CONGRESSO STRAORDINARIO UNIONE CAMERE PENALI ITALIANE
“LA COSTITUZIONE DIMENTICATA, IL PROCESSO TRADITO”
CAGLIARI 25 – 27 SETTEMBRE 2015
RELAZIONE DEI LAVORI CONGRESSUALI
Prima di addentrarmi nella descrizione dello svolgimento dei lavori congressuali
desidero ringraziare la Camera Penale di Rimini per l’opportunità che mi ha concesso.
La borsa di studio erogata in mio favore mi ha permesso di assistere a dibattiti tanto
fondamentali quanto attuali sullo stato dell’Avvocatura penalista italiana e di
ascoltare dal vivo voci di altissima levatura morale e professionale, una fra tutte quella
del Professor Gallo.
Ritengo di aver usufruito di una grande opportunità per me che da poco mi
sono affacciato a questa professione e che ho tutto da imparare da chi ha anni di
esperienza processuale alle spalle.
L’evento congressuale svoltosi l’ultimo fine settimana di settembre è stata
un’importante occasione di dibattito sull’attuale stato di salute dell’Ordinamento
Giudiziario e sui più attuali e sui concreti problemi che gli Avvocati Penalisti affrontano
quotidianamente.
E’ stato altresì momento di rilancio dei grandi temi di Giustizia Sociale e di difesa
delle Garanzie processuali. Tematiche centrali sono state la necessità di giungere ad
una separazione delle carriere dei Magistrati, tema da rilanciare con forza e con una
nuova spinta referendaria, ed il confronto sulla recenti spinte riformatrici in ambito
penale che destano perplessità e contraddizioni, basti solo pensare alla possibilità che
le indagini preliminari termini entro tre mesi che oltre ad essere utopico si scontra
con i numeri relativi ai processi che ogni anno si prescrivono ancora in fase di indagine.
I lavori congressuali hanno avuto inizio nella giornata di venerdì 25 settembre
con la nomina dell’Ufficio di Presidenza e di Segreteria del Congresso e con i saluti da
parte delle Camere Penali Territoriali sarde che hanno contribuito all’organizzazione
dell’evento.
Significativo il ricordo di Aldo Marongiu da parte della Camera Penale di Cagliari
e, in un secondo momento, la nomina a Presidenti Onorari dell'Unione Camere Penali
Italiane dei Prof. Avv.ti Marcello Gallo e Delfino Siracusano.
Il primo intervento è stato dell’Avvocato Eriberto Rosso a cui è seguito la
centrale relazione del Presidente dell’Unione, Avvocato Beniamino Migliucci. Un
ampio ed importante intervento che ha affrontato tutte le principali problematiche
con cui si è dovuta confrontare l’Unione in questo anno dal Congresso ordinario di
Venezia; ha sottolineato l’importanza di una definitiva indipendenza della
Magistratura e del CSM e la necessità di considerare il diritto penale non più come un
simbolo per attuare riforme di prevenzione bensì come strumento di garanzia per il
cittadino.
La relazione presidenziale ha affrontato il difficile tema del rapporto non solo
con la Magistratura ma anche con la Politica alla luce del fatto che le commissioni
ministeriali continuano ad essere composte in stragrande maggioranza di magistrati
escludendo l’Avvocatura dalla definizione dei principali interventi riformatori.
La relazione ha messo in luce anche l’attività svolta in questo anno sia da un
punto di vista tecnico legislativo in tema di responsabilità civile dei Magistrati, del
reato di tortura e del riordino della disciplina delle difese d’ufficio, punti nei quali
l’Unione ha saputo dare un contributo concreto, che da un punto di vista culturale,
alla luce degli innumerevoli incontri organizzati per la promozione del dibattito sugli
aspetti più attuali quali ad esempio il diritto penale europeo, la spending review nel
processo penale, e la relazione tra informazione e giustizia.
Il tema delle specializzazioni è stato affrontato nell’ottica di un duplice obiettivo
alla luce del recente regolamento emanato: da un lato l’Unione chiede di poter avere
un ruolo attivo nell’organizzazione e nella gestione dei corsi in quanto associazione
specialistica maggiormente rappresentativa, e dall’altro mira ad un rilancio delle
scuole territoriali e al rilancio delle iniziative della scuola nazionale.
Infine la relazione del Presidente ha affrontato il tema della comunicazione
sottolineando il grande lavoro svolto in questo anno per tenere vivi i grandi temi
dell’Avvocatura anche sui principali mezzi di comunicazione e per essere attivi anche
sulle nuove piattaforme comunicative come Facebook e Twitter.
All’intervento dell’Avvocato Migliucci è seguito quello del Vice Ministro della
Giustizia, On.le Enrico Costa.
L’ultima parte dei lavori congressuali del primo giorno è stata occupata da un
momento di riflessione e ascolto sulle note e le parole dei detenuti della Casa
Circondariale di Uta che, con una loro rappresentazione, hanno portato sul palco le
proprie esperienze carcerarie e i propri stati d’animo riguardanti tanto la vita
detentiva quanto quella la carcerazione. E’ stato un momento di grande spessore
umano ed emotivo, ha saputo con grande umiltà e con estrema franchezza porre
l’uomo e le sue garanzie al centro della scena mostrando come dietro un’esperienza
carceraria non c’è solo un illecito ma anche una persona.
Il secondo giorno di lavori si divideva in un momento di tavole rotonde ed in un
momento di dibattito politico generale e sulla riforma dello statuto dell’Unione.
La prima tavola rotonda, moderata dalla Dr.ssa Anna La Rosa, ha affrontato la
tematica della Costituzione dimenticata. Di grande importanza è stata l’introduzione
dell’Avv. Prof. Delfino Siracusano che ha indicato la necessità di una divisione delle
carriere all’interno della Magistratura ed ha analizzato il problema della
determinatezza della fattispecie penalistica che spesso manca e troppe volte non
viene considerata ed invece dev’essere ricercata dal legislatore.
Il dibattito è proseguito con gli interventi dell’Avv. Prof. Leonardo Filippi, del
Cons. Giovanni Melillo, dell’Avv. Francesco Petrelli, del Dott. Rodolfo Sabelli e del
Professor Giorgio Spangher.
Il Professor Spangher, pragmatico e tagliente come solo lui sa essere, ha
evidenziato la necessità che oltre alla tutela del contraddittorio sia mantenuta viva
altresì la garanzia dell’oralità del processo penale a fronte delle istanze riformatrici
che, al contrario, creano un vulnus di tutele prevedendo la possibilità di audizioni a
distanza dal carcere. La necessità di affermare e ribadire la centralità del dibattimento
non deve mai venir meno ed è fondamentale mantenere il Giudice ignaro degli atti di
indagine fino a che non si instaura un momento di contraddittorio e di oralità che,
quindi, non può esser preceduto da fughe di notizie che rischiano di minare la
genuinità del giudizio.
Egli ha inoltre spostato l’attenzione sul fatto che, la continua introduzione di
norme a favore di una rapida uscita dal processo del soggetto che si proclama
colpevole a fronte di un surplus di garanzie e sconti di pena, aggrava la posizione
dell’imputato innocente per il quale non vengono prospettate o introdotte
facilitazioni per mostrare e ribadire la propria innocenza e che, anzi, rischia di trovarsi
inflitta una pena spropositata.
Nella medesima circostanza è stato affrontato il problema della prescrizione
che travolge circa il 70% dei procedimenti quando ancora si trovano in fase di
indagine.
L’intervento del Dott. Sabelli, Presidente dell’Associazione Nazionale
Magistrati, ha invece spostato la responsabilità dell’evento prescrizionale sulla
lentezza della fissazione dell’udienza da parte del Tribunale, circostanza smentita dai
dati successivamente forniti dall’Avvocato Petrelli, Segretario della Giunta UCPI.
La seconda sessione di tavole rotonde, coordinata dal Dott. Andrea Pancani, si
è incentrata sul diritto penale sostanziale e ha visto il susseguirsi di interventi dell’Avv.
Prof. Giovanni Maria Flora, dell’Avv. Prof. Vincenzo Maiello, del Cons. Giuseppe
Santalucia e dell’Avv. Prof. Luigi Stortoni.
In questa sessione è stata sottolineata la mancanza di una visione complessiva
dell’iniziativa legislativa che invece interviene su spinta populistica unitamente alla
pericolosa influenza della Magistratura sulla produzione legislativa. E’ stato
evidenziato lo smarrimento delle garanzie penali e lo spostamento sanzionatorio
verso l’ambito patrimoniale.
Il Professor Maiello ha indicato che il diritto penale è l’unico ramo
dell’ordinamento caratterizzato da “giustiziabilità necessaria” ossia il diritto penale
può manifestarsi solo all’interno del processo, sottolineando la necessità di un
continuo controllo sul rispetto delle regole processuali. Ha anch’egli espresso
l’esigenza di aumentare le garanzie e le tutele per colui che da innocente si trova a
subire un processo penale. Infine ha espresso il problema che alcuni membri della
Magistratura di merito non riescono a mantenere gli standard di diritti, garanzie e
principi delle pronunce di Cassazione.
L’intervento del Professor Stortoni ha preso le mosse dalla mancanza di una
nuova codificazione che non solo non vi è stata ma probabilmente non vi sarà a breve
ed ormai neanche più se ne parla, e si è successivamente incentrato sulla necessità di
una maggiore certezza del diritto a fronte della sempre più diffusa carenza di
tassatività delle formule legislative, soprattutto alla luce di nuovi reati in materia
ambientale ove la condotta punita si identifica col bene giuridico che la norma mira a
tutelare e finisce, per l’eccessiva indeterminatezza della sua formulazione, a
prevedere una responsabilità penale tanto indeterminata quanto ingiusta.
Il tema dell’ordinamento giudiziario ha caratterizzato la terza sessione di tavole
rotonde, moderata dal Dott. Giovanni Valentini. Il Professor Marcello Gallo ha svolto
l’intervento di apertura di questa sessione con la sua consueta forza, precisione e
intensità, sottolineando il problema che la norma penale non è né sostanziale né
processuale bensì reale e composta da elementi eterogenei, e la necessità di spostare
l’attenzione dalla norma scritta al giudizio. Egli ha inoltre sollevato la questione dei
reati di creazione giurisprudenziale esprimendone criticità e perplessità, ed infine ha
riportato il tema del concorso esterno in associazione mafiosa auspicando che la
tematica venga ricondotta all’interno delle regole che disciplinano il concorso di
persone nel reato. Ha ribadito la differenza tra terzietà del Giudice e neutralità, e la
necessità di giungere ad una piena separazione delle carriere all’interno della
Magistratura, da non confondere con la semplice separazione delle funzione che già
esiste, e a tal fine ha suggerito la modifica di due norme costituzionali, l’art. 107
sopprimendo il riferimento ai Pubblici Ministeri e lasciando il solo riferimento ai
Giudici, e l’art. 101 cambiando da Giudici a Magistrati il riferimento della
sottoposizione soltanto alla legge.
Hanno di seguito preso la parola l’Avv. Anna Vittoria Chiusano, l’Avv. Bartolo
Iacono, l’Avv. Prof. Filiberto Palumbo ed il Dott. Piero Tony.
A questo tema di approfondimento è seguito il dibattito politico generale e la
discussione sulla riforma dello Statuto.
In questa circostanza hanno preso la parola diversi Avvocati appartenenti alle
Camere Penali Territoriali. Da alcuni è stata proposta una maggiore presenza
dell’Unione sui mass media intervenendo in modo deciso sui principali fatti di cronaca
invocando una limitazione dell’esposizione mediatica a favore delle garanzie
processuali.
Nella medesima occasione è stata presentata la nuova veste grafica del sito
dell’Unione che consentirà una consultazione più rapida ed efficace ed una maggiore
completezza di contenuti con l’inserimento delle Commissioni e degli Osservatori.
A livello di dibattito sullo Statuto UCPI, si è messo in luce il problema degli
elenchi definiti “a fisarmonica” ossia di quelli ove il numero di iscritti non si mostra
costante negli anni ma varia in ragione di eventi elettorali o subisce un aumento in
gran parte dovuto ai corsi organizzati dalle scuole di alcune Camere Penali territoriali.
Si sono susseguiti interventi che hanno cercato di analizzare il fenomeno
appena descritto al fine di trovarne una soluzione. Alcuni hanno proposto di
posticipare al mese di dicembre la data di comunicazione all’Unione del numero degli
iscritti da parte della Camera Penale territoriale, altri hanno invece proposto di fissare
una data nei mesi di gennaio o febbraio, ed infine altri ancora hanno proposto di
mantenere come riferimento esclusivamente la media degli iscritti dei due anni
precedenti all’incontro congressuale in modo da non subire variazioni “a
fisarmonica”.
E’ stato altresì affrontato il tema statutario sotto il profilo di un’eventuale
uniformità. E’ stata avanzata l’ipotesi di uno Statuto unico per tutte le Camere Penali
territoriali, identico a quello dell’Unione, a differenza di quanto attualmente previsto
ossia dell’uniformità degli Statuti solo per quanto riguarda i principi e non anche per
quanto attiene alle concrete disposizioni organizzative. Uno Statuto unico, tuttavia,
trasformerebbe l’Unione in una associazione unitaria e non sarebbe più una
federazione di Camere Penali come si presenta oggi. Per questo motivo in molti han
sostenuto la necessità di mantenere la situazione attuale.
Il terzo giorno ed ultimo giorno congressuale si è incentrato sulla esposizione e
sulla votazione delle mozioni.
Una mozione, proposta dalle Camere Penali del Distretto della Corte di Appello
di Napoli, alla luce delle gravissime disfunzioni dei Palazzi di Giustizia di quel Distretto,
si è incentrata sulla richiesta alla Giunta dell’Unione Camere Penali di fornire fattivo
supposto e manifestare condivisione alle iniziative di protesta manifestate dagli
Avvocati di quel territorio mortificati dalle condizioni dei luoghi di lavoro.
Una seconda mozione, proposta dalla Camera Penale di Bologna, ha avuto ad
oggetto la necessità di una maggiore sensibilizzazione dell’Avvocatura penalista sui
temi della legalità processuale e sostanziale ed ha chiesto alla Giunta di assumere ogni
iniziativa utile in tal senso, compresa la raccolta i un libro bianco delle prassi distorte
al fine di denunciarle all’opinione pubblica alla luce tanto di un quadro normativo
sempre più caotico quanto di un’eccessiva libertà interpretativa della giurisprudenza.
La successiva mozione, avanzata dalla Camera Penale della Lombardia
Orientale, ha messo in risalto la grave situazione che sta scuotendo il Mediterraneo e
l’Europa configurando una tragica crisi umanitaria con le conseguenti nocive ricadute
sui Diritti Umani fondamentali, ed ha chiesto all’Unione Camere Penali di evidenziare
il tema della centralità dei Diritti Fondamentali della persona e del valore ella dignità
umana, di rivendicare le norme interne ed internazionali poste a garanzia e tutela di
profughi e richiedenti asilo ed infine di denunciare ogni tentativo di compressione dei
diritti.
Successivamente, le Camere Penali di Livorno, Firenze, Prato, Pistoia, Lucca,
Pisa, Grosseto, Siena, Montepulcino, Arezzo e Massa, hanno presentato una mozione
per un intervento dell’Unione a favore di una modifica degli articoli 134 e 136 del
Codice di Procedura Penale, e delle altre norme ad essi collegate, affinché sia prevista
l’inutilizzabilità dei verbali, redatti tanto in forma integrale quanto in forma
riassuntiva, sprovvisti di fonoregistrazione, sollecitando altresì l’inutilizzabilità dei
verbali nei quali non è riprodotta la domanda, il tutto a fronte delle situazioni ove la
raccolta di sommarie informazioni da parte di P.M. o Polizia Giudiziaria viene
trasposta in verbali redatti in forma riassuntiva, in aperto contrasto con la legalità del
processo.
Infine è stata esaminata la proposta di modifica dello Statuto approvando una
nuova formulazione dell’art. 5 nel senso di prevedere il calcolo del numero dei
delegati al Congresso in base alla media, approssimata per difetto, dei due anni
precedenti, del numero totale degli iscritti in regola con il pagamento della quota
come risultante dagli elenchi trasmessi al Segretario dell’Unione. E’ stato in aggiunta
previsto che, qualora l’elenco degli iscritti sia stato inviato solo per l’anno precedente
al Congresso, il numero dei delegati, sarà calcolato in relazione alla media del numero
degli iscritti risultati dagli elenchi di due anni precedenti.
La somma degli interventi e dei dibattiti di quest’esperienza congressuale ha
suscitato in me nuovi interrogativi e ha rafforzato la mia convinzione che l’Avvocato
penalista non è solo nel suo quotidiano impegno di garanzia dei diritti dell’assistito, è
anzi parte di quella grande squadra che è in prima battuta la Camera Penale
territoriale di appartenenza e in seconda battuta l’Unione delle Camere Penali,
un’associazione realmente a tutela dei principi costituzionali del cittadino e a fianco
di coloro che giorno dopo giorno nelle aule d’udienza si fanno portavoce dei diritti
posti a garanzia di ciascuno e di tutti.
GIORDANO FABBRI VARLIERO