REGIONE, LA STRADA PER AIUTARE LA FAMIGLIA (pubblichiamo il testo

REGIONE, LA STRADA PER AIUTARE LA FAMIGLIA
(pubblichiamo il testo completo dell’intervista rilasciata da Pietro Moggi alla giornalista Federica
Gieri per il supplemento di Avvenire Bologna Sette di domenica 12 ottobre)
La famiglia continua ad essere scuola senza pari di umanità, contributo indispensabile a
una società giusta e solidale ... così il Papa domenica scorsa all’Angelus. Quanto queste
parole trovano fondamento nella realtà quotidiana?
Il Papa ribadisce quanto la Chiesa ha continuamente affermato nel suo Magistero a partire dal
Concilio, con la “Gaudium et Spes”, cui ha fatto eco potente S. Giovanni Paolo II nella “Familiaris
Consortio” e nella “Lettera alle Famiglie”, chiamando tutte le famiglie ad essere protagoniste
per vivere concretamente l’ideale della “comunione di persone” (“Famiglia, diventa ciò che
sei!”), anche in una società avversa, quale sempre più si va manifestando la società odierna.
Allora, anche nella realtà quotidiana, c’è sempre bisogno di “questa famiglia” e bisogna aiutarla
in tutti i modi ad “essere così”.
Sempre il Papa: Ora bisogna prestare orecchio ai battiti di questo tempo e percepire
l”odore’ degli uomini d’oggi per saper proporre con credibilità la buona notizia sulla
famiglia. Che strada si deve percorrere?
La strada non può essere altra che quella di credere profondamente in questa identità della
famiglia e nel viverla fino in fondo con coerenza e forza di testimonianza. Ci sono sicuramente
tantissime difficoltà che possono far perdere di coraggio, fino a portare alla rinuncia, e quindi
alla sconfitta, ma bisogna trovare le alleanze per resistere e farsi forza. Per questo le famiglie
non possono isolarsi, rinchiudersi nelle loro quattro mura, ma devono mettersi assieme,
costruire questa rete di famiglie solidali che si fanno forza a vicenda, per custodire e
trasmettere il loro ideale, anche in un mondo ostile.
Lei è stato riconfermato presidente, possiamo tracciare un bilancio del suo precedente
mandato?
Mi piace ricordare subito lo “happy end” della Festa Regionale della Famiglia, che si è svolta a
Parma dal 14 al 18 maggio scorsi, proprio come occasione per mostrare la bellezza dell’essere
famiglia, con una serie di iniziative che hanno visto un’ottima partecipazione sia in fase
organizzativa che attuativa. Non voglio però nascondere le tante difficoltà che abbiamo
incontrato in questo triennio, per cui non possiamo certo presentare grandi risultati. Abbiamo
cercato di portare avanti un dialogo con le istituzioni regionali, con qualche riscontro sul fronte
del welfare e qualche spiraglio su quello della sanità. C’è sicuramente molto lavoro da fare sul
fronte della comunicazione, dovendo fare i conti anche con le poche forze umane disponibili e
l’assoluta scarsità di risorse economiche. Occorre certamente anche un maggiore
coinvolgimento e partecipazione delle Associazioni che aderiscono al Forum. E’ nato il Forum
provinciale a Bologna, premessa per una maggiore presenza a livello locale, in una realtà che si
mostra ogni giorno più difficile.
L’Emilia Romagna è una regione family friendly?
C’è una provincia più amica della famiglia di un’altra?
Alla prima domanda potrei rispondere che le premesse per esserlo ci sarebbero, ma bisogna
che le istituzioni ci credano di più. Riporto quello che è stato il giudizio espresso da uno studio
approfondito della legislazione regionale da parte del Forum Nazionale delle Associazioni
Familiari “a metà mandato” (ottobre 2012): “Nel complesso l’attività legislativa-amministrativa
regionale manifesta una discreta attenzione ai bisogni della famiglia e dei suoi componenti, nel
solco della positiva tradizione regionale molto attenta alle questioni sociali. Certamente, manca
un progetto strutturato di politiche familiari poiché spesso il dibattito in materia è ostacolato
da questioni ideologiche volte ad assimilare fattispecie diverse (famiglia, da un lato – unioni
civili, dall’altro)…”. Si può parlare della ricerca di un “welfare sociale”, con la necessità però di
considerare maggiormente “la famiglia quale soggetto fondante della società”.
Sulla seconda domanda – se mi fosse stata fatta uno/due anni fa – non avrei avuto esitazioni a
rispondere: “Parma”, per l’esperienza fatta a livello comunale, di una politica attenta ai
problemi della famiglia, l’esistenza di una “agenzia per la famiglia”, che coinvolgeva tutti gli
assessorati, e di una “consulta della famiglia”, molto attiva e molto ascoltata. A Parma, grazie a
un accordo con il Forum Nazionale, sono nati provvedimenti veramente “family friendly”, come
il “Quoziente Parma” nell’ambito della fiscalità locale. Purtroppo la nuova amministrazione
targata “M5S” ha tradito queste impostazioni, preferendo rapportarsi direttamente con i
“cittadini” nella loro individualità, trascurando la prima associazione, cioè la famiglia, e di
conseguenza le altre realtà associative familiari. Oggi non saprei più come rispondere, anche
perché Bologna – in primo luogo – non sta dando un bell’esempio, con quanto è successo
domenica scorsa alle “Sentinelle in piedi” e con la posizione assunta dal suo Sindaco sul
riconoscimento come matrimonio di qualsiasi unione di coppia…
Quali provvedimenti occorrerebbe prendere per rendere la regione e Bologna in
particolare davvero ‘amica della famiglia’?
Proprio in questi giorni, in vista delle ormai prossime Elezioni Regionali, stiamo elaborando
delle proposte da presentare ai candidati, sulla falsariga di quanto già era stato fatto prima delle
Elezioni del 2010. I provvedimenti suggeriti non dovrebbero discostarsi di molto da quelli già
avanzati allora (e potrebbero andare bene anche in una sede locale, come Bologna o le altre
città emiliane di maggiore importanza). Provo a riassumerli:
- Dare concretezza al riconoscimento e alla valorizzazione della famiglia, come bene sociale
primario per l’intera comunità regionale, sostenendone la nascita, la stabilità e lo svolgimento
delle funzioni fondamentali, in attuazione del dettato costituzionale e dello statuto regionale
(art. 9).
- Prevedere specifiche misure economiche per agevolare la formazione e la vita delle famiglie,
con particolare attenzione alle famiglie numerose.
- Elaborare scelte che portino ad un “fisco regionale a misura di famiglia”, tenendo conto non
solo del reddito complessivo, ma anche della composizione quantitativa e qualitativa della
famiglia stessa, sul modello del “Quoziente Parma”.
- Introdurre il principio della Valutazione di Impatto Familiare (V.I.F.), per discutere ogni
provvedimento normativo e legislativo prima della sua approvazione definitiva.
- Prevedere con cadenza regolare (potrebbe essere biennale) un momento pubblico di verifica
sulle politiche familiari (conferenza regionale/comunale sulle politiche familiari).
- Arrivare alla formulazione di una legge quadro regionale sulla famiglia che vincoli la
legislazione a tener conto dell’istituto familiare e ne indichi le modalità, sempre in riferimento
all’art. 29 della Costituzione e all’art. 9 dello Statuto regionale.