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Il contenuto è nudo. NearIT: con proximity marketing
regna il contesto
di Filippo Poletti – 02 dicembre 2016
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C’è un nuovo modo di promuovere le vendite dentro e fuori dai negozi: accanto al classico
volantino c’è il mobile proximity marketing. È possibile, infatti, inviare notifiche e offerte
personalizzate ai clienti sui loro smartphone all’interno dello store (tramite la tecnologia
beacon basata sul bluetooth) oppure anche all’esterno (sfruttando, con il geofence, le
informazioni geografiche fornite dai sistemi operativi dei cellulari).
BiMag ha chiesto a Luca Locatelli – amministratore delegato di NearIT, startup bergamasca di
proximity marketing nata all’interno del parco scientifico Kilometro Rosso – di fare il punto
della situazione sulle nuove tecnologie.
Luca Locatelli, qual è un esempio virtuoso di proximity marketing?
«Il proximity marketing è una frontiera del mobile
marketing che negli ultimi anni ha preso piede in Italia
e all’estero. Grazie al proximity marketing è possibile
ingaggiare la persona giusta al momento giusto.
Come NearIT abbiamo lavorato per tre fiere, due in
Italia e una all’estero e per una catena di retail
specializzata nel mondo make-up e nailart. Abbiamo
sviluppato l’app dell’evento Technology hub che si
è tenuto a Milano nello scorso giugno, installando
oltre 80 beacon (uno per ogni stand) e creando
engagement con gli utenti presenti in fiera».
TV
Van
Kranenburg
(IOT Council):
Italia non
perda il treno
digitale
Traipler, la
piattaforma
che fa video
per piccole e
medie imprese
Barona (Le
Fablier):
export conta,
ma noi
crediamo
nell’Italia
Luca Locatelli, CEO di NearIT
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Avete lavorato anche per Pragma conference, la più importante conferenza europea per
sviluppatori iOS.
Spotify dei
vini? È
Viniamo,
enoteca
digitale: si
sceglie con
playlist
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«Ad ottobre, a Verona, abbiamo integrato il
nostro SDK (kit di sviluppo software) nell’app
ufficiale di Pragma conference e generato più di
mille interazione con i 300 sviluppatori presenti
all’evento. Abbiamo inviato notifiche in
prossimità con due differenti tecnologie grazie ai
beacon e al geofencing. L’utente riceveva
informazioni utili su come raggiungere la sede
dell’evento appena arrivava agli aeroporti di
Verona, sede di Pragma conference riservata agli
Bergamo Orio al Serio e Verona, alla stazione di
sviluppatori iOS
Verona Porta Nuova e ai caselli autostradali
della città di Verona. All’arrivo alla conferenza,
riceveva indicazioni su come registrarsi,
sull’agenda della giornata e, al termine di ogni conferenza, poteva esprimere la sua opinione
su ogni speech. Inoltre, grazie ai beacon è stato possibile tracciare il numero di persone
presenti alla conferenza. In serata, tutti gli utenti che si trovavano al ristorante (circa 100
persone) hanno ricevuto un mobile coupon per una birra in omaggio: 80 persone hanno
bevuto una birra alla nostra salute!».
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Pragma conference, dunque, un grande successo.
«Certamente e, allo stesso tempo, una vera dimostrazione della potenza del nostro prodotto
e del vero valore che può aggiungere ad ogni evento. Due settimane fa eravamo in Svizzera, a
Baden. Per loro abbiamo realizzato un’app con all’interno la nostra tecnologia. Abbiamo
creato delle ricette di prossimità, installato 50 beacon, ingaggiato gli utenti grazie alla realtà
aumentata e generato quasi 2 mila interazioni».
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NEARIT, proximity in a snap
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Oltre agli eventi, avete lavorato nel settore del retail?
«Stiamo lavorando per un retail italiano che si occupa di make up. Abbiamo realizzato un’app
per loro e installato dei beacon nei loro punti vendita per incrementare le vendite, inviare
sconti personalizzati e notifiche in prossimità. Il proximity marketing non è solo un ottimo
alleato per le vendite e per creare engagement con gli utenti di un’app mobile, ma è anche un
ottimo alleato per raccogliere dati in prossimità».
Dopo 13 anni
Mariano
Pasqualone…
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Datalytics, piattaforma di social media
monitoring in tempo reale
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Ferraro nuovo...
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visita al punto di vendita, si scontrano con l’attuale scarsa attitudine degli utenti a
scaricare app.
«Nel mondo ci sono moltissime app dedicate agli store: la
grande sfida si gioca sul come far scaricare le app agli
utenti. Un grande ruolo ce l’ha il valore che un’app mobile
può dare agli utenti che la scaricano, come offerte speciali
e informazioni utili inviate in determinati contesti e
momenti. La grande differenza che c’è tra il classico
volantino con le offerte e tutto quello che il proximity
marketing può offrire è che fornisci all’utente un vero
servizio: con il proximity si va oltre il concetto di spam, si
possono inviare agli utenti dei messaggi intelligenti e dare
loro dei veri vantaggi. Tuttavia, non per tutti ha davvero
senso sviluppare un’app. Nasceranno delle app verticali
sviluppate per settore di interesse che racchiuderanno
diverse realtà, per cui avere un’app singola dedicata non è
Il proximity marketing va oltre il
significativo (sarebbe troppo dispendioso o poco
classico volantino
performante a causa delle difficoltà di raggiungere un
numero elevato di installazioni e, quindi, di utenti con cui
dialogare). Ci stiamo lavorando anche noi. La nostra soluzione è adatta a tutti, anche a piccole
realtà come una polleria: ovviamente per realtà come questa non ha senso sviluppare un’app.
Ci sono alternative con cui utilizzare soluzioni di proximity senza app per esempio combinando
un wi-fi con social login in grado di riconoscere l’utente, a schermi collocati nello store in
grado di comunicare degli messaggi e informazioni personalizzate utili in quel momento».
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La profilazione tradizionale dei retailer è concentrata su parametri come il sesso e l’età
dei clienti. Quali sono le frontiere del proximity marketing?
Il marketing digitale permette la
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diffusione di carte fedeltà virtuali
«Il proximity marketing permette di profilare l’utente
secondo diversi e svariati parametri. La nuova sfida del
proximity è il contesto. Il contenuto non è più il re
(contrariamente a quanto detto da Bill Gates nel
1996), ma è il contesto a fare da re. Le tecnologie che
utilizziamo per inviare contenuti agli utenti in
prossimità, non sono meri trasmettitori di messaggi. La
loro funzione primaria è quella di fare da trigger per
l’invio dei messaggi e, quindi, di creare engagement.
Tuttavia, grazie ai beacon e al geofencing, è anche
possibile raccogliere dati importantissimi sui
comportamenti degli utenti: è possibile sapere quando
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gli utenti entrano o escono da un luogo, quanto tempo hanno trascorso in un’area sia essa
indoor (con i beacon) o outdoor (con il geofence) e da quanto tempo non entrano in negozio.
Grazie a questi dati raccolti, è possibile inviare dei messaggi estremamente targettizzati per gli
utenti dell’app. Ad esempio, se una persona resta in negozio 10 minuti o 1 minuto soltanto, è
possibile inviare un messaggio per invogliarlo a tornare a fare acquisti. La carta fedeltà
virtuale è un asso nella manica che crea ancora più engagement e che è utile sia agli utenti,
che possono ricevere degli sconti esclusivi, sia per chi sviluppa l’app e si occupa di gestire
campagne di mobile proximity, in quanto fornisce ulteriori dettagli sugli acquisti e sui
comportamenti degli utenti».
La tecnologia dei beacon ha come punti di debolezza la non installazione dei
trasmettitori da parte dei retailer e la non sempre attivazione del bluetooth da parte dei
clienti.
«È vero che l’accensione del bluetooth è visto
come un ostacolo per una tecnologia come la
nostra. In realtà, i dati dimostrano come il tasso
di accensione del bluetooth sia costantemente
in aumento e destinato ad aumentare in futuro:
basti pensare, ad esempio, ai recenti wearable e
alle nuove cuffie Apple che funzionano con BLE,
bluetooth low energy, ovvero a basso consumo
di batteria. Oggi, tra gli utenti, è ancora poco
Le nuove cuffie Apple funzionano con BLE,
noto il fatto che questa nuova tecnologia non
bluetooth a basso consumo di batteria
consumi molta batteria. Tuttavia, bisogna dire
che i beacon sono stati negli anni sovrastimati dai
retailer. Sono stati visti, infatti, come uno strumento “fantascientifico” per studiare il
comportamento degli utenti in store anche se poi i retailer hanno dovuto fare i conti con i limiti
che porta questa tecnologia: ci sono spesso alcune imprecisioni e la durata della batteria dei
beacon, seppur longeva, a volte è vista come un vero ostacolo. I beacon sono uno strumento
potente ma va gestito bene».
È possibile superare gli ostacoli di soluzioni “beacon centriche”?
«NearIT ha creato una piattaforma molto aperta
che non si basa unicamente sui beacon, ma può
permettere di integrare qualsiasi altra
tecnologia e sfruttare le potenzialità anche del
loro utilizzo combinato. Ad oggi abbiamo, infatti,
Il geofence che sfrutta le informazioni
geografiche fornite da smartphone
il geofence che sfrutta le informazioni
geografiche fornite dai sistemi operativi degli
smartphone per capire quando un utente di
un’app mobile entra o esce da un luogo. Grazie a questi dettagli, con la piattaforma NearIT è
possibile inviare contenuti mobile personalizzati – messaggi multimediali, coupon sconto o
domande – agli utenti quando si trovano in una zona d’interesse specifica. Il geofence non è
l’unica tecnologia integrabile, è possibile, infatti, utilizzare altri trigger come il wi-fi, l’RFID e
l’NFC. Abbiamo studiato una piattaforma altamente scalabile e a portata di tutti. Una
soluzione, cioè, che possa rispondere alle diverse esigenze del mercato».
@filippo_poletti
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