Rivista Italiana di Genetica e Immunologia Pediatrica - Italian Journal of Genetic and Pediatric Immunology Anno III numero 1 - gennaio 2010 | direttore scientifico: Carmelo Salpietro - direttore responsabile: Giuseppe Micali Home page Numeri precedenti Norme editoriali | Stampa l'articolo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Motore di ricerca ◀ Indietro pagina 18 Avanti ► Studio multicentrico europeo sull'ipoacusia nella sindrome di Wolfram European multicentric study on hearing impairment in Wolfram Syndrome Sara Bombaci, Gilberto Candela, Fernanda Chiera, Federica Porcaro, Maria Pia Gangemi, Cristian Freno, Stefania Iannelli, Erika Cusumano, Filippo De Luca UOC Pediatria, Dipartimento di Scienze Pediatriche Mediche e Chirurgiche Università degli Studi di Messina Summary Objective Wolfram syndrome is a progressive and neurodegenerative syndrome characterized by diabetes insipidus, diabetes mellitus, optic atrophy, and deafness (DIDMOAD). In the present European multicentric study we collected and analyzed data of Wolfram syndrome patients with sensorineural hearing impairment from different European Diabetes Centers. Methods We studied pure tone threshold data of 22 Wolfram syndrome patients for crosssectional analysis in different subgroups (age, sex and ethnic origin). Results All subgroups, with 1 exception, showed a similar type of hearing impairment with, on average, thresholds of about 25 dB (range, 0 to 65 dB) at 0.25 to 1 kHz, sloping down to about 60 dB (range, 25 to 95 dB) at 8 kHz. CONCLUSIONS: This collection of audiometric data from Wolfram syndrome patients shows no substantial progression in sensorineural hearing impairment with advancing age, no relation to the types of WFS1 mutations identified and no significant sex-related differences. Abstract Oggetto La syndrome di Wolfram è una sindrome progressiva neurodegenerativa caratterizzata dalla presenza di diabete insipido, diabete mellito, atrofia ottica e sordità (sintetizzati nell’acronimo DIDMOAD). Nel presente studio abbiamo raccolto ed analizzato dati di pazienti affetti da sindrome di Wolfram afferenti a diversi Centri Diabetologici Europei. Metodi Abbiamo studiato i dati della soglia dei toni puri di 22 pazienti con sindrome di Wolfram effettuando un’analisi cross-sezionale suddividendoli in differenti sottogruppi in base all’età, al sesso ed all’origine etnica. RisultatiTutti i sottogruppi, con l’eccezione di uno, hanno mostrato una forma simile di ipoacusia con valori soglia di circa 25 dB alle frequenze 0.25 fino a 1 kHz, declinando fino a circa 60 dB alla frequenza di 8 kHz. Conclusioni La raccolta dei dati audiometrici di pazienti con sindrome di Wolfram non ha mostrato nessuna progressione nell’ipoacusia con l’avanzare dell’età, nessuna correlazione con il tipo di mutazione genotipizzata e nessuna differenza significativa legata al sesso. Introduzione La sindrome di Wolfram è una malattia neurodegenerativa, a trasmissione autosomica recessiva, caratterizzata dall’acronimo DIDMOAD, che racchiude le principali manifestazioni cliniche: diabete insipido, diabete mellito, atrofia ottica e sordità. E’ una malattia rara, con una prevalenza stimata di 1/770000 e con una frequenza di portatore di 1/354 (1). I criteri clinico-diagnostici minimi sono il diabete mellito ad esordio giovanile e l’atrofia ottica, che si manifestano principalmente nella prima decade di vita. In aggiunta alle quattro manifestazioni cliniche principali, i pazienti possono sviluppare anomalie delle vie urinarie, apnea, atassia cerebellare e disturbi comportamentali e/o psichiatrici. La sindrome di Wolfram, in generale, è una malattia progressiva neuro generativa che colpisce le componenti centrale, periferica e neuroendocrina del sistema nervoso e conduce alla morte intorno alla terza decade di vita. Studi genetici hanno identificato il gene WFS1 localizzato sul cromosoma 4p16.3, quale gene responsabile della sindrome di Wolfram. WFS1 codifica per la wolframina, proteina transmembrana del reticolo endoplasmatico, che comprende 890 aminoacidi. La wolframina è espressa nel reticolo endoplasmatico di cellule presenti a livello cardiaco, polmonare, cerebrale e pancreatico. Studi immunoistochimici sull’orecchio interno di modelli murini hanno dimostrato che la wolframina si localizza nel reticolo canalicolare, una forma specializzata del reticolo endoplasmatico, ed è coinvolta nella risposta allo stress del reticolo endoplasmatico, inclusa l’apoptosi. Il reticolo canalicolare è stato identificato in vari tipi di cellule dell’orecchio interno, incluse le cellule cocleari e vestibolari. Comunque, l’esatto ruolo della wolframina non è ancora chiaro. Mutazioni del WFS1 possono determinare la sindrome di Wolfram (autosomica recessiva) oppure la forma autosomica dominante dell’ipoacusia neurosensoriale non-sindromica (INS), definita DFNA6/14/38 (2). La sindrome di Wolfram è caratterizzata da una INS sulle alte frequenze, mentre la DFNA 6/14 è caratterizzata da una INS sulle basse frequenze (3).L’ipoacusia della DFNA 6/14 può essere sia progressiva che non progressiva. Lo studio delle mutazioni del WFS1 in famiglie con DFNA6/14 ha dimostrato che le mutazioni patogenetiche in questa condizione sono tutte piccole mutazioni non-inattivanti (missense), mentre la maggior parte delle mutazioni nei pazienti con la sindrome di Wolfram sono inattivanti (4). A tal proposito, Eiberg et al (5) ha decritto membri di una famiglia con una mutazione missense nel WSF1 che presentavano atrofia ottica dominante associata con ipoacusia e ridotta tolleranza glucidica. Nel 2004, Pennings et al (6) hanno descritto 11 pazienti olandesi con mutazioni confermate nel WFS1. Essi hanno concluso che la progressione del deficit uditivo si verifica principalmente nel range delle medie ed alte frequenze. Inoltre, hanno osservato un alto grado di ipoacusia nelle pazienti di sesso femminile rispetto a quello maschile ed ipotizzato che tale differenza legata al sesso potrebbe essere spiegata dal coinvolgimento degli estrogeni (6). Dal momento che il riscontro di un’ipoacusia correlata al sesso è basata su dati relativi a piccoli numeri di pazienti afferenti ad un solo Centro, riteniamo che sia necessaria una rivalutazione con uno studio multicentrico. Inoltre, la raccolta di dati aggiuntivi ci consentirebbe di delineare meglio l’espressività della INS nella sindrome di Wolfram in termini di presenza e grado della progressione e grado di variabilità. Inoltre, il presente studio è stato espletato in stretta collaborazione con autori di reports clinico-genetici sulla sindrome di Wolfram al fine di ottenere dati audiometrici di pazienti con sindrome di Wolfram genotipizzati. Pazienti e metodi Questo studio multicentrico include 22 pazienti con sindrome di Wolfram di cui sono stati ottenuti gli audiogrammi e che presentavano una INS clinicamente rilevante. In ognuno di loro era stata posta in precedenza una diagnosi di sindrome di Wolfram e presentava almeno una mutazione identificata sul WFS1. Dopo aver firmato un consenso informato, sono stati recuperati i dati audiologici e, ove necessario, i pazienti sono stati sottoposti ad ulteriori esami audiometrici nei rispettivi centri di afferenza. La tabella 1 riassume i dati rilevanti dei soggetti inclusi nello studio. In tutti i pazienti sono state identificate solo mutazioni inattivanti nel WFS1. L’audiometria comprendeva misurazioni in una stanza silente per la soglia dei toni puri alle ottave frequenze da 0.25 a 8 KHz per la conduzione (o via) aerea e per la conduzione (o via) ossea, secondo i comuni standard clinici. I livelli di conduzione ossea venivano valutati solo per escludere una perdita uditiva di tipo conduttivo. I dati soglia per i toni puri sono stati utilizzati per l’analisi cross-sezionale di sottogruppi di pazienti stabiliti distinguendo 3 modelli dicotomici: maschi versus femmine, giovani versus adulti, dati olandesi versus dati di altri centri partecipanti. E’ stato deciso di classificare come giovani, i pazienti con età inferiore a 16 anni e come adulti quelli con età compresa 19 e 25 anni. I pazienti valutati ad un età superiore a 25 anni sono stati esclusi dal presente studio. Diversi pazienti olandesi sono stati valutati a diverse età; i loro audiogrammi sono stati inclusi nell’analisi statistica del presente studio allo scopo di determinare la ”migliore stima possibile” degli audiogrammi tipici in relazione all’età. L’analisi della varianza (ANOVA) ad una via è stata effettuata per paragonare le soglie medie dei toni puri ad ogni frequenza tra i sottogruppi (n>2). Il test di Student è stato utilizzato per paragonare questi valori medi tra rilevanti coppie di sottogruppi. Il livello di significatività usato è stato 0.05 per ogni test. Risultati L’analisi statistica non ha dimostrato nessuna differenza statisticamente significativa in termini di età tra i sottogruppi con lo stesso range di età. Non c’era nessuna differenza significativa nei valori soglia medi trovati ad ogni frequenza tra ciascuno dei 4 sottogruppi. Non è stata mostrata nessuna una differenza sostanziale in termini di ipoacusia tra i sessi o una sostanziale progressione del deficit uditivo con l’avanzare dell’età. Nessuna differenza significativa nei valori soglia medi è stata osservata ad ogni frequenza all’interno dei sottogruppi dei pazienti maschi appartenenti a ciascuno dei differenti sottogruppi (olandesi versus pazienti addizionali; età inferiore a 16 anni versus età tra 19 e 25 anni). Questi risultati dimostrano che i pazienti di sesso maschile del sottogruppo olandese e gli altri pazienti maschi mostravano una grado simile di deficit uditivo. Una significativa differenza nella soglia media è stata trovata ad un’età inferiore a 16 anni tra le pazienti olandesi di sesso femminile e le altre pazienti alle frequenze da 1 a 8 kHz (p=0.05, p=0.03 al test di Student), come già precedentemente descritto (7). All’età tra 19 e 25 anni, vi era solo una differenza statisticamente significativa a 005 kHz (p=0.02) tra i sottogruppi comprendenti le pazienti olandesi e quelle degli altri centri partecipanti. Abbiamo quindi concluso che le pazienti olandesi mostrano una INS di grado più elevato sia rispetto ai pazienti olandesi che rispetto alle pazienti arruolate dagli altri centri europei. Discussione Il presente studio comprende una dettagliata analisi audiometrica di pazienti con sindrome di Wolfram genotipizzata. Come sopra descritto, il deficit uditivo nei pazienti con sindrome di Wolfram ha mostrato un quadro similare di INS tra i differenti sottogruppi composti suddividendo il gruppo totale per sesso, classe d’età, ed origine etnica. Nella sindrome di Wolfram, la INS è riportata nel 62% dei pazienti (1). Questo studio ha valutato i dati audiometrici di pazienti genotipizzati con un deficit uditivo identificato. Poiché abbiamo recuperato i dati del presente studio da differenti centri e dipartimenti, pensiamo che, a parte le ovvie diversità nell’espressività della sindrome di Wolfram, la stessa modalità di selezione del campione potrebbe essere una possibile spiegazione per le differenze osservate tra il sottogruppo delle pazienti olandesi e quello comprendenti le altre pazienti. Sembra comunque che i dati audiometrici da noi riportati sono rappresentativi dell’ipoacusia della sindrome di Wolfram. Concludiamo che questa raccolta di dati audiometrici di pazienti con sindrome di Wolfram genotipizzata non mostra nessuna progressione sostanziale di INS con l’avanzare dell’età e nessuna differenza significativa correlata all’età e che il deficit uditivo dei pazienti può essere descritto da un audiogramma con una soglia di circa 25 dB a 0.25 fino a 1 kHz, che declina di circa 60 dB a 8 kHz. Comunque, il gruppo delle pazienti olandesi con sindrome di Wolfram è troppo importante per essere ignorato (7). E’ possibile che una differenza correlata al sesso sarà supportata da studi futuri, purchè vengano raccolti dati sufficienti che comprendano un altrettanto sufficiente numero di differenti mutazioni di pazienti seguiti regolarmente in Centri specialistici, anche ad età avanzata, al fine di poter attuare appropriate analisi longitudinali sia sui dati clinico-genetici che su quelli audiometrici. Bibliografia 1. Barrett TG, Bundey SL, MacLeod AF. Neurodegeneration and diabetes: UK nationwide study of Wolfram (DIDMOAD) syndrome. Lancet 1995;346:1458-63 2. Bespalova IN, Van Camp G, Bom SJH Brown DJ, Cryns K, DeWan AT, Erson AE, Flothmann K, Kunst HP, Kurnool P, Sivakumaran TA, Cremers CW, Leal SM, Burmeister, M, Lesperance MM., et al. Mutations in the Wolfram syndrome 1 gene (WFS1) are a common cause of low frequency sensorineural hearing loss. Hum Mol Genet 2001;10:2501-8 3. Cremers CWRJ, Wijdeveld PGAB, Pinckers PGAB. Juvenile diabetes mellitus, optic atrophy, hearing loss, diabetes insipidus, atonia of the urinary tract and bladder, and other abnormalities (Wolfram syndrome). A review of 88 cases frome the literature with personal observations on 3 new patients. Acta Pediatr Scand Suppl 1977;264:1-16 4. Cryns K, Pfister M, Penninigs RJE, Bom SJ, Flothmann K, Caethoven G, Kremer H, Schatteman I, Köln KA, Tóth T, Kupka S, Blin N, Nürnberg P, Thiele H, van de Heyning PH, Reardon W, Stephens D, Cremers CW, Smith RJ, Van Camp G. Mutations in the WFS1 gene that cause low-frequency sensorineural hearing loss are small non-inactivating mutations. Hum Genet 2002;110:389-94 5. Eiberg H, Hansen L, Kjer B, Hansen T, Pedersen O, Bille M, Rosenberg T, Tranebjaerg L. Autosomal dominant optic atrophy associated with hearing impairment and impaired glucose regolation caused by a messense mutation in the WFS1 gene. J Med Genet 2006;43:435-40 6. Pennings RJE, Huygen PLM, van den Ouweland JM, Cryns K, Dikkeschei LD, Van Camp G, Cremers CW. Sex-related hearing impairment in Wolfram syndrome patients identified by inactivating WFS1 mutations. Audiol Neurootol 2004;9:51-62 7. Platinga F RF, Pennings RJ, Huygen PLM, Bruno R, Eller P, Barrett TG, Viallettes B, Pasquis-Flukinger, Lombardo F., Cremers CWRJ. Hearing impairment in genotype Wolfram syndrome patients. Ann Otol Rhynol Laryngol 2008;117:494.500 Home page 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 ◀ Indietro pagina 18 Avanti ► Scarica l'articolo: pagina 18.pdf Sommario 20 pagine Direttore scientifico Trimestrale di divulgazione scientifica dell'Associazione Pediatrica di Immunologia e Genetica Legge 7 marzo 2001, n. 62 - Registro della Stampa Tribunale di Messina n. 3/09 - 11 maggio 2009 Carmelo Salpietro - Direttore responsabile Giuseppe Micali - Segreteria redazione Basilia Piraino - Piera Vicchio Direzione-Redazione: UOC Genetica e Immunologia Pediatrica - AOU Policlicnico Messina