Alberto Burgio, Gianluca Gabrielli, Il razzismo, Ediesse, Roma 2012, pp. 220, € 12,00 Renato Foschi, Maria Montessori, Ediesse, Roma 2012, pp. 206, € 12,00 Ciò che accomuna questi due libri – così diversi e distanti tra loro per il contenuto - è il loro essere entrambi inseriti nella nuova collana creata dalla casa editrice Ediesse, Fondamenti, che propone testi di taglio monografico e di alta divulgazione. Sulla copertina, uno specifico colore è associato a ogni tematica e un segno grafico individua quattro sottocollane: cos’è, in cui si trattano temi determinati; chi è, in cui si svolgono profili biografici; piccoli classici, dove si ripubblicano brevi testi e, infine, sguardi d’insieme, in cui si introducono singole materie. Dei libri che stiamo presentando, ad esempio, il primo rientra nella sottocollana cos’è, mentre il secondo in quella chi è dedicata alle biografie. I volumi si distinguono inoltre per la semplicità e la chiarezza della scrittura e per i ricchi apparati di approfondimenti e indici, che suggeriscono e permettono ulteriori percorsi di lettura. Il primo testo nasce dalla considerazione che il razzismo viene pubblicamente condannato come una piaga della relazione umana e che le discriminazioni e le violenze sono esecrate sulla base di principi morali da tutti (o quasi) condivisi, ma, nondimeno, esso resiste, si mimetizza in forme nuove e dà preoccupanti segni di ripresa. Non è infatti difficile constatare che oggi, in Italia, viviamo in una società e possediamo un immaginario non estranei a logiche propriamente razziste e che le strategie di costruzione del nemico e di criminalizzazione del diverso sono protagoniste di una pericolosa escalation. Proprio per questo, vale la pena chiedersi che cosa sia e come funzioni il razzismo, con riflessioni e ricerche che ci aiutino nella direzione di una revisione di presupposti acquisiti. Per farlo, gli autori sono partiti dalla narrazione a maglie larghe delle vicende storiche dei due grandi filoni del razzismo moderno (antisemitismo e razzismo generatesi sullo sfondo della proiezione coloniale europea sino all’imperialismo otto e novecentesco ) per poi provare a formulare un’ipotesi teorica in grado di descrivere il dispositivo logico sotteso alle ideologie razziste operanti negli eventi narrati e, sulla scorta di questa ipotesi, riprendere il filo della narrazione storica occupandosi del XIX e del XX secolo, riflettendo sia sul ruolo svolto dall’ideologia razzista nella inferiorizzazione di categorie considerate a vario titolo “marginali” (zingari, devianti, delinquenti), propedeutica alla loro criminalizzazione, sia del razzismo sessista. E, infine, spingere lo sguardo sull’ultimo trentennio, per verificare la loro ipotesi ricostruttiva alla luce di un’epoca in cui il razzismo sembra riaffiorare con caratteristiche in parte inedite. Quello che emerge da questo excursus è un nucleo discorsivo unitario, indipendentemente dal fatto che ideologie e pratiche razziste presentino caratteristiche diverse nei differenti contesti storici, culturali e sociali: il razzismo vive anche senza menzionare “razze”; vive inventando identità “inferiori” suscettibili di discriminazione; vive su territori variegati, dando forma a un quadro discorsivo e pratico assai complesso e articolato. Per quanto riguarda invece il secondo volume, va detto che nel corso del tempo, sono stati pubblicati parecchi testi che analizzano la figura di Maria Montessori (1870-1952), cercando di descrivere aspetti particolari della sua biografia e produzione scientifica: quello che qui presentiamo, in particolare intende colmare alcune lacune e ricostruire il contesto delle prime Case dei Bambini, evidenziando i passaggi scientifici e culturali che portarono alla invenzione del Metodo e alla intera esperienza montessoriana. Il volume può essere diviso in due parti. La prima riguarda la biografia di Maria Montessori – “un medico, una psichiatra, una antropometrista, una ‘esperta’ di psicologia sperimentale, una pedagogista, un politico, una femminista, una teosofa, una laica, una cattolica” - con richiami alle culture in cui operò (positivismo, teosofia, cattolicesimo, ma anche liberalismo e fascismo), cercando tra di esse una mediazione continua e agganciandosi a quegli aspetti di ciascuna che sembravano poter favorire la modernizzazione in ambito educativo. Questa ricerca di “compromessi”, nota l’autore, si rivelò però spesso insoddisfacente; alla fine della sua vita rimanevano in piedi nella Montessori solo il legame con il liberalismo progressista e con la teosofia “che probabilmente aveva rappresentato il più radicale tentativo di mettere insieme, adogmaticamente e ‘sperimentalmente’, in un terreno comune: positivismo, emancipazione femminile, modernizzazione, liberalismo ed ecumenismo”. La seconda parte tratta invece dell’attualità del Metodo pedagogico ed è dedicata quindi ai fondamenti della pedagogia montessoriana. L’obiettivo dichiarato è quello di mettere a disposizione del lettore uno strumento a più livelli, in grado di fornire una nuova chiave interpretativa e una prospettiva per comprendere meglio l’opera della grande pedagogista.