ATTO N . 1108 INTERROGAZIONE del Consigliere CARBONARI

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Assemblea legislativa
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ATTO N . 1108
INTERROGAZIONE
del Consigliere CARBONARI
“ACCORDO REGIONALE PER LA DISCIPLINA DEI RAPPORTI CON LE FARMACIE PUBBLICHE
E PRIVATE EX DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE N. 705/2016 - RAGIONI DEL
PROGRESSIVO ABBANDONO DEL SISTEMA DI "
DISTRIBUZIONE DIRETTA"
, IN
CONTROTENDENZA CON IL RESTO D'ITALIA, NONOSTANTE FORTI RISPARMI OTTENIBILI,
MINORE RISCHIO DI FRODI E MAGGIORE COMODITA' PER I PAZIENTI - INFORMAZIONI
DELLA GIUNTA REGIONALE AL RIGUARDO”
Depositato alla Sezione Flussi Documentali, Archivi e Privacy
il 18/04/2017
Trasmesso al Presidente della Giunta regionale il 18/04/2017
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Gruppo assembleare
Movimento 5 Stelle Umbria
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA
ai sensi dell’art. 88 Regolamento interno dell’Assemblea legislativa
OGGETTO: Accordo regionale per la disciplina dei rapporti con le farmacie
pubbliche e private ex DGR 705/2016. Ragioni del progressivo abbandono del
sistema di “distribuzione diretta”, in controtendenza con il resto d’Italia,
nonostante forti risparmi ottenibili, minore rischio di frodi e maggiore comodità
per i pazienti.
PREMESSO CHE
l’articolo 8 del decreto legge 18 settembre 2001 n. 347 (convertito con legge 16
novembre 2001 n. 405) prevede “Le Regioni e le Province autonome di Trento e di
Bolzano, anche con provvedimenti amministrativi, hanno facolta' di: a) disporre che nel
proprio territorio le categorie di medicinali che richiedono un controllo ricorrente del
paziente siano erogate agli assistiti dal Servizio sanitario nazionale direttamente
tramite le proprie strutture aziendali. Nell'attuare tale modalita' di erogazione deve
essere garantita l'economicita' e la non difficoltosa reperibilita' dei farmaci; b) stipulare
accordi con le associazioni sindacali delle farmacie convenzionate, pubbliche e private,
per consentire agli assistiti di rifornirsi dei medicinali di cui alla lettera a) anche presso
le farmacie predette c) assicurare l'erogazione diretta da parte delle aziende sanitarie
dei medicinali necessari al trattamento dei pazienti in assistenza domiciliare,
residenziale e semiresidenziale”, introducendo due differenti (e potenzialmente
compatibili) sistemi di “distribuzione diretta” (DD) e “distribuzione per conto” (DPC).
PREMESSO INOLTRE CHE
la Regione Umbria, con deliberazione della Giunta regionale 27 giugno 2016 n.
705, ha aggiornato l’ “Accordo regionale per la disciplina dei rapporti con le farmacie
pubbliche e private ai sensi dell’art. 8, comma 2, del D.Lgs 502/92 e s.m.i” fino al 31
dicembre 2019. Con esso sono stati notevolmente ampliati i farmaci distribuiti
mediante DPC. Nel complesso ben 167 principi attivi (Allegato A all’Accordo e tutti
quelli che saranno classificati da AIFA in A-PHT successivamente alla data di
sottoscrizione dell’accordo) vengono distribuiti mediante DPC, mentre solo 25 principi
attivi sono soggetti a distribuzione diretta (DD).
La remunerazione per il servizio della filiera distributiva riferito alle movimentazioni
effettuate su tutto il territorio regionale è stata determinata in 4,90 euro (IVA esclusa)
per ciascun pezzo dispensato (con alcune ridotte variazioni in casi particolari).
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CONSIDERATO CHE
secondo le entusiastiche dichiarazioni di Federfarma Umbria a seguito di tale
accordo, si apprenderebbe che “rimangono invariati i compensi per la dpc, che però
passa da 600mila a 900mila pezzi all’anno, cala del 20% la remunerazione su
ossigeno e diabetica («ma il decremento lo assorbiranno interamente i produttori») e
infine si riduce della stessa quota il compenso per il Cup. Sull’altro piatto, invece, la
Regione mette l’impegno a far passare dalle farmacie del territorio ex Osp-2 e nuovi
farmaci per l’Hcv. E il capitolo farmacia dei servizi, con i titolari coinvolti (e remunerati)
nello screening di colon retto, malattie cardiovascolari e Inr”.
CONSIDERATO INOLTRE CHE
il meccanismo DPC è più complicato stante il maggior numero di soggetti coinvolti
(ASL, distributore intermedio e farmacia) rispetto al sistema DD (mediante il quale le
medicine vengono consegnate al paziente direttamente dalla ASL competente, talvolta
anche con servizio a domicilio nei casi più gravi), aumentando anche il rischio di
eventuali frodi, stante il più difficile controllo, come purtroppo varie inchieste giudiziarie
e scandali in Italia hanno mostrato.
Il sistema DPC implica per il paziente una procedura più scomoda per l’ottenimento dei
farmaci, dovendo questo ogni volta richiedere la ricetta dal medico curante e poi
recarsi in farmacia, rispetto al sistema di distribuzione diretta, più rapido e con
possibilità di effettuare consegne a domicilio per i pazienti più gravi (come
dimostrerebbero i modelli virtuosi realizzati in Regioni quali Toscana, Liguria, Emilia
Romagna, ecc.).
Il sistema DPC è inoltre più costoso rispetto al sistema DD, il quale costa alla Pubblica
Amministrazione 1,90 euro per ciascuna confezione dispensata (calcoli effettuati dalla
Regione Emilia Romagna).
Tale consistente risparmio ottenibile con sistema DD, rispetto al sistema DPC, è stato
ribadito in più occasioni anche dalla Corte dei Conti. Solo per citare un esempio, la
Sezione Liguria nella Requisitoria del pubblico ministero nel giudizio di parificazione
del Rendiconto generale della Regione Liguria per l’esercizio finanziario 2015 scrive
“Al fine di un ulteriore contenimento della spesa farmaceutica convenzionata …
occorrerebbe un maggiore ricorso alla distribuzione diretta, cresciuta, a livello
nazionale, con punte di oltre il 40% in alcune regioni particolarmente virtuose (Toscana
ed Emilia)… La ASL 1 Imperiese, infatti, fino ad ora non si è avvalsa della modalità di
erogazione dei farmaci [DPC] … garantendo comunque la massima capillarità
dell’assistenza (in particolare, la distribuzione domiciliare raggiunge circa 1.600
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assistiti, in gran parte anziani, disabili, persone che non possono accedere alle
farmacie aziendali). Proprio per aver adottato questa tipologia di organizzazione la ASL
1 risulterebbe aver conseguito anche riconoscimenti a livello nazionale … ed europeo
… Nel predetto sito internet aziendale si trova anche un’ analitica dimostrazione del
risparmio conseguito dalla ASL 1, mediante l’utilizzo integrale della distribuzione diretta
dei farmaci tramite strutture pubbliche piuttosto che il sistema misto … per il solo 2015
il risparmio netto di spesa (tenuto conto anche dei costi della distribuzione diretta) sui
farmaci distribuiti direttamente dalla ASL, rispetto alla spesa che sarebbe derivata
dall’utilizzo della modalità della “cessione per conto” per i medesimi farmaci, è stato
pari a € 1.276.783,76”.
Inoltre dal recentissimo rapporto (marzo 2017) del primo gruppo di lavoro
sull’erogazione dei farmaci in forma diretta (DD) e per conto (DPC) tenuto presso
l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) si evince che “dove si registra un maggiore
utilizzo della DPC rispetto alla DD, aumenta la compartecipazione da parte dei
cittadini; tali diseguaglianze si ripercuotono sui cittadini, non solo da un punto di vista
strettamente assistenziale, ma anche da un punto di vista economico”.
CONSIDERATO INOLTRE CHE
secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) sul monitoraggio
della spesa farmaceutica (gennaio-settembre 2016) la spesa per distribuzione diretta
dei farmaci è aumentata del 19% su base annua, per un totale di 4,10 miliardi di euro.
SI INTERROGA LA GIUNTA
per sapere le ragioni che hanno portato la Giunta a sottoscrivere il sopracitato Accordo
regionale per la disciplina dei rapporti con le farmacie pubbliche e private
abbandonando quasi totalmente il sistema di distribuzione diretta dei farmaci in
Umbria, in controtendenza con le altre Regioni italiane e nonostante i numerosi
vantaggi per i pazienti, minori rischi di frode e significativi risparmi ottenibili da un
maggiore (o totale) utilizzo della distribuzione diretta dei farmaci, chiarendo se e come
intenda eventualmente rivedere in futuro tale accordo che è andato a forte vantaggio
degli operatori farmaceutici, come ostentato dalla stessa Federfarma Umbria. Perugia, 15 aprile 2017
Maria Grazia Carbonari

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