OTTICA INTRODUZIONE I fenomeni dell’ottica sono noti da migliaia di anni - Exodus 38:8 1200 A.C., Euclide 300 A.C. propagazione rettilinea e legge della riflessione Alhazen 1000 D.C. Leonardo da Vinci (1452-1519) camera obscura tuttavia le modeste risorse tecnologiche ne hanno limitato fortemente l’evoluzione per parecchi secoli. Galileo (1564-1642) telescopio Keplero (1571-1630) telescopio con lenti concave/convesse Snell (1591-1626) legge della rifrazione Rene Descartes (1596-1650) formulazione analitica della stessa in termini di seno degli angoli di incidenza et rifrazione Pierre de Fermat (1601-1665) principio del minimo tempo Francesco Maria Grimaldi (1618-1663) DIFFRAZIONE Natura della luce Isac NEWTON (1642-1727) telescopio a riflessione, dispersione della luce Teoria corpuscolare Huygens (1629-1695) base della sua interpretazione delle leggi di riflessione e rifrazione sulla Teoria ondulatoria In ogni caso la luce è molto veloce… Velocità della luce Romer (1644-1710) Fizeau (1819-1896) Foucault (1819-1868) Io - prima misura della velocità della luce Young, Fresnel, Malus - prima misura terrestre della velocità della luce Effetto Kerr e modulazione elettro-ottica ∆n ∝ E2 - prima misura in laboratorio ; specchio rotante; 1850 - ------- - 1858 Φ/ω = 2 d / c Φmin = 2π / 2n Più noto al grande pubblico per il famoso esperimento del pendolo che mostra la rotazione della Terra, Léon Foucault (1819-1868) merita di essere ricordato anche per i suoi importanti contributi all'ottica e, in particolare, per le misurazioni della velocità della luce che eseguì sfruttando la rapida rotazione di uno specchio. Per la prima volta, questa tecnica consentiva di misurare l’elevatissima velocità della luce nel piccolo spazio di un laboratorio. Ciò dava finalmente la possibilità di confrontare le velocità di propagazione della luce in mezzi con differenti indici di rifrazione (aria e acqua) per rispondere a domande fondamentali che gli studiosi avevano da tempo formulato sulla natura della luce e in particolare sulla scelta tra la rappresentazione ondulatoria o corpuscolare del fenomeno. L’iniziativa, organizzata da docenti del Dipartimento di Fisica dell’Università di Pavia in collaborazione con la Sezione A.I.F. di Pavia, si propone di illustrare queste importanti tappe della conoscenza scientifica in modo storicamente accurato (prof. Lucio Fregonese), come non sempre accade nelle esposizioni divulgative. Infine, gli esperimenti di Foucault sulla velocità della luce saranno replicati in aula (prof. Matteo Galli) sfruttando tecnologie ottiche ed elettroniche che oggi si impiegano con finalità diverse in apparecchiature di uso quasi comune. 19° secolo Young, Fresnel, Fizou Clerk Maxwell (1831-1879) approccio em teoria ondulatoria c = 1/(ε0µ0)1/2 Rudolf Hertz (1857-1894) verifica sperimentale nel 1888 la teoria ondulatoria sembra imperare, ma c’è il problema dell’etere… vt = velocità della Terra tgα = BC / AC = vt /c α≈ 10-4 rad vt = 3x104 m/s c = 304.000 km/s James Bradley (1693-1762) 1725 aberrazione stellare Michelson 1881 Morley 1887 Non c’è moto relativo della terra rispetto all’etere Così, mentre una spiegazione del fenomeno della aberrazione stellare, nell’ambito della teoria ondulatoria, richiedeva l’esistenza DI UN MOTO RELATIVO TERRA-ETERE, gli esperimenti di Michelson-Morley escludevano tale possibilità Ventesimo secolo Albert Einstein (1879-1955) 1905 Relatività speciale rigetta l’etere e postula: La velocità della luce è indipendente dallo stato di moto del corpo che la emette Max Planck (1858-1947) 1900 Quantum Mechanics E = hν Einstein propone una nuova teoria 1905 Idea di FOTONE corpuscolare… o quanto di energia radiante 1930 La antitesi onda-corpuscolo si dissolve in un dualismo (Wolfgang Pauli 1950 - il neutrino con momento p = h/λ) Assorbimento ed emissione della luce secondo la meccanica quantistica… 1913 David Bohr < atomo di Idrogeno Natura granulare della luce: una evidenza sperimentale fig. 1.1 La meccanica quantistica tratta di tutte le particelle, più o meno localizzate nello spazio, e così descrive in modo analogo sia la materia che la luce. p, v, λ per particelle e fotoni si scrivono con le stesse equazioni generali (1-3,1-4,1-5) dove m è la massa a riposo E è l’energia totale, somma della energia a riposo mc2 e della energia cinetica EK γm è la massa relativistica e γ il fattore relativistico γ = 1/√(1-v2/c2) EK = mc2(γ-1) 1 una prima differenza cruciale fra particelle come elettroni e protoni e fotoni è che questi ultimi hanno zero massa a riposo. Quindi le relazioni generali assumono la forma più semplice 1-6,1-7,1-8 2 una seconda importante differenza tra elettroni e fotoni è che gli elettroni seguono la statistica di Fermi e i fotoni quella di Bose (i fotoni non sono afflitti dal principio di esclusione). Questo giustifica il fatto che moltissimi fotoni possono avere (condividere) lo stesso momento e la stessa energia, la struttura granulare della luce non viene sperimentata e la descrizione in termini di onda appare adeguata. Negli ultimi decenni… La disponibilità di sorgenti coerenti ad elevatissima potenza (il primo laser è del 1960) ha favorito la scoperta di tantissimi nuovi fenomeni che hanno prodotto svariate ricadute applicative e in particolare nell’ambito di: Olografia Comunicazione ottica Analisi non distruttiva di materiali e dispositivi Vedasi Introduction to optics F. Pedrotti p.4