UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TRENTO SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE ALL’INSEGNAMENTO SECONDARIO INDIRIZZO SCIENTIFICO MATEMATICO FISICO INFORMATICO classe A049 matematica e fisica Unità didattica ANATOMIA DELLE ONDE SONORE Dott. Mario Sandri Matricola 117039 Anno Accademico 2004/2005 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri INDICE DEI CONTENUTI Pagina 3 Destinatari Pagina 3 Prerequisiti Pagina 3 Accertamento dei prerequisiti Pagina 4 Obiettivi Pagina 4 Obiettivi generali Pagina 4 Obiettivi trasversali Pagina 5 Obiettivi specifici Pagina 5 Conoscenze (obiettivi cognitivi) Pagina 5 Competenze (obiettivi operativi) Pagina 5 Capacità (obiettivi metacognitivi) Pagina 6 Sviluppo dei contenuti Pagina 6 Moto armonico semplice Pagina 10 Esempio 1 Pagina 11 Esempio 2 Pagina 12 Smorzamento Pagina 17 Pagina 18 Esempio Modi normali di oscillazione trasversale delle corde a estremi fissi Pagina 23 Esempio 1 Pagina 24 Esempio 2 Pagina 25 Metodologie didattiche Pagina 25 Materiali e strumenti utilizzati Pagina 26 Controllo dell’apprendimento Pagina 26 Valutazione Pagina 26 Recupero e approfondimento Pagina 26 Tempi dell’intervento didattico Pagina 27 Bibliografia Pagina 2 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri DESTINATARI Questa unità didattica è rivolta a studenti del 5° anno del Liceo Scientifico, del Liceo scientifico P.N.I. e degli istituti tecnici. PREREQUISITI • Conoscere il concetto di derivata totale e parziale • Conoscenza delle funzioni trigonometriche • Saper calcolare le derivate • Conoscere i tre principi della dinamica • Conoscere le funzioni esponenziali • Saper fare calcoli letterari • Conoscere le relazioni tra spostamento, velocità e accelerazione • Conoscere un’equazione differenziale • Conoscere i fondamenti della fisica • Conoscere le funzioni in due variabili ACCERTAMENTO DEI PREREQUISITI Questa unità didattica prevede che l’alunno abbia completamente acquisito nelle unità didattiche precedenti le conoscenze e le competenze sui concetti fondamentali della fisica e sulla relazione che intercorrono tra le grandezze spostamento, velocità e accelerazione, nonché su concetti fondamentali della matematica quali le funzione in più variabili, la trigonometria e le derivate. Come accertamento dei prerequisiti si accettano i risultati delle verifiche sommative delle unità didattiche precedenti, pur ritenendo necessario condurre una lezione dialogata, durante la quale l’insegnante verifica ulteriormente le conoscenze ponendo alcune domande opportune. Alcuni punti essenziali e di strategica importanza sono da rivedere, integrare e rinforzare in classe, durante la prima ora dell’unità didattica, con modalità dialogica-interattiva. Gli studenti carenti in determinati argomenti, saranno invitati, entro la successiva lezione, a rivedere le tematiche in questione. Pagina 3 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri OBIETTIVI Obiettivi generali • Acquisire le conoscenze, competenze e capacità previste dall’unità didattica per l’argomento anatomia delle onde sonore • Contribuire a sviluppare e soddisfare l’interesse degli studenti per la fisica, in generale, e per l’acustica, in particolare • Saper utilizzare consapevolmente procedure matematiche nell’ambito fisico • Riconoscere il contributo dato dalla fisica allo sviluppo delle scienze musicali • Migliorare l’abilità di lettura di grafici evidenziando in tal senso anche capacità critiche • Motivare gli alunni ad attività di studio teorico degli aspetti quotidiani della fisica • Contribuire a rendere gli studenti in grado di affrontare situazioni problematiche di natura acustica avvalendosi nei modelli fisico-matematici più adatti alla loro rappresentazione • Condurre ad un appropriato utilizzo del lessico specifico della fisica e della musica e a saper argomentare con proprietà di espressione e rigore logico • Sviluppare il senso critico e la capacità di correggere errori • Acquisire un’adeguata conoscenza e comprensione dei contenuti proposti insieme alla consapevolezza del proprio stile di apprendimento • Possedere e migliorare il metodo di studio • Abituare ad un metodo autonomo di lavoro, consolidando la capacità progettuale ed organizzativa Obiettivi trasversali • Educare gli alunni ad un comportamento corretto e responsabile verso compagni ed insegnanti e al rispetto reciproco nei rapporti interpersonali • Sviluppare attitudine alla comunicazione favorendo lo scambio di opinioni tra docente e allievo e tra allievi • Proseguire ed ampliare il processo di preparazione scientifica e culturale degli studenti • Contribuire a sviluppare lo spirito critico e l’attitudine a riesaminare criticamente ed a sistemare logicamente le conoscenze acquisite Pagina 4 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri Obiettivi specifici Conoscenze (obiettivi cognitivi) • Conoscere la relazione tra le diverse forze applicate ad un sistema • Conoscere le leggi che governano il moto ondoso • Conoscere i parametri fondamentali che caratterizzano le onde • Conoscere l’equazione di un’onda • Conoscere il significato fisico di grandezze comunemente adottate nel gergo musicale Competenze (obiettivi operativi) • Saper determinare la frequenza di oscillazione di oscillatore armonico • Saper determinare le caratteristiche principali di un’onda • Saper determinare il tipo di smorzamento subito da un’onda • Saper determinare la frequenza di oscillazione di una corda vibrante • Saper determinare il tipo di armonica di una corda vibrante Capacità (obiettivi metacognitivi) • Riconoscere la stretta analogia tra fisica e musica • Acquisire la capacità di leggere ed interpretare fenomeni del mondo reale e fisico, applicando le competenze fisico-matematiche acquisite • Saper utilizzare le conoscenze e le competenze acquisite per risolvere problemi • Essere in grado di riconoscere in contesti diversi la presenza di propagazione di tipo ondoso ed essere in grado di trarre informazioni sul fenomeno che rappresentano, utilizzando le conoscenze e competenze acquisite. Pagina 5 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri SVILUPPO DEI CONTENUTI MOTO ARMONICO SEMPLICE Un moto oscillatorio o vibrazionale è un moto a carattere ripetitivo, di cui si può definire un periodo. Esiste la possibilità di tale moto ogni qualvolta esiste una forza di richiamo che tende a riportare il sistema perturbato verso la sua posizione di equilibrio. Tra i casi più importanti ricordiamo quelli in cui agisce una forza gravitazionale, come nel pendolo, o elastica, come nelle molle, o elettrica, come negli orologi, o magnetica, come nelle bussole. Consideriamo ora un corpo di massa m [kg] collegato ad una parete da una molla di costante elastica k [N/m] e lunghezza a riposo l [m]. Facciamo in modo di prendere un corpo di massa molto maggiore rispetto a quella della molla così da poter escludere ques’ultima. Per semplicità supponiamo che non vi sia la presenza di attrito e che il moto avvenga in una direzione. La posizione di equilibrio si ha quando il corpo si trova a distanza l dalla parete, cioè la molla non è né in trazione né in compressione. Se ora spostiamo il corpo dalla posizione di equilibrio il corpo subisce una forza che lo tende a riportare nella posizione di equilibrio come da figura. A seguito di questa perturbazione l’effetto che si osserva è una oscillazione attorno alla posizione di equilibrio. Pagina 6 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri Tale forza di richiamo è espressa dalla legge di Hooke: JG G F e = −k x G dove x ( t ) è il vettore spostamento e dipende dal tempo. Il segno meno deriva dal fatto che la forza elastica è, appunto, una forza di richiamo e dunque è diretta in senso contrario rispetto alla G deformazione x ( t ) . Per il secondo principio della dinamica (o legge di Newton) il moto corpo è descritto anche dalla seguente equazione: G JG G d2x F = ma = m 2 dt G G d2x dove a = 2 dt è il vettore accelerazione. Non essendoci altre forze in gioco, si deriva JG JG immediatamente che F e = F e dunque risulta: G G d2 x m 2 = −k x dt che riscritto in una dimensione diventa: m d 2x = −kx dt 2 Senza perdere in generalità possiamo scrivere l’equazione in questa maniera: d 2x + ω02 x = 0 2 dt dove ω0 = k [rad/s] è la pulsazione del moto e dipende unicamente da proprietà intrinseche della m molla e dell’oggetto. L’equazione precedente è quella generale per un oscillatore armonico unidimensionale con pulsazione assegnata. La soluzione di questa equazione, in regime di piccole oscillazioni come nel caso in esame, è un’onda la cui espressione è la seguente: Pagina 7 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri x ( t ) = A cos (ω0t + ϕ ) dove A [m] rappresenta l’ampiezza dell’onda e φ [rad] la fase iniziale. Questi due parametri devono essere determinati dalle condizioni iniziali. Da tale soluzione possiamo ricavarci l’espressione per la velocità e per l’accelerazione ricordando come queste due quantità sono legate alla posizione: v (t ) = dx = − Aω0 sin (ω0t + ϕ ) dt d 2x a ( t ) = 2 = − Aω02 cos (ω0t + ϕ ) = −ω02 x ( t ) dt I parametri A e φ ora possono essere facilmente trovati imponendo le condizioni iniziali sulla posizione e sulla velocità: x (t = 0) = l v ( t = 0 ) = v0 La figura mostra l’andamento, in funzione del tempo, della posizione, velocità e accelerazione del corpo. 20 15 10 5 0 0 2 4 6 8 10 12 -5 -10 -15 -20 Tempo (s) x(t) v(t) Pagina 8 a(t) 14 16 18 20 Anatomia delle onde sonore Analizziamo ora Mario Sandri alcune caratteristiche riguardanti le proprietà dell’onda trovata. Precedentemente è stata vista la relazione tra la pulsazione dell’onda e le proprietà intrinseche e misurabili del sistema. Ora osserviamo alcune qualità specifiche tipiche di ogni onda quali il periodo T [s] e la frequenza f [Hz]: T= f = 2π = 2π m k 1 1 = T 2π k m ω0 L’espressione trovata mostra che la frequenza cresce quanto più la molla è rigida, cioè quanto è più grande è k, e diminuisce quanto è più grande la massa m (effetto di inerzia). Va sottolineato che il sistema ha una sola frequenza di oscillazione spontanea, ossia non forzata da stimoli periodici interni, la frequenza propria o di risonanza. Facendo alcune considerazioni energetiche, l’energia totale H [J] associata all’oscillazione è la somma dell’energia cinetica EC [J], dovuta al movimento dell’oggetto, e di quella potenziale elastica EP [J], associata alla deformazione della molla rispetto alla posizione di equilibrio. In formule possiamo esprimere questa relazione nel seguente modo H = EC + EP e dunque la sua espressione risulta essere pari a: H= 1 2 1 2 1 1 mv + kx = mA2ω02 sin 2 (ω0t + ϕ ) + kA2 cos 2 (ω0t + ϕ ) 2 2 2 2 L’energia totale risulta essere costante in quanto non subentrano fenomeni di dissipazione e dunque, nel caso perfettamente ideale, l’energia, durante ogni oscillazione, si converte tutta da potenziale a cinetica e viceversa, senza decadere. Pagina 9 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri ESEMPIO 1 Dato un oggetto di massa pari a 3 kg e costante elastica pari a 2 N/m, calcolare la posizione, la velocità e l’accelerazione dell’oggetto dopo un periodo di 10 s, sapendo che la lunghezza a riposo della molla è pari a 4 cm e la velocità iniziale del corpo è di 0,2 m/s. Risoluzione Il problema così espresso si presenta ad una facile risoluzione. Applicando le regole viste precedentemente, ricaviamo inizialmente la pulsazione del moto: ω0 = k 2 = = 0,82 rad / s m 3 e poi i parametri A e φ dalle condizioni iniziali. Nell’istante iniziale abbiamo le seguenti relazioni: x ( t = 0 ) = A cos ϕ = 0, 04 m v ( t = 0 ) = 0,82 A sin ϕ = 0, 2 m / s Facendo il rapporto tra le due equazioni si ricava: tan ϕ = sin ϕ 0, 2 = = 6, 09 cos ϕ 0, 04 ⋅ 0,82 da cui φ risulta essere pari a 1,41 rad. Inserendo poi tale risultato nella prima delle due equazioni precedenti si ottiene che A vale 0,25 m. Ricavati i parametri incogniti possiamo inserirli nelle formule generali e otteniamo: x ( t = 10 s ) = 0, 25 ⋅ cos ( 0,82 ⋅10 + 1, 41) = −0, 24 m = −24 cm v ( t = 10 s ) = −0,82 ⋅ 0, 25 ⋅ sin ( 0,82 ⋅10 + 1, 41) = 0, 03 m / s = 3 cm / s a ( t = 10 s ) = −0,822 ⋅ 0, 25 ⋅ cos ( 0,82 ⋅10 + 1, 41) = 0,16 m / s 2 = 16 cm / s 2 Pagina 10 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri ESEMPIO 2 Determinare che caratteristiche deve avere un sistema massa-molla per avere la frequenza di risonanza pari ad un La a 440 Hz. Risoluzione Dalla definizione di frequenza: f = 1 2π k è possibile ricavare la relazione che intercorre tra la m costante elastica della molla e la massa dell’oggetto ancorato. In formule si ottiene: k = ( 2π f ) m 2 Ponendo ad esempio una costante elastica pari a 10 N/m si ricava una massa di 1,3 mg. Tali valori ci indicano come sia difficile, ma non impossibile, ricavare una frequenza di oscillazione così elevata con un sistema massa-molla. Le formule suggeriscono invece come sia molto più facilmente ottenibile un sistema che oscilla alla frequenza dell’ordine dell’Hertz. Infatti per ottenere una frequenza di 1 Hz basta utilizzare una massa di 0,1 kg e una costante elastica di 3,95 N/m. Pagina 11 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri SMORZAMENTO Il caso precedente è un caso ideale in cui l’energia si conserva. Nella pratica questo però non avviene in quanto ci sono forze dissipative che tendono a far smorzare il moto. Nel caso che si andrà ad esaminare, per semplicità, si considererà come punto di partenza il caso visto in precedenza con l’aggiunta dell’attrito dovuto al mezzo in cui l’oggetto si trova ad oscillare. La forza di attrito viscoso che si genera a causa del moto del corpo è data da: JJG G Fa = −γ v dove γ [kg/s] è il coefficiente di attrito viscoso. Continua a sussistere la forza di Hooke e anche in questo caso deve valere la legge di Newton che si può esprimere in questa maniera: JG JJG JG F e + Fa = F Passando direttamente al caso unidimensionale e con piccoli passaggi matematici si ottiene la seguente espressione: m d 2x dx +γ + kx = 0 2 dt dt che viene comunemente scritta in questo modo: Pagina 12 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri d 2 x 1 dx + + ω02 x = 0 2 τ dt dt dove ω0 = k m rappresenta la pulsazione caratteristica del sistema e τ = [s] è il tempo di m γ smorzamento del sistema. La precedente equazione ammette una soluzione generale del tipo: x ( t ) = Aeα1t + Beα 2t dove A e B sono due costanti determinate dalle condizioni iniziali, mentre α1 e α2 sono le soluzioni dell’equazione algebrica associata: 1 α 2 + α + ω02 = 0 τ che presenta due radici di espressione pari a: α =− Se si chiama ∆ = 1 1 ± − ω02 2 2τ 4τ 1 − ω02 [rad2/s2] si possono ottenere tre casi distinti. 2 4τ 1. Caso: moto armonico sottosmorzato Questo è il caso in cui ∆ < 0 e la soluzione assume la seguente espressione: x ( t ) = Ae − t 2τ cos (ωs t + ϕ ) dove A e φ sono da determinare con le condizioni iniziali e ωs = ω02 − Pagina 13 1 [rad/s] 4τ 2 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri 4 3 Posizione (m) 2 1 0 0 10 20 30 40 50 60 70 -1 -2 -3 Tempo (s) 2. Caso: smorzamento critico Si ottiene questo moto quando ∆ = 0 e il moto presenta la seguente espressione: x (t ) = e − t 2τ ( B + Dt ) Dove B e D sono due costanti che si ricavano dalle condizioni iniziali. Pagina 14 80 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri 3,5 3 Posizione (m) 2,5 2 1,5 1 0,5 0 0 5 10 15 20 25 Tempo (s) 3. Caso: moto armonico sovrasmorzato Tale situazione si verifica quando ∆ > 0 e la soluzione assume la seguente forma: x ( t ) = C1et ∆ + C2 e − t ∆ dove anche in questo caso C1 e C2 sono due costanti da determinare con le condizioni iniziali. Pagina 15 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri 3,5 3 Posizione (m) 2,5 2 1,5 1 0,5 0 0 5 10 15 20 25 Tempo (s) Ovviamente il caso che maggiormente interessa è quello sottosmorzato in cui oltre al normale moto armonico vi è un fattore esponenziale che fa decrescere il segnale. Questo è il caso che ci aspettiamo che si verifichi quando si ha a che fare con onde sonore che decadono inevitabilmente. Facendo alcune considerazione sull’energia in gioco, essendoci una forza dissipativa, l’energia totale non si conserva e dunque si ottiene una variazione di energia meccanica pari a: dH = −γ v 2 dt Questo avviene perché l’energia, originariamente propria del sistema oscillante, si trasferisce all’ambiente generando onde meccaniche che possono propagarsi a distanza anche sotto forma di suono. Tale accoppiamento tra sistema oscillante e mezzo ambiente è pertanto essenziale per la trasmissione a distanza dell’energia meccanica e dunque, in particolare, di quella acustica. Pagina 16 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri ESEMPIO Dato un sistema di un oggetto di massa 5 kg incernierato ad una parete con una molla di costante elastica pari a 3 N/m, soggetto ad un attrito viscoso dell’aria pari a 1,5 kg/s e spostato dalla posizione di equilibrio per una lunghezza pari a 0,3 m, determinare il tipo di moto e i suoi parametri caratteristici. Risoluzione Innanzitutto vediamo il valore di τ e ω0 utilizzando le formule precedentemente viste: τ= ω0 = m γ = 5 = 3.3 s 1,5 k 3 = = 0.77 rad / s m 5 Ora è possibile calcolare il ∆ e da esso determinare il tipo di moto: ∆= 1 1 − ω02 = − 0, 77 2 = −0, 49 rad 2 / s 2 2 2 4τ 4 ⋅ 3,3 dato che tale parametro assume un valore negativo, allora se ne può dedurre che il moto è sottosmorzato e dunque vi è la propagazione di un’onda. L’altro parametro importante del sistema è: ωs = ω02 − 1 = −∆ = − ( −0, 49 ) = 0, 7 rad / s 4τ 2 Pagina 17 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri MODI NORMALI DI OSCILLAZIONE TRASVERSALE DELLE CORDE A ESTREMI FISSI Un’onda si dice trasversale se il moto delle particelle del mezzo si sviluppa in direzione perpendicolare alla direzione di propagazione. Il mezzo di sostegno di un’onda trasversale può essere schematizzato come una sequenza di oscillatori armonici vincolati a muoversi ad esempio lungo l’asse y, e collegati tra loro da molle. Lo spostamento verticale di uno degli oscillatori e il successivo rilascio provoca la trasmissione del suo stato di moto oscillatorio agli oscillatori accoppiati adiacenti. La propagazione avviene nella direzione dell’asse x, mentre il moto delle particelle avviene lungo l’asse y. Dal caso di molte masse discrete alla distribuzione continua di masse, che ad esempio forma una corda musicale il passo è breve. La corda è costituita da molecole tenute assieme da forze intermolecolari di varia natura, ad esempio dall’attrazione di origine elettrostatica. Il loro comportamento, almeno per piccole deformazioni, può essere molto ben assimilato a quello di forze elastiche. Si consideri allora una corda sottile e omogenea di lunghezza L [m] ancorata ai suoi due estremi, e si scelga l’asse z parallelo alla configurazione rettilinea che la corda assume a riposo in JG virtù della tensione T [N] ad essa applicata. Si trascurino per semplicità gli attriti. Sia inoltre ρ= dm [kg/m] la densità lineare della corda. Prendiamo in esame la dinamica del tratto di corda dz compreso tra z e z + dz la cui massa è dm = ρ dz [kg] e che, all’istante t [s], è spostata trasversalmente di una quantità S ( z, t ) [m] perpendicolarmente all’asse z. Per la definizione di tensione del filo, gli effetti dinamici esercitati sul tratto dz dalla parte rimanente della corda possono JG JG essere schematizzati tramite le due forze T ( z ) e T ( z + dz ) applicate ai due estremi A e B del tratto considerato. A causa della curvatura del tratto AB le due tensioni, pur uguali in modulo, non si equilibrano perché non hanno stessa direzione. Pagina 18 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri Applichiamo ora la legge di Newton alla coordinata perpendicolare all’asse z, cioè lungo lo spostamento S ( z, t ) , e otteniamo: ∂2S dm ⋅ a = ρ dz 2 = T sin (θ + dθ ) − T sin (θ ) ∂t In pratica, l’angolo θ è sempre molto piccolo per cui si potrà scrivere: ρ ∂2S dz = T (θ + dθ ) − Tθ = Tdθ ∂t 2 D’altra parte l’angolo θ non è altro che la pendenza della curva S ( z, t ) a t costante riportata in un diagramma cartesiano di ascissa z e cioè: θ tan θ = ∂S ∂z e differenziato rispetto a z risulta: dθ = ∂θ ∂2S dz = 2 dx ∂z ∂x Pagina 19 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri Utilizzando questa espressione e inserendola nella formula di partenza si trova: ∂2S T ∂2S = ∂t 2 ρ ∂z 2 L’equazione precedente è chiamata equazione d’onda la cui soluzione generale è del tipo: S ( z , t ) = A ( z ) cos (ω t + ϕ ) Tale espressione è formalmente simile a quella dell’oscillatore armonico, tuttavia in tale caso l’ampiezza non risulta essere più costante, ma dipendente dalla posizione. Con pochi passaggi matematici è possibile ottenere la seguente equazione che descrive il comportamento del fattore A ( z ) in funzione di z: d 2 A( z ) ρ = − ω2 A( z ) 2 dz T che è a tutti gli effetti l’equazione di un oscillatore armonico nella posizione, la cui soluzione è del tipo: A ( z ) = A cos ( k z + α ) dove A e α sono costanti da determinare con le condizioni iniziali, mentre k è il vettore d’onda e vale k = 2π λ [m-1] dove λ [m] rappresenta la lunghezza d’onda. Con facili passaggi matematici si giunge alla seguente espressione che lega la pulsazione al vettore d’onda: ω=k T ρ Da considerazioni del tutto indipendenti al contesto in cui si sta lavorando è possibile trovare la relazione generale tra questi due parametri che viene detta relazione di dispersione: Pagina 20 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri ω k = 2π f =λf 2π / λ Ora è possibile trovare il valore di alcuni parametri. Si ha che S ( 0, t ) = S ( L, t ) = 0 e da ciò si ottiene: sin α = 0 sin kL = 0 La prima equazione ammette soluzione per α = 0 , mentre la seconda per kL = nπ con n = 0, ±1, ±2,... . Da quest’ultima si ottiene che il vettore d’onda può assumere solo valori discreti pari a: kn = nπ L Da tale parametro possiamo ricavarci tutti gli altri: ωn = nπ L fn = n T 2L ρ λn = T ρ 2L n La legge e le relazioni trovate tuttavia non sono applicabili per n troppo grandi. I modi normali di oscillazione di una corda vibrante sono detti parziali o armoniche della corda: quello di minima frequenza è l’armonica fondamentale, o tono, i successivi le armoniche superiori, o iperoni. Come si vede dalle relazioni precedenti, in linea di principio una corda vibrante a estremi fissi possiede infiniti modi normali. La figura indica che l’oscillazione massima avviene ai ventri: al trascorrere del tempo, questi passano da un estremo positivo ad uno negativo, come suggerito nel disegno dalle curve continua e Pagina 21 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri tratteggiata. Vi sono punti che non si muovono e vengono detti nodi. Due nodi sono inevitabilmente presenti agli estremi fissati della corda. Da relazioni generali riguardanti le onde si conosce la relazione che intercorre tra la lunghezza d’onda e la frequenza λ f = v in cui v [m/s] è la velocità dell’onda nel mezzo. Da tali relazioni si ottiene che la velocità dell’onda nel caso considerato è: v= T ρ Pagina 22 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri ESEMPIO 1 Dato uno strumento a corda, vogliamo che una sua corda di lunghezza pari ad 1 m abbia una frequenza fondamentale di un La e cioè 440 Hz. Determinare la densità lineare e la tensione della corda. Calcolare inoltre il vettore d’onda, la pulsazione,la lunghezza d’onda e la velocità dell’onda. Risoluzione Dalla definizione di frequenza f n = n T è possibile ricavare la relazione che intercorre tra la 2L ρ tensione e la densità lineare. Si ricordi che per l’armonica fondamentale si ha n = 1. Da ciò si ricava: T = ( 2 Lf1 ) ρ 2 Ponendo ad esempio una densità lineare pari a 0,001 kg/m si ottiene una tensione pari a 774,4 N. Valutiamo ora gli altri parametri in gioco: k1 = ω1 = π T L ρ = π L π 1 = π 1 = 3,14 m −1 774, 4 = 2764, 6 rad / s 0, 001 λ1 = 2 L = 2 ⋅1 = 2 m v= T ρ = 774, 4 = 880 m / s 0, 001 Pagina 23 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri ESEMPIO 2 Utilizzando come punto di partenza l’esempio precedente, calcolare i parametri fondamentali per la quinta armonica. Procedimento La quinta armonica è caratterizzata dall’avere n = 5 e dunque basterà sostituire nelle formule generali i parametri già trovati precedentemente. Fatto ciò si ottiene: k5 = ω5 = nπ L f5 = T ρ nπ 5π = = 15, 7 m −1 1 L = 5π 1 774, 4 = 13823, 0 rad / s 0, 001 5 774, 4 n T = = 2000 Hz 2 L ρ 2 ⋅1 0, 001 λ5 = 2 L 2 ⋅1 = = 0, 4 m n 5 Pagina 24 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri METODOLOGIE DIDATTICHE Le strategie didattiche che si intendono adottare sono prevalentemente la lezione frontale, limitata ad una breve parte dell’ora di lezione per sfruttare al meglio i tempi di attenzione, la lezione interattiva che stimoli gli allievi a porre e a porsi domande, a collegare situazioni e a ricercare soluzioni. Per la presentazione dei nuovi contenuti e per lo svolgimento di esercizi significativi si farà uso di lezioni frontali; per la risoluzione di ulteriori esercizi in collaborazione insegnate-allievi si farà uso invece di lezioni dialogiche, con lo scopo di coinvolgere gli studenti nella realizzazione delle lezioni, sollecitandoli con opportune domande. I momenti di lezione frontale e dialogica non saranno rigidamente distinti, ma si potranno alternare nell’ambito della stessa ora di lezione. Alla presentazione di ogni nuovo concetto o metodo di risoluzione di problemi, seguirà lo svolgimento di esempi numerici. Talvolta sarà più opportuno partire da esempi significativi per giungere alla formulazione di proprietà generali. Inoltre la correzione in classe degli esercizi farà da spunto per nuove riflessioni e argomentazioni. Una parte del monte ore dedicato alla seguente unità didattica verrà affrontata nel laboratorio di informatica, dove gli studenti creeranno e poi utilizzeranno un programma compilato con Microsoft Excel che illustrerà loro il comportamento di un moto armonico in funzione dei parametri caratteristici e quello di un moto sforzato. MATERIALI E STRUMENTI UTILIZZATI • Lavagna, gessi colorati • Libro di testo. Questo strumento dovrà presentare un linguaggio adeguato all’età, evidenziare i nodi concettuali evitando nel contempo pericolose banalizzazioni, sostenere uno studio individuale e le attività in classe. Il testo andrà usato in modo critico, adattandolo ed eventualmente semplificandolo, cercando un punto di contatto tra gli obiettivi della programmazione in classe e le abilità possedute dagli alunni. La difficoltà di un testo può essere legata ai contenuti, alle operazioni cognitive, agli aspetti linguistici o agli aspetti grafici. Per questo motivo, spesso emerge la necessità di completare, ridurre, schematizzare ed evidenziare quanto contenuto nel testo. • Personal computer. Sarà indispensabile che ogni alunno abbia la possibilità di lavorare su un singolo PC per evitare che alcuni ragazzi non lavorino affatto. Sarà importante verificare la loro conoscenza del programma Microsoft Excel. A seguito di possibili carenze verrà inoltre aggiunto un piccolo intervento di recupero. Pagina 25 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri CONTROLLO DELL’APPRENDIMENTO L’insegnante potrà valutare l’andamento dell’attività didattica e controllare la comprensione dell’argomento da parte degli alunni attraverso verifiche formative costituite da esercizi mirati, di difficoltà crescente, da svolgere a casa. Tali esercizi saranno successivamente discussi in classe, puntando principalmente su quelli in cui gli studenti hanno riscontrato maggiori difficoltà. VALUTAZIONE La valutazione dell’apprendimento si attua attraverso prove orali. RECUPERO E APPROFONDIMENTO Si prevedono attività di recupero per integrare e completare l’attività didattica. L’insegnamento è in ogni caso orientato alla continua ripresa degli argomenti su cui gli studenti incontrano maggiori difficoltà. Gli argomenti da recuperare sono individuati attraverso le prove orali. Le forme di recupero previste sono: • Recupero svolto in classe attraverso la ripresa di concetti non ben assimilati e lo svolgimento di esercizi chiarificatori; • Attività pomeridiane con gli studenti interessati (“sportello” e ”ascolto didattico”); • Assegnazione allo studente di esercizi mirati alla difficoltà da recuperare e guidati nella risoluzione. TEMPI DELL’INTERVENTO DIDATTICO Viene proposta una descrizione del susseguirsi delle attività didattiche con i tempi necessari a ciascuna attività. Questa proposta va comunque considerata in maniera elastica, in quanto l’attività dipende molto dalle esigenze degli studenti. Accertamento dei prerequisiti 1h Moto armonico semplice 1h Esempi ed esercizi 1h Smorzamento 1h Esempi ed esercizi 1h Modi normali di oscillazione trasversale delle corde ad estremi fissi 1h Esempi ed esercizi 1h Attività di laboratorio informatico 2h Pagina 26 Anatomia delle onde sonore Mario Sandri Prove orali BIBLIOGRAFIA A. Frova, FISICA E MUSICA, Zanichelli A. Caforio, A. Ferilli, PHYSICA vol.1, Le Monnier A. Caforio, A. Ferilli, PHYSICA vol.2, Le Monnier C. Mencuccini, V. Silvestrini, FISICA I, Liquori Editore Pagina 27