vari, Quaderno Nuova Serie - CSSM, entro Studi
Storici di Mestre.
– Ticozzi Teodoro, Diario 1848-49, Centro Studi Storici di
Mestre, 1968.
– Bailly Auguste, La Serenissima Repubblica di Venezia,
Dall’Oglio, Varese, 1978.
– Vittoria Eugenio, Storia di Mestre, Editrice Evi Venezia.
– Barcella Bonaventura, Notizie storiche del Castello di
Mestre, Forni Editore, Bologna, 1839.
– Barizza Sergio, Mestre e la sua piazza, Il Cardo.
– Sarto Giorgio, Altobello, Comune di Venezia, 1985.
– Zoccoletto Giorgio, Il Consiglio della Magnifica Comunità
di Mestre, Centro Studi Storici Di Mestre, Mestre, 2006.
– Zoccoletto Giorgio, La Regia Strada, il Palazzo e le
Prigioni di Mestre, Fratelli Liberalato Editori-Mestre.
– Barizza Sergio, Storia di Mestre, Il Poligrafo, 1989.
– Zoccoletto Giorgio, Mestre nel Tardo Seicento.
– Brusò Fabio, Piazza Barche Mestre (1846-1932), Cierre,
Verona, 2000.
– Zoccoletto Giorgio, Il transito di Pio VI per Mestre nel
1782, Accademia Altinate in Mestre, Mestre, 1997.
Associazioni firmatarie della petizione "Salviamo l'Antica Posta di Mestre":
Gruppo di Iniziativa per la Salvaguardia
e l’Utilizzo Pubblico di Forte
Carpenedo
Sambo Roberto
Gruppo Scienze Naturali
“C. Darwin”
Dalla Chiara Sandro
Brunello Francesco
Aqvaalta
Valsecchi Michele
Gruppo Valdemare
Zabeo Stefano
Associazione Culturale Ricreativa
Antonio Gramsci A.C.R.A.G
De Rocco Elena
Italia Nostra
Gasparetto Cristiano
La Salsola
Sartori Pino
Associazione Gabriele Bortolozzo
Toneatti Laura
Lagunable’
Gianese Giampaolo
Associazione Mandragola
Cargnelli Roberto
LIPU
Pamio Giampaolo
Associazione Orizzonti
Bulgarelli Lucio
Rigosi Franco
Associazione per lo Studio
della Storia Postale
Cattani Adriano
Medicina Democratica - Mov. di Lotta
per la Salute
Movimento Consumatori
Miozzi Lorenzo
Associazione Verdelitorale
Bergamo Gianluigi
Movimento dei Consumatori
Labbrofrancia Giulio
Centro Studi Storici di Mestre
Stevanato Roberto
Società Veneziana di Scienze Naturali
Raffone Gianni
Città Vicina
Cossu Leda
Storiamestre
Brusò Fabio
Codaconsveneto
Vittozzi del Chiaro Fiorella
Un Nuovo Volto per Mestre
Comitato 17 Settembre
Callegaro Luciano
Pasinetti Luciano
Vianello Domenico
Comitato Forte Gazzera
Fusati Graziano
Wigwam Club Giardini Storici Venezia
Dammicco Mariagrazia
Eco Istituto
Boato Michele
WWF Venezia
Sinibaldi Roberto
ASSOCIAZIONE
REFERENTE
Associazione Nazionale
Architettura Bioecologica
Camana Siegfried
Ambiente Venezia
Cogo Flavio
Amico Albero
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