Stress ossidativo nel percorso delle GCA Feller S*., Mantero M*, Zumaglini U*, Vassallo C*, Butini M.,* Salani C.**, Iorio E.*** Rinascita Vita Onlus Genova; **Asl 3 Liguria; *** Osservatorio nazionale stress ossidativo. Introduzione E’ noto che le persone con gravi cerebro lesioni acquisite (GCA) presentano un’eterogeneità e complessità di menomazioni, possibile causa di stress ossidativo. Ciò ci ha indotto a verificare la correlazione tra le GCA e la presenza effettiva di stress ossidativo neuronale. Questo al fine di individuare in caso di alterazione dell’equilibrio ossidativo, le corrette strategie dietetiche/nutriceutiche, per ripristinare e correggere le alterazioni a livello molecolare, valutando la ricaduta sul piano clinico, qualità della vita, disabilità. Infatti lo stress ossidativo (SO) – squilibrio tra produzione ed eliminazione, da parte dei sistemi antiossidanti, di specie chimiche reattive, quali le reactive oxygen species (ROS) – gioca un ruolo rilevante nella patogenesi dell’insulto neuronale conseguente all’evento traumatico(1) o vascolare (2), primariamente responsabile di gravi cerebro-lesioni acquisite (CGA), specialmente in caso di presenza di comorbilità. Di qui la necessità di approcci terapeutici personalizzati, basati sulla diagnostica molecolare (3), volti a modulare la produzione esuberante di ROS, l’alimentazione, l’utilizzo la dove possibile delle capacità motorie residue e, dove indicato, un intervento nutriceutico (Vedi box). Nella complessità del quadro clinico delle GCA mettiamo in risalto le alterazioni delle normali abitudini/ stili di vita con necessità di assumere politerapie per comorbilità sia premorbosa che associata o acquisita), ridotta attività motoria, difficoltà ad assumere alimentazione varia e diversificata, mentre sono presenti in questa popolazione episodi morbosi recidivanti nel quadro di una stabilità spesso precaria. Questo Studio è stato voluto dall’Associazione Rinascita Vita di Genova. Questa associazione presente nel territorio di Genova è nata per rispondere ai bisogni assistenziali e riabilitativi della popolazione con disabilità da lesioni cerebrali acquisite. Assiste le persone con GCA in ricovero residenziale / semiresidenziale/ e ambulatoriale. Risultati Alla base delle GCA sono risultate le cause vascolari (n=16), traumatiche (n=10) e anossiche (n=4). In 2 casi su 3 è stata rilevata una condizione di SO relativo, con aumento della produzione di specie reattive (340±45 U CARR), specialmente nelle donne (figura 1), senza compromissione significativa delle difese antiossidanti. Tale condizione, particolarmente evidente nei pazienti con GCA a eziologia vascolare, è apparsa correlata non solo alla patologia di base, alle sue comorbilità ed agli effetti indesiderati della frequente politerapia farmacologica associata, ma anche al regime alimentare, spesso, per varie ragioni, inadeguato. Materiali e metodi Si tratta di 30 soggetti con grave cerebro lesione acquisita, 10 traumatici, 4 anossici, 16 vascolari seguiti, dall’associazione Rinascita Vita ONLUS di Genova. Su questo campione di persone con GCA a distanza molto variabile dall’evento traumatico è stata svolta la nostra ricerca. Il campione di riferimento segue trattamenti di riabilitazione motoria, neuropsicologica e logopedia e viene monitorizzato attraverso controlli clinici fisiatrici. Per verificare la fattibilità di tale approccio, abbiamo sottoposto 30 pazienti con GCAafferenti al centro Rinascita Vita di Genova (Sezione di Neuroscienze dell’Osservatorio Internazionale dello Stress Ossidativo) a valutazione del bilancio ossidativo su sangue attraverso il d-ROMs test (valori normali 250-300 U CARR) e l’anti-ROMs test (valori ottimali >200/>1000 Eq/L) (Diacron International, Grosseto) (3). Questi esami non ancora effettuabili come routine rappresentano un indicatore rispettivamente della capacità ossidativa e della capacità anti ossidativa, consentendo quindi di valutare le difese antiossidanti presenti del nostro organismo. Ad esami espletati segue prescrizione alimentare dietetica e o integrazione con nutriceutica per correggere lo squilibrio metabolico. Figura 1OBBLIGATORIO Valori elevati della capacità ossidante (d-ROMs test) OPZIONALE nei pazienti con GCA, specialmente nelle donne (p<0.05, donne vs. uomini). In verde il range di normalità (250-300 U CARR). Conclusioni Recentemente è stata posta l’attenzione in maniera crescente sulla relazione tra stile alimentare e processi morbosi; analogamente a quanto è stato fatto in campo oncologico vogliamo introdurre quest’aspetto terapeutico anche nelle cerebrolesioni acquisite. I nostri dati indicano che nella gestione tradizionale clinica delle GCA non è ancora adeguatamente considerata la problematica dello stress ossidativo; per controllare anche questo aspetto rilevabile solo con la diagnosi molecolare di base. Pertanto, allo scopo di controllare tale fattore emergente di rischio per la salute, purtroppo completamente asintomatico e rilevabile solo attraverso la diagnostica molecolare, abbiamo inserito i pazienti arruolati in questo studio nel programma B. R. A. I. N.(Bilanciare Radicali e Antiossidanti con l’Intervento Nutrizionale) in collaborazione con l’Associazione ATTIVAMENTE. Questo per migliorare la qualità della vita dei soggetti con GCA inserendo i medesimi in un percorso integrato che prevede, tra l’altro, la somministrazione di un regime nutrizionale (e, all’uopo, nutraceutico) personalizzato sulla base dei profili redoxomico e lipidomico (3). In particolare nelle GCA emerge indicazione ad una prescrizione dietetica che riduca la produzione di Radicali in associazione eventuale di acidi grassi della serie Omega 3 e altre sostanze antiossidanti. Andrebbe in futuro valutato anche l’aspetto abbattimento dei costi della cronicità, attraverso il contenimento della spesa farmaceutica e la riduzione dei costi sostenuti per accessi diagnostici e terapeutici al SSN. Box ossidazione Lo stress ossidativo può essere definito come l’insieme degli eventi biologici indesiderati che fanno seguito – in qualsiasi organismo vivente – al venir meno del delicato equilibrio fra la produzione e l’eliminazione, da parte dei sistemi di difesa antiossidante, dei cosiddetti radicali liberi dell’ossigeno (e di tutte le altre specie chimiche reattive ad essi correlate). Per prevenire l’insulto ossidativo, nel corso di millenni di evoluzione, gli organismi viventi hanno sviluppato un complesso sistema di difesa antiossidante, costituito da sostanze sia endogene (es. superossido-dismutasi, perossidasi, catalasi, tioredoxine, glutatione, albumina, acido urico, bilirubina, etc.) sia esogene (es. polifenoli vegetali, vitamina C, vitamina E, etc.), deputate, appunto, a tenere sotto controllo gli effetti potenzialmente lesivi delle specie chimiche ossidanti. E’ proprio al venir meno di questo dinamico equilibrio tra i due sistemi in continua antitesi, ossidante e antiossidante, che si riconduce lo stress ossidativo, un fattore emergente d rischio per la salute legato non solo all’invecchiamento precoce e a disturbi di natura squisitamente estetica (es. rughe), ma anche ad un centinaio di patologie, spesso altamente invalidanti quali le malattie cardiovascolari, i disordini neurodegenerativi, il diabete mellito, il cancro e così via. A tal riguardo, il sistema nervoso centrale nel suo complesso ma, in particolare, l’encefalo, rappresenta per molti versi l’organo bersaglio ideale delle specie chimiche ossidanti e, in particolare, dei cosiddetti radicali liberi dell’ossigeno, indicati più correttamente nella letteratura anglosassone con il termine di Reactive Oxygen Species (ROS, specie reattive dell’ossigeno). Infatti, il cervello, nel suo complesso, rappresenta il 2-3% della massa corporea di un individuo ma consuma, da solo, circa il 20% dell’ossigeno inspirato, la fonte primaria, appunto delle ROS. Su questa base, ben si comprende come un semplice evento traumatico, a maggior ragione se esteso, possa far precipitare un equilibrio già di per sé precario, verso un ulteriore e potenzialmente letale aumento delle specie ossidanti. In effetti, numerosissime evidenze sperimentali e cliniche identificano nei radicali liberi i mediatori principali del danno neurologico secondario ad insulti traumatici del cervello. In pratica, l’eccessiva produzione di ROS, dovuta sia all’eccito-tossicità, sia all’aumentato ritmo delle ossidazioni biologiche a livello mitocondriale, superata la fisiologica capacità di difesa dei sistemi antiossidanti, stimola ed aggrava i processi di perossidazione lipidica a carico delle strutture cellulari ed extracellulari, fino a condurre, nei casi estremi alla necrosi o all’apoptosi neuronale. Il corpo di queste ed altre evidenze che solo per ragioni di spazio non è possibile approfondire in questa sede stanno gettando nuova luce sui meccanismi dell’insulto neuronale in seguito a traumi cranici, aprendo cautamente la strada all’impiego clinico di strategie volte a modulare nei pazienti il bilancio ossidativo attraverso l’alimentazione, l’esercizio fisico moderato (laddove possibile) e l’integrazione nutrizionale a base di sostanze naturali di provata attività antiossidante. Purtroppo, al contrario delle centinaia di patologie ad esso associate, ben caratterizzate sotto il profilo nosografico, lo stress ossidativo non è una malattia nel senso tradizionale del termine ma un fattore di rischio legato ad uno squilibrio biochimico al quale non sono associate manifestazioni cliniche specifiche (es. dolore, rughe, incanutimento). Questa peculiarità rende lo stress ossidativo estremamente subdolo. Per fortuna, negli ultimi decenni, lo sviluppo delle tecniche biochimiche ha reso disponibile al medico e agli altri professionisti della salute, una serie di test di laboratorio in grado di identificare un’alterazione del bilancio ossidativo a partire da un piccolo prelievo di sangue (più raramente di urine o secrezioni o tessuti). Tra questi il d-ROMs test si sta dimostrando particolarmente utili nella pratica clinica, anche per il significato fortemente predittivo, per individuare una condizione di stress ossidativo, definita come un aumento dei valori al di sopra di 300 U CARR. Ad esso posso essere affiancati altri test, atti a determinare la capacità antiossidante plasmatica, quali l’OXY-adsorbent test, il BAP test e, più recentemente, l’anti-ROMs test, che possono essere eseguiti presso qualsiasi laboratorio di analisi su prelievo di sangue venoso o al diretto cospetto del paziente, in ambulatorio o in clinica, in tempo reale, grazie a strumentazioni analitiche dedicate (es. sistema CARPE DIEM, unità integrata fotometro-centrifuga). Bibliografia 1. Cornelius C, Crupi R, et Al. Traumatic brain injury: oxidative stress and neuroprotection. Antioxid Redox Signal. 2013. 19 (8): 836–853. 2. Altamura C, Squitti R, et Al. Ceruloplasmin/transferrin system is related to clinical status in acute stroke. Stroke. 2009. 40 (4): 1282–1288. 3. Iorio EL, Balestrieri ML. Lo stress ossidativo. Trattato Italiano di Medicina di Laboratorio, di Angelo Burlina, Ed. Balestrieri C, Piccin, Padova. Vol. IX. 533–549. 2009.