GPA Relazione “I diritti del bambino in relazione alla maternità surrogata” Il 21 settembre, la Commissione Affari sociali dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha votato favorevolmente una raccomandazione (14-17) rivolta al Comitato dei Ministri affinché questo: o Consideri la possibilità di definire delle linee guida europee per la protezione dei diritti del bambino in relazione alla maternità surrogata; o Collabori con la Conferenza dell’Aia sul diritto privato internazionale rispetto alle questioni giuridiche che riguardano i genitori dei bambini nati da GPA. La Commissione ha votato contro la risoluzione che apriva alla possibilità di GPA a titolo gratuito. Gli organi del Consiglio d’Europa pubblicano solo i documenti adottati. Gli altri rimangono secretati, quindi non è possibile conoscere il testo della raccomandazione respinta. Allo stesso modo, i verbali rimangono riservati per 10 anni, quindi non è possibile sapere chi ha votato e come ha votato. La plenaria di ottobre (10-14 del mese) dibatterà e, eventualmente, adotterà la raccomandazione. Se la raccomandazione è adottata da 2/3 dei membri, il Comitato dei Ministri ha sei mesi di tempo per rispondere all’Assemblea Parlamentare. La relatrice è Petra de Sutter (belga, dei verdi). E’ direttrice del reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale universitario di Gent ed è uno dei pochi personaggi politici apertamente transgender. Memorandum di spiegazione della relatrice (spiega la posizione della relatrice, non è messo la voto) Introduzione Il percorso di questa relazione inizia nel gennaio 2015. Diverse versioni del testo sono state presentate alla Commissione, che ha votato contro al primo draft. La relatrice ritiene che ci sia una chiara maggioranza a favore del divieto della GPA dietro compenso. Per quanto riguarda quella altruistica, non è chiaro se ci sia una maggioranza a favore. La relatrice è nettamente contraria alla GPA dietro compenso e propone di non prendere posizione (nella relazione) sulle altre forme di GPA. Inoltre, non è contraria alla GPA altruistica, ma ritiene che debba essere limitata alla GPA gestazionale (con ovulo proveniente da parente/amica), con alcune restrizioni sulla residenza dei genitori. La relazione non considera le questioni etiche relative alle GPA, ma si focalizza su un terreno sul quale è possibile trovare l’accordo: la protezione dell’interesse del bambino nel caso della GPA dietro compenso. Contrarietà alla GPA dietro compenso La GPA dietro compenso è legale in pochi paesi, ma la sua dimensione finanziaria è notevole, ma solo una piccola parte del prezzo pagato va alla madre (con profitti per agenzie, mediatori, cliniche). La maggior parte delle madri surrogate nei paesi in via di sviluppo sono povere e poco istruite. Corrono i rischi legati alla gravidanza e il rischio psicologico della separazione dal figlio immediatamente dopo la nascita. Esiste anche il rischio che i genitori interferiscano con la gravidanza (con limitazioni sulle decisioni della madre surrogata) o rifiutino un bambino se non in salute. Secondo la relatrice, la GPA dietro compenso dovrebbe essere vietata, in quanto viola la dignità umana: o Si corre il rischio che il bambino sia ridotto a un bene (compravendita, abbandono abuso); o Si sfrutta la madre surrogata, che non può dare il suo consenso libero e incondizionato. Protezione dei diritti del bambino La Convenzione ONU sui diritti del bambino riconosce: o Il diritto a essere registrato immediatamente dopo la nascita e di avere le cure dei propri genitori; o Il diritto a non essere separato dai genitori e di mantenere i contatti con entrambi (salvo rischi per il bambino); o Il diritto che l’interesse del bambino sia prevalente. Tuttavia, la definizione di chi siano i genitori dipende dalla legislazione nazionale. In teoria, i bambini nati da GPA possono avere fino a tre madri e tre padri. Inoltre, la situazione è complicata dal fatto che spesso i genitori si recano all’estero per la GPA, illegale nel paese di origine). Conclusioni e raccomandazioni La maggior parte degli accordi GPA sono transfrontalieri e riguardano genitori provenienti da paesi in cui la GPA è proibita e madri surrogate che vengono da paesi in cui è legale. L’alternativa dell’adozione non è sempre possibile (per l’età, per l’essere coppia omogenitoriale...), o non è considerata. I bambini sono però soggetti a rischi, tra cui: o Traffico di bambini; o Abbandono o abuso; o Diventare apolidi; o Violazione dei diritti, con ripercussioni psicologiche. L’applicazione del principio dell’interesse del bambino porta a soluzioni accettabili anche nei paesi in cui la GPA è vietata (adozione...). Non esiste il diritto ad avere un figlio, ma i bambini hanno dei diritti, e devono essere rispettati. Il modo migliore per risolvere la questione sarebbe la proibizione della GPA dietro compenso (che riguarda circa il 98% die casi). In queste circostanze, il requisito minimo sarebbe che i Paesi che permettono la GPA trattino solo genitori con la cittadinanza e la residenza in quello Stato. L’Assemblea chiede che gli Stati membri: o Proibiscano tutte le forme di GPA dietro compenso, nell’interesse del bambino; o Collaborino con la Conferenza dell’Aia sul Diritto internazionale Privato (HCCH) per introdurre, come requisito minimo, una restrizione nell’accesso alla GPA ai residenti con la nazionalità dello Stato. o Tengano conto dell’interesse superiore del bambino nell’adottare misure di ordine pubblico per scoraggiare la GPA; o Esplorino la possibilità di elaborare linee guida comuni per tutelare i diritti del bambino in relazione a GPA dietro compenso; o Rendano l’adozione un’opzione più semplice.