LABORATORIO DI FORMAZIONE BIBLICA "Nella fede

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Scuola Diocesana di Formazione Teologica ‐ Ufficio Catechistico Diocesano
LABORATORIO DI FORMAZIONE BIBLICA
"Nella fede della Chiesa"
2° INCONTRO: LA CHIESA IN ATTI 6, 1‐7 (“Trovate fra voi sette uomini pieni di Spirito e di Sapienza”) TESTO In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove. 2Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: “Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. 3Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. 4
Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola”. Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. 6Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani. 7E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede. CONTESTO ‐ La Comunità Cristiana si espande (Cap. 6‐12: la Chiesa è missionaria). La persecuzione non è un ostacolo ma uno stimolo, così come le tensioni interne. ‐ La narrazione di ATTI si coagula attorno a personaggi importanti: Stefano, Filippo, Paolo, Pietro, Barnaba. La prima unità narrativa (6,1‐8,4) vede come protagonista STEFANO, uno dei “Sette” di cui il nostro testo racconta l’istituzione. STRUTTURA DEL BRANO A. IL PROBLEMA In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove. B. PROPOSTA di SOLUZIONE e METODO 2
Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: “Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. 3Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. 4Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola”. C. REALIZZAZIONE Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. 6Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani. D. SOMMARIO CONCLUSIVO 7E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede. IL MAGISTERO DELLA CHIESA La Chiesa colloca l’istituzione dei Sette all’origine del Diaconato inteso come sacramento. Ne parla il Concilio in Lumen Gentium 29 e molti documenti successivi. “Il servizio dei diaconi nella Chiesa è documentato fin dai tempi apostolici. Una consolidata tradizione, attestata già da sant’Ireneo e confluita nella liturgia di ordinazione, ha visto l’inizio del diaconato nell’evento dell’istituzione dei “sette” di cui parlano gli Atti degli Apostoli”1. Su YOUCAT, 251 si legge: “Il sacramento dell’Ordine ha tre gradi: quello di Vescovo (episcopato), quello di Sacerdote (Presbiterato), e quello di Diacono (Diaconato). E nel Catechismo della Chiesa Cattolica, 1570: “I diaconi partecipano in maniera particolare alla missione alla grazia di Cristo. Il sacramento dell’Ordine imprime in loro un sigillo (carattere) che nulla può cancellare e che li configura a Cristo, il quale si è fatto ‘diacono’, cioè servo di tutti”. (…) PARTIRE DAL TESTO PER GIUNGERE FINO A NOI ‐ qual è il problema che si presenta in Atti? C’è qualche analogia con la situazione attuale? 1
CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA – CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Norme fondamentali per la formazione dei diaconi permanenti. Direttorio per il ministero e la vita dei diaconi permanenti, Roma 1998, II, 2. ‐ a quale dinamica comunitaria si ricorre per risolverlo? Cosa suggerisce questo alla prassi comunitaria attuale? ‐ quale ruolo hanno i 12 nella vicenda? Quali considerazioni emergono per l’oggi? ‐ la Comunità degli Atti ha saputo rispondere adeguatamente alla complessità (tensioni sociali e nuovi bisogni, ruoli codificati sottoposti a verifica, carismi e ministeri che si intrecciano: Quale insegnamento si può trarre per la situazione attuale delle nostre comunità? LECTIO: LA CHIESA NEGLI ATTI DEGLI APOSTOLI Luca, teologo della storia della salvezza. Luca, autore del terzo vangelo e degli Atti degli Apostoli, scrive quando la generazione degli apostoli sta scomparendo e ci si rende conto che la venuta finale di Cristo non è imminente. Invita la Chiesa a riflettere sul significato del tempo che si protrae indefinitamente, a vivere nella storia, affrontando i suoi propri problemi interni e l’impegno del suo rapporto col mondo. Egli distingue due epoche nella storia della salvezza: il tempo di Israele e il tempo di Gesù Cristo; quest’ultimo, però, non finisce con la sua morte e risurrezione, ma si prolunga nel tempo della Chiesa. Per sottolineare che al tempo delle attese, costituito dall’Antico Testamento, con Gesù siamo entrati nel centro del tempo, Luca ripete tre parole nel suo vangelo: bisogna, compiersi, oggi. Con la pasqua di Gesù non è giunta la fine della storia: inizia il tempo in cui la Chiesa, sostenuta dalla forza dello Spirito Santo, è chiamata ad annunciare e a portare la salvezza a tutti gli uomini, fino ai confini della terra (At 1,8). La conclusione del vangelo secondo Luca (Lc 24,46‐49). Gesù risorto ricorda ai suoi discepoli il Messia, come annuncia la Scrittura, deve compiere tre cose: la Scrittura parla anzitutto della sua passione e morte, in secondo luogo parla della sua risurrezione e infine parla dell’annuncio a tutte le genti della salvezza da lui effettuata. L’annuncio della salvezza a tutte le genti Gesù non lo esercita visibilmente in prima persona, ma continua a compierlo per mezzo dei suoi testimoni, della Chiesa, fortificata col dono dello Spirito Santo. L’inizio degli Atti degli Apostoli (At 1,6‐8). «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno per Israele?». Gesù risponde spiegando agli apostoli tre cose: anzitutto i tempi e i momenti il Padre li ha riservati al suo potere; in secondo luogo, riceveranno la forza dallo Spirito; in terzo luogo, saranno suoi testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra. Questo ribadito anche in Lc 3,6; At 28,28. Gesù è il Messia se, attraverso la Chiesa, la salvezza di Dio arriva a tutte le genti. Per confermare questo, Luca dice che l’ingresso nella Chiesa del primo pagano, il centurione Cornelio, è avvenuto per opera di Pietro (At 10,1‐48; 11,1‐18; 15,7‐11) e narra per tre volte la vocazione di Paolo, l’apostolo delle genti (At 9,1‐19; 22,5‐16; 26,9‐18). Il rapporto della Chiesa con Gesù Cristo. Gli Atti degli Apostoli ci offrono, quindi, una ricca cristologia ed ecclesiologia. La Chiesa è inviata da Gesù, è al servizio suo e degli uomini, è testimone della sua risurrezione (At 1,25; 1,17.25; 1,8.22). La Chiesa non può credere e vivere il mistero pasquale stando ripiegata su se stessa, ma deve percepirsi in relazione a Gesù Cristo, vivo e risorto; deve riconoscersi dinamica, protesa in avanti e fuori di sé; deve sentirsi chiamata a vivere il mistero dell’unità nella molteplicità. Un momento di difficoltà e di crescita nella ministerialità (At 6,1‐7). Le tensioni tra i cristiani provenienti dall’ebraismo palestinese e quelli provenienti dall’ebraismo ellenistico suscitano la mormorazione. I Dodici dichiarano che il loro specifico servizio è quello della parola e della preghiera e poi procedono alla istituzione di sette ministri per l’assistenza ai poveri. Il numero dodici richiama l’identità del popolo eletto, il sette richiama piuttosto il numero della storia, del cammino del popolo di Dio nel mondo. Il servizio svolto dai Sette supera il ministero diaconale che si è configurato successivamente nella Chiesa. I Sette costituiscono il gruppo dirigente, preposto ai cristiani ebrei di lingua greca, che svolge il compito di nutrire con il pasto eucaristico, con il pane della parola e con il pane materiale i fedeli che provengono da culture diverse. L’insistenza sulla sapienza e sullo Spirito di cui i Sette sono ripieni dice da dove la Chiesa attinge la capacità di vivere l’unità nella diversità dei vari servizi e dei vari carismi. Nel creare nuovi ministeri che rispondano a nuove necessità gli apostoli stimolano la collaborazione della comunità: è invitata a riflettere, a proporre dei nomi e a pregare. A partire da questo momento la Chiesa prende coscienza della diversità dei compiti, dei servizi, ma prende anche coscienza che tutti i ministeri hanno il loro punto fondante nel primato della preghiera e della parola. Una situazione che poteva segnare divisioni, chiusure, impoverimento, diventa momento di crescita: «la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente» (At 6,7). Non si tratta solo di un incremento numerico, ma di crescita che ci si realizza anche mediante nuovi carismi che danno origine a nuovi ministeri. 
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