Anno accademico 2014/2015 Corso di Laurea in Scienze Biologiche (canale M-Z) Corso di FISICA Docente: Dr.ssa Alessia Fantini LEZIONI (aula T8) Martedì Mercoledì Venerdì esercitazioni ore 11-13 ore 11-13 ore 11-13 Ricevimento studenti Il Giovedì dalle 14 alle 16 ( se c’è urgenza si può provare anche in altri giorni … tentar non nuoce ) Testi consigliati • Serway & Jewett: “Principi di Fisica“ Volume I EdiSES • F. Borsa A. Lacialfari: farmaceutico EdiSES “Principi di Fisica“ per indirizzo biomedico e • D. Halliday, R. Resnick, J. Walker: "Fondamenti di Fisica“ Casa Editrice Ambrosiana, V Edizione. • Jhon R. Gordon Ralph V.Grew.Raymond A Serway “Esercizi di FISICA” EdiSES Che cos’è la fisica.. e perché si studia q La Fisica è la scienza che: Ø Studia l’origine dei fenomeni naturali che hanno luogo nel nostro universo Ø Indaga la materia, l’energia e il rapporto che le lega q La Fisica è una scienza sperimentale: Si enunciano le leggi: Leggi: relazioni sperimentalmente provate tra le grandezze che caratterizzano i fenomeni (es: Legge di Hooke: Felastica=k(x-x0)) Si definiscono i principi: Principi: ipotesi generali non smentite dall’esperienza ! ! (es: II Principio della dinamica F = ma ) Si formulano teorie: Teorie: insieme di equazioni matematiche che basandosi su un ridotto numero di principi è capace di spiegare non solo il fenomeno osservato, ma tutti i fenomeni dello stesso tipo che saranno osservati anche in futuro (es: Meccanica Newtoniana). Metodo scientifico Metodo scientifico Si osserva un fenomeno, Si identifica un “problema” Si formula un’ipotesi… Si effettua l’esperimento (si misurano le grandezze in gioco) Si effettuano delle osservazioni Si analizzano i dati gli sperimenti non verificano le previsioni Verifica sperimentale delle previsioni Gli sperimenti verificano le previsioni Nuovi esperimenti Esperimenti sbagliati??? Ipotesi sbagliate?? Formulazione delle conclusioni ( e di leggi generali ) Divulgazione dei risultati Grandezze Fisiche(1) Lunghezza, tempo, spostamento, massa, velocità, accelerazione, temperatura, forza, lavoro… Grandezza fisica ed osservabile: quantità sulla quale è possibile eseguire una misura E’ necessario definire le Grandezze Fisiche in modo Operativo Possibilità di Misurarle Valori numerici che possano essere raccolti e sottoposti a calcoli numerici Ø La misura viene espressa in termini di rapporto tra la quantità in esame ed un CAMPIONE omogeneo scelto come unità di misura: Es: se misurando la durata T di un certo fenomeno troviamo il valore 10,5 secondi, ciò significa che il fenomeno considerato è durato 10 volte e mezza più a lungo della durata “campione” di 1 secondo. Le unità di misura identificano “univocamente” la grandezza stessa. Grandezze Fisiche(2) • Esistono un enorme numero di grandezze fisiche, ma non tutte sono indipendenti tra loro ( es. velocità = lunghezza/tempo) • Esistono alcune grandezze “di base” dette che rappresentano il numero minimo di grandezze da cui, tramite relazioni matematiche, è possibile ottenere tutte le altre. • Le grandezze fisiche che non sono fondamentali, sono dette e vengono descritte mediante relazioni più o meno complesse tra le grandezze fondamentali • Le grandezze fisiche si organizzano secondo uno standard internazionale (SISTEMA INTERNAZIONALE S.I.) basato su poche grandezze fondamentali, per le quali i campioni di unità (“unità fondamentali”) sono invariabili ed “accessibili” • Nell’ambito della Meccanica le grandezze fondamentali sono 3 : ingredienti base per la descrizione dei fenomeni di movimento proprietà dei corpi che contribuisce a determinare il movimento • Se si vuole studiare l’elettromagnetismo si deve introdurre una quarta grandezza fondamentale: (legata alla carica elettrica che rappresenta una proprietà dei corpi indipendente dalla massa) Grandezze fisiche fondamentali ed unità di misura Ø Il Grandezza Lunghezza [L] Tempo [T] Massa [M] Unità di misura Metro (m) Secondo (s) Kilogrammo (Kg) è la lunghezza che la luce percorre nel vuoto in 1 secondi . . 299 792 458 Ø Il è definito come la durata di 9.192.631.770 periodi della radiazione corrispondente alla transizione tra due livelli iperfini, dello stato fondamentale dell'atomo di cesio-133 (orologio atomico) è definito come la massa di un particolare cilindro di una lega di platino-iridio depositato presso l'Ufficio internazionale dei pesi e delle misure a Sevrès (Francia) Ø Il Tabella grandezza derivate Tabella di alcune grandezze derivate, con la corrispondente unità di misura nel sistema SI g Conversione delle unità di misura • • Noto il valore di una grandezza in un sistema di unità di misura, è possibile esprimerlo in qualunque altro sistema per mezzo di una opportuna conversione e la relazione di conversione delle unità da un sistema all’altro, si chiama Es 1 inch (pollice) = 25,4 mm 1ounce (oncia) = 28,3495231 g 25,4mm =1 1inch 28,345g =1 1oz Altro esempio Determinare in km/h ed in m/s la velocità di un’imbarcazione che viaggia a 10 nodi: 1) 1nodo = 1mi/h mi= miglio marino 2) 1 miglio marino(mi)= 1.852 km => Fattore di conversione da mi a km: 1.852km =1 1mi 3) 1km =103 m 10 3 m =1 1km => Fattore di conversione da km a m: 4) 1 ora(h) = 3600 s => Fattore di conversione da h a s: 1h =1 3600s mi 1.852km km mi mi ⋅ 1 nodo = 1 =1 ⋅1 = 1 = 1.852 h 1mi h h h km 10 3 m 1h 1852 1 nodo = 1.852 ⋅ ⋅ = m s = 0.514 m s h 1km 3600s 3600 v barca ⎧ ⎪10 ⋅1.852 km h = 18.52 km h = 10 nodi = ⎨ ⎪ ⎩10 ⋅ 0.514 m s = 5.14 m s 1litro=1 dm3=10-3m3 Ordini di grandezza(1.1) Ordine di Grandezza (di un numero) => potenza di 10 del numero quando esso è espresso in notazione scientifica. Es: A=2300=2.3·103 => 3 è l’ordine di grandezza di A Walter Lewin: ”Nella fisica esploriamo dall’estremamente piccolo (piccola frazione del protone) all’estremamente grande (l’universo stesso); e per fare questo utilizziamo 45 ordini di grandezza: 1 con 45 zeri dietro (1000000000000000000000000000000000000000000000 … dovrebbero essere 45 zeri)” 1045 ordini di grandezza http://www.windows2universe.org/the_universe/images/nsf_matter_of_scale/nsf_matter_of_scale.html 10-17 metri 1026 metri Richiami di Matematica Nelle pagine successive sono riportate alcune concetti o formule matematiche indispensabili per seguire il corso. Mi aspetto che vi andiate a riguardare le operazioni ed i metodi che saranno per la comprensione degli argomenti che tratteremo. Ø Regole fondamentali dell’algebra => Moltiplicazione , divisione e addizione algebriche ( da riguardare da soli) Ø Potenze Ø Logaritmi Ø Equazioni lineari Ø Fattorizzazioni Ø Equazioni di secondo grado Ø Equazioni di curve famose Ø Un po’ di geometria euclidea Ø Derivate ed integrali Potenze Potenza : xm Casi particolari: x=base m=esponenziale x0=1, x1=x Basi particolari: x=10 => 10m x=e => em dove e, detto numero di Eulero, è un numero costante irrazionale pari a: e=2,71828 18284 59045 23536 02874 71352…… Operazioni tra potenze: Moltiplicazione di due potenze con stessa base: Divisione tra due potenze con la stessa base: Una potenza che ha per esponente una frazione è pari ad una radice come segue: In particolare: Potenza di potenza: x1/ 2 = x x n x m = x (n + m ) xn (n − m ) = x xm xn / m = m xn x1/ 3 = 3 x n m (x ) = x n⋅m Logaritmi Il logaritmo è l’operazione inversa della potenza. x =a y “il logaritmo y è l’esponente da dare ad a per ottenere x” y = log a x argomento base Affinchè il logaritmo sia definito si deve avere: a≠1 ed x>0 Basi particolari: x=10 (base comune) => 10m x=e (base naturale) => em Proprietà dei logaritmi: log a a = 1 log a 1 = 0 log a a b = b log c (ab) = logc a + logc b a loga x = log a a x = x a log c = log c a − log c b b 1 log a = − log a b b log b x log a x = log b a ( ) log c a n = n log c a Funzioni esponenziale e logaritmo Funzione logaritmo f(x)=logbx Funzione esponenziale f(x)=ex la funzione esponenziale è l’elevamento a potenza con base e ex e e 1 La Funzione logaritmo è definita sulla semiretta positiva cioè l'insieme entro cui variano i valori delle x, è compreso nei valori tra (0,+∞), mentre l’insieme in cui variano i valori delle y, è (-∞,+ ∞). x Per la funzione esponenziale, l'insieme entro cui variano i valori delle x, è compreso nei valori tra (- ∞,+∞), mentre il valore dell’esponenziale varia tra (0,+∞). Equazioni Lineari (1) y = mx + b L’equazione lineare ha la forma generale: m e b sono costanti Sul piano cartesiano xy l’equazione rappresenta una retta b= intercetta della retta (il punto lungo l’asse y in cui la retta y m= pendenza della retta (coefficiente angolare) il coefficiente angolare è dato da: y2 − y1 Δy m= = x2 − x1 Δx r (x1 ,y1 ) Definiti due punti qualsiasi, (x1,y1), (x2,y2) lungo la retta (x2 ,y2 ) θ interseca l’asse stesso) Δy Δx (0,b) Coefficiente angolare x NB: m è anche uguale alla tangente dell’angolo che la retta forma con l’asse delle x Δy = r sin θ Δx = r cosθ Δy r sin θ m= = = tgθ Δx r cosθ m = tgθ Equazioni Lineari (2) II y = mx + b La retta ha una pendenza positiva (I e III quadrante) y2 − y1 m= = 0 ⇔ y2 = y1 x2 − x1 y2 − y1 m= <0 x2 − x1 2 1 m=0 b>0 2 I 1 1 m>0 b>0 m e b possono essere positivi , negativi o nulli: y2 − y1 m= >0 x2 − x1 y 2 x m=0 b<0 m>0 b<0 III La retta è parallela all’asse delle x (I e II quadrante o III e IV quadrante) La retta ha una pendenza negativa (II e IV quadrante) m<0 b>0 IV Fattorizzazione di un’equazione ed equazioni di secondo grado Fattor comune: ax+ay+az= a(x+y+z) Quadrato perfetto: a2+2ab+b2=(a+b)2 Differenza di quadrati: a2-b2=(a-b)(a+b) ax2 +bx+c=0 Equazioni di secondo grado: dove a b e c sono i coefficienti (fattori numerici ) ed x è la grandezza incognita Le Soluzione dell’equazione di secondo grado sono: − b ± b 2 − 4ac x= 2a Affinché le soluzioni siano reali il termine sotto radice (determinante) deve essere positivo o nullo. Δ = b 2 − 4ac ≥ 0 ⇒ b 2 ≥ 4ac Nel caso particolare di determinante nullo le due soluzioni sono coincidenti. (cioè vi è un’unica soluzione.) x = − b 2a Alcune equazioni “famose” Equazione di una retta: y y = mx + b x y Equazione di una circonferenza di raggio R e centrata nell’origine del sistema cartesiano xy 2 2 x +y =R 2 R x y Equazione di un’ellisse centrata nell’origine a= semiasse maggiore b= semiasse minore Equazione di una parabola il cui vertice si trova in y=b. Se a>0 la parabola è convessa Se a<0 la parabola è concava Equazione di un’iperbole equilatera 2 2 x y + 2 =1 2 a b 2 y = ax + b b a y y a>0 b a<0 x b x xy = costante x y x Concetti di base Teorema di Pitagora: c= ipotenusa a=cateto maggiore b=cateto minore 2 c = a +b c 2 b a La distanza d tra due punti di coordinate (x1,y1) ed (x2,y2) si ottiene applicando il teorema di pitagora: y d = Δx 2 + Δy 2 = 2 2 (x2 − x1 ) + ( y2 − y1 ) d (x1 ,y1 ) (x2 ,y2 ) Δy Δx x Se una retta interseca due rette parallele, con esse individua: Ø coppie di angoli alterni interni Ø coppie di angoli corrispondenti uguali tra loro Ø angoli interni la cui somma è pari a 180° Trigonometria 1°Teorema In un triangolo rettangolo, la misura di un cateto è uguale al prodotto della misura dell’ipotenusa per il coseno dell’angolo adiacente oppure per il seno dell’angolo opposto. x = r cosθ y = r sinθ x cosθ = r y sinθ = r 2° Teorema In un triangolo rettangolo, la misura di un cateto è uguale a quella dell’altro cateto moltiplicato per la tangente dell’angolo opposto al primo, o per la cotangente dell’angolo adiacente. y P = (x,y) sinθ y=x cosθ ⇒ y = x tgθ r y θ x cosθ x=y sinθ ⇒ x = y cotgθ x Funzioni trigonometriche Le funzioni trigonometriche (sin, cos, tan, cotan, …) sono funzioni periodiche, cioè che dopo un determinato periodo si ripetono identiche a loro stesse; per le funzioni seno e coseno il periodio è pari a 2π (360°), per la tangente e la cotangente il periodo è pari a π y y = tan x y = cosx y = sinx y x -π/2 π/2 0 -1 ≤ cosx ≤ 1 1 x cosx tanx -1≤ sinx ≤1 cotanx sinx Periodo Periodo -∞<tanx<∞ π x Identità trigonometriche a = c cosθ c b = c sinθ b θ a sin 2 θ + cos 2 θ = 1 sin(θ ± φ ) = sin θ cos φ ± cosθ sin φ sin 2θ = 2 sin θ cosθ cos(θ ± φ ) = cosθ cos φ ∓ sin θ sin φ cos 2θ = cos 2 θ − sin 2 θ ⎡ 1 ⎤ ⎡ 1 ⎤ sin θ ± sin φ = 2 sin ⎢ (θ ± φ )⎥ cos⎢ (θ ∓ φ )⎥ ⎣ 2 ⎦ ⎣ 2 ⎦ sin 2 θ cos 2 θ 2 2 = 1 (1 − cosθ ) ⇒ (1 − cosθ ) = 2 sin 2 θ 2 2 = 1 (1 + cosθ ) 2 tan 2θ = tan θ 2 = 2 tan θ 1 − tan 2 θ 1 − cosθ 1 + cosθ ⎡ 1 ⎤ ⎡ 1 ⎤ cosθ + cos φ = 2 cos⎢ (θ + φ )⎥ cos⎢ (θ − φ )⎥ ⎣ 2 ⎦ ⎣ 2 ⎦ ⎡ 1 ⎤ ⎡ 1 ⎤ cosθ − cos φ = 2 sin ⎢ (θ + φ )⎥ sin ⎢ (θ − φ )⎥ ⎣ 2 ⎦ ⎣ 2 ⎦ tan 2θ = 2 tan θ 1 − tan 2 θ Formule di Prostaferesi Radiante Il radiante (generalmente indicato rad) è un numero puro ed è l'unità di misura degli angoli del SI. Tale misura rappresenta il rapporto tra la lunghezza l di un arco di circonferenza spazzato dall'angolo α, e la lunghezza del raggio r di tale circonferenza. α rad l = r α rad (l = r ) = 1 rad Se consideriamo una circonferenza di raggio unitario (r=1) avremo che: • L’angolo giro (360°), poiché sottende l’intera circonferenza (lunga 2π) misura 2π rad • L’angolo piatto (180°), poiché sottende una semicirconferenza (lunga π), vale π rad La conversione radianti- gradi e gradi radianti si ottiene considerando che: (rad ) (grad ) x x 2π (grad ) (rad ) (grad ) (rad ) x : 2π = x : 360° ⇒ = ⇒ x = x rad 360° 2π 360° x (rad ) = π (grad ) x rad 180° x° = 180° (rad ) x π Incertezza sperimentale e cifre significative q La fisica è una scienza sperimentale e le misure e l’incertezza con cui vengono effettuate sono il fulcro di ogni esperimento. q Le misure possono essere dirette o indirette e vengono sempre espresse mediante un numero seguito dall’errore e dall’unità di misura 1) Misure dirette : la grandezza viene confrontata con campioni multipli (o sottomultipli) dell’unità fondamentale (es: misura della lunghezza di un tavolo mediante un righello tarato) 2) Misure indirette: la grandezza è legata ad altre grandezze che possono essere misurate direttamente ( es: volume di un parallelepipedo che si può ottenere a partire dalla misura diretta dei suoi lati) q Se la misura di una stessa grandezza viene ripetuta più volte in genere si otterranno valori diversi anche se molto vicini tra loro => (che può essere sistematico o casuale) q Se la misura è eseguita con strumenti tarati ( come di solito avviene), alla misura stessa sarà associato un’incertezza che sarà pari alla minima variazione che lo strumento stesso riesce a definire Es: misurando un tavolo con un metro di legno che ha una sensibilità di 1 cm ( tra due tacche consecutive sullo strumento c’è la distanza di 1 cm) la misura effettuata non potrà avere una precisione maggiore del centimetro => Ltavolo = 1,50 m ±0.01m q L’errore sulla misura stabilisce il numero di cifre significative che si possono garantire come esatte Analisi Dimensionale(1) Ø L’analisi dimensionale è uno strumento “teorico” di controllo della correttezza “dimensionale” delle formule che mettono in relazioni varie grandezze fisiche e di supporto nell’individuazione delle dimensioni e delle unità di misura corrette dei termini che compaiono in una formula. Ø L’analisi dimensionale si basa sulle seguenti osservazioni: q Ogni grandezza fisica ha una sua “dimensione”, cioè può essere espressa come una ben precisa combinazione delle grandezze fisiche fondamentali [T],[M][L][I] a b c [ G ] = [ M ] [ L ] [T ] [ I ] d q Le dimensioni delle varie grandezze fisiche che compaiono in una relazione matematica devono rispettare alcune regole formali affinché la formula stessa abbia una propria coerenza. q È possibile definire delle quantità adimensionali ( senza dimensioni ), che si possono ottenere come rapporto tra due quantità fisiche che hanno la stessa dimensione. Una quantità adimensionale non ha bisogno di unità di misura, e viene detta numero puro Es: Il coefficiente di attrito dinamico μd per un corpo che striscia su una superficie scabra è dato dal rapporto tra la forza di attrito dinamico Fa subita dal corpo e la componente N della forza esercitata dal corpo sulla superficie, in direzione perpendicolare al corpo stesso: −2 µd = Fa N [µ d ] = [M ][L][T ]−2 = [M ]0 [L]0 [T ]0 [M ][L][T ] Poichè numeratore e denominatore ( entrambi forze) hanno la stessa dimensione, il coefficiente di attrito dinamico è adimensionale Dimensioni delle grandezze derivate Elenco di alcune grandezze derivate, usate in Meccanica ed in Elettromagnetismo, con le dimensioni corrispondenti, espresse in funzione delle 4 grandezze fondamentali: lunghezza (L), tempo (T), massa (M) ed intensità di corrente elettrica A Analisi dimensionale (2) Regole formali dell’analisi dimensionale : Ø Le dimensioni di un prodotto tra grandezze fisiche si ottengono facendo il prodotto delle dimensioni dei singoli fattori. L’analogo vale anche per le dimensioni del rapporto; v= [v] = [L] = [L][T ]−1 [T ] s t Ø Tutte le grandezze che compaiono in una somma o in una differenza devono avere le stesse dimensioni; s+t [L]+ [T ] Ø Il primo membro di un’uguaglianza deve avere le stesse dimensioni del secondo membro; s=t [ L ] = [T ] Ø L’argomento di una funzione trascendente (es. sin, cos, log, exp) deve essere un numero puro; t t − =1 τ = T τ e [] [τ ] [] [ ] Ø Il risultato di una funzione trascendente è un numero puro. Analisi Dimensionale (4) Es: Si scrivano le dimensioni di ciascuna delle grandezze che compaiono nell’equazione: v 2 = 2a(x − x1 ) + v12 e si stabilisca se l’equazione è dimensionalmente corretta sapendo che v = velocità, a = accelerazione, x = spostamento Soluzione: [x] = [x1 ] = [L] 2 [v]2 = [a]([x]− [x1 ]) + [v1 ]2 v 2 = 2a(x − x1 ) + v12 [a] = [L]2 = [L][T ]−2 [T ] [ L] [v] = = [L][T ]−1 [T ] 2 ⎛ [L] ⎞ ⎛ [L] ⎞ [ L] [! L] − [L]) + ⎜⎜ ⎟⎟ = ⎜⎜ ⎟⎟ = 2 ($ #! " ⎝ [T ] ⎠ ⎝ [T ] ⎠ [T ] [L ] 2 ⎛ [L ] ⎞ ⎛ [L ] ⎞ ⎜⎜ ⎟⎟ + ⎜⎜ ⎟⎟ ⎝ [T ] ⎠ ⎝ [T ] ⎠ 2 Le dimensioni di ciascun termine sono uguali e l’equazione è, almeno dal punto di vista dimensionale, corretta. Trigonometria cosθ = x r sin θ = y r tan θ = y sin θ = x cosθ y P = (x,y) r y θ x x Grandezze Scalari e Grandezze Vettoriali Massa, temperatura, distanza, intervallo temporale, energia, lavoro, potenza … Spostamento, velocità, accelerazione, forza, momento angolare, momento di una forza … Grandezza completamente definita da un VALORE NUMERICO (positivo o negativo) espresso nell’unità di misura appropriata Grandezza completamente definita da un valore numerico positivo,detto MODULO, espresso nell’unità appropriata, da una DIREZIONE e da un VERSO Scalari Vettori Aritmetica ordinaria somma, sottrazione, moltiplicazione, divisione,… Algebra vettoriale somma e sottrazione di vettori, proiezioni, prodotto scalare, prodotto vettoriale, … Vettori Ø Un vettore si rappresenta graficamente attraverso una freccia Ø Si indica: § Con una lettera in grassetto : § Con una lettera e una freccia : § Con gli estremi e una freccia : a ! a B ! a AB a La lunghezza del corpo della freccia indica il modulo La retta su cui giace la freccia indica la direzione A La punta della freccia indica il verso Caso particolare di vettore: Versore: vettore adimensionale di lunghezza unitaria introdotto per specificare una data direzione orientata: Es: Sono i VERSORI della TERNA CARTESIANA x,y,z iˆ, ˆj , kˆ Notazione: ⊗ Vettore entrante nel foglio â a=1 Vettore uscente Somma di Vettori(1) • Non possono essere sommati vettori associati a grandezze diverse • Non possono essere sommati vettori associati alla stessa grandezza ma espressi con unità di misura diverse ( bisogna prima effettuare una conversione ad un’unità di misura comune) ! ! A(cm ) + B (mm) ! A(cm ) ! B (mm ) Conversione di unità di misura ! (moltiplicando il modulo di B per ! ! A(cm) + B(cm) 1cm ) 10mm ! A(cm ) ! B (cm ) Somma di Vettori (metodo geometrico)(2) ! B ! A ! ! A+ B = ! B ! A Regola del parallelogramma ! ! ! R = A+ B ! C ! ! A+ B ! ! ! ! R = A+ B +C ! ! ! ! R = A+ B +C ( Proprietà Commutativa della somma ! A ! ! ! ! ! R = A+ B = B + A ! B ! B ! A ! ! ! R = B+ A ) ! B ! B ! ! B+C ! A ! ! ! ! R = A+ B +C ( ! ! ! R = A+ B ! A ) ! C Proprietà associativa della somma ! ! ! ! ! ! ! R = A+ B +C = A+ B +C ! ! ! ! ! ! = A+ B +C = B + A+C ( ( ) ) ( ) Vettore opposto e Differenza di!Vettori ! Si definisce opposto del vettore A quel vettore che sommato ad A dà come risultato 0 ! Ma quale è quel vettore che sommato ad A mi dà zero? ! A ! A ! ! ! R = A+ B ! ! ! R = A+ B ! B ! B ! A ! ! ! R = A+ B = 0 ! B ! A ! −A ! ! A+ − A = 0 ( ) ! ! I vettori A e − A hanno stesso modulo e direzione, ma verso opposto Possiamo vedere la sottrazione come la somma di un vettore con l’opposto dell’altro ! B ! A ! B ! −B ! ! ! ! A− B = A+ − B ( ) ! ! ! R = A− B ! −B ! A ! B ! ! ! R = A− B Moltiplicazione di un vettore per uno scalare ! ! Il prodotto s A di un vettore A per un numero s (scalare) è un vettore avente: ! Ø direzione uguale a quella! di A ; Ø verso uguale a quello di A! se s>0; Ø verso opposto a quello di A se s<0; Ø se s=0 si ottiene il vettore nullo; Ø modulo uguale al prodotto tra il ! modulo di A e il valore assoluto di s. s= 2 ! A ! A ! sA = s= -2 ! 2A ! 2A ! − 2A Vettori (nello spazio tridimensionale) q Un vettore è rappresentato graficamente da un segmento, la cui lunghezza o “modulo”, una volta fissata l’unità di misura, definisce l’intensità del vettore stesso ! A1 ! A z ! A2 ! B P θ ! A3 O y φ ! ! ! A1 , A2 , A3 ! A= ! ! ! ! A = A1 = A2 = A3 x Vettore libero Vettori equipollenti: Due vettori si dicono uguali se hanno stesso modulo e puntano nella stessa direzione e verso ! B Vettore definito univocamente ! dal punto di applicazione (B,P) ! B Ø Il modulo del vettore è pari alla lunghezza del segmento OP ! Ø La direzione del vettore B nello spazio è definita dai due angoli θ e φ che il vettore forma con all’asse z e con il piano xy (della terna cartesiana scelta) rispettivamente Componenti di Vettori e Versori(1) q Il metodo geometrico per la somma di vettori diventa complicato da attuare quando si ha bisogno di descrivere i vettori nello spazio tridimensionale q Conviene utilizzare un metodo più analitico che fa uso delle proiezioni di un vettore lungo gli assi di un sistema cartesiano ( sistema di coordinate ortogonali … sperando che questa sia una puntualizzazione ovvia) q Se con la somma troviamo un vettore che rappresenta la combinazione di uno o più vettori, analogamente si può anche scomporre un vettore nella somma di altri due o più vettori ( Decomposizione) ! I Valori numerici Ax, Ay, Az sono le proiezioni di A sui rispettivi assi x, y, z Az iˆ, ˆj , kˆ sono i versori,della terna cartesiana. In particolare: • iˆ è diretto lungo l’asse positivo delle x • ĵ è diretto lungo l’asse positivo delle y • k̂ è diretto lungo l’asse positivo delle z z ! A P θ Ax x iˆ k̂ O ĵ Ay y φ Axiˆ, Ay ˆj, !Az kˆ vettore A ! A Possiamo quindi riscrivere il vettore intermini dei tre versori iˆ, ˆj , kˆ e delle sue proizioni ! A = Axiˆ + Ay ˆj + Az kˆ sono a loro volta 3 vettori la cui somma dà il Vettori e componenti Un vettore, una volta scelti gli assi cartesiani, può essere individuato anche tramite le sue componenti lungo tali assi: ! ! ! A = Axiˆ + Ay ĵ = Ax + Ay y Ay ! A ! Ay = Ay ˆj ĵ O iˆ I vettori componenti: hanno per modulo il valore assoluto delle componenti e direzione del versore associato all’asse di proiezione Il verso può essere lo stesso od opposto del versore associato. P Teorema di Pitagora A θ ! Ax = Axiˆ Ay q Modulo: θ Ax x Ax = A cosθ $! Ay sin θ ⇒ = = tan θ # A cos θ x Ay = A sin θ !" ! A = A = Ax2 + Ay2 Ax q Angolo θ : tan θ NB: le proiezioni di un vettore possono essere anche negative = Ay Ax Somma per componenti Abbiamo visto che un vettore può essere espresso mediante le sue componenti lungo gli assi cartesiani Domanda: ! ! Come si fa a sommare ad un vettore A di componenti Ax e Ay un vettore B di componenti Bx e By? Risposta: Si sommano le componenti lungo x e lungo y separatamente ! Dati i due vettori A e ! ! ! ! B , sia R = A + B il vettore risultante dalla somma di essi. ! A = Ax iˆ + Ay ˆj $ ! ! ! ! R = A + B = A iˆ + A ˆj + B iˆ + B ˆj = ( A + B )iˆ + A + B ˆj ! x y x y x x y y ! B = Bx iˆ + B y ˆj # Rx Ry ! ! R = Rx iˆ + Ry ˆj! y " ( ) ( ) ( Modulo 2 2 R = Rx + R y = Angolo (Ax + Bx ) + (Ay + By ) 2 Ry Ay + By tan θ = = Rx Ax + Bx 2 Ry ! R By Ay O Rx = Ax + Bx ) R y = Ay + B y ! B θ ! A Ax Bx Rx x Moltiplicazione di vettori I vettori sono quantità più complicate degli scalari ‼ la somma di due scalari è una semplice operazione algebrica ( es: 2 s +3 s = 5 s senza ambiguità) ‼ la somma di due vettori non è la semplice somma delle intensità dei due vettori, ma un’operazione che tiene conto anche della direzione e del verso che i due vettori hanno l’uno rispetto all’altro Lo stesso discorso vale per la moltiplicazione tra vettori… tanto che, se per gli scalari esiste un’unica operazione di moltiplicazione, per i vettori ne esistono 2. 1) Prodotto scalare ! ! A ⋅ B = Scalare “A scalar B” 2) Prodotto vettoriale ! ! A × B = Vettore “A vector B” Moltiplicazione di vettori-Prodotto scalare(1) ! ! ! ! Il prodotto scalare di due vettori A e B, si scrive A ⋅ B è una grandezza scalare uguale al prodotto dei moduli dei due vettori con dell’angolo (θ) formato tra di essi (l’angolo minore dei due) il coseno y ! A≡A R θ ! B θ 2π-θ 2π-θ ! A x ! ! Prodotto scalare tra A e B Rcosθ R ! ! A ⋅ B ≡ AB cosθ ! ! A ⋅ B ≡ A B cos(2π − θ ) = A B cosθ cos(2π − θ ) = cos π cosθ + sin π sin θ = cosθ + 0 = cosθ #"2! #"2! 1 0 cos(2π − θ ) = cosθ Altro modo di vedere il prodotto scalare: ! ! A e B è una grandezza scalare Il prodotto scalare di due vettori qualsiasi ! ! ! uguale al prodotto del modulo di A moltiplicato per la proiezione di B su A ! B ! B ! B Proiezione di B ! A ! A θ B cosθ ! A ! ! su B A ! ! A ⋅ B ≡ AB cosθ Moltiplicazione di vettori-Prodotto scalare(2) Proprietà del prodotto scalare e casi particolari: Ø Il prodotto scalare PUÒ avvenire tra vettori con unità di misura diverse e le unità di misura del risultato del prodotto sono semplicemente il prodotto delle unità di misura (ne vedremo diversi esempi) Ø Proprietà Commutativa Ø Proprietà distributiva della moltiplicazione: ! ! Ø Se A // B il loro prodotto scalare è pari ad AB: ! ! ! ! A⋅ B = B ⋅ A ! ! ! ! ! ! ! A⋅ B + C = A⋅ B + A⋅C ! ! A ⋅ B = AB cos 0° = A B ! ( ) =1 ! ! Ø Se A ⊥ B il loro prodotto scalare è nullo: ! ! Ø Se A = B = 0 il loro prodotto scalare è nullo: Ø Se consideriamo i tre versori ortogonali iˆ, ˆj , kˆ iˆ ⋅ iˆ = ˆj ⋅ ˆj = kˆ ⋅ kˆ = 1 iˆ ⋅ ˆj = iˆ ⋅ kˆ = ˆj ⋅ kˆ = 0 ! ! A ⋅ B = AB cos 90° = 0 "#$ =0 ! ! ! ! A⋅ B = 0 ⋅ 0 = 0 Moltiplicazione di vettori-Prodotto scalare(3) Definito un sistema di coordinate cartesiane di riferimento, il prodotto scalare si può anche scrivere nella forma: ! ! A ⋅ B ≡ Ax Bx + Ay By + Az Bz (dimostrazione alla lavagna) Ed in particolare: ! ! A ⋅ A ≡ Ax Ax + Ay Ay + Az Az = Ax2 + Ay2 + Az2 = A2 Le due equazioni che descrivono il prodotto scalare: ! ! A ⋅ B ≡ AB cosθ ! ! A ⋅ B ≡ Ax Bx + Ay By + Az Bz sono del tutto equivalenti La scelta di una o dell’altra per determinare il prodotto scalare dipende da come vengono definiti i vettori Moltiplicazione di vettori-Prodotto vettoriale(2) ! ! ! ! Il prodotto vettoriale di due vettori A e B, si scrive A × B ed è un vettore che: Ø ha modulo pari al prodotto dei moduli dei due vettori moltiplicati per il seno dell’angolo (α) minore compreso tra essi. ! ! ! C = A× B ! B α 2π − α Modulo ! A ! C ≡ C = AB sin α y NB: sin α ≠ sin(2π − α ) R sin (2π − α ) = sin π cos α − sin α cos π = − sin α #"2! #"2! 0 θ 1 2π-θ R Rsinθ x Rsin(2π-θ) ! Ø La direzione di C è PERPENDICOLARE al piano definito dai due vettori Ø Il verso è quello dato dalla regola della mano destra. Moltiplicazione di vettori-Prodotto vettoriale(2) ! ! a × b = ab ! ! a×b = 0 ! ! a×a =0 Se i due vettori sono ORTOGONALI (θ=90° => sin θ=1) Se i due vettori sono PARALLELI ! ! ! ! a×b =− b×a ! ! ! ! ! ! a⋅ a×b = b⋅ a×b = 0 ( ) ( ( ) ) ( ) (θ=0° => sin θ=0) Calcolo differenziale dove a,b,c,d sono valori costanti fissati. y può essere definita per ogni valore di x. Es: x=1 => y(1)=a+b+c+d ; x=2 => y(2)=8a+4b+2c+d; … La derivata di y(x) rispetto ad x è definita come il limite al tendere di Δx a 0 delle corde tracciate fra due punti sulla curva y: y+Δy Definiamo una funzione f(x) che mette in relazione le variabili indipendente x con la variabile (dipendente) y: Corda y(x) y(x) f ( x) = y( x) = ax 3 + bx 2 + cx + d Δy y Δx x ( x + Δx) − x NB:La derivata di y(x) risulta essere la pendenza della tangente alla curva y(x) nel punto x (lo vedremo meglio tra poco applicato alla velocità) x Tangente alla curva nel punto (x,y(x)) y(x) y ( x + Δx) − y ( x) dy Δy y' = = lim = lim dx Δx→0 Δx Δx →0 Δx Derivata di y(x) rispetto ad x x+Δx y x x Derivate definite da =0 dx a = cost d ax n = nax n −1 dx a = cost d sin x = cos x dx d sin ax = a cos ax dx a = cost d cos x = − sin x dx d cos ax = −a sin ax dx a = cost d tan x 1 = dx cos2 x d tan ax a = dx cos2 ax de ax = ae ax dx d ln ax 1 = dx x La derivata di una costante è identicamente nulla dx n = nx n −1 dx dx 4 = 4x 3 dx ( ) Proprietà delle derivate Derivata di una somma(differenza) di funzioni: d [ f (x ) ± g (x )] = df ± dg dx dx dx Prodotto di funzioni: d [ f (x )g (x )] = f dg + g df dx dx dx Rapporto di funzioni: d [ f (x ) g (x )] = dx g df dg −f dx dx g2 Funzione di funzione: d df dg g ( f (x )) = dx dx df d (4 x 2 + 3 sin 2 x) = 8 x + 6 cos 2 x dx d 3 [ x cos 3 x] = − x 3 ⋅ 3 sin 3x + cos 3x ⋅ 3x 2 = dx 3 x 2 cos 3x − 3x 3 sin x d ⎡ cos 3x ⎤ − x 3 ⋅ 3 sin 3x − cos 3x ⋅ 3x 2 = = 3 6 ⎢ ⎥ dx ⎣ x ⎦ x x sin 3x + cos 3x − 3x 2 = 6 x x sin 3x + cos 3x −3 x4 y ( x) = cos x, g ( y) = y 2 d (cos x) 2 = 2#cos x⋅− sin x = −2 sin x cos x " ! # " ! dx d dy ( x ) dx g(y) dx Calcolo integrale L’integrazione è da considerare la funzione inversa della derivata L’integrale I della funzione f(x) tra i limiti a e b si scrive: x =b ∫ f ( x)dx = I ( x) b a = I (b) − I (a) f(x) f(x) x=a ed è pari all’area compresa tra la curva f(x) e l’asse delle x nell’intervallo di valori a≤ x≤b NB: Se il limite superiore dell’integrale è una variabile w si ha : x=w I ( w) = ∫ f ( x)dx x=a allora a b x x=w d d I ( w) = f ( x)dx = f ( w) dw dw x∫= a e quindi in generale: L’integrale indefinito I(x) di f(x) è la funzione la cui derivata è f(x) Es: a b ∫ (ax 1 ) + bx + c dx = x 3 + x 2 + cx + d 3 2 1 b b b ⎛ a ⎞ ⎛ a ⎞ ⎛ a ⎞ a b ax 2 + bx + c dx = ⎜ x3 + x 2 + cx + d ⎟ = ⎜ 13 + 12 + c1 + d ⎟ − ⎜ 03 + 02 + c0 + d ⎟ = + + c 2 2 2 ⎝ 3 ⎠ 0 ⎝ 3 ⎠ ⎝ 3 ⎠ 3 2 ∫( 0 2 ) Calcolo Integrale(2) L’integrale I ( x) = f ( x)dx è detto primitiva di f(x), cioè è quella funzione che quando derivata dà la funzione f(x) ∫ NB: l’integrale è definito sempre a meno di una costante, cioè esistono infinite primitive di una stessa funzione, tutte quelle che differiscono tra di loro per una costante, in quanto la derivata di una costante è comunque nulla. Proprietà degli integrali: ∫ dx = x + c df (x ) ∫ dx dx = f ( x) + c ∫ af (x)dx = a∫ f ( x)dx dove a = cost ∫ [af ( x) + bg ( x)]dx = a∫ f ( x)dx + b∫ g ( x)dx ' ' ∫ f ( x) g ( x)dx = f ( x) g ( x) − ∫ g ( x) f ( x)dx L’integrale di una funzione moltiplicata per una costante è uguale alla costante per l’integrale della funzione L’integrale di una somma di funzioni è uguale alla somma degli integrali delle singole funzioni Integrazione per parti: date due funzioni di x f e g l’integrale della derivata di f moltiplicata per g è uguale al prodotto delle due funzioni meno l’integrale della derivata di g moltiplicata per f. Cinematica del punto materiale 1. La definizione di cinematica. 2. Posizione e Spostamento 3. Equazione oraria del moto 4. Traiettoria 5. Moto in una dimensione. 6. Velocità media e velocità istantanea. 7. Moto rettilineo uniforme 8. Accelerazione media e accelerazione istantanea. 9. Moto uniformemente accelerato. 10. Caduta di un grave. 11. Moto in due e tre dimensioni Branca della fisica che si occupa della descrizione dei moti dei corpi e delle forze responsabili dei moti stessi Studia i moti dei corpi senza tener conto delle cause Studia i moti tenendo in considerazione le forze responsabili del moto stesso Studia le condizioni in cui i corpi si trovano in equilibrio Che cos’è la cinematica È una branca della Meccanica che descrive il moto di un corpo usando i concetti di spazio e tempo, senza andare a studiare le cause del moto stesso ( compito assegnato alla “dinamica”) Assunzioni: Ø Il corpo in movimento viene assimilato ad una particella puntiforme (punto materiale) Ø Il moto è lo spostamento del punto materiale che avviene nello spazio tridimensionale e nel tempo lungo una certa traiettoria Ø Il moto di un corpo è completamente determinato se è nota ! ! la sua posizione in ogni istante t => se quindi è nota l’equazione r = r (t ) che descrive il moto in funzione del tempo Ø Le forze non vengono prese in considerazione Posizione e spostamento ! Ø Sia r un vettore posizione che individua la posizione del punto materiale P rispetto ad un sistema di assi cartesiani xyz: P = (x, y,z) ! r = xî + yĵ + zk̂ ! r Ø Il moto del punto materiale è descritto dalla dipendenza dal tempo del vettore posizione (t ) z Ø L’insieme dei punti dello spazio, occupati dal punto Δr Traiettoria 3 materiale durante il suo moto, è detto traiettoria. z 2 ! 4 P(x,y,z) r (t ) Ø La relazione che esprime la dipendenza del vettore posizione ! ! r = r (t ) in funzione del tempo è detta equazione oraria del ! moto. r (t4 ) Ø In generale l’equazione oraria del moto è un sistema di tre equazioni, una per ogni coordinata cartesiana: 3 1 ! r (t2 ) ! r (t1 ) ! x(t) = f (t) x ## ! x equazione oraria r(t) = x(t)î + y(t) ĵ + z(t)k̂ dove: " y(t) = fy (t) del moto x # #$ z(t) = fz (t) NB: fx (t), fy (t), fz (t) ! r (t0 ) y sono funzioni del tempo tra loro indipendenti. Ø Il vettore che individua la variazione di posizione della particella viene detto Vettore spostamento ed è pari alla differenza tra i vettori posizioni negli istanti finali ed iniziali: # x(tf ) − x(ti ) !!" " % % ! Δr = r(tf ) − r(ti ) = $ y(tf ) − y(ti ) % % & z(tf ) − z(ti ) NB: Lo spostamento nel SI si misura in metri (m) y Esempio di utilizzo dell’equazione del moto (provare a fare a casa) Tramite le equazioni del moto è possibile determinare la posizione occupata dal corpo in movimento in ogni stante t. Supponiamo che una slitta stia scivolando su un pendio nevoso dritto; la slitta si muove sempre più lentamente via via che sale lungo la china; poi si arresta per un istante e comincia a scivolare all’indietro giù per il pendio. Un’analisi del moto della slitta fornisce la sua coordinata x come funzione del tempo t: x(t) = 18m + (12m s)t − (1.2m s2 )t2 x è misurata lungo il percorso della slitta con il semiasse positivo verso la salita. a) Costruire un grafico della coordinata della slitta in funzione del tempo t da t=0.0 a t=8.0 s (riportando intervalli di 1.0 s) b) Determinare lo spostamento della slitta tra ti=1.0 s e tf=7.s c) Determinare lo spazio percorso tra gli istanti ti=1.0 s e tf=7.s (modulo del vettore spostamento tra gli istanti t=1.0s e t=7.0s) Posizione-Spostamento-velocità media Consideriamo un punto materiale che si muove nel tempo lungo una retta (moto unidimensionale) t3 xt3 x t4 t2 xt2 t5 t1 t1 < t2 < t3 < t4 < t5 xt4 ⎧ xt1 < xt2 < xt3 ⎪ ⎨ xt4 < xt3 ⎪⎩ xt5 ≡ xt1 x xt1 t5 Ø Se la particella si muove nell’intervallo di tempo Δt=tʹ′-t lo spostamento della ! ! ! particella è definito: Δr = rtʹ′ − rt caso particolare di moto unidimensionale Δx = xt ʹ′ − xt Ø La velocità media della particella è data dal rapporto tra lo spostamento l’intervallo di tempo Δt in cui esso è avvenuto: ! ! ! ! Δr rt ' − rt vt,t! = = Δt t '− t vxt1 ,t2 = xt2 − xt1 t2 − t1 >0 caso particolare di moto unidimensionale vxt4 ,t5 = xt5 − xt4 t5 − t 4 vx t ,tʹ′ <0 e xt ' − xt = t '−t vx t ,t = 1 5 xt5 − xt1 t5 − t1 =0 NB: la scelta ( arbitraria) della direzione positiva del moto determina il segno delle velocità la velocità media nel SI si misura in m/s Posizione-Spostamento-velocità media (2) t3 xt3 x t4 t5 t1 xt1 xt5 t2 xt2 xt4 Δx xt4 y = tan x !> 0 Se α>0 # tan α "= 0 Se α=0 #< 0 Se α<0 $ α<0 x Ø L a linea curva è una delle possibili rappresentazioni grafiche della posizione del punto materiale -π/2<x<0 per tutti 0<x<π/2 gli istanti di tempo compresi nell’intervallo tra t1 e t5 Ø Il moto è esattamente determinato se e solo se è definito in ogni istante Δx v= = Δt x xt3 α xt2 Δt xt1=xt5 t1 t2 t3 t4 t t5 t Velocità scalare media (2) NB: La velocità media è differente dal concetto comune di velocità, che in fisica viene chiamata velocità scalare media. La velocità scalare media ( in inglese “speed”) ( quella che segna il contachilometri) è pari al rapporto tra il percorso effettuato ed il tempo impiegato per farlo. La velocità media ( in inglese “velocity” è invece il rapporto tra lo spostamento ed il tempo in cui è avvenuto lo spostamento). vscalare v= Es: Δp = Δt Δx Δt x Velocità scalare media Velocità media se p= 300 m e t5-t1=30 s vscalare = xt3 p Δx xt4 α xt2 p 300 = m s = 10m s Δt 30 Δx 0 v= = m s = 0m s Δt 30 xt1=xt5 t1 t2 t3 t4 t5 t Velocità istantanea Δt= tʹ′-t Δx=xtʹ′-xt La velocità istantanea all’istante t è l’inclinazione della retta tangente alla curva nel punto xt Δx v= = tan α Δt Ma quanto vale la velocità in un istante particolare all’interno dell’intervallo di tempo Δt? x xtʹ′ xtʹ′ xtʹ′ xt Δx α Δx α Δx α Determiniamo per esempio la velocità istantanea all’istante t Riduciamo l’intervallo di tempo in cui andiamo a considerare la velocità media fino al limite tendente a 0 Velocità istantanea: Δx dx = Δt→0 Δt dt v = lim La velocità istantanea può essere positiva, negativa o nulla A v>0 Se la curva è crescente, cioè se lo spostamento è positivo B v=0 Se la curva ha un massimo o un minimo, cioè se il moto sta cambiando verso C v<0 Se la curva è decrescente, cioè se lo spostamento è verso le x negative t tʹ′ tʹ′ tʹ′ Δt Δt Δt Derivata di x rispetto al tempo t Moto rettilineo uniforme Ø Immaginiamo una particella che si muova lungo un asse (x) con velocità costante: Se la velocità rimane costante nel tempo la velocità istantanea in un qualsiasi istante e quella media presa in un qualsiasi intervallo di tempo sono uguali vx = vx = costante La pendenza della funzione x(t), che rappresenta l’equazione oraria del moto, rimane costante Indichiamo: Ø con xi la posizione della particella all’istante t=0, Ø con x la posizione della particella al generico istante t, Ø con v0 la velocità costante vx = vo = x − xi t! −0 x vot = x − xi t t x = xi + vot Equazione di una retta di intercetta xi e pendenza v0 L’equazione che descrive un moto rettilineo uniforme è una retta di intercetta xi e pendenza v0 L’equazione che descrive la velocità (in funzione del tempo) di un moto rettilineo uniforme è una retta parallela all’asse delle t v v0 t Accelerazione media ed accelerazione istantanea Ø Quando la velocità di una particella cambia nel tempo si dice che Supponiamo che una particella in moto lungo l’asse x abbia velocità vxi all’istante ti e velocità vxf all’istante tf vx ! a x della particella Si definisce nell’intervallo di tempo Δt=tf -ti il vettore dato dal rapporto: ! ax = ! Δvx Δt = Δvx Δt î = vx − vx f tf − ti i î vx(t) vxf Δvx vxi accelerazione media Δt Δvx = variazione di vx ti nell'intervallo di tempo Δt tf Ø L’accelerazione media in un certo intervallo Δt misura la variazione della velocità nell’intervallo di tempo stesso Ø L’accelerazione media è uguale alla pendenza della retta che congiunge le velocità corrispondenti agli istanti iniziale e finale nel grafico velocità-tempo ! a x della particella il limite per Δt→0 Si definisce dell’accelerazione media: accelerazione istantanea ! ax = lim Δt→0 ! Δvx Δt = lim Δt→0 vx − vx f tf − ti i î = dvx dt î t Accelerazione NB : L’accelerazione, come la velocità può essere positiva, negativa o nulla. Ø L’accelerazione è diretta lungo l’asse delle x positive Ø La velocità aumenta se il corpo si sta muovendo nel ax > 0 verso delle x positive Ø La velocità diminuisce se il corpo si sta muovendo in verso delle x negative ax < 0 Ø L’accelerazione va nella direzione delle x negative Ø La velocità aumenta se il corpo si sta muovendo nel verso delle x negative Ø La velocità diminuisce se il corpo si sta muovendo in verso le x positive NB: Un’accelerazione negativa NON SIGNIFICA NECESSARIAMENTE che la particella si stia muovendo nel verso delle x negative, né che la particella stia rallentando; ma che l’accelerazione TENDE a far andare la particella nel verso delle x negative. In generale: ² l’accelerazione fa rallentare la particella se accelerazione e spostamento (e velocità) hanno verso opposto ² L’accelerazione fa aumentare la velocità se accelerazione e spostamento ( e velocità) hanno stesso verso Ulteriore informazione sull’accelerazione Ø L’accelerazione di un corpo può essere determinata anche a partire dal grafico di x(t). Ø In questo tipo di diagramma abbiamo visto che vx =dx/dt rappresenta è la pendenza del grafico. Ø L’accelerazione ax dà la rapidità con cui varia questa pendenza… si ha infatti che: dvx d2x ax = = dt dt x x x ax = 0 ax < 0 ax > 0 t t t Esempio Supponiamo che l’equazione del moto di una particella sia data da: 3 3 x(t) = (4.0m s) t + (1.1m s !#"# $ !#"#$) t A B 1) Determinare le espressioni della velocità vx e dell’accelerazione ax. 2) Costruire il grafico di vx in funzione di t nell’intervallo tra t = 0s e t = 4.0s 3) Determinare ax per t=1.0 s e tracciare la retta tangente al grafico vx – t, la cui pendenza è pari a questo valore di ax vx 3 1) vx = ( dx d At + Bt = dt dt ) = A + 3Bt 2 3 = 4.0 m s + 3.3 m s ⋅ t 2 A = 4.0 m s 3 B = 1.1 m s ( ) d x x dv x d A + 3Bt 2 3 = = 6 Bt = 6.6 m s t 2) a x = 2 = dt dt dt A = 4.0 m s 3 B = 1.1 m s 3 3) ax (1.0s) = 6.6 m s ⋅1s = 6.6 m s 2 t(s) vx(m/s) 0,0 4.0 1,0 7,3 2,0 17 3,0 33 4,0 57 50 40 30 20 10 1 2 3 4 t Moto uniformemente accelerato(1) Quando l’accelerazione è costante nel tempo il moto si dice “uniformemente accelerato” Ø L’accelerazione media e quella istantanea sono uguali in ogni istante Ø La velocità cresce o decresce con la stessa “rapidità” per tutto il tempo. a = a = costante SE: vx0=vx(0) => velocità della particella all’istante t=0 vx =vx(t) => velocità della particella al generico istante t ax = a0= cost => accelerazione costante in t vx = vx + a0t 0 Δv vx − vx0 ax = a0 = = Δt t! −0 Equazione di una retta di intercetta vx0 e pendenza a0 vx t vx0 t In un moto uniformemente accelerato: la velocità vx ad un instante t è la somma della velocità all’istante iniziale vx0 e della variazione di velocità (a0t) dovuta alla presenza di un’accelerazione La velocità è la derivata rispetto al tempo dello spostamento : v = costanti Lo spostamento è l’integrale della velocità: x(t) = ∫v x dt + c = ∫ dx dt 1 2 v dt + a t dt + c = v t + a0t + c ∫ vx + a0t dt + c = ∫ x0 0 x0 # # $ !" # # $ !" 2 0 ( ) vx ∫ dt 0 a0 ∫ t dt Moto uniformemente accelerato(2) 1 2 x(t) = x0 + vx t + a0t 0 2 ! # # # " # # # $ 1 2 x(t) = x0 + v0t + a0t 2 vx (t) = vx + a0t x(t = 0) = c ⇒ c = x0 Eq. di una parabola Eq. di una retta 0 ax = a0 = costante Retta parallela all’asse delle t NB: nel caso particolare di a=0 si ritorna al caso di moto rettilineo uniforme infatti: 1 x(t) = x0 + vx t + a0 t2 = x0 + vx t 0 0 2! 0 () vx t = vx + a0 t = vx = costante 0 0 ! 0 Caduta libera del grave Caso particolare di moto uniformemente accelerato Approssimazione: assenza della resistenza dell’aria un corpo qualsiasi lasciato cadere da una certa altezza (con velocità iniziale nulla) raggiungerà il suolo sempre nello stesso tempo, indipendentemente dalla sua massa e forma ! g = Accelerazione gravitazionale, costante sempre diretta verso il suolo ( centro della terra) ! g = 9.81 m s 2 Esempio y Una pietra è lanciata dal punto A di un edificio con una velocità iniziale vy0 di 20 m/s. L’edificio è alto 50m e la pietra sfiora il bordo dell’edificio quando torna giù. a)Determinare il tempo impiegato dalla pietra per raggiungere la sua altezza massima. b)Determinare l’altezza massima al di sopra dell’edificio c)Determinare il tempo impiegato dalla pietra per ritornare al livello del lanciatore d) Determinare la velocità in quell’istante e)Determinare la velocità e la posizione della pietra quando t=5.00s f)Determinare la posizione della pietra per t=6.00 s La pietra (assimilabile ad una particella) sale arriva al punto B e comincia a riscendere verso il basso perché l’accelerazione gravitazionale è sempre diretta verso il suolo. (approssimazione assenza resistenza dell’aria => moto uniformemente accelerato) tB = ? vB = v y 0 − gt B = 0 yB = ? v y = v y 0 + at = v y 0 − gt gt B = v y 0 tB = vy0 g = 20.0 s = 2.04s 9.81 1 1 y = y0 + v y 0t + at 2 = y0 + v y 0t − gt 2 2 2 1 1 2 yB = y A + v y 0tb − gt B2 = 0 + (20.0 ⋅ 2.04 )m − 9.81 ⋅ (2.04 ) m = 20.4m 2 2 ( ) Esempio(continua) ………….. a)Determinare il tempo impiegato dalla pietra per raggiungere la sua altezza massima. t B = 2.04s b)Determinare l’altezza massima al di sopra dell’edificio yB = 20.4m c)Determinare il tempo impiegato dalla pietra per ritornare al livello del lanciatore d) Determinare la velocità in quell’istante e)Determinare la velocità e la posizione della pietra quando t=5.00s f)Determinare la posizione della pietra per t=6.00 s tC = ? 1 yC = y0 + v y 0t − gt 2 = 0 ! ! 2 0 0 1 1 ⎞ ⎛ v y 0t − gt 2 = t ⎜ v y 0 − gt ⎟ = 0 2 2 ⎠ ⎝ 2) t = 2 2 soluzioni: 1) t=0, Istante in cui la pietra è in A vC = ? Questa dovreste saperla al volo … vy0 g = 2 ⋅ 2.04 s = 4.08s vC = v y 0 − gt C vC = v y 0 − gt C = 20.0 m s − 9.81 ⋅ 4.08 m s = −20.0 m s vD = ? vD = v y 0 − gt D = 20.0 m s − 9.81 ⋅ 5.0 m s = −29.05 m s yD = ? 1 2 9.81 ⋅ 52 yD = +v y 0t − gt = 20.0 ⋅ 5.00m − m = −22.6m 2 2 yE = ? 1 2 9.81 ⋅ 62 yD = +v y 0t − gt = 20.0 ⋅ 6.00m − m = −50m 2 2 NB: yE verrebbe -56m ma dopo 50 metri ha raggiunto il suolo => non può andare più giù Moto del proiettile-velocità(2) Moto del proiettile → si sceglie il sistema di riferimento in modo tale che: Ø asse x sia l’asse orizzontale Ø asse y sia l’asse verticale con y positive verso l’alto (una delle scelte possibili) Accelerazione: solo la componente lungo y è non nulla ed è identicamente uguale a -g ! g = − gˆj Istante iniziale: ! Il proiettile lascia l’origine del sistema con una velocità iniziale v 0 che forma un angolo θ0 con l’asse orizzontale ! ! #%ax ≡ 0 a= g =$ %&a y ≡ −g ! !#v0x = v0 cosθ 0 x0 = y0 = 0 v0 = " #$v0 y = v0 sin θ 0 Velocità: cambia continuamente in direzione e modulo secondo l’equazione: Rimane sempre uguale a se stessa (vx=costante) ! ! ! ! v = v t = v0 + gt () ⎧ vx = vx (t) = vx 0 = v0 cosθ0 ⎨ ⎩vy = vy (t) = vy0 - gt = v0 sin θ0 − gt y θ θ0 NB: La componente lungo x della velocità rimane costante nel tempo, mentre la componente lungo y segue l’andamento della velocità di un moto rettilineo uniformemente accelerato con accelerazione –g (caduta libera) Moto del proiettile-posizione(3) Posizione del proiettile per ogni istante t: ! ! ! ! 1! r = r t = r0 + v0t + gt2 2 () " x = x t = x + v t = (v cosθ ) t 0 $ !0 0x !0#"#$ 0 v0 x $ # $ y = y t = y + v t − 1 gt2 = (v sin θ ) t − 1 gt2 0 !0 0 y 2 !0#"#$ $ 2 0 v % oy () () NB: La componente lungo x della posizione del proiettile varia linearmente con il tempo (moto rettilineo uniforme), mentre la componente lungo y segue l’andamento della caduta libera di un grave. Equazioni del moto di un proiettile: y θ0 " x = (v cosθ )t 0 0 ! $ r =# 1 $ y = (v0 sin θ 0 )t − gt2 % 2 ! "$ v x = v0 cosθ 0 v=# $% v y = v0 sin θ 0 − gt ! "$ax = 0 a=# $%a y = −g Moto del proiettile-traiettoria (4) Da queste espressioni possiamo ricavare diverse informazioni riguardo al moto del proiettile: 1) TRAIETTORIA (equazione in xy che descrive il percorso del proiettile nello spazio) => dobbiamo trovare l’equazione che descrive y in funziona di x a) Dall’equazione di x mi ricavo il tempo in funzione di x: x t= (v0 cosθ0 ) x = (v0 cosθ 0 )t b) Sostituisco questa espressione di t nella componente y della posizione: 1 y = (v0 sin θ 0 )t − gt2 2 y = tan θ 0 x − 1 g 2 v cosθ 0 0 ( ) 2 x 2 2 % x 1 "$ x ' y = (v0 sin θ 0 ) − g$ v0 cosθ 0 2 # v0 cosθ 0 '& = v0 sin θ 0 v0 cosθ 0 x− 0 < θ0 < π 2 Equazione di una parabola passante per l’origine y y = ax − bx 2 1 g x2 2 v0 cosθ 0 La traiettoria che compie un proiettile è una parabola ed è completamente definita se si conoscono la velocità iniziale v0 e l’angolo θ0 che essa forma con l’asse orizzontale TRAIETTORIA: v0 θ 0 x Moto del proiettile-altezza massima(5) 2) ALTEZZA MASSIMA della traiettoria y = tan θ 0 x − y vy = 0 Ø Corrisponde al punto della traiettoria in cui vy si annulla ! v 1 g 2 v cosθ 0 0 ( ) 2 x2 Ø La coordinata x di questo punto si trova a metà della distanza orizzontale (gittata) che percorre il proiettile Imponendo che la vy si anulli ci ricaviamo l’istante in cui La traiettria raggiunge il massimo: v y=h = v0 sin θ 0 − gt = 0 t y=h = v0 sin θ 0 h v0 θ 0 g R/2 Sostituendo in y(t) il valore di ty=h troviamo l’altezza massima th x R 2 (v0 sin θ 0 ) 1 " (v0 sin θ 0 ) % 1 2 ' y = h = (v0 sin θ 0 )th − gth= (v0 sin θ 0 ) − g $$ ' 2 g 2 # g & h= (v0 sin θ 0 ) g 2 1 (v0 sin θ 0 ) − 2 g 2 h= (v0 sin θ 0 ) 2 2g Altezza Massima NB: Si può aumentare l’altezza massima sia aumentando la velocità iniziale sia aumentando l’angolo θ0, oppure lanciando il proiettile da un luogo con accelerazione gravitazionale minore Moto del proiettile-Gittata(6) 3) GITTATA: si può ricavare dall’equazione della traiettoria imponendo y=0. 1 g y = tan θ 0 x − 2 v cosθ 0 0 ( ) y = tan θ 0 x − y ! v vy = 0 ) x2 h v0 θ 0 # & % ( 1 g 1 g 2 tan θ 0 x − x = x ⋅ tan θ − x % (=0 0 2 2 2 v cosθ 2 v cosθ % ( 0 0 0 0 $ $!!!#!!!"' ) ( 2 2 x =0 2 ( ) x R R/2 ( 1 g 2 v cosθ 0 0 !x = 0 ## " tan θ 0 v0 cosθ 0 #x = R = 2 #$ g ( ) =0 2 0 2 sin θ v 2cos θ 0 2 2sin θ cos θ 0 R=2 = v0 cosθ g g sin 2θ R= v02 sin 2θ 0 g Gittata NB: La gittata massima (a parità di modulo della velocità iniziale) si ha quando l’inclinazione con cui viene lanciato il proiettile è di 45° ( sin90=1) ed è Rmax=vo2/g 2 Esempio alla lavagna Moto circolare uniforme(1) Il moto di una particella che si muove lungo una traiettoria circolare di raggio r con velocità costante in modulo, viene chiamato !!! la tangente in un punto ad una circonferenza è sempre perpendicolare al raggio della circonferenza in quel punto Ø la direzione del vettore velocità è sempre tangente alla traiettoria della particella ed è perpendicolare al raggio del percorso. Ø La direzione della velocità cambia in ogni istante ! v ! v ! a ! a Ø Il modulo della velocità resta costante Ø Poiché il vettore velocità varia ( in direzione) l’accelerazione deve essere non nulla r ! v Ø L’accelerazione risulta essere in ogni istante perpendicolare alla traiettoria ( e quindi alla velocità) e rivolta verso il centro della traiettoria Ø Il modulo dell’accelerazione è: ! v2 a= r Moto circolare uniforme(2) Intuitivamente si può capire perché nel moto circolare uniforme l’accelerazione deve essere perpendicolare alla velocità, cioè avere solo componente perpendicolare alla traiettoria: Se ci fosse una componente parallela alla velocità! la velocità dovrebbe cambiare ! in modulo ( in particolare dovrebbe aumentare se a avesse stesso verso di v e ! ! tan diminuire se atan avesse verso opposto a v ) Come si determina il modulo dell’accelerazione? Consideriamo che la nostra particella si trovi: § nel punto ! A della traiettoria all’istante ti ed abbia velocità vi ! § nel punto B all’istante tf con velocità vf Velocità costante in modulo ! ! vi = vf = v L’accelerazione media della particella tra l’istante ti e l’istante tf sarà: ! amedia ! ! vf − vi ! Δv = = tf − ti Δt ! Δv! Dove il vettore si !ottiene congiungendo le due punte dei vettori vi e v f ! amedia ! Δv = Δt Moto circolare uniforme(3) ! ! v sempre perpendicolare ad r O ! ! ! ! L’angolo Δθ tra ri e rf è uguale a quello formato dai due vettori vi e vf i due triangoli isosceli in figura sono simili ( stesso angolo e stesso rapporto tra le lunghezze dei due lati che lo contengono) quindi il rapporto tra la base ed uno dei due lati uguali è lo stesso per i due triangoli Usiamo i moduli poiché ! Δv Vale quindi la relazione: ! Mettendo in evidenza Δv ! v ! Δv = Δr r : v = ! Δr stiamo parlando di lunghezze di lati r ! amedia ! Δv ! ! v = vi = vf ! ! r = ri = rf ! v Δr = = Δt r Δt Moto circolare uniforme(4) ! amedia ! Δv ! v Δr = = Δt r Δt Passando al limite di Δt→0 si ha che: ! $ a! →a && media Δt → 0 ⇒ % Δr! & →v &' Δt ! v a= v r ! v2 a= r Accelerazione centripeta ! ! Δr v = lim Δt→0 Δt Il modulo dell’accelerazione centripeta è costante nel tempo e pari a v2/r e la direzione è sempre rivolta verso il centro della traiettoria ! v2 a= −r̂ r ( ) Moto circolare uniforme(5) Introduciamo alcun grandezze necessarie per descrivere il moto circolare: ! v Ø T = periodo (s) = tempo impiegato dalla particella per compiere un giro completo ( che è pari a 2πr ) Ø Il modulo della velocità è quindi: ! v ! a ! a 2π R v= T r Ø f = frequenza (s-1=Hz )= numero di rotazioni al secondo, quindi f=1/T Ø ω=velocità angolare (rad/s) = > quanti radianti vengono spazzati al secondo 2π ω= T v = ωR ω = 2π f 2 ac = ω R v ω= r v2 ac ω = 2= r r 2 ω= 2π R v = T R r Accelerazione tangenziale e radiale Consideriamo una traiettoria curva, in cui la particella istante dopo istante vari la sua velocità sia in direzione che in modulo. La velocità è sempre tangente alla traiettoria L’accelerazione forma un certo angolo con la tangente alla traiettoria e varia di punto in punto sia in modulo che direzione Si approssima in ogni punto la traiettoria con una circonferenza il cui raggio rappresenti il raggio di curvatura della traiettoria stessa in quel punto e si studia il moto scomponendo, in ogni punto, l’accelerazione nelle sue componenti tangenziale e radiale rispetto alla traiettoria ! dv ! ! ! a = at + ar L’accelerazione tangenziale è associata alla variazione del modulo della velocità della particella è parallela (o antiparallela) alla velocità stessa ⎧a = ⎪ t dt ⎨ v2 ⎪ar = −ac = − ⎩ r ! a = a = at2 + ar2 L’accelerazione radiale è associata alla variazione della direzione della velocità ed è rivolta in verso opposto alla direzione del versore radiale (segno -) Se |v|=costante ar è inversamente proporzionale al raggio di curvatura, più è piccolo il raggio più è grande ar NB: Se at=0, il moto è circolare uniforme, se ar=0 il moto è rettilineo (unidimensionale)